Nella nostra traduzione da Lifesitenews una forte e dettagliata denuncia del
Dr. Gerard van den Aardweg — autorevole psicoterapeuta olandese di fama internazionale [vedi nel blog] — sulla pervicacia, quasi ossessiva, nel voler “normalizzare” l’omosessualità da parte del Papa, spiegata in termini psichiatrici, sottolineando anche la denigrazione dei valori familiari tradizionali. Qui l'indice degli articoli sulle ambiguità di Bergoglio su questo tema.
Cosa spinge Papa Francesco a cercare di normalizzare le relazioni omosessuali?
Dr. Gerard J.M. van den Aardweg
Dr. Gerard J.M. van den Aardweg
L'autorevole psicologo Dr. Gerard van den Aardweg sostiene che la fervida promozione da parte di Papa Francesco dell’idea secondo cui l’omosessualità sarebbe innata e moralmente accettabile denigra i valori familiari tradizionali e suggerisce un intimo allineamento con l’ideologia pro-gay
Nota dell'editore: Il Dr. Gerard J.M. van den Aardweg è un veterano cattolico della pratica psicoterapeutica dal 1962. Ha conseguito un master in psicologia presso l’Università di Leiden, Olanda, e un dottorato di ricerca in scienze sociali presso l’Università di Amsterdam, dove si è specializzato in omosessualità e pedofilia omosessuale come nevrosi sessuali. Il Dr. Aardweg ha svolto ricerche e scritto ampiamente sull’omosessualità, con tre dei suoi libri tradotti in inglese: Homosessuality and Hope [Omosessualità e speranza] (1985); On the Origins and Treatment of Homosexuality [Sulle origini dell’omosessualità e sulle sue cure] (1986); e The Battle for Normality [La battaglia per la normalità] (1997).
Cosa spinge Papa Francesco a cercare di normalizzare le relazioni omosessuali?
Questa domanda ronza nella mente di molte persone confuse e perplesse, cattoliche e non cattoliche. Deve essere dibattuta apertamente, perché la gente ha il diritto di sapere chi siano i loro leader e cosa ci si possa aspettare da loro. La risposta è importante anche in vista del prossimo conclave, perché potrebbe influenzare la scelta del successore di questo papa.
L’opinione dibattuta in questo articolo è che la risposta più probabile alla domanda del titolo, la migliore spiegazione del motivo principale della politica del papa e del comportamento generale in relazione alla questione dell'omosessualità, è (1) che egli abbia un un significativo interesse personale nella questione, cioè, che lui stesso sia afflitto dall’una o dall’altra forma di attrazione per lo stesso sesso, e (2) che sia giunto a identificarsi senza restrizioni con l’ideologia del movimento omosessuale e abbia fatto sua la missione di introdurre la “normalizzazione e giustificazione” delle relazioni omosessuali nella Chiesa cattolica.
Il primo punto è una diagnosi psicologica, non un’accusa. Le tendenze omosessuali sono disturbi mentali ed emotivi, disturbi della personalità, handicap gravi (non malattie fisiche). Il secondo punto, che verte sulla normalizzazione e giustificazione delle relazioni omosessuali come obiettivo dell'ideologia “gay”, è di ordine diverso; è una questione di moralità, e qui il problema diventa enorme. Rispondendo alle pressioni esercitate dal Parlamento europeo per il riconoscimento delle unioni omosessuali, Papa Giovanni Paolo II ha offerto una diagnosi teologica di tale normalizzazione: si tratta di “una grave forma di violazione della legge di Dio”, l’operazione di un’insidiosa “nuova ideologia del male.” [i]
Molte osservazioni ben documentate del comportamento del papa suggeriscono fortemente che la risposta alla nostra domanda di cui sopra possa essere organizzata in tre categorie: in primo luogo, quella che riguarda il fervore incessante con cui promuove il riconoscimento delle relazioni omosessuali. Protegge gli omosessuali colpevoli di abuso sessuale; eleva le dubbie pretese di una piccola minoranza della popolazione [ii] a — forse la — preoccupazione centrale del suo pontificato, mentre trascura e danneggia gravemente i bisogni reali della famiglia minacciata e del matrimonio eterosessuale. In secondo luogo vengono le osservazioni sul modo in cui persegue la sua politica pro-omosessualità e le osservazioni dei tratti salienti della sua personalità. Non è concepibile che un uomo eterosessuale possa identificarsi così totalmente con la causa “gay” in tutti questi aspetti; anche quando un politico eterosessuale la promuove opportunisticamente, non sopprime il suo buon senso e il suo senso morale in modo così radicale come una persona per cui ciò è un bisogno personale. Questo articolo intende chiarire questi punti.
Termini chiarificatori
Omosessuale e omosessualità. Alcune precisazioni necessarie a una migliore comprensione devono precedere la nostra analisi. “Omosessuale”, “lesbica” sono solo vaghe designazioni di persone che si identificano come sessualmente diverse o vivono in modo omosessuale e di coloro che hanno inclinazioni o tentazioni sessuali verso persone dello stesso sesso.
Tecnicamente, le parole “omosessuale” e “omosessualità” dovrebbero indicare uomini e donne che sono più o meno cronicamente attratti da membri del loro stesso sesso dopo la tarda adolescenza/prima età adulta, e i cui sentimenti eterosessuali sono molto rudimentali o deboli e immaturi. Non dovrebbero mai essere usati nel senso che queste persone appartengono a un tipo di esseri umani sessualmente “diversi”. Non esiste alcuna prova che la loro natura biologica o psichica innata sia anormale. Nonostante un secolo di ricerche — in gran parte effettuate da omosessuali dichiarati e militanti, desiderosi di dimostrare la causalità biologica o almeno qualche predisposizioqne — non è stato trovato nulla che lo dimostri.
Lo slogan centrale ed efficacissimo dell’ideologia “gay” — vale a dire, “si nasce così” — non ha alcun fondamento scientifico. [iii] D’altra parte, esiste un solido insieme di prove provenienti dalla ricerca psicologica che le inclinazioni omosessuali croniche sono manifestazioni di una nevrosi sessuale e che due fattori infantili/giovanili spesso predispongono gli individui ad esse, vale a dire, modelli specifici di relazioni genitore-figlio e mascolinità (o femminilità) sottosviluppata e disadattamento alla comunità dello stesso sesso del proprio ambiente sociale. [iv]
Chi è attratto da persone dello stesso sesso soffre di un “complesso” di inferiorità di genere, che ha origine nella pre-adolescenza o nell’adolescenza, età in cui si sentiva inferiore in termini di mascolinità (o femminilità), non appartenente al mondo della virilità (o femminilità), desiderava amicizie maschili (o femminili) e affetti sessualizzati, era bloccato nei sentimenti, nelle abitudini, nei punti di vista e nelle relazioni adolescenziali connessi alle sue esperienze traumatiche di non appartenenza al mondo dei coetanei dello stesso sesso e spesso dei genitori dello stesso sesso.
Limitandoci qui al sesso maschile: i ragazzi attratti dallo stesso sesso sviluppano un fascino — e un’ammirazione o un’adorazione — per ciò che vedono come fanciullezza o virilità negli altri ragazzi e giovani uomini, in reazione a ciò che sentono di mancare in se stessi, e bramano la loro amicizia e il loro affetto. Questo desiderio, parte di un complesso di inferiorità di genere, è nevrotico, cioè ossessivo, crea dipendenza e, se messo in atto in fantasie o contatti solitari, insaziabile. Le storie d’amore e le infatuazioni della pubertà finiscono presto in una vera e propria dipendenza dal sesso: è come bere acqua salata.
