Non meravigliatevi, o fratelli, quando si dice che Maria è stata martire nello spirito. [...] Una spada ha trapassato veramente la Tua anima, o Santa Madre nostra! Del resto non avrebbe raggiunto la carne del Figlio se non passando per l'anima della Madre. Certamente dopo che il Tuo Gesù, che era di tutti, ma specialmente Tuo, era spirato, la lancia crudele non potè arrivare alla Sua anima. Quando, infatti, non rispettando neppure la Sua morte, Gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Figlio Tuo. Ma a Te sì. A Te trapassò l'anima. L'anima di Lui non era più là, ma la Tua non se ne poteva assolutamente staccare. Perciò la forza del dolore trapassò la Tua anima, e così non senza ragione, Ti possiamo chiamare più che martire, perché in Te la partecipazione alla passione del Figlio, superò di molto, nell'intensità, le sofferenze fisiche del martirio. (San Bernardo).
Nella ricorrenza dell'Addolorata, ripropongo. Vedi anche qui - qui.Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger
15 settembre: Festa dei sette dolori della Beata Vergine
Dopo il ricordo dell'infanzia di Maria [vedi], ecco che la Chiesa subito ci invita a meditare sui dolori, che segnarono la vita della Madre del Messia, Corredentrice [qui - qui] del genere umano.
Mentre il giorno della nascita consideravamo la grazia, la bellezza della bambina che era nata, non ci si presentava il pensiero del dolore, ma se ci fossimo posta la domanda: "Che cosa sarà mai di questa bambina?", avremmo veduto che se tutte le nazioni dovevano un giorno proclamarla beata, Maria doveva prima soffrire con il Figlio per la salvezza del mondo.
La sofferenza di Maria.
Maria stessa ci invita, con la voce della Liturgia, a considerare il suo dolore: "Voi tutti che passate per la strada guardate e vedete e dite se vi è dolore simile al mio... Dio mi ha posta e come stabilita nella desolazione" (Geremia, Lamentazioni, 1,12-13). Il dolore della Santa Vergine è opera di Dio. Predestinandola ad essere Madre del Figlio suo, l'ha unita in modo indissolubile alla persona, alla vita, ai misteri, alla sofferenza di Gesù, perché fosse cooperatrice fedele nell'opera della redenzione, e tra il Figlio e la Madre doveva esservi comunità perfetta di sofferenze. Quando una madre vede che il figlio soffre, soffre con lui e sente, per riverbero, ciò che egli prova e Maria ha sentito nel suo cuore tutto ciò che Gesù ha sofferto nel suo corpo per gli stessi fini, con la stessa fede e con lo stesso amore. "Il Padre e il Figlio, disse Bossuet, dividono per l'eternità la stessa gloria e la Madre e il Figlio dividono nel tempo le stesse sofferenze; il Padre e il Figlio una stessa sorgente di gioia, la Madre e il Figlio uno stesso torrente di amarezza; il Padre e il Figlio lo stesso trono, la Madre e il Figlio la stessa croce. Se si crivella di colpi il corpo di Gesù, Maria ne sente tutte le ferite, se si trafigge la sua testa con le spine, Maria è straziata da tutti quegli aculei, se gli presentano il fiele e aceto, Maria ne beve tutta l'amarezza, se si stende il corpo sulla croce, Maria ne soffre tutto il tormento" (Discorso per la Compassione. Opere oratorie, II, p. 472).
La Compassione.
La comunione di sofferenze tra il Figlio e la Madre ci spiega perché è stato scelto il termine Compassione per esprimere i dolori di Maria. Compassione è l'eco fedele, è il contraccolpo della Passione. Patire è soffrire e compatire qualcuno è soffrire con lui, è risentire nel proprio cuore, come se fossero nostre, le sue pene, le sue tristezze, i suoi dolori. La Compassione fu così per la Santa Vergine la comunione perfetta con le sofferenze e la Passione del Figlio e con le disposizioni che lo animavano nel suo sacrificio.
Perché Maria soffre.
