Pubblico lo scritto di un affezionato lettore, fervente pacelliano, che dal 1951 al 1974 (data dello scioglimento dei Corpi pontifici da parte di Paolo VI) ha fatto parte della Guardia Palatina d'Onore di S.S. Si tratta, quindi, di un testimone che non si è limitato a seguire il Papa da lontano, ma ha vissuto e conosciuto tanti momenti importanti delle vicende della Chiesa del tempo, sia attraverso i servizi nei Sacri Palazzi, nella Basilica, sulla Piazza, nelle occasioni le più svariate: da quelle solenni a quelle diplomatiche e curiali che nelle fila dell'A.C..
Ho avuto da lui l'immagine di apertura, accompagnata dalla commossa a ancora vibrante emozione che il gesto di Pio XII che vi è raffigurato, dopo tanti anni ancora gli suscita. Al termine delle celebrazioni nella Basilica Vaticana, il Santo Padre percorreva sulla sedia gestatoria, attraversando tutta la Basilica, il tragitto fino alla Sacrestia. Prima di svoltare a sinistra per raggiungere la Sacrestia, era solito fermarsi; quindi, fatta girare la sedia gestatoria verso l'Altare e i fedeli ancora raccolti, si alzava in piedi e, allargando le braccia come volesse abbracciare tutti, impartiva la solenne benedizione. Era questo un momento da tutti atteso e di particolare commozione che si ripeteva ogni volta con la stessa intensità anche per chi aveva il dono di potervi assistere più frequentemente. L'immagine fissa nel tempo quel solenne momento; ma purtroppo non riesce a trasmettere l'emozione e la commozione che mi è stata espressa ancor viva e presente nel cuore di chi l'ha vissuta.
Giovanni Paolo II Santo subito! Abbiamo assistito alla sua recente rapida beatificazione. E questo mi può stare anche bene; ma Pio XII, Santo quando? E' tutto questo silenzio che non mi sta affatto bene.
E che dire dell'interminabile tergiversare nel portare a termine la causa della sua beatificazione?
Ho la sensazione, per non dire la certezza, come se qualcuno degli "addetti ai lavori" si lasciasse intimidire e condizionare dalle ignobili accuse rivolte a Papa Pacelli che, se pure del tutto infondate e più volte smentite, covano ancora come fuoco sotto la cenere, nella mente perversa dei suoi detrattori. Mentre una nutrita documentazione dimostra la sua opera silenziosa, come la drammatica situazione richiedeva, ma efficace. Le significative parole che seguono sono state pronunciate da Benedetto XVI, in occasione del simposio promosso dalla Pave the Way Foundation, tenutosi a Castel Gandolfo il 18 settembre 2008, che ha visto la partecipazione di eminenti studiosi per riflettere insieme sull'opera generosa compiuta da Pio XII, durante il difficile periodo del secolo scorso, che ruota attorno al secondo conflitto mondiale.
« ...Grazie a un vasto materiale documentario da voi raccolto, arricchito da molteplici e autorevoli testimonianze, il vostro simposio offre alla pubblica opinione la possibilità di conoscere meglio e più compiutamente ciò che Pio XII ha promosso e compiuto a favore degli ebrei perseguitati dai regimi nazista e fascista. Si apprende allora che non risparmiò sforzi, ovunque fosse possibile, per intervenire direttamente oppure attraverso istruzioni impartite a singoli o ad istituzioni della Chiesa cattolica in loro favore. Nei lavori del vostro convegno sono stati anche evidenziati i non pochi interventi da lui compiuti in modo segreto e silenzioso proprio perché, tenendo conto delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, solo in tale maniera era possibile evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei. Questa sua coraggiosa e paterna dedizione è stata del resto riconosciuta ed apprezzata durante e dopo il tremendo conflitto mondiale da comunità e personalità ebraiche che non mancarono di manifestare la loro gratitudine per quanto il Papa aveva fatto per loro. Basta ricordare l'incontro che Pio XII ebbe, il 29 novembre del 1945, con gli 80 delegati dei campi di concentramento tedeschi, i quali in una speciale udienza loro concessa in Vaticano, vollero ringraziarlo personalmente per la generosità dal Papa dimostrata verso di loro, perseguitati durante il terribile periodo del nazifascismo. [...]»
