Gli strabici che vedono solo le violazioni russe
Sono trascorsi due anni e mezzo dall’invasione russa in Ucraina. La Russia sta lentamente vincendo con una strategia difensiva che tende a risparmiare uomini e a logorare l’avversario, focalizzandosi fino a oggi su obiettivi militari e infrastrutture civili. La posizione occidentale è cambiata innumerevoli volte, cancellando le linee rosse che si era via via autoimposta.
Con la metafora della rana bollita, Noam Chomsky ha richiamato una tecnica intesa a addormentare l’opinione pubblica per farle accettare gradualmente quello che sarebbe stato difficile imporre all’inizio del conflitto. Vi immaginate se la Nato avesse proposto nel febbraio del 2022 di rispondere all’invasione russa con mercenari e truppe sul territorio, oppure guidando con l’intelligence operazioni terroristiche di aggressione alla Russia? Forse la società civile si sarebbe svegliata dall’usuale torpore.
Leggo gli editorialisti dei giornali principali. Credo nel dialogo, non nei muri ideologici. Dubito che essi leggano gli editorialisti del Fatto che si ostinano a chiamare “filoputiniani”. Tenterò in particolare di oppormi, a mo’ di esempio, al ragionamento portato avanti da Ezio Mauro su Repubblica, simile a quello di Paolo Mieli sul Corriere della sera e da altri analisti dei giornali più letti, inclusi alcuni miei ex colleghi: un ragionamento basato su alcuni dogmi pericolosi che vanno confutati.
Mauro scende in campo per convincere il lettore che non vi sia nulla di anormale nell’offensiva ucraina in territorio russo, malgrado sia provato che gli obiettivi siano civili e che in caso di pericolo la dottrina militare di Putin ammetta la risposta nucleare. Gli assiomi a cui Mauro ricorre sono molteplici. La Russia sarebbe colpevole di avere infranto il diritto internazionale invadendo l’Ucraina. Poiché crediamo nella razionalità, patrimonio universale dell’umanità, vorremmo chiedere allo stimato giornalista se la violazione delle frontiere da parte della Nato a Belgrado, in Afghanistan, in Iraq, in Libia avrebbe dovuto implicare armi, addestramento militare, mercenari e scesa in campo dell’intelligence da parte di Cina e Russia a favore di quei Paesi aggrediti. Vorremmo anche chiedergli se l’ordine internazionale si viola soltanto oltrepassando le frontiere di uno Stato sovrano.
L’espansionismo della Nato ai confini della Russia, unico Paese escluso dalla sicurezza collettiva, non calpesta l’indivisibilità della sicurezza in Europa sancita dai principi di Helsinki e traslata nella Carta di Parigi dell’Osce?
Ancora vorremmo chiedergli se l’ingerenza negli affari interni di un altro Stato, proibita dagli accordi di Helsinki, non sia stata dimostrata dal colpo di Stato a Kiev nel 2014 e dalla presenza militare ed economica angloamericana che ha man mano trasformato l’Ucraina in un’anti-Russia. Domandiamo inoltre come reagirebbe Washington a un’analoga operazione portata avanti da Mosca e da Pechino in Messico e se la sicurezza anche per gli americani, come la crisi di Cuba dimostra, non sia innanzitutto sicurezza territoriale. Infine gli vorremmo chiedere perché, come Merkel e Hollande hanno dichiarato, gli accordi di Minsk siano stati considerati un diversivo da non applicare e per quale ragione la neutralità dell’Ucraina sia un male per Kiev e per l’Europa.
Mauro paragona Putin a Hitler e giustifica quindi l’aggressione dell’Ucraina in territorio russo guidata dalla Nato come una guerra per la libertà europea e per la “pace giusta”. Come mai non si accorge della netta superiorità militare ed economica della Nato rispetto alla Russia, che esclude di fatto mire espansionistiche di Mosca in Europa? La Russia ha tassi demografici discendenti su un territorio immenso ricco di materie prime: perché mai vorrebbe procedere a conquiste territoriali? Se avesse voluto una guerra con i Paesi Nato, perché ci avrebbe supplicati fino al dicembre del 2021 di non includere l’Ucraina nella Nato?
Queste erano le domande di Ipazia rimaste senza risposta. Rimane la questione cruciale: per il bene dei nostri figli e nipoti, non dovremmo negoziare senza pregiudizi ideologici una convivenza con Mosca basata su neutralità dell’Ucraina, applicazione degli accordi di Minsk in modo da favorire ampie autonomie regionali e linguistiche, referendum nel Donbass, nell’ambito di una nuova architettura di sicurezza che implichi la fine delle sanzioni occidentali e della mentalità da Guerra fredda? Vogliamo invece rischiare un conflitto nucleare che colpirebbe innanzitutto l’Europa, in primis l’ Italia?
Cari Mauro, Mieli, Quirico, [ perché non aggiungere Meloni, Crosetto, Taiani? - ndr] per favore in nome dell’umanità, dell’onestà intellettuale e dell’integrità morale di cui disponete, potreste rispondere a questi semplici quesiti? Mi pare impossibile che il mantenimento della pax americana vi porti a sacrificare i popoli più deboli e i vostri stessi figli. (Elena Basile)
Mamma ed io con lei, ha acceso il televisore e sorbisce, col primo caffè, le news: Kiev sta vincendo la guerra, la Russia occupata delle truppe di Zelenskji, centinaia di russi catturati ogni giorno, il vaiolo delle scimmie un pericolo globale, un caldo infernale e tempeste furiose stanno devastando l’Italia… Immagini: soldati a terra sdraiati, carri armati in fiamme, mani nere coperte di bubboni, fiumi di grandine e acqua scorrono per le vie cittadine…
RispondiEliminaCi prendono tutti per cretini!
Caro amico 14:41, l'antidoto a tali demenzialità è semplice,: butti il televisore, lo metta in cantina in attesa di tempi migliori, oppure lo usi solo come monitor per il computer, fisso o portatile, e i giornali li usi per pulire il cesso, o come fondo per i bidoni dell' immondizia, problema risolto...buona setata
EliminaIl deputato di più Europa, Benedetto Della Vedova dice che i giornalisti devono essere messi in condizione di fare il loro prezioso lavoro e non minacciati. Pensavo si riferisse a quanto avviene a Gaza, invece, stranamente, si riferisce alla possibile azione penale russa nei confronti di due giornalisti Rai.
RispondiEliminaAntonio Margheriti:
RispondiEliminaINAUGURANO IL TEMPIO DI SATANA IN BRASILE
Gli abitanti si ribellano, i politici nicchiano, i tribunali provvisoriamente bloccano, fatto è che a farsi sentire sono quei diavoli peggiori degli evangelici, una longa manus degli USA e della CIA, tace la chiesa cattolica impegnata a occuparsi di ecologia e diritti gender usufruendone il più delle volte
Nel Medioevo e anche molto oltre, dinanzi ad atti eversivi dell'ordina sociale e naturale, i cittadini si riunivano e decretevano di far fuori senza complimenti il provocatore: adesso ricorrono ai tribunali, che ovunque è ormai notorio sono il braccio armato dell'eversione dell'ordine naturale stesso.
Vanno bruciate e distrutte queste cose, e i responsabili uguale
Quando è saltato il gasdotto che collegava la Russia all'Europa, un coro di prezzolati accusò immediatamente Putin del sabotaggio. Eppure quale interesse avrebbe avuto Mosca nel sabotare un'opera costata miliardi che permetteva la vendita del gas russo all'Europa? Appunto, nessuno. Quando il premio Pulitzer Seymour Hersh rivelò che si è trattato di un'operazione ordinata dalla Casa Bianca e orchestrata dalla CIA, lo accusarono di demenza. Oggi gli stessi giornali ci raccontano che fu un'operazione ucraina (e figuriamoci se non è stata condotta con il benestare e l'aiuto logistico americano), che Zelensky sapeva (poi che non sapeva), etc etc. L'identità del colpevole è assodata, e se un giorno qualcuno sarà punito non sarà certo il mandante. L'unica cosa chiara è che quell'operazione mise fine a ogni prospettiva di ripresa del legame economico tra Russia e Europa nel breve termine, spingendoci ad acquistare - a carissimo prezzo - il gas proprio dagli USA.