Parrebbe che Maria, concepita senza peccato, ignara di ogni male, non avrebbe dovuto soffrire. Se Dio, che tanto ama il Figlio, gli diede la sofferenza in eredità, bisogna che la sofferenza sia un bene notevole, ma siccome, dopo il Figlio ama la Santissima Vergine più che tutte le altre creature, anche a lei l'ha offerta come il più ricco dei doni. Del resto unita come era al Figlio, era opportuno e in certo modo necessario che Maria provasse la sofferenza e la morte, perché noi imparassimo da lei, come dal Figlio, ad accettare la sofferenza, che Dio permette per il nostro maggior bene. Maria si offrì liberamente, unì volontariamente il suo sacrificio e la sua obbedienza al sacrificio e all'obbedienza del Figlio Gesù, per portare con lui tutto il peso della espiazione richiesta dalla giustizia divina e non ha sentito i dolori del Figlio solo per simpatia, ma è entrata nella Passione realmente con tutto il suo essere, con il cuore, con l'anima, con l'amore più vivo, con la più serena tranquillità, ha sofferto nel cuore quanto Gesù ha sofferto nella carne e vi sono teologi che affermano che abbia sentito anche nel corpo le stesse sofferenze provate da Gesù nel suo e, dato che alcuni santi hanno avuto l'onore di tale privilegio, ci è permesso pensare che anche Maria lo abbia avuto.
La sofferenza di Maria viene da Gesù.
La sofferenza di Maria non comincia solo sul Calvario. La sua infanzia fu senza dubbio tranquilla ed esente da pene. La sofferenza cominciò con Gesù "questo bambino molesto, dice Bossuet, perché dove entra, entra con la sua croce, porta con sé le spine, e le divide con quelli che ama" (Panegirico di san Giuseppe, t. II, 137). "Causa dei dolori di Maria, dice ancora Mons. Gay, è Gesù. Tutto quello che soffre viene da Gesù, si riferisce a Gesù, ha la sua ragione di essere, il suo fondamento in Gesù" (41.a Conferenza alle Madri Cristiane, t. II, 199). La solennità di oggi, che ci presenta Maria al Calvario, ci ricorda, insieme con il dolore supremo, tutti gli altri noti ed ignoti, che riempirono la vita della Santa Vergine. La Chiesa si è fermata a considerarne sette solo, perché questo numero esprime sempre l'idea della totalità e dell'universalità e, nel responsorio del Mattutino, richiama in modo particolare i sette dolori che le procurarono la profezia del vecchio Simeone, la fuga in Egitto, la perdita di Gesù a Gerusalemme, il trasporto della croce, la crocifissione, la deposizione dalla croce e la sepoltura del divin Figlio, dolori che fecero veramente di lei la Regina dei martiri.
Regina dei martiri.
Con questo bel titolo la saluta la Chiesa nelle litanie. "Che abbia veramente sofferto, dice san Pascasio Radberto, lo afferma Simeone quando le dice: Una spada trapasserà la tua anima. Di qui è evidente che supera tutti i martiri, perché gli altri hanno sofferto per Cristo nelle loro carni, ma non hanno sofferto nella loro anima, che è immortale, mentre Maria ha sofferto in questa parte di sé, che è impassibile, la sua carne ha sofferto, per così dire, spiritualmente la spada della Passione di Cristo ed è così più che martire. Avendo amato più di tutti, più di tutti ha sofferto e la violenza del dolore trapassò la sua anima, ne prese possesso a testimonianza del suo amore indicibile. Avendo sofferto nella sua anima, fu più che martire, perché il suo amore, più forte della morte, fece sua la morte di Cristo" (Lettera sull'Assunzione, n. 14, PL 30, 138).
Il suo amore, causa di sofferenza.
