Un interessante articolo nella nostra traduzione da New Liturgical Movement. Ne approfittiamo per prolungare il nostro omaggio, già pubblicato ieri qui, alla Beata Vergine.
Nostra Signora di Guadalupe nel Rito bizantino
Le chiese di rito bizantino sono, rigorosamente, quasi altrettanto caute nell'aggiungere nuove feste (lo fanno raramente) quanto lo sono nel sopprimere quelle vecchie (mai). Tuttavia, dopo che Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato Nostra Signora di Guadalupe, la cui festa è oggi [12 dicembre -ndT], Patrona delle Americhe nel 1999, la Chiesa cattolica bizantino-rutena ha aggiunto la sua festa al suo calendario liturgico. Ciò rappresenta una meravigliosa opportunità per le chiese bizantine di condividere le ricchezze della loro tradizione liturgica con i loro confratelli cattolici di discendenza ispanica, per i quali il rito romano sarebbe la loro tradizione ancestrale.
Il rito bizantino non ha l'Avvento come stagione liturgica formalmente delineata, ma tradizionalmente osserva un digiuno in preparazione al Natale, che inizia dopo la festa di San Filippo Apostolo il 14 novembre. (Il che è molto vicino all'inizio dell'Avvento nei riti ambrosiano e mozarabico). Tuttavia, ci sono molti testi liturgici usati nel periodo che si riferiscono all'avvicinarsi del Natale, e il tropario(1) della festa, il primo dei due inni propri cantati alla Divina Liturgia, è formato da questa tradizione. (Dal sito web dell'Arcieparchia cattolica bizantina di Pittsburgh qui.)
Tropàrio Quando sei apparsa nel Nuovo Mondo, o Theotokos, hai fissato la tua immagine sulla tilma carica di rose di Juan Diego. Tutti i poveri, gli affamati e gli oppressi ti cercano, Signora di Guadalupe. Contempliamo la tua icona miracolosa e troviamo speranza, gridando a tuo Figlio nascosto nel tuo grembo : Ascolta la nostra supplica per la giustizia, o Signore misericordioso.
Il secondo inno, il Kontakion, parla del ruolo di Nostra Signora di Guadalupe nell'evangelizzazione del Nuovo Mondo e della vittoria del Cristianesimo sulle religioni pagane native. (La cattedrale di Città del Messico, che è anche dedicata a Nostra Signora, è costruita sul sito del tempio principale della capitale degli Aztechi, in cui praticavano sacrifici umani su una scala inimmaginabile.)
Kontakion Il Nuovo Mondo non giacerà più ferito in inutili sacrifici di sangue, perché colei che è vestita di sole ci ha rivelato il Figlio. O Madre delle Americhe, imprimi il suo nome nei nostri cuori, proprio come hai tessuto la tua immagine nel tessuto del cactus. Insegna ai tuoi figli a gridare: O Cristo Dio, nostra speranza, gloria a te!
Il sito web linkato sopra fornisce anche un insieme completo di testi appropriati per la celebrazione dei Vespri. L'ultimo degli aposticha unisce magnificamente le parole pronunciate dalla Vergine a San Juan Diego nell'apparizione originale ad alcune delle classiche frasi retoriche della tradizione bizantina.
Aposticha “Ascoltate, figli miei amatissimi; le cose che vi affliggono non sono nulla! Perché ho dato alla luce il Conquistatore dell'Ade, il Signore che rimuove il pungiglione della Morte. Non permettete che i vostri volti siano confusi, che i vostri cuori siano turbati. Non sono forse qui io, che sono vostra Madre? Non siete sotto la mia ombra e protezione? Non sono forse io la fonte della vostra gioia? Non siete nell'incavo del mio mantello, nell'incrocio delle mie braccia? Allora tornate al Signore ed Egli farà nuove tutte le cose!”
____________________Note di Chiesa e post-concilio
1. Tropàrio [dal greco τροπάριον, da τρόπος (tropos) «modo»], nella liturgia bizantina, breve preghiera ritmica, di contenuti e forme diversi.
2. Kontakion, inno tematico. Deriva dal greco κόνταξ (kóntax), che significa "verga" o "bastone" e si riferisce specificamente alla verga attorno alla quale è avvolto un rotolo. Mentre il genere risale almeno al VI secolo, la parola stessa è attestata solo nel IX secolo. Il nome è probabilmente un riferimento al fatto che i kontakion tendono ad essere lunghi e ad avere un gran numero di strofe, richiedendo quindi metaforicamente o letteralmente una grande quantità di "scorrimento".
3. Aposticha, Inno accompagnato da versetti di Salmi utilizzato per i Vespri e per il Mattutino
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
«Ho letto nel Santo Vangelo che il divin Pastore abbandona nel deserto tutte le pecore fedeli per correre appresso alla pecorella smarrita… Che io sia degnata di una simile fiducia! Egli confida in loro! In che maniera potrebbero andarsene? Sono prigioniere dell’Amore».
RispondiElimina(Santa Teresina di Lisieux)
LA SCHIAVITÙ DEL PECCATO E LA GRAZIA DI DIO
RispondiEliminaC’è anche la volontà umana. Quando la grazia viene nella volontà, ci dona un nuovo potere, una nuova forza che non abbiamo mai avuto prima. Ci dà una nuova capacità di resistere alle tentazioni. Troppo spesso in questo mondo appena uno diventa schiavo del peccato, parliamo di lui come se avesse una compulsione. Diciamo: «Oh, è un bevitore compulsivo. È un mangiatore compulsivo». È vero. La parola che usa il Signore per spiegare la compulsione è “schiavitù”. Questo non significa che queste persone abbiano completamente distrutto la propria libertà. C’è sempre una piccola parte di libertà che rimane in un alcolista, in un pervertito, in chiunque sia preda della schiavitù del peccato. Questi peccati iniziati con liberi atti nostri propri, possono aver indebolito, ma non distrutto la nostra volontà. È possibile che la grazia si insedi. La grazia ha il suo D-day e Dio può venire in ciascuna di queste persone.
