"O homo, aspice hominem! Homo enim coelum et terram. Atque alias facturas in se habet et forma una est, et in ipso omnia latent./
O persona umana, guarda la persona che sei! La persona umana, infatti, è cielo e terra. E tutte le altre creature ha in sé ed è un'unica forma, e in sé tutto è nascosto." (Sant'Ildegarda di Bingen, Dottore della Chiesa, nel suo giorno di festa). Precedenti qui - qui - qui - qui - qui
17 settembre: Sant'Ildegarda di Bingen,
vergine e dottore della Chiesa.
Inno alla forza della vita (“Liber divinorum operum, pars I, visio I, PL 741C-744A”):
Inno alla forza della vita (“Liber divinorum operum, pars I, visio I, PL 741C-744A”):
«E vidi come nel centro dell’aria australe un’immagine nel mistero di Dio bella e mirabile, di forma simile a quella umana, il cui volto era così bello e splendente, che è più facile fissare il sole che non quel volto. Così parlò l’immagine, che comprendiamo essere l’amore, che rivela il suo nome come vita di fuoco della sostanza divina e narra i molteplici effetti della sua potenza sulle nature e le qualità delle creature: "Io sono la suprema forza di fuoco che ho acceso tutte le scintille viventi, in nessuna cosa mortale ho posto il mio soffio, le distinguo nel loro essere, ed ho ordinato rettamente con le mie penne più alte – cioè con la sapienza che vola – il circolo che le circonda.
Io, vita di fuoco, fiammeggio sulla bellezza dei campi, risplendo nelle acque e ardo nel sole, nella luna e nelle stelle, e con l’aereo vento suscito tutte le cose, vivificandole con la vita invisibile, che tutte le sostiene.
Perché l’aria vive nella vegetazione e nei fiori, le acque scorrono come se vivessero, e il sole vive nella sua luce, e la luna, quando è quasi scomparsa, è riaccesa dalla luce del sole come per vivere di nuovo, e le stelle risplendono nel suo splendore come esseri viventi. Io ho posto le colonne che contengono tutto il globo terrestre e quei venti che hanno penne a loro sottomesse, cioè i venti più lievi, che con la loro levità fanno da sostegno ai più forti, affinché non si mostrino pericolosamente, come il corpo è a contatto dell’anima e la contiene, affinché non evapori. E come il soffio dell’anima tiene insieme con fermezza il corpo, affinché non muoia, così i venti più forti animano quelli a loro sottomessi, affinché essi possano svolgere debitamente il loro compito. Ed io, forza di fuoco, sono nascosta in essi, essi da me avvampano, come il respiro continuo dell’uomo, o come nel fuoco la fiamma che guizza.
Tutte queste cose sono vive nella loro essenza, non possono morire, perché io sono la vita.
E sono anche la razionalità, col vento della parola che risuona, da cui ogni creatura è stata fatta, ed in tutte ho immesso il mio soffio, affinché nessuna nel proprio genere sia mortale, perché io sono la vita.
Sono la vita nella sua integrità, non quella che manca alle pietre, non quella che fa nascere le fronde dai rami, non quella che ha radice nella forza virile, ma io sono la radice di ogni vivente.
La razionalità infatti è la radice, la parola che risuona fiorisce in essa. E poiché Dio è razionale, come potrebbe non operare? le sue opere giungono a perfetta fioritura nell’essere umano, che fece a sua immagine e somiglianza, ponendo in esso il segno di tutte le creature secondo la sua misura.
Nell’eternità, da sempre, Dio volle fare l’essere umano, la sua opera, e quando ebbe fatto quest’opera le dette tutte le creature perché facesse le sue opere con esse, allo stesso modo in cui Dio aveva fatto la propria opera, l’essere umano. Ma sono io il suo ministro, perché tutte le cose vitali ricevono da me il loro ardore; sono la vita che permane uguale nell’eternità, che non ha avuto inizio e non avrà fine, e Dio è la vita stessa che si muove ed opera, una sola vita in un triplice vigore.
L’eternità è il Padre, il Verbo è il Figlio, e il soffio che li connette è chiamato Spirito santo, e di ciò Dio ha posto il segno nell’uomo, in cui vi sono corpo, anima e razionalità.”»
A me risulta che oggi ricorra l'impressione delle Sacre Stimmate di S. Francesco.
RispondiEliminaGrazie della notizia. Ho trovato e riporto di seguito. Ma ciò non toglie che ci siano anche altre commemorazioni.
