Una boccata d'ossigeno dopo tante problematiche della cronaca attuale. Il Creato rimanda al Creatore, è Lui l'Amore, il vero motore del tutto, nel quale "viviamo ci muoviamo ed esistiamo". Creato e Creatore non sono separabili.
Dietro le grandi scoperte, un motore potentissimo: l'Amore.
Nel mio lungo percorso scientifico, ho sempre creduto che dietro le grandi scoperte ci sia un motore potentissimo: l'Amore. Non un amore qualsiasi, ma quello profondo e puro per il Creato. Quando parlo di Amore, mi riferisco a un sentimento che va oltre la fredda analisi e la razionalità, una passione che ci spinge a esplorare, capire e ammirare il mondo che ci circonda.
È questo amore che agisce come la fonte primordiale delle idee più rivoluzionarie e delle intuizioni più geniali. È il motore che ci spinge a porci domande audaci e a cercare risposte nelle profondità della conoscenza. In altre parole, è l'Amore per il Creato che alimenta la nostra sete di scoperta.
Perciò, credo sinceramente che dietro ogni passo significativo nella comprensione del mondo ci sia un cuore pulsante di amore per ciò che ci circonda. È un'idea che ha guidato la mia carriera e che continuerà a farlo. L'Amore per il Creato è la forza che apre le porte della scoperta scientifica e ci illumina lungo il cammino della conoscenza.
* * *
La Scienza è un potente strumento di esplorazione e comprensione del mondo, ma da sola può rischiare di smarrirsi senza una bussola morale. È qui che la Fede entra in gioco. Quando parlo di Fede, intendo qualcosa di più ampio, non limitato a una specifica tradizione religiosa, ma come un principio intrinseco che abbraccia la fiducia e la consapevolezza di qualcosa di più grande di noi.
La Fede, intesa come rispetto per la vita, l'umanità e la meraviglia del creato, costituisce la fonte primaria di valori su cui basare l'uso della Scienza. Significa applicare la Scienza con responsabilità e compassione, utilizzando la conoscenza per il bene comune e per il progresso dell'umanità.
L'uso più significativo della Scienza si manifesta quando è guidato dai valori derivati dalla Fede. Questa sinergia non solo conferisce un senso di scopo e significato al nostro lavoro scientifico, ma ci spinge anche a coltivare un profondo rispetto per la vita e a impiegare la Scienza come strumento per il progresso e il benessere collettivo. È così che la connessione tra Scienza e Fede può arricchire il nostro cammino e dare un significato più profondo alla nostra missione di esplorare e comprendere il mondo che ci circonda. (Antonino Zichichi)
La Fede, intesa come rispetto per la vita, l'umanità e la meraviglia del creato, costituisce la fonte primaria di valori su cui basare l'uso della Scienza. Significa applicare la Scienza con responsabilità e compassione, utilizzando la conoscenza per il bene comune e per il progresso dell'umanità.
L'uso più significativo della Scienza si manifesta quando è guidato dai valori derivati dalla Fede. Questa sinergia non solo conferisce un senso di scopo e significato al nostro lavoro scientifico, ma ci spinge anche a coltivare un profondo rispetto per la vita e a impiegare la Scienza come strumento per il progresso e il benessere collettivo. È così che la connessione tra Scienza e Fede può arricchire il nostro cammino e dare un significato più profondo alla nostra missione di esplorare e comprendere il mondo che ci circonda. (Antonino Zichichi)
E intanto, mentre a Davos i padroni del mondo stanno decidendo i nostri destini, in rete si leggono ridicoli articoletti allarmistici per il probabile arrivo di qualche fiocco di neve in pianura. Come se non fosse mai nevicato. E che nostalgia dell'alta pressione, dei caldo africano, delle città deserte, delle spiaggette infuocate! Fra qualche mese... Per ora, correte a nascondervi sotto il letto: arriva la neve!
RispondiEliminaComunque la si giri, al centro c’è l’umanità di Gesù.
RispondiEliminaIl Verbo si è fatto carne… prendendo le sembianze che ha un figlio dell’uomo.
Ciò che è più sacro (Dio) può stare in una vita umana, sacra se diventa il tempio di Dio. Il sacro sancisce l'esser "altro" dal comune, sottratto all’uso comune, all’ordinario.
Lo straordinario sta esattamente nella vera umanità di Gesù-Dio.
Questa umanità ha dei sentimenti e il cristiano dovrebbe avere quegli stessi sentimenti.
Quando, dove e come li mette in relazione con i nostri perché possiamo impararli da Lui? Che cosa significa essere, come lo è Lui, miti e umili di cuore?
Il primo miracolo (o segno) del Signore avvenne durante un matrimonio.
Una festa con qualche falla organizzativa. Situazione ordinaria o straordinaria?
Profana o sacra? Il vino è un vizio o è sacro? La gioia è sacra o spensierata?
Non bisogna farla troppo facile… Non lo è! Quando c’è Dio di mezzo non lo è: tutto è SACRO.
La Madonna coglie la criticità della situazione e fa in modo di volgerla al meglio.
Ponendo un'unica condizione: "fate tutto quello che dirà Gesù".
A Cana come le hanno riempite le giare? Fino all’orlo!
Quando c’è di mezzo Dio non ha senso il braccino corto… Non si devono far calcoli.
Il Suo agire è sottratto al fare comune: SACRO. Traboccando è all’orlo, ma non spreca.
Guarda caso è piuttosto Giuda a far calcoli sullo spreco d’unguento prezioso (non suo!).
Aver gli stessi sentimenti di Cristo è un esagerare. Questo ci fa sentire custoditi da Dio.
Per rimanerci bisogna consacrare. Bisogna consacrarsi e restare in atteggiamento sacro.
