Nella Russia in guerra si invoca l’aiuto di Dio
Siamo nella regione di Kursk, vicino al confine con l’Ucraina, una dozzina di giorni fa. Una zona di confine, da anni tormentata dalle azioni di una guerra che ormai la investe direttamente. Da questa realtà di paura e di dolore ci arriva adesso un video, assolutamente non professionale, filmato chiaramente con il telefonino. Ritrae uno spettacolo divenuto per noi inconsueto: una processione che si snoda lungo una strada asfaltata in mezzo alla campagna. In sottofondo, preregistrato, un canto religioso russo.
È un vero fiume di gente quello che si vede. I pellegrini occupano interamente una delle due carreggiate. Sono uomini e per lo più donne, di tutte le età, bambini compresi. Un tempo si diceva – dai “liberi pensatori”, soprattutto marxisti – che la religione è una cosa da donne, meglio ancora, “donnicciole”. Un pregiudizio “sessista” da parte di quanti con orgoglio si proclamavano “illuminati”. Oggigiorno, dopo decenni di femminismo e di altisonanti dichiarazioni “inclusive”, possiamo rovesciare del tutto questi stereotipi del modernismo ripudiato. Sono donne del popolo, vestite modestamente, quasi tutte con il fazzoletto in testa, e procedono con passo deciso. Donne forti, nel fisico e nella fede. È la grande Russia contadina (siamo nell’area fertilissima delle “terre nere”); rimasta ai margini dello sviluppo tumultuoso dell’ultimo secolo, ha conservato ancora le tradizioni dei padri.
Recano in processione crocifissi e icone: alcune, di piccole dimensioni, portate da casa, ma tante, veri e propri pannelli, anche pesanti, provengono chiaramente dalle chiese. Delle “armi spirituali” che la gente ha prelevato come dal saccheggio di un’armeria.
Il corteo è aperto da una selva di croci, seguite da tantissime immagini sacre: di Cristo, della Vergine, di santi e sante. Una chiesa in cammino, a cui mancano solo le mura. La fiumana cammina veloce, chi ha in mano un oggetto sacro, chi un sacchetto di plastica che contiene probabilmente un po’ di cibo. Qua e là un materassino arrotolato sulla schiena, segno che il percorso non sarà breve. Il pellegrinaggio è una cosa seria. Da dove vengono? Dove stanno andando? Non lo sappiamo, probabilmente sono diretti a qualche santuario. Sul ciglio della strada un monaco si sofferma con il telefonino in mano per poi riunirsi ai fedeli. Si vede un uomo con un giubbotto catarifrangente che monitora la folla. Tutto sembra indicare una mobilitazione spontanea. Come diceva Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi, “non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili”.
Dopo tante parole vuote e false sull’Ucraina, sulla Russia, sulla guerra atroce che insanguina il nostro continente, con la censura insolente che oscura le comunicazioni impedendo di conoscere ciò che succede “dall’altra parte”, tra coloro che l’intero Occidente ha catalogato come “il nemico”, ecco finalmente un reportage dal corpo vivo del nuovo “impero del male”.
È un’immagine del popolo russo oggi. Non quello delle città, più o meno occidentalizzate, dove si tengono le manifestazioni politiche sotto gli occhi dei media occidentali. Perché la Russia, alla pari dell’America, non coincide con le sue metropoli ma è costituita, nella sua essenza, dal vastissimo paese “profondo” che vive nelle cittadine e nei villaggi. Popolato da un’umanità che per noi rappresenta un’incognita, salvo per i pochi che ancora ricordano la filmografia sovietica.
Un popolo che non si rivolta, come si vorrebbe, contro quello che viene descritto come uno Stato di polizia, ma non per questo si astiene dal mostrare quello che ha nel cuore. L’amore per Dio e per la sua terra. E lo fa pacificamente, nel modo in cui è stato abituato per secoli. Quando i tempi si fanno cupi e la fiducia negli uomini traballa, l’unica risposta degna dell’uomo è infatti rivolgersi a Dio, non ai politici e agli agitatori.