RispondiEliminaCit. Stefano Rocca
RispondiElimina«Gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di consegnare all'Ucraina i missili da crociera JASSM... il che significa che probabilmente è già successo. Sospetto che l'attacco di quattro missili “Storm Shadow” sulla Crimea di qualche settimana fa - dopo mesi senza vederli - fosse in realtà un test di JASSM.
I russi spesso non sanno esattamente che tipo di munizione nemica stanno abbattendo e quindi riportano una “best guess” su ciò che hanno ingaggiato, e il JASSM è molto simile nell'aspetto e nelle prestazioni allo Storm Shadow. Ricordiamo che per un certo periodo i russi hanno dichiarato di aver abbattuto i missili balistici ucraini “Grom”, mentre in realtà stavano colpendo dei SAM S-200 convertiti. Non è una scienza esatta senza recuperare e analizzare i detriti dei missili.
Perché ora? Per diversi motivi:
1. L'Ucraina è probabilmente di nuovo a corto di armi deep strike. Lo Storm Shadow è scomparso dal campo di battaglia mesi fa. Gli ucraini hanno sparato qualcosa come un terzo del numero totale di ATACMS mai prodotti da quando hanno iniziato a riceverli e gli Stati Uniti non possono fare ulteriori rifornimenti. I tedeschi si rifiutano ancora di consegnare i Taurus. Gli armeni hanno consegnato solo un numero esiguo di Tochka. Il programma di droni della polizia è una barzelletta. L'AFU ha quindi bisogno di una nuova fornitura di missili per mantenere la capacità di base.
2. In relazione al punto 1, l'Ucraina ha probabilmente esaurito i vettori Storm Shadow. Storm Shadow/SCALP-EG è stato integrato solo su un piccolo numero di velivoli, tra cui i Su-24 ucraini, ma non i loro nuovi F-16 o qualsiasi altro velivolo gestito dall'UAF. Secondo quanto riferito, l'intera flotta di Su-24 è fuori uso, non è certo che possano impiegare lo Storm Shadow neanche se avessero i missili a disposizione. Il JASSM, nel frattempo, è già integrato negli F-16.3. È la stagione delle elezioni negli Stati Uniti e i democratici sembrano pensare che l'Ucraina sia un paese vincente. Dato lo stato d'animo generale di questo Paese, dubito fortemente che qualcuno si presenterà a votare per dare al Presidente a vita Zelensky altri soldi dei contribuenti da sottrarre, ma aspettarsi che l'Amministrazione Biden abbia un secondo cervello in politica estera è evidentemente una richiesta eccessiva. In ogni caso, il JASSM non è un'arma che cambia le carte in tavola: le sue capacità sono molto simili a quelle dello Storm Shadow e i russi ne hanno assorbito centinaia con effetti poco evidenti sulla loro macchina da guerra.
Esiste una variante a lungo raggio del JASSM con un raggio d'azione pubblicizzato di quasi 1.000 km, ma come tutti i missili pubblicizzati, sospetto che questo dipenda molto da un profilo di missione ideale e che lunghe penetrazioni a bassa quota riducano il suo raggio d'azione a una frazione di tale valore. E se vogliamo dare all'Ucraina dei JASSM-ER, allora... guardate, diamo tutti il benvenuto a Taiwan come 23esima provincia cinese.»
Mettere il governo italiano di CD sullo stesso piano dei giornaloni infeudati agli americani mi sembra poco onesto, dal momento che il governo italiano si è finora dissociato dall'offensiva ucraina in territorio russo.
RispondiEliminaUn nigeriano si aggira in mezzo a Bolzano con un machete.....e poi viene finalmente bloccato dalla polizia, leggo da Rai news. Sarà il caldo che fa scambiare il suolo patrio per l'Africa.
