La Bussola che punta al sud
24 agosto 2023
Ovvero come sbagliare la rotta da seguire nella crisi che attraversa la Chiesa: cenni di risposta ad un dossier sulla Fraternità San Pio X redatto dal quotidiano online conservatore La Nuova Bussola Quotidiana [1]
Introduzione
Monsignor Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, consacrò quattro vescovi senza mandato pontificio e contro il volere esplicito di papa Giovanni Paolo II il 30 giugno 1988, giustificando questo atto di per sé grave come una «operazione sopravvivenza» del sacerdozio cattolico, poiché egli riteneva che la fede dell’intera Chiesa fosse in pericolo dopo le derive del Vaticano II. Nel mondo della Tradizione all’epoca ciò piacque a molti, ma non a tutti. Oggi, sempre nel mondo della Tradizione, tantissimi ringraziano Monsignore per il gesto eroico di trentacinque anni fa, ma qualcuno ancora, ciclicamente, si ostina a criticarlo. Vediamo, un’ennesima volta, di chiarire il problema, che è essenzialmente e soprattutto teologico, ma che naturalmente ha un preciso fondamento canonico [2].
Il dossier del quotidiano online a cui rispondiamo, ben redatto e apparentemente molto erudito, pecca gravemente per imprecisioni e sofismi canonici, ma soprattutto ha il colossale difetto di rimanere, in tutte le sue righe, un gradino al di sotto del vero problema dal quale non si esce: è in corso da ormai sessant’anni una gravissima crisi che sconvolge la Chiesa in tutti i suoi ambiti e che colpisce tutti i gradini della gerarchia.
Non sarebbe necessario dimostrare l’esistenza di tale crisi ad un lettore che frequenti il mondo della Tradizione cattolica, ma tracciamone comunque un breve panorama per individuare la vera chiave del problema.
Dopo il Concilio Vaticano II, i suoi errori e le deviazioni dottrinali e pastorali hanno finito per coinvolgere l’intero episcopato e di conseguenza il clero cattolico nella sua interezza; da sessant’anni la predicazione ecclesiastica si è allontanata dall’autentica professione di fede prediligendo l’ecumenismo, la libertà religiosa, il relativismo dottrinale e morale nell’insegnamento catechistico e omiletico; le riforme liturgiche degli anni immediatamente posteriori al Concilio hanno toccato tutti i sacramenti, nessuno escluso, per adattarli alle nuove esigenze ecumeniche; soprattutto, il rito della Messa ha subito una paurosa trasformazione che l’ha assimilato ad un rito di sapore protestante, e che esprime «un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa» [3]. Nella quotidianità della vita parrocchiale il fedele cattolico, spesso ignaro, si vede insegnare novità del tutto contrarie alla dottrina, ed assiste ad abusi liturgici di ogni genere; il sacramento della confessione è dimenticato o bistrattato, la necessità di riparare il peccato è un tema assente (perché assente è, nella predicazione ecclesiastica attuale, il tema stesso del peccato); il clima che si respira è profondamente intramondano e la dimensione soprannaturale della Grazia e della salvezza eterna sono completamente spariti.
Ciò che però rende ancor più grave questa crisi è che essa procede ed è incoraggiata direttamente dall’autorità più alta: sono i papi del post-concilio, tutti senza eccezione, che l’hanno fomentata ed aggravata. Da Paolo VI in poi, tutti i sommi pontefici si sono resi protagonisti di communicatio in sacris con membri di false religioni, scandalizzando oggettivamente l’intero pianeta (l’esempio più eclatante è la riunione ecumenica di Assisi 1986 alla presenza e con la partecipazione di Giovanni Paolo II) [4]; tutti i sommi pontefici post-conciliari hanno chiaramente espresso la possibilità che i membri delle false religioni o confessioni non cristiane accedano alla salvezza rimanendo tali, e c’è addirittura chi ha affermato che la diversità delle religioni è volere di Dio stesso [5]. Da decenni in alcune zone riconducibili all’area germanica (ma l’uso si estende progressivamente anche ad altri paesi) è pratica comune benedire le “nozze” omosessuali nelle chiese e incoraggiare tali unioni, senza che la Santa Sede intervenga sanzionando realmente tali atti. Tali elementi gravemente problematici hanno la caratteristica di costituire una crisi universale e permanente dal Concilio ad oggi, e non certo un problema locale o personale di qualcuno. Purtroppo, non è possibile in poche righe tracciare un quadro completo del disastro ecclesiale a cui assistiamo, per cui ci siamo limitati a qualche accenno.
