Già da questo momento dobbiamo profondamente affliggerci per aver offeso Dio, eterno amore, così frequentemente. I nostri fratelli del Purgatorio riconoscono molto più chiaramente di noi l'infinita bontà di Dio e quindi lo amano con tutte le loro forze. Perciò soffrono pene indescrivibili al solo pensiero di aver offeso un Dio così grande nell'amore; queste pene sono più severe di quelle sofferte sulla terra.
O Dio onnipotente ed eterno, io ti amo sopra ogni cosa poiché sei bontà infinita e mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di averti offeso. Propongo di non offenderti mai più. Aiutami a perseverare in ciò da questo momento. Abbi pietà di me ed abbi pietà dei nostri fratelli del Purgatorio. O Maria, Madre di Dio, piena di grazia, vieni in aiuto alle anime del Purgatorio con la tua potente intercessione. Per mezzo di essa, possa Gesù,il tuo amatissimo Figlio e nostro Signore, concedere loro di partecipare alla sua gloria e alla sua beatitudine.
L'Eterno riposo, dona loro, o Signore, e risplenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace.
27 OTTOBRE.
RispondiEliminaLo spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze piú gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia.
Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l'ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi.
Quindi se alcuni pensieri ti agitano, pensa che questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo (Padre Pio AdFP, 549).
Prima provvisoria scorsa all'enciclica Dilexit nos di papa Francesco.
RispondiEliminaDocumento logorroico, che seppellisce il lettore sotto una montagna di citazioni dei testi e dei Padri e dei teologi. Ma scelti secondo una modalità precisa, infiorata di frasi polemiche contro "i rigidi", coloro che sono fermi al passato, etc : l'esaltazione del "cuore" (i modernisti avrebbero detto del "sentimento") contro ogni concezione del cristianesimo che faccia posto anche alla ragione e all'intelletto, si intende nel modo dovuto (vedi, tanto per non far nomi, san Tommaso d'Aquino). Si conferma l'attuale visione sentimentale e zuccherosa del cattolicesimo, sostanzialmente falsa, visto che lo zucchero dell'amore divino distribuito a kg e quintali copre le peggiori eresie e la violazione dell'etica cristiana. L'imponente sul piano della quanitità discorso del papa (che si conclude ovviamente con l'esortazione all'azione sociale di indiscriminata accoglienza) non dice mai (mi pare) la cosa più ovvia e più semplice: che la devozione del Cuore Sacratissimo di Gesù deve servire a farci fare ogni giorno la volontà di Dio, ad "osservare i comandamenti" (servare mandata). Poiché restiamo sempre nella condizione di servi e peccatori bisognosi di sovrannaturale aiuto per salvarsi (della salvezza, ne parla nell'Enciclica?).
Le devozioni al Sacratissimo Cuore del Signore e al suo Preziosissimo Sangue, unitamente a tutte le preghiere, giaculatorie, Rosari, novene, non servono a nulla e rischiano di far cadere nel fariseismo se non sono finalizzate a fare ogni giorno la volontà di Dio, a lottare contro noi stessi con piena consapevolezza razionale e della volontà buona che dobbiamo avere e mantenere con l'aiuto (razionalmente voluto) della Grazia.
pp
Nel frattempo papa Francesco continua nella sua opera demolitrice della morale e della costituzione della Chiesa. Il cardinale Fernández ha detto che la questione del diaconato femminile non è chiusa. Si continua a studiare. A studiare che cosa, si vorrebbe sapere? A studiare il modo nel quale si farà inghiottire il rospo del dell'approvazione del diaconato femminile, contro tutta la tradizione della Chiesa? Inoltre, dalle riunioni del c.d. "sinodo" si è detto che bisogna aumentare la presenza femminile nella Chiesa anche nei Seminari. I seminaristi devono esser messi in contatto con l'elemento femminile. Ma non ci sono già "teologhe" che insegnano nei seminari del Novus Ordo? Allora, cosa si vuole? Le donne che stanno penetrando nei gangli della Chiesa istituzione a bizzeffe sono anche, spesso e volentieri, femministe e lesbiche. La Chiesa cattolica è diventata la fotocopia della Chiesa Anglicana; essa, dal Concilio in poi, imita i Protestanti eretici nelle loro peggiori perversioni.
RispondiEliminapp
Come il par. 1 della nuova enciclica alteri il senso della Scrittura.
RispondiEliminaIn questo paragrafo di apertura, papa Francesco cita san Paolo ("Ci ha amati", Rm 8, 37) e Giovanni: "Io ho amato voi" (Gv 15, 9.12) nonché "Vi ho chiamato amici" (Gv 15, 15), al fine di poter affermare : "Il suo cuore [di Gesù] aperto ci precede e ci aspetta senza condizioni, senza pretendere alcun requisito previo per poterci amare e per offrirci la sua amicizia: Egli ci ha amati per primo (Gv 1, 4,10). Grazie a Gesù, 'abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi'(1 Gv 4, 16).
2. Per esprimere l'amore di Gesù si usa spesso il simbolo del cuore..."
COMMENTO : ebbene, non è affatto vero che Gesù non pretenda "alcun requisito previo per offrirci la sua amicizia". Andiamo a controllare la citazione completa di Gv 15, 14 ss : "Voi siete miei amici se farete quello che vi comando. Non vi chiamo più servi poiché il servo non sa quello che fa il padrone, vi ho chiamati amici perché vi ho fatto conoscere tutto quello che ho udito dal Padre mio...". Chi è dunque considerato "amico" dal Signore? Chi fa la sua volontà, che è la medesima del Padre, dal Signore rivelata e spiegata ai Discepoli: questo è "il requisito previo" espressamente richiesto dal Signore. E non si può fare la volontà del Signore ed entrarre nella vita eterna se non si diventa l'uomo nuovo di cui a Gv 3, 3ss, ovvero l'uomo che si rigenera spiritualmente in Cristo, in fede parole e opere.
Anche l'amore di Cristo verso i Discepoli è sottoposto alla medesima condizione. Vediamo la citazione completa: "Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Perseverate nell'amor mio. Se osserverete i miei Comandamenti, persevererete nel mio amore, come io ho osservati i Comandamenti del Padre mio e rimando nel suo amore" (Gv 15, 9-10).
Il discorso di papa Francesco è sempre lo stesso: afferma falsamente che il Signore chiama tutti a Sè senza porre condizione alcuna, come se non fosse necessario convertirsi a Lui in pensieri, parole, opere per poter accedere alla vita eterna. Questo è l'errore della salvezza garantita a tutti per principio senza bisogno di convertirsi a Cristo, errore già messo in cantiere dai suoi predecessori, la cui base teologica deviata si trova nell'art. 22.2 della Gaudium et spes, ove incredibilmente si afferma che "con l'Incarnazione il Figlio di Dio si è in un certo senso unito ad ogni uomo" - supposta unione che il magistero e la teologia successivi intendono erroneamente in senso non simbolico ma ontologico ed esistenziale.
pp
Errore di stampa : Nel commento precedente invece di "rimando nel suo amore" (Gv 15, 9-10), va letto ovviamente : "rimango nel suo amore". Grazie.
RispondiEliminapp