RispondiEliminaLukascenko voce di speranza , ora non deve prendere aerei e attento a quello che gli danno da mangiare
RispondiEliminaAnonimo delle 17:10: il governo italiano, infoiato di atlantismo e di servilismo verso gli USA, non si è affatto dissociato dall'aggressione ucraina alla Russia. Ha semplicemente supplicato con voce sommessa Kiev di non usare armi italiane per l'invasione. Mosca ha subito pubblicato il video di un blindato italiano (anche se qualcuno ha detto che era canadese) distrutto dai russi nella regione invasa. Quindi gli appelli del nostro ministro degli esteri al presidente illegittimo (è scaduto a maggio) Zelensky e al governo golpista ucraino sono semplicemente ridicoli.
RispondiEliminaSilente
Non tanto fuori tema, consiglio un passaggio sul sito tutela rurale.org a leggere alcuni interventi sull'emergenza orsi in Trentino, che in realtà si configura come un'emergenza democratica e civile, perché ne va della convivenza e della vivibilità dei residenti.
RispondiEliminaUnione europea, Provincia di Trento, burocrazie varie, queste sono le leve del potere, tutti gli altri, poveri cittadini, anzi valligiani, non contano. Nulla di particolare contro gli orsi, ma l'importanza di capire che il Trentino è una cavia da laboratorio.
Vedi anche il sito:
EliminaRuralpini
m.a.
Il mio vecchio parroco spesso citava, tra i guastatori della vita sociale, i pazzi lucidi. Ora invece siamo nelle mani di pazzi criminali. Questo impazzimento criminale diffuso da dove nasce? Credo che nasca nella mente umana quando la verità viene soffocata dalla menzogna, il male spacciato per bene e si pretende poi di cancellare le conseguenze del mal fatto e detto ammazzando singole persone o più persone con stragi più o meno mirate o con guerre devastanti seppellitrici di ogni vita, della verità e di ogni via di salvezza per gli stessi criminali pazzi causa folle superbia demoniaca.
RispondiEliminam.a.
Chapeau, caro m.a., chapeau !
EliminaL'ottimo Gianandrea Gaiani oggi su NBQ riprende il tema del gasdotto North Stream sabotato e analizza i veri responsabili dietro il più grave atto terroristico e di guerra contro la Germania e l'Europa dopo la seconda guerra mondiale. Da leggere con attenzione. Oggi paghiamo il gas il quadruplo, come ha detto Tabarelli a La Verità. E tutti zitti ci beviamo le frottole del sabotaggio esclusivamente ucraino. Vergogna!
RispondiEliminaDa cialtronlandia per il momento è tutto.
RispondiEliminaContare i ricorsi pendenti avanzati dagli avvocati di decine di imprenditori russi, più prosaicamente chiamati oligarchi e considerati frettolosamente «facilitatori» dell'invasione dell'Ucraina, richiederebbe un pallottoliere piuttosto capiente.
La giustizia Ue ha iniziato infatti a dar ragione ad alcuni di essi.
E il rischio di un potenziale effetto valanga che annulli certe sanzioni ora preoccupa le autorità di Bruxelles; tanto che si sta cercando di rinforzare l'apparato giuridico con nuovi esperti. E c'è chi nota che le «punizioni» abbiano generato un effetto boomerang: piccoli e grandi magnati residenti da anni in Europa, i cui legami con Putin spesso non andavano al di là di sospetti o articoli di stampa, sono obtorto collo rientrati in Russia, riportando cospicui capitali nella Federazione vista la scure di Bruxelles; che ha optato per la criminalizzazione di chi faceva affari e pagava le tasse.
Prove difettose, dubbi e «falle», a cui il nuovo governo dei 27 potrebbe dover porre rimedio.
Il vaso di Pandora si è aperto lo scorso aprile, quando la Corte di Giustizia Ue ha dato ragione al co-fondatore di Alfa Group Mikhail Fridman (miliardario che ha trascorso l'ultimo decennio a Londra prima di tornare recentemente a Mosca) ordinando per lui e per il socio Petr Aven la revoca delle sanzioni: rilevata l'insufficienza delle prove su coinvolgimenti nell'invasione dell'Ucraina, non avrebbero dovuto essere nella lista nera, per la Corte.
