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“Solo la religione può creare il vincolo sociale”. Parole di Leone XIII
Pubblichiamo il paragrafo conclusivo dell’articolo di Marco Nardone “Diuturnum illud, 1881. Origine dell’autorità civile” da noi pubblicato nel fascicolo 2/2023 del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” dedicato a “Il progetto sociale di Leone XIII a 120 anni dalla morte (1903-2023). Vedi e acquista qui il fascicolo.
Alcune osservazioni conclusive
Citata nella Gaudium et spes (n. 36) e ripresa nei suoi punti essenziali dal catechismo della Chiesa cattolica (nn. 1898-1903), la Diuturnum illud rimane un caposaldo della Dottrina sociale della Chiesa quanto al fondamento dell’autorità civile. Di essa, tuttavia, il Magistero successivo al Concilio Vaticano II ha lasciato sullo sfondo il motivo del nesso tra quel fondamento e la vera religione, preferendo insistere sulla libertà religiosa e sulla collaborazione tra i due poteri. Ha ribadito, è vero, ed esemplarmente con Benedetto XVI, la necessità di legare l’autorità umana all’autorità divina, in quanto l’ordine morale, dal quale essa trae la propria legittimità e la stessa virtù di obbligare, non si regge che in Dio. Per Leone XIII, però, ordine morale, Dio e religione sono strettamente connessi, tanto che egli volle chiarire proprio questo punto nella prima parte dell’enciclica Au milieu des sollicitudes, espressamente scritta, l’anno successivo (1892), a completamento della Diuturnum Illud.
“Solo la religione – dice il Papa – può creare il vincolo sociale”. Scopo della società civile, infatti, è il “perfezionamento morale” dei suoi componenti. Ma “la morale, (…) poiché partecipa ad ogni atto umano, postula necessariamente Dio e, con Dio, la religione, questo sacro vincolo che ha il privilegio di unire a Dio, prima di dar vita a qualsivoglia altro legame (…). Poiché dunque la religione è l’espressione interiore ed esteriore di questa dipendenza che dobbiamo a Dio a titolo di giustizia, ne deriva un impegno tassativo”. L’estromissione di Dio dalla società finisce con l’”annientare (…) lo stesso senso della morale nel più profondo della coscienza”. Per questo la religione è stata sempre e in ogni luogo considerata il fondamento della moralità, sia personale che sociale. Ciò vale a maggior ragione per “la Religione Cattolica (…), per il fatto stesso che è la vera Chiesa di Gesù Cristo (…). Se dunque viene meno questo fondamento”, il popolo non potrà essere salvato “dalla decadenza morale e, forse, dalla dissoluzione”.
Prendendo atto, dopo centocinquant’anni, del valore profetico di queste parole, non possiamo evitare di chiederci perché il Magistero postconciliare, proprio contestualmente all’aggravarsi, con la secolarizzazione, della decadenza morale della società, ha sfumato sempre di più l’insegnamento tradizionale della Chiesa circa il legame tra bene comune e ruolo pubblico della religio vera. Legame che, certamente, per essere riconosciuto, suppone la presenza di una società cristiana, che oggi, come già ai tempi della Diuturnum, è solo un ricordo; esso però, ricordava Leone XIII, è nell’ordine delle cose, dal quale non può essere cancellato.
La questione è da anni oggetto di un dibattito al quale, in questa sede, non possiamo neppure accennare. Possiamo tuttavia proporre una nota a margine delle considerazioni espresse nella Diuturnum circa la “scelta pastorale” operata dalla Chiesa durante l’impero pagano.
La Chiesa, per così dire, giocò d’anticipo: trattava il potere politico non secondo la rappresentazione mitica che esso dava di sé, ma quale era considerato dalle Scritture e delle parole di Cristo, nonché dalla retta ragione, cioè secondo l’ordine naturale quale voluto da Dio. A tal fine insegnava ai Cristiani a rispettarlo come tale, anche se i governanti non ne avevano ancora piena coscienza, e a resistergli quando travalicava i suoi limiti e voleva arrogarsi i diritti di Dio. Così la Chiesa presiedeva al cantiere della società cristiana, e così anche aiutava la potestà politica ad elevarsi all’altezza della sua missione.
Era un metodo realistico, ma non positivistico: attento ai segni dei tempi, ma informato da un ideale di fede e metafisicamene fondato. Un metodo che permise alla Chiesa, in una società non cristiana, di esercitare ugualmente il suo compito di presidio al bene comune e di servire così l’autorità civile quando ancora questa non le riconosceva alcuna autorità. Anche oggi, pur con le dovute differenze, papa Leone indicherebbe forse, e a maggior ragione, la stessa via.
