leggo con un amaro sorriso gli articoli che si dedicano all’Instrumentum laboris del cammino sinodale. Perché un amaro sorriso?
Perché questo documento non è uno strumento su cui lavorare, bensì una struttura già applicata e funzionante in tutti i suoi punti (e non solo) nel Paese in cui vivo da vent’anni, l’Austria.
ai bene che da tanti anni molti fedeli (tra cui anche noi) hanno fatto pervenire denunce scritte e orali alla Congregazione per la dottrina della fede, a diversi vescovi, sacerdoti, note emittenti radio mariane e al Papa in persona, oltre che al popolo, anche attraverso il tuo blog. Le risposte, quando ci sono state, sono state per lo più superficiali. E il nostro dolore, banalizzato.
La nuova chiesa sinodale non sta nascendo ora. È stata desiderata da prima del Concilio Vaticano II da un fronte cattolico neo-protestante, a cui appartenevano molti teologi tedeschi; è stata concepita nel grembo della Chiesa durante il Concilio Vaticano II; la sua data di nascita la collocherei lo stesso giorno della condanna a morte della Liturgia di sempre. È stata poi lasciata crescere, se non addirittura nutrita e allevata con ogni premura, negli ultimi sessant’anni.
Oggi ha raggiunto la maturità (e speriamo che invecchi precocemente!) assumendo il governo di molte “chiese nazionali”, tra cui appunto quelle di lingua tedesca, senza che alcuno sollevasse obiezioni o tentasse di stroncare la sua esistenza alla radice.
Non c’è quindi da stupirsi o da rimanere sbigottiti di fronte alla sua “evoluzione naturale”: la pretesa di governare dalla cattedra di Pietro in modo “katholikos“, universale. Questa creatura mostruosa pretende di percuotere il pastore per disperdere il gregge e finirà per divorare i suoi stessi fautori.
Dal Concilio in poi, nessuno si è interessato ad affrontare davvero seriamente ciò che monsignor Lefebvre ha denunciato per anni con ogni mezzo, diventando oggetto di incredibili e ingiustificate persecuzioni. Nelle sue analisi aveva predetto tutto ciò che oggi lascia alcuni cattolici sorpresi e attoniti e altri, ahimè, compiaciuti. I successori di Pietro non hanno respinto con la forza del loro ministero quei documenti conciliari contrari alla Tradizione e non hanno fornito un’interpretazione alla luce del Magistero di quelli ambigui.
Si sono limitati a strappare qualche erbaccia che vedevano spuntare qua e là senza però toccare la radice. E chiunque faccia un minimo di giardinaggio conosce le conseguenze di tale leggerezza.
Oggi, poi, colui che siede sulla cattedra di Pietro distrugge anche quei pochi deboli tentativi dei suoi predecessori, in perfetta armonia con ciò che la chiesa tedesca fa indisturbata da decenni a questa parte.
Ti confido che più volte mi chiedo perché i papi precedenti non abbiano agito con maggior fermezza e vigore. Possibile che non si siano accorti della pericolosità di tale “creatura”? Non potevano ignorare: monsignor Lefebvre e tanti altri erano stati fin troppo chiari nell’esporre i fatti e non semplici idee. I frutti erano fin troppo evidenti. Per me rimane un mistero. Non voglio qui giudicare sacerdoti, vescovi e papi per non aver adoperato il potere conferito loro da Dio per custodire il gregge. Quello che mi rattrista è che abbiano fatto finta di nulla anche davanti alla sofferenza di noi semplici fedeli. Anzi, in più di una occasione ci hanno addirittura accusati di riferire falsità e pettegolezzi. Più denunciavamo gli oltraggi verso la Sposa di Cristo, più venivamo emarginati da coloro che avrebbero dovuto difenderla.
Pareva che il vincastro fosse riservato a noi pecore disperate e confuse invece che ai lupi e ai mercenari. Non esagero nell’affermare che abbiamo subito una sorta di martirio da parte di chi pensavamo fossero i nostri padri e le nostre madri nella fede.
Ci sentiamo traditi da chi doveva proteggerci e ne aveva i mezzi, ma non la volontà. Abbiamo subito una “violenza spirituale” e ci spezza il cuore (anche se non ci stupisce affatto) vedere che gli abusi che subiamo da tempo stanno per essere approvati ovunque, legalizzati e incoraggiati proprio da coloro che dovrebbero difenderci. Noi figli chiediamo pane e ci vengono date pietre, pesce e riceviamo serpenti, uova e ci danno scorpioni.
Eppure in tutto ciò c’è a mio avviso una nota positiva: la nuova chiesa con i suoi deliri non sarà assistita dallo Spirito Santo. Gesù non affiderà il suo gregge a un uomo che non lo ami e non lo riconosca come Dio. I Vangeli ci testimoniano che Simone non diventa Pietro grazie a elezioni “democratiche”.
Inoltre, nella vite del Signore questa chiesa sinodale è destinata a essere un tralcio senza futuro, in quanto ha scelto in modo evidente di non rimanere in Cristo: seccherà e verrà gettata nel fuoco. O la Verità (in ebraico emet) o la morte (met).