Allora si capisce perché la desacralizzazione dispera. Un mondo privo di sacro è disperato.
Senza l’abbondanza manca sempre qualcosa per arrivare all’orlo.
Dio c’è: noi non sempre. Il vuoto di sacro è tutto nostro.
Senza quel sacro è tutto disorganizzato e disorientato. Manca qualcosa… manca Qualcuno.
Così i sentimenti umani non possono essere i Suoi, di Cristo; sono comuni, ordinari, di un quotidiano privo di Eterno; a volte esaltati, altre tristi, spesso monotoni e noiosi.
I "sentimenti" di Cristo invece sono il suo modo di pensare con atteggiamenti coerenti.
segue
...
RispondiEliminaIn sintesi: Gesù è Dio, ma non lo fa pesare. Non ne è geloso, ma mite e umile di cuore.
Rovescia così la superbia disobbediente di Adamo, il quale, essendo creato a immagine e somiglianza di Dio, pretese d’essere come Dio agendo contro la volontà di Dio, vantandosene degno. Perse così la dignità originaria che gli era già data. Gesù, che l’ha sempre avuta, invece si abbassa per redimere chi non è (più) come Lui!
Anche la Beata Sempre Vergine, Immacolata, si adatta. L’obbedienza creaturale porta all’Assunzione in cielo. Dio ha guardato l’umiltà anche di questa sua serva. Grandi cose può fare l’Onnipotente in creature così. Si arriva in questo modo a far riavere all’umanità la dignità perduta peccando!
Quale è dunque il "sentimento" decisivo o riassuntivo?
E’ l’apertura del cuore e della mente all’agire dello Spirito Santo, il quale non è alternativo al pensare di Gesù, ma coincide esattamente con quello! La Grazia che riempie chi se ne lascia ricolmare è proprio quel sentimento! Maria Santissima ne è piena.
La logica profana, dissacrata, ricerca invece quasi sempre la propria auto-realizzazione in una qualche forma di potere o di tornaconto (e piacere). E’ la logica che, scampata al diluvio, si è presto industriata a costruire la torre di Babele. Imitare Dio vuol dire uscire da se stessi, per donarsi. L’amore è dono e non l’arraffare accumulando.
Come si esprime plasticamente, corporalmente, la sacralità di questi sentimenti e atteggiamenti? Un modo molto semplice è: piegando il ginocchio! «Ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è Signore”, a gloria di Dio Padre». La logica della lavanda dei piedi non è una scusa per porsi davanti a Gesù come chi Gli sta alla pari: “l’ascesa a Dio consiste proprio nella discesa dell’umile servizio, nella discesa dell’amore, che è l’essenza di Dio e quindi la forza veramente purificatrice, che rende l’uomo capace di percepire e di vedere Dio” (Benedetto XVI nel Gesù di Nazaret).
Cambia ogni altra scala di valore: «ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore» (Fil 3,8). La prostrazione e il piegarsi di ogni ginocchio, in terra e nei cieli, indica l’adorazione che le creature devono a Dio. La genuflessione al Santissimo Sacramento (SACRO) o il mettersi in ginocchio nella preghiera esprimono l’adorazione a Dio, anche con il corpo.
Si tratta di un punto esclamativo messo nella propria vita per indicare lo stra-ordinario, ovvero il SACRO che orienta l’esistenza e dà corpo e sostanza alla sola vera speranza cui tendiamo: la Persona di Gesù. “È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui” (Col 2,10).
Sul sito di Blondet trovate articoli di economia che spronano alla fuga...
RispondiEliminaLa musica è una matematica misteriosa i cui elementi partecipano dell'Infinito. È responsabile del movimento delle acque, del gioco di curve descritte da mutevoli brezze; nulla è più musicale di un tramonto!
RispondiEliminaPer chi sa guardarlo con emozione, è la miglior lezione di sviluppo scritta in quel libro non troppo frequentato dai musicisti che è la Natura. Guardano sui libri, attraverso i maestri, sollevando devotamente quella vecchia polvere sonora; va bene, d'accordo, ma l'arte potrebbe essere più lontano!
(Claude Debussy)
“Segue il terzo libro, cioè la creatura corporea e visibile, esso pure scritto dentro e fuori, così che attraverso le cose create si possa intravedere la Sapienza che le ha create; è un libro oscuro, così da non ferire per il troppo splendore occhi che sono offuscati e che, per poter vedere il sole, hanno bisogno di una lucerna.”
RispondiEliminaISACCO DELLA STELLA, Sermone primo per la prima domenica dopo l’ottava dell’Epifania, 3.
“I nostri occhi erano pieni di buio, mentre lui abita una luce inaccessibile. [ ... ] Allora nella sua straordinaria bontà il salvatore e medico delle nostre anime s’abbassò fino a noi, e con il fulgore della sua luce rinvigorì la nostra debole vista. Si rivestì come di una lanterna, cioè di quel corpo glorioso e mondo da ogni macchia che ha ricevuto.”
SAN BERNARDO, Sermone per l’Avvento 1,8 (SBO IV, 167).
Nel brano di Isacco della Stella, la “lucerna” simboleggia la creazione letta come presenza “attenuata” della luce, anticipo del parziale “oscuramento” che il Verbo rivestirà incarnandosi, e con lo stesso scopo, tanto che pure lui è descritto come “lucerna” da San Bernardo.
“E' in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.”
Salmo 36, 10
Werner Heisenberg, il padre della fisica quantistica, una volta disse: "Il primo sorso del bicchiere della scienza ti farà diventare ateo, ma in fondo al bicchiere, Dio ti aspetta"
RispondiEliminaÈ evidente che coloro che credono nella scienza e non in Dio... si sono fermati al primo sorso ....