Lo scopo tuttavia di questo brevissimo catastrofico panorama è arrivare a mostrare come l’insieme degli elementi costituisca uno stato di necessità: che cosa vuol dire ciò?
Lo stato di necessità
Vuol dire precisamente che il fedele cattolico, membro della Chiesa, pur avendo diritto a ricevere da essa l’insegnamento della Fede e i sacramenti, non può più farlo nel contesto abituale delle parrocchie e in generale nel contesto ecclesiale post-conciliare poiché quest’ultimo è viziato dall’errore dottrinale e dalle cattive riforme liturgiche che non gli permettono l’accesso ai sacramenti tradizionali. E, ciò che conta, questa situazione è purtroppo avallata dalla gerarchia e dallo stesso pontefice regnante, oggi nel 2023 come durante questi sessant’anni dal Concilio, senza alcuna, fosse pur breve, interruzione. La salvezza eterna del fedele cattolico, privato dell’insegnamento della Fede e dal nutrimento dei veri sacramenti, è in pericolo; questa crisi, lo ripetiamo, non è deplorata dall’autorità papale (come lo era all’epoca della crisi ariana o quella protestante) ma incoraggiata da essa: è una crisi dell’autorità stessa. Il corto-circuito delle fallaci argomentazioni dei conservatori sta precisamente in ciò: si invoca un’obbedienza al Papa, garante della Fede, il legame al quale è essenziale per l’appartenenza alla Chiesa (e questo è sacrosanto), dimenticando però che il modernismo professato apertamente vizia l’uso stesso dell’autorità papale e in generale della gerarchia, che, pur conservando sempre tale autorità, rifiuta di usare per il fine per il quale è stata istituita: la salvezza delle anime.
Quale rimedio
Cosa fare quando una crisi del genere si presenta? A dire il vero, nessuno poteva saperlo prima che accadesse; si tratta infatti di una crisi inedita, senza precedenti storici, benché si tenti ogni tanto di trovare deboli paragoni che comunque non saranno mai esaurienti. Non c’è nulla di esplicitamente previsto allo scopo né nel diritto canonico, né nei manuali di teologia morale o dogmatica, né in quelli di storia della Chiesa. Ecco ancora una causa del corto-circuito neo-conservatore: la risposta alla crisi non poteva né può trovarsi nei libri, quantomeno diciamo sotto forma di una ricetta precisa e dettagliata.
Nella Tradizione, tuttavia, e più in generale nella Rivelazione stessa, si trovano i princìpi che aiutano a risolvere per quanto si possa il problema, e che hanno aiutato Mons. Lefebvre a compiere la dolorosa scelta delle consacrazioni dell’88: salus animarum suprema lex, ancora una volta; il fine dell’uomo essendo la salvezza eterna, e l’autorità della Chiesa gerarchica essendo istituita per portare l’uomo a questa salvezza, tutte le leggi canoniche e l’intero apparato giuridico, buono e santo perché finalizzato al bene, non può costituire un ostacolo allorché, per un caso rarissimo, la stessa obbedienza alla gerarchia dovesse portare a professare l’errore e a commettere il male.
Nessuno può consacrare un vescovo senza il mandato pontificio, ma nessun papa ha il diritto di guidare la Chiesa per insegnare novità e fuorviare i fedeli dalla vera Fede: e quest’ultima eventualità, inedita, si è proprio verificata. Dunque va risolta con un principio superiore a quello dell’obbedienza alle leggi canoniche, e questo principio è appunto la salvaguardia della Fede.
Ma la salvaguardia della Fede passa attraverso la salvezza del sacerdozio autenticamente cattolico, formato in seminari cattolici; ora, non possono esistere sacerdoti senza vescovi. Ergo. Molto semplice.
