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venerdì 29 novembre 2024

Il malessere dei «nuovi sacerdoti»

Ringraziamo Res Novae – Perspectives romaines per l'articolo che segue sui molti sacerdoti di oggi, disillusi e addirittura scoraggiati, dai pochi frutti riscontrabili nella loro vita parrocchiale dalla ricezione dei sacramenti da parte di troppi membri del loro gregge, posto che i sacramenti sono, per eccellenza, la fonte della grazia divina che vivifica le anime. Ne scaturisce l'analisi di un cambiamento pastorale attraverso riletture storiche all'origine dell'oscuramento della coscienza comune e le sue conseguenze sulla devitalizzazione delle comunità cristiane e come l'abbandono della predicazione sui fini ultimi e la fede nell'effettiva salvezza di tutti abbiano reso sterile l'uso dei sacramenti. Seguono insegnamenti sul dono della fede, richiami catechetici sulla grazia, sul peccato, sui sacramenti per rifondare la pastorale nella dottrina, con esempi di pastorale esigente, che non nega la misericordia, ma al contrario permette frutti di conversione più numerosi e duraturi... La crisi nella Chiesa ha raggiunto livelli inauditi. C'è da dire che in Francia, come pure in America, la Tradizione - pur se osteggiata - è sempre più viva in larghe fasce di fedeli.

Il malessere dei «nuovi sacerdoti»

Un’opera collettiva molto interessante – e significativa -, Les sacrements en question. Qui peut les recevoir? [I sacramenti in discussione. Chi può riceverli?], a cura di Thibaud Guespereau, Henri Vallançon, sacerdoti, e Thibaud Collin, filosofo[1], descrive lo stato di sofferenza dei preti «che vedono come i sacramenti che celebrano vengano ricevuti». Così constatano come un gran numero di battezzati adulti non ritorni a messa la domenica successiva al loro battesimo e come le coppie sposate, che hanno preparato al sacramento, si separino l’anno dopo. A ciò si aggiunga il fatto che essi vedono come l’insieme di coloro che partecipano a tutte le messe si comunicano sempre, benché solo un numero esiguo si accosti qualche volta al confessionale. Da qui l’eterna domanda pastorale, ma che si pone in modo scottante all’interno di un mondo cattolico malato dai confini molto porosi nei confronti della società indifferente che lo circonda: «[Un pastore] deve discernere e respingere i candidati che non hanno fede e/o vivono in modo disordinato? Non rischia così di creare una Chiesa di puri? O, al contrario, se accetta con eccessiva indulgenza, non rischia di offendere Dio e di recar pregiudizio alla Chiesa ed ai richiedenti stessi?

Si trovano in questo libro considerazioni assolutamente opportune sulla crisi della predicazione dei fini ultimi, sul deteriorarsi della nozione di peccato mortale nella teologia contemporanea ed anche l’esempio di una parrocchia del Sud della Francia, in cui si pone in essere un serio discernimento circa le richieste dei sacramenti, applicato alle domande di matrimonio e di battesimo per sé o per un figlio: almeno questo è ciò che si suppone, poiché il testo resta spesso allusivo. Si comprende tuttavia la prudenza, necessaria in un’opera destinata al grande pubblico. Così com’è, nel mondo cattolico di oggi, essa rappresenta una specie di bomba, poiché scuote il lasciar fare, il pressapochismo pastorale. Ma lo è soprattutto per ciò che rivela questo fatto enorme: non si trova un solo vescovo tra gli autori o i prefatori di questo libro, che spiega semplicemente cosa sia lo stato di grazia ed il peccato mortale che lo toglie.

È questo il punto che fa male: tra i vescovi ed una buona parte di coloro che formano le giovani generazioni di preti c’è un abisso d’incomprensione. È ben noto come i fedeli, appartenenti a ciò che si è convenuto di chiamare le «forze vive» ancora rimaste, si sentano come pecore senza pastori. Ma bisogna sapere che un numero significativo di preti diocesani si trovano in una situazione simile. Da qui il profondo malessere di questi chierici, che vengono definiti «classici» o «nuovi preti» abbandonati oppure guardati con sospetto dai loro superiori.
Don Claude Barthe, 27 novembre 2024
 ___________________ 
[1] A cui hanno partecipato tra gli altri Padre Pascal Ide, Mons. Christophe J. Kruijen, don Gauillaume de Menthière, Gabrielle Vialla (Artège, 2024).