Sono pertanto decisamente da respingere ancora una volta al mittente le indebite ingerenze da parte di chi, con la ben nota arrogante presunzione, tenta di ostacolare ogni decisione di esclusiva competenza della Chiesa.
Con la Barca di Pietro che vacilla paurosamente nel mare dell'eresia è necessario che la figura di papa Pacelli, il Pastor Angelicus, venga riproposta all'attenzione del mondo intero quale punto di riferimento delle inalienabili verità della fede.
Serve un atto di coraggio, da parte di chi ha deciso di non decidere, per dare un'accelerata al processo di beatificazione di questo grande Pontefice, tanto amato dai veri cristiani, profondamente amareggiati e delusi per questo lungo tergiversare.
So benissimo che questa mia riflessione è come una rondine che non fa primavera; ma se le rondini diventassero uno stormo, allora potrebbe significare che la primavera non tarderà a venire.
Giuliano Marcantonio, uno dei "Papaboys" del 1948 (i mitici "baschi verdi" di A.C.)
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A proposito dei Papaboys. Il colorito linguaggio mediatico odierno veicola questi nuovi termini e fa apparire sensazionali, unici e sorgivi tutti gli eventi che vi corrispondono. C'è da dire che, allora, quello che oggi è 'sensazionale', era del tutto normale e, pur senza tanta enfasi, era sentito e vissuto con emozione e partecipazione soprattutto spirituale. Hanno persino coniato l'espressione "le armate del Papa" riferendosi ai nuovi movimenti come frutto della "nuova Pentecoste" conciliare... Ma allora, quando, schierati numerosi sulla Piazza o nelle Udienze cantavamo: "Bianco Padre che da Roma ci sei meta luce e guida, in ciascun di noi confida su noi tutti puoi contar..." esprimevamo un sentire profondo che poi portavamo anche nella nostra vita e nei reciproci impegni anche parrocchiali: giovani che si prendevano cura dei più piccoli e crescevano nella fede e in umanità insieme a loro con la guida di un sacerdote. E non ci sembrava di fare cose eccezionali: era semplicemente non tanto il nostro dovere quanto la nostra vita. (G.M.)
A proposito dei Papaboys. Il colorito linguaggio mediatico odierno veicola questi nuovi termini e fa apparire sensazionali, unici e sorgivi tutti gli eventi che vi corrispondono. C'è da dire che, allora, quello che oggi è 'sensazionale', era del tutto normale e, pur senza tanta enfasi, era sentito e vissuto con emozione e partecipazione soprattutto spirituale. Hanno persino coniato l'espressione "le armate del Papa" riferendosi ai nuovi movimenti come frutto della "nuova Pentecoste" conciliare... Ma allora, quando, schierati numerosi sulla Piazza o nelle Udienze cantavamo: "Bianco Padre che da Roma ci sei meta luce e guida, in ciascun di noi confida su noi tutti puoi contar..." esprimevamo un sentire profondo che poi portavamo anche nella nostra vita e nei reciproci impegni anche parrocchiali: giovani che si prendevano cura dei più piccoli e crescevano nella fede e in umanità insieme a loro con la guida di un sacerdote. E non ci sembrava di fare cose eccezionali: era semplicemente non tanto il nostro dovere quanto la nostra vita. (G.M.)
Alcune stupende immagini di quando Pio XII celebrava la S. Messa, tratte da un filmato. Quale differenza, rispetto all'attuale sciatteria !
E' tanto che si aspetta. C'è chi sostiene che non ci siano miracoli accertati (se non erro si tratta di Tornielli). Non so quanto quest'affermazione risponda a verità.
RispondiEliminaC'è chi afferma che il Papa sostenesse la Germania contro la Russia Bolscevica... dato che, all'inizio, forse poteva essere attendibile.
RispondiEliminaQuando il nazismo si è rivelato in tutta la sua agghiacciante portata,
risulta che Pio XII abbia persino benedetto un attentato contro Hitler.
