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sabato 21 settembre 2024

I parrocchiani dell’Arcidiocesi di Saint Louis si appellano al Vaticano contro la cancellazione della Santa Messa antica e la chiusura della Parrocchia

Nella nostra traduzione da Lifesitenews un articolo riguardante l’opposizione di fedeli cattolici tradizionali alla decisione di cancellare le celebrazioni della Santa Messa antica nella chiesa parrocchiale in una diocesi del Missouri, nonostante vi si fosse sviluppata una fiorente comunità. Ma ciò che più sconcerta ed indigna è la motivazione... Qui l'indice dei precedenti.

I parrocchiani dell’Arcidiocesi di Saint Louis si appellano al Vaticano 
contro la cancellazione della Santa Messa antica e la chiusura della Parrocchia

I parrocchiani dell’Arcidiocesi di Saint Louis si sono rivolti alla corte suprema di diritto canonico del Vaticano, per far revocare la chiusura di una chiesa parrocchiale ricca di una fiorente comunità legata alla Santa Messa tradizionale, da parte di mons. Mitchell Thomas Rozanski, Arcivescovo metropolita di Saint Louis.

Si tratta della fiorente Parrocchia di Saint Barnabas a O’Fallon, nel Missouri, alla periferia di Saint Louis che, al momento della chiusura avvenuta lo scorso anno con decreto di mons. Mitchell Thomas Rozanski, offriva esclusivamente la Santa Messa Tradizionale.

Nonostante nessun debito e una comunità «vitale e in crescita», per ammissione dello stesso Vaticano, la Parrocchia è stata destinata alla chiusura insieme ad altre trentatré nell’Arcidiocesi, nell’ambito di un severo progetto di ridimensionamento intitolato «All Things New» [vedi].

Queste chiusure hanno provocato diversi appelli al Vaticano per mantenere aperte le varie chiese coinvolte. Tuttavia, la chiusura di Saint Barnabas, avvenuta l’anno scorso, ha rappresentato un colpo particolarmente duro per i suoi parrocchiani che ora, per partecipare alla Messa, devono recarsi in oratori tradizionali a quaranta minuti di distanza dalla loro ex Parrocchia. Alcuni di loro hanno smesso del tutto di frequentare la Santa Messa tradizionale a causa delle difficoltà del viaggio, come la madre ottantanovenne della parrocchiana Susan Cooke.

Jason Bolte, ex parrocchiano di Saint Barnabas che cura le iniziative in Vaticano contro la decisione di chiusura, ha dichiarato a LifeSiteNews che privare i Cattolici della Santa Messa tradizionale è «come toglierci il cibo».

«L’obiettivo del diritto canonico è la salvezza delle anime», ha detto Jason Bolte, sottolineando che per raggiungere questo scopo la Chiesa cattolica nutre spiritualmente il suo gregge «nel modo in cui ha bisogno di essere nutrito». Per questo motivo, abolire la Santa Messa tradizionale è come «affamare» le anime cattoliche.
Egli ha dichiarato: «Non possiamo più nutrirci. Ora ci state affamando e ci state privando di ciò di cui abbiamo bisogno per poter approfondire la nostra fede e il nostro rapporto con Dio».

Ed ha spiegato che dopo che mons. Mitchell Thomas Rozanski ha respinto l’appello iniziale dei parrocchiani contro la chiusura di Saint Barnabas, essi hanno fatto ricorso al Dicastero per il Clero del Vaticano. A giugno, però, hanno appreso che anche il Dicastero aveva respinto il loro appello. Secondo la decisione dell’organismo vaticano, visionata da LifeSiteNews, in base alla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes di papa Francesco sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970, che sopprimeva la Santa Messa tradizionale, non era più permessa «la continuazione della celebrazione del Missale Romanum del 1962 in una chiesa parrocchiale».

Pertanto, per conformarsi a questa «norma superiore», la Santa Messa tradizionale a Saint Barnabas avrebbe dovuto essere soppressa, indipendentemente dal fatto che ci fosse stata o meno la fusione con un’altra parrocchia.

