Da zombie a zero. La parabola della Chiesa antropocentrica
“Distinguo tre gradi di presenza della religione nella società: attivo, zombie e zero. Oggi nel mondo angloamericano siamo al grado zero, non c’è traccia di quei valori religiosi che inquadravano i comportamenti e gli schemi mentali degli individui” (Emmanuel Todd sul Quotidiano nazionale di ieri).
Emmanuel Todd, noto storico e sociologo francese di origine ebraica (è nipote di Paul Nizan) è una delle poche menti davvero lucide nel mondo attuale.
Personalmente sposo completamente la sua posizione geopolitica (critica Usa e Israele) e la sua analisi delle finte democrazie occidentali, che chiama “oligarchie”, e che a scanso di equivoci io preferisco chiamare, sorelianamente, “plutocrazie”.
Come Todd, credo che viviamo nel nichilismo radicale a causa della secolarizzazione e della perdita di riferimenti trascendenti. Come Todd, penso che in Occidente siamo passati dalla” fase zombie” alla “fase zero” della religione. Ma chi è lo zombie? Un morto vivente.
La gerarchia della Chiesa cattolica è entrata nella” fase zombie” negli anni euforici del boom economico del Secondo dopoguerra (anni di passaggio al disastro totale quasi in ogni campo) col pontificato disastroso del bonario Giovanni XXIII e col Concilio Vaticano II (1962-1965) che hanno aperto la Chiesa alla mentalità antropocentrica, modernista, liberale, ecumenista, quasi che il fondatore del cristianesimo non fosse più Gesù Cristo, ma Immanuel Kant e l’umanitarismo.
Da questa “fase zombie”, di una Chiesa che sembrava ancora viva e presente, vivendo di rendita e investendo quasi esclusivamente sull’aspetto esteriore, mediatico, di immagine, mentre crollava nelle coscienze, nelle vocazioni e nella dottrina, Paolo VI (il freddo desacralizzatore bresciano) e Giovanni Paolo II (l’antropocentrico globetrotter polacco) sono stati i massimi protagonisti. Emblematica la durissima lotta di monsignor Lefebvre, il vescovo teocentrico, contro entrambi.
Benedetto XVI, eletto nel 2005, si trova di fronte al disastro completo, al quale, prima come perito conciliare e poi come stretto collaboratore di Giovanni Paolo II, aveva a sua volta dato un notevole contributo.
Cerca di salvare il salvabile: difende la casamatta della morale sessuale e liberalizza la Messa antica, toglie la “scomunica” ai discepoli di Lefebvre; ma continua a frequentare sinagoghe, moschee e templi luterani, alzando peana alla civiltà liberale. Ammesso che fosse una fragile diga, dopo otto anni non regge più.
Nel 2013 l’elezione di Bergoglio sancisce il passaggio dalla “fase zombie” alla “fase zero”. Da allora la gerarchia ecclesiastica (non solo l’argentino che ne è al vertice) non dice né fa più quasi nulla di cattolico, mentre invece dice e fa tanto, anzi tantissimo, di non cattolico e pure di anticattolico. Diventa una Ong, completamente al servizio del vero potere plutocratico.
Tutti coloro che alla Burke, alla Müller, alla Bussola e, scendendo grandemente di livello, alla Cionci e alla Minutella, sognano un ritorno alla Chiesa conciliar-ratzingeriana, vorrebbero tornare alla “fase zombie”, in cui la gerarchia cattolica è antropocentrica, modernista, riduce (se va bene) la religione alla morale e di fatto ha già perso la fede nel trascendente ma fa finta di non saperlo.
Quali libri leggere per capire come siamo arrivati a questo punto?
RispondiEliminaBuongiorno. Inizi con quelli di Stefano Fontana su Karl Rahner e di Gaetano Masciullo sul Modernismo.
EliminaUn po' più "tecnico" , "Saggio sull' etica esistenziale formale di Karl Rahner" di Tomas Tyn; e, naturalmente, "Iota Unum" di Romano Amerio. Ambedue Fede & Cultura.
EliminaMaurice Pinay: Complotto contro la Chiesa, Edizioni Effedieffe, pagg. 452, Euro 26.00
Elimina"Cristo vita dell'anima" di Columba Marmion, Ed- Radio Spada
Elimina“Signore perché permetti tutto questo male?”
RispondiElimina“Tu vedi il male e non riesci a vedere oltre, Io vedo il bene che vi fiorirà, già sento le lodi di chi con quei benefici raccoglierà i frutti. Vedo le anime dei giusti premiate, vedo quelle dei cattivi mutate e vedo quelle degli impenitenti punite. Non sai che a cambiare l’ordine degli accadimenti terreni basta anche solo un’Ave Maria detta con devozione, o un fioretto fatto con amore?
Lascia che accada ciò che non puoi cambiare e prega affinché Io cambi tutto ciò che posso mutare.
Dietro un dolore sopportato per Me si nasconde un gaudio donato da Me.
