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venerdì 5 luglio 2024

Una vera Scuola: non abbassare l'asticella e continuare a coltivare le grandi domande.

La Scuola è ineludibile nello sviluppo della cultura e delle strutture socio-antropologiche, per la possibilità di uscire dall'attuale realtà distopica (vedi indice articoli sul tema).
Una vera Scuola: non abbassare l'asticella 
e continuare a coltivare le grandi domande

Alcuni mesi fa mi è capitato di alloggiare in una casa, oggi usata come casa residenza, la cui proprietaria si chiamava Ida. Ida era una docente di greco. Ha scritto diversi libri per le scuole superiori e traduceva fluentemente dal greco all'italiano e viceversa.

Nella casa di Ida c'erano tantissimi libri. C'erano le prime edizioni dei Promessi Sposi e libri degli anni '20 del secolo scorso, ancora rilegati a mano. Tra questi libri ho ritrovato testi scolastici che descrivevano la storia di un'Italia da alfabetizzare. Nei libri delle scuole medie si parlava di trigonometria, di seno, coseno e parallasse... a 12 anni!
Nei libri della scuola primaria si utilizzavano verbi e vocaboli che oggi ritroviamo in antologie del biennio delle superiori. E la storia e la geografia avevano pagine piene di dati e nomi.

Non sono un nostalgico e chi mi conosce sa cosa penso di quel tipo di scuola che ha selezionato tanto, lasciandone troppi indietro.

E così apro i libri dei miei figli, di 8 e 11 anni. Vedo pagine piene di foto e tanti colori e poche frasi scritte, se non ad effetto, e tante schede da compilare. Vado nella sezione di matematica e scienze e, quando si parla di Universo, si riesce a passare dai pianeti alle stelle fino a citare i buchi neri in sole 8 righe, poco più di 130 parole, e anche con qualche errore concettuale (!).

Mi chiedo: quando abbiamo deciso di abbassare l'asticella? Siamo davvero sicuri che una scuola semplice sia la scuola migliore per tutti i nostri bambini e ragazzi? Siamo davvero certi che la responsabilità di tutto questo non sia nostra?

Mi occupo di robotica educativa e di didattica della fisica da quasi 20 anni. Nei miei corsi di formazione ai docenti dico subito: i miei corsi non sono semplici. Non amo girare motorini. Amo fare Scienza, Matematica, Fisica... amo raccogliere dati, discutere di energie e forze, amo progettare e fare ipotesi con metodo scientifico.

Io credo che il problema non sia lo strumento e neppure il digitale (e così sfatiamo subito un luogo comune: non è la scuola degli ultimi 20 anni ad aver abbassato l'asticella e non lo sono i suoi strumenti). E il problema non sono neppure i nostri bambini e ragazzi.

Credo che il problema sia cosa chiediamo loro di fare e cosa diamo loro.

Se a un bambino di 5 anni che piange a tavola diamo in mano uno smartphone per farlo calmare oppure scegliamo di raccontargli una favola con un libro, allora facciamo delle scelte. Se a 8 anni spiego le energie e le loro trasformazioni semplificando un libro di testo già semplice o lo faccio sperimentare con pannellini fotovoltaici e qualche LED, allora faccio delle scelte.

Qualcuno ha affermato che la scuola democratica, la scuola per tutti, ha abbassato così tanto l'asticella da delegittimare la Scuola stessa nel suo ruolo di ascensore sociale.

Io credo che dovremmo seriamente interrogarci su cosa vuol dire fare Scuola e iniziare a non cedere alla tentazione di banalizzare il sapere e le discipline, ma di scegliere i giusti strumenti e continuare a coltivare le grandi domande.

In quei libri di 100 anni fa c'era dietro tanta scuola che ha perso per strada migliaia di alunni. Una formula di trigonometria ha bocciato tanti ragazzi, già a 11 anni, costringendoli a scegliere tra i campi, le fabbriche o chissà cos'altro.