La vera storia di monsignor Lefebvre [6] mostra come i ripetuti tentativi di intesa precedenti al giugno 1988 furono condotti in maniera tale che la Santa Sede procrastinasse più volte e più a lungo possibile l’accettazione di una cerimonia di consacrazioni con il mandato, e il prelato francese giustamente ritenne ciò un «menare il can per l’aia»; ma soprattutto una regolarizzazione canonica della FSSPX restava e resta tuttora, nelle intenzioni della Santa Sede, sottomessa all’accettazione di quei principi dottrinali inaccettabili che fondano il nuovo corso ecclesiale. L’urgenza c’era, la necessità pure, e siccome l’atto di prudenza consta di tre fasi: la deliberazione, il giudizio e il precetto [7], alla fine l’Arcivescovo passò all’atto. Ed oggi, grazie a ciò, 700 sacerdoti membri della Fraternità fondata da Lefebvre, sparsi in tutto il mondo, permettono a migliaia di fedeli cattolici di avere la messa di sempre, il catechismo di sempre, la dottrina di sempre.
Dubbi da dissipare
«Valide» ma «illegittime». Che significa? La validità, lo sappiamo, nell’ambito della teologia è la condizione che riguarda l’efficacia metafisica di un sacramento (se l’eucaristia è valida, al posto del pane c’è il corpo di Cristo, se non lo è, c’è solo del pane). Essendo la validità dei sacramenti legata ad elementi materiali di istituzione divina, non c’è suprema lex che tenga: senza pane, non si celebra la Messa; senza acqua, non si battezza.
La legittimità è invece la conformità ad una legge: quale? Dissipiamo un dubbio e distinguiamo il termine «legalità» (conformità letterale ad una legge positiva) da quello appunto più generico di «legittimità» che indica la conformità ad una legge morale, e qui è dunque sinonimo di liceità o anche bontà.
Passare con il semaforo rosso è una violazione del codice della strada, ma chi trasporta un ferito può farlo in virtù di un principio superiore: il suo atto sarà più che legittimo. Il ricorso all’aborto in Italia e in quasi tutto il mondo è conforme alla legge positiva dell’ordinamento giuridico; tutti sappiamo che di fronte alla legge di Dio è illegittimo, e così via. Le consacrazioni dell’88, a causa del pericolo per la Fede e la necessità di salvare quest’ultima e il sacerdozio, furono un atto di prudenza soprannaturale in applicazione di un principio superiore alla legge canonica (peraltro da quest’ultima non esclusa nei casi di necessità, come ampiamente dimostrato negli studi riportati in nota a quest’articolo). Dunque esse furono non solo legittime ma addirittura doverose: la crisi nella Chiesa è lungi dall’essere finita.
Conclusione
Il cattolico non può vivere di articoli e di editoriali, per quanto interessanti e ben fatti; è inutile denunciare una crisi se poi, pur sapendo che è grave e che mette a repentaglio la salvezza eterna, non si cerca una soluzione. La differenza fra Mons. Lefebvre e tanti altri, tra la Fraternità San Pio X e molte altre realtà, è che gli uni parlano, gli altri agiscono.
Mons. Lefebvre agì, quando compì quest’atto eroico di apparente disobbedienza e che gli costò una scomunica (ingiusta ed inesistente); la FSSPX oggi agisce permettendo a tantissimi cattolici di ricevere ciò che dovrebbero ricevere normalmente dai ministri della Chiesa cattolica e che non è invece da essi più possibile ricevere nella sua integralità, come già detto. Ciò che per i redattori del quotidiano online così ferrati in materia canonica risulta inquietante, e cioè la grande quantità di fedeli che approdano alle cappelle della FSSPX delusi dalla Roma neo-modernista, è in realtà il segno del sensus fidei e dell’autentico sensus Ecclesiae ancora presente nella Chiesa cattolica: il vincolo giuridico e canonico, fondamentale alla visibilità della Chiesa, passa dopo se la Fede è in pericolo. Se la casa brucia, ci si mette in salvo senza aspettare l’autorizzazione dell’amministratore di condominio. Soprattutto se è stato lui ad appiccare il fuoco.
Invitiamo dunque i lettori cattolici che approdano per grazia di Dio al mondo della Tradizione ad approfondire sempre di più la fondatezza della loro scelta di abbandonare le parrocchie per cercare un rifugio sicuro e restare così nella Chiesa professandone principalmente la vera Fede, trasmessa dai papi di venti secoli, e ricevendone i veri sacramenti non riformati. Non si tratta di abbandonare la Chiesa ma di restarle fedeli prendendo i mezzi opportuni che la Provvidenza mette a disposizione. La FSSPX non è affatto una soluzione comoda né una porta per uscire dalla Chiesa Cattolica Romana, bensì un mezzo per servirla e amarla, proporzionato alla crisi attuale, la quale - lo ripetiamo - tocca l’autorità stessa.