15 commenti:

  1. https://www.korazym.org/108163/il-nuovo-vaticano-dopo-papa-francesco/

    "c’è qualcosa di diverso nelle scelte di Papa Francesco, qualcosa che ha a che fare con la re-significazione del ruolo del Papa, cioè del papato stesso e del ruolo dell’ufficio papale in quanto tale. I rischi per il futuro sono molto alti"

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    1. Non è il Papa e non lo è mai stato. È stato usato.
      Attenti a non favorire chi l’ha usato.
      In buona fede può succedere.
      Se invece è malafede e il fuoco di sbarramento alla verità fa parte dei vostri compiti, sappiate che La Verità trionfa sempre.

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    2. Da parte di chi ci conosce da anni, molto mi meraviglia e trovo incomprensibile una ipotesi del genere, per il solo fatto che non ci diamo l'autorità di trarre conclusioni, pur continuando a denunciare errori e a "ripareggiare" la verità...

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    3. e usato da chi?
      a me sembra che il papa sia molto scaltro. Non dimentichiamo che è un gesuita e non dimentichiamo che il gesuiti da anni tramavano nell'ombra e seminando errori. La nouvelle Theologie dice niente?
      Sulla re-significazione del papato mi torna in mente una conferenza di padre Rossi de Gasperis, gesuita, l'indomani della rinuncia di papa Benedetto (fu postata in qualche commento qui, tempo fa). Ascoltata dopo 11 anni vien da chiedersi: o il padre gesuita fu un profeta o un progetto era già pronto. Lo stesso per altri interventi dello stesso in materia di ruolo delle donne e sacerdozio. Basta fare una semplice ricerca.
      Non è una conclusione bensì una osservazione per persone intelligenti. E qui ce ne sono che scrivono.

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    4. eccola:
      https://www.youtube.com/watch?v=Xazwa2tuXZc

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  2. Marcel François Lefebvre (Tourcoing, 29 novembre 1905 – Martigny, 25 marzo 1991). Nel giorno della nascita di Mons. Lefebvre mi sento di dire quanto coraggio avesse, quanto nel tempo delle decisioni più tristi abbia sofferto, soprattutto le incomprensioni con il Santo Padre. Una fede così grande un amore per la Chiesa Cattolica così grande può portare a degli errori? Forse si! Forse no! Valse la pena la scomunica per le ordinazioni episcopali? In fondo cosa chiedeva a Roma? Di proseguire l'opera della fraternità sacerdotale dopo la sua morte. Il tempo gli diede ragione, nella sapienza e Magnanimità di Papa Benedetto XVI la scomuniche ai vescovi ordinati da Mons. Lefebvre venne rimessa.
    Grazie a lui è garantita la tradizione, oggettivamente il seminario della FSSX, resta il più fiorente.

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  3. A proposito di Talare: no / Talare: Si… chiedo venia se la penso così: L’abito sacro distingue l’Uomo scelto da Dio fra gli uomini e da fiducia ai fedeli in modo eccellente nel Sacramento della Penitenza; il Sacerdote vestito come un uomo qualunque, ha dismesso la sua riconoscibilità tra i fedeli, il suo essere consacrato, pastore, confessore, l’uomo scelto da Dio per distribuire i Sacramenti, la Grazia, il Corpo di Cristo, nostro Signore e nostro Dio. Noto con immensa gratitudine giovani Sacerdoti in abito ecclesiale- non solo nei momenti liturgici ma durante il giorno. Grazie a loro, forse anche i ‘veterani’ toglieranno la polvere dalla loro talare benedetta, lasciata inattiva e dimenticata per anni nell’armadio; la indosseranno con la commozione avuta il giorno della loro Ordinazione Sacerdotale. La talare non è una divisa come lo è per le Forze dell’Ordine: Vigili urbani, Carabinieri, Finanzieri, Forze armate di terra, mare, cielo essa rende visibile il Sacerdote, in qualsiasi luogo e tempo; il Sacerdote, che in ogni luogo e situazione possa essere riconosciuto per chiedere, benedizioni, assoluzioni e perdono. Preghiamo affinché ciò avvenga.
    Jacqueline Masi Lanteri

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    1. Vedremo cosa succederà quando presto o tardi avremo un nuovo Papa.

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    2. Purtroppo ricordo di aver letto che questo Papa in una riunione di Sacerdoti ha plaudito perche' si fossero presentati vestiti "semplicemente", cioe' chi indossando jeans, chi col clargyman. Mi domando inoltre da dove sia comparsa la presenza sul bavero della spilletta a forma di Croce. Stabilita da chi, codificata da chi non e' dato sapere.Con iI vestito talare il Sacerdote cattolico non solo si fa riconoscere ma con il suo passaggio "evangelizza" senza parlare. Anche questa deriva, a mio parere, fa parte del "non serviam".

