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mercoledì 15 maggio 2024

Diebus saltem Dominicis: Domenica dopo l'Ascensione. Giovedì – Cosa accade?

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente [vedi]. Richiamo l'attenzione sulle note che approfondiscono il tema delle Ottave e un accenno alle radici ebraiche del cristianesimo.

Diebus Saltem Dominicis:
Domenica dopo l'Ascensione Giovedì – Cosa accade?


La festa dell'Ascensione del Signore, quaranta giorni dopo la Sua risurrezione, un tempo era arricchita da una propria Ottava. Nel 1955 Pio XII soppresse tutte le Ottave(1) tranne quelle di Natale, Pasqua e Pentecoste. Queste tre rimangono ora nel Vetus Ordo della Chiesa Romana. Tuttavia, l’Ottava dell’Ascensione risale solo al XV secolo, relativamente tardi rispetto a molti aspetti del Rito Romano. Anticamente, la domenica successiva al giovedì dell'Ascensione veniva chiamata Dominica delle rose, perché durante la Santa Messa presso la chiesa della Stazione Romana assegnata per quel giorno, Santa Maria “ ad martires ” (ovvero il Pantheon), venivano lasciati cadere petali di rosa attraverso l'oculo centrale il Tempio. Oggi, ciò avviene a Pentecoste. Nell'Epistola di questa domenica, invece, Pietro sottolinea i doni dello Spirito Santo.

Come nel calendario liturgico della Chiesa abbiamo le Ottave, che ci permettono di contemplare il mistero delle grandi feste da diverse angolazioni, così abbiamo le Novene, che precedono determinati giorni, che ci aiutano a prepararci a ricevere il contenuto del mistero o ad ottenere altre grazie. Questo è ciò che ebbero gli Apostoli tra l'Ascensione e la Pentecoste.

Durante questa Novena è consuetudine pregare per l'aumento dei doni dello Spirito Santo. Facile per noi, non è vero? Abbiamo il dono della retrospettiva. Gli Apostoli no.

Forse potremmo proiettarci di nuovo nel Cenacolo dove gli Apostoli si trovavano col Signore durante l'Ultima Cena, all'inizio della Sua Passione. Adesso sono dopo l'Ascensione. È l'ora della Novena originale. Sapevano che stava per succedere qualcosa di grande. Durante l'Ultima Cena il Signore disse che se ne sarebbe andato. Il racconto evangelico dell'Ultima Cena assicura agli Apostoli e a noi che Egli manderà il Paraclito, il Consolatore, Avvocato, Consigliere.

In quei quaranta giorni tra la Sua risurrezione e la Sua Ascensione, il Signore insegnava agli Apostoli e ai discepoli un nuovo modo di vederlo, affinché non avessero bisogno di vederlo con gli occhi fisici per credere, affinché non avessero attaccamenti terreni dopo la Sua vittoria sulla morte, come il ristabilimento del Regno davidico e il trionfo sugli occupanti romani. Come Maria Maddalena, dovevano smettere di aggrapparsi a Lui nel Suo essere presente fisicamente. Come i discepoli di Emmaus, hanno dovuto cominciare a cercarlo e a vederlo alla frazione del pane, nell'Eucaristia.

Immaginateli nel Cenacolo, pochi giorni dopo l'Ascensione, e una settimana fuori dalla grande Festa di Primavera Ebraica, Shavuoth, “Settimane” (2) o Pentecoste, la “ricorrenza del 50mo giorno”. Il conto dei quaranta giorni non sarebbe certo loro sfuggito. Conoscevano la storia della salvezza. Eppure, immagino che il Signore abbia spiegato loro il significato di quaranta, quaranta giorni il diluvio, quaranta anni l'esodo, quaranta giorni di digiuno anche dopo che alcuni di loro Lo hanno incontrato. Quaranta giorni dalla tomba ed era asceso al Cielo in una nuvola di gloria, segno della presenza divina di Dio che si stabilì sulla tenda del convegno nel deserto e poi riempì il Tempio. Dovevano sapere che stava succedendo qualcosa e che sarebbe potuto succedere a Shavuoth. Già la città era in fermento per le centinaia di migliaia di persone costrette a salire a Gerusalemme [Sono noti i Salmi delle Ascensioni, recitati proprio all'entrata in Gerusalemme dai fedeli in Pellegrinaggio -ndT]. Probabilmente avrebbero cercato di ricordare tutto ciò che Cristo aveva detto loro sulla Sua missione, esaminando i dettagli, cercando di mettere insieme i pezzi del puzzle, pregando per avere una visione chiara. Le loro agapi... Messe? Ha detto loro di “fare questo”. Sicuramente lo hanno fatto.