Cercare l’amicizia tra persone dello stesso sesso significa inseguire un’illusione impossibile. Questa fissazione alla personalità ferita e bramosa dell’“adolescente del passato”, con tutte le sue abitudini e relazioni con i genitori, coi coetanei dello stesso sesso e con il sesso opposto, e con il suo immaturo egoismo e ricerca personale, inibisce la personalità psico-sessuale, la maturazione e la capacità di amare genuinamente gli altri. La ricerca dell’“amore” omosessuale è una dipendenza dall’amor proprio puberale; implica una visione di sé e un’abitudine all’autocommiserazione e all’autovittimizzazione, alla lamentela, alla rabbia e allo scontento che è tipica dei complessi di inferiorità in generale.
Relazioni genitoriali
Relazioni genitore-figlio e isolamento tra coetanei. Una combinazione di relazioni madre-figlio e padre-figlio piuttosto specifiche dà come risultato una fanciullezza e una mascolinità sottosviluppate o represse che, a loro volta, predispongono il ragazzo all’isolamento tra i suoi coetanei.
Esempi di queste relazioni includono una madre che ha un forte impatto de-mascolinizzante, o un padre (o altre donne o uomini significativi) con un impatto mascolinizzante troppo scarso. Anche un eccessivo attaccamento del ragazzo alla madre e viceversa può avere questo effetto, in assenza del buon legame padre-figlio che fa sentire al ragazzo un senso di appartenenza al mondo della virilità e di essere apprezzato come uomo. Una madre prepotente può essere stata iperprotettiva, esigente, imperiosa, fredda, interferente, restrittiva; o eccessivamente tenera, eccessivamente ansiosa, adorante, eccessivamente indulgente, viziante.
Spesso sono debolezze caratteriali o problemi emotivi che inducono una madre a legare a sé il figlio. Il suo amore potrebbe essere stato troppo egocentrico. Spesso possono esserci state discordie coniugali, divorzi o una madre abbandonata dal marito o da un amico. Molti uomini omosessuali sono stati troppo al centro dell’attenzione di una madre e trattati come “speciali”, il che può aver influenzato in loro una visione esageratemante positiva di sé, con abitudini come l’arroganza, il comportamento tirannico, l’esigenza, il narcisismo; condividere gli interessi femminili di una madre o essere trattato come una ragazza può aver portato ad avere tratti effeminati; essere il bravo figlio di mamma lo può aver reso dipendente da lei e poco maschile, docile e ben educato. Può aver imitato le sue idee e i suoi modi, non quelli di suo padre, dato che suo padre non controbilanciava l’influenza dell’imprinting. Non sufficientemente educato per sviluppare una fermezza virile, era tenero con se stesso. [v] Molti padri di uomini omosessuali erano distanti da loro, poco coinvolti nella loro vita; una minoranza di loro era eccessivamente critica, rifiutando addirittura i propri figli; anche i padri amichevoli creano spesso modelli maschili deboli.
Non solo i fattori genitore-figlio possono aver minato lo sviluppo della natura maschile del ragazzo. Altri fattori importanti includono il rapporto con i fratelli, il paragone con un fratello più mascolino, le prese in giro e il bullismo, l’isolamento sociale e un’immagine corporea negativa dal punto di vista della mascolinità, il pensare a se stesso come debole, infermo, poco muscoloso, piccolo, brutto, senza barba, e simili.
La caratteristica principale della mancanza di fermezza mascolina del ragazzo pre-omosessuale medio è la mancanza di combattività infantile e di audacia fisica. [vi]
L’autonormalizzazione, l’autogiustificazione e il papa
La forza del desiderio drammatico di cercare l’affetto maschile, la sua attrazione, è travolgente, al punto di diventare “il significato della mia vita” per chi soffre di attrazione per persone dello stesso sesso: invece di rinunciarci, la persona dipendente rinuncerebbe a tutto il resto. Ciò può accadere ancora di più quando una persona del genere ha sperimentato il contatto fisico, dicendo a se stessa che “questa è la mia natura”. No, è schiavitù, più forte della ragione e della debole forza di volontà. C'è sicuramente un elemento demoniaco in questo. [vii]
L’ideologia gay propaga giustificazioni per il concetto fallace della “mia natura” con i suoi slogan diretti e indiretti che insistono sull’“essere nato così”, mentre denuncia l’innaturalità dell’“omofobia”: i sentimenti di disagio nei confronti delle inclinazioni e dei comportamenti omosessuali deriverebbero da pregiudizi culturali e religiosi discriminatori. In realtà, tale disagio deriva dal buon senso innato e dal senso morale.
Normalizzando i sentimenti omosessuali e giustificando moralmente il comportamento omosessuale si inizia ad assumere ruoli fittizi, adottando un falso “sé”. È mentire a se stessi, reprimere il proprio senso morale e la propria coscienza che sono sempre consapevoli, forse nel profondo, della distinzione tra purezza e impurità sessuale. Questa repressione produce la necessità di relativizzare o negare la normalità dell’eterosessualità, del matrimonio normale e della famiglia normale: di qui il desiderio di convertire il mondo intero all’accettazione dell’uguaglianza della sessualità omosessuale. [viii]
Questa è l’ideologia che il papa ha abbracciato fin dall’inizio del suo ministero, come si può vedere chiaramente ora, e con uno zelo che non è secondo a quello di nessun partigiano gay. Ciò che già aveva scritto o fatto scrivere nel 2014 nella Relazione provvisoria del Sinodo dei vescovi destinata alla famiglia era né più né meno che il linguaggio della propaganda gay: “Gli omosessuali hanno doni e qualità da offrire alla comunità cristiana”; “le nostre comunità sono capaci di… accettare e valorizzare il loro orientamento sessuale?”; “è necessaria una seria riflessione su come elaborare… approcci alla crescita affettiva [degli ‘omosessuali’] e alla maturazione nel Vangelo, integrando l’aspetto sessuale”. [ix] [Il corsivo è mio.]
E, sulle “unioni omosessuali”: “Senza negare i problemi morali ad esse connessi, ci sono casi in cui l’aiuto reciproco fino al sacrificio è un valido sostegno nella vita di queste persone”. Non si tratta di cristiani che cercano di vivere castamente, ma dell’autonormalizzazione praticata dagli “omosessuali”. Si fa attenzione a non accennare mai a questa distinzione fondamentale. Le unioni omosessuali possono prosperare sull’amore reciproco sacrificale, e la colpa dello scandalo di non “accoglierle” nella Chiesa ricade sui fedeli spietati.
Il rapporto ripete le due principali fallacie dell’ideologia della normalizzazione: gli omosessuali “hanno” semplicemente questo orientamento, il che è moralmente giusto; essi sono vittime di discriminazioni (sono ripudiati, non “accolti”). Il linguaggio del rapporto è tipicamente gay nel senso che è astuto, non diretto, e fornisce una descrizione fuorviante delle relazioni omosessuali sollecitando compassione per le vittime dell’ingiustizia. È però il papa che predica qui il sermone ideologico-gay, e in maniera troppo impeccabile. Il sermone mette in luce anche le sue abituali condanne nei confronti della “rigidità” dei difensori della morale sessuale cristiana.
I consigli agli omosessuali di Papa Francesco
Si dice attendibilmente che il Papa abbia detto a un giovane, Juan Carlos Cruz:
Che tu sia gay non ha importanza. Dio ti ha fatto così ed è così che vuole che tu sia e non mi interessa… Devi essere felice di quello che sei. [x]
Si tratta del consiglio più “gay” che un anziano con una posizione di alta autorità morale possa dare a un giovane amico apparentemente insicuro — e il più irresponsabile. “Tu sei”, “Dio ti ha creato”, suggerisce la causalità biologica, il che è un’assurdità scientifica; “Dio ti vuole gay” è una sciocchezza (blasfema) sia per i cristiani seri che per i non cristiani. Questo consiglio papale mostra molta più devozione alle fallacie dell’ideologia gay riguardo allo stile di vita gay che alla fede nel Dio cristiano. Bergoglio adatta la sua religione ai suoi sentimenti, come molti omosessuali cristiani autonormalizzanti.
