che resiste alla dissoluzione della verità
Nel crepuscolo dell’Europa ottocentesca, segnata dall’ubriacatura prometeica della modernità e dalla sistematica erosione dell’ordine oggettivo del reale, l’elezione al pontificato del Patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto, il 4 agosto 1903, rappresenta non un semplice passaggio di testimone nella successione apostolica, ma una cesura teologica e profetica, un atto di resistenza ordinata alla dissoluzione della verità.
San Pio X non fu un Papa tra gli altri, né un mero conservatore dei costumi; fu il custode inflessibile della forma cattolica integrale, che non si accontenta di sopravvivere alla storia, ma pretende di trasfigurarla a partire dal Principio. La sua intera azione magisteriale, disciplinare, liturgica e pastorale si radica in una visione metafisica del mondo, in cui la verità non si riduce a funzione del tempo, ma è luce immutabile che giudica ogni epoca.
L’epoca in cui egli fu chiamato a reggere la barca di Pietro era intrisa di insidie ben più profonde delle persecuzioni palesi: il nemico aveva assunto le sembianze dell’amico, e le strutture portanti del pensiero cattolico erano minate dall’interno da una teologia che aveva smarrito la sua fondazione ontologica e soprannaturale. In tale contesto, il modernismo, che Pio X definì con precisione come «sintesi di tutte le eresie», non era solo un errore speculativo, bensì un cedimento spirituale, una resa epistemologica alla mentalità mondana.
Nella "Pascendi Dominici gregis" del 1907 egli non si limita a condannare un insieme di dottrine deviate, ma smaschera un atteggiamento dell’anima che vuole piegare il dato rivelato all’arbitrio soggettivo, dissolvendo la fede in esperienza individuale, la dottrina in opinione mutevole, la Chiesa in organismo storico adattabile.
L’intero pontificato, dal 1903 al 1914, si muove nella consapevolezza che la crisi non è contingente, quanto strutturale, non superficiale, bensì radicata in una mutazione della coscienza. Per questo, il suo moto "Instaurare omnia in Christo" non è parola d’ordine spiritualista, ma principio architettonico della civiltà cristiana: ogni realtà, ogni ambito, ogni struttura – dalla catechesi all’educazione, dalla liturgia al governo della Chiesa, deve ritrovare in Cristo, Verbo incarnato e Logos ordinatore, la propria forma. Ciò esige rigore intellettuale, ordine morale e senso gerarchico: virtù rare in tempi di anarchia dottrinale e di sentimentalismo pastorale.
Pio X, con lucida fermezza, difende non solo la fede, ma la possibilità stessa del pensiero cattolico, riaffermando che esiste una verità oggettiva, comunicata da Dio e custodita indefettibilmente dalla Chiesa.
La riforma liturgica che egli promosse, la promozione della comunione frequente e precoce, il rinnovamento del diritto canonico, la riorganizzazione del canto sacro, l’attenzione alla formazione del clero, sono tutti tasselli di un disegno unitario che tende alla reintegrazione del principio soprannaturale nella vita ecclesiale e sociale. Nessuna di queste riforme può essere compresa al di fuori della visione teologica che le sostiene: non si trattava di adattarsi ai tempi, ma di purificarli alla luce del Mistero.
Il suo governo non cede mai alla tentazione dell’equilibrismo, perché conosce bene la natura della crisi: quando l’errore si ammanta di verosimiglianza e si introduce nei seminari, nelle accademie, nei pulpiti, non basta mediare, occorre discernere e, se necessario, tagliare. Il suo non è autoritarismo, ma esercizio della "potestas" sacra al servizio della verità e della salvezza delle anime.
Nel tempo presente, in cui la verità è spesso sostituita dalla narrazione, la fede ridotta a linguaggio e la missione della Chiesa reinterpretata in chiave sociale o terapeutica, la figura di Pio X riemerge come pietra angolare di una possibilità ancora aperta: quella di un cattolicesimo integrale, fondato sul primato dell’ordine e della grazia. Egli insegna, con la forza della testimonianza e della parola magisteriale, che non si può salvare il mondo cedendo al mondo, che non si può riformare la Chiesa dissolvendone la forma, che non si può amare le anime tradendo la verità. La sua attualità consiste proprio in questa intransigenza che è forma suprema di carità: solo ciò che è vero può essere amato senza inganno.
San Pio X non appartiene al passato: egli è l’antidoto vivo alla confusione odierna. Non vi è riforma ecclesiale autentica che non riparta dal suo insegnamento, perché egli ha mostrato che la Chiesa si rinnova solo tornando a Cristo, non inventandone un’immagine compatibile con lo spirito del secolo. Il suo pontificato è memoria viva di una Chiesa gerarchica, soprannaturale, ordinata a Dio; è monito per chi, oggi, volesse svuotare la Tradizione per renderla più accogliente, più "credibile", più attuale. Nulla è più attuale della verità, nulla è più pastorale della dottrina, nulla è più misericordioso della giustizia divina.