Quando cerchiamo di curare una persona dai vizi, non possiamo mai estrarre il vizio, ma solo emarginarlo. Come si fa? Mettendovi qualcos’altro di nuovo. La grazia di Dio viene quando iniziamo ad amarlo; allora, questi vizi iniziano a fuoriuscire. Una volta che sopravviene un nuovo amore, siamo cambiati. Ricordo di aver fatto un patto con una donna alcolizzata, dicendole: «Tu ami l’alcol più di ogni altra cosa al mondo. Allora io non posso curarti finché non inizi ad amare qualcos’altro». Così abbiamo invocato la grazia, che è venuta in lei ed è guarita. Ecco ciò che la grazia fa alla povera e debole volontà umana.
(Fulton J. Sheen, da "Perché credere? 50 risposte sul senso della vita. Vol. 1" edizioni Ares)
Cuauhtlatoatzin: è il nome di Juan Diego prima del battesimo, ricevuto a 57 anni.
RispondiEliminaIl significato del nome nella lingua locale è: "chi grida come l'aquila".
L'aquila è il simbolo di San Giovanni evangelista: in Apocalisse 4, il riferimento biblico.
In Apocalisse 8,13 l'aquila grida: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!"
In Apocalisse 12,14 furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente.
Nel vangelo tra l'altro c'è una traduzione controversa che usa avvoltoi in luogo di aquile: Mt 24,28 e Lc 17,37, con le aquile che volano presso il corpo di Cristo (l'Eucaristia) a dare senso compiuto al detto citato da Gesù.
Allora a Guadalupe la Madonna, nell'allora "nuovo mondo", disegna prodigiosamente l'immagine di una donna prossima a partorire. Non c'è traccia di pittura (come la Sindone) su un tessuto d'agave rimasto inspiegabilmente integro per cinque secoli, mantenendo la temperatura umana di 36,8°C. C'è il prodigio delle figure rilevate dal microscopio elettronico nell'iride della Madonna, che vede (viva!) chi è là mentre compare la figura sulla tilma. C'è il sorprendente apparire delle stelle sul manto della donna in corrispondenza del cielo di Città del Messico quella notte. E c'è il prodigio delle stelle non raffigurate, ma che se ci fossero state porrebbero le stelle della costellazione del Leone sul grembo (il leone della tribù di Giuda), la Vergine sul cuore e la Corona Borealis quale simbolo regale sulla fronte.
C'è un ulteriore mistero: le stelle sul manto della Vergine sono 46, come il numero dei Papi dal successore di Clemente VII (regnante nel 1531) a Benedetto XVI. E il numero di stelle di ciascuna costellazione tra quelle della tilma è pari al numero di Papi con un certo nome: Pio, Innocenzo, Benedetto, Leone... Un mistero grande.
Quindi l'aquila grida, la donna è nel deserto per un tempo, due tempi e metà di un tempo, le stelle si compiono con l'ultimo dei 4 papi, tra il 1531 ed oggi, che hanno preso il nome di Benedetto, quattro come le stelle sulla tilma nella costellazione della croce del sud.
Guadalupe è la trasposizione odierna di un termine in azteco: Coatlaxopeuh, “colei che schiaccia il serpente”.
Facciamo uno + uno... Siamo al culmine di un disegno divino che si compie in Maria?
Bergoglio insegue divinità pagane... Maria Santissima dà carne al Verbo.
L'aquila grida. Le aquile si radunano presso il Santo Sacramento.
In un lampo la Rivelazione si compie, la Gerusalemme Celeste scende dal Cielo.
Gloria a Dio! E' l'avvento di Nostro Signore, come promise all'ascensione.
Molto interessanti i testi
RispondiEliminaAlessandro Della Rosa
Non solo i bizantini uniti osservano la festa, ma anche i separati, e tanto i primi quanto i secondi nelle loro chiese in Messico hanno l'immagine nell' iconostasi
RispondiEliminaRoberto de Albentiis
Philippe Villeneuve, l’architetto capo della ricostruzione di Notre-Dame di questi anni, in un’intervista televisiva rilasciata a Colm Flynn – corrispondente vaticano per Ewtn News – ha anzitutto parlato apertamente (cosa che non aveva mai fatto prima) della sua fede cattolica. «Ho passato cinque anni a non parlarne», ha raccontato, «perché sono un funzionario pubblico di una repubblica laica, ma ora ho deciso di farlo». Un silenzio, quello dell’architetto di Notre-Dame, che va anche capito, se si pensa che la Francia è uno dei Paesi d’Europa dove gli atti d’odio anticristiano sono più numerosi: solo nel 2023 se ne sono contati 1.000.
RispondiEliminaMa torniamo alle parole di Villeneuve, perché non si è limitato, nell’intervista a Ewtn News, a dirsi cattolico, spingendosi a rivelare anche un aspetto molto interessante sulla ricostruzione della cattedrale di Notre-Dame. «Ho una devozione speciale per la Vergine Maria», ha infatti spiegato, aggiungendo: «Non ho mai smesso di sentire il Suo sostegno. Credo che, diversamente, questo progetto non sarebbe stato possibile. Penso che sia questo che mi ha dato mi ha dato la forza e la determinazione per andare avanti».
"Quando le nostre mani hanno toccato delle erbe aromatiche, esse profumano tutto ciò che toccano!
RispondiEliminaFacciamo passare le nostre preghiere attraverso le mani della Santa Vergine: Lei le profumerà"
(San Giovanni Maria Vianney)