“L’avanzata degli ex impresentabili”
“L’avanzata degli ex impresentabili”. Ecco il titolo di un servizio di Francesca Basso pubblicato sulla rivista Sette, del Corriere della Sera, che analizza la forte crescita elettorale in Europa dell’“estrema destra”, l’“ultra destra”, la “destra nazionalista, populista, xenofoba” e un lungo eccetera di epiteti con cui la fertile immaginazione della sinistra designa chi si colloca dall’altro lato dello scacchiere politico (1).
Cambio di paradigma
“Il ‘cordone sanitario’, ovvero il rifiuto dei partiti tradizionali di cooperare con l’estrema destra, ha fallito. (…) L’estrema destra continua a guadagnare terreno”, constata l’autrice.
Il fenomeno non è nuovo né ristretto all’Europa. Ce ne siamo occupati diverse volte nella nostra rivista(2). Esso è visibile anche negli Stati Uniti e in America Latina. Anzi, possiamo dire che è iniziato proprio nel mondo anglosassone col Conservative Revival(3). Oggi questo fenomeno raggiunge un apice.
Il punto centrale è che tale “avanzata” si dà non con Marce su Roma, Putsch o Alzamiento, bensì attraverso le urne. In altre parole, è il popolo che sta democraticamente portando la destra al potere, contrariando così il mito che la storia avanza inesorabilmente verso sinistra. Invece di gridare disperatamente allo scandalo, la sinistra dovrebbe interrogarsi invece su cosa significhi, non solo politicamente ma anche storicamente, questo spostamento a destra dell’opinione pubblica. Perché ormai è evidente che non stiamo parlando di un fenomeno passeggero né superficiale né locale, bensì di un cambio di paradigma universale.
Ha ragione Lilli Gruber quando scrive (con tanta malinconia): “L’Inauguration Day [di Donald Trump] non sarà solo un passaggio di consegne, ma rappresenterà un vero e proprio cambio d’epoca. (…) Questo Trump trionfante sembra spinto dallo ‘spirito dei tempi’. (…) Le nuove destre estreme [sono] sempre più sulla cresta dell’onda” (4).
Già, lo “spirito dei tempi” … Ovvero il pretesto che, da secoli, la Rivoluzione manipola per presentarsi come l’onda del futuro e che, invece, oggi sembra soffiare nella direzione opposta.
Anti-wokismo
Qualcuno obbietterà, non senza ragione, che non possiamo più parlare propriamente di “destra” e “sinistra”, categorie ormai in procinto di superamento. Io stesso preferirei parlare in termini di “Rivoluzione” e “Contro-Rivoluzione”, secondo le note categorie spiegate, per esempio, da Plinio Corrêa de Oliveira.
Di là della semantica, quello che stiamo presenziando è una reazione, con radici molto profonde nell’anima umana, contro gli eccessi del processo rivoluzionario, in concreto contro la rivoluzione woke che vuole cancellare qualsiasi parvenza di Ordine. Se nelle tappe precedenti del processo rivoluzionario era possibile illudersi che, dando mezzo passo indietro, tutto si sarebbe risolto, di fronte al wokismo – dietro il quale comincia a mostrarsi qualche tratto di satanismo e di sacrilegio – i mezzi termini impallidiscono e comincia a delinearsi la convinzione che l’unica soluzione sia una reazione che vada alla radice, un movimento che a medio o lungo termine potrebbe portare appunto a una Contro-Rivoluzione [un tipo di soluzione che di certo non mi auguro -ndr].
Non è coincidenza che gli americani abbiano eletto Trump, e una maggioranza repubblicana nelle due Camere del Congresso, proprio perché hanno promesso di farla finita con la rivoluzione woke, che da troppo tempo impervia nel loro Paese.
Anche nella Chiesa
L’avanzata delle destre in campo politico va pari passu con l’avanzata del Tradizionalismo in ambito religioso, a riprova che si tratta di due aspetti dello stesso fenomeno. Anche nella Chiesa assistiamo all’“avanzata degli impresentabili”, ovvero di quei settori che l’uragano post-conciliare degli anni Sessanta e Settanta avrebbe dovuto spazzare via da tempo e che, invece, oggi stanno crescendo in forma esponenziale, soprattutto fra i giovani.
