Così, il vescovo dissidente si trova dal 9 febbraio 2023 nell’Istituto penitenziario nazionale Jorge Navarro, meglio conosciuto come “La Modelo”. È attualmente detenuto in isolamento in una delle celle di massima sicurezza della Galleria 300, composta da circa 150 veri e propri “loculi” distribuiti in tre moduli. Mons. Álvarez si trova nel modulo 3-1 un edificio ad un piano sotterraneo completamente isolato noto come “Infernetto”, a causa dell’assoluta mancanza di igiene e soprattutto del caldo torrido che ricorda, appunto, le fiamme degli inferi.
In quelle celle di massima sicurezza, inaugurate dal regime nel 2015, i detenuti si trovano esposti all’umidità, al freddo e ad un caldo che può raggiungere i 45° centigradi, costringendo i malcapitati reclusi, come mons. Álvarez, a restare tutto il giorno in mutande, dato che persino la leggera divisa azzurra d’ordinanza risulta intollerabile. In quel forno l’unica concessione fatta dai carcerieri è quella di poter bere una bottiglietta d’acqua al giorno. Chi è sopravvissuto a quella bolgia dantesca, racconta come indescrivibile la sensazione claustrofobica di ansa, angoscia, e disperato desiderio di scappare.
Le celle hanno una dimensione di due metri per due metri e mezzo e sono di cemento, materiale con cui è realizzato tutto, comprese le brande. In questo spazio angusto è stato possibile ricavare anche un minuscolo bagno costituito da un tubo di lavandino fatiscente, dal quale fuoriescono scarafaggi, blatte, e altri insetti, e da un wc di metallo senza scarico perennemente sporco in quanto i carcerieri non consentono l’utilizzo di un secchio o di un contenitore per l’acqua necessaria a drenare le feci. Anche la poca aria maleodorante che circola dentro la cella contribuisce alla definizione di “infernetto” data a quel padiglione del penitenziario. L’unica fonte d'aria e di luce è una piccola finestra nella porta alta circa 25 centimetri e larga 12 centimetri, sigillata da una rete metallica, e un’altra piccola apertura di e altri 15 centimetri di larghezza per 15 centimetri di altezza attraverso la quale passano il cibo ai detenuti. Il menù è fisso e sempre lo stesso: riso e fagioli tre volte al giorno, anche se spesso capita che venga servito una volta sola. E molto spesso nel riso si trova anche qualche verme. All’interno della cella non c’è energia elettrica e nessuna luce artificiale. Neppure una lampadina per la notte.
Nelle condizioni di caldo infernale in cui si trovano, i detenuti non possono neppure trovare refrigerio attraverso l’acqua del wc, poiché il servizio idrico è attivo solo per venti minuti due volte al giorno, alle cinque del mattino e a mezzogiorno. Il regime, comunque, non si accontenta di lasciare esseri umani in una simile deplorevole situazione. Pretende pure di monitorare i detenuti 24 ore su 24 attraverso un sistema di telecamere installate in ogni cella.
Un simile stato detentivo in assoluto isolamento metterebbe a dura prova il sistema psicologico di qualunque essere umano. Monsignor Rolando Álvarez da ormai quattro mesi passa tutte le giornate in assoluta solitudine, se si eccettua la compagnia degli scarafaggi e della telecamera puntata su di lui notte e giorno. In quelle condizioni è possibile sopravvivere e non impazzire solo con la forza della fede e della preghiera. Il Vescovo di Matagalpa è un martire dei nostri giorni. E un grande esempio anche per molti dei suoi confratelli, che, al posto suo, non avrebbero esitato un attimo a prendere l’aereo per Miami e scappare verso il comodo esilio negli Stati Uniti.
Se si pensa alle esportazioni di democrazia degli USA, alle missioni della Nato e al Nicaragua di oggi risulta chiarissimo il gemmellagggio tra diversi abusi di potere, ancora esistenti nel mondo. E l ipocrisia impera. Son tutti tentativi di occultare la Verità, della cui forza ebbi dimostrazione, un giorno d estate, ero in treno, nel corridoio, al finestrino, durante una fermata inspiegabile, davanti a me un mucchio di sassi e cemento e su un lato, in cima un fiore giallo, dal gambo robusto, con diverse foglie verdi di quelle forti. Quel fiore è stato e resterà per sempre la mia immagine della potenza gentile della Verità.
RispondiElimina