Il tradizionalismo si trova a Reggio Emilia il 25/4 e prossime tappe verso la grande processione di riparazione con sacerdoti e fedeli (mostra blasfema Carpi e spot dissacratori)
Il 25 aprile a Reggio Emilia il mondo cosiddetto “tradizionalista” si ritroverà e non farà semplicemente un punto della situazione riferito al presente ma parlerà di futuro, con interventi dall’Italia e dall’estero.
A CHE PUNTO È LA NOTTE?
Non sarà solo un pomeriggio di conferenze e di formazione, in cui constatare il tracollo del bergoglismo e il fallimento dell’ideologia neomodernista, ma anche un tentativo di osservare cosa ci attende, e di preparare gli anni a venire con un’attitudine militante.
Nel corso dell’incontro, tra l’altro, si annunceranno i dettagli della grande processione di riparazione - con sacerdoti e fedeli - che il Comitato Scopelli, insieme a molte sigle, sta organizzando per la mostra blasfema di Carpi, spot dissacratori e vari Gay Pride.
L’evento si svolgerà nella cornice istituzionale dell’Hotel Mercure Astoria, nel centro di Reggio Emilia.
Prenderanno la parola il giornalista Aldo Maria Valli, i docenti Corrado Gnerre, Martino Mora e Luca Fumagalli, il presidente della fondazione Pascendi ETS Piergiorgio Seveso, don Marco Laghi, sacerdote FSSPX e preside della Scuola S. Pancrazio, l’avvocato Massimo Micaletti, Alain Escada di Civitas International (Francia), la storica Elena Bianchini Braglia, Monica Gibertoni di Monnicraft, l’esperto di comunicazione Corrado Ruini, il saggista Andrea Giacobazzi, Cristiano Lugli del Comitato di riparazione Beata Giovanna Scopelli, Lorenzo Roselli di Militia Christi.
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OGGI, 11 Aprile, dalle 9,30 alle 19, nella chiesa dei S.S. Antonio e Annibale a Piazza Asti in Roma, ADORAZIONE EUCARISTICA mentre al Parlamento Europeo si vota per l'inserimento dell'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.
RispondiEliminaI "diritti" sono come le cereseae, uno tira l'altro
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RispondiEliminaLa dizione "Stati Generali" porta male, fa pensare agli Stati Generali che diedero inizio alla Rivoluzione Francese.
Tra i partecipanti vi sono noti avversari dell'unità d'Italia, coloro cioè che vorrebbero tornare all'Italia preunitaria, ducale, granducale, papalina e borbonica, protettorato e colonia asburgica, del ramo austriaco, dopo i due secoli di quello spagnolo.
Auguri.
ar
In Risposta ad Anonimo. Gli Stati Generali come istituzione precedono di molto la rivoluzione (secoli), e c’erano pure nei territori papali del contado Venassino.
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RispondiEliminaSecondo lei, non lo sapevo?
Erano un'istituzione caduta in disuso nella monarchia francese a causa dell'accentramento assolutistico della stessa.
L'ultima loro convocazione ne ha legato il nome alla Rivoluzione.
La borghesia rivoluzionaria li trasformò in Assemblea Nazionale. Ma questo fu possibile solo dopo che il re concesse di votare per testa e non più per stato. Gli Stati erano tre: clero, nobiltà, borghesia o terzo stato. Nei primi due molti fautori delle idee nuove, contro la struttura formalmente ancora medievale del Paese. I borghesi erano più numerosi e quindi potevano avere la maggioranza. Larga la partecipazione di massoni.
Dice il marchese di Talleyrand nelle sue memorie che in quei giorni si recò una notte dal fratello del re chiedendogli di intervenire sul re affinché sciogliesse l'Assemblea nazionale con la forza, visto che stava ormai distruggendo la costituzione del Regno. Talleyrand faceva parte egli stesso dell'Assemblea. Il re fece sapere che non avrebbe mai ordinato di impiegare la forza, di far versare del sangue.
All'inizio la Rivoluzione sembrava procedere pacificamente a colpi di decreti che tra l'entusiasmo generale abolivano il vecchio ordine, come se la Ragione invocata dagli Illuministi fosse olimpicamente all'opera.
Tutte queste sono cose note. Era solo per dire che il nome 'Stati Generali' è rimasto storicamente nella memoria come qualcosa di negativo, di sinistro, anche se non per colpa di questa istituzione in quanto tale.
