La cecità spirituale della “Dignitas infinita” e il suo culto dell'uomo
C'è una falla fondamentale nell'ultimo documento romano sulla dignità, definita “infinita”, dell'uomo. Una sorta di cecità spirituale dalle conseguenze profonde, poiché lo sguardo della Dignitas infinita si concentra sull'uomo, attribuendogli ciò che non possiede, e perdendo ciò che può possedere, in modo inaudito: l'inabitazione della Santissima Trinità nella sua anima.
Realtà ineffabile, totalmente immeritata, è la grazia che non appartiene all'ordine della natura. Gli stessi Adamo ed Eva, creati in stato di amicizia con Dio (quell'amore di carità che unisce Dio alla sua creatura umana quando questa è in stato di grazia, e al quale essa deve rispondere liberamente ricambiando amore con amore) non avevano “diritto” a questa amicizia; e se si trovavano in uno stato di giustizia e di santità, questo era di ordine soprannaturale, frutto di un dono totalmente gratuito di Dio. La loro dignità era grande a causa di questo amore di Dio, ma non infinita, altrimenti sarebbero Dio. E nello stesso modo e su istigazione di Lucifero con i suoi angeli caduti, affascinati dalla propria bellezza – dalla propria “dignità” data anche da Dio, dall’amore – hanno voluto credere di essere “come Dio”, che sarebbero stati “come dei”, di dignità e diritto illimitati. Adamo ed Eva aderirono allora al funesto “non serviam”, perdendo così la loro dignità soprannaturale rifiutando l’amore di Dio.
Solo la cecità spirituale può spiegare l'oblio di Dio che vuole dimorare in noi
Questo dono soprannaturale è andato perduto per la colpa originaria (potremmo parlare del “misfatto originale”); furono ridotti ad un'umiliazione naturale, la natura umana fu ferita in tutti i loro discendenti (ad eccezione di Maria), segnati dall'assoggettamento al peccato, dal quale l'uomo è incapace di liberarsi da solo. Ciò significa che non c’è più nulla di buono nell’uomo? No: la legge di Dio è sempre scritta nel suo cuore, egli è sempre creato a immagine di Dio, amato da Dio che vuole elevarlo allo stato di figlio ed erede; è chiamato a conoscerlo, ad amarlo, a servirlo, ad adorarlo per goderlo eternamente in cielo. Ma nessuno può arrivarci da solo, ed è l'idea che ciò sia possibile che induce il culto dell'uomo: la religione luciferina dell'orgoglio, la religione massonica che vede l'uomo raggiungere la perfezione con le proprie forze.
Ma è impossibile che l'uomo realizzi con le proprie forze questa redenzione annunciata dopo la caduta. Occorre la grazia: la grazia immeritata che ci è meritata da Cristo stesso mediante la sua Incarnazione, (quando Egli si è incarnato grazie all'umiltà di Maria che nella sua umiltà nonostante la sua perfezione si è proclamata, il contrario di Eva, “serva del Signore”), la sua Passione e la sua Croce, che vuole incorporarci a sé per essere divinizzati con lui. «Il Verbo di Dio, per il suo amore sovrabbondante, si è fatto ciò che siamo noi, per fare di noi ciò che è Lui», si meravigliava sant'Ireneo.
La Dignitas infinita dimentica le condizioni della salvezza
Ciò non avviene senza condizioni, per la realtà stessa della libertà umana: ancora una volta, all'amore si deve rispondere con l'amore – con l'“aiuto della santa grazia” offerta da Dio – e la dignità umana ne è una funzione. La dignità di figlio di Dio, questo dono incredibile, la riceviamo attraverso il battesimo, che infonde nelle nostre anime lo Spirito Santo, inseparabile dal Padre e dal Figlio. "Se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui", dice Gesù Cristo stesso.
Condizione del battesimo, condizione dell'osservanza della volontà di Dio con la quale l'uomo dimostra a Dio che lo ama, condizione per ricevere il perdono mediante il sacramento della penitenza quando si perde l'amicizia con Dio, e quindi l'abitazione della Santissima Trinità a causa del peccato mortale ... Fuori della Chiesa non c'è salvezza, è sempre per i meriti di Cristo che gli uomini si salvano, e ordinariamente ciò avviene attraverso i mezzi che Lui stesso si è prescritto e dato attraverso la sua Chiesa. E questo va lontano: a questa incorporazione sempre più profonda dell'uomo nel corpo mistico di Cristo (impossibile da perfezionarsi finché l'anima è macchiata dal peccato), che offre l'accoglienza del corpo e del sangue, dell'anima e della divinità di Gesù Cristo nella santa Eucaristia... Apprezziamo sufficientemente la dignità che così ci viene offerta, nonostante la nostra indegnità?
