Bergoglio, “l’amore omosessuale è un dono”?
Nel suo recente libro, LIFE: My Story Through History (Life: la mia storia attraverso la storia), Papa Francesco auspica il sostegno legale alle unioni civili tra persone dello stesso sesso “che sperimentano il dono dell’amore”. In che senso, se esiste, l’amore omosessuale è un dono?
Il pensiero della Chiesa è che certamente non può essere un dono di Dio, né naturale (creaturale) né soprannaturale (sacramentale). Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, la fonte ultima dell’amore è Dio stesso. Citando l’Esortazione apostolica di Giovanni Paolo II del 1981, Familiaris Consortio, il Catechismo della Chiesa cattolica afferma:
Dio è amore e in se stesso vive un mistero di comunione e d’amore [eternamente unito nell’essere, nella relazione e nell’amore]. Creando il genere umano a sua immagine e somiglianza… Dio ha iscritto nell’umanità dell’uomo e della donna [Genesi 1, 27] la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità, dell’amore e della comunione.
L’osservazione di Francesco, a prima vista, non sembra considerare l'”amore” omosessuale come una forma d’amore intrinsecamente disordinata. Pensa forse che chi ha attrazione per lo stesso sesso sia in grado di vivere la vocazione alla castità, e quindi all’amore, in una relazione omosessuale? Come potrebbe l’omosessuale farlo? La vocazione alla castità implica la differenziazione sessuale tra un uomo e una donna, che secondo l’antropologia cristiana significa “la riuscita integrazione della sessualità nella persona e quindi l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale”.
Il Catechismo spiega: “La sessualità, nella quale si manifesta l'appartenenza dell'uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell'uomo e della donna.”.
La castità, quindi, presuppone la differenziazione sessuale di maschio e femmina, in modo tale che solo l’unione sessuale di persone di sesso maschile e femminile rende i corpi realmente “una sola carne” (Gen 2,24), con quest’ultima unione corporea materiale come condizione necessaria per l’esistenza di un autentico amore coniugale.
L’amore omosessuale non è un dono, anzi è un falso amore, perché è incapace di realizzare la vocazione alla castità, di perfezionare l’essere della persona e di sviluppare la sua esistenza; e quindi di essere ordinato alla legge naturale, all’ordine della Creazione, e in definitiva a Dio. In quanto forma disordinata di amore, essa non solo manca di integrazione, ma è una contro-integrazione in quanto offesa alla vocazione alla castità, rendendola incapace di realizzare l’integrità della persona e lla completezza del dono di sé.
L’antropologia cristiana deve considerare la realtà della persona umana, dell’uomo e della donna, nell’ordine dell’amore. Perché? Perché, come afferma giustamente Karol Wojtyla nella sua opera magna filosofica, Amore e responsabilità, “la persona trova nell’amore la massima pienezza del suo essere, della sua esistenza oggettiva. L’amore è quell’azione, quell’atto, che sviluppa con maggior pienezza l’esistenza della persona. Naturalmente, questo deve essere vero amore. Che cosa significa amore vero?”. [Attenzione alla "teologia del corpo" di Giovanni Paolo II, fino in fondo qui -ndT
L’amore è un concetto analogico, il che significa che ci sono diversi tipi di amore: l’amore paterno, l’amore tra fratelli e sorelle, l’amicizia e, infine, l’amore tra un uomo e una donna (“L’amore tra un uomo e una donna è una relazione reciproca tra persone e possiede un carattere personale”).
In breve, l’amore comporta l’attrazione per i valori sensoriali-sessuali e per quelli spirituali o morali dell’altra persona, per esempio, dice Wojtyla, “per la sua intelligenza o per le sue virtù di carattere”. Esistono anche l'”amore di bisogno”, o amore come desiderio, e la “benevolenza”. L'”amore di bisogno” desidera “la persona come un bene per se stessi”. L’amore come benevolenza consiste nel desiderare il bene dell’altro. “La benevolenza è semplicemente il disinteresse nell’amore: ‘Non desidero te come bene’, ma ‘desidero il tuo bene’, ‘desidero ciò che è bene per te'”.
Wojtyla passa poi al problema della reciprocità, che porta alla sintesi “dell’amore di desiderio e dell’amore benevolo”. La reciprocità implica la relazione tra “io” e “noi”. E qui si forma una comunione interpersonale:
Poiché l’uomo – maschio e femmina – è creato nell’amore e per l’amore, di conseguenza l’etica sessuale non è comprensibile senza l’amore. Questo punto cruciale di trovare nell’amore la massima pienezza del proprio essere deve essere applicato all’amore tra un uomo e una donna.
“L’amore è un’unione di persone”, dice Wojtyla, un’unione oggettiva in cui l’uomo e la donna costituiscono “un solo soggetto d’azione”, in un certo senso “una sola carne”. (Questa unione non può essere separata dal suo fondamento biologico nelle differenze organiche tra i sessi. Questa unione oggettiva nasce da “un bene comune”, un “bene oggettivo”, cioè il bene delle persone umane, e da un “fine comune”, che le lega.
Eduardo J. EcheverriaWojtyla passa poi al problema della reciprocità, che porta alla sintesi “dell’amore di desiderio e dell’amore benevolo”. La reciprocità implica la relazione tra “io” e “noi”. E qui si forma una comunione interpersonale:
L’amore trova la sua pienezza non solo in un soggetto individuale, ma in una relazione intersoggettiva, interpersonale... Il passaggio dall’io al noi è per l’amore non meno essenziale del trascendere il proprio io espresso attraverso l’attrazione, l’amore di desiderio e l’amore di benevolenza.Essendo intrinsecamente disordinato, l’amore omosessuale non è in grado di formare una comunione interpersonale dove l’unità si manifesta nel “noi” maturo. Infine, Wojtyla vede la pienezza dell’amore come l’amore di dono, o quello che chiama amore sponsale, che è il donarsi all’altro, che implica la reciproca donazione delle persone. E aggiunge: “Il concetto di amore sponsale [dono] ha un significato chiave per stabilire la norma di tutta la morale sessuale”.
