Chiesa di Sant’Alfonso all’Esquilino, Roma
La storia
La tradizione popolare narra che l’icona venne rubata nel XV secolo in una chiesa dell’isola di Creta da un mercante che tenta di trafugarla a Roma, ma durante il viaggio la nave fece naufragio, però tutti gli occupanti si salvarono: questo venne interpretato come un gesto miracoloso.
Il mercante custodì in casa l’immagine e in punto di morte chiese a un amico di riportala in una chiesa: l’amico però non eseguì le volontà del morente e si tenne in casa l’immagine.
Alla morte di quest’ultimo, Maria apparve in sogno alla figlia e le chiese di essere portata in una chiesa, tra le basiliche di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni in Laterano. Dopo molte insistenze della figlioletta la madre la consegnò alla chiesa di San Matteo il 27 marzo 1499 e lì restò per trecento anni oggetto di molta venerazione.
Questa chiesa venne distrutta dalle truppe napoleoniche nel 1798, ma l’immagine venne salvata e trasferita nella chiesa di Santa Maria in Posterula, sempre a Roma, e lì posta in un angolo della stessa.
La congregazione dei redentoristi acquistò a metà dell’Ottocento un sedime per edificarvi la sua casa madre a Roma; nell’area di questo sedime vi erano le rovine della chiesa di San Matteo, che era rimasta famosa per la sua icona.
Fu un giovane seminarista che seppe indicare ai superiori dove si trovava la Madonna, egli infatti quando era chierichetto, da padre Michele Marchi, venne informato che quell’immagine, in quel momento quasi abbandonata, era stata molto venerata in passato. I redentoristi chiesero al Pontefice Pio IX di poter rientrare in possesso dell’icona che un tempo era venerata in quel luogo, cosa che avvenne nel 1866.
Da allora migliaia di copie dell’immagine sono state riprodotte su iniziativa della congregazione missionaria a uso dei credenti di varie parti del mondo.
L’icona della Madonna del Perpetuo Soccorso è dipinta su una tavola di legno di 54 x 41.5 cm, di scuola cretese. Lo stile è quello delle icone dette della “Madonna della Passione”. L’immagine, oltre ai due personaggi principali Maria e Gesù Bambino, vede ai lati due arcangeli, Gabriele a destra e Michele a sinistra, che hanno nelle mani gli strumenti della passione. Il bambino guarda la croce e con le mani si aggrappa a quelle della madre, indicando un gesto quasi di paura, sottolineato pure dal calzare del piede che slacciatosi ne mostra la pianta. La mano di Maria invece indica il figlio come il soggetto principale del quadro: questo semplice gesto è spesso presente in icone mariane e conferisce alla Vergine il soprannome di Odigitria, ossia dal greco “Colei che indica il cammino” verso il Redentore, o Nostra Signora dell’Itria cioè dell’indicazione appunto.
La Devozione
Secondo la tradizione nell’affidare l’Icona ai Redentoristi (1866), Papa Pio IX espresse il desiderio che la facessero conoscere in tutto il mondo.
Da allora la devozione alla Madonna del Perpetuo Soccorso si è diffusa nel mondo ed è divenuta universale. Migliaia di copie del quadro sono state diffuse in tutti i paesi del mondo. Alla diffusione della devozione ha contribuito notevolmente la Novena Perpetua, nata nel 1927 a St. Louis (U.S.A.).
Tale Novena è conosciuta con il nome perpetua perché viene celebrata in un giorno fisso (di solito il mercoledì) di tutte le settimane dell’anno. Durante la recita della Novena i fedeli presentano alla Madonna non solo le loro preghiere tradizionali – Supplica Romana, ma anche le loro lettere con suppliche e ringraziamenti, accompagnati dalle invocazioni della comunità e da una meditazione sulla vita spirituale.
La festa della Madonna del Perpetuo Soccorso si celebra il 27 giugno.
La Spiritualità
La Madre di Dio è dipinta in posizione frontale a mezzo busto e regge il Bambino con la mano sinistra, mentre la destra Lo indica e Gli porge l’aiuto. Infatti Egli, prendendo consapevolezza del Suo destino di dolore, passione e morte, attraverso la visione degli strumenti mostratigli dagli Arcangeli Michele e Gabriele, si aggrappa con entrambe le mani alla Madre, con un gesto umanissimo, nel quale ci mostra la sua totale immersione nella nostra umanità, debolezza e paura. Il simbolo della paura viene rappresentato dal sandaletto sfilato dal piede sinistro. Ricordiamo che nelle raffigurazioni di scuola greca è spesso riportata la seguente dicitura in versi: «Colui che per primo fece l’annuncio alla Vergine ora indica i simboli della Passione; Cristo vestito di corpo mortale, intimorito dal destino teme, vedendo queste cose.»
Il Bambino è avvolto da un manto rosso coperto da raggi d’oro per indicare che Egli è l’eterna (oro) Sapienza (colore rosso). Porta la tunica color verde-acqua che allude allo Spirito Santo che avrebbe donato a coloro che si sarebbero salvati al prezzo della sua passione, significata dal colore della fascia che Gli cinge il petto. Sul nimbo (aureola) crucifero sono scritte le iniziali in greco del nome che Dio si è dato sull’Oreb: «Io Sono Colui che Sono».
