Un'altra interessante riflessione sull'Intelligenza artificiale. Precedenti qui, si considerano anche i principi teologici e metafisici e qui esperienze concrete e abbastanza inquietanti. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Il tema dell’Intelligenza Artificiale e delle sue insidie
è da qualche tempo di moda.
Tra le “insidie” più sentite (e più risentite) c’è l’idea che l’Intelligenza Artificiale possa sostituire professioni qualificate, intellettuali.
Ora, in questo timore e in questa attenzione c’è un fraintendimento di fondo. Si immagina che la minaccia provenga dall’IA, mentre essa proviene da scelte organizzative della produzione e del lavoro, scelte che precedono di almeno due secoli ogni discussione sull’IA.
La ragione per cui è oggi realistico che un medico, un avvocato o un professore possano essere presto o tardi sostituiti da un’istanza meccanica non-umana è che da quasi tre secoli la forma presa dalla produzione economica mira sistematicamente ad assimilare il lavoro umano (ogni tipo di lavoro umano) ad istanze meccaniche non-umane.
Ci si sveglia oggi perché ad essere minacciati appaiono tradizionali mestieri d’élite, ma questa è semplicemente l’ultima propaggine del medesimo processo che ha sostituito la produzione artigianale con la produzione seriale, meccanizzata. La produzione artigianale era notoriamente diseguale e quantitativamente più ristretta della produzione seriale, che si parli di pelletteria, falegnameria, lavorazione del ferro, costruzione di strumenti musicali, ecc. Questa disuniformità della produzione artigianale consentiva vertici di eccellenza oggi irraggiungibili (si pensi alla tradizione dei maestri liutai come Stradivari o Guarneri del Gesù), ma naturalmente non garantiva uno standard, e dunque per distinguere un lavoro ben fatto da un prodotto mediocre richiedeva la maturazione di una capacità di giudizio nel fruitore.
La produzione meccanizzata produce dunque tre effetti: tende a perdere sistematicamente sul piano dell’innovazione sperimentale, tende a perdere le punte di eccellenza, e tende a degradare il gusto medio dei fruitori, cui viene offerto un prodotto standardizzato, di cui non bisogna riconoscere le peculiarità. Al tempo stesso, naturalmente, la produzione seriale consente di portare alla luce quantità di prodotto enormemente superiori a quelle disponibili in passato, abbattendone i prezzi e dunque incrementandone l’accessibilità.
Per poter ottenere questo risultato fu necessario utilizzare l’esperienza pregressa dei maestri artigiani. Tale apporto consentì di costruire apparati produttivi seriali cui potevano dare un contributo produttivo anche lavoranti che mai avrebbero passato la soglia di una bottega artigiana. Le competenze più alte e specifiche tendono così dapprima a restringersi, nei numeri dei soggetti coinvolti, per poi ridursi anche quanto all’altezza e specificità stessa di quelle competenze, che sempre meno persone sono in grado di valutare.
Nel passaggio dall’uomo artigiano all’operaio alla catena di montaggio, l’uomo viene sempre più assimilato alla macchina e questo permette ai processi di natura meccanica, con il loro carattere anonimo e infinitamente iterabile, di diffondersi. La meccanizzazione del processo produttivo conferisce una potenza inedita alla produzione, al prezzo di smarrirne gli aspetti qualitativamente irriducibili.
Oggi, quando ad un medico si richiede di affidarsi ai “protocolli”, conferendogli garanzie legali e di deresponsabilizzazione se i “protocolli” sono seguiti pedissequamente, si sta procedendo alla meccanizzazione progressiva dell’arte medica, che appunto scompare come arte, scompare come fattore che sollecita lo sviluppo di facoltà diagnostiche e osservative speciali. Ciò avviene nel nome di una “standardizzazione” che risulterà necessariamente ottusa nella valutazione dei casi “eccentrici”, ai margini della distribuzione normale della gaussiana, ma che garantirà risposte rapide, economiche e di massa nella maggioranza dei casi ordinari. Quanto più questo processo avanza, tanto più ciò che i medici in carne ed ossa fanno è “riducibile a meccanismo”. Più standardizzato il servizio, tanto più rapidamente ed efficacemente esso potrà venire sostituito da procedimenti di Intelligenza Artificiale, che mediamente produrranno diagnosi e ricette rapide, massive, economiche e anche efficaci, per i casi vicini alla distribuzione media. Naturalmente il prezzo da pagare per questo beneficio è la sempre maggiore irriconoscibilità di tutto ciò che presenta aspetti eccentrici, la sempre maggiore ottusità nei confronti delle specificità individuali.
Lo stesso processo bussa alle porte quando nell’insegnamento, scolastico e a maggior ragione universitario, si promuove l’esigenza dell’uniformazione dei programmi e delle metodologie di insegnamento. Quando inizia a diventare senso comune che se si studia “letteratura latina” o “epistemologia” ciò deve garantire che si studi LA STESSA COSA – perché il nome è lo stesso – si prende la strada per cui potremo fare un solo corso standard filmato, riproducendolo infinitamente ad un numero indefinitamente ampio di studenti. E gli aggiustamenti o aggiornamenti potranno essere consegnati all’IA, che si affiderà alle forme pregresse ricombinate. Anche questo processo avrà il grande vantaggio di abbattere drasticamente costi e tempi di produzione del prodotto “lezione”, con il marginale problema di distruggere in forma ultimativa buona parte di ciò che un tempo rappresentava "cultura umana". Che lo si sappia oppure no, quanto più ci si adegua agli standard richiesti dall’esterno, dai “ministeri”, dalle “autorità internazionali”, ecc. tanto più si lavora per l’uniformazione e infine la meccanizzazione della produzione culturale, ad ogni livello.