Ascoltando le sue parole rivolte al tal Juan Carlos, si può capire cosa intendesse il papa quando ha affermato che, nelle sue decisioni, confida nel suo “istinto e nello Spirito Santo” e non si affida alla Scrittura, alla Tradizione e al Magistero. [xi]
“Devi essere felice di quello che sei”. Questa esortazione deriva dalla cecità ideologica nei confronti della deplorevole realtà degli stili di vita gay, non da un genuino interesse per il benessere di un giovane. Invece del paterno: “Non lasciarti ingannare, resisti a queste inclinazioni, io ti aiuterò”, il consiglio papale si riduce a: “Continua la tua strada verso il basso, rovinati la vita e sii felice”. [xii] Il pontefice dovrebbe invece trasmettere ai giovani che provano attrazione per lo stesso sesso la conoscenza condivisa da un esperto uomo gay di mezza età: “Guardando indietro, non riesco a capire perché pensavo che la vita gay fosse così dannatamente affascinante. È un mondo difficile e non lo augurerei al mio peggior nemico.” [xiii]
E che dire dei “matrimoni gay” e delle “unioni cattoliche” con “mutua assistenza fino al sacrificio”, sostenuti come ideale dignitoso dal Papa? La conclusione da esperto di Ronald Lee è: “Il movimento gay cristiano si basa su uno stratagemma tanto audace quanto disonesto”. Il suo “successo si basa sul camuffamento della verità, che è sempre nascosta in bella vista”. [xiv]
Il senso morale
La negazione del senso morale innato nel contesto dell’omosessualità fa parte della negazione ideologica della realtà gay che il papa mostra di aver assorbito con affermazioni sprezzanti come quella secondo cui gli oppositori delle sue controverse benedizioni delle unioni gay “appartengono a piccoli gruppi ideologici” e la Chiesa d'Africa è “un caso particolare”, perché “per loro l’omosessualità è qualcosa di ‘brutto’ dal punto di vista culturale; non la tollerano”. [xv]
Ma i “piccoli gruppi ideologici” comprendono la stragrande maggioranza dell’umanità, passata e presente. Utilizzando il termine “ideologico”, Francesco proietta la sua mentalità su una stragrande maggioranza che non può condividere la sua estrema identificazione con l’ideologia gay, motivo per cui non riesce a comprendere i suoi sentimenti di resistenza e a provare gli stessi sentimenti. Questo è l’atteggiamento di chi sopprime il proprio senso morale, divenendo ostile alla legge morale naturale, che non vuole riconoscere e rispettare nell’Africa cattolica.
Quest’ultima vivrebbe sotto pregiudizi omofobici “culturalmente determinati” che le impedisce di vedere la bellezza dell’“omosessualità”. È troppo pretendere di usare questo curioso argomento con una persona con sentimenti normali per il sesso opposto per sostenere il riconoscimento delle relazioni omosessuali.[xvi] Il “sesso” omosessuale, inevitabile in loro, è percepito in tutte le culture come anormale e moralmente sbagliato o quantomeno dubbio. [xvii]
La preservazione, da parte degli africani, di un senso morale spontaneo rispetto alla sessualità umana, mette alla gogna la decadenza occidentale. Sulla moralità sessuale delle tribù sub-sahariane, Monsignor Cormac Burke scrive:
La morale sessuale tradizionale africana deriva dal senso della sacralità della funzione procreativa. Il sesso era una questione tabù; quindi “giocare” con esso era ritenuto meritevole di una maledizione… La verginità era tenuta in grande considerazione. Naturalmente, i peccati sessuali sono stati comuni nell’Africa tradizionale come in altre società. Ma è anche vero che l’africano conservava e conserva un acuto senso del peccato, soprattutto in un ambito considerato sacro come il sesso. [xviii]
I metodi papali per l’imposizione del riconoscimento dell’omosessualità sono simili a quelli del movimento omosessuale nel mondo laico, tra cui: nominare persone gay — o almeno pro-gay — in tutte le posizioni chiave dell’amministrazione di città, nazioni, organizzazioni internazionali, partiti politici, università, mezzi di informazione, etc.; sopprimere la pubblicità su fatti indesiderati dimostrati dalla ricerca scientifica ed evitare discussioni pubbliche oneste; promulgare un indottrinamento ingannevole e incessante con bugie ed “educazione”; intimidazioni e abusi di potere; infine, elevare l’ideologia gay al livello di religione laica di Stato con punizione per i dissidenti. [xix]
Il Papa non ha mai organizzato uno studio approfondito sull’argomento, nessuna discussione aperta e onesta; non ha annunciato onestamente cosa stava facendo. I suoi documenti sulla questione dell’omosessualità sono di basso livello intellettuale, i suoi slogan sono demagogia a buon mercato. Si rifiuta di rispondere alle domande critiche dei dubia dei cardinali, uomini eruditi e di grande integrità. Il fatto è che non ha una risposta. Nomina uomini gay e filo-gay in posizioni chiave, non tollera critiche e licenzia i dissidenti.
La compassione selettiva che egli predica è strettamente correlata all’elemento “gay” dell’auto-vittimizzazione, e va di pari passo con l’indignazione e la rabbia nei confronti dei difensori della vera moralità. La compassione verso gli omosessuali e alcuni altri perdenti della Chiesa è in cima alla lista delle sofferenze, mentre gli enormi bisogni nel campo del matrimonio e della famiglia ricevono poco più che una nota occasionale a piè di pagina: i bisogni emotivi e spirituali delle persone sposate, una sana educazione sessuale, le conseguenze dei tassi di divorzio ancora in aumento, i figli dei divorzi, gli atroci abusi moderni sui minori derivanti dalla genitorialità e dall’adozione gay, i bisogni del 40-50% dei bambini nati fuori dal matrimonio; la piaga dell’aborto e del suicidio assistito.
Ciò ricorda il fatto che per molti omosessuali attivi non esiste un argomento così interessante e importante come “l’omosessualità”. E il movimento omosessuale è decisamente contro il matrimonio, contro la famiglia e a favore dell’aborto. [xx]
Tratti della personalità
Un Papa che sostiene l’accettazione delle omo-unioni inganna quanti vogliono fidarsi di lui, ingenuamente o no, se, nello spirito di McNeill, nasconde il suo interesse personale nella questione. I tratti salienti della sua personalità non aiutano molto a dissipare questo sospetto.
C’è consenso sull’insaziabilità della sua fame di potere e sulle sue abitudini tiranniche. Questo tratto indica autoreferenzialità, cioè un eccessivo amor proprio e orgoglio, e la conseguente inibizione della capacità della persona di amare e servire in modo maturo (gli altri, compreso Dio). Inoltre, implica la visione di sé come una persona superiore, menzionata prima, che lo porta a fare affidamento sul suo “istinto” e “sullo Spirito Santo” e a rinunciare alla Tradizione, alla Scrittura e al Magistero; ma che lo isola dagli altri, dagli amici e dalle persone che gli sono vicine.
Radicato nell’adolescenza, in reazione alla frustrazione e allo squilibrio emotivo, [xxi] il nutrire questa fiducia in se stessi mantiene l’egocentrismo e l’egoismo puberali, nonché la mancanza di interesse e di sentimenti per gli altri. Di fronte ai suoi pari e al mondo mostra il peculiare distacco ribelle dell’“adolescente del passato”, che si sente superiore.