RispondiElimina17 settembre, festa dell'Impressione delle Stigmate a San Francesco d'Assisi, avvenuta ottocento anni fa sul Monte della Verna (1224 - 2024)
Signore Gesù Cristo, che raffreddandosi la carità nel mondo, per infiammare i nostri cuori del tuo amore, hai rinnovato le sacre Stimmate della tua Passione nella carne del Beatissimo Padre nostro Francesco, concedici propizio, per i suoi meriti e le sue preghiere, di portare sempre la Croce e di fare frutti degni di penitenza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
http://www.sodalitium.biz/stigmate-san-francesco/
Francesco, uomo evangelico, non si disimpegnava mai dal praticare il bene. Anzi, come gli spiriti angelici sulla scala di Giacobbe, o saliva verso
RispondiEliminaDio o discendeva verso il prossimo"
Le stimmate di san Francesco. 800 anni di grazia
RispondiEliminaNel settembre del 1224, frate Francesco di Assisi, insieme al fidato confratello Leone, si ritirò sul Monte della Verna per trascorrere un periodo di preghiera e penitenza. Era un momento di crisi dovuto a contrasti con i confratelli e con la preghiera e il digiuno Francesco desiderava ritrovare la conferma del suo desiderio di immedesimarsi totalmente con il Cristo. Il 17 settembre del 1224, sul Monte della Verna, il Crocifisso impresse nel cuore e nel corpo di frate Francesco i segni delle stimmate. Padre Mario Conte, frate della Basilica di Sant’Antonio di Padova, racconta nel video questo evento straordinario, sigillo finale dell’Amore incondizionato di Francesco per Cristo.
https://gloria.tv/share/7CgqQGWqwtUdBtQiXp3uvjKkd
Ildegarda di Bingen dottoressa della Chiesa.
RispondiElimina(Bermersheim vor der Höhe, 29 novembre 1098 – Bingen am Rhein, 17 settembre 1179)
“C’era in Germania una vergine mirabile cui la forza divina aveva dato tali grazie che, benché essa fosse laica (‘Laico’ si intende qui in opposizione a ‘chierico’, ovvero significa ‘colui che non ha frequentato delle scuole’) e illetterata, tuttavia in maniera meravigliosa aveva imparato, spesso trasportata in sogno, non soltanto a esprimersi, ma anche a dettare in latino, in modo tale che dettando ha composto libri sulla fede cattolica”.
Così nel XIII secolo viene descritta s. Ildegarda di Bingen da Vincenzo di Beauvais in quella grande enciclopedia del sapere medievale che è lo Speculum historiale.
Ne approfitterei per segnalare la petizione "Ildegarda in Italiano", per vedere finalmente doppiato in Italiano l'unico film mai girato dedicato a Ildegarda di Bingen dalla regista tedesca Margarethe von Trotta. Firmate in massa!!!
RispondiEliminahttps://www.change.org/p/rai-radiotelevisione-italiana-ildegarda-in-italiano?recruiter=51176840
"Ah i secoli bui del Medioevo, quando le donne erano oppresse da una società patriarcale cristiana e le sapienti venivano bruciate sul rogo"
RispondiEliminaCome no. Tipo Santa Ildegarda di Bingen, monaca benedettina proclamata dottore della Chiesa nel 2012 da papa Benedetto XVI.
Ildegarda è uno dei grandi geni universali della Storia, come Leonardo da Vinci, Avicenna, Goethe o Lomonosov. Fu profetessa, poetessa, erborista, astronoma, gemmologa, musicista, drammaturga, guaritrice e linguista. Un Leonardo al femminile.
Tra le sue opere vanno lo Sci vias (Conosci le vie), il Liber Vitae Meritorum (Libro dei meriti della vita) e il Liber Divinorum Operum (Libro delle opere divine), tra le cui figure viene rappresentato l'Adam Qadmon cabbalistico, oltre a una notevole quantità di lavori musicali, raccolti sotto il titolo di Symphonia harmoniae celestium revelationum.
Di grandissima importanza i suoi studi botanici e i suoi contributi alla medicina mediante lo studio erboristico.
Ben prima dell'Esperanto e delle lingue elfiche di Tolkien "inventò" una lingua artificiale che chiamò "lingua ignota". Scrisse un dramma religioso intitolato "Ordo virtutum" mentre lo "Scivias" raccoglie le sue visioni mistiche.
La bruciarono sul rogo come strega?
Al contrario. Fu consigliera dell'Imperatore Federico I Barbarossa e quando l'imperatore oppose due antipapi ad Alessandro III lo prese di petto. Il Barbarossa si limitò a "levarle l'amicizia" ma non osò alzare un dito su di lei.
Va sfatato questo mito sul Medioevo maschilista. Era molto più maschilista l'età antica in realtà (e lo scrivo pur amando l'età classica e Atene alla follia), basta leggere cosa pensavano delle donne autori come Esiodo, Euripide, Aristotele o Giovenale. Anche una Caterina da Siena ebbe un peso politico incredibile ed era...analfabeta.
Le cosiddette streghe erano spesso solo povere donne ignoranti che facevano cose strane. Nei nostri entroterra forse ce ne sono ancora
Non si capisce perché se qui si parla di Ildegarda, si debba tirare in ballo nei commenti San Francesco.
RispondiEliminaPer il semplice motivo che qualcuno ci ha ricordato che oggi c'è una ricorrenza che riguarda anche lui...
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