La scuola di oggi è molto diversa e, fortunatamente, c'è più didattica, più pedagogia, più relazione. Non cediamo, però, alla tentazione di abbassare troppo l'asticella, ma alziamo sempre più le grandi domande ed utilizziamo con efficacia gli strumenti, anche quelli del nostro tempo, troppo spesso impolverati dentro gli armadi delle scuole.

Intanto sfoglio alcuni libri che la nipote di Ida mi ha donato e imparo tanto da quei testi che venivano letti e studiati da ragazzi e ragazze di 12 anni!
Alfonso D'Ambrosio su Fb

9 commenti:

  1. Concordo! Il livello intellettuale è volutamente abbassato per avere sudditi capre. Alla scuola San Pancrazio non usiamo i libri di testo ma dispense dei professori, uomini di fede e tomisti, nell'ottica di sviluppare al meglio le capacità intelleuali che Dio ha dato ai ragazzi e di insegnare loro a ragionare nella Verità, che è Cristo. www.scuolaparentalesanpancrazio.it

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  2. Era esattamente così.
    Attualmente, per la verita' non da adesso, si preferisce iniziare i piccoli alla politica facendogli leggere il giornale e così il cervello e' bello che ingabbiato..

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  3. « L’école n’élève personne aux nues, elle mutile, elle châtre. Elle ne crée pas des hommes ailés, des âmes qui dansent, elle fabrique des sous-hommes rampants qui s’intéressent plus qu’à quatre pattes, de boutiffes en égouts secrets, de boîtes à ordures en eaux grasses. » Louis-Ferdinand Céline.

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  4. Volendo dominare le menti degli uomini il laicismo cerca di cancellare la memoria storica, culturale e spirituale del popolo. Per poterlo fare deve per forza abbassare il livello di qualità dell'istruzione pubblica e privata, poiché le "teste vuote" sono una preda facile per i manipolatori dell'opinione pubblica.
    Se vediamo cosa è successo i Italia dopo il Sessantotto riscontriamo questa decadenza della qualità degli studi e dell'insegnamento.
    Le università aperte a tutti hanno sfornato una enorme massa di asini, incapaci di ragionare e impotenti a lavorare colle braccia (che son) diventati facile prede dell'alcoolismo, delle droghe e della degenerazione morale. Mao Tse Tung diceva: " Rendi gli uomini mezze donne e le donne mezzi uomini, così dominerai facilmente su mezze cose".

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  5. OT Da oggi non ci sarà più un induista a capo della "Chiesa d'Inghilterra" ("capo", nel senso che è lui che la gestisce).
    Adesso ci sarà un ateo (e non è la prima volta).

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  6. Scuola, libri, chiacchiere...05 luglio, 2024 18:06

    Per uno strano caso personale  che riguardava la rete telefonica un tempo nazionale, una associazione di idee mi ha fatto capovolgere un sentito dire diffuso. Il sentito dire riguardava  la Mafia italiana, strapotente in America, che era ritenuta essere stata la manina che aveva favorito, pianificato, complottato per lo sbarco in Sicilia.  Oggi, constatando la mutazione di quella che fu la rete nazionale telefonica, avendo inoltre aperto gli occhi su tante esportazioni americane di democrazia, mi è  venuto spontaneo pensare che lo sbarco in Sicilia sia stata in realtà una esportazione di democrazia coperta da una narrazione di mafia nazional popolare che aveva perorato lo sbarco per amore del suo popolo.
    m.a.