Gli Apostoli erano ebrei di Gerusalemme del I secolo. Avevano visto il Signore Ascendere, quaranta giorni dopo la Sua Resurrezione, mentre celebravano Bikkurim, la festa delle primizie del raccolto. Gesù è stato il primo frutto del vero e nuovo raccolto. Dovevano speculare sull'imminente festa di Shavuoth di 50 giorni dopo Bikkurim. Cosa avrebbero saputo?

Aiuta un po' di contesto. Shavuoth è una festa del raccolto primaverile. Come tutte le feste ebraiche e le nostre feste cristiane, allo stesso tempo si guarda indietro per commemorare qualche grande evento nella storia della salvezza, nell'attesa impaziente del suo eventuale compimento da parte di Dio. In questo caso, per la Pentecoste del I secolo avrebbero celebrato il modo in cui Mosè e le dodici tribù arrivarono al Monte Sinai dopo la Pasqua, dopo aver attraversato le acque (Esodo 19). Tre giorni dopo il loro arrivo scese presso il roveto ardente la nube di gloria della presenza di Dio con Mosè.

Nel Cenacolo gli Apostoli, dodici secondo il volere di Cristo, guardando indietro alle dodici tribù, riflettono su Gesù come il nuovo Mosè, che ascende al cospetto di Dio e  sono in attesa della discesa di una nube di fuoco della gloria [nel senso di Presenza -ndT]. Gesù aveva comandato loro di restare a Gerusalemme e di aspettare di essere rivestiti di potere. Cosa significava, rivestiti di potere? Come Mosè sul Monte? Gesù aveva detto loro durante l’Ultima Cena: “Giovanni ha battezzato con acqua, voi sarete battezzati nello Spirito Santo”.

È lo Spirito Santo che li ha fatti uscire dalle porte chiuse per predicare e battezzare.

È lo stesso Spirito Santo effuso su di voi e in voi nel battesimo. Lo stesso è stato confermato in voi e approfondito in voi. È lo stesso Spirito che respingete quando peccate, per omissione o azione. Lo stesso che ritorna con lo stato di grazia e che si approfondisce in voi attraverso le buone Sante Comunioni e vivendo devotamente, soprattutto attraverso lo svuotamento di sé. Più vi annullate, più lo Spirito Santo può dimorare in voi e manifestare i suoi doni e i suoi frutti.

Come possiamo compiere progressi in questa vita più piena dello Spirito? La Chiesa cita I Pietro 4: 7-11 dandoci la direzione. Questo è ciò che la Chiesa vuole che si faccia:
La fine di tutte le cose è vicina. Mantenetevi quindi sani e sobri per dedicarvi alla preghiera. Soprattutto conservate una grande carità gli uni per gli altri, poiché la carità copre una moltitudine di peccati. Praticate l'ospitalità gli uni verso gli altri senza mormorare.
La fine di tutte le cose è vicina. Ciò significa anche che l’inizio di tutte le cose è vicino. Il significato stesso di tutte le cose è a portata di mano. Quando il Signore è Asceso, sono apparsi gli angeli dicendo: "perché state a guardare il cielo?" (Atti 1:11). Si potrebbe sospettare che si stessero chiedendo: “E adesso? Se n'è andato!" Ma Egli aveva appena parlato loro dello Spirito Santo. Gli angeli dicono che ritornerà così com'è asceso. Gli Apostoli sapevano di averlo nei nuovi sacramenti e soprattutto nella frazione del pane. Non potevano restare lì a guardarsi intorno. Era giunto il momento di agire.