Un messicano, ex-direttore di un portale mediatico cattolico in lingua spagnola che ha collaborato più volte con il papa nel primo decennio del secolo, ha illustrato questa caratteristica in una Lettera aperta al Papa all’inizio del suo pontificato: [xxii]
Quando l’ho visto per la prima volta, quando era ancora il Cardinal Bergoglio, sono rimasto colpito e stupito dal fatto che Lei non si comportasse mai come gli altri cardinali e vescovi. Alcuni esempi: quando tutti i vescovi si presentavano con l’abito talare e l’abito clericale perché lo richiedevano le regole dell’adunanza, Lei è apparso con il colletto da sacerdote e come sacerdote. Quando ognuno di voi si è seduto sulle sedie riservate ai vescovi e ai cardinali, ha lasciato vuota la poltrona del Cardinal Bergoglio e si è seduto in fondo, dicendo: “sto bene qui, qui mi sento più a mio agio”. Gli altri sono arrivati in macchina secondo la loro dignità, Lei è entrato, più tardi di tutti gli altri, frettoloso e seccato, parlando ad alta voce dei Suoi incontri sui mezzi pubblici con i quali aveva preferito venire all’incontro. Quando ho visto queste cose — mi vergogno a dirlo — mi sono detto: “Bah, guarda come vuole attirare l’attenzione! Se davvero vuoi essere umile e modesto, non puoi semmai comportarti come gli altri vescovi e non destare l’attenzione su di te?”. [xxiii]
Il suo mostrarsi “diverso” — “speciale” — insulta i suoi uguali, i suoi “pari”, dai quali si tiene provocatoriamente in disparte. [xxiv] La stessa insensibilità che egli manifesta, ad esempio, nei suoi commenti offensivi e irrispettosi ai visitatori ben intenzionati, quando chiama le donne non sposate “vecchie zitelle”, una donna coraggiosa che nonostante i difficili parti cesarei ha dato alla luce molti bambini “un coniglio”, attivisti altruisti pro-vita “fanatici e ossessivi”, etc. E senza vergognarsi o scusarsi.
Ormai la sua seconda caratteristica saliente, l’inaffidabilità, è diventata enorme. Numerose persone sono state ingannate dalle sue parole e dai suoi gesti ortodossi ma da un vero e proprio tradimento della fede e della morale. La menzogna e la doppiezza sono croniche in lui. È significativo che abbia potuto tradire in Argentina due suoi sacerdoti per compiacere le autorità militari, abbandonando un bravo medico che aveva salvato una madre e il suo bambino dall’aborto; che abbia protetto un sacerdote che divulgava materiale pornografico e che abbia punito il sacerdote che lo aveva avvisato. [xxv]
Nel profilo psicologico degli omosessuali attivi e autonormalizzanti, l’inaffidabilità e la menzogna sono tratti comuni. Molti mentono continuamente a se stessi e agli altri con parole e comportamenti; L’“amore” gay e il mondo (la sottocultura) gay sono permeati da menzogna e inganno, poiché non si fondano sull’amore ma sulla dipendenza dall’amor proprio, di cui la menzogna è una manifestazione.
L’allontanamento del papa dalla pietà ortodossa fino al punto in cui si trova ora è indiscutibile. Solo due note: la sua sete di potere suggerisce che la dipendenza dall’egoismo immaturo era già sviluppata molto prima che iniziasse apertamente a distorcere la sua religione; e la sua insincerità e le sue menzogne segnalano una mancanza di coraggio virile che evita il confronto diretto. Nel complesso, a giudicare dal comportamento riportato, il quadro della sua personalità è coerente con quello di attivisti politici “gay” autonormalizzati, come anche con il profilo di sacerdoti omosessuali autonormalizzati e autogiustificati. [xxvi]
La presente spiegazione dello zelo del Papa nel legalizzare le unioni omosessuali è supportata da una serie di osservazioni che appartengono alla categoria delle prove circostanziali. Nel loro insieme portano alla conclusione che l’esistenza di prove più dirette è abbastanza probabile.
Il Dr. Gerard J.M. van den Aardweg è un veterano cattolico della pratica psicoterapeutica dal 1962; ha conseguito un master in psicologia presso l’Università di Leiden, Olanda, e un dottorato di ricerca in scienze sociali presso l’Università di Amsterdam, dove si è specializzato in omosessualità e pedofilia omosessuale come nevrosi sessuali. Il Dr. Aardweg ha svolto ricerche e scritto ampiamente sull’omosessualità, con tre dei suoi libri tradotti in inglese: Homosessuality and Hope (1985); Sulle origini e sul trattamento dell'omosessualità (1986); e La battaglia per la normalità (1997).
NOTE FINALI
[i] Papa Giovanni Paolo II, 2005, 26.
[ii] Secondo gli studi più attendibili, circa il 2% della popolazione adulta. Le stime molto più elevate non sono affidabili.
[iii] Recensioni: Van den Aardweg, 1986; 2005; 2015. Il punto interessante è questo: vengono lanciate in continuazione nuove teorie e vengono ampiamente pubblicate come se fossero praticamente provate, ma le confutazioni effettuate da ricerche ripetute vengono tenute segrete. In questo modo si mantiene viva l’illusione di una “natura” omosessuale.
[iv] van den Aardweg, 1986; 1997, 2011. Il termine “nevrosi” è qui utilizzato nel suo significato tradizionale. Il comportamento, i pensieri e i sentimenti nevrotici sono sproporzionati, inadeguati; compulsivi, ossessivi, squilibrati e immaturi. La ricerca statistica ha stabilito che il “nevroticismo” o “instabilità emotiva” — insieme a e in contrapposizione alla “stabilità emotiva” — è il secondo fattore fondamentale della personalità, accanto all’“intelligenza”. Caratteristiche centrali comuni del pensiero e dei sentimenti nevrotici sono l’auto-direzione e l’egocentrismo, le abitudini lamentose e i sentimenti vittimisti.
[v] Il legame con la madre è stato per questi ragazzi, nonostante i suoi aspetti gratificanti, una camicia di forza dalla quale non sono mai riusciti a liberarsi nella vita adulta. Non potevano esprimere la loro fanciullezza.
[vi] L’effeminatezza è un alto grado di mascolinità sottosviluppata/repressa. Non ha alcuna causa fisica.
[vii] La psicologia della sessualità deviante e della schiavitù sessuale è incompleta senza tener conto del lavoro sulla psiche dei demoni. Sant’Agostino, grande psicologo analitico, diceva ciò che hanno saputo tutte le grandi guide spirituali cristiane prima e dopo di lui: “I demoni, gli spiriti impuri… hanno sempre sfruttato ogni occasione per insinuarsi nel pensiero degli uomini e ingannarli” (De Civitate Dei, Libro VI, n. 8). La sua analisi della propria dipendenza eterosessuale nelle Confessioni è ben applicabile a tutti i tipi di schiavitù sessuale. Il demonio seduce con le abitudini sessuali, la libera volontà gli cede regolarmente, in modo che egli può creare una catena di dipendenza e mantenerla forte. Dopo un po’ di tempo la libera volontà da sola diventa troppo debole per resistergli e l’unica via per la liberazione è l’abbandono indiviso della volontà a Dio, che aspetta il momento in cui potrà curare l’anima. Proporzionalmente alla sua ricerca della verità, che è l’azione del suo “io migliore”, lo schiavo può arrivare prima o poi a questo momento, come documenta Agostino con la sua stessa storia interiore. A un certo punto si accorge anche che non ricercare la verità e cedere a tutte le seduzioni delle abitudini sessuali lo avrebbero trascinato a comportamenti di orribile “sporcizia”. La qualificazione “sesso demonizzato” deve spesso essere presa alla lettera, non solo simbolicamente.
[viii] Per un eccellente analisi dello zelo gay per “convertire” il mondo si veda: Reilly, 2014.
Interim Report, nr. 51. Corsivo mio.
[x] Intervista su El Pais, 19 maggio 2018. Un aspetto curioso dell’implicita assicurazione del papa al giovane che il suo assetto biologico era “omosessuale” è che quest’ultimo era stato vittima di molestie da parte di un sacerdote. Quale potrebbe essere stato il ruolo di questo fattore nell’“essere” gay della vittima? Noel Mosen, un omosessuale militante completamente guarito, ha scritto sul contributo della seduzione nella sua infanzia: “Come bambino adottivo, ero molto solo, ho sempre avuto l’impressione che il mio padre adottivo mi trattasse diversamente dai suoi figli ‘veri’. Anelavo la sua attenzione e il suo riconoscimento, ma non ho mai avuto la sensazione di appartenergli davvero. Poi un uomo del quartiere, un pastore [protestante], si è preso cura di me. Ho passato molti pomeriggi con lui e mi è piaciuto essere accettato e amato così tanto da un uomo più anziano. … Ma poi, un giorno, mi ha violentato: avevo sette anni e mezzo. Sebbene fossi scioccato e ferito e lo stupro fosse stato molto doloroso, non volevo perdermi la sensazione che quest’uomo mi volesse e mi amasse. Crescendo ho avuto rapporti sessuali con un gruppo di ragazzi, e già da adolescente ero sessualmente promiscuo” (Mosen, 1997).