Marco Nardone - Fonte
Nonna le chiamava persone medicina,
RispondiEliminadiceva che ci sono persone
che quando le guardi guarisci,
che appena le senti calmano i battiti
aggiustano i polsi,
ti aprono le persiane del cuore
e fanno entrare la luce vera,
quella del sole
persone che con un abbraccio
ti fermano la tachicardia di dentro,
quella che per notti e anni
hai collezionato a colpi di ansie
che nemmeno ti appartenevano
nonna diceva che esistono persone
che hanno le tisane dentro gli occhi,
camomilla nello sguardo
che tu le vedi
e ti si tranquillizza il respiro, i pensieri,
dopo averle incontrate
anche i sogni diventano più puliti,
dopo averle incontrate
pure i sogni sognano meglio
diceva che esistono persone
che non si spaventano dei tuoi dolori,
che non hanno paura di abbracciarti i traumi
che sanno dove metterti dentro le parole giuste,
persone che hanno imparato a frequentare così bene il sole
che sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramonto
nonna le chiamava persone medicina,
diceva che ci sono persone
che quando le guardi guarisci,
a detta sua
le uniche persone da frequentare,
le uniche persone da diventare.
Ci tengo a precisare una cosa: io non metto in dubbio l'onestà “civile” a livello di ladrocini (non ha bisogno di rubare e sicuramente neanche voglia) e/o l'onestà intellettuale (sta esprimendo le sue idee) di Luca Zaia , il problema, dal mio punto di vista, è che negli ultimi mesi sui temi etici e morali ha gettato la maschera..... votare lui o un comune radical-progressita non cambia nulla! È evidente che esiste un problema, che non passa inosservato, e molti Cattolici Veneti Conservatori e Tradizionalisti ne terranno conto.... quando sarà il momento faremo i conti.... Amen.....
RispondiElimina"Creare la vita dal nulla è una cosa impossibile per l'uomo, solo il Creatore di tutte le cose può farlo ed è un atto di amore infinito verso le sue creature" (il Rabbino a Maria - dal film 'Un bambino di nome Gesù')
RispondiEliminaNon esiste né dx né sin. quando si occupano posti di rilievo ci si rimangia e si ingoia rapidamente tutto quello che fino a poco prima si prometteva e predicava, non sto a far nomi, leggiucchiando in qua ed in là, un articoletto mi ha molto colpito, Toni Negri compie 90 anni, auguri comunque, bella età, ma poi dice testuale testuale che :"Gli anni di piombo sono stati in un certo senso cristiani, propedeutici, alla fine hanno portato alla elezione di Francesco che li sublima e chiude il cerchio di una straordinaria epoca" a 'sto punto, amici miei, mi arrendo, non è il caldo o i finti cambiamenti cosmici ecocompatibili, nemmeno l'Alzheimer o altro, l'Occidente affonda inesorabilmente.....
RispondiElimina"Il giorno in cui insegnò le Beatitudini, Nostro Signore firmò la Propria sentenza di morte"
RispondiEliminaDue monti vengono configurati come il primo e il secondo atto in un dramma in due atti: il Monte delle Beatitudini e il Monte del Calvario. Colui che salì il primo per predicare le Beatitudini dovette necessariamente ascendere il secondo per tradurre in pratica ciò che aveva predicato. Sovente i superficiali affermano che il Discorso della Montagna costituisce l’«essenza del Cristianesimo»; ma chiunque provi a tradurre nella realtà della propria vita codeste Beatitudini si attirerà addosso l'ira del mondo.
Il Discorso della Montagna non può dividersi dalla Crocifissione più di quanto il giorno possa scindersi dalla notte. Il giorno in cui insegnò le Beatitudini, Nostro Signore firmò la Propria sentenza di morte. Il rumore dei chiodi e quello dei martelli che scavavano la Sua Carne furono gli echi rinviati dalla montagna dove Egli aveva parlato agli uomini sul modo di esser felici o beati.
Tutti vogliono essere felici; ma i modi da Lui indicati erano diametralmente opposti a quelli del mondo. L'unica maniera per farsi dei nemici ed alienarsi la gente è quella di combattere lo spirito del mondo. Perché il mondo ha uno spirito, come ce l'ha ogni epoca. A governare la condotta del mondo sono certi assunti non sottoposti ad analisi.
Chiunque combatta codeste massime del mondo, come «si vive una volta sola», «goditi la vita più che puoi», «chi verrà mai a saperlo?», «a che cosa serve il sesso se non al piacere?», si condanna all'impopolarità.
(Fulton J. Sheen, da "Vita di Cristo")
Che poi questi modi di essere felici secondo il mondo non solo sono sempre gli stessi e quindi ripetitivi, ma vengono a noia e a schifo agli stessi che li praticano, i quali ormai inebetiti sono costretti dal Nemico a ripeterli aggravandoli per cercare quel piacere dissolutorio di sé stessi unico e solo che resta loro.
EliminaPagani di qualsivoglia, eretici cristiani e rinnegati giudei credono lo stesso d'altronde...
RispondiEliminaHo letto su unavox un interessante articolo di Hamilton Nolan:
RispondiEliminaSpiano le vostre onde cerebrali,
tradotto da Tradition in Action, dove, a proposito del World Economic Forum di Davos, l'autore scrive proprio "i padroni dell'universo".