Per misurare l'estensione e l'intensità della sofferenza della Santissima Vergine, bisognerebbe capire quale fu il suo amore per Gesù. Fu amore ben diverso da quello dei Santi e dei martiri. Questi soffrono per Cristo, ma il loro amore addolcisce i tormenti e qualche volta li fa dimenticare. In Maria niente di tutto questo: il suo amore aumenta la sofferenza. "Natura e grazia, dice Bossuet, concorrono a determinare nel cuore di Maria impressioni profondissime. Nulla è più forte e più pressante dell'amore naturale per un figlio e dell'amore che sa dare la grazia per Dio. I due amori sono due abissi dei quali non si penetra il fondo, né si comprende l'immensità... " (Discorso sull'Assunzione, t. III, 493).
La sofferenza è gioia per Maria.
Ma, se l'amore è per Maria sorgente di sofferenza, è pure sorgente di gioia. Perciò soffrì sempre con calma inalterabile e grande forza d'animo. Meglio di san Paolo, Maria sapeva che nulla, neppure la morte, l'avrebbe separata dall'amore del suo Figlio, suo Dio.
Il santo Papa Pio X scriveva che "nell'opera suprema si vide la Vergine ritta presso la croce, oppressa senza dubbio dall'orrore della scena, ma tuttavia felice e gioiosa, perché il Figlio si immolava per la salvezza del genere umano" (Encicl. Ad diem illum, 2 febbraio 1904). Più di san Paolo, Maria sovrabbondava di gioia in mezzo al dolore. In lei, come in Gesù, salve le proporzioni, la gioia più profonda sta insieme alla sofferenza più grande che creatura di quaggiù possa sopportare. Maria ama Dio e la divina volontà più di ogni altra cosa al mondo e sa che sul Calvario si compie questa volontà, che la morte del Figlio offre a Dio il riscatto che Dio esige per la redenzione degli uomini, i quali le sono lasciati come figli suoi e li amerà e già li ama come ha amato Gesù.
Riconoscenza verso Maria.
Disse sant'Alberto Magno: Come il mondo tutto è debitore di nostro Signore Dio, così lo è della Vergine per la sua Compassione" (Questione Super Missus, 150). Conosciamo oggi meglio, o Maria, che cosa hai fatto per noi e quanto ti dobbiamo. Tu ti lamentasti perché "guardando gli uomini e cercando fra essi quelli che ricordavano il tuo dolore e ti compativano ne trovasti troppo pochi" (Santa Brigida, Rivelazioni, l. II c. 24). Non vogliamo aumentare il numero dei figli ingrati e ci uniamo perciò alla Chiesa nel ricordare le tue sofferenze e mostrarti la nostra gratitudine.
Sappiamo, o Regina dei martiri, che una spada di dolore ti trapassò l'anima e che solo lo Spirito di vita e di consolazione poté sostenerti e fortificarti nel momento della morte di tuo Figlio.
Sappiamo soprattutto che, se tu hai salito il Calvario, se tutta la tua vita, come quella di Gesù, fu un lungo martirio, ciò avvenne perché tu dovevi compiere presso il Redentore e in unione con lui il ruolo che la nostra prima madre, Eva, compì presso Adamo nella nostra caduta. Tu con Gesù ci hai riscattati, con lui e in dipendenza da lui hai meritato de congruo, per convenienza, la grazia che egli meritò de condigno, in giustizia, per ragione della sua dignità infinità. Ti salutiamo così, con amore e riconoscenza, "nostra Regina, Madre di misericordia, nostra vita e nostra speranza" e, sapendo che la nostra salvezza è nelle tue mani, ti consacriamo tutta la nostra vita, perché, sotto la tua potente protezione, con la tua materna guida, possiamo raggiungerti nella gloria del Paradiso ove, con il Figlio, vivi incoronata e felice per sempre. Così sia.
MESSA
Il Sacrificio quotidiano della Messa è il Sacrificio del Calvario vestito della magnificenza della Santa Liturgia. Il canto introduttivo ci presenta alcune donne e un solo uomo insieme con la Madre dei dolori ai piedi della Croce nel giorno della grande offerta.