Tornando a casa nostra: è inutile fare gli "Stati Generali" del cattolicesimo se non si affronta il problema del Concilio Vaticano II, dai cui esiziali errori si è iniziata la decadenza spaventosa della nostra religione. Se non si affronta questo fondamentale problema, che "Stati Generali" sono?
ar
A dir il vero di Vaticano II si parlerà eccome, comunque pace.
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RispondiEliminaAnche il solo nome del "Contado Venassino" rievoca qualcosa di triste, di negativo, l'inizio della c.d. "cattività avignonese" della Chiesa, cui seguì il Grande Scisma d'Occidente.
Una Chiesa nella quale la maggioranza deei cardinali erano francesi, succube del re di Francia, con tutta una serie di papi francesi. Fu l'inizio di una decadenza della Chiesa gerarchica (in lotta da tempo contro l'impero e le monarchie emergenti) che si sarebbe conclusa con il tracollo del potere temporale rappresentato dal tremendo Sacco di Roma, 1527, che durò 7 mesi, tra una pestilenza e l'altra, devastando e spopolando la città - responsabili le truppe del re cattolico e imperatore Carlo V : 10.000 lanzichenecchi luterani, 5000 fanti spagnoli cattolici, 2 o tremila fanti cattolici itaiani + sbandati e delinquenti locali.
Sonetto -invettiva del Petrarca contro gli scandali di Avignone, contro l'ambiente che si era (fatalmente) creato alla Corte papale.
"Fiamma dal ciel sulle tue trrecce piova,
Malvagia, che dal fiume e dalle ghiande,
Per l'altru'impoverir se' ricca e grande,
Poi che di mal oprar tanto ti giova:
Nido di tradimenti, in cui si cova
Quanto mal per lo mondo oggi si spande;
Di vin serva, di letti e di vivande,
In cui lussuria fa l'ultima prova.
Per le camere tue fanciulle e vecchi
Vanno trescando, e Belzebub in mezzo,
Co' mantici e col foco e con gli specchi.
Già non fostu nudrita in piume al rezzo,
Ma nuda al vento, e scalza fra li stecchi;
Or vivi sì, ch'a Dio ne venga il lezzo".
ar
Su un forum nel quale ho dialogato con un fratello, il quale afferma, fondandosi su quanto emerge dalla ricerca esegetica contemporanea, che Gesù non ha veramente pronunciato le parole che gli vengono attribuite dai Vangeli, gli ho chiesto, tra l'altro:
RispondiElimina«Se sono rielaborazioni posteriori, sono parole di uomo, chi me lo fa fare di seguire le parole di Gesù. Allora non sono Parole di vita eterna, sono elucubrazioni filosofiche come lo sono quelle di Socrate o di Nietzsche».
Ecco la risposta che ho ottenuto da questo fratello:
«Tecnicamente la fede si basa sul Gesù risorto e non su quello terreno, la rivelazione si chiude con la morte dell'ultimo apostolo (non con quella di Gesù) e i testi del Nuovo Testamento sono Parola ispirata di Dio, a prescindere dalle loro vicende redazionali».
Notate soprattutto: «... Tecnicamente la fede si basa sul Gesù risorto e non su quello terreno... ».
Quindi: tutto ciò che Gesù ha detto conta poco o nulla.
La Passione e morte di Gesù in Croce contano poco o nulla.
A questo punto, ovviamente con riferimento alla Passione, conta poco o nulla la Santa Messa, è una cena di "memoria", non la riproposizione del Sacrificio Eucaristico.
La Santa Messa, quindi, va in soffitta. E siamo davvero nei guai.
Giacché queste cose vengono insegnate nei seminari, i direttori dei seminari spesso diventano vescovi, molti vescovi cardinali ecc. ecc, mi domando sinceramente quante delle Sante Messe che vengono celebrate quotidianamente e di domenica siano vere Sante Messe.
Un consiglio vivissimo: andate quanto più possibile alla Messa Tridentina, solo lì siete sicuri al 100% che la Messa venga veramente celebrata.
Tra l'altro, questo è il motivo per cui la Messa tridentina viene perseguitata, perché è la vera Santa Messa.
Cit.
RispondiEliminaLa ricerca esegetica contemporanea racconta balle colossali.
Distingue in modo arbitrario tra il Gesù della fede e il Gesù storico, come se la primitiva comunità cristiana avesse aspettato cent'anni o di più a scrivere i Vangeli. Non avendo questi esegeti la fede, partono dal presupposto che non l'avesse neanche la cosiddetta comunità cristiana primitiva, che avrebbe appunto impiegato un certo tempo a "fabbricare" il Gesù della fede, Figlio di Dio etc.