Questo è un dato acquisito. Per esempio, basata su uno studio della Catholic University of America, Ruth Graham afferma sul New York Times: “Dagli anni ottanta, i sacerdoti tendono a essere conservatori”. E cita Brad Vermurlen della Saint Thomas University di Houston, che afferma: “Dal 2010 abbiamo la coorte di sacerdoti più conservatrice vista da molto tempo”(5). Infatti, dal 2020 nessun novello sacerdote negli Sati Uniti si dichiara “molto progressista”, mentre sempre più si dichiarano “conservatori” e “molto conservatori”. [Resta sempre ds verificare quanto l'essere "conservatori" coincida col fedeli integralmente alla Tradizione -ndr]
Ormai questo fenomeno è l’oggetto anche della ricerca sociologica. Per esempio, il professore Yann Raison du Cleuziou, dell’Università di Bordeaux, constata che “man mano che la società è diventata più secolare, la Chiesa si ricompone attorno a coloro che restano. (…) Diventando minoritario, il cattolicesimo riguadagna al suo interno intensità e omogeneità di convinzione”.
Secondo il docente francese, è fra i giovani che questa intensità e omogeneità di convinzione si verifica principalmente, dando come esempio i novelli preti che indossano senza timore la talare. Questi giovani, dice, “marcano i loro confini per resistere alla cancellazione” (6).
Gli anziani non capiscono
Un aspetto curioso di questa “avanzata” – sia in campo politico che in quello ecclesiale – è che, mentre sempre più giovani si stanno spostando a destra, le persone di una certa età restano chiuse nei loro schemi sessantottini o conciliari. Gli studi sociologici parlano di un “conflitto generazionale al rovescio”, in cui i giovani giocano il ruolo dei tradizionalisti, mentre i vecchi si aggrappano a un modernismo ormai in disfacimento. Gli anziani semplicemente non capiscono. “Per i cattolici più anziani, questo sviluppo è un passo indietro. Si tratta di una prospettiva sbagliata”, commenta il prof. du Cleuziou.
Si direbbe che ne è esempio Papa Francesco. Nella sua autobiografia, pubblicata la scorsa settimana, dopo aver insultato i giovani amanti della Tradizione, parlando di “gravi squilibri mentali e disturbi affettivi”, finisce per ammettere che non capisce il fenomeno: “È davvero strano questo fascino per l’incomprensibile, per il suono misterioso, che spesso suscita l’interesse delle giovani generazioni”.
Ecco il problema. Dall’essere una finestra aperta sul futuro, la modernità è diventata un paraocchi che impedisce di vedere i nuovi segni dei tempi.
Il tradizionalismo frammentato
Proprio quando il vento della storia inizia a soffiare dalla parte della tradizione, portando nelle sue fila schiere sempre crescenti di giovani entusiasti, e ponendo così nelle sue mani possibilità d’azione mai prima sognate, questo si presenta vistosamente frammentato.
Dalle interminabili polemiche intorno ai vaccini anti-Covid, fino alle più recenti controversie sulla situazione canonica di Papa Francesco, mai la parte che crede che il futuro della civiltà debba essere plasmato in conformità al legato della tradizione si era dissanguata tanto con lotte interne. Col risultato che si mostra menomata nella sua capacità di intraprendere con la dovuta solerzia la grande battaglia alla quale la Provvidenza la sta chiamando. E io mi domando: cui prodest? - Fonte
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1. Francesca Basso, “Destra e ultra destra. L’avanzata degli ex impresentabili”, Sette, 17-01-2025.
2. per esempio, “Vento di destra”, Tradizione Famiglia Proprietà, marzo 2019.
3. per esempio, “Alle radici dell’antiamericanismo”, Tradizione Famiglia Proprietà, marzo 2004.
4. Lilli Gruber, “La mutazione genetica della democrazia USA ci riguarda e ci minaccia”, Sette, 17-01-2025.
5. Ruth Graham, “America’s New Catholic Priests: Young, Confident and Conservative”, The New York Times, 10-07-2024.
6. Eugénie Boilat, “Yann Raison du Cleuziou: «Les juniors ont une expérience doublement minoritaire du catholicisme»”, Le Figaro, 25-12-2024.
Non saprei come collocarmi. Diversamente giovane? Altrimenti vecchio? Una mezz’età che non sta nel mezzo ma solo di qua o di là?