EPISTOLA (Gdt 13,22-25). - Il Signore t'ha benedetta nella sua potenza, e per mezzo di te ha annientato i nostri nemici. O figlia tu sei benedetta dal Signore Dio altissimo a preferenza di tutte le altre donne della terra. Benedetto sia il Signore, creatore del cielo e della terra, che diresse la tua mano nel troncare la testa del principe dei nostri nemici. Oggi Dio esaltò il tuo nome da essere lodato per sempre dagli uomini, che si ricorderanno in eterno della potenza del Signore. Per essi tu non hai risparmiato la tua vita, e, viste le angustie e le tribolazioni del tuo popolo, ne hai impedita la rovina davanti a Dio. Tu sei la gloria di Gerusalemme, la letizia d'Israele, l'onore del nostro popolo.
Maria corredentrice.
Oh, grandezza della nostra nuova Giuditta fra le creature! "Dio, nota il Padre Faber, pare scelga in sé le cose più incomunicabili per comunicarle in modo misterioso a Maria. Vedete come già l'ha posta nei disegni dell'universo del quale la rende quasi causa e parzialmente tipo. La cooperazione della Santa Vergine alla salvezza del mondo ci presenta un aspetto nuovo della sua magnificenza. Né l'Immacolato Concepimento, né l'Assunzione ci danno un'idea più alta di Maria del titolo di Corredentrice. I suoi dolori non erano alla Redenzione necessari, ma nel pensiero di Dio ne erano inseparabili e appartenevano alla integrità del piano divino. I misteri di Gesù non sono forse i misteri di Maria e i misteri di Maria non sono i misteri di Gesù? La verità sembra essere questa: i misteri di Gesù e quelli di Maria sono per Dio un solo mistero. Gesù stesso è il dolore di Maria sette volte ripetuto, sette volte ingrandito. Nelle ore della Passione, l'offerta di Gesù e quella di Maria erano una sola offerta e, sebbene diverse per dignità e valore, erano simili per le disposizioni, avevano lo stesso ritmo, lo stesso profumo ed erano consumate dallo stesso fuoco: oblazione simultanea fatta al Padre da due cuori senza macchia, per i peccati di un mondo colpevole del quale si erano liberamente addossati i demeriti" (Il piede della Croce, ix, 1, 2). Uniamo le nostre lacrime ai tormenti di Gesù e al pianto di Maria. Nella misura in cui l'avremo fatto in questa vita, potremo poi, col Figlio e con la Madre, godere in cielo.
Nella Messa, al graduale segue il toccante lamento attribuito al beato Jacopone da Todi, francescano, lo Stabat Mater, che sarà per noi un bella formula di preghiera e di omaggio alla Madre dei dolori.
SEQUENZA - Stabat Mater Stabat Mater dolorósa iuxta crucem lacrimósa, dum pendébat Fílius. Cuius ánimam geméntem, contristátam et doléntem pertransívit gládius. O quam tristis et afflícta fuit illa benedícta Mater Unigéniti! Quae moerébat et dolébat, Pia Mater dum videbat nati poenas íncliti. Quis est homo, qui non fleret, Matrem Christi si vidéret in tanto supplício? Quis non posset contristári, Christi Matrem contemplári doléntem cum Filio? Pro peccátis suae gentis vidit Jesum in torméntis et flagéllis sùbditum. Vidit suum dulcem natum moriéndo desolátum, dum emísit spíritum. Eia, mater, fons amóris, me sentíre vim dolóris fac, ut tecum lúgeam. Fac, ut árdeat cor meum in amándo Christum Deum, ut sibi compláceam. Sancta Mater, istud agas, crucifíxi fige plagas cordi meo válide. Tui Nati vulneráti, tam dignáti pro me pati, poenas mecum dívide. Fac me tecum pìe flere, Crucifíxo condolére donec ego víxero. Iuxta crucem tecum stare, Et me tibi sociáre in planctu desídero. Virgo vírginum praeclára, mihi iam non sis amára, fac me tecum plángere. Fac, ut portem Christi mortem, passiónis fac consòrtem et plagas recólere. Fac me plagis vulnerári, cruce hac inebriári et cruòre Fílii. Flammis ne urar succènsus, per te, Virgo, sim defénsus in die iudícii. Fac me cruce custodíri morte Christi praemuníri, confovéri grátia. Quando corpus moriétur, fac, ut ánimae donétur paradísi glória. Amen. |