[xi] Tosatti, 2022. Lo “Spirito Santo” che egli crede di poter distinguere dal suo “istinto”: il pensiero presuntuoso dell’uomo che segue i suoi impulsi emotivi (e del tipico leader di setta).
[xii] Numerose ricerche mostrano cosa è legato all’“essere” gay nella vita reale: sesso autodegradante, spersonalizzato e promiscuità estrema, solitudine, disturbi mentali ed emotivi, depressione, fobie, disturbi psicosomatici, suicidio, malattie sessualmente trasmissibili e infezioni da HIV, alcolismo e abuso di sostanze, violenza domestica nelle coppie, inclinazioni e atti di seduzione e molestie sessuali, una durata della vita ridotta di molti anni e un aumento del rischio di alcuni tumori (Van den Aardweg, 2015). L’incidenza di questi fattori negli uomini e nelle donne sessualmente attivi è molto più elevata che negli eterosessuali. È importante sottolineare che la minoranza di uomini omosessuali che fanno parte di “unioni” non sta meglio, anzi sta peggio.
[xiii] “… La mia vita è la controparte di quella di migliaia di omosessuali. … Nel corso degli anni ho vissuto con una serie di coinquilini, alcuni dei quali sostenevo di amare. Giuravano di amarmi. Ma i legami omosessuali iniziano e finiscono con il sesso. C’è così poco altro su cui andare avanti. Dopo la prima avventura appassionata, il sesso diventa sempre meno frequente. I partner si innervosiscono. Vogliono nuove emozioni… Cominciano a ingannarsi a vicenda, all’inizio in segreto, poi in modo più evidente. Tutte quelle coraggiose promesse di amore eterno fatte qualche mese prima vengono buttate dalla finestra. Subentrano la rabbia e i litigi provocati dalla gelosia. Alla fine ci si separa e si inizia a darsi da fare per trovare un nuovo amante” (Hanson, 1965, 41).
[xiv] Lee, 2008 (tutti i corsivi sono miei). La sua ricerca della verità merita una citazione più estesa. Come giovane cattolico dell’inizio degli anni ’80, iniziò volentieri i suoi contatti gay sulla base di un popolare libro del gesuita Padre McNeill, il quale affermò che “le unioni omosessuali sono coerenti con l’insegnamento della Chiesa”, da cui egli concluse di avere “una ragionevole aspettativa di trovare io stesso una relazione del genere. … La digressione di McNeill mi ha portato a credere che esistesse un contingente di uomini gay impegnati a vivere nella monogamia. Se non fosse stato così, Padre McNeill avrebbe difeso implicitamente la promiscuità. E l’idea stessa di un sacerdote che difende la promiscuità mi era inconcepibile. Sì, che ingenuo [ero]”.
La successiva autobiografia di McNeill gli fece capire che era “un prete omosessuale promiscuo, sessualmente attivo. … C’era una ragione per cui, nel suo libro precedente, scriveva così poco sulla vita reale dei veri omosessuali come lui. Sapeva che se avesse scritto la verità, la sua causa sarebbe finita nel nulla”. Eppure l’ingenuo Lee rimase fiducioso: si iscrisse “al gruppo Dignity Yahoo su Internet. C’erano diverse centinaia di abbonati. A un certo punto, un giovane problematico ha postato una domanda al gruppo: qualcuno degli iscritti attribuiva qualche valore alla monogamia? Ho immediatamente risposto di sì. [Lui] mi ha detto di aver ricevuto dozzine di risposte, alcune delle quali piuttosto ostili: tutte tranne una — la mia — gli dicevano di uscire e farsi scopare perché questo era ciò che significava essere gay. … Per vent’anni ho pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato in me. Decine di persone ben intenzionate mi hanno assicurato che là fuori c’era un mondo completamente diverso di uomini omosessuali, un mondo che per qualche motivo non avrei mai potuto trovare, un mondo di omosessuali timorati di Dio, dalle azioni schiette, che credono nella monogamia e praticano la fedeltà. Mi hanno assicurato che loro stessi erano personalmente a conoscenza dell’esistenza di uomini del genere. E ci credevo, anche se diventava sempre più difficile. … Ho creato un profilo [su Internet] descrivendomi come un cattolico conservatore, ho detto che desideravo moltissimo incontrare omosessuali che la pensavano allo stesso modo a scopo di amicizia e romanticismo, che non ero interessato alle avventure di una notte”. Nessun successo. “Ma che dire di tutte quelle immagini di coppie omosessuali innamorate che muoiono dalla voglia di sposarsi di cui sono inondati i media? … Nonostante i miei migliori sforzi, non sono mai riuscito a incontrare il tipo di coppie che compaiono regolarmente da Oprah. … Ho incontrato Wyatt, in Internet. Per cinque anni ha avuto una disastrosa relazione omosessuale. … Quando il Vermont ha legalizzato il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, [loro] sono volati nel Vermont per “sposarsi”. [Nel giornale locale] Wyatt e il suo partner sono stati descritti come una coppia di innamorati che finalmente ha avuto la possibilità di celebrare pubblicamente il loro impegno. Nessuna menzione della droga, dell’alcolismo o dell’infedeltà. Il matrimonio finì in fiamme pochi mesi dopo. E il giornale non ha dato seguito alla vicenda. Il principale quotidiano di una delle più grandi città americane ha pubblicato una storia fuorviante su una brutta relazione che probabilmente ha convinto più di un giovane che un giorno avrebbe potuto essere felice quanto Wyatt e il suo “partner”. L’infelicità così comune tra gli omosessuali viene nascosta sotto il tappeto, mentre ‘modelli’ fantasiosi e irrealistici vengono offerti al consumo pubblico”. Infine, c’era un ex prete domenicano inglese del tipo di McNeill, autore di libri, “che difendeva con passione il diritto degli omosessuali ad avere un posto nella Chiesa”. [La politica di “accoglienza” del futuro papa.] In risposta alla domanda di Lee, egli “ha ammesso che la sua esperienza non è stata dissimile dalla mia. Tutto quello che poteva suggerirmi era di continuare a provare e alla fine tutto avrebbe funzionato. In altre parole, quest’uomo brillante, i cui libri hanno significato così tanto per me, non aveva nulla da suggerirmi se non che continuassi a fare la stessa cosa aspettandomi un risultato diverso”. La lezione di Lee: “Il sesso omo-genitale non riguarda l’amore, ma l’ossessione, la dipendenza e la compensazione per una mascolinità compromessa. Abbattiamo la facciata rispettabile ed esponiamo il lato ‘pornografico’ sottostante”. E una confessione interessante: “Non sono orgoglioso della vita che ho vissuto. Me ne vergogno profondamente. Ma se leggere questo impedisce a un uomo ingenuo e credulone di commettere gli stessi errori…”. Egli mostra che cedere alle attività omosessuali e giustificarle significa intrinsecamente reprimere il proprio senso morale e la propria coscienza.
Il Papa si comporta tanto come una replica di McNeill e dell’ex-domenicano inglese che il sospetto che ciò abbia lo stesso motivo non è inverosimile.
[xv] Wailzer, 2024.
[xvi] Vedere la “bellezza” dell’amore omosessuale è quasi una prova diagnostica delle tendenze omosessuali. È una manifestazione del sentirsi “speciali” nella propria sessualità. L’affetto omosessuale, in verità l’amore di un cucciolo, è idealizzato come qualcosa di qualità superiore rispetto alla volgare eterosessualità. L’amore di un’élite. Dobbiamo notare che i pedofili omosessuali possono nutrire la stessa illusione (o delirio).