Non avete bisogno di un'eternità per disporvi a ricevere lo Spirito Santo. Ci sarà una data limite in cui il vostro stato sarà determinato per l’eternità. In tutto ciò che fate ricordate la vita del Paradiso che vi aspetta. Non rimanete impantanati nel mondo. Ricordatevi del sacramento della Cresima che avete ricevuto. Trasformate i vostri impegni quotidiani in occasioni anche di preghiera, vigile e costante. Prego per voi per una santa continuazione della vostra preparazione alla Pentecoste.
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. Nell'Anno Liturgico tradizionale veniva data importanza alle Ottave: gli otto giorni che seguono una festa molto importante, compreso il giorno della festa stesso, durante i quali ricorrono le stesse formule. E dunque abbiamo le Ottave di Natale, di Pasqua, dell'Ascensione, di Pentecoste, del Corpus Domini, del Sacro Cuore. Si dà valore maieutico alla ripetizione per l'assimilazione sempre più profonda dei misteri pregati e contemplati. I frutti maturano nella ripetizione e nell'abitudine. Richiama la necessità della continuità del prendersi cura: cultura deriva dal contesto agricolo e indica ciò che deve essere prodotto curato e amato costantemente e ripetutamente. L'atto spirituale non si esaurisce nell'essere compreso una sola volta: approfondito, sollecita nutre e trasfigura. Cogliamo in controluce la bellezza e l'insistente qualità dell'eternità sempre identica ed è la pratica costante che produce frutti. Per questo repetita iuvant...
Il nostro sacerdote ricordava che dopo la settimana Santa non si possono fare le ottave del Giovedì Santo e Venerdì Santo e allora, rispettivamente, si celebra il Corpus Domini con la sua Ottava e il Sacro Cuore con la sua...
Nel Novus Ordo hanno mantenuto solo Natale Pasqua e Pentecoste. poi negli anni 70 Paolo VI ha tolto pure Pentecoste. Il fatto è che prevale l'aspetto della festa, con la diminutio di quello sacrificale (espiatorio e propiziatorio oltre che impetratorio e di lode) e della funzione sacerdotale...
2. Il calendario ebraico comprende cinque feste maggiori di origine biblica. Le tre feste "del pellegrinaggio" o "feste del raccolto" (Pesach, Shavuot e Sukkoth) associate all'esodo dell'Egitto e le due "feste penitenziali" (Rosh HaShanan e Yom Kippur). Pesach (Pasqua) è la festa più importante del calendario ebraico. Si celebra tra marzo e aprile e ricorda la liberazione dalla schiavitù egiziana. Shavuot (pentecoste) si celebra nel periodo della mietitura, cinquanta giorni dopo la Pasqua. Ricorda il dono della legge (Torah) sul monte Sinai, che trasformò gli schiavi fuggiti dall'Egitto in un vero "popolo".
Le radici ebraiche del cristianesimo sono riconoscibili anche nella strettissima corrispondenza tra la festa di Pentecoste ebraica (Shavuot), dove si ricorda il dono della Legge, e la Pentecoste cristiana, in cui - cinquanta giorni dopo la Pasqua - celebriamo la discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa radunata nel cenacolo. Sì, perché possiamo dire che nella Pentecoste gli apostoli salgono con Maria al piano superiore, come Mosè sale sulle pendici del Sinai; Dio effonde lo Spirito sulla Chiesa, nuova Legge, lo Spirito del Signore Risorto, iscritta nei cuori dei credenti; così Mosè sulla cima del monte riceve le mizwot Adonai, i precetti della Torah. Lo Spirito con i suoi doni porta la Chiesa alla missione ed all’evangelizzazione, la voce di Dio sull’Horeb rinvigorisce la missione del profeta Elia e gli dona quello slancio definitivo contro l’idolatria dei falsi profeti. Mosè parla faccia a faccia con Dio, lo Spirito ci permette di invocare Dio nei nostri cuori con l’appellativo di Abbà, l’affettuoso “Papà” del fanciullo che si rivolge al proprio padre, perché l'incarnazione, passione, morte  risurrezione e ascensione del nostro Signore, Gesù, ci ha introdotti nella "famiglia" del Padre.
Abramo non merita Eretz Israel (Terra d'Israele) fino a che non mette in pratica la mizvà dell’Omer; gli ebrei non entrano nella Terra Promessa se non nel momento in cui sostituiscono l’Omer di Manna con l’Omer del frumento di Eretz Israel. Noi non entriamo nella vita nuova della Risurrezione se non partecipiamo all'Eucaristia, che è il nuovo Pane disceso dal cielo... e se non ci lasciamo purificare e vivificare dal fuoco dello Spirito che ha raggiunto gli Apostoli nel Cenacolo il giorno di Pentecoste. Come gli Ebrei si riconoscono Popolo al momento dell'accoglimento della Torah, così i Cristiani divengono il nuovo Popolo dell'Alleanza [vedi] e si riconoscono Chiesa proprio a partire da quella Pentecoste che si rinnova per ogni credente. (M.G.)