In piedi, presso la Croce, cui era appeso il figlio, la Madre dei dolori piangeva. L'anima sua, che gemeva per la tristezza e la desolazione, era stata trapassata da una spada. Quanto triste, quanto afflitta era quella benedetta Madre dell'unigenito. Gemeva e sospirava la tenera Madre, assistendo alle pene del suo augusto figlio. Chi non piangerebbe, se vedesse la Madre del Cristo, straziata da pene così acerbe? Chi non potrebbe essere triste al vedere la Madre di Cristo con lui in preda al dolore? Vide Gesù in mezzo ai tormenti, sottoposto ai flagelli, per i peccati del suo popolo. Vide il dolce suo figlio morire senza conforto, ne colse l'ultimo sospiro. Orsù, Madre, sorgente di amore, fa' che io senta la violenza della pena e pianga con te. Fa' che arda il mio cuore nell'amore di Cristo, Dio, perché io possa piacergli. Madre santa, imprimi fermamente nel mio cuore le piaghe del figlio tuo. Dividi con me le pene del tuo Figlio straziato, che si degnò di soffrire per me. Fa' che finché avrò vita, pianga piamente con te e compatisca al Crocifisso. Desidero stare presso la Croce con te e unirmi a te nel pianto. Vergine, tra le vergini la più nobile, non essere severa con me, fa' che mi unisca al tuo pianto. Fa' che io porti in me la morte di Cristo, che io partecipi alla sua passione, che ne mediti le sofferenze. Fa' che le sue ferite siano le mie ferite, che io mi inebrii della croce e del sangue del tuo figlio. Le fiamme non mi tormentino: nel giorno del giudizio, sii tu, o Vergine, la mia difesa. O Cristo, quando dovrò morire, fa' che la Madre mi conduca alla palma della vittoria. Quando il corpo morirà, fa' che l'anima raggiunga la gloria del Paradiso. Così sia. |
VANGELO (Gv 19,25-27) - In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre e la sorella di lei, Maria di Cleofa, e Maria la Maddalena. Or Gesù, vedendo sua madre e, vicino a lei, il discepolo che gli era caro, disse alla madre: Donna, ecco il tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua madre. E da quel momento la prese il discepolo in casa con sé.
In piedi presso la Croce.
"Stabat iuxta crucem". Bisogna mettersi ben vicini alla Croce e bisogna essere in piedi. In piedi, perché questo è l'atteggiamento del coraggio e perché si resta così più vicini al Signore.
Unico modo per fare questo è essere con la Santa Vergine. Non si potranno mai unire le due prime parole alla terza senza il tecum, se ciò non avviene con Maria e in Maria. La Croce è troppo spaventosa.
Lo stabat di Maria è dominato da quello di Gesù, elevato sopra la terra, che tutto attira a sé, appunto perché elevato sopra la terra.
Maria è in piedi per essere il tratto di unione... la Mediatrice. La sua testa e il suo cuore sono alti, per essere vicini al Figlio, i suoi piedi toccano la nostra terra, per essere vicino a noi, che siamo pure suoi figli. È in piedi, perché è nostra Madre: "Ecco, tua Madre". e Maria può dire come Gesù: "Trarrò tutto a me, come madre". Per il mistero della Croce, tutta l'umanità è attirata a Gesù e a Maria... (P. Dehau, La Compassione della Vergine).
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1076-1083
Solo una Chiesa in crisi patteggia il Comandamento di Dio, diminuendolo di qua e di là. Riducendolo e tagliandolo.
RispondiEliminaC’è la gradualità dell’applicazione della legge morale, non c’è la gradualità della legge morale. L’applicazione si, ma la Legge tutta.
Tutto di te, tutto a Dio!
Don Alberto Secci
Omelia intera:
https://youtu.be/Ja4Ao28HeD8?si=H8XDW_tzsPGD3cCc
15 settembre, i Sette Dolori della B. V. Maria.