L’iconografia
Nelle icone mariane non vengono mai mostrati i capelli, simbolo delle virtù e delle bellezze della donna, e sono velati per indicare la totale appartenenza a Dio. La Vergine porta un velo-cuffia di colore verde-azzurro, che simboleggia l’umanità divinizzata, così come la tunica. Il colore del manto è ottenuto dalla mescolanza del colore bruno, che significa umiltà ed nascondimento, e il rosso, che simboleggia l’amore. Il capo molto coperto allude alla sua totale sottomissione alla volontà del Padre. Il bordo d’oro che le orna il manto sta a significare la sua dignità regale alla quale Dio L’ha innalzata rendendola Madre del suo unico Figlio.
Il manto con l’interno foderato di rosso acceso indica che Lei è la sede della Sapienza, ma ricorda anche il martirio del Suo cuore e la Sua passione. L’arco formato dalle pieghe del manto quando è disegnato sotto la figura del Bambino sta ad indicare il cielo che si dona alla terra. Le tre stelle disegnate sul capo e sulle spalle della Madre di Dio simboleggiano la Sua verginità prima (in alto), durante (spalla destra) e dopo il parto (spalla sinistra). In questo caso il Bambino è sulla stella dopo il parto per indicare che è già fanciullo. Il bordo rosso dell’icona rappresenta il Sangue di Cristo versato per tutti gli uomini. Segnaliamo anche che questo tipo di raffigurazione è designata dai russi con il nome di “Madonna della Passione”, il tema è ispirato dalla profezia di Simeone, secondo la quale la spada del dolore trafiggerà il cuore della Madre.
"Fatela conoscere in tutto il mondo”: con questa esortazione Pio IX, Papa e Re, l’11 dicembre 1865 affidò alla Congregazione del SS.mo Redentore l'immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso per ripristinarla alla devozione pubblica.
RispondiEliminaSupplica alla Madonna del perpetuo soccorso
RispondiEliminaO Madre del Perpetuo Soccorso, molti sono coloro che prostrati dinanzi alla tua santa immagine, chiedono il tuo patrocinio.
Tutti ti chiamano “Il Soccorso dei miseri” e provano il beneficio della tua protezione.
Perciò anch’io ricorro a Te in questa mia tribolazione. Tu vedi, o cara madre, a quanti pericoli sono esposto; Tu vedi i miei innumerevoli bisogni.
Afflizione e bisogni mi opprimono; sventura e privazioni portano desolazione nella mia casa; sempre e dovunque trovo una croce da portare.
O Madre, piena di misericordia, abbi pietà di me e della mia famiglia, ma in modo speciale aiutami adesso, in queste mia necessità.
Liberami da ogni male; ma se è volontà di Dio che io continui a soffrire, dammi almeno la grazia di soffrire con pazienza ed amore. Questa grazia io ti domando con tanta fiducia (…..) e questo io spero di ottenere da Te perché sei la Madre del Perpetuo Soccorso. Amen.
"Fatela conoscere in tutto il mondo”: con questa esortazione Pio IX, l’11 dicembre 1865 affidò alla Congregazione del SS.mo Redentore l'immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso (festa al 27 giugno per i latini e al 13 agosto per i greci) per ripristinarla alla devozione pubblica. L'icona della Madre del Perpetuo Soccorso, custodita nella Chiesa di Sant'Alfonso all'Esquilino, è un perfetto esempio di romanità, ossia di universalità: è un'icona greca, custodita a Roma e venerata dai popoli più diversi, europei (Polonia, Paesi Baltici e tre Russie) ed extraeuropei (America Latina, Filippine, Egitto ed Etiopia)
RispondiEliminaQuesta mattina casualmente ho sfogliato tre quattro pagine del Sole24, vi si prevedeva, riguardo alla Sanità, di tornare alla, tradizione, in base alla cooperazione del privato con il pubblico!!! Riguardo alla finanza, visto che l Occidente scricchiola, di puntare sui paesi emergenti!!! Ho dimenticato la terza pensata illuminata. Queste due mi hanno colpito perché venivano porte come il meglio del meglio, mentre sono 'na sóla bella e buona. Cioè non si ha nessuna intenzione di curare al meglio il ricco ed il povero tradizionale... che muoia insieme a tutti gli indigenti!!! Visto che i paesi che erano considerati benestanti sono stati messi in condizioni di incarnare le periferie delle periferie ora vanno a succhiare il sangue di chi, malgrado loro, sta uscendo dalla fame nera. Costoro sono delle sanguisughe, ipocrite, false, bugiarde, avide e ladre. Veramente basta, con la presa per i fondelli diventata politica dell esproprio a tutto tondo!!!
RispondiEliminaLa cooperazione tra pubblico e privato l'abbiamo toccata con mano durante la Covid quando il privato si è inventato i vaccini a caro prezzo e il pubblico glieli ha comprati raggirando il popolo con lucida perfidia.
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