Poiché l’uomo – maschio e femmina – è creato nell’amore e per l’amore, di conseguenza l’etica sessuale non è comprensibile senza l’amore. Questo punto cruciale di trovare nell’amore la massima pienezza del proprio essere deve essere applicato all’amore tra un uomo e una donna.
“L’amore è un’unione di persone”, dice Wojtyla, un’unione oggettiva in cui l’uomo e la donna costituiscono “un solo soggetto d’azione”, in un certo senso “una sola carne”. (Questa unione non può essere separata dal suo fondamento biologico nelle differenze organiche tra i sessi. Questa unione oggettiva nasce da “un bene comune”, un “bene oggettivo”, cioè il bene delle persone umane, e da un “fine comune”, che le lega.
Questo fine è la procreazione, la progenie, la famiglia, e allo stesso tempo l’intera maturazione in costante crescita della relazione tra le due persone in tutti gli ambiti che la stessa relazione coniugale implica.Di conseguenza, quando il Catechismo afferma che gli atti sessuali omosessuali sono chiusi al dono della vita, è perché tali atti non hanno un’unione oggettiva nella differenziazione sessuale di un uomo e una donna. “In nessun caso possono essere approvati”. Tali atti sono “peccato gravemente contrario alla castità”. Quindi, l’amore omosessuale non è un dono.
Eduardo J. Echeverria è professore di filosofia e teologia sistematica presso il Seminario Maggiore del Sacro Cuore di Detroit. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Papa Francesco: The Legacy of Vatican II Revised and Expanded Second Edition (Lectio Publishing, Hobe Sound, FL, 2019) e Revelation, History, and Truth: A Hermeneutics of Dogma. (2018). Il suo nuovo libro è Are We Together? Un cattolico romano analizza i protestanti evangelici.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
(ora che sono sola ce n'è più bisogno)
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Anni fa sono state fatte girare ad arte, a mio parere, coppie omo in centro città, così tra la folla. Me ne accorsi un giorno in cui sull'autobus mi accorsi della presenza contemporanea di queste 'comparse' omo. Mi colpì il numero che osservai con attenzione, per accertarmi di aver visto e valutato giustamente. Dall' osservazione ricavai l'impressione che il legame tra queste coppie era il potere, uno sottoponeva l'altro felice di farsi sottoporre, un rapporto sado/maso in sintesi. Mi convinsi che fosse una propaganda perché quella stessa mattina attraversando un parchetto, frequentato da mamme e bambini, per andare alla fermata del tram, vidi un uomo sdraiato sull'erba che mellifluo accarezzava il cane sdraiato anch'esso sull'erba accanto a lui. Credo che queste scenette tra la ggente abbiano avuto una regia precisamente volta ad abituare le persone intorno a considerare normale quanto normale non è. E oggi vediamo coppie omo che spingono davanti a loro una carrozzina...in pochi anni si è marciato veloce verso l'obbrobrio che grida vendetta a Dio!
RispondiEliminaa.m.
Se non fosse così non avrebbe messo il conterraneo tutto baci e carezze dove l'ha posto.
RispondiEliminaE vogliamo parlare del sacrificio dei cattolici cinesi o di quelli di Hong Kong sull'altare di un accordo scandaloso che il Segretario di Stato Parolin, senza alcuna vergogna, conta di rinnovare! Dove la Cina comunista sta sinicizzando la religione cattolica nel completo silenzio della gerarchia.
Mi ricorda la svendita ad opera di Paolo VI del coraggioso primate ungherese Mindszenty e dei suoi fedeli sempre sull'altare dell'accordo e del dialogo con i satrapi comunisti.
Il buon Guareschi col suo fiuto si chiedeva se il vero Papa fosse Giuseppe (Josef Mindszenty) piuttosto che Paolo.
Un capovolgimento in 26 anni: nel 1998 mi era stato detto dal parroco di mia moglie che non potevamo sposarci perchè lei è sterile, fatto perfettamente a mia conoscenza. Ho interpellato un amico che aveva appena ottenuto l'iscrizione all'Ordine degli avvocati, mi ha messo in contatto amicale con un avvocato di foro ecclesiastico (non rotale, quelli sono pochissimi e quasi tutti a Roma) che ci ha detto di fare un semplice ricorso gerarchico alla Curia. Infatti la nostra rimostranza fu accolta e, stante il persistente diniego da parte di quel parroco (che a giugno 1999 è stato rimosso, anche se ufficialmente per altro), il nostro caso è stato trattato direttamente dalla Curia, visto che si avvicinava l'Avvento (quell'anno se ricordo bene iniziava il 22/11), sia una rapida catechesi di tre martedì da parte di un Vicario Episcopale sia lo stesso matrimonio, celebrato in Curia dallo stesso Vicario davanti a 27 presenti, era il 18 novembre.
RispondiEliminaFin qui ci siamo, è finita bene.
Adesso leggo queste notizie, ripenso a cosa mi sia successo e potete capire che sia un po' disorientato?
No, per fortuna alla benedizione (non era una messa) per le nozze d'argento, lo scorso novembre, il nostro parroco attuale non ha detto nulla di fuori contesto e non mi stupirei se adesso sia disorientato pure lui.