In questi due anni di guerra ci hanno reso edotti che all’ombra del Cremlino la pratica religiosa galleggerebbe ai minimi storici. Può essere. Nondimeno, anche in terra di Russia troviamo manifestazioni di una religiosità popolare che continua a riunire i cristiani d’Europa. Non casi singoli, ma eventi di massa, che disturbano l’immagine “politicamente corretta” ostentata dai censori dei media, e che nell’Occidente scristianizzato si vuole nascondere.
Si ricordi la catena umana che il 7 ottobre 2017 – anniversario di Lepanto – si è dispiegata da Danzica sulla costa del Baltico, fino al confine con la Cechia. Un milione di persone che rispondendo all’appello della fondazione SoloDiosBasta, dopo la S. Messa hanno recitato simultaneamente un rosario intero in 4.000 località individuate lungo i 3.100 km di confine. Il motivo: implorare l’intercessione della Madre di Dio per la salvezza della Polonia e del mondo. Di fronte a una simile mobilitazione, si comprende perché “normalizzare” l’Ucraina e la Polonia fosse indispensabile per i potenti che mestano nel torbido dal chiuso delle cancellerie.
Gianfranco Battisti - Fonte Membro del Collegio degli Autori dell'Osservatorio
“armi spirituali” che la gente ha prelevato come dal saccheggio di un’armeria.
RispondiElimina... Quando i tempi si fanno cupi e la fiducia negli uomini traballa, l’unica risposta degna dell’uomo è infatti rivolgersi a Dio, non ai politici e agli agitatori.
Se finora non si è arrivati ad una soluzione, dipende dal fatto che siamo in una situazione totalmente diabolica, cioè di divisione, di scissione spirituale interiore fisica comunitaria. Questa scissione è stata messa in atto con tutti i vizi capitali e con quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio via un ribaltamento dei vizi in virtù tramite illusioni veicolate dalla propaganda.
RispondiEliminaSiamo come impietriti quindi dalla confusione interiore ed esteriore, mentre continua a pieno ritmo la propaganda con viaggi in terre lontane presentati come missionari e a breve, forse ancor peggiore, la ri/ consacrazione della chiesa restaurata di Parigi....
m.a.
Infatti, siamo in una situazione totalmente diabolica:
EliminaPro Vita & Famiglia: ecco l’Elenco Impressionante dei Progetti UE per Finanziare LGBT e Gender. Milioni di Euro.
https://www.marcotosatti.com/2024/09/11/pro-vita-famiglia-ecco-lelenco-impressionante-dei-progetti-ue-per-finanziare-lgbt-e-gender-milioni-di-euro/
Ecco perchè abbiamo bisogno di un Papa che mobiliti le forze invece di smobilitarle e saccheggiarle come oggi avviene. Siamo senza Re e Sacerdoti, o Dio, ci hai giustamente castigati ma facci ritornare a Te e noi ritorneremo. Ri-donaci una guida e leveremo le nostre mani a Te, Sommo e Onnipotente, perdona le colpe del Tuo popolo, perchè devono le genti dire: dov'è il loro Signore. Più non esci con le nostre schiere e languisce il povero come il ricco. Pietà o Dio facci ritornare e noi ritorneremo. Abbatti i superbi e manda a noi il Tuo Servo che Tu ungi con olio di letizia, Angelo di pace fra gli uomini, bastone e vincastro del Tuo popolo infelice e peccatore: un cuore umile e contrito a Dio Tu non disprezzi. Pietà di noi o Dio.
RispondiEliminaIeri il Giornale dava notizia di una controffensiva locale russa nella zona di Kursk. Reparti corazzati scelti avrebbero guadato un fiume, nonostante la distruzione dei ponti fatta dagli ucraini, sorprendendo lo schieramento ucraino immediatamente al di là del fiume. Ai tempi del Patto di Varsavia, contraltare sovietico della Nato, le forze corazzate sovietiche erano ben addestrate a superare corsi d'acqua con mezzi anfibi e simili.
