Oppressione di pensiero. Il silenzio della Chiesa
sulla dittatura dell’apostasia nei paesi islamici
Sei condannati a morte per essersi convertiti dall’islam al cristianesimo, per apostasia quindi. Altri dodici imputati che hanno lasciato l’islam per il cristianesimo sono sotto processo e con ogni probabilità verranno condannati a morte. Si prospetta così una strage di cristiani a un tiro di sasso dall’Italia, a Tripoli, in Libia.
La notizia è terribile, fa effetto, eppure non arriva alle prime pagine, è ignorata. Invano tentano di rilanciarla Avvenire, il quotidiano cattolico, e la rivista Tempi, ma nessuno la raccoglie. Misteri dei media.
Si spera solo che i silenzi ufficiali, anche della Chiesa e dello stesso pontefice, coprano un intenso quanto discreto lavoro diplomatico della Segreteria di Stato vaticana, così come della Farnesina per convincere il governo di Tripoli, quantomeno, a commutare la pena. Ma non è detto.
Si spera solo che i silenzi ufficiali, anche della Chiesa e dello stesso pontefice, coprano un intenso quanto discreto lavoro diplomatico della Segreteria di Stato vaticana, così come della Farnesina per convincere il governo di Tripoli, quantomeno, a commutare la pena. Ma non è detto.
Questo accade perché l’asse portante del governo di Tripoli, ancor più da quando si regge sull’appoggio militare della Turchia, è quello dei Fratelli Musulmani che contano sei ministri nel governo di Abdelhamid Dbeibah. E i Fratelli Musulmani, ovunque siano andati al potere, hanno fatto di tutto per modificare la legislazione introducendo le norme della sharia. Norme che, appunto, considerano l’abbandono dell’islam e la conversione a un’altra religione come apostasia, considerata dalla sharia come il più grave dei reati, molto più dell’assassinio.
Netto e chiarissimo è sempre stato Yusuf al Qaradawi, il più ascoltato teologo dei Fratelli Musulmani: «Non si può fare altro che combattere contro l’apostasia individuale per evitare che la situazione peggiori e che le sue scintille non si propaghino, fino a creare una apostasia collettiva. (…) Per questa ragione i musulmani hanno convenuto che la punizione da comminare all’apostata è la morte».
Il fatto gravissimo, ma sempre sottovalutato in Occidente per le sue conseguenze, è che questa vera e propria isteria nei confronti del l’apostasia, della conversione, è un formidabile ostacolo in tutti i paesi islamici per la libertà di pensiero. Mentre non in tutti i paesi islamici l’apostasia viene punita con la morte, in tutti è un grave reato, così come è un reato ogni attività di proselitismo per cui sono previste pene durissime. Questo, anche nei paesi islamici a legislazione cosiddetta laica.
La cosiddetta tolleranza islamica, mai esistita, permette e ammette infatti solo la discendenza patrilineare dei cristiani e degli ebrei (oggi tutti espulsi da tutti paesi musulmani). Puoi essere cristiano solo se sei figlio di un cristiano, se discendi da una famiglia cristiana. Se ti converti da musulmano a cristiano, sei un apostata, e vieni duramente punito. Questa dittatura dell’apostasia, questa negazione assoluta e duramente punita della libertà di pensiero e di religione, viene vissuta oggi da due miliardi di musulmani nel mondo con ovvie e gravissime conseguenze culturali e di democrazia.
Ed è gravissimo che in decenni di sterile dibattito interreligioso, con i suoi interlocutori musulmani, mai la Chiesa cattolica abbia posto con forza il tema della libertà di conversione come espressione della libertà di pensiero ed esigenza inderogabile, addirittura come pre condizione al dialogo stesso. Men che meno lo ha fatto Papa Francesco, che il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi ha firmato con il grande imam di Al Azhar Ahmed al Tayyb il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune. Documento che semplicemente evita il tema, come se fosse ininfluente [vedi].
Il tutto quando, proprio sulla base di una fatwa di condanna per apostasia emessa solennemente proprio da al Azhar, nel 1985 venne impiccato in Sudan Mohammed Taha, grande teologo riformatore, il Lutero dell’islam. Un silenzio della Chiesa e di questo pontificato sul tema dell’apostasia e del divieto di proselitismo di un opportunismo inspiegabile e dalle nefaste conseguenze. Come vediamo oggi con le condanne a morte di sei neocristiani a Tripoli.