Nel frattempo, possiamo unirci al coro delle anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa: “Fino a quando Signore?”.
Preghiamo il Padrone della messe di inviarci Pastori santi, che conoscano i pascoli erbosi e le acque tranquille, che ci rinfranchino, ci guidino per il giusto cammino, e il cui vincastro ci dia sicurezza.
Preghiamo per la santificazione delle anime (nostre e altrui), prendiamo la nostra croce e seguiamo docilmente Cristo sulla via che conduce al Golgota per partecipare un giorno alla sua gloriosa resurrezione.
Non illudiamoci: non piaceremo mai al mondo e nemmeno a questa sua nuova chiesa democratica. Scordiamoci i like e i follower. Gesù ci aveva avvertiti: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me… Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi…”. E se non capiremo il motivo di questo odio, Gesù ci consola: “Mi hanno odiato senza ragione”.
Non scoraggiamoci: Egli non permetterà alle porte degli inferi di prevalere sulla sua Chiesa Santa, Cattolica e Apostolica e non ce ne priverà se noi vorremo farne parte. “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto”. Il Padre Celeste sa dare doni buoni ai suoi figli.
Con gratitudine e stima!Elena - Fonte
SE I CARDINALI NON SI MUOVONO PER FERMARE QUESTO SINODO AFFRONTANDO DIRETTAMENTE BERGOGLIO, DOVRANNOA AFFRONTARE IL GIUDIZIO DI DIO PER NON AVER PROTETTO IL GREGGE DAI LUPI VESTITI DA AGNELLO ED ALLORA SARANNO GUAI...
RispondiEliminaSe i cardinali credessero veramente nel Dio di sempre e non in quello immaginato al Concilio Vaticano II avrebbero già fatto qualcosa. A tempo suo, vi furono dei Prelati che aderirono al Coetus Internationalis Patrum, il quale si dissolse alla fine del Concilio. Siri non ne ne fece mai parte. Di tutti quei Prelati soltanto i Cardinali Ottaviani e Bacci, che presentarono il Breve Esame Critico del Novus Ordo Missae a Montini, Mons. Lefebvre, del quale conosciamo la storia, e Mons. de Castro Mayer, Vescovo di Campos, continuarono in un qualche modo la buona battaglia e soltanto i due Monsignori incorsero in censure. Il resto? Conigli! Siri era un conservatore, accettò la nuova messa, emanó per Genova disposizioni per la conservazione degli altari ad orientem, delle balaustre, dei paliotti, etc... (si trovano tutte online), niente di più, se non qualche scritto su Renovatio di stampo conservatore (la famosa 'ermeneutica della continuità'... figuriamoci!). Pertanto, salvo i soliti miracoli, che però tardano ad arrivare, non aspettiamoci che i conigli diventino leoni! L'unica eccezione è rappresentata da Mons. C. M. Viganò, il quale, con i suoi eccellenti interventi, ci aiuta a vedere chiaro e ci incoraggia nel proseguimento della buona battaglia. Che il coraggio di Mons. C. M. Viganò sia di vergogna per quei Prelati che si ammantano di un conservatorismo di gran lunga peggiore del modernismo sincero dei Bergoglio e dei Fernández: non si può mischiare la verità all'errore, il Concilio Vaticano II al Vangeli, agli Scritti dei Santi Padri, ai documenti pontifici fino a Pio XII. Il Concilio sugli argomenti che sappiamo dice una cosa, la Tradizione dice un'altra cosa. Salta agli occhi di chiunque conosca un po' di Catechismo ed abbia un po' di sensus fidei che non c'è nessuna continuità fra Tradizione e Concilio Vaticano II. Noi conosciamo un poco queste cose, ma dobbiamo essere persuasi che non tutti le conoscono e innumerevoli sono le persone che le scoprono soltanto ora. Quindi, quel che scrivo nel mio commento non è una congerie di banalità. Del resto, si tratta di un commento scritto con lo smartphone non certo con la pretesa di sdottorare; vi sono libri e riviste eruditi, che tuttavia forse non tutte le persone che conosco sono in grado di comprendere (il tappezziere, la sarta, il barbiere che conosco, e che ora frequentano la Messa di sempre, non sono 'laureati'... ma sono buoni cattolici...). Che il Divin Sangue ci aiuti ad essere del leoni e non dei conigli!
Elimina"La Chiesa muore perché i pastori hanno paura di parlare con verità e chiarezza. Abbiamo paura dei media, dell’opinione pubblica, dei nostri confratelli! Ma il buon pastore dona la vita per le sue pecore (…) Tra non molto sarò chiamato al cospetto del Giudice Eterno. Se non vi trasmetto la verità che ho ricevuto, che cosa gli dirò? Noi vescovi dovremmo tremare al pensiero dei nostri silenzi colpevoli, dei nostri silenzi conniventi, dei nostri silenzi condiscendenti con il mondo”.