RispondiEliminaIn attesa di chiarirmi pongo la domanda: posto che sia una cosa intelligente ascoltare una come la Gruber, perché non ammettere che siamo senza il Papa dalla fine del 2022 dopo nove anni abbondanti di sede impedita? Guardate che aiuta.
Caro Tralcio, le ho fatto una risposta, ma non ha ottenuto il nulla osta della nostra beneamata Mic. Sarei contento però se lei potesse leggerla, ragion per cui, se lo desidera, può chiederne linvio privatamente alla dottoressa Maria Guarini. Capisco l'indisponibilità della nostra cara ospite a pubblicare notizie non condivise, è lei la responsabile ultima di ciò che pubblica, ma un poco mi addolora constatare l' intolleranza che pone molti siti cattolici gli uni contro gli altri (non parlo dei miei post, per carità, poiché mi ritengo un servo inutile, evangelicamente parlando, ma dell'ostilità diffusa tra siti cattolici, cosa che mi ricorda i polli di Renzo, nei Promessi Sposi).
EliminaSi trattava della famosa questione Siri della quale abbiamo più volte detto come non si abbiano riscontri inequivocabili... avrei dovuto replicare a dovere; ma non ne ho né il tempo né l'energia...
EliminaAllora, cerco di spiegare cosa si intenda in senso giuridico-politico per estrema destra o estrema sinistra e cosa le distingua da quelle non estreme.
RispondiEliminaAnzitutto la destra conservatrice sarebbe la destra liberale: i Tories britannici, la Destra Storica italiana e i Repubblicani americani prima di Bush figlio e Trump. La sinistra progressista (ahimè sparita con l'affermazione del marxismo e faticosamante riapparsa dopo la sua caduta) è la sinistra progressista, come i vecchi Socialdemocratici tedeschi, la Sinistra Storica italiana (era una sinistra comunque liberale), i Whig britannici (sarebbero i liberali, poi schiacciati dai laburisti). Cosa hanno in comune? Che si muovevano nel quadro costituzionale senza aggirarlo o peggio modificarlo a loro piacimento.
Le formazioni estreme, di destra e di sinistra, voglio scardinare il quadro costituzionale quando non lo fanno prendendo il potere. Quel che hanno fatto le dittature del XX secolo: solo il nazismo è arrivato al potere per via costituzionale per cancellare la costituzione weimariana subito dopo.
Sì, metto Trump e i suoi nell'estrema destra perchè vogliono scardinare la costituzione (cancellare i limiti dei due mandati e della cittadinanza di nascita del presidente) invece di seguirla, circa come ha fatto Mussolini con le "leggi fascistissime", curiosamente un secolo esatto fa. G.W. Bush con la sua paranoia della "guerra al terrore" ha tentato di aggirare la costituzione, ma di fatto stravolgerla, dicendo che il "giusto processo" non si applica ai non cittadini, per questo l'ho messo pure lui nell'estrema destra e non in quella conservatrice cui apparteneva suo padre.
Cosa fa la sinistra estrema? Beh, il termine "Rivoluzione d'ottobre" non dice nulla? Anche quando sono stati dei colpi di stato (azioni condotte da gruppi ristretti), quelli di sinistra sono sempre stati definiti "rivoluzione" dai loro autori. E credo questo sia sufficiente per capire chi e soprattutto cosa siano.
La sinistra riformista (o progressista) in Italia è stata fatta sparire per via giudiziaria.
Julio Loredo conclude benissimo il suo articolo: il problema sta nei tradizionalisti che si scannano tra loro su quisquilie, invece che lottare uniti contro l'impostore e soprattutto eliminare i liquami che egli produce e ri-costruire sulle macerie della Chiesa.
RispondiEliminaSe solo sapessero mettere da parte i rispettivi personalismi e invece che badare al proprio minuscolo orticello, avessero nel cuore la Catholica universale!
Cina, ha vinto il “modello IRI” – che ci hanno obbligato a smantellare
RispondiEliminaIl successo della Cina si basa su modello che noi in Italia conosciamo molto bene. Perché lo abbiamo inventato noi. È il modello dei distretti industriali dell’IRI.