Il fatto gravissimo, ma sempre sottovalutato in Occidente per le sue conseguenze, è che questa vera e propria isteria nei confronti del l’apostasia, della conversione, è un formidabile ostacolo in tutti i paesi islamici per la libertà di pensiero. Mentre non in tutti i paesi islamici l’apostasia viene punita con la morte, in tutti è un grave reato, così come è un reato ogni attività di proselitismo per cui sono previste pene durissime. Questo, anche nei paesi islamici a legislazione cosiddetta laica.
La cosiddetta tolleranza islamica, mai esistita, permette e ammette infatti solo la discendenza patrilineare dei cristiani e degli ebrei (oggi tutti espulsi da tutti paesi musulmani). Puoi essere cristiano solo se sei figlio di un cristiano, se discendi da una famiglia cristiana. Se ti converti da musulmano a cristiano, sei un apostata, e vieni duramente punito. Questa dittatura dell’apostasia, questa negazione assoluta e duramente punita della libertà di pensiero e di religione, viene vissuta oggi da due miliardi di musulmani nel mondo con ovvie e gravissime conseguenze culturali e di democrazia.
Ed è gravissimo che in decenni di sterile dibattito interreligioso, con i suoi interlocutori musulmani, mai la Chiesa cattolica abbia posto con forza il tema della libertà di conversione come espressione della libertà di pensiero ed esigenza inderogabile, addirittura come pre condizione al dialogo stesso. Men che meno lo ha fatto Papa Francesco, che il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi ha firmato con il grande imam di Al Azhar Ahmed al Tayyb il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune. Documento che semplicemente evita il tema, come se fosse ininfluente [vedi].
Il tutto quando, proprio sulla base di una fatwa di condanna per apostasia emessa solennemente proprio da al Azhar, nel 1985 venne impiccato in Sudan Mohammed Taha, grande teologo riformatore, il Lutero dell’islam. Un silenzio della Chiesa e di questo pontificato sul tema dell’apostasia e del divieto di proselitismo di un opportunismo inspiegabile e dalle nefaste conseguenze. Come vediamo oggi con le condanne a morte di sei neocristiani a Tripoli.
E vogliamo parlare della dittatura scozzese imposta dal premier islamico?
RispondiEliminaIn Scozia dove entra in vigore il crimine d'odio.
Così capiamo il legame tra laicismo e islamismo in funzione anticristiana.
Se vogliamo capire il baratro verso cui ci stiamo dirigendo basta guardare la Gran Bretagna, e il suo multiculturalismo da evitare con tutte le forze.
L'Islam come forse nessuna religione esclude tanto radicalmente l'Incarnazione ed è perciò incline a considerare gli esseri umani come mosche e la vita sulla terra come un processo senza significato e scopo. L'abiezione e il disastro estetico che crescono dove esso si afferma, ne sono la prova visibile. E non stupisce che terroristi islamici si mettano a disposizione di un governo di nichilisti e dei suoi sponsor internazionali. L'intesa è sulla sostanza: il deserto.
RispondiEliminaLo scandaloso silenzio vaticano, di cui parla l'articolo, non stupisce il cattolico che abbia consapevolezza dell'involuzione seguita al CVII, per cui tutte le religioni sono uguali, per cui il proselitismo è "peccato", per cui l'evangelizzazione è da evitare, per cui i missionari che nel passato si son dati da fare e hanno magari pagato con il martirio non vengono neanche più considerati, ecc. ecc.
RispondiEliminaE' chiaro che il musulmano o l'ebreo o il luterano, o il satanista, o il devoto di qualsiasi sètta" in occidente è a suo agio....molto meno il cattolico.
Multiculturalismo significa anticristianesimo, senza tanti giri di parole.
M.
Purtroppo ci sono anche taluni in Occidente che migrano verso l'Islam abbandonando la propria religione. Possono essere stati cattolici, protestanti o semplicemente agnostici. Giusto che non corrano rischi, ma sempre apostasia è. A me sembra grave.
RispondiEliminaVerrà anche il conto, salatissimo, per la GB da pagare per le ignobili schifezze fatte sotto il British Raj, con 2 premier, uno Indù l'altro Islamico che giura fedeltà al re in Urdu, manca il Galles, vediamo cosa tirano fuori dal cilindro, comunque il tanto celebrato Modi, a capo della più grande 'democrazia' asiatica i.e. India o Bharat come loro si chiamano, nulla può, per non perdere consensi, contro le violenze degli estremisti Indù nei confronti dei cristiani, uccisioni, mutilazioni, intere famiglie bruciate vive dentro le loro abitazioni o nelle chiese e qua ci si preoccupa del K dei reali inglesi cui auguro umanamente di guarire, ma della loro dinastia mi frega meno di niente, lo affermo parlando scorrettamente e poco politicamente.