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  4. Se invece è malafede e il fuoco di sbarramento alla verità fa parte dei vostri compiti, ,,,
    Da parte di chi ci conosce da anni, molto mi meraviglia e trovo incomprensibile una ipotesi del genere, per il solo fatto che non ci diamo l'autorità di trarre conclusioni, pur continuando a denunciare errori e a "ripareggiare" la verità...

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  5. da ex studente di Giurisprudenza30 novembre, 2024 09:32

    Questo virgolettato:
    [Un pastore] deve discernere e respingere i candidati che non hanno fede e/o vivono in modo disordinato? Non rischia così di creare una Chiesa di puri? O, al contrario, se accetta con eccessiva indulgenza, non rischia di offendere Dio e di recar pregiudizio alla Chiesa ed ai richiedenti stessi?
    mi ricorda quanto successo al mio meccanico di fiducia, fortunatamente è il solo caso di cui abbia avuto direttamente notizia, di cui il parroco sosteneva una ipotetica, o forse solo fantomatica situazione irregolare solo perchè era stato riformato per cause psichiche, peraltro un po' pretestuose (capisce meglio i motori che le persone? Che c'entra col ricevere i sacramenti? ). Dopo una vicenda un po' surreale era intervenuto direttamente l'Arcivescovo che prima aveva dovuto interpellare la Sede Apostolica, ignoro se sia stato proprio il Papa a rispondere al presule, ma la cosa si è infine risolta e pure quel parroco era stato trasferito.
    Quel parroco che aveva inguaiato l'amico sembra perfettamente descritto proprio da quel virgolettato. E pare non avesse fama di essere un "conservatore", da quanto il mio parroco è riuscito a sapere (fra cui che quel sacerdote è morto nel marzo 2022, nè io ne l'amico lo sapevamo).
    Ignoro perchè l'amico (che considero tale, anche se ci accomuna solo la passione per l'automobilismo) vada a messa in una parrocchia diversa dalla sua, quella degli ormai defunti suoceri, che pure non è più nemmeno quella al tempo retta da chi gli ha creato problemi, l'amico non me l'ha detto.

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  6. dalla puntata di Report (Rai3) del 24 novembre 2024.
    Una liberia storica ha chiuso perchè non riusciva più a pagare al Vaticano 9000 euro al mese di affitto, il cardinale Mauro Gambetti al posto di quella libreria apre e inaugura la Official Area della Basilica di San Pietro, dove si venderà un pò di tutto, dai libri, ai rosari, oggetti vari, fino ai nuovi tickets per accedere alla Basilica di San Pietro Il Giubileo è ormai vicino e, come stanno facendo … e tanto...
    https://gloria.tv/post/BvD7PGMQqk9u4hXceeU1maAX1
    Fuori tema

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  7. Al posto dell'antica libreria, in passato molto fornita per la filosofia e la teologia, un negozio di cianfrusaglie per far cassetta durante il Giubileo. La libreria dovrebbe essere quella alla fine di Via della Conciliazione, nel portico, sulla sinistra per chi guarda S. Pietro? Certo, 9.000 euro al mese di affitto, niente male...Anche Shylock ci avrebbe avuto poco da ridire...

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  8. Scusate, faccio due osservazioni. Lecito e doveroso che i sacerdoti si domandino la liceità dell'accesso ai Sacramenti, Eucarestia in primis. Ma dall'altra parte perchè allora la concedono a chicchessia? E poi, sui tempi ultimi non è vero che sono stati abbandonati: anche al di fuori delle omelie essi sono trattati: ad esempio, P. Giorgio Maria Carbone il 30 novembre ha tenuto un incontro sui tempi ultimi nel convento di San Domenico a Bologna. Se poi questi argomenti non sono sulla bocca delle persone non credenti è un altro discorso. Per tornare alle celebrazioni della Santa Messa, nelle letture di questi ultimi giorni di tempo ordinario di che si parlava, di taglio e cucito? Saluti.

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  9. «Se è vero che si può interpretare la Scrittura […] quanto più sarà da interpretare il Catechismo della Chiesa Cattolica, che non è ispirato da Dio». Impegnato a sventolare il documento della Pontificia Commissione Biblica con la mano, don Martini non si è accorto che lì dentro c'è scritto il contrario, ossia che il Magistero è il garante dell'interpretazione dei testi ispirati, e che il Magistero non è affatto soggetto ad un processo di infinita auto-interpretazione che porta a ribaltare i propri insegnamenti.
    https://lanuovabq.it/it/se-la-bibbia-non-e-gay-friendly-a-firenze-la-si-reinterpreta
    No, voglio dire che mi sembra che tra preti e suore e vescovi e papi si sono messi tutti di buzzo buono per ribaltare tutti i tavoli, ora sono i cambiavalute che cacciano la Verita' dal Tempio!

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