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  7. “La verità è che il mondo moderno ha subìto un tracollo mentale, molto più consistente del tracollo morale”.
    (Gilbert K. Chesterton)

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  8. Cronaca distopica06 luglio, 2024 11:20

    Orban va a Mosca da Putin. Orban è il capo del governo ungherese e presidente semestrale dell'Unione Europea. In tutta Europa gli puntano il dito addosso: vergogna, non può trattare alcunché con Putin perché sono amici! Non sia mai che riesca a spuntare un trattato di pace, la pace è giusta solo se accompagnata dalla bandiera arcobaleno e solo se la facciamo noi!!! Orban torna da Mosca e, come previsto, Putin non molla l'osso, anche se si dice pronto a discutere le sue proposte di pace. Orban torna da Mosca e che cosa si dice in Europa? "La missione è un flop", "Orban torna con un pugno di mosche" (da Mosca non puoi che tornare con un pugno di mosche, ci sta!). "Fallimento Orban, chiede una tregua ma Putin la rifiuta". Se Putin avesse accettato un'offerta, non so quale, di Orban, che cosa avrebbero scritto i media massonici europei? "Putin accetta la proposta di Orban ma noi non l'accettiamo perché Orban è amico di Putin". In pratica una cosa è certa, che la pace in Ucraina in Europa non la vuole nessuno per continuare a campare sentendosi addosso la missione con mandato divino di resistere al nemico. È evidente che almeno fino a Novembre, alla scadenza del mandato presidenziale di colui che si percepisce "la prima donna di colore vicepresidente", dopo che per errore gli hanno messo il disco di Kamala Harris (che pare che quel giorno si sia svegliata la mattina dicendo "cara dov'è il rasoio che mi devo fare la barba), in Ucraina si continuerà a combattere. Poi arriverà Trump e si farà di tutto per evitare che tratti con Putin, del resto la NATO ha già preso le contromosse, la montagna stolta, (Stoltenberg) prima di lasciare spazio a Rutte, quell'altro campione di pace fondata sulle armi a Kiev, ha stanziato 100 miliardi portandosi avanti prima che arrivi Trump a chiudere i rubinetti. Intanto Israele continua a radere al suolo i territori di Gaza ma nessuno viene bullizzato per essere amico di Israele, anzi, se avanzi una critica interviene la Segre alla quale hanno inserito un altro disco, probabilmente della stessa casa discografica di Biden, che recita: "Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia". Io un'idea per far cessare le due guerre più importanti in corso (delle altre non frega niente a nessuno) l'avrei: trattare uno scambio Israele - Russia, Netanyahu a Mosca, Putin a Tel Aviv, forse cambierebbe l'atteggiamento schizofrenico del cosiddetto mondo democratico.

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  9. # L'invasione alleata della Sicilia nel 1943

    Fu dettata da ragioni esclusivamente militari, per il controllo del Mediterraneo e per provocare una eventuale crisi di potere in Italia.
    La cosa riuscì perfettamente. Di fronte all'auspicato crollo dell'Italia, gli Alleati si lasciarono tentare dall'idea di una rapida occupazione almeno dell'Italia peninsulare (sbarco di Salerno, 9 sett 43). Ma dovettero fare i conti con l'esercito tedesco, pur inferiore come mezzi e anche uomini. Ne scaturì una campagna durissima, anche per ragioni climatiche, che durò quasi due anni.
    In Sicilia, l'appoggio della Mafia nella Sicilia occidentale è documentato. Fu ricercato dagli Americani per indebolire il fronte interno. Furono presi contatti segreti con i capi mafia al confino, che poi si fecero passare per vittime del fascismo.
    Militarmente, non ne avevano bisogno, dell'appoggio della mafia. La sproporzione delle forze in campo era enorme: basti pensare che a circa 900 aerei da guerra dell'Asse, di vario tipo, si contrapponevano circa 4000 aerei alleati, spesso superiori anche qualitativamente. L'azione della mafia non influì sui combattimenti, il cui esito era segnato in partenza. Il Regio Esercito, scalcagnato com'era, fece comunque quello che potè, p.e. a Gela, dove diversi reparti combatterono valorosamente contro gli americani.
    La resa vile di Pantelleria e di Augusta, munitissime basi, con la mafia comunque non c'entra. Fu dovuta a cedimento morale dei comandi o a tradimento da parte degli stessi.

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