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martedì 8 aprile 2025

Il silenzio interiore presenza di Dio

Il silenzio interiore presenza di Dio

O Signore, fa tacere in me ogni voce del mondo, delle creature, del mio io, perché possa ascoltare solo la tua voce.

Meditazione
1 - Dice la Sacra Scrittura: «Dove molto si chiacchiera la colpa non manca. Chi è sconsiderato nel parlare ne ricaverà danno» (Pr 10,19; 13,3). La regola di vita di un'anima consacrata, anche se vive nel mondo, deve sempre far posto alla pratica del silenzio; e se, per le esigenze dei doveri del proprio stato, fosse assolutamente impossibile fissarne determinate ore, è indispensabile attenersi a questo principio: parlare il meno possibile con le creature, per parlare il più possibile con Dio. Quindi bisogna abituarsi a mantenere il controllo delle proprie parole, onde evitare la troppa loquacità, le chiacchiere inutili, le facili conversazioni prolungate, l'eccessivo effondersi nelle creature. Come per l'uso dei sensi, così per quello della parola vale la norma: servirsene solo nella misura richiesta dal dovere, dalla carità; e se è certamente lecito servirsene anche per un giusto sollievo, bisogna sempre farlo con un senso di moderazione e all'interno di ragionevoli limiti.
Ma il silenzio esteriore non basta, bisogna giungere a quello interiore, ossia al silenzio dei sensi interni. Far tacere la memoria, la fantasia, la sensibilità, i ricordi, i pensieri, le previsioni inutili.
«Se poi uno ritiene di essere religioso ma non frena la lingua... la sua religione è vana» (Gc 1,26), il che, dice san Giovanni della Croce, deve intendersi «della lingua interiore non meno che dell'esteriore» (Ct. 9).
2 - All'anima desiderosa d'intimità divina Dio stesso dice: «Ascolta, figlia, e guarda e porgi l'orecchio, e dimentica il tuo popolo e la casa paterna» (Sal 44,10). Suor Elisabetta della Trinità commenta: «Per udire [Dio] bisogna dimenticare la casa paterna, cioè tutto quello che ha attinenza alla vita naturale. Dimenticare il proprio popolo è più difficile, perché tale popolo è quel mondo che fa parte di noi stessi, per così dire: la sensibilità, i ricordi, le impressioni, l'io in una parola. Bisogna dimenticarlo, lasciarlo; e quando l'anima ha compiuto questa rottura, quando è libera da tutto ciò, il Re s'innamora della sua bellezza» (II, 10).
La bellezza dell'anima raccolta è l'unità del suo spirito, non più diviso e dissipato dalle creature, ma interamente concentrato in Dio; Egli allora si compiace di lei e più volte a lei si comunica trasformando il suo raccoglimento, cioè il suo «silenzio», facendolo divino, poiché «il conoscimento di Dio è nel divino silenzio» (G.C. AM. I, 26).
Questo silenzio totale - esterno e interno - mette dunque l'anima in condizione di conoscere e di ascoltare Dio che abita in lei. «L'Eterno Padre disse una sola parola, cioè il Figlio suo, e questa parola la dice sempre in eterno silenzio, e in silenzio dev'essere udita dall'anima» insegna san Giovanni della Croce (AM. II, 21); e suor Elisabetta della Trinità esclama: «O Verbo eterno, parola del mio Dio, voglio passar la vita ad ascoltarti». Questa è l'occupazione fondamentale dell'anima che desidera essere «una perfetta lode di gloria» della SS.ma Trinità: vivere interiormente in continuo silenzio per ascoltare e adorare Dio presente in lei, esteriormente essere e fare soltanto quello che la parola divina le va man mano indicando.

Colloquio
Dio mio, insegnami il segreto del silenzio che giunge fino al silenzio interiore.
Quante volte ho sperimentato che, quando mi effondo nelle creature, perdendomi in conversazioni inutilmente proplungate, il mio spirito s'inaridisce, si dissipa, diventa vuoto; e, se poi voglio raccogliermi nella preghiera, sono incapace di radunare le mie potenze interiori per fissarle in te, sono incapace di far tacere quel piccolo mondo d'impressioni, di chiacchiere, di fantasie, di pensieri inutili che mi riporta continuamente alle creature.
Lo sento, o Signore, Tu vuoi da me maggior fedeltà al silenzio, maggior cura per evitare di riversarmi nelle creature. Sì, Dio mio, voglio tacere con le creature per poter ascoltare la tua voce che parla nel silenzio.
«Ma quando discuto con il mio io, mi occupo della mia sensibilità, perseguo un pensiero inutile, un desiderio qualunque, disperdo le mie forze; la mia anima non è tutta ordinata a te, o Dio, la mia lira non vibra all'unisono e Tu, o Maestro, toccandola, non puoi farne uscire armonie divine. C'è ancora troppo di umano, è una dissonanza. Se mi riservo ancora qualche cosa nel mio regno interiore, di cui tutte le potenze non sono "racchiuse" in te, Dio mio, io non posso essere una perfetta lode di gloria, ... perché l'unità non regna in me, e invece di continuare la mia lode attraverso qualunque cosa nella semplicità, bisogna che a ogni istante raccolga le corde del mio strumento che sono come disperse da ogni parte» (E.T. II, 2).
Aiutami, o Signore, a realizzare questa bella unità interiore che raccoglie nel silenzio tutte le mie potenze per concentrarle in te, che rende l'anima attenta a ogni tua parola, capace di percepire ogni minima ispirazione e mozione dello Spirito Santo.
Tu, o Signore, fin dal mattino mi risvegli; risvegli le mie orecchie affinché ti ascolti, come maestro (cfr. Is 50,4), ma la tua parola è lieve come un sussurro e suona senza suono: occorre dunque un profondo silenzio per poterla udire. O Verbo Incarnato, che un giorno con il solo cenno della tua mano hai fatto tacere i venti e placare le onde del lago di Genezaret, degnati di ripetere quel cenno nell'anima mia e si farà bonaccia, si farà silenzio.
«O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passar la vita ad ascoltarti, voglio rendermi perfettamente docile per apprendere tutto da te» (E.T. El.).
Tratto da: PICCOLO CATECHISMO DELLA VITA DI ORAZIONE E INTIMITÀ DIVINA
Meditazioni sulla vita interiore per tutti i giorni dell'anno
Di P. Gabriele di S.M. Maddalena OCD

5 commenti:

  1. Fuori tema: che Schettino dovesse lavorare in Vaticano è la rappresentazione iconica di che mani reggono il timone della barca di Pietro...

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  2. Il silenzio esteriore è assenza di rumore, il silenzio interiore è qualcosa di più profondo, che parte dal cuore.

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  3. AVETE CAPITO BENE! ECCO DOVE SONO DIRETTI QUESTI BURATTINI, MAGGIORDOMI IN GREMBIULINO.: Ursula Von der Leyen afferma che i valori dell'Europa sono quelli del Talmud. 😳🤔Alla fine, vediamo molto bene dove approda la cosiddetta "laicità dello Stato". Mette al bando la Cristianità e la sostituisce con un'altra religione verso la quale tutti i passacarte della classe politica italiana ed europea sono sottomessi.
    https://gloria.tv/post/4c31sRpNzUWF2Xd3dMAe41Han
    Ohhh! Finalmente leviamoci questo peso|

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    1. Da non credere! E nessuno che replichi?

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    2. Nessun stupore. I padroni del mondo gettano la maschera.

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