In generale, quanto più questo processo va avanti, tanto più "perdibili" (o senz'altro scadenti) appaiono i contributi umani e tanto più sensata appare perciò la loro sostituzione con uno standard meccanico.[infatti, che n'è della capacità maieutica dell'insegnante, che va oltre i contenuti e risveglia facoltà e passioni condivise. Denominatore comune dei cambiamenti indotti è spersonalizzazione -ndr]
Ma forse è bene così – chi sono io per contestare il progresso - basta che non vi siano infingimenti e che si tratti di una scelta consapevole, senza che venga camuffata da “attenzione alla qualità". [E resta sempre l'incognita del chi sceglie cosa -ndr]
Andrea Zhok
Signora Mic, chissà se può pubblicare qualcosa sulla vicenda dei Sacerdoti del Verbo Incarnato che vogliono allontanare dalla Diocesi di Torino perché troppo "indietristi".
RispondiEliminaTrova la notizia dettagliata su www.lavoceditorino.it
Grazie. Vado a vedere!
EliminaHo programmato l'articolo per domani
EliminaGrazie, perché sono un'oasi di retta dottrina e buona liturgia in un arido deserto, con pochissime eccezioni.
EliminaPeraltro il ceto meno capace, operaio di catena, é premiato con stipendi superiori al ceto impiegatizio che per formarsi pure ancora deve sottostare a formazione più lunga.Ma tutto rientra in un progetto finalizzato a ció onde avere persone che non ragionino, come si vede pure in politica. E nel clero.
RispondiEliminaSì, tutto è stato fatto a fin di bene...apparente. Sul blog di Blondet oggi un articolo annunciava la morte dell' inventore della pillola anticoncezionale, Blum. Già negli anni 60 circa del secolo scorso il 15% delle coppie americane la usavano, se non ricordo male. Pillola oggi, pillola domani la percentuale delle nascite è diminuita. Le coppie si sono separate con più facilità causa la propaganda 'culturale' che ridicolizzava le famiglie con tanti bambini e simpatizzava per gli innamoramenti fuori del matrimonio sempre presentato come noioso. Poi noi che eravamo gli artigiani e gli operai migliori del mondo siamo stati messi quasi tutti a casa vuoi causa delocalizzazione, vuoi perché bisognava vendere tutto per diventare tutti micro finanzieri di se stessi. Nel mentre era entrata la droga, pochi italiani, pochi artigiani, pochi operai evvai con i migranti senza documenti e senza mestiere alcuno. Anche la Chiesa si allineava e predicava di non figliare come conigli, ma incoraggiava ad accogliere migranti a iosa rigorosamente senza documenti e la chiesa apriva anche con più facilità all'annullamento del matrimonio. Intanto a questo popolo di contadini e pastori e pescatori i campi da nord a sud venivano riempiti di pannelli solari e pale eoliche anche nel mare, specie in quello sardo bello bello. La scuola in disarmo, quando eravamo quasi analfabeti, seconda elementare e basta, avevamo una vera calligrafia e una vera ortografia oggi entrambe perdute. Il computer ci ha tolto non poche capacità manuali ed intellettuali. Come è stato scritto non solo siamo regrediti, ma quelli che si son lasciati guidare solo dal nostro tempo fancaxxista sono poi stati assunti nei posti chiave. Ecco, in sintesi, com'è stato inebetito questo nostro popolo!
RispondiEliminaIl problema non è che l’Intelligenza Artificiale possa sostituire professioni qualificate, intellettuali. Il problema è in realta duplice. In primo luogo perché l'intelligenza artificiale è uno strumento fallibile, che dà risposte o del tutto menzognere e disinformate oppure, cosa ancora piu pericolosa, che sono una mistura diabolica di verità e fantasia.
RispondiEliminaIn secondo luogo, perché è messa in mano a persone che la ritengono infallibile e che hanno nei suoi confronti un complesso di inferiorità, oppure che si ritengono capaci di giudicare se le sue risposte sono esatte. Purtroppo, essendo queste risposte molto spesso risposte "moderate", che danno un colpo al cerchio e uno alla botte, sembrano "ben equilibrate" ma in realtà sono solo risposte che sembrano veritiere quando in realtà non lo sono, anche se tendono ad essere "rassicuranti".
Questi sprovveduti dunque si affidano in maniera fideistica a chi non è degno di fede, pensando però di essere intelligenti.
Un terzo ed ultimo problema è il parlare di essa (cosa inanimata e meccanica, che funziona in base alle istruzioni ricevute dagli sviluppatori e addestratori umani) come di una vera persona, il che ingenera nella mente degli stolti false credenze e speranze.
Complessivamente un bel rischio, che può portarci tutti fuori strada e farci cadere in un baratro più profondo di quello in cui già siamo. Soprattutto quando viene usata da governanti, medici e sacerdoti. Sì, purtroppo non è infrequente sentire che ormai anche molti preti si affidano ad essa per essere (dis)informati su questioni di fede oppure per farsi scrivere le prediche... E magari ti confermano che queste prediche artificiali ottengono risposte entusiastiche da parte dei fedeli, donando all'intelligentissimo sacerdote un grande successo di pubblico e di critica.