RispondiEliminaIntanto la guerra sta diventando sempre più pericolosa, si intensificano le visite di politici e militari a Kiev mentre Zelensky invoca a voce sempre più alta l'invio di missili a lungo raggio per colpire la Russia in profondità. Avutoli, cercherebbe probabilmente di caricarli o farli caricare con ogive atomiche, anche piccole, in modo da potersi mettere sullo stesso piano dei russi e imporre eventuali condizioni di pace a lui favorevoli. O proseguire la guerra, se il suo esercito resiste. La decisione sui missili dipende formalmente dal senile Biden o da chi governa per lui.
Una soluzione a questa guerra potrebbe venire solo da un effettivo sfondamento russo nel Donbass, fatto che ancora non si è verificato.
Soluzione militare, però dai riflessi politici decisivi.
Miles
Il rosario con le riflessioni di di don Piccolo 2023 (un Sacerdote morto a 37 anni)
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=2wDh4tnTcmI&t=2s
Le immagini sono del bellissimo Santuario di Castel Sant'Elìa intitolato a S.Maria ad Rupes (a due passi da Roma) e se non ricordo male tenuto dai Padri Micaeliti.
Antonio Margheriti
RispondiEliminaSe dovesse per puro caso o artificio vincere la Harris, facciamoci il segno della croce e speriamo che scoppi una guerra civile negli USA perché se non succede, arriviamo a Natale con tutto il mondo in fiamme: appiccheranno il fuoco ovunque, a principiare dall'Europa, al Vicino Oriente, a Oriente, nell'Estremo Oriente. E non è manco sicuro che basti una guerra civile: i romani quando c'era maretta all'interno trasportavano all'esterno la maretta sotto forma di guerra. Ma i romani non avevano le armi nucleari.
Se i democratici riescono ad agguantare la Casa Bianca, sia pure con gli imbrogli, significa che le porte dell'anticristo sono state spalancate e come sta scritto se la prima fine del mondo venne sotto forma di acqua dal cielo, la seconda verrà "come fuoco" dal cielo.
Video impressionante. Grazie.
RispondiEliminaStamane dopo aver sentito le parole fuorvianti e assurde di Padre Livio a Radio Maria contro la Federazione e il Popolo Russo, difronte a tante menzogne e falsità dette da Padre Livio, non ce l'ho fatta più: armato di santa pazienza ho telefonato a Radio Maria e mi sono messo in contatto con un operatore, mi sono presentato come sacerdote e lasciando le mie generalità e il mio numero di cellulare e poi con carità cristiana e santa pazienza ho detto la verità, mettendo in evidenza gli errori nell'analisi di Padre Livio. Devo dire che mi hanno fatto parlare e mi hanno assicurato che riferiranno le mie osservazioni al direttore. Qualcuno dica a Padre Livio che la smetta di tradire il messaggio di Fatima con le sue elucubrazioni in favore del nostro occidente marcio e satanico. Preghiamo tutti per il popolo russo e i suoi governanti affinché si compiano i disegni di Dio.
RispondiEliminaOggi celebriamo la festa del Santissimo Nome della Beata Vergine.
RispondiEliminaViva Maria!
Benedetto sempre sia, il Santo Nome di Maria.
Lodato, onorato e invocato sempre sia,
l'amabile e potente Nome di Maria.
O Santo, soave e potente Nome di Maria,
possa sempre invocarti durante la vita e nell'agonia.