RispondiElimina- Preghiera alla Madonna Addolorata per ottenre una buona morte -
Dolcissima Madre, che tante lacrime hai voluto versare sopra la passione di Gesù e sopra i miei peccati, che ne furono la causa, io ti prego, a nome di ciascuna di queste tue amarissime lacrime, di assistermi in quel momento in cui si dovrà decidere la sorte importantissima della mia eterna salvezza. Ricorda, mestissima Madre, come tra le tue lacrime, sotto la Croce, fosti dichiarata mediatrice dei peccatori. In quell'ora di mio sommo bisogno, mostrati Madre misericordiosa, in modo che, ponendo l'anima tra le tue braccia, in quel momento il mio angelo custode possa dirmi:"Ecco tua Madre"; e confusi partano da me gli spiriti ribelli, mentre sentiranno dire a mia consolazione: "Donna ecco tuo figlio". Se io sono il figlio delle tue lacrime, possa un giorno essere il figlio della tua gloria. Così sia.
FT ma non troppo.
RispondiEliminaSecondo tentativo di far fuori Trump. Stavolta i servizi segreti sono stati efficienti: un uomo armato di mitra appostato alla recinzione del campo di golf di Trump in Florida è stato scorto in tempo dagli agenti, che hanno sparato per primi, arrestando poi l'uomo, che pare non sia ferito. Il mitra era un AK-47 Kalasnikof, arma da guerra, che si trova sul mercato nero in tutto il mondo. Queste sono le notizie finora diramate, abbastanza scarne.
La S.ma Vergine continua indubbiamente a proteggere Trump.
La sua posizione politica è tutt'altro che perfetta, lo sappiamo, tuttavia enormemente preferibile a quella della Harris, banditrice del verbo woke con annessi e connessi.
Speriamo che, a Dio piacendo, Trump alle elezioni ci arrivi.
16 settembre, san Cipriano
RispondiElimina"Vedendo allora Satana gli idoli abbandonati e i templi deserti per la troppo moltitudine dei nuovi credenti, inventò un nuovo inganno per accalappiare gli incauti e coprì l’inganno col nome di cristiano.
Inventò infatti le eresie e gli scismi per corrompere la fede, annebbiare la verità, spezzare l’unità. Gabbò con l’insidia di un nuovo cammino quanti non potè arrestare nelle tenebre scure della vecchia via."
De catholicae Ecclesiae unitate
Altro FT ma non troppo
RispondiEliminaSto pensando alle ben remunerate 70 pagine di CGTe scritte da Draghi per incarico della inquisita v.d. Layen, e piaciute soltanto agli incompetenti e ai leccaDraghi.
70 pagine errate nelle premesse, insulse nelle terapie suggerite, e quale Urgrund orientate soltanto al mondialismo caro alle Logge e a coloro che, per incarico delle stesse, dovrebbero governarlo.
Il declino dell'Europa dipende (breviter, poiché il tema è ovviamente più complesso):
1) dagli onnipresenti governi di sinistra che hanno aumentato negli ultimi decenni la spesa corrente (invece degli investimenti) per garantirsi le poltrone, oltretutto finanziandola A DEBITO;
2) dall'assurdo killeraggio delle auto a motore termico in pro delle auto elettriche che nessuno vuole nonostante gli incentivi (i produttori tedeschi hanno decine di migliaia di invenduti), che inquinano esse pure, e che FAVORISCONO proprio QUELLA CINA vista quale avversario!
3) dal servilismo dei primi ministri leccaBiden 3)1) nelle sanzioni alla Russia 3)2) negli aiuti all'Ucraina: le prime hanno rincarato i costi energetici europei (e a valle tutti gli altri, si pensi alle produzioni e ai trasporti) inoltre difficoltando le imprese esportatrici, i secondi hanno favorito solamente i settori degli ARMAMENTI, dalle tecnologie medie e inoltre speciali, e con loro i ministri prendi-buste.