Quanto alla questione ebraica, risulta che nemmeno i "grandi" dell'epoca, informati sui fatti, intervennero con l'efficacia dovuta.
Purtroppo nel museo dello Yad Vashem di Gerusalemme c'è una stanza che immortala quelli che sarebbero i suoi colpevoli silenzi; l'ho visitata con raccapriccio, ma ho anche deplorato che non abbiano rimosso la scritta contro Pio XII in occasione della visita di Benedetto XVI.
Certo che ne ingoiamo di umiliazioni e non tutte, mi pare, tanto per amore della Verità, quanto per l'ostinazione al dialogo a tutti i costi, che diventa 'calamento di braghe' e che un lettore in un articolo precedente ha definito "monologale". Me lo sono segnato, perché in effetti è così.
Ho sperimentato di persona la durezza ostile di Rav Di Segni, che in un'importante evento, appunto, di dialogo, abbandonò l'incontro solo perché vi partecipava il card Lustiger, che era un ebreo convertito. Si dà il caso che la sua conversione risalisse proprio al fatto che era stato salvato dalla deportazione in un convento...
Fu lo stesso Di Segni ad esprimere riprovazione per la frase ad effetto di Giovanni Paolo II "Fratelli maggiori"... Pensando ad Esaù e Giacobbe, forse non aveva nemmeno tutti i torti ;)
Ma ora vorrei sottolineare l'atmosfera dell'epoca pacelliana evocata da chi ha scritto e la Sacralità e l'Autorevolezza nonché la Bellezza e il Rispetto che si respiravano allora in San Pietro.
RispondiEliminaAltro tempo, altra storia, ma noi siamo ancora fondati su di essa ed è da lì che veniamo portandola nel nostro oggi, con tutta l'apertura al nuovo che rende feconda la nostra storia personale e collettiva: tuttavia non il "nuovo" che oltrepassa e disprezza e distrugge, ma il nuovo che porta elementi evolutivi di maggiore chiarezza, approfondimento e conoscenza di Colui che è sempre lo stesso ieri oggi e sempre ed è Lui, non noi, che fa davvero nuove tutte le cose perché le rigenera se "rimaniamo in Lui...
Io quell'epoca l'ho vissuta. Chi non l'ha vissuta non può capire cos'ha perso.
RispondiEliminaQuanto agli ebrei, c'è da riconoscere, tuttavia, che alcune loro associazioni o singoli rappresentanti non solo in passato ma anche recentemente hann'espresso stima e gratitudine per Pio XII.
Quanto alla scritta contro Pio XII allo Yad Vashem Beh, il Papa avrebbe dovuto pretender che fosse rimossa o evitar la visita. Questo continuo e vano umiliarsi dinnanzi agli arroganti non è spirito di carità. E non aggiungo altro.
All'epoca della visita del Papa in sinagoga - di cui peraltro ho parlato qui: so di averlo già detto, ma repetita iuvant - ricordo un articolo di cui mi aveva colpito il titolo: "Il compromesso storico su Pio XII" che vedeva Papa e Rabbino incamminati verso un compromesso in ordine a quella che è diventata una spinosa questione.
RispondiEliminaQuell’andare non verso lo scioglimento del contrasto ma verso quella che veniva definita "la reciproca accettazione dell’altrui verità" (e resta anche da vedere quanto reciproca) è qualcosa di più che un cammino verso un compromesso.
Non necessariamente i contrasti possono né devono essere risolti quando c'è di mezzo l'adesione a Cristo e la Verità della storia, e nemmeno la reciproca accettazione rispettando le differenze si risolve in un "compromesso", che significherebbe che ognuno abdica a qualcosa che appartiene alla sua identità.
Si può parlare di civile convivenza o di tolleranza. Il compromesso è un'altra cosa ed è un gran brutto termine, quando si parla di cose di Fede... comprendo come faccia venire l'orticaria ai lefebvriani, ma non solo a loro!
Penso anche ai tanti severi censori che condannano, con la consapevolezza di oggi, i "silenzi" di Pio XII, che vanno inquadrati nella drammaticità del momento; mentre Papa Pacelli è e resta un gigante nella Fede. E tuttavia non fanno sentire la loro voce e rimangono totalmente indifferenti sui pesanti silenzi odierni, che non condannano gli errori e le eresie insinuatesi nella Chiesa e ne stanno facendo scempio...
Quanto agli ebrei, c'è da riconoscere, tuttavia, che alcune loro associazioni o singoli rappresentanti non solo in passato ma anche recentemente hann'espresso stima e gratitudine per Pio XII.
RispondiEliminaQuesto è vero. Ma anche loro non sono un monolite e rimangono diverse sacche di intransigente pregiudizio, che ogni tanto riescono ad instillare il loro veleno.
Importante sarebbe non lasciarsene condizionare!
Grazie al signor Giuliano, papa boy d'altri tempi, e ai suoi ricordi cui sarebbe bello attingere. Foto, e chiesa, in bianco e nero.
RispondiEliminaAppunto.
RispondiEliminaC'è chi sostiene che non ci siano miracoli accertati (se non erro si tratta di Tornielli). Non so quanto quest'affermazione risponda a verità.
RispondiEliminaSo che Tornielli ha scritto un libro; ma confesso di non aver avuto nessuna curiosità di leggerlo!
Grazie al signor Giuliano, papa boy d'altri tempi, e ai suoi ricordi cui sarebbe bello attingere. Foto, e chiesa, in bianco e nero.
RispondiElimina-------------
Con piacere ho letto il tuo pensiero e ti saluto caramente. Hai ragione, i ricordi sono tanti e li custodisco condividendoli quando posso.
Foto e chiesa in banco e nero. Ebbene sì, senza le sfumature di grigio e le illusorie fantasmagorie dei falsi profeti di oggi, che anch'io ho la ventura di aver imparato a conoscere...
"Appunto" era una condivisione della conclusione del commento di Mic sul non farsi condizionare.
RispondiEliminaUna foto che parla: la sedia gestatoria non era una barriera
RispondiEliminaVal la pena leggere qui.
RispondiEliminaSoprattutto l'intervista a Paolo Mieli.
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/207151
E' stata una dei mitici baschi verdi.
RispondiEliminaAlla morte di Pio XII ero piccola ma mi ricordo il profondo dolore di mia madre, mi avete fatto rivivere delle emozioni che credevo dimenticate.
RispondiEliminaL`ingerenza degli ebrei negli affari interni della Chiesa è intollerabile ma è ancor più sconcertante che le nostre autorità religiose la accettino.
Le foto della Messa sono uniche...
RispondiEliminaIl link di Icabod riporta una magnifica intervista a Mieli (di famiglia ebraica). La conoscevo, ma l'ho riletta e ne ho tratto consolazione.
RispondiEliminaAccettazione della verità altrui. Applicazione alla storia, nel caso di Pio XII, dell'indifferentismo religioso: cammino verso una verità che sia la somma delle verità anche false.
RispondiEliminaSono nato nel '66 e quindi quello che ho visto e letto nel post e nei commenti è qualcosa - in termini di esperienza diretta - a me sconosciuto. Eppure, ai miei occhi, non è solo un tesoro da custodire, conservare e tramandare, ma rappresenta - a conti fatti - una prospettiva, per non chiamarla ‘speranza’. I giovani, quando ascoltano quelli meno giovani parlare dei ‘bei tempi andati’ li credono spesso motivati dalla sola nostalgia, che suppongono renda poco attendibili tali memorie. Ma questo si ripete sistematicamente in ogni generazione, e perciò credo che le eventuali note malinconiche dipendano dal semplice fatto che effettivamente le cose, di anno in anno, peggiorano, inesorabilmente; e sono destinate a continuare così su questa china, fino all’epilogo finale. Almeno così credo. Ci sarà forse qualche stop temporaneo, qualche rallentamento in questa corsa a rotta di collo verso il baratro, ma il binario sembra fin troppo chiaro. Il post in questione è un esempio lampante di come le cose progressivamente peggiorino e testimonia la Bellezza di un Culto e come dovrebbe essere e a cui un cattolico dovrebbe tendere: niente a che vedere col plateale, col chiassoso, col colorato o il divertente, ma un’ unica e profonda azione di Culto (come ben descritto anche da mic). Un Papa che ispira rispetto e devozione al solo guardarlo. Mio padre, pur non praticante, lo descrive come una figura di una nobiltà unica, non solo di sangue, ma soprattutto nella testimonianza del Trascendente. Per quanto riguarda le polemiche relative al suo comportamento tenuto durante la seconda guerra mondiale, ammesso e non concesso che avesse potuto fare qualcosa di più, mi piacerebbe sentire dalla voce dei vari critici – per lo più nati e vissuti in tempo di pace e comodamente seduti alla loro scrivania - come ritengono debba comportarsi un Papa in una situazione complessa come quella di allora. Concludo con le parole del sig. Giuliano: non le commento per non sciuparle, in quanto esempio di un valoroso e ormai introvabile modo di essere: “E non ci sembrava di fare cose eccezionali: era semplicemente non tanto il nostro dovere quanto la nostra vita.”