L’unico male ti cui ti devi molto preoccupare è quello che tu commetti e che comunque sempre Io permetto, perché se usassi il vostro metro impietoso non ci sarebbe più alcuno degno di vivere”.
RB
Per tornare alla fase attiva ci vorrebbe una sola cosa: mettere da parte il Concilio Vaticano II come esperimento non riuscito e il postconcilio come un enorme disastro!!!
RispondiEliminaLire, de Mgr Lefebvre :
RispondiElimina- "Lettre aux catholiques perplexes" et "Ils L'ont découronné".
Il doit y avoir des traductions en italien de ces deux textes aisés à lire. Fuir absolument Karl Rahner, complètement illisible.
Rappeler que Mgr Marcel Lefebvre était titulaire d'un doctorat en philosophie et d'un autre en théologie. Combien d'évêques actuels peuvent en dire autant ? De Bergoglio, qui n'a jamais pu terminer ses études, ne parlons même pas !
Sessantadue anni fa iniziava un concilio che avrebbe dovuto portare la primavera nella Chiesa. Per ammissione di Paolo VI invece di una primavera arrivò un inverno glaciale e tempestoso, con un cattolicesimo che dalle granitiche certezze dei tempi di Pio XII proprio col concilio ha svoltato subito nell'autocritica, per precipitare immediatamente dopo nell'autodistruzione. Anche quest'ultima e terribile espressione la pronunciò l'amletico Paolo VI. Meglio non pensare a come ben diversamente avrebbe guidato la chiesa uno come Giuseppe Siri. Quel grandioso spettacolo che si vide l'11 ottobre 1962 era dunque in realtà un funerale. Il grandioso funerale del cattolicesimo. Restava solo da seppellirlo questo cattolicesimo. Il papa infelicemente regnante vi sta provvedendo. Ma senza tristezza e gramaglie, che sono cose indietriste. I tempi richiedono un'avantistica e arcobalenica gaiezza. Poveri noi! Povero monaco Gregorio.
RispondiEliminaCrosetto “stranamente” da tempo diserta il Consiglio dei ministri, in giugno al ritorno da un vertice Nato a Bruxelles “stranamente” il suo aereo si riempie di fumo ed è costretto ad un atterraggio d’emergenza a Ciampino dopo aver mosso dubbi sull’opportunità (italiana) di continuare a finanziare Zelensky, ieri ha tuonato contro Israele dopo l’attacco omicida dell’esercito sionista alla base Unifil guidata dagli italiani «non è un errore, è un crimine. Noi non prendiamo ordini dal governo di Netanyahu». Il potente Mossad osserva e decide. Non fa prigionieri. Tanto qui ha un esercito di Capezzone a fargli da spalla. Crosetto farà la stessa fine di Craxi? O peggio? Ricordate quella scritta che una volta era alla base dei tralicci “Chi tocca i fili muore”? Indovinate un po’, chi sono quei fili oggi?
RispondiEliminaAntonio Catalano
Ineccepibile, come sempre, Martino Mora. Per quanto riguarda i libri è ovvio che c'è ne sono tanti. Certamente buoni quelli segnalati ma mi permetto di suggerirne uno (nuovamente ) che rappresenta un' ottima sintesi e spiegazione del tutto: " Golpe nella Chiesa", del compianto don Andrea Mancinella.
RispondiEliminaAntonio
"Si temeva che lo Stato nuclearmente armato che potesse commettere un atto di guerra aperta contro di noi fosse la Russia. A commettere un atto di guerra contro nostri soldati in missione di peacekeeping per conto dell'ONU è ora un altro Stato nuclearmente armato: Israele; teoricamente un alleato. Ciò vuol dire che i nostri teorici alleati non esisterebbero a fare di noi un bersaglio al primo soffio di vento. Ciò vuol dire anche che l'egemonia USA ha perso la capacità di garantire la sicurezza interna fra i suoi stessi alleati e protettorati, se la Turchia minaccia periodicamente la Grecia e Israele attacca noi. Ciò vuol dire anche che se qualcuno dovesse attaccare piccoli Paesi NATO ultranazionalisti in posizioni geostrategiche delicate, ciò non dovrebbe costituire un nostro problema."
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/daniele.ventre.543
Io però mi chiedo :è proprio indispensabile la presenza dei nostri militari in Libano? Il dispiegamento di quelle truppe avrebbe dovuto garantire la pace in quella zona ,ed era l'unico compito che avevano. Adesso possiamo dire con sicurezza che la loro presenza è praticamente ininfluente.Inoltre c'è anche il rischio reale che qualche missile o drone scoppi ,in modo intenzionale o fortuito, nel bel mezzo dei nostri soldati.E' questo che vogliamo? Pugnan per altra terra itali acciari....Mentre torme di violenti attraversano le strade delle nostre città inneggiando ad Hamas ed altri simili tagliagole.Intanto nel tribunale di Palermo si processa un ex ministro italiano reo di aver bloccato in mare una nave di clandestini che volevano assolutamente sbarcare e ci sono riusciti,nel paese che non c'è.
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