Fridman, nato peraltro in Ucraina, aveva pure velatamente criticato l'azione di Putin a Kiev. Eppure restano sanzionati perché l'aggiornamento dei criteri con cui considerare ogni grande imprenditore russo potenzialmente pro-Putin sono aggiornati solo semestralmente. Gli errori di valutazione riconosciuti dalla Corte minano però il complesso della strategia. Due linee si stanno «scontrando» a Bruxelles: da un lato il pressing affinché i 27 smettano d'agire d'imperio; dall'altro chi si preoccupa di non dare assist allo zar che ha preso a pretesto le falle per sostenere come l'Ue stia agendo ideologicamente e non in punta di diritto.
Fino al 2023, il tagliafuori aveva tenuto: vedi il caso di Dmitry Pumpyanskiy, ex re dell'acciaio, e della moglie Galina Evgenyevna. Pure loro, ricorso. A settembre il tribunale Ue gli aveva dato torto.
Ma il 26 giugno la Corte Ue ha ordinato la cancellazione dalle sanzioni e detto che bisogna pure pagargli le spese processuali.
C'è chi chiede di rivedere sanzioni come quelle contro Moshe Kantor, uomo d'affari russo-israeliano ed ex presidente del Congresso ebraico europeo (EJC), rinnovate nonostante errori nel dossier.
Poi ci sono i parenti degli uomini di affari: come la sorella di Alier Usmanov, uno dei primi a esser colpito, noto tra le altre cose per aver finanziato a Roma restauri valsi a lui nel 2016 l'Ordine al Merito della Repubblica Italiana
. Usmanov è sotto inchiesta in Germania, ma dopo due anni non ci sono state prove di attività criminale. L'altra sorella Usmanov, Gulbakhor Ismailova, ginecologa, è ancora sotto sanzioni perché era beneficiaria prima del 2022 in due trust di famiglia istituiti dal fratello anni prima. L'avvocato di Ismailova ha dichiarato che lei ha rinunciato per sempre a ogni beneficio accusando l'Ue di «abuso di sanzioni senza giustificazione legale». Il dilemma Ue ora è come (e se) proseguire nel solco tracciato da Von der Leyen.
O «proteggersi» dalla pioggia di ricorsi e con più attento screening mirare profili davvero «putiniani».
Pure l'ex patron del Chelsea Roman Abramovich ha chiesto la cancellazione delle sanzioni e un rimborso da 1 milione di euro. Ha perso in prima battuta.
Altri hanno già rimpatriato miliardi, in una tendenza che ha rafforzato l'economia di Mosca e consolidato il sostegno delle élite attorno a Putin.
Il contrario di ciò che le sanzioni si proponevano di ottenere.
Silente filorusso a prescindere
RispondiEliminaVeramente il ministro della difesa Crosetto ha detto subito che questa offensiva avrebbe allontanato le prospettive di pace, mostrando disappunto. Poi c'è stata mi pare una dichiarazione del ministro degli esteri Taviani, nella stessa direzione. Tant'è vero che è cominciata una campagna di stampa contro il governo di CD per spingerlo ad allinearsi alla posizione della UE in proposito.
Il blindato italiano distrutto dai russi.
RispondiEliminaDovrebbe essere il Lince, che ha dato buona prova in Afghanistan. Ma dal filmato non sembra un Lince a meno che gli ucraini non l'abbiano modificato. Assomiglia appunto ad un similare mezzo canadese. Più di un anno fa tra i mezzi nemici distrutti i russi esposero il relitto di un Lince. Non è comunque con questi blindati leggeri che si vince la guerra.
Il vero problema e il fatto che ci si sta avvicinando a grandi passi alle elezioni americane. L'oggetto da manipolare e' il popolo statunitense che deve credere , per poter votare Kamala, di star combattendouna guerra che e' possibile vincere.
