Ringrazio la mia fonte autorevole, che se non fosse tale non citerei, per questa informazione che condivido con voi.
Mons. Fellay non ha alcuna intenzione di interrompere i rapporti. E' comunque vero che il preambolo, così com'è, risulta attualmente inaccettabile. Diciamo che si sta cercando un modo elegante e non traumatico per rilanciare la palla nel campo "avversario" dove la parola avversario non va presa in senso negativo.
Nulla di nuovo, se non questa conferma, espressa dal Superiore della Fraternità, in ordine allo status quaestionis ad oggi.
Un motivo in più per intensificare le preghiere e continuare a sperare.
A proposito della situazione del 2008 evocata nella dichiarazione, mi sembra utile ripercorrere l'accaduto attraverso le parole di Mons. Fellay durante una conferenza tenuta il 15 agosto scorso in Francia. Ho stralciato il punto relativo alla questione:
Mons. Fellay- Mi riferisco un po' a quello che è accaduto in precedenza col ritiro delle scomuniche... Non so se ricorda ma quell'estate, nel 2008, fu molto calda; ci fu quello che è stato chiamato l'ultimatum. Ricordo un piccolo fatto... Mi consegnano un testo che in sostanza dice così: “ Se Mons. Fellay non accetta le condizioni molto chiare che gli imporremo, sarà gravissimo ”. Il cardinale Castrillòn Hojos dichiarava perfino: “ Finora dicevo che non eravate scismatici; se continuate, non potrò più ”.
Era molto teso. Io gli ho risposto: “ Lei dice che occorre che io rispetti le condizioni, ma quali? ”. Tacciono. Silenzio. Ho chiesto nuovamente: “ Lei dice che ci sono delle condizioni, ma cosa si aspetta da me? ” In quel momento, il cardinale con voce molto grave – era davvero molto solenne – ha pronunciato quasi a mezza voce e lentamente :” Se veramente in coscienza pensa di poter dire queste cose ai fedeli, ebbene! Le dica ”. Potete immaginare quanta emozione ci fosse!
Dissi a Don Nély che mi accompagnava di essere frustrato; mi affermò che si trattava davvero di un ultimatum. Su mia richiesta, è tornato l'indomani alla Commissione Ecclesia Dei per ottenere dei chiarimenti sulle famose condizioni. C'è voluta una mezz'ora perché redigessero in cinque punti delle condizioni che dicevano tutto e niente. Io dovevo promettere di praticare la carità ecclesiale. Che vuol dire? Alla fine, ho scritto due parole al papa, e l'ultimatum non era più all'ordine del giorno. Ma non si può dire che andasse tutto bene... Nel mese di dicembre seguente, le relazioni erano più distese, ho scritto una lettera al cardinale per riprendere contatti.
Nel frattempo, c'era stata Lourdes. Era così epica, ecco un breve aneddoto: abbiamo potuto utilizzare la basilica per il nostro pellegrinaggio, ma il vescovo locale aveva proibito ai vescovi di celebrare la messa. Tre giorni prima del pellegrinaggio, ho parlato al telefono col cardinale Castrillòn cui ho promesso di scrivere una lettera; nel corso della conversazione ha affrontato la questione del pellegrinaggio: “ Ho saputo che fate un pellegrinaggio, sarà magnifico, ci sarà tanta gente ”. Gli ho risposto: “ E' bello, infatti, ma c'è una nota stonata ”. -“ Ah sì? ”- “ Sì, i vescovi non possono celebrare ”. - “ Dei vescovi censurati, fuori dalla Chiesa, è normale, non si può dar loro il permesso di celebrare la messa ”. - “ E gli anglicani, non sono scomunicati? ” - “ Che vuol dire? ” - “ Che gli anglicani, loro, hanno potuto celebrare nella basilica di Lourdes ”. - “ E' vero? ” Ha dei documenti? Ce ne occuperemo ”. Stavamo partendo per Lourdes, ho subito raccolto informazioni su Internet per mandargliele.