Passa attraverso la rinascita del battesimo, che ci immerge nella morte di Cristo per poter risorgere con Lui. Perché «Lui deve crescere e io diminuire»: la nostra dignità è rinunciare a noi stessi e lasciare che Cristo viva in noi. Questa rinascita si manifesta quaggiù con la presenza di Dio anche nel cuore della nostra anima: non è uno stato mistico donato a pochi privilegiati, ma la realtà concessa a ciascun battezzato in stato di grazia. Dono meraviglioso del cielo in noi, accompagnato da una responsabilità: l'esercizio delle virtù teologali, della fede, della speranza, della carità.
San Paolo lo chiarisce nella sua epistola agli Efesini: «Per questo piego le ginocchia davanti al Padre del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale prende nome ogni paternità nei cieli e sulla terra, affinché egli vi doni secondo la ricchezze della sua gloria, per essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore; lasciate che Cristo abiti per fede nei vostri cuori, affinché, radicati e fondati nell'amore, possiate comprendere, con tutti i santi, qual è la larghezza, e la lunghezza, e l'altezza, e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo, che sorpassa la conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. »
E questo, da qui in terra, nella comunione dei santi.
Cecità spirituale riguardo alla vita interiore
È la vita interiore del cristiano in stato di grazia che eleva l'uomo alla sua massima dignità; così come la chiamata rivolta a ciascun uomo – e non un destino automatico – a vivere eternamente in Dio, per averlo liberamente scelto, costituisce la sua dignità qui sulla terra.
Non esiste una dignità infinita dell'uomo, esistono gradi di dignità che manifestano la distanza tra il battezzato e il non battezzato, l'abisso insondabile tra il dannato per l'eternità che alla fine fa prevalere la sua volontà, e il santo che si abbandona a quella di Dio, per essere ricambiato con il suo amore.
Diremo che non è questo l'oggetto di Dignitas infinita, per i suoi richiami al rispetto della vita in nome della “dignità” dell'uomo. Tuttavia, citando soltanto il battesimo in nota, facendo poco riferimento al peccato, alla grazia, ai sacramenti, questa Dichiarazione si allontana radicalmente dall'insegnamento di Cristo e della Chiesa, seminando l'idea che l'uomo attraverso la sua grandezza avrebbe una sorta di diritto al paradiso. Il cardinale Fernandez lo ha in un certo senso ammesso durante la conferenza stampa della Dichiarazione, rispondendo ad una domanda sull'inferno di Diane Montagna:
«Papa Francesco lo ha detto spesso: l’affermazione della possibilità della condanna all’inferno è soprattutto una sorta di culto della libertà umana; che l’essere umano può scegliere, che Dio vuole rispettare questa libertà anche se è una libertà limitata, e anche se a volte è una libertà oscura, e perfino malata… Ma che Dio vuole rispettare. Questo è il principio. La domanda poi che si pone Papa Francesco è: con tutti i limiti che veramente esistono nella nostra libertà, l’inferno non sarebbe vuoto? Questa è la domanda che a volte si pone Papa Francesco. »
Alla “dignità infinita” fa eco l’“inferno vuoto”, e con questa risposta arriva il corteo della follia del nostro tempo: perché arrabbiarsi? Perché osservare i comandamenti? Perché non uccidere, abortire, l'eutanasia? Tutte le religioni sono uguali, la conversione è inutile, la Chiesa è fondamentalmente inutile e, in definitiva, Cristo e il suo sacrificio di amore incommensurabile non sono altro che un esempio da seguire – oppure no.
Del resto, perché pregare, se ne siamo infinitamente degni: “Padre nostro… sia santificato il tuo nome, sia fatta la tua volontà”, come Cristo ci insegna e ci spinge a farlo mediante lo Spirito Santo?
Jeanne Smits[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
____________________
A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
(ora ce n'è più bisogno)
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
(ora ce n'è più bisogno)
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731
Sia lodato Gesu' Cristo!
RispondiEliminaOggi 17 Aprile 2024 presso la Casa San Clemente si celebrera'l'antica festa del Patrocinio di S.Giuseppe nel tempo pasquale. La Messa delle 12h e delle 19h saranno dunque Messe in onore di S.Giuseppe al termine delle quali saranno recitate le Litanìe del Santo e sara' venerata la miracolosa Immagine che si trova nella nostra cappellina.
Casa San Clemente IBP
Indirizzo: Via delle Fornaci, 203, 00165 Roma RM
« Misericórdia Dómini plena est terra, allelúia : verbo Dómini cæli firmáti sunt, allelúia, allelúia. » (Ps. 32, 5-6)
RispondiElimina