[xvii] Il famoso storico Karlen ha scritto: “Nessuna società ha accettato l’omosessualità preferenziale. In nessun luogo l’omosessualità o la bisessualità sono un fine desiderato in sé. In nessun luogo i genitori dicono: “Per me è lo stesso se mio figlio è eterosessuale o omosessuale” (in: Socarides, 1976).
[xviii] Burke, 1987. Monsignor Burke ha lavorato nell’apostolato familiare di queste regioni prima di essere nominato membro della Rota Romana. Nel suo articolo osservava: “L’aborto e l’infanticidio erano universalmente considerati grandi crimini ed erano estremamente rari. La maggior parte degli africani non riesce nemmeno a comprendere l’idea della contraccezione. Per loro non ha senso”. Per quanto riguarda il senso morale dell’omosessualità dei popoli “primitivi”, questo è un esempio significativo: nel 2015, un gruppo di importanti aborigeni ha presentato la petizione Uluru Bark al Parlamento australiano per protestare contro la prevista legge sul “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. Si afferma (scritto originariamente nella loro lingua): “Le nostre culture e tradizioni continue hanno migliaia di anni e sono riconosciute come le più antiche sulla Terra. … Anche i nostri Padri e le nostre Madri sono onorati e costituiscono il fondamento delle nostre famiglie, clan e sistemi, e trasmettono i nostri insegnamenti, la nostra cultura, le nostre tradizioni, di generazione in generazione. È quindi un affronto agli aborigeni australiani suggerire un’altra definizione di matrimonio”.
[xix] Non ti scoprire troppo presto. Alfred Kinsey, ossessionato dall’omosessualità, si è atteggiato a padre di famiglia americano, allo stesso modo del signor Obama, che sapeva che essere onesto con se stesso gli sarebbe costato la presidenza. Inizialmente si è detto contrario al “matrimonio” gay; ha poi scritto una falsa autobiografia della sua giovinezza per cancellare i fatti che avrebbero danneggiato la sua immagine pubblica (Flood, 2023; Rutz & Flood, 2023; Mainwaring, 2023).
[xx] I sostenitori della vita non dovrebbero essere così “fanatici e ossessionati”, ha detto il papa.
[xxi] Una prepotente sete di potere e un’irrazionale visione di sé come una persona eccezionale possono sorgere in reazione a sentimenti di inferiorità e di non appartenenza, ma anche al viziare il bambino, abituandolo a essere al centro dell’attenzione. Nel caso degli uomini omosessuali, non di rado un complesso di superiorità veniva impresso nel ragazzo da una madre affettuosa (o da altre donne) o da una madre che pensava troppo a se stessa per vanità.
[xxii] Lucrecia Rego de Planas, 2013.
[xxiii] “… Quando L’ho visto al balcone [dopo l’Habemus papam] senza mitra, senza veste, rompendo il protocollo, cercando così di distinguerSi dal resto dei papi della storia, ho sorriso sconcertato e mi sono detto: ‘Sì, senza dubbio, questo è il Cardinal Bergoglio’. Nei giorni successivi alla Sua elezione mi ha dato diverse occasioni per convincermi che è la stessa persona che avevo conosciuto da vicino e che ha sempre cercato di essere diversa: hai chiesto altre scarpe, un anello diverso, una croce diversa, una sedia diversa e anche la stanza e la residenza erano diverse da quelle degli altri papi che si erano sempre accontentati delle cose che avevano a disposizione, senza bisogno di cose ‘particolari’ per se stessi. … [E] con mio stupore e sgomento il mio nuovo generale ha iniziato il suo mandato — invece di imbracciare immediatamente le armi — chiamando il suo parrucchiere, il suo dentista, il suo padrone di casa e il proprietario del chiosco e così ha attirato l’attenzione sulla sua propria persona e non alle questioni importanti del suo pontificato”.
[xxiv] La spiegazione che si dà talvolta del fatto che il papa si circonda di sacerdoti gay e “pro-gay” (a volte cripto-gay), cioè che scelga uomini servili e dipendenti da lui, non è completa. Sarà difficile trovare esempi di leader non omosessuali che hanno fatto ciò sistematicamente come lui. In relazione a ciò: i resoconti dei suoi incontri e contatti più personali non di rado riguardano preti e giovani omosessuali; erano soprattutto i sacerdoti giovani, non i suoi coetanei o quelli più anziani, quelli che cercava di influenzare e su cui voleva costruire la sua posizione in Argentina (Tosatti, 2022).
[xxv] Tosatti, 2022.
[xxvi] Una coppia di sacerdoti brasiliani con più ampia esperienza in questo ambito ha fornito queste descrizioni di comportamento di sacerdoti e vescovi conosciuti come omosessuali: “Carrieristi ecclesiastici, molto influenti, che fanno rete; influenzare le persone a proprio favore, adulare superiori e potenti, fingere, simulare di essere diversi da come sono, fariseismo; autoritarismo; causare divisioni; contatti superficiali con i colleghi e aggressivi nei loro confronti; più impulsivi che razionali, ignorare la realtà, passare dall’euforia alla depressione, fare la vittima, avere problemi con l’alcol; avidità, accaparrarsi le parrocchie più ricche”. (Nasini, 2001, 115). Le osservazioni effettuate in Olanda e in Germania confermano questo modello di comportamento, che apparentemente non differisce molto nelle varie culture.
Bubliografia
Burke, C.P. – Marriage and the family in Africa. Catholic Position Papers, A-146 (Dublin), 1987.
Flood, B. – Obama biographer says ex-president ‘as insecure as Trump’, would be ‘terrible’ on Scotus in stunning interview.
Foxnews.com/media/ 8.4.2023.
Hanson, D. – Homosexuality: The international disease. New York: L.S. Publications, 1965.
Lee, R.G. – The truth about the homosexual rights movement. New Oxford Review, 7.6.2008.
Mainwaring, D. – New Obama allegations raise the question if he had a personal stake in the LGBT revolution. LifeSiteNews.com/blog/news – 9.8.2023.
Mosen, N. – Homosexualität, Gesellschaft und Politik: Bericht eines Insiders (Homosexuality, society and politics. An insider’s report). Medizin und Ideologie, (Germany), 1997, 19, 1, 18-30.
Nasini, G. – Um espinho na carne: Má conduto e abuso sexual por parte de clérigos da Igreja Católica do Brasil. Aparecida SP: Editora Santuário, 2001.
Pope John Paul II – Erinnerung und Identität. (Remembrance and identity). Augsburg (Germany): Weltbild Buchverlag, 2005.
Rego de Planas, L. – Brief aan paus Franciscus (Letter to pope Francis}, 9.23.2023. Echtkatholiek blogspot.nl 12.28.2014.
Reilly, R.R. – Making gay okay: How rationalizing homosexual behavior is changing everything. San Francisco: Ignatius Press, 2014.
Rutz, D. & Flood, B. – Obama biographer on letters to 44’s ex he hopes the public never sees, how Michelle changed since Chicago days. Fox News, Media, 8.11.2023.
Socarides, Ch. – Beyond sexual freedom. Clinical fallout. American Journal of psychotherapy, 1976, 30, 3, 385-397.
Tosatti, M. – Quarracino: chi è Davvero o Jorge Mario Bergoglio. Intervista a Gloria Tv. (Quarracino: Who is the real Jorge Mario Bergoglio? Interview at Gloria tv). marcotosatti.com/author/wp 1.9.2022.
van den Aardweg, G.J.M. – Homosexuality and biological factors: Real evidence—none; misleading interpretations: plenty. The NARTH Bulletin, 13, 3, 19-28.
Van den Aardweg, G.J.M. – On the origins and treatment of homosexuality. New York: Praeger Publishers, 1986.
Van den Aardweg, G.J.M. – The battle for normality. San Francisco: Ignatius Press, 1997.
