A margine dell'incontro di cui all'articolo precedente, devo registrare una notizia che non posso passare sotto silenzio.
(ASCA) - Città del Vaticano, 10 nov - Davanti alla possibilità di una riconciliazione definitiva tra il Vaticano e i tradizionalisti lefebvriani, il rabbino David Rosen, responsabile del dialogo interreligioso per l'American Jewish Committee, ribadisce che "le nostre preoccupazioni sono già state espresse e ho ricevuto l'assicurazione da parte del card. Kurt Koch (presidente del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani e per la Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo, ndr) che non c'è possibilità di arrivare ad una riconciliazione che comprometta Nostra Aetate", il documento del Concilio Vaticano II considerato come un punto di svolta nei rapporti tra cattolici e ebrei dopo due millