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giovedì 11 settembre 2025

Rieti, Italia e la sua Cattedrale

Non credo che in Italia siano in molti a sapere queste cose. Io tra loro. Le apprendiamo dalla nostra traduzione da OnePeterFive
Rieti, Italia e la sua Cattedrale

Immersa nel cuore dell'Italia centrale, Rieti incanta i visitatori con il suo passato ricco di storia, lo splendore architettonico e la duratura eredità culturale. Il celebre giornalista e scrittore Guido Piovene († 1974) ne ha catturato l'essenza con poetica precisione:
Una città bella, vivace e di struttura aristocratica. Il Medioevo della Cattedrale romanica, sebbene ricostruita all'interno, del Palazzo Papale, risalente alla fine del XIII secolo, con i suoi imponenti archi gotici, e di certi quartieri con strade strette, scale esterne, torri mozze e portici, è sovrastato dall'opera dei secoli successivi: la loggia del Vignola, molti palazzi nobiliari. […] Rieti raccoglie un nucleo dell'aristocrazia romana e ne porta l'impronta. [1]
Nel cuore dei tesori di Rieti sorge la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta, che oggi celebra un traguardo monumentale: 800 anni dalla sua consacrazione da parte di Papa Onorio III, avvenuta il 9 settembre 1225.
Le origini della Cattedrale risalgono al 1109, con la cripta consacrata nel 1157. Nel corso dei secoli, i restauri, tra cui i lavori di trasformazione del 1639, ne hanno accresciuto la grandiosità, preservandone al contempo il nucleo romanico. La facciata vanta un portale decorato con intricati motivi vegetali e animali, incarnazione dell'arte dell'epoca. I visitatori sono accolti da un portico con volte a crociera aggiunto nel 1458, mentre l'adiacente battistero, oggi sede del Museo del Tesoro della Cattedrale, svela un tesoro di manufatti sacri. Dominando l'orizzonte, il maestoso campanile romanico, completato nel 1252, si erge come simbolo duraturo di fede.

L'interno della Cattedrale è una pletora di tesori spirituali e artistici. Tra questi, un posto di grande venerazione occupa la statua di Santa Barbara, vergine e martire del III secolo. Scolpita da Giovanni Antonio Mari († 1661) e attribuita al progetto di Gian Lorenzo Bernini († 1680), questo capolavoro incarna la grazia e la drammaticità del barocco italiano.

Il patrimonio musicale della Basilica è tra i più prestigiosi d'Europa, con un archivio di oltre duemila opere, tra cui manoscritti risalenti all'XI secolo. Questa straordinaria collezione riflette una ricca e ininterrotta tradizione di musica liturgica, particolarmente vivace dal XVIII secolo in poi.

Come documentò Angelo Sacchetti Sassetti († 1968), la vita musicale della Cattedrale deve molto ai circa cinquanta direttori che prestarono servizio tra il 1551 e il 1918. [2] Figure come Vincenzo Paci da Assisi (XVI sec.), il fiammingo Rinaldo Del Mel († ca. 1598), Alessandro Capece da Roma († dopo il 1636), il frate minore conventuale Giacomo Antonio Piccioli da Corvara presso Rieti (XVI sec.) e Giovanni Battista Rocchigiani da Orvieto († dopo il 1632) furono centrali nella sua vita musicale. La meticolosa ricerca di Angelo Fusacchia [3] sottolinea il ruolo duraturo della Cattedrale come centro di innovazione musicale.

In particolare, Giuseppe Ottavio Pitoni († 1743), uno dei figli più illustri di Rieti, fu direttore musicale dal 1676 al 1677. In seguito, divenne direttore musicale della Cappella Giulia in Vaticano, incarico che ricoprì dal 1719 fino alla morte. Compositore prolifico, Pitoni eccelse nella musica sacra, realizzando opere monumentali per ensemble da due a quarantotto voci. Il suo Dixit Dominus per 16 voci in quattro cori (1719) esemplifica la sua polifonia drammatica e il suo profondo impegno con il testo liturgico, in particolare in passi come Dominus a dextris tuis e Conquassabit capita. I suoi studi su Giovanni Pierluigi da Palestrina († 1594) rimangono una pietra miliare della musicologia.