Van den Aardweg, G.J.M. – On the psychogenesis of homosexuality. The Linacre Quarterly, 2011, 78, 3, 330-354.
Van den Aardweg, G.J.M. – Science says No: The gay “marriage” deception. [vedi] Castle mitchell South, Athy, Kildare (Eire). 2015.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
(ora che sono sola ne ho più bisogno)
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Accurato analisi. Qualcuno faccia avere a Santa Marta!
RispondiEliminaMa chi lo ha fatto sacerdote a questo uomo?
Caro amico 9:40, forse saprà che il suo vescovo respinse la proposta della sua nomina a Vescovo, elencando i suoi difetti e la sua doppia personalità, ambigua e vendicativa. Però fu promosso egualmente, forti pressioni della massoneria ecclesiastica, che aveva bisogno di gente simile per attuare il suo diabolico progetto di autodemolizione della Chiesa dall' interno. "Un papa secondo i nostri bist" si auspicavano i massoni carbonari ottocenteschi nelle loro "Istruzioni per l'alta vendita".
EliminaPremesso che giudico negativamente l'eccessivo interesse del Papa per l'omosessualità, non mi piacciono le sue contraddizioni, la sua pastorale, lo scarso interesse per i veri temi di Fede e la conseguente decadenza della Chiesa Cattolica.... ma sulle diagnosi psicologiche ci andrei molto cauto per il semplice motivo che la psicologia è una scienza poco medica e molto filosofica. Gli psicologi non hanno prodotto studi che possano standardizzare una diagnosi o una terapia, esistono molte scuole di pensiero e se si chiede l'opinione di 20 psicologi si avranno 20 diagnosi e 20 approcci terapeutici differenti.
RispondiElimina« Ma chi sono io per giudicare ? » — Tout était dit, non ?
RispondiEliminaCome ex studente di Giurisprudenza non posso che trovare una motivazione politico-giuridica alla domanda del titolo: Come parecchi politici, cerca consenso.
RispondiEliminaPiccole impressioni di vacanza: sono stato a Messa, stamattina presto, in una piccola chiesa di montagna (non è stata fortuna, lo sapevo in anticipo) e ho notato che, a differenza di molte altre simili che avevo visto, a questa è stato del tutto tolto l'altare per il V.O., non so quando sia accaduto (forse a causa del terremoto del 1976?), non ho chiesto, e dentro era tutta bianca, uniche macchie di colore il portellino del tabernacolo e il crocifisso ligneo; tuttavia sospetto che il Vaticano II non c'entri, dovevano essere solo motivi di costi: è officiata una volta a domenica, e pure ad un'ora poco attraente, solo da Pasqua a ottobre, neppure a Natale! Oggi era l'unica apertura infrasettimale.
Quanti eravamo? Nove, sacerdote compreso (e un altro era quello che l'ha accompagnato fin lì e ha aperto e poi richiuso la chiesetta). Le ostie le aveva portate il sacerdote stesso e poi le non consumate (comunicati in quattro, io no, mia moglie sì) le ha riportate alla parrocchiale. Trovata una Messa molto intima.
"Come ex studente di Giurisprudenza non posso che trovare una motivazione politico-giuridica alla domanda del titolo: Come parecchi politici, cerca consenso."
EliminaEsatto!
Oltre a rispondere all'Agenda 2030 di Davos
Non si recita più a fine Messa
RispondiEliminaSancte Michael Archangele,
defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus,
supplices deprecamur:
tuque, Princeps militiae caelestis,
satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute, in infernum detrude.
Amen
Sono abbastanza d'accordo con il commento del sig. Marcello e aggiungo : attenzione (caro psichiatra) al giudizio temerario, entrando nella coscenza di una persona. Si tratta di un peccato ! Inoltre tutti i ressataprofessionisti seri in materia, insegnano che certe "diagnosi" non si fanno per impressioni e apparenze esterne o per sentito dire, ma avendo contatto diretto e prolungato con la persona interessata anche se è il papa.
RispondiEliminaNon c'è giudizio temerario... Basta riandare a leggere le testimonianze di gesuiti riportate da Mons. Viganò ed altri sugli abusi commessi da Bergoglio in persona, in qualità di superiore gesuita, su di un novizio a Cordoba...
EliminaGiudizio temerario, di contro, pur nella supposta buona fede, può essere anche quello di colui che accusa qualcun altro di "giudizio temerario". Le accuse lasciamole fare al 'nemico'; noi atteniamoci ai fatti, come quelli di Cordoba. E una diagnosi clinica rimane sempre una ipotesi, possibile e benvenuta quando si attiene ai fatti.
Sono abbastanza d'accordo con il commento del sig. Marcello e aggiungo : attenzione (caro psichiatra) al giudizio temerario, entrando nella coscenza di una persona. Si tratta di un peccato !
RispondiEliminaDallo studio pubblicato non emerge in alcun modo l' "entrare nella coscienza si una persona".
Uno studioso, però, può offrire la sua esperienza e la sua competenza per ipotesi di scuola attendibili soprattutto in ragione della enorme quantità di atti fatti parole e indizi scodellati a iosa dalla persona in esame.
E ciò non per partito preso o per velleità di sorta, ma per l'influenza, l'autorità e i corrispondenti danni che ne derivano per le anime...
A me invece sembra proprio di si. Lei non considera che lo psichiatra in questione è un credente e dunque dovrebbe sapere che anche se si tratta di "ipotesi di scuola" bisogna stare attenti quando vengono formulate in pubblico, all'indirizzo di un sacerdote, di un vescovo o addirittura, come in questo caso, del papa per i gravi motivi che ho già detto. Non è professionale ne corretto agire così, quando non se ne ha assoluta certezza. Si puó fare una critica, ma sempre nei limiti della carità e senza dare giudizi categorici non provati.
EliminaMa, senza star lì a questionare del dettaglio, i motivi addotti da me (la salvezza delle anime) non sono altrettanto se non più gravi?
EliminaInoltre, più che categorico lo trovo logico e, dove c'è logos non manca la carità...
La carità non prescinde dalla verità. E, poi, è stata fatta un'ipotesi non è stata emessa una sentenza!
Le sue tendenze politiche, piuttosto che religiose, erano note da tempo, il rapporto Kolvenbach lo spiegava molto bene, ma è sparito in fretta e forse mai arrivato in Vaticano, non giriamo intorno al problema, lui sta lì perché faceva comodo a lorsignori, che sia in effetti
RispondiEliminapiu o meno papa, interessa a nessuno se non a coloro cui sta a cuore il bene della Chiesa, l'altra è gia ai saldi di fine stagione.Buona festa dell'Assunta a tutti.
"Accusare di mancanza di serietà il dr. Aardweg, che ha un'esperienza di cura degli omosessuali che dura da parecchi decenni, mi sembra alquanto azzardato. Il comportamento dell'attuale papa è indubbiamente quello di chi vuole favorire in ogni modo il mondo lgbt. Usa e ha fatto usare lo stesso loro linguaggio, cosa tanto più grave per un papa. Questo è un indizio di appartenenza alla "galassia".
RispondiEliminaCirca i tratti della personalità. La personalità dell'omosessuale aggressivo e dominatore, quelli che san Paolo chiamava "masculorum concubitores", i sodomiti insomma, cioè i seduttori e violentatori di fanciulli e ragazzi (vedi le vicende biografiche riportate in alcune note), mostra, questa personalità, quei determinati aspetti che si designano con termini quali egocentrismo, impossibilità di amare e agire per spirito di carità, insomma un ego ipertrofico che vuole imporsi senza discutere e comunque dominare. L'omosessuale non è solo l'effeminato, quello che i Latini chiamavano "mollis", facente la parte della donna (il termine è usato anche nel testo latino di san Paolo, che appunto distingue tra "molles" e "masculorum concubitores" proprio per far capire che il peccato contronatura coinvolge tutte e e due le parti in causa e non solo quella "passiva" - come erroneamente ritengono in tanti).