RispondiElimina
RispondiElimina# Il crimine d'odio tra poco in vigore in Iscozia.
Per esser precisi la normativa era approvata da ben tre anni, quando c'era come premier una femminista estremista, sposata, ma considerata una lesbica non dichiarata ("dyke in the closet", nel gergo popolare).
È una legge simile a quella prevista dal ddl Zan, da noi per fortuna osteggiato per merito del CD e poi sfumato con la fine legislatura.
Anche nella Repubblica d'Irlanda hanno tentato finora senza successo di far passare una normativa del genere, sempre con questo "crimine d'odio" dai contorni ampi e mal definiti, in modo da colpire e con pene durissime (come in Iscozia) praticamente chi si vuole e in particolare la religione. La legge è stata sponsorizzata da una ministra della giustizia di soli 35 anni, piuttosto impopolare, visto il deterioramento della situazione dell'ordine pubblico in Irlanda.
Questa è "straight" (etero, con famiglia regolare) ma ragiona sempre secondo i canoni arcobaleno.
Tra parentesi, in Irlanda, la disfatta della coalizione di governo al referendum che voleva togliere dalla Costituzione (del 1937)la menzione della missione domestica della donna, che lo Stato dovrebbe proteggere, e l'allargamento della nozione di famiglia, ha comportato le dimissioni a sorpresa qualche giorno fa del premier gay che molto si era esposto per il successo del referendum stesso.
Adesso dovrebbe diventare premier un altro trentacinquenne dello stesso partito, poco amato dal pubblico e con poca esperienza. A chi gli chiedeva ieri che fine aveva fatto il progetto di legge (Bill) sul crimine d'odio, ha risposto che è sempre in programma ma che bisogna rifletterci ancora su. Non c'è da fidarsi, può domani affermare tranquillamente il contrario. Comunque, al momento la situazione è questa, in Irlanda.
Andare a votare in certi casi, serve o no, se si vota nel modo giusto?
La coalizione di governo woke è rimasta traumatizzata dall'ampiezza del voto di rifiuto, che ha raggiunto il 70% dei votanti.
Sono tutti personaggi politici "affiliati", islamici o non. Vengono scelti giovani anche perché più addomesticabili.
RispondiEliminaLa massoneria spinge per un'unica religione che trascenda tutte le altre.
Non è vero che in tutti gli Stati islamici la conversione è un grave reato, in Turchia non è reato, tanto è vero che l'attuale vescovo dell'Anatolia Antuan Ilgit è un turco che si è convertito dal 'Islam al cattolicesimo quando aveva 25 anni. Ha una storia interessante.
RispondiEliminaCristina
Una storia talmente interessante che avevo a suo tempo pubblicata e che lui stesso mi ha chiesto di cancellare per evidente timore delle conseguenze. Senza dimenticare le ripetute uccisioni di sacerdoti cattolici proprio anche in Turchia...
RispondiEliminaNe ricordo la meno recente (tra l'altro un esemplare caso di sacerdote votato al dialogo interreligioso di puro conio conciliare)
http://www.internetica.it/AndreaSantoro-Turchia.htm
E non dobbiamo dimenticare monsignor Padovese...
EliminaA Cremona vietata la merenda nelle scuole perché c'è il ramadan
RispondiEliminaOrmai siamo all'assurdo, in nome del buonismo e della finta integrazione, si finisce per favorire gli studenti musulmani e nel togliere persino le merende.
Basta con l'islamizzazione delle scuole!
Che robe stanno succedendo nelle nostre scuole! Ne ho anch'io avuto una bella razione da diversi miei clienti. Tipo che qualcuno (forse non islamico ma ne ha tutta l'aria) aveva strillato perchè non c'era carne i venerdì di Quaresima.
RispondiEliminaDevo proprio dire Per fortuna non ho figli, qui la scuola li rovinerebbe... e la società farebbe il resto. Sì, si potrebbe organizzare una specie di homeschooling allargato, magari aiutato dalla Chiesa (sarebbe meno costoso e più accettabile di una vera scuola privata), ma sarebbe accettato politicamente?
Beh, vista l'ora, buona notte.
Per fortuna pure io! Il celibato e il nubilato sono grazie specialissime. Chi le ha ricevute ne ringrazii il Signore ogni giorno, perseveri e non si lasci attirare nella trappola del matrimonio; perderebbe la propria libertà e si ritroverebbe con uno squadrone di gatte da pelare!
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