RispondiEliminaMa quali sabotatori UA erano angloamericani specialisti nei sabotaggi, ma scusate, avete visto i video di VZ che sembrano girati in studio? Trincee finte, sacchi di sabbia numerati, lui con barbetta sfilata da stilisti parrucchieri ed altre idiozie che puzzano di Hollywood come il penoso spot olimpico di Cruise a Parigi, ma vi sembra plausibile che avanzino per 80 km in territorio russo senza trovare resistenza,anzi trovano gente con bandierine giallo blu che inneggiano all'Ucraina? Sveglia gente che qui finisce male per i boccaloni.
RispondiEliminaGuarda caso, dopo il guasto in volo all'aereo di Trump, lo stesso succede a quello del vice. Dopo una infinità di incidenti in giro per il mondo, che hanno coinvolto esponenti antiglobalisti e nessun neocon
RispondiEliminaUfficialmente tutti i paesi occidentali dicono che non sapevano nulla dell’offensiva ucraina nel Kursk. Ammettiamo che sia così: questo vorrebbe dire che l’Ucraina si comporta come uno stato canaglia, contravvenendo agli impegni presi in cambio delle armi. Significa che non possiamo fidarci quando dicono che non userebbero gli F16 per colpire in Russia, che non possiamo garantire che non potrebbero dare fuoco ad una centrale nucleare per creare un casus belli, che non siamo certi che non potrebbero inscenare un attacco russo in un paese nato per trascinare quest’ultima in guerra. E il fatto che siano inaffidabili lo dimostra anche il loro coinvolgimento, ormai acclarato, nel sabotaggio del North Stream, sempre - apparentemente - all’insaputa e a danno dei loro stessi alleati. Insomma, non proprio degli amici per cui impegnarsi anima e corpo. Se invece tutto questo è avvenuto, come io sospetto, con il benestare degli alleati, significa che al comando ci sono degli irresponsabili che pensano che aprire un minuscolo secondo fronte dentro un paese enorme come la Russia sia un gioco che vale la candela. Far fare una brutta figura a Putin e dimostrare che nonostante la scarsità di uomini, l’Ucraina e’ ancora in grado di combattere. Solo che in questo caso, la candela con cui stanno giocando assomiglia pericolosamente ad un candelotto di dinamite che rischia di esploderci in faccia.
RispondiEliminaPerfino il giornale online Il Post, che è di sinistra moderata (p.es. non ha mai dato del "fascista" al governo), ha osservato che gli Ucraini hanno sfondato verso Kursk ma si sono fatti sfondare ne Donbass. Quindi hanno tolto uomini da una parte per usarli da un'altra. Inoltre è stato l'unico a dire che l'Ucraina ha usato nello sfondamento carri armati di fornitura britannica. Altri hanno messo l'accento sul fatto che hanno fatto prigionieri soldati russi di leva di 18-19 anni, dicendo che la Russia sarebbe a corto di soldati. Ma questo non significherebbe solo che la Russia non pensava ad un'invasione del suo territorio? Ora impareranno a non fidarsi delle promesse di certi paesi.
RispondiEliminaFABIO MINI: NON È STATO PUTIN A INIZIARE LA GUERRA,
RispondiEliminaL'OCCIDENTE SCORDA IL MASSACRO DEI RUSSI NEL DONBASS
E I MILIARDI SPESI PER ARMARE I NEONAZISTI UCRAINI
Fabio Mini: «Il falso è che la guerra sia cominciata con l’invasione russa dell’Ucraina. Questo in realtà è un atto nemmeno finale di una guerra tra Russia e Ucraina cominciata nel 2014 con l’insurrezione delle provincie del Donbass poi dichiaratesi indipendenti. Da allora le forze ucraine hanno martoriato la popolazione russofona ai limiti del massacro e nessuno ha detto niente. Per quella popolazione in rivolta contro il regime ucraino non è stata neppure usata la parola “guerra di liberazione o di autodeterminazione” così cara a certi osservatori internazionali. E’ bastato dire che la “Russia di Putin” voleva tornare all’impero zarista per liquidare la questione».
