Nella nostra traduzione da Liturgy guy il controsenso delle norme per rimuovere le balaustre dopo il divieto della Messa tradizionale, mentre è l'unico ambito ricco di vocazioni... Precedenti a partire da qui e qui. E non è, evidentemente, questione di balaustre: ovvio che ricevere la comunione in ginocchio e sulla lingua appartiene alla Messa tradizionale e alla sua integra sacralità che è culto autentico.
Il 75% dei seminaristi di Charlotte
proviene da parrocchie con balaustre
Questo fine settimana i fedeli di Charlotte hanno appreso che, a partire dalla prima domenica di Avvento, il 30 novembre 2025, il vescovo Michael Martin ha ordinato che le balaustre non vengano più utilizzate per la distribuzione della Santa Comunione nella diocesi di Charlotte. Inoltre, tutte le parrocchie che utilizzano inginocchiatoi (o balaustre mobili) devono rimuoverli. Questo, ci è stato detto, per rimanere in linea con le norme stabilite dalla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti.
Sebbene appena annunciato, ai fedeli viene già detto che l'obbedienza richiede sottomissione. Tuttavia, abbiamo anche sentito (senza conferme) che alcuni sacerdoti potrebbero valutare la questione con i canonisti o addirittura chiedere chiarimenti a Roma. Ci auguriamo che più persone seguano questa strada, poiché la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti non proibisce l'uso delle balaustre, ma afferma semplicemente che la norma è ricevere la comunione in piedi, pur consentendo ai fedeli di inginocchiarsi. Sembrerebbe essere una questione sia di giustizia che di carità per la Chiesa fornire assistenza a coloro che scelgono di inginocchiarsi (cosa che si ottiene distribuendo le particole alla balaustra).
In effetti, la norma in un numero significativo di parrocchie della diocesi è che i fedeli ricevano la Messa in ginocchio e sulla lingua. Tuttavia, non è solo il numero di parrocchie a essere interessante, ma piuttosto quali parrocchie e cosa vi si svolge.
La scorsa settimana la USCCB ha celebrato la sua annuale Settimana Nazionale di Sensibilizzazione sulle Vocazioni . Come riportato sul loro sito web:
“La Settimana nazionale di sensibilizzazione sulle vocazioni… è una celebrazione annuale della durata di una settimana della Chiesa cattolica negli Stati Uniti, dedicata alla promozione delle vocazioni al sacerdozio, al diaconato e alla vita consacrata…”
Uno degli ambiti più sani e consolidati ereditati dal vescovo Martin dal suo predecessore, il vescovo Peter Jugis, è quello delle vocazioni sacerdotali. Attualmente Charlotte elenca 44 seminaristi sul suo sito web, un numero impressionante per una diocesi di circa mezzo milione di cattolici. Inoltre, la diocesi ha ordinato 13 sacerdoti solo negli ultimi due anni, e altri 711 sono previsti per il 2026.
[Aggiornamento: sono stato informato che altri 3 seminaristi saranno ordinati al diaconato il mese prossimo per essere ordinati al sacerdozio nel 2026. Inoltre, abbiamo un seminarista che sarà ordinato per la FSSP il prossimo maggio].
Ma c'è un altro dato interessante nel boom delle vocazioni nella diocesi di Charlotte: il 75% di questi giovani proviene da parrocchie in cui l'uso di balaustre o inginocchiatoi per la comunione è la norma. Considerate che 3 seminaristi su 4 a Charlotte hanno visto la propria vocazione crescere in parrocchie che utilizzano balaustre.
Per essere chiari, non dovremmo in alcun modo dare per scontato che la correlazione sia causalità; ovviamente il processo di discernimento e la promozione delle vocazioni sono complessi: dalla chiamata di Dio, all'attenzione orante per ascoltare e dire di sì, al sostegno in casa da parte della famiglia, così come della comunità parrocchiale e del parroco.
Tuttavia, sembrerebbe anche irresponsabile ignorare che il 75% degli attuali seminaristi di Charlotte, e ben oltre la metà delle loro recenti classi di ordinandi, provengono da tali parrocchie. Uno studio recente ha persino suggerito ciò che molti fedeli direbbero essere ovvio: il modo in cui riceviamo l'Eucaristia, e il modo in cui una comunità sostiene tale accoglienza attraverso pratiche tradizionali come l'inginocchiarsi per la comunione, gioca un ruolo considerevole nella venerazione e nella fede eucaristica.
Mentre prendiamo in considerazione tutte queste questioni, non possiamo che sperare che qualcuno condivida queste informazioni con il vescovo Martin.

Ho assistito al cambiamento da altare in marmo di colori diversi e alzata possente a tavola, con balaustre a senza balsustre, a dir bene un impoverimento depressivo benché si cerchi di tenere il tutto lindo e pinto. Qualcosa manca. Qualcuno manca! Meglio la stalla, vera e ben frequentata, a queste ristrutturazioni pensate da un pensiero debolissimo e frequentate da un popolo supponente al passo dei tempi.
RispondiEliminaSono un fedele cattolico ambrosiano e frequento con assiduità le liturgie novus ordo parrocchiali, festive e infrasettimanali.
RispondiEliminaAscoltando il Vangelo mi è appena stata data questo consiglio (Lc 6): "... e come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio".
Non condanno e mi sforzo di perdonare, se misuro mi so misurato (dal Signore): insomma non cerco scuse.
Però che sfacelo dottrinale e liturgico! Impossibile non notare l'appiattimento pastorale sugli spartiti più triti e consunti del volontariato solidale. Conseguentemente c'è una fuga dagli ambienti ecclesiali proprio da parte dei più giovani che si vorrebbe blandire o convincere della bontà di scelte desacralizzate e desacralizzanti, piene di mondo definendo queste modalità "incarnate" e "concrete", ritenendo le alternative tradizionali scollegate dalla realtà e prive di attenzione agli ultimi: insomma pura ideologia., incapace di autocritica e con il dito puntato proprio mentre stigmatizza ogni alternativa ritenendola un dito puntato... Coda di paglia? Orgoglio malcelato?
Per avere più zelo serve più dottrina. Per avere più dottrina serve più desiderio di cielo. Per questa consapevolezza serve un rapporto più profondo con il Signore.
E invece la messa è ritenuta un'inutile pratica se manca la partecipazioni alle catechesi proposte pescando dal mazzo del modernismo più provocatorio. Oppure l'adorazione non merita un invito negli avvisi dopo messa, mentre la pizzata solidale sì.
Negli avvisi viene dato il menu: lasagne o gnocchi. E le squadre che si affronteranno nel torneo di calcetto. In compenso non si dice nemmeno che c'è una messa per il santo patrono... Noi siamo avanti.
Non è questione di italiano o latino, di balaustre, di panche o di sedie... Manca proprio la sensibilità. C'è una sorta di idiosincrasia al sacro. Ci siamo noi... i "concreti". Con cos' tanta creta creata da ritenersi padreterni senza alcun bisogno di un Creatore.