Li invitiamo altresì a nutrirsi del vero spirito soprannaturale della Fede cattolica che pone l’autorità al servizio della Verità e non il contrario; li invitiamo a seguire, dunque, la Tradizione come autentica fonte della Rivelazione nel Magistero di sempre, nel catechismo di San Pio X, negli scritti di San Tommaso d’Aquino e di tutti gli autori raccomandati dalla Chiesa nel passato.
Queste sono le vere, buone, vecchie Bussole da usarsi quotidianamente.
Quelle nuove ogni tanto si rompono.
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[1] https://lanuovabq.it/it/la-crisi-della-chiesa-il-caso-fsspx
[2] Per l’aspetto canonico rimandiamo ad uno studio che prossimamente sarà pubblicato; tuttavia, segnaliamo già da ora tre importanti riferimenti:
Un articolo apparso su La Tradizione Cattolica nel 2010 (anno XXI, n° 3 [76], 2010, pagg. 18 - 24) e recentemente ripreso: https://fsspx.it/it/news-events/news/l-apostolato-della-fsspx-e-lo-stato...
Il libro recentemente edito dalle edizioni Radiospada a cura dei sacerdoti della FSSPX: Parole chiare sulla Chiesa, acquistabile qui: https://edizionipiane.it/prodotto/parole-chiare-sulla-chiesa-perche-ce-u...
Lo studio più completo mai scritto sull’argomento, e quanto mai attuale: https://edizionipiane.it/prodotto/la-tradizione-scomunicata/
[3] Card. Bacci e Ottaviani, Breve esame critico del Novus Ordo Missae, 1969.
[4] Si leggeranno con profitto le considerazioni che recentemente pubblicavamo sui nostri siti:
https://fsspx.news/it/news-events/news/papi-conciliari-e-paganesimo-brev...
[5] Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune firmato da papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayyb il 4 febbraio 2019.
[6] https://edizionipiane.it/prodotto/mons-marcel-lefebvre-una-vita/
[7] San Tommaso, Somma Teologica, IIa-IIae, Quest. 47 a. 8.
Fonte: Distretto d'Italia
La palma della mano
RispondiEliminai datteri non fa,
sulla pianta del piede
chi si arrampicherà?
Non porta scarpe il tavolo,
su quattro piedi sta:
il treno non scodinzola
ma la coda ce l’ha.
Anche il chiodo ha una testa,
però non ci ragiona:
la stessa cosa capita
a più d’una persona.
Gianni Rodari - La testa del chiodo
La FSSPX fu a suo tempo costretta ad ordinare vescovi e sacerdoti per stato di necessità, ma ora la Bussola improvvisamente nega la validità di questo operato e, mi dicono, blocca chi democraticamente critica, contesta nei commenti. Paradossalmente ricorre anche lei allo stato di necessità. Non riesci a star dietro ai commenti critici? Non sai cosa rispondere? Blocchi. Per necessità... la tua però non giustificata. O sai rispondere a tutte le critiche argomentate e civili o ti rendi conto di esserti infilato in un cul de sac. Nel frattempo ben altri problemi più gravi e più impellenti, per necessità, dovrebbero occupare il tempo dei bussolati. Ma tant'è.
RispondiEliminaComunque il botta e risposta tra la Luisella e il priorato di Albano, con gli applausi di Alleanza Cattolica per la Licenziata in filosofia e il compito silenzio di de Mattei, mi ha riportato negli Anni '80. Domani parto per Brighton.
RispondiElimina(Andrea Sandri)
Oggi la nuova bussola testimonia lo stato di necessità con un articolo sui fedeli del rito Siro-Malabarese che vogliono che la loro messa sia celebrata ad oriente e non faccia a faccia, non sono ribelli vogliono solo professare la loro fede di sempre, chissà perchè alla bussola non lo capiscono. https://lanuovabq.it/it/india-la-rivolta-dei-siro-malabaresi-a-rischio-scisma
RispondiElimina@ Fael26 agosto, 2023 09:30
EliminaÈ incredibile la vicenda che Fael sta sottoponendo alla nostra attenzione.