L’IRI è stato solamente protagonista della ricostruzione industriale postbellica, intraprese interventi volti allo sviluppo economico delle regioni meridionali, al potenziamento della rete autostradale, del trasporto in genere e delle telecomunicazioni, al sostegno dell’occupazione. L’IRI è stato il motore della ricerca e dello sviluppo del miracolo economico italiano.
Ad aziende pubbliche italiane si devono il polipropilene, la plastica più prodotta al mondo; la principale azienda europea di semiconduttori (STMicroelectronics); lo standard di codifica digitale MPEG (da cui deriva l’MP3); la prima centrale a concentrazione solare al mondo a immettere elettricità in una rete nazionale; il primo modello commercializzabile di auto ibrida (Alfa Romeo 33 ibrida); il sistema di pagamento dinamico più utilizzato in Europa (Telepass).
Nel 1992 l’IRI contava circa 13 mila addetti alla ricerca, 114 laboratori aziendali, 7 centri specializzati (con 9 distaccamenti locali) e 9 consorzi “Città-ricerca” attivi in 16 Regioni.
Mentre l’Italia per colpa di una classe dirigente (politica, industriale, intellettuale) succube del vincolo esterno svendeva un modello vincente, quello dell’industria pubblica e dei piani pluriennali, la Cina iniziava a costruire il suo successo proprio grazie al modello italiano del miracolo economico.
Etc.Etc.
https://www.maurizioblondet.it/cina-ha-vinto-il-modello-iri-che-ci-hanno-obbligato-a-smantellare/
Quando si dice "mortadella"..
Infatti .. dato che il problema è il vertice ovvero il presunto papa non cattolico attuale, si devono unire le forze per affrontare il problema e risolverlo: chi non è col Vangelo è anatema, dixit san Paolo ( Galati), sono usciti ( è uscito) da noi ma non era dei nostri ( sugli anticristi) , dixit san Giovanni. Loro hanno giá risolto da venti secoli il problema Bergoglio alias papa Francesco.
RispondiEliminaL'IRI fu creata durante il fascismo, per aiutare il Paese a rispondere alla crisi creatasi nel 1929 dopo il famoso crollo della Borsa di New York. Attuò una giusta politica di intervento statale, senza soffocare l'industria privata. L'artefice in senso tecnico fu il salernitano Beneduce, funzionario ed esperto di alto rango, ex-massone, convinto da Mussolini a collaborare col governo fascista, per il bene dell'Italia. Beneduce non prese mai la tessera del Partito Nazionale Fascista, gli fu data la tessera ad honorem quando dovette ritirarsi anzitempo perché afflitto da un male che lo portò rapidamente alla tomba. Nell'intimo restò probabilmente sempre massone. Però lavorò per il bene dell'Italia.
RispondiEliminaErrore dei tradizionalisti che "si scannano tra loro per quisquiglie" invece di far fronte comune contro il nemico neomodernista.
RispondiEliminaQuali sarebbero queste "quisquiglie"? Si potrebbe averne un elenco in modo da avere un'idea più precisa del problema? Altrimenti la critica resta generica.
Quisquiglie: il papa è eretico, il papa non puó essere eretico, il papa non c'è, il papa c'è materialmente ma non è papa spiritualmente, il papa si segue in certe cose ed in altre no, da una parte e dall'altra parte: il papa è infallibile anche quando sbaglia,il papa è superiore a Dio, il papa puó fare ció che gli passa in testa, il papa non si giudica neppure se dice che Gesù non era che un uomo in gamba ... questi ultimi sono evidentemente eretici al 100% e quindi andrebbero scomunicati anche formalmente dato che lo sono di fatto, materialmente. I primi invece dovrebbero scomunicarli lasciando perdere le quisquilie ed andando al nodo che è unico: si è davanti ad un problema, vedasi di risolvere il problema riunendosi e chiedendo aiuto allo Spirito Santo.
RispondiEliminaLe "quisquilie" sono piuttosto affastellate. Ma scomunicare chi e da parte di chi? Il rimedio proposto in fine appare piuttosto velleitario e del tutto sproporzionato.
RispondiEliminaC'è una gran confusione e non potrebbe esser diversamente, mancando una decisa presa di posizione dottrinale sulla crisi da parte di membri autorevoli della Chiesa ufficiale.
Ma non è con le scomuniche inflitte non si sa da chi che si può risolvere la situazione.