In un tempo in cui la parola "crisi" è divenuta costante, San Pio X ricorda che solo ciò che si fonda sull’immutabile può attraversare i secoli senza dissolversi. E così, nel giorno della sua elezione, la Chiesa che vuole restare cattolica ha ancora una volta l’obbligo e la grazia di ascoltarlo.
Daniele Trabucco
AL SANTO PONTEFICE PIO X
RispondiEliminaO Santo Pontefice Pio X, pastore buono e vigilante, asceso alla gloria dei santi, ascoltate la preghiera che deponiamo ai vostri piedi. Otteneteci il vero amore di Gesù sicché viviamo soltanto di Lui! Impetrateci la vostra grande devozione alla Beata Vergine Maria; e che siamo liberati da ogni male dell'anima e del corpo! E fate che la chiesa e la società cristiana - come Voi tanto desideraste - cantino l'inno della vittoria e della pace. Così sia.
Con approvazione ecclesiastica
die 12 martii 1951 - X D. Bernareggi Vic. Gen.
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Don Curzio Nitoglia - "La Cabala muove la mano omicida di Netanyhau"
Nello sguardo di san Pio X che emerge da questa fotografia famosa c'è, a mio modesto avviso, la sua potente forza interiore e, nel contempo, qualcosa di triste, quasi di profetico nell'avvertire quella tempesta che nei decenni a venire avrebbe sconquassato la Chiesa. San Pio X era ben cosciente che i suoi avvertimenti, le sue ammonizioni e i suoi provvedimenti contro il Modernismo non erano da tutti recepiti nel modo dovuto, forse per superficialità o per sottovalutazione del nemico che si era già introdotto nei meandri della Chiesa cattolica.
RispondiElimina¥¥¥
Nota: segnalo che se qualcuno volesse scaricare il PDF della Pascendi Dominici non si riesce a farlo dal sito del Vaticano, su cui si può leggere ma non scaricare il contenuto dell'enciclica (strano?, ma vero). Consiglio di scaricare il PDF della Fraternità San Pio X.
RispondiElimina¥¥¥
Il commento di "Laurentius" qui sopra stona alquanto nella riga finale, che deve esser sfuggita al moderatore, perché mostra un antisemitismo che qui non dovrebbe trovar posto. Dire che la Cabala muove la mano omicida di Netanyhau non ha senso e cosa c'entra con il ricordo di san Pio X? Un conto è condannare il sionismo e le sue politiche aggressive e prevaricatrici, altro conto farlo all'insegna del più bieco antisemitismo.
RispondiEliminaar
Lei accusa don Curzio Nitoglia - che ben conosco da decenni - del "più bieco antisemitismo"? Che idea! Se il video con don Curzio Nitoglia la infastidisce, può benissimo guardare altro. Ma se la infastidisce, significa che egli ha messo il dito nella piaga.
EliminaPer quel che mi riguarda, desiderando ricordare il video in questione, l'ho fatto alla fine della preghiera a San Pio X. Non ho scritto nulla di sconveniente. I metodi censorii da lei invocati sono peggiori di quelli della "repubblica democratica e antifascista nata dalla Resistenza" e assomigliano di più a quelli isterici del tempo della farsa pandemica. È inutile cercare di imbavagliare la verità: Dio vede e Dio provvede.
Buona giornata, in Cordibus Jesu et Mariae.
È il titolo di una intervista a Don Curzio Nitoglia che ha mostrato, tra l'altro, la diversità di pensiero e credo di almeno tre gruppi storici ebraici. Poco male, qui siam tutti per imparare!
EliminaSan Pio X era anche un grande realista, nel senso giusto del termine.
RispondiEliminaNon fu lui a por fine di fatto al "non expedit" di Pio IX permettendo forme di collaborazione tra organizzazioni cattoliche e le istituzioni dello Stato liberale, all'epoca formalmente ostile alla Chiesa per le note questioni temporali? Scrive lo Jemolo, grande giurista ma cattolico di impostazione liberale moderata : "Pio X, accomodante di fronte ai casi concreti - si tratti dell'accesso degli elettori cattolici alle urne, o si tratti invece di problemi amministrativi, di nomina di vescovi, [etc] - è invece intransigente di fronte a ogni questione di massima", cioè di principio, dottrinale (A. C. Jemolo, Chiesa e Stato in Italia dalla unificazione sino a Giovanni XXIII, einaudi, 1965, p. 122).
Mi piace ricordare come egli si sia rifiutato di condannare esplicitamente Maurras e l'Action Française. La condanna era già pronta ma la tenne nel cassetto. Damnabilis sed non damnandus, pare abbia detto. Alla madre di Maurras in udienza da lui, che gli chiedeva di benedire il figlio, san Pio X rispose, si dice : non una ma cento benedizioni! Eppure Maurras aveva perso la fede da giovane e la recuperava soprattutto nell'ambito della sua visione politica, volta a ristabilire in Francia la monarchia. Però cercava sempre Dio e attraeva culturalmente i cattolici, soprrattutto i giovani, con una battaglia culturale implacabile contro i miti repubblicani e massonici del progresso, della fraternità universale etc. Insomma, dirigeva una battaglia politico-culturale che, nella Francia dell'epoca, dominata dalle élites della ultralaica Terza Repubblica, era l'unica a far valere valori essenziali anche per il Cristianesimo. Uomo di intelligenza superiore, san Pio X preferiva i non-cattolici ma filo-cattolici sinceri alla Maurras ai cattolici "democratici" pronti a compromessi con il regime come quelli del Sillon, da lui condannati.
Aspetti da condannare dal punto di vista della Chiesa nella visione di Maurras: una tendenza settaria ("la democrazia è la morte!"), un eccesso di nazionalismo, l'apprezzamento del positivismo di Comte, e qualche altro aspetto.
Mai san Pio X avrebbe fatto l'errore commesso poi da Pio XI, nel 1926 (l'anno prossimo è un secolo) quando fece condannare e senza appello all'improvviso da un vescovo francese e in termini durissimi l'Action Française nell'agosto di quell'anno. I dirigenti dell'AF si dichiararono sbalorditi e subito disposti ad ascoltare dall'autorità ecclesiastica le ragioni della condanna e possibilmente ad esporre le proprie: gli dicessero in cosa avevano sbagliato. La cosa fu loro negata. Il motivo vero era che si voleva far posto all'Azione Cattolica francese, di recente costituzione. Ma era quello il modo? Pio XI mancò di intelligenza politica ma fu anche, bisogna pur dirlo, abbastanza cinico nel suo modo d'agire. La condanna dell'AF fu un autentico terremoto per il cattolicesimo francese che, possiamo dire, non si riprese più. Emblematico il caso di Maritain. Sin allora tomista rigoroso e polemista durissimo contro il pensiero moderno, anche eccessivo, se vogliamo. Dopo la condanna, cambiò completamente e cominciò a fabbricare un "cattolicesimo liberale" dai toni ambigui, i cui risvolti sono noti e che ha avuto un'influenza deleteria.
pp
Mgr Marcel Lefebvre savait ce qu'il faisait en inscrivant son combat dans la continuité de celui de saint Pie X !
RispondiEliminaQuando si tratta di ebrei ed ebraismo, don Curzio, peraltro ottimo sacerdote e persona, sragiona completamente. È appunto afflitto da sindrome antisemita. La cosa è risaputa.
RispondiEliminaÈ una forma di "malattia culturale" che purtroppo affligge parte dei "tradizionalisti", cosa che impedisce di fare un discorso serio sull'ebraismo, sulla giusta critica ai suoi "valori".
Lei "Laurentius" quando certi suoi dubbi interventi vengono criticati replica sempre: se non le piace, guardi qualcos'altro. Non sa dire altro.
ar
Con il Rev.don Curzio Nitoglia. E, soprattutto, con Gesù nostro Amore e Maria nostra Speranza. Sempre.
EliminaL. A. Seneca: De constantia sapientis
La libertà non consiste nel non patire alcunché, ci sbagliamo: la libertà consiste nell’innalzare l’animo al di sopra delle offese e nel formare se stesso in modo tale che soltanto da sé scaturisca tutto il bene di cui bisogna gioire, nel separare da sé le cose esterne, affinchè non si debba condurre una vita inquieta, temendo il riso di tutti, la lingua di tutti.
Anche se sei incalzato e oppresso da una forza ostile, è, tuttavia una vergogna ritirarsi: difendi il posto che la natura ti ha assegnato. Mi chiedi quale sia questo posto? Quello di uomo.
I servizi segreti britannici stanno preparando una catastrofe ecologica per incolpare la Russia
RispondiEliminaMaurizio Blondet 5 Agosto 2025
Sempre sul sito di M. Blondet:
Elimina"Catturati ufficiali british
... La versione ufficiale di Londra: gli ufficiali arrestati si trovavano in Ucraina per motivi turistici e si sono ritrovati accidentalmente a Ochakiva guw. Presumibilmente, erano interessati alla storia della marina militare e volevano visitare la costa dove si sono svolte battaglie durante la Seconda Guerra Mondiale…"
E la prossima tappa turistica sarà Burano? per via dei merletti?
In passato non c'era un limite ai commenti che un singolo lettore poteva fare su questo blog?
RispondiEliminaForse bisognerebbe rimetterlo.
Basterebbe non pubblicare i commenti complottisti.
EliminaGiro da queste parti da dieci anni e di questo limite non ho memoria.
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