Nei documenti ufficiali di Lourdes, il programma era tutto ben specificato; per tutta una settimana, erano sette i ' vescovi ' a concelebrare, sette ' messe ' alla presenza del cardinale Kasper, tutti i ministri erano anglicani, l'omelia fatta da un anglicano, non dico un vescovo perché gli anglicani sono tutti laici, non sono veri preti, ancor meno veri vescovi.
Questo per mostrarvi il clima: da un lato si cerca di annientarci e dall'altro ci si occupa di noi al punto da disturbare il papa un pomeriggio per questa storia di Lourdes. Ho approfittato della lettera che ho infine scritto al cardinale Castrillòn, a dicembre, per riferirgli i discorsi del vescovo di Tarbes per il quale, se avessimo smesso di dirci cattolici, allora avremmo potuto celebrare la messa. Gli spiegavo: “ Così dunque volete che usciamo dalla Chiesa per potere avere delle chiese, non sta in piedi! ” Ero un po' duro.
Il 17 dicembre, avevo saputo che a Roma c'era una riunione il cui scopo era riflettere se non occorresse dichiarare lo scisma della Fraternità, o eventualmente scomunicare Mons. Fellay perché favoriva un atteggiamento scismatico nella Fraternità. Ho spedito la mia lettera... Un mese dopo, non c'erano più scomuniche!
Dalle parole di Mons. Fellay durante la conferenza si coglie un senso di grande contraddizione, ma soprattutto di precarietà, come se tutto rimanga appeso e cambi il vento a seconda di chi, nella curia, vince il tiro alla fune in un determinato momento... il tutto però, nel 2009, pare sia stato risolto direttamente dal Santo Padre.
RispondiEliminaResta solo da pregare e sperare che anche per il futuro possa accadere la stessa cosa!
Fellay non ha fatto altro che dire le stesse cose di Morgan in una sua conferenza alla Our Lady of Victories Church, Cubao, Quezon City, Metro Manila il 16 Ottobre 2011.
RispondiEliminaNe abbiamo parlato qui e non mi pare che possano trarsi le conclusioni di Morgan.
RispondiEliminaAbbiamo letto un resoconto che non tace le difficoltà, così come non possiamo ignorare quante siano e quanto complicate anche dalla grande avversione di cui purtroppo la Fraternità è fatta oggetto - come del resto nell'88 - proprio all'interno della Chiesa. E tuttavia non mi pare che il discorso portasse ad una determinazione negativa.
Tutto è ancora aperto: c'è chi spera e c'è chi teme. Affidiamo tutto al Signore ed alla Madre nostra.
Solo un uomo pieno di Fede come Mons. Fellay può sopportare un tale trattamento da parte delle autorità romane. Queste fanno di tutto per non arrivare a nessun accordo e darne la colpa alla FSSPX. Solo l'amore per la Chiesa può sorreggere ls San Pio X in questa enorme prova . Altri avrebbero già abbandonato. Che il Signore e la Beata Vergine di Lourdes li aiutino e li sostengano in questa impari lotta per il ripristino della tradizione.
RispondiEliminaE' un'altalena infinita... davvero inquietante la differenza di atteggiamento di alcuni in Vaticano nei confronti della Fraternità rispetto ad altre realtà ecclesiali e non.
RispondiEliminaIo, considerand ogni elemento della situazione, continuo a non capire perchè la SPX esiti...
RispondiEliminaIo, considerand ogni elemento della situazione, continuo a non capire perchè la SPX esiti...
RispondiEliminaLa realtà, caro Stefano, è che non conosciamo il preambolo.
Secondo me fa il paio proprio con i famosi 5 punti dell'ultimatum di Castrillon Hoyos (ricordi le anticipazioni di Tornielli che fecero tanto scalpore?), poi praticamente nullificati dal Papa in persona...
E' un'altalena infinita... davvero inquietante la differenza di atteggiamento di alcuni in Vaticano nei confronti della Fraternità rispetto ad altre realtà ecclesiali e non.