Se ho capito bene (sì, se ho capito bene: lo sottolineo perché qui sembra di essere nel mondo alla rovescia, nel paradosso più strampalato), papa Bergoglio sta insistendo che i ribelli, i quali si intestardiscono nel mantenere a tutti i costi l'orientamento versus populum della nuova messa conciliare, accettino di rivolgersi ad Deum in conformità a quanto deciso da quel sinodo locale nel 2021 ???
Questi articoli della Bussola sono stati provvidenziali, alcuni che avevano dubbi sull'opportunità di frequentare le cappelle FSSPX si sono definitivamente convinti della bontà dell'azione di Mons. Lefebvre. Spero che la Scrosati non insista troppo, altrimenti ci sarà bisogno di altre cappelle.
RispondiEliminaMahhh... io non ci capisco più nulla, a quanto pare la censura colpisce a destra ed a manca? Cerco di ragionare e mi ispiri lo Spirito Santo. I pontificati fino al 13 marzo 2013 non possono essere accomunati al post tale fatidica data, linea di demarcazione di un qualcosa di ben più grave. Se errori furono fatti prima non è possibile giudicarne gli autori sulla loro buona fede e sulla possibile interferenza di altri
RispondiEliminapoteri occulti , dato che fin Pio XII ebbe a commentare di non essere ubbidito. La Chiesa resse comunque ma per esperienza pisso testimoniare che in parrocchie e diocesi non veniva predicata la parola dei pontefici fino al 2013 , ma la dottrina del pontefice post 2013. Come mai? Perchè non ubbidivano?Mons. Viganó inoltre ha parlato di 70 anni di crisi, non di 60. E quindi dagli anni 50 e lui l'ambiente lo conosce meglio di noi e giovane non è. Quindi da Pio XII santo Papa. Quindi da chi intorno a lui.Dare per scontato un pontefice regnante che lo stesso mons. Viganó chiama Bergoglio e per il quale ha puntato il dito in modo chiaro sui conclavi. Siamo in analogia con l'eresia ariana, anche san Atanasio fu scomunicato e pure allora si rischiava di restare con soli prelati ariani. Ma san Atanasio cosa fece? Fu cacciato ... Quando in guerra ci sono battaglie, ad es.poniamo l'esempio della Sardegna, tutti combattono in modo da privilegiare il nemico iniziando dal governatore legittimo. Io dissento e lo faccio presente ma non mi si ascolta. Allora faccio che andarmene in Corsica per combattere la mia battaglia in modo autonomo e porto con me altri generali validi, e i migliori soldati più agguerriti. Presumo che quella guerra in Sardegna è
persa. Ed io sono in territorio autonomo ma straniero. Combatto con la penna , con le penne ma là hanno perso subito. Mi chiedo: cosa ha fatto Gesù in situazione analoga quando fu condannato a morte dal pontefice ? Certamente oggi come oggi la fraternità sta salvaguardando dottrina e fede ortodossa... mahhhhh non ne capisco più nulla, con Pietro e senza Pietro.
Questo risposta da parte della Fraternità San Pio X è efficacemente semplice e trasmette anche ai non addetti ai lavori il nocciolo essenziale della questione. Eccellente articolo, si spera che l bussolanti, ma anche i loro affiliati (per esempio i Don Elia) dimostrino buon senso e si ritirino in buon ordine. Alessandro da Roma
RispondiEliminaSanta Maria Maddalena, per la Vostra carita', aiutateci, insegnateci a piangere, a dimostrare realmente nella vita di tutti i giorni la nostra gratitudine a Nostro Signore che ci ha salvati senza nostro alcun merito ma per sola infinita Carita'. Aiutateci a "rivedere noi stessi"/"riconoscere" la lebbra di cui ci ricopriamo e ricopriamo il nostro prossimo con pensieri malevoli,parole malevole,opere malevole, omissioni.
RispondiEliminaSanta Maria Maddalena, Sant'Agostino di cui oggi si celebra la memoria, pregate e intercedete per noi. Signore, perdonateci ,fate che non finiamo miseramente. Amen!
Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai.
RispondiEliminaTu eri dentro di me ed io ero fuori. Lì ti cercavo.
Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.