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
(ora che sono sola ce n'è più bisogno) 
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5 commenti:

  1. Avrei piacere di conoscere,

    oltre il retroterra passato remoto e prossimo dei fatti storici, anche l'interpretazione autentica che la Chiesa offre, offriva, del riverbero che le vicende del Signore sulla terra hanno tuttora sulla vita di  ciascun credente. Se l'imitazione di Cristo risponde al risanamento della biografia del singolo e quindi anche del sociale, perché non si scandagliano le fasi biografiche del Signore per verificare se ne esce una pedagogia, una scienza, per gli uomini e per la società? Ad esempio il Signore a 12 anni interloquisce con i dottori nel  Tempio. Non è che i nostri ragazzi debbano e/o  possano fare altrettanto ovviamente, ma dovrebbe essere normale che a quella età  avessero già ricevuto esempi e nozioni essenziali di una sana vita di Fede familiare, scolastica, comunitaria, senza essere esposti a tutte le diavolerie a cui sono esposti dalla nascita. Vedo con una certa frequenza che  bambini piccoli piccoli portano gli occhiali, perché? Perché  il senso della vista è  già  compromesso? Ereditarietà? Esposizione tecnologica prematura? Traumi emotivi? Non so. Certamente Gesù  bambino non ha avuto problemi di ereditarietà, né  è  stato esposto prematuramente alla tecnologia,  e, malgrado lo volessero morto in fasce, Maria Santissima e San Giuseppe hanno fatto scudo intorno a Lui affinché nessun tipo di violenza, di trauma potesse avvicinalo e colpirlo.
    m.a.

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  2. Il regno di Israele non e forse ' gia' qui e adesso in toto orbe terrarum?15 maggio, 2024 13:08

    Segre boccia il premierato: “declassamento a danno del capo dello Stato”
    Dalla Patria della Democrazia, il No fondamentale: "No a Cristo Re"
    https://www.imolaoggi.it/2024/05/15/segre-boccia-il-premierato/

    "Signore, e' questo il tempo in cui ristabilirai il regno di Israele?"

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  3. Grazie come sempre!
    Roberto De Albentiis

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  4. "I moderni che non vivono in accordo con la propria coscienza, hanno bisogno d'una religione che abbia questi caratteri: una religione senza Croce, un Cristo senza Calvario, un regno senza Giustizia, una comunità con un "gentile ecclesiastico che non nomina mai l'inferno, per non urtare le orecchie delicate".
    (Venerato Fulton J. Sheen, da "Vi presento la Religione")

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  5. « Unusquisque, sicut accepit gratiam, in alterutrum illam administrantes, sicut boni dispensatores multiformis gratiæ Dei. » (1 Pt 4:10)

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