Bergoglio mostra quei tratti aggressivi o no? Cerca forse di convincere i tradizionalisti che vogliono restare fedeli alla antica Messa, con un minimo di argomenti, di carità? Li ricopre di insulti, di epiteti. Fosse per lui ci manderebbe al rogo.
Si dirà: ma non tutti gli egocentrici ed egoisti sono omosessuali! Dov'è il nesso? Il nesso è appunto nella prassi
di Bergoglio, visto che siffatta personalità egocentrica e prevaricatrice appartiene a uno che manifesta una chiara e continua simpatia per il mondo lgbt e i suoi "valori", che cerca di favorire in tutti i modi, come se vi appartenesse.
Si tratta di un tipo di personalità aggressiva e prevaricatrice che il dr. Aardweg ha incontrato sicuramente molte volte nella sua lunga esperienza di cura degli omosessuali.
Z
Il Signore conosce il cuore di ognuno di noi ed un giorno ci giudicherà con carità e giustizia.Leggendo la Bibbia quando si parla di alcuni Re di Israele c'è scritto:fece ciò che è male aglio occhi del Signore.I membri della potentissima Mafia di San Gallo fecero bene o male agli occhi del Signore? E noi?
RispondiEliminaSpiace un po' vedere un articolo come questo pubblicato nel giorno dell'Assunta perché infonde parecchia tristezza. In ogni caso è evidente come, in questo groviglio di informazioni che ci investono quotidianamente, il nemico riesca a nascondere bene le proprie tracce. E così nella chiesa abbiamo il tutti contro tutti. Di questo occorre essere consapevoli per non ingannarsi, pensando che una analisi psicologica dia il quadro completo di un essere umano. Perché non è così, c'è la Grazia. Se si dimentica la Grazia si dimentica la Provvidenza e una volta dimenticata la Provvidenza tutto è politica e oppressione, potere e catene. Il problema, più che nella personalità (che senz'altro è determinate , non fraintendetemi) è nel fatto che qui si pensa la Chiesa come qualcosa di "proprio" di cui si può disporre a piacere. Pensiamo solo alla pioggia di uscite contraddittorie a cui ci abituati il Papa. Tutto è come un gioco (di potere); che si favorisca una lobby piuttosto che l'altra è una conseguenza terminale dello smarrimento generale che interessa la Chiesa tutta nella sua gerarchia. E che le lobby siano così infiltrate è dovuto al fatto che ad un certo punto la fede si è spenta e l'uomo ha rimpiazzato il Signore. Non dovremmo nemmeno pensare che altri alti dirigenti di altri ambienti lavorativi, seppur eterosessuali, non si comportino nel medesimo modo. Il problema è il potere. E la dimenticanza della Verità.
RispondiEliminaF
Forse ne ho già scritto, ne riscrivo per dare un'altra prospettiva. Non ho letto tutto lo scritto in questione quindi parlo di altro. Secondo l'esoterismo il nostro corpo fisico è compenetrato da altri corpi che non vediamo, quello vitale, quello legato al sentimento e quello spirituale. E questi 4 corpi li abbiamo tutti, ma con differenze: l'uomo è più potente nel corpo fisico ed in quello spirituale; la donna è più potente nel corpo vitale e nel corpo del sentimento. Come ognuno di noi è diverso nel corpo fisico così lo è negli altri corpi; come il nostro corpo fisico migliora o peggiora secondo il tipo di vita che conduciamo così parimenti ne risentono gli altri corpi che si rafforzano o si indeboliscono. E così per tutte le qualità e le debolezze che abbiamo e che sono tipiche di questo o quel corpo, ma senza nessuno schematismo. Di solito un medico oltre ad avere un interesse per il benessere del corpo fisico ha anche lui stesso un corpo vitale forte, ma non è una regola di solito fa leva sul suo corpo spirituale forte. Le variabili sono infinite e variamente equilibrate o squilibrate secondo le vicende della vita e secondo il come si sono affrontate.
RispondiEliminam.a.
Mi è tornato in mente un particolare della sua gioventù, quando fu buttafuori in un locale notturno. Ricordo bene?
RispondiEliminam.a.
Mi trovo completamente d'accordo con l'analisi dell'ottimo psichiatra olandese Gerard van den Aardweg che, per chi non lo sapesse, ha dedicato tutta la sua vita allo studio e alla cura dell'omosessualità. Ha scritto vari libri sull'argomento e vi assicuro che è una persona di grande onestà intellettuale e di grande serietà. E' stato anche criticato dalla lobby omosessualista per le sue convinzioni e le sue conclusioni ineccepibili. Anch'io ho letto un suo libro e devo dire che il suo articolo su Bergoglio ha davvero centrato la questione. Suggerisco a chi avesse tendenze omosessuali o lesbiche e vuol fare chiarezza nella sua vita di leggere le opere di questo psicologo. Segnalo questo libro:
RispondiEliminaGerard van den Aardweg Omosessualità e speranza - Terapia e guarigione nell'esperienza di uno psicologo - Edizioni Ares (seconda edizione 1999).
Se il buttafuori era proprio lui bisogna allora fare un paio di annotazioni: una generale ed un'altra particolare. Quella generale è la diversità tra il facchino ed il buttafuori, il facchino, qualsiasi facchino, sa che ha forza bastante per spostare casse e scatoloni anche molto pesanti, il buttafuori deve esercitare la sua forza con un altro uomo un po' brillo e/o attaccabrighe. L' annotazione particolare riguarda la scelta. Trovare lavoro come facchino è molto più facile e sicuro che non il buttafuori. So di un giovane che in una certa ditta entrò come facchino, ragazzo laborioso, attento , non chiacchierone, che passo passo divenne poi l'amministratore di quella stessa ditta. Forse quello di cui parliamo fu buttafuori per un mese e basta, non lo so. Personalmente ritengo migliore esercitare il mestiere di facchino.
RispondiEliminam.a.
Trovo questo articolo illuminante, non per l' ipotesi sulla possibile omosessualità di Bergoglio, comunque molto interessante e plausibile, ma per la trattazione generale del tema, cioè il dogma della normalizzazione dell' omosessualità
RispondiEliminaA chi ha visto nell' articolo un "giudizio temerario", evidenzio che l' autorevolezza in materia dell'autore è indiscutibile e che, da studioso serio, non ha formulato nessun giudizio, né scientifico, né morale sulla possibile personalità omosessuale di Bergoglio, ma solo un' ipotesi basata su numerosi elementi di fatto derivati dai suoi studi di comprovata attendibilità, anche se denigrati o censurati dall' ideologia dominante.
In linguaggio giuridico, ha esposto una teoria sulla base "indizi gravi, precisi e concordanti" che vanno in quella direzione, cioè una prova indiretta.
A mio avviso, però, per noi profani e fedeli cattolico, non conviene trattare questo argomento nelle conversazioni con amici e parenti, essendo un "campo minato", sia per la censura pubblica di questi studi, sia per la conseguente ideologia omosessualista dominante, anche in persone insospettabili che danno per scontata la normalità dell' omosessualità, sia per il fatto che riguarda il Papa, e non è necessario ricorrere alla sua possibile omosessualità per riconoscere il distacco del suo pontificato dalla sana dottrina della Chiesa cattolica.
Aloisius
Nella mia esperienza sono proprio amici e parenti, scandalizzati da Bergoglio, che vengono a chiedere lumi su di lui... Credo che la soluzione non sia buttare la '''polvere" sotto il tappeto ma affrontare tutti i vari argomenti con dati oggettivi, provenienti dalla sana dottrina cattolica. E anche sulla persona e personalità di Bergoglio mi sembra controproducente fare una ipocrita difesa d'ufficio. Pane al pane, vino al vino. Cristo ci ha insegnato il "SÌ SÌ, NO NO". Questa dovrebbe essere la nostra regola, sempre e comunque.
EliminaRitenevo da evitare solo l' ipotizzata omosessualità di Bergoglio
EliminaAloisius