Tu eri con me, ma io non ero con te.
Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te.
Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità;
diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace (Sant’Agostino nelle Confessioni)
Caro Alessandro da Roma, io resto coi don Elia e i mons. Viganó, peraltro rarissimi, ma non praevalebunt! Mi fa solo tanta tristezza vedere la guerra tra i resistenti pure divisi in lefevbriani, ex lefevbriani,tradizionalisti ed altri ancora. Questo è fare il gioco del diavolo, dividi et impera... No, nulla da gioire!
RispondiElimina@Anonimo27 agosto, 2023 13:48
RispondiElimina"io resto coi don Elia e i mons. Viganó, peraltro rarissimi, ma non praevalebunt! Mi fa solo tanta tristezza vedere la guerra tra i resistenti pure divisi in lefevbriani, ex lefevbriani,tradizionalisti ed altri ancora."
Questa osservazione la dovrebbe rivolgere appunto a coloro con cui lei resta, cioè ai vari don Elia ecc, i quali seminano la divisione.
In ordine cronologico per primi sono venuti i lefebvriani. Gli altri successivi sono quelli che si ritengono i migliori e trovano buon gioco nell'accodarsi alla vulgata antilefebvriana.
@27 agosto, 2023 13:48
RispondiEliminaConcordo. Chi va dietro a Tizio, chi va dietro a Caio, chi va dietrp a non si sa chi...Senza contare chi va dietro ai dux delle "sette sorelle"..Ognuno nella sua area di conforto, dove si "sente"bene.
Chi ha competenze: teologi/ghe, prof. di qua, dott.di la', fate atto di umilta' e parlatevi! Perorate la causa di Dio, dei cristiani piccoli, la necessita' di stare dietro e non al fianco o davanti a Gesu'. Confidate nella Santa Provvidenza e fate in modo di riparare insieme, lavorando insieme, la rete di Pietro, anziche' lanciare sassate l'un contro l'altro e specialmente ,come abbiamo letto in questo blog nei giorni scorsi,verso un Ministro di Dio come don Elìa(Che vi ha fatto di male?)lavorate, impiegate il vostro tempo dono di Dio per la salvezza delle anime. Se vi sembra che quel che dice don Elìa sia sbagliato non lanciategli vetriolo, non lo percuotete, pregate per lui!Non vi passa neanche per l'anticamera che alcuni "fuori di testa" potrebbero arrecare danno alla sua vita? Dio non voglia!
Le reazioni scomposte al riassunto dei fatti della D.Ssa Scrosati dimostra di quanta lebbra sia afflitto il Corpo Mistico!
“Viviamo un momento di lotta, da cui nessuno deve disertare, poiché ciascuno ha comunque almeno una delle tre armi: la preghiera, la parola, la penna”.
RispondiEliminaCardinal Carlo Caffarra
VIDEO: E' attiva, su tutto il territorio nazionale, un'importantissima Proposta di Legge di Iniziativa Popolare in difesa della Vita: “Un cuore che batte”. Si chiede l'introduzione, nell'art.14 della Legge 194 del 78, del comma 1-bis, che prevede l'obbligo per il medico che effettua la visita che precede l'interruzione volontaria di gravidanza, di far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso. (più piano) Negli Stati in cui quest'obbligo è stato approvato, sono stati salvati migliaia di bambini. La maggior parte delle volte, la donna intenzionata ad abortire, non è consapevole della gravità della sua scelta, perché è indotta a pensare che nel suo grembo ci sia solo un grumo di cellule. Nel suo grembo, c'è invece il cuore di suo figlio che batte, ed è obbligo giuridico e deontologico del medico, che la donna riceva un valido consenso informato.
RispondiEliminaOgni bambino nel grembo, grida alla vita con il suo cuoricino che batte, ed è necessario che la società tutta, si ponga a difesa della vita del concepito - e del vero bene della donna.
(più piano) La dottrina cattolica, ci esorta a sostenere proposte mirate a limitare i danni di una legge abortista, quando non fosse possibile scongiurarla o abrogarla completamente. Così facendo si compie un legittimo e doveroso tentativo di limitarne gli aspetti iniqui.