RispondiEliminaStefano
Chiamala pure "speranza": la speranza che noi, sopravvissuti ormai al declino, trasmettiamo ai più giovani.
RispondiEliminaE "speranza" sia. Come termine è anche più "cattolico", tanto per restare in tema.
RispondiEliminaStefano
Grazie Stefano per il tuo intervento così sentito.
RispondiEliminaStiamo davvero cercando di trasmettere quel che abbiamo ricevuto. E non ringrazieremo mai abbastanza il Signore per averci finora preservati da tanti sviamenti.
Le infami calunnie di matrice giudaico-comunista contro il nostro Santo Padre, non sono l'ostacolo decisivo per la canonizzazione, ma sono il comodo paravento dietro cui si nascondono i maneggioni clericali che avendo fatto carriera con le pasticciate innovazioni pseudoconciliari, non sopportano il suo limpido e sempre cattolico magistero.
RispondiEliminaIo tifo per GPII santo "quasi" subito; mi basterebbe una settimana dopo Pio XII .
saluti da Viterbium.
"sono il comodo paravento dietro cui si nascondono i maneggioni clericali che avendo fatto carriera con le pasticciate innovazioni pseudoconciliari, non sopportano il suo limpido e sempre cattolico magistero."
RispondiEliminaParole sante!
il suo limpido e sempre cattolico magistero.
RispondiElimina. . . . .
ah sì ...beh, fatemi vedere un esempio di questo limpido e sempre cattolico magistero, se potete. Io vedo un'altalena continua tra un discorso cattolico e uno indefinibile, ma di sicuro vaticansecondista (dialogo con tutti, accogliendo benevolmente tutti gli errori, rimescolando tutto il minestrone delle diversità di credenza ed opinione e varia dottrina).....ditemi un po' come si mostra limpido il discorso di Erfurt "siamo in profonda comunione di fede coi luterani" o giù di lì...questo è magistero di sempre ?
poi: tempo fa il Papa disse che ci può essere dialogo solo tra culture, ad Assisi invece ha detto chiaramente "il ruolo importante del dialogo interreligioso ecc....";
mettere su piano di parità indifferente la vera religione con quelle false sarebbe un atto di magistero cattolico e limpido ? dicendo "andiamo per le nostre strade ecc....". Ma forse voi non avete letto che PIO XI ha condannato infallibilmente con un'enciclica le riunioni interreligiose di quella specie, iniziate dal beato GPII ? e allora come fate a dire che tale magistero, in linea con le idee conciliari di unire tutti dialogando con tutti i diversi credenti, sarebbe sempre limpido e cattolico ?
chissà che cosa significano per voi le parole "limpido" e "cattolico".
il suo limpido e sempre cattolico magistero.
RispondiElimina------------
si parlava di Pio XII
A Parigi replicheranno "il Vicario", il cumulo di menzogne contro uno dei più grandi Papi della storia
RispondiEliminahttp://www.riposte-catholique.fr/osservatore-vaticano/divers-osservatore/pie-xii-insulte-par-un-faussaire-finance-par-la-ville-de-paris#.Tr2gTfTEG40
Per me, è già santo, senza bisogno di proclami.
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