Cenni storici
La festa del santo nome di Maria fu concessa da Roma, nel 1513, ad una diocesi della Spagna, Cuenca. Soppressa da san Pio V, fu ripristinata da Sisto V e poi estesa nel 1671 al Regno di Napoli e a Milano. Il 12 settembre 1683, avendo Giovanni III Sobieski coi suoi Polacchi vinto i Turchi che assediavano Vienna e minacciavano la cristianità, il Beato Innocenzo XI, in rendimento di grazie, estese la festa alla Chiesa universale e la fissò alla domenica fra l'Ottava della Natività. Il santo Papa Pio X la riportò al 12 settembre.
- Dopo il nome di Gesù non v'è nome più dolce, più potente, più consolante che quello di Maria; nome dinanzi a cui s'inchinano riverenti gli Angeli, la terra si allieta, l'inferno trema.
RispondiEliminaAnniversari.
RispondiEliminaPer la storia militare, che in questo caso coinvolge la nostra fede, il 12 settembre è il giorno anniversario della Battaglia di Kahlenberg o di Vienna, dal nome della collina sovrastante Vienna.
L'imponente esercito ottomano assediava Vienna dal 14 luglio precedente. Arrivò alla fine il soccorso: l'esercito imperiale, comandato dal Duca di Lorena e quello del Re di Polonia, Jan
Sobieski. Fu quest'ultimo a decidere la battaglia lanciandosi alla testa della sua cavalleria pesante (i famosi Ussari Alati) giù dalla suddetta collina. I turchi furono travolti e si ritirarono in disordine. Importante fu il ruolo svolto dal famoso predicatore P. Marco d'Aviano, inviato appositamente dal Papa (Innocenzo XI, mi pare) che aveva organizzato la spedizione di soccorso (la "crociata"), come nel 1571, conclusasi con l'importante vittoria navale di Lepanto, che ridimensionò la potenza turca.
Historicus
Grazie!
EliminaPer essere precisi alla battaglia di Vienna c'era anche un certo Eugenio di Savoia. Cosi' il piccolo regno piemontese comincio' a farsi strada nel mondo.
EliminaEcco chi ha governato l'America al posto di Biden e difficilmente sarà spodestato...
RispondiEliminahttps://www.maurizioblondet.it/blinken-parla-yiddish/
Eugenio di Savoia alla battaglia di Vienna.
RispondiEliminaFu la sua prima esperienza militare. Non mi pare comandasse nulla, era troppo giovane, ancora alle prime armi. Sempre per esser precisi, va detto che non aveva a che vedere con il Regno di Savoia. Era italiano solo per parte di madre, una Mancini, nipote se non erro del cardinal Mazzarino. Per il resto era mezzo savoiardo e mezzo francese. Combattè sempre per gli Asburgo ovvero per la Casa d'Austria, cui consigliò di espandersi in Italia, conquista piuttosto facile. Fu un grande condottiero, dalle geniali intuizioni. La sua più famosa vittoria fu contro i turchi (ottomani) nella battaglia di Zenta (11 sett 1697). Pur con forze inferiori ebbe l'audacia di attaccare il nemico, molto più numeroso, mentre stava attraversando il fiume Tibisco, cogliendolo in crisi di schieramento, come si suol dire. Per i turchi, fu una disfatta impressionante, dalla quale non si ripresero più, pur continuando a rappresentare un pericolo. Eugenio di Savoia era un intellettuale, ammirava Leibniz. Sembra che quest'ultimo abbia scritto la celebre Monadologia, sintesi del suo sistema, su richiesta di Eugenio di Savoia. Ma forse è una leggenda.
Historicus
"L'uso dei missili a lungo raggio da parte ucraina per colpire la Russia in profondità significa che i paesi Nato entrano direttamente in guerra, e quindi ci regoleremo di conseguenza" ha dichiarato Putin alla TV di stato.
RispondiEliminaCioe' i paesi Nato verrebbero considerati cobelligeranti. Disse Putin , lo riferi' Enrico Mentana.
EliminaDi dichiarazioni simili da parte di Putin ne esiste una vera e propria collezione. Le famose linee rosse sono già state superate mille volte. Putin non farà niente.
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