«L’ipocrisia è l’atteggiamento della propaganda occidentale pro-Ucraina che, prendendo atto che esiste una guerra, finge di non sapere chi e che cosa l’ha causata e si stupisce che qualcuno spari, qualcun altro muoia e molti siano costretti a fuggire. Ipocrisia ancor più grave della propaganda è il silenzio omertoso di coloro che tacciono sul fatto che dal 2014 Stati Uniti e Nato hanno riversato miliardi in aiuti quasi interamente destinati ad armare l’Ucraina e migliaia di professionisti della guerra per addestrare e arricchire i gruppi estremisti e neo-nazisti».
Il generale Mini intervistato da L'Antidiplomatico:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-guerra_in_ucraina_invio_di_armi_e_propaganda_lintervista_del_generale_fabio_mini_a_lantidiplomatico/5496_45535/
"La novità è che il governo teutonico di Scholz ha deciso di tagliare i fondi destinati all'Ucraina e alla sua guerra voluta da Washington in funzione antirussa.
RispondiEliminaLeggiamo infatti sui principali e più venduti quotidiani nazionali che la Germania, per rispettare il proprio bilancio, ha preso questa decisione radicale. Non manca chi, come l'immarcescibile rotocalco turbomondialista "La Repubblica", sospetta apertamente che si tratti soltanto di una "scusa", con la quale la Germania sceglie di tirarsi indietro.
Sia quel che sia, non possiamo che approvare toto corde la decisione teutonica. Non solo ovviamente per il fatto, di per sé ovvio, che i soldi pubblici si possono e si debbono spendere meglio, magari investendo sulla sanità e sull'istruzione, anziché dilapidare i fondi per le armi e per la guerra.
Oltre a questo argomento di buon senso ve ne è un altro più specifico: se fino a qualche settimana fa poteva ancora sussistere qualche remoto dubbio, ora la maschera è caduta e con essa sono crollati anche gli ultimi dubbi residui. Come sappiamo infatti l'Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, ha attaccato e occupato il territorio russo, con ciò stesso rivelando che le armi offerte dall'Europa e in generale dall'uccidente vengono utilizzate in funzione offensiva, cioè appunto per muovere guerra alla Russia di Putin, come Washington richiede. A onor del vero, era già altamente discutibile la scelta di mandare le cosiddette "armi difensive" all'Ucraina, intanto perché difficilmente potevano essere intese come armi difensive quelle mandate (missili in primis), ma poi anche perché ovviamente mandare armi a una delle due parti in guerra significa già di fatto prendere parte alla guerra. Ciò che molte costituzioni europee non contemplano. Tra queste ovviamente quella italiana, che apertamente ripudia la guerra. Ebbene, giova sottolinearlo: la Germania in questo caso si è rivelata decisamente più saggia degli altri Stati europei. La nostra sventurata Italia continua in modo ignobile a supportare l'Ucraina del guitto di Kiev e dunque le ragioni di una guerra voluta dalla civiltà dell'hamburger con un solo scopo: far cadere la Russia di Putin, in quanto stato disallineato al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista e, di più, in quanto fortilizio del mondo multipolare sottratto alla presa della globalizzazione americano-centrica."
Cito e aggiungo:
Bisognerebbe attivarsi in percorsi diplomatici per porre fine a questa pericolosa escalation.
E, poi, bisognerà guardarsi dall'anima russa intrisa di messianismo, stando in guardia se dovesse prevalere.
Il problema è che l'occidente europeo condivide la decadenza di quello atlantico e non recupera la dua autonomia basata sulla sua identità storica e spirituale di paesi sovrani ma con un destino comune
Ma che bisogno c'è di gratificare sempe Zelensky di epiteti come guitto, burattino etc.? Possibile che sia così difficile esprimersi senza offendere?
RispondiEliminaA me Zelensky non è affatto simpatico ma usare sempre epiteti offensivi nei riguardi di una persona non mi sembra cristiano.