Per presentare questa importante proposta di Legge in Parlamento, è necessario raggiungere almeno 50.000 firme entro il 7 novembre. I moduli e tutta la documentazione necessaria per l'attivazione della raccolta firme, sono stati inviati tramite PEC (posta elettronica certificata) in tutti i comuni d'Italia. Telefona al tuo Comune di residenza, per sapere in quale ufficio e orari si può firmare e invita quante più persone possibili a farlo. Se nel tuo comune non è stata ancora attivata la raccolta firme telefona al 3467035866.
“Viviamo un momento di lotta, da cui nessuno deve disertare, poiché ciascuno ha comunque almeno una delle tre armi: la preghiera, la parola, la penna”.
Cardinal Carlo Caffarra
https://gloria.tv/post/dDCZXnrjU6bo22aHYdoihQ6eB
@Anonimo27 agosto, 2023 13:48
RispondiElimina"io resto coi don Elia e i mons. Viganó, peraltro rarissimi, ma non praevalebunt! Mi fa solo tanta tristezza vedere la guerra tra i resistenti pure divisi in lefevbriani, ex lefevbriani,tradizionalisti ed altri ancora."
Questa sua osservazione la dovrebbe indiruzzare appunto a coloro con cui lei resta, cioè ai vari don Elia ecc, i quali sono proprio quelli che seminano la divisione da lei denunciata.
In ordine cronologico per primi sono venuti i lefebvriani. Gli altri successivi sono quelli che si ritengono i migliori e trovano buon gioco nell'accodarsi alla vulgata antilefebvriana.
RispondiEliminaGli intellettuali de La Nuova Bussola Quotidiana appartengono a quello che si autodefinisce il Centro di contro agli "opposti estremisti", che sarebbero i "lefebvriani" (a destra) e i teologi e preti innovatori (a sinistra), quelli che corrono dietro agli arcobaleni e consoci.
Una posizione simile, anche se più critica nei confronti del presente papa, sembra avere De Mattei con la sua "scuola".
Tutti costoro non hanno evidentemente capito la gravità della crisi che investe da tanti anni la Chiesa.
La politica eversiva della "sinistra" arcobaleno e affini (donne-prete etc) è promossa proprio dal Papa, che la nasconde sempre meno. E l'ecumenismo con i suoi deleteri effetti, chi l'ha promosso e lo promuove se non il papa in persona? E questi papi giustificano queste loro non cattoliche eversive politiche richiamandosi continuamente al Vaticano II.
Quindi, la cosa razionale da fare sarebbe una sola: risalire all'origine della crisi, ossia chiamare in causa i vari papi e il Concilio. Invece, dietro l'usbergo di una fasulla (in questo caso) fedeltà a Pietro, si perde tempo a criminalizzare la FSSPX, l'unica organizzazione ecclesiastica ad aver avuto il coraggio di dire "il re è nudo". E di continuare su questa strada.
Quando il dirrettore della NBQ scrive che Benedetto XVI avrebbe dimostrato la possibilità della pacifica convivenza dei due riti, Nuovo e Antico, fa vedere che il significato autentico, profondo della presente crisi liturgica gli sfugge compleetamente.
Teofilo
L’assimilazione delle prelature personali alle associazioni clericali, mediante un motu proprio del Pontefice. Forse sarebbe stato bene
RispondiEliminaaccorpare questi due aspetti dell Opus Dei che sono venuti alla ribalta in questo mese in chiusura.
Dirò brevemente come vedo la situazione nel suo insieme:
L Opus Dei nasce come visione, intuizione ,immaginazione nel 1928 di Josémaria Escrivà per portare il Signore nel mondo, ad ogni ceto, in casa, nel lavoro accompagnando questa evangelizzazione con una catechesi permanente settimanale e l'organizzazione della preghiera e della meditazione personale lasciata alla organizzazione del singolo. La prelatura personale, come ho letto su Duc in altum, era un istituto già presente nel Codice del 1917 su base territoriale, che diventa con l Opus Dei su alla base personale del prelato appunto che risponde della fondazione di sacerdoti e laici.
Ora abbiamo trattato del problema FSSPX ed Opus Dei ed ho detto la mia in merito e la ripeto, entrambe devono osservare la loro nascita i tempi ed i modi in cui sono nate;
Il motu proprio che riguarda l assimilazione della prelatura personale alle associazioni clericali, personalmente lo leggo come uno sgambetto dettato dall invidia.
(MA)