Infine SPENDERE 800 MILIARDI ALL'ANNO FINANZIANDOLI CON DEBITO COMUNE è finanziariamente impossibile (l'ha spegato il Ministro delle Finanze tedesco, ne è perplessa perfino la committente v.d. Leyen! ) - anzi sommamente PERICOLOSO, poiché ove attuato (diceva Benedetto Croce "per concedere quel che non ammetto") METTEREBBE L'EUROPA IN MANO AGLI EVENTUALI SOTTOSCRITTORI (CINA? USA?) e ai loro rappresentanti (nonché ai loro complici?)
Le promesse e le grazie ai devoti di Nostra Signora dei Dolori
RispondiEliminaNelle sue rivelazioni approvate dalla Chiesa, Santa Brigida afferma che la Madonna le ha promesso di concedere sette grazie a coloro che recitano tutti i giorni sette Ave Maria in onore dei suoi principali “sette dolori”, meditando su di essi. Queste le promesse:
⚜️ Porrò la pace nelle loro famiglie.
⚜️Saranno illuminati sui Misteri Divini.
⚜️Li consolerò nelle loro sofferenze e li accompagnerò nelle loro fatiche.
⚜️Darò loro tutto quello che mi chiedono, a condizione che non si opponga alla Volontà adorabile del mio Divin Figlio e alla santificazione delle loro anime.
⚜️Li difenderò nei combattimenti spirituali contro il nemico infernale e li proteggerò in tutti gli istanti della vita.
⚜️Li assisterò visibilmente nel momento della morte.
⚜️Ho ottenuto da Mio Figlio che quelli che propagano questa devozione (alle mie Lacrime e Dolori) siano trasferiti da questa vita terrena alla felicità eterna direttamente, poiché saranno distrutti tutti i loro peccati e mio Figlio e io saremo la loro eterna consolazione e gioia.
Sant’Alfonso Maria de Liguori dice che Gesù ha promesso ai devoti di Nostra Signora dei dolori queste grazie:
⚜️ I devoti che invocheranno la divina Madre per i meriti dei suoi dolori otterranno, prima della morte, di compiere una vera penitenza per tutti i loro peccati.
⚜️Nostro Signore imprimerà nei loro cuori la memoria della Sua Passione, dando loro il pemio del Cielo.
⚜️Gesù Cristo li custodirà in tutte le tribolazioni, soprattutto nell’ora della morte.
⚜️Gesù li lascerà nelle mani di sua madre, perché disponga di loro a suo piacimento e ottenga loro tutti i favori.
Che la Madonna protegga l'italia da chi la vuole serva del male. Che la Madonna protegga coloro che lottano contro i demoni che calpestano la dignità del nostro bel paese : terra di santi , poeti e grandi uomini. Che la Madonna protegga chi crede ancora nei valori della Patria e dell'onore. Che la Madonna protegga Salvini che rischia la galera per aver difeso i confini del suo paese.
RispondiEliminan.b. Con la sua possibile condanna l'Italia ne avrebbe un danno di immagine incalcolabile...e perderebbe la "faccia" a livello di paese intero,.E quando si perde la faccia...capita che nessuno più ti rispetti e venga a fare delle richieste vergognose come quella della Corte dei Conti francese che afferma che Trinità dei Monti sarebbe di proprietà francese perchè nell'800 la Francia finanziò l'opera...tra l'altro con quali fondi ? con i soldi tassati ai romani ?
Mi chiedo se non sia vero che quando il mondo perde la venerazione per la Madre di Cristo, perde anche l'adorazione di Cristo. Quando il mondo comincerà a bussare alla porta di Maria, scoprirà che Nostro Signore stesso risponderà. Se non avete mai pregato Maria prima d'ora, fatelo adesso. Non vedete che se Cristo stesso, ha voluto essere fisicamente formato in lei per nove mesi e poi essere da lei spiritualmente formato per trent'anni, è a lei che dobbiamo andare per imparare a formare Cristo in noi? Solo colei che ha cresciuto Cristo può far crescere un Cristiano.
RispondiElimina(Fulton J. Sheen, da "Il pianto del Cristo" edizioni Mimep)