RispondiEliminahttps://www.ilmessaggero.it/schede/kursk_soldati_americani_offensiva_ucraina_chi_sono_cosa_sta_succedendo-8311802.html
RispondiEliminaLa solita ripugnante ipocrisia occidentale: già da PRIMA dell' invasione russa del Donbass "......membri del gruppo hanno iniziato ad apparire come “reporter” e “medici” nei punti caldi del Medio Oriente, dove hanno filmato scontri locali e aiutato i residenti e soldati feriti. I membri del FOG hanno fatto lo stesso in Ucraina anche prima dell’invasione russa su vasta scala. Alcuni membri del FOG, come scrivono i media americani, già nel 2018-2021 hanno fornito assistenza militare diretta all’esercito ucraino nella guerra con i separatisti filo-russi nel Donbass...".
Cioè supportando i gruppi NAZISTI come Azov, che in nome dell' "eroe" nazista Bandera hanno perseguitati e ucciso circa 15mila ucraini di origine e lingua russa.
Ora gli americani entrano a combattere sul territorio russo
"...Ma, sia chiaro, non fa parte dell'esercito statunitense...."
Francesco Agnoli
RispondiEliminaPochi giorni orsono segnalavo l' entusiasmo de Il Giornale ( quanto è scaduto da alcuni anni!) per l' imminente vittoria ucraina.
È già cambiato tutto, il successo si è rivelato un fallimento, cvd
Ma bisogna.
Bisogna continuare a rilanciare con l' arma decisiva, l' attacco decisivo, la controffensiva prossima ventura...solo così si tiene in piedi questa folle corsa al massacro .... dell' Ucraina.
Lo dico dall' inizio: Zelenskj ha iniziato come il duce, " vincere e vinceremo", e finirà appeso o fuggiasco, quando al suo popolo sarà chiara la folle avventura di questo comico divenuto improvvisamente un grande condottiero ( risum teneatis)
Antonio Margheriti
RispondiEliminaA IERI
Il ministro degli esteri svedese, Tobias Billström, si è dimesso improvvisamente, lasciando tutti di stucco: sino a ieri faceva le dichiarazioni missionarie di uno pronto a menare le mani ancora più forte contro la Russia, orgoglioso di aver riposto nel guardaroba dei cani duecento anni di neutralità della Svezia per farla diventare il 32° membro della NATO. È stato uno degli iniziatori più intransigenti della nuova corsa al riarmo e del nuovo corso russofobo dell’atlantismo del XXI secolo.
Sino a ieri.
Oggi, seguendo a ruota il suo omologo ucraino Kuleba, il capo della diplomazia svedese lascia non solo l’incarico, ma lascia anche il parlamento e la politica tout court: «ho cinquant’anni e voglio fare altro», ci comunica. Cosa voglia fare, non si sa. Come Forrest Gump, smette perché è “un po’ stanchino”.
Nessuno si fa domande. Nessuno gli fa domande.
Sino a ieri.
Gliele faccio io, oggi.
Dunque, sig Billström,
1) c’è per caso un legame fra queste sue dimissioni così inopinate e il bombardamento russo della scuola militare di Poltava, dove sono morte decine di addestratori militari stranieri?
2) le risulta che molti questi addestratori fossero proprio svedesi, impegnati esattamente nell’istruire i militari ucraini e della NATO in guerra con la Russia all’uso dei più sofisticati armamenti forniti anche dalla Svezia?
3) Quante delle bare che si sono chiuse sulle salme di Poltava stanno volando verso la Scandinavia in questo momento?
Fanno così, ultimamente, i grandi atlantisti. Prima appiccano incendi bellici devastanti, come in Iraq, in Afghanistan, in Libia e ora in Europa. Poi, dopo le catastrofi, se ne vanno via fischiettando, alla chetichella, come se non fossero mai passati da quelle parti. Magari dopo dieci anni, come l’inglese Cameron, rientrano per combinare altri disastri. Per loro non è importante perdere le guerre. Muoiono sempre gli altri. Per loro è importante che una guerra ci sia, sempre rinnovata, fuggendo se c’è da assumersene la responsabilità negli eventi che costeranno una sconfitta. L’ultima spiaggia è sempre la penultima. Sino a ieri.