Inoltre, nonostante il Dicastero per il Clero riconoscesse il fatto che Saint Barnabas era una Parrocchia «vitale e in crescita», l’organismo vaticano ha ritenuto il fatto irrilevante ai fini delle considerazioni che ne giustificavano la continuazione, poiché «la crescita della Parrocchia era dovuta quasi interamente alla celebrazione del Missale Romanum del 1962» [!? -ndT].

Il ricorso presentato di recente al Supremo Tribunale della Segnatura apostolica sostiene che Saint Barnabas non ricade nella proibizione dichiarata dalla lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes di celebrare la Santa Messa tradizionale nelle chiese parrocchiali, perché circa due anni prima della sua chiusura l’Arcidiocesi di Saint Louis ha ordinato che la chiesa celebrasse esclusivamente la Santa Messa tradizionale. A questo proposito, Saint Barnabas è stata convertita da «parrocchia territoriale che serviva tutti i fedeli entro i suoi confini territoriali» a «parrocchia personale, che serviva coloro che desideravano espressamente partecipare» alla Santa Messa tradizionale.

Jason Bolte sostiene che, sia la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes che l’applicazione del documento del Vaticano nei confronti di Saint Barnabas, contraddicono lo spirito del diritto canonico (n.1752), la cui «ultima parte afferma fondamentalmente che la salvezza delle anime sostituisce qualsiasi altro canone», secondo cui «deve essere sempre tenuta presente la salvezza delle anime, che è legge suprema nella Chiesa».

Egli ha osservato che la restrizione della Messa in latino, in opposizione a questo fine, «si traduce in una perdita di anime perché sconvolge le persone al punto che molte si allontanano». «E questo non mette al primo posto la salvezza delle anime».

«Non capisco perché un Vescovo voglia eliminare del tutto la Santa Messa tradizionale, a meno che non sia veramente contrario al rito tradizionale; ma, in tal caso, perché?», ha aggiunto Jason Bolte, sottolineando che è il Rito usato durante la maggior parte della storia della Chiesa.

Jason Bolte è cofondatore, insieme a Brody Hale, di Save Rome of the West, un’organizzazione no-profit dedicata alla conservazione degli spazi sacri cattolici, sempre più minacciati negli ultimi decenni in tutto il mondo. Secondo Jason Bolte, l’organizzazione è stata ispirata proprio dalla chiusura di Saint Barnabas.

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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8 commenti:

  1. Ma perché non pubblicare la lettera contro il razzismo scritta dai vescovi dell’Ohio? Problemi per il contenuto? O problemi perché critica il vostro messia Trump?

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  2. Perché non mi va innescare polemiche inutili con gente ideologizzata che, come quei vescovi, scsmbia per razzismo l'opposizione logica ad un immigrazionismo senza regole.
    Inoltre nessuno qui fa il tifo per Trump. Tutt'al più lo si considera il male minore...

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  3. All'anonimo che ci insulta e ci accusa di non pubblicare, perché non confuta nel merito, anziché continuare ad appioppare etichette e insulti?

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    1. Etichette tipo “gente ideologizzata”?

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    2. Non metto etichette. Sono anni che svisceriamo il problema da tante angolazioni. C'è un nutrito indice di articoli
      https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/01/indice-dei-principali-articoli.html

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  4. gente ideologizzata?? tutti i dieci Vescovi cattolici dell'Ohio?' Teresa

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    1. Perché non è indeologizzato il loro papa che si è inventato nuovi peccati contro la sinodalità, il clima, la terra, i migranti?
      Esempio :
      https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2024/08/bergoglio-manda-allinferno-solo-chi.html

      Purtroppo è anche il nostro papa; ma in questo ed altro di certo non lo seguo...

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  5. Si pecca, per mancata accoglienza e attenzione, contro tutto e tutti; tranne che nei confronti dei cattolici e della loro Santa Messa

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