RispondiEliminaPurtroppo è lo specchio dell'ambiguità che si è insinuata nella Chiesa.
D'accordo con MIC, pienamente. Ora c'è solo da aspettare.
RispondiEliminaQuanto alle "autorità romane" non facciamo di tutta l'erba un fascio.
E questo vale anche per la Fraternità.
Ottimo! era assolutamente prevedibile ma la voce autorevole ha fatto bene ha chiarire per rasserenare gli animi più inquieti.
RispondiEliminaQuanto alle "autorità romane" non facciamo di tutta l'erba un fascio.
RispondiEliminaE questo vale anche per la Fraternità.
Realismo, oggettività, equilibrio.
Ce n'è molto bisogno!
Io, considerand ogni elemento della situazione, continuo a non capire perchè la SPX esiti...
RispondiEliminaMagari nell'art. di John Vennari che sta sul sito della FSSPX www.sanpiox.it potresti capire il perchè!
CVCRCI
Non mi sembra che quell'articolo s'incentri sui problemi dottrinali quanto piuttosto su accordi pratici che non sono secondari e che vanno affrontati e risolti.
RispondiEliminaInfatti riguarda gli aspetti del riconoscimento, perchè come ho detto, l'apetto dottrinale è fuori discussione ed è separato da quello del riconoscimento che, comunque, pone altrettanti seri dubbi, affinchè non si faccia la fine della goccia d'acqua dentro il barile del vino.
RispondiEliminaIo rispondevo a Stefano 78 che, consederando ogni elemento della situazione, non capiva perchè esiti la FSSPX.
Mi sembra chiaro!
CVCRCI
http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=411:la-regolarizzazione-della-fraternita-s-pio-x-non-cosi-facile-come-si-potrebbe-pensare&catid=53:attualita&Itemid=50
RispondiEliminadormire sul pavimento.
RispondiEliminaSe i problemi, così come da quell'articolo sono stati presentati, son di carattere pratico allora la conciliazione non sarebbe difficile.
RispondiEliminaEcc.za Rev.ma, sappiamo perfettamente che nostro Signore, si e' fatto crocifiggere pur essendo innocente (infatti noi siamo Cristiani Cattolici Apostolici) cosa pensa che i figli del Vaticano II, avendo il potere decisionale, ci accolgano con rose e fiori? Ella ha un documento che ci pone presumibilmente con le spalle al muro oppure ci si chiede cio' che fa comodo ai modernisti e/o progressisti. Noi dobbiamo continuare a lottare per la Santa Chiesa di Cristo senza abbandonare i principi della dottrina ci ha insegnato e che il Vescovo Mons. Lebfevre ci ha sempre ricordato "Trasmettiamo solo cio' che abbiamo ricevuto". Sappiamo che una grossa parte della gerarchia proviene, ed e' stata formata secondo i principi del VII, e questa ci vuole in ginocchio oppure vuole far ricadere le colpe di un fallimento sulla FSSPX. Soffriamo, ma non cadiamo nel tranello di tradire Gesu', perche' non so' se ce lo perdonerebbe mai. In fondo non si ottiene nulla senza la sofferenza. I primi Cristiani non sono stati forse perseguitati e martirizzati e dovevano incontrarsi nelle catacombe? I compromessi si fanno per guadagnare posizioni. Noi dobbiamo solo essere Cristiani e continuare a trasmettere il Vangelo di sempre, non abbiamo bisogno per far questo salire gradini. Queste cose servono ad altri che possiamo definire ambiziosi e che non so' se possono chiamarsi a testa alta Cattolici. Questa e' quella gente che da mezzo secolo cerca di formare una chiesa mondializzata e non piu' conforme a Cristo Signore. Caro Don David, Vi saremo sempre piu' vicini, viste le difficolta' che sempre di piu' ci saranno davanti. Pensavamo ad una giornata di sole, invece ci sara' ancora buio e tempesta. Ma Gesu' non ci abbandonera' mai. Preghiamo sempre di piu' e cerchiamo continuamente la Madonna che ci protegge.
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