La tesi è semplicemente barbina. Inoltre, questi esegeti, ignorando i dati consolidati della tradizione di origine apostolica (p.e., che il primo Vangelo fu scritto da Matteo; che Marco era il segretario di Pietro, del quale raccolse le testimonianze a Roma etc) fabbricano tutta una serie di "forme redazionali" sulla base di argomenti stilistici spesso costruiti a tavolino. Se la fanno e se la dicono.
Circa la data di composizione dei Vangeli, che si siano iniziati a comporre pochi anni dopo l'Ascensione, risulta anche dai frammenti di Marco trovati nelle Grotte di Qumran, vicino a Gerusalemme. Erano frequentate da una comunità di pii giudei, gli Esseni, non ostili ai cristiani, e furono chiuse, dicono gli archeologi, prima del 70 AD, quando l'esercito romano arrivò in zona per cominciare l'assedio di Gerusalemme. Il frammento con i moderni metodi elettronnici è stato dimostrato appartenere al Vangelo di Marco. Se quel Vangelo era lì prima del 70, ciò significa che doveva circolare in Israele già da diversi anni.
Ebbene, di fronte a questa scoperta, della quale si parlò negli anni Novanta, cosa hanno fatto gli "esegeti"? L'hanno semplicemente sepolta nel silenzio, anche perché manderebbe al macero intere biblioteche di cosiddetti "esegeti".
Non si offende la scienza se si decide di ignorare completamente l'attuale esegetica biblica, inquinata dalla miscredenza e dai pregiudizi anticattolici dei suoi protagonisti.
(Circa episodi dei Vangeli resi con parole e sfumature diverse: trattandosi di una tradizione orale era normale che uno stesso episodio potesse esser reso con sfumature diverse, dai diversi testimoni sentiti, anche se non decisive circa la sua coerenza ed attendibilità. Rifiutare tutto ciò che non può esser considerato "ipsissima verba Iesu" è semplicemente privo di senso. Comunque il frammento di Marco 6, 52-53 identificato a Qumran mostra un testo sostanzialmente identico a quello da noi usato : "perché non avevano capito il fatto dei pani, ché il loro cuore era insensibile. Compiuta la traversata giunsero nella contrada di Gennesaret e presero terra").
T.
T.
RispondiEliminaAggiunta alla scoperta di Qumran
La parola chiave, che permise l'identificazione, è stata Gennesaret.
Risultava essere in un capoverso. Con il calcolatore elettronico il gesuita spagnolo che per primo l'identificò (P. O' Callaghan) provò prima ad inserirla nei capoversi dell'Antico Testamento. Niente da fare. Non collimava. Allora, tanto per vedere, senza vera convinzione, provò con il Nuovo Testamento: e trovò che collimava perfettamente con Marco 6 52-53. Sembra che Gennesaret sia scritta in quel modo solo in quella copia del Vangelo di Marco. All'inizio il gesuita spagnolo non si rese conto dell'importanza rivoluzionaria della sua scoperta, che mandava in fumo la teoria dominante, dei Vangeli scritti tutti post festum, assolutamente dopo il 70 AD, anno della distruzione di Gerusalemme. Bisogna infatti sostenere che le profezie di Gesù sulla fine della Città sono state scritte dopo i fatti dalla c.d. comunità primitiva. Bisogna sostenerlo, senza uno straccio di prova, ovvio.
Il gesuita spagnolo fu ridicolizzato dai colleghi, insultato.
Ma poco dopo, con strumenti ancora più moderni, lo scomparso prof. tedesco Carstens Peter Thiede, anglicano di religione, confermò in modo inequivocabile la scoperta del P. O' Callaghan.
Tutta la storia fu tirata fuori, in Italia dalla rivista 30Giorni e ci fu anche un Convegno, all'inizio degli anni Novanta. Ma di fronte al silenzio ostile dell'Accademia e del Biblico (spadroneggiava il cardinale Martini, figuriamoci) la scoperta venne rapidamente sepolta nell'oblio per la soddisfazione dei tanti accademici ecclesiastici "esegeti" che in tal modo salvarono la loro reputazione.
Si continua quindi con le false esegesi, le false teorie, la demolizione dei Testi Sacri.
T.
Ma veramente non posso sapere di che cosa parlerà Monica Gibertoni agli Stati generali il 25 aprile?
RispondiEliminaE' una cortesia che vi chiedo.
Grazie.