RispondiEliminaCardinal Roberth Sarah
Andrea Sandri
RispondiEliminaGioacchino da Fiore (e il cammino sinodale)
Lo riconosco nel processo di secolarizzazione che, tradendo il Vangelo, trasforma la ricerca del Regno di Dio in utopie sociali. Lo vedo all'opera in quella che è stata giustamente chiamata l'«autodistruzione della Chiesa».
- Henri de Lubac, Meine Schriften im Rückblick, Freiburg 1996, p. 516
È una lettera che dice molto.
RispondiEliminaNon abbisogna di commenti, se non che dopo il CVII è sempre più difficile restare cattolici, perché l'innesto della mala pianta protestante ha intestato il giardino e, senza accorgersene, si rischia di ritrovarsi protestanti quasi all'insaputa.
Ben venga allora un Bergoglio o un Fernandez che illuminano la via che NON bisogna percorrere.
Gz
RispondiEliminaPensieri notturni
-- Come non sentirsi smarriti oggi di fronte a tutto quello che sta succedendo? La follia sembra dominare l'Europa e l'America, siamo immersi nella notte della ragione, di ogni sano sentimento e concetto.
In passato, nell'immutabilità del logos cattolico anche il non credente trovava (paradossalmente) conforto. Oggi, il magistero cattolico è diventato la caricatura di se stesso. Insegue il mondo nelle sue perversioni per farsi trascinare nell'abisso. Cupio dissolvi.
-- La notte ci si sente più lontani da Dio? O forse non esiste, la notte, se risulta a noi solo per esser noi nel cono d'ombra della terra che ruota ogni giorno su se stessa mentre orbita ogni giorno attorno al sole?
-- Immagine negativa della notte, infinito spazio stellato presso i poeti, che ci sovrasta inspiegato...Come redimere la tenebra notturna?
Una poesia di Dino Campana, morto pazzo quasi un secolo fa. Uno squilibrato ma con squarci di grande poesia:
"La speranza (sul torrente notturno)
Per l'amor dei poeti
Principessa dei sogni segreti
Nell'ali dei vivi pensieri ripeti ripeti
Principessa i tuoi canti:
O tu chiomata di muti canti
Pallido amor degli erranti
Soffoca gli inestinti pianti
Da tregua agli amori segreti:
Chi le taciturne porte
Guarda che la Notte
Ha aperte sull'infinito?
Chinan l'ore: col sogno vanito
China la pallida Sorte
...
Per l'amor dei poeti, porte
Aperte de la morte
Su l'infinito!
Per l'amor dei poeti
Principessa il mio sogno vanito
Nei gorghi della Sorte! "
Le porte che la Notte apre sull'infinito sono le porte della morte, sull'infinito? Follia poetica. Ma il nero, il nero d'inchiostro nelle foto a colori che mostrano gli astronauti attorno ai loro abitacoli spaziali, quel nero profondo mi angoscia, come se fosse l'abisso della morte, nel nulla dello spazio cosmico...Come salvarsi da questa angosciosa sensazione? Con san Paolo, quando ci insegna, nella Prima Lettera a Timoteo, che Dio "abita una luce inaccessibile, che nessun uomo mai ha veduto né può vedere" (6, 16).
Vediamo solo ciò che il nostro occhio ci permette di vedere, la luce nella quale abita Dio non possiamo vederla, eppure essa di sicuro riempie tutto lo spazio che a noi sembra nero, senza luce...
ar
Mentre recitavo il Rosario ieri, ho cercato di visualizzare Maria Santissima che è Assunta ed è in Cielo. Qualsiasi nostro corpo così com'è portato in Cielo, cioè nello spazio, è un granellino di polvere che verosimilmente si disfa. Allora Cielo e spazio sono o due diverse dimensioni o siamo noi che morendo acquistiamo delle capacità, delle potenzialità che qui sono rimaste in boccio. Rimane il problema della Assunzione, che è avvenuta per NSGC e per la Sua Madre Santissima, entrambi con corpi immacolati, quindi possiamo dire che un corpo fisico immacolato ascende al Cielo acquistando delle capacità di infinitudine, di onniscienza, di onnipotenza, di eternità,, cioè si divinizza. Con la diversità che NSGC è assunto di Suo, mentre Sua Madre per Grazia. E noi? Per dirla con Edoardo De Filippo la vita è un esame che sulla terra non finisce mai, la morte conclude l esame e quando saremo di là sapremo i risultati dell esame, alcuni saranno bocciati per sempre, altri rimandati chissà a quando ed altri variamente promossi. Tutti però capiranno che cosa è il Cielo e cosa è lo spazio, che cosa è il tempo e cosa l'eternità, che cosa è il vero Bene e cosa il Male, che cosa il Vero e cosa il Falso. Forse sarà un po' anche così. Il giudizio universale poi sarà un esamone mai visto!
EliminaGesù non pensava costantemente: «Fino a che punto posso farla franca e chi accetterà ciò che dico?». Quando la gente scappava da lui, non chiamava gli apostoli a una conferenza per dire: «Che cosa abbiamo fatto di sbagliato? Come dobbiamo migliorare la nostra predicazione?». Disse semplicemente: «Volete andarvene anche voi?».
RispondiElimina- Robert Spaemann a Die Welt (30.09.2011 )