Antonio Rina († 1793), un altro figlio nativo di Rieti, minore conventuale, servì la Cattedrale per oltre cinquant'anni (1726-1779). Formatosi presso maestri napoletani, tra cui Leonardo Leo († 1744), Rina mescolò abilmente il rigore contrappuntistico della scuola romana con l'eleganza lirica della tradizione napoletana. Le sue opere ( qui un breve esempio), ammirate per la loro raffinatezza, gli valsero l'ammissione alla prestigiosa Accademia Filarmonica di Bologna nel 1761. [4] Sebastiano Bolis († 1804), romano, fu direttore musicale dal 1801 fino alla sua prematura scomparsa nel 1804. Compositore di notevole levatura, Bolis arricchì il repertorio della Cattedrale con composizioni sacre caratterizzate da padronanza tecnica e uso espressivo degli strumenti per esaltare i testi liturgici. Tra le sue opere degne di nota c'è la Dextera Domini dal Dixit Dominus per otto voci e basso continuo.

Valerio Valeri da Rieti († 1858), direttore musicale dal 4 novembre 1816 fino alla morte, diede un contributo significativo all'archivio musicale della Cattedrale. La sua unica opera pubblicata (Napoli, 1824), 8 brillanti Variazioni per pianoforte in fa maggiore, basate sul tema dell'aria Non più mesta accanto al fuoco dall'opera La Cenerentola di Gioachino Rossini († 1868), dimostra una padronanza delle tecniche classiche della variazione, culminando in una brillante coda finale che rivisita il tema rossiniano con grazia ed eleganza.

La Cattedrale di Rieti è molto più di una semplice struttura in pietra; è una testimonianza vivente di secoli di fede, arte e conquiste culturali. La sua arte sacra, lo splendore architettonico e la musica liturgica sono simboli duraturi della creatività umana al servizio del divino. Anche qui, «la fede di innumerevoli credenti è stata nutrita da melodie che sgorgavano dai cuori di altri credenti, introdotte nella liturgia o utilizzate come ausilio per un culto dignitoso». [5]

In questo spazio sacro, dove convergono arte, musica e spiritualità, permane la straordinaria eredità di Rieti: un tributo senza tempo al profondo patrimonio culturale e spirituale della città.
Massimo Scapin*
___________________________
[1] Viaggio in Italia, Mondadori, Milano, 1963, p. 624; la nostra traduzione.
[2] La cappella musicale del Duomo di Rieti, in Note d' archivio per la storia musicale, XVII, Roma 1940.
[3] Musica e Musicisti a Rieti tra Cinquecento e Settecento, Rieti 2019.
[4] cfr. A. Sacchetti-Sassetti, ibidem, p. 156.
[5] Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti, 4 aprile 1999, n. 12.

*Massimo Scapin, direttore d'orchestra italiano di repertorio operistico e sinfonico, compositore e pianista, si è laureato in pianoforte e direzione corale presso il Conservatorio Statale di Musica di Perugia, in direzione d'orchestra e composizione presso il National College of Music di Londra e in scienze religiose (magna cum laude) presso la Pontificia Università Lateranense. Massimo si è esibito come direttore ospite e pianista in Europa, Giappone, Kazakistan, Corea e Stati Uniti. È stato anche commentatore e intrattenitore della Radio Vaticana. Attualmente è Direttore di Musica Liturgica presso la Chiesa di San Giovanni Cantius a Chicago.

4 commenti:

  1. Duc in Altum : non si trova più, è stato rimosso? qualcuno sa qualcosa in merito? grazie

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  2. Non ricordo di aver mai visitato Rieti, neanche nell'infanzia/adolescenza. Forse causa quel silenzioso inconsapevole pregiudizio che quanto riguarda la Chiesa Cattolica non è di interesse alcuno, perché retrogrado a prescindere. Forse. Ci sono lontananze dell'anima , dello spirito, allungate dai pregiudizi.

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  3. URGENTE:
    Guerra civile in USA?
    Maurizio Blondet 11 Settembre 2025

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  4. Segnalo l'assassinio di Charlie Kirk, giovane attivista conservatore USA, già in prima fila a sostegno dei Repubblicani e di Trump, che lo ha definito martire della libertà e della verità.
    Contrario all'aborto e ai dogmi woke, tra le altre cose.
    E' stato barbaramente assassinato con un colpo di fucile a distanza.
    Aveva scritto, non a caso, che quando la sinistra diventa minoritaria si trasforma in una bomba a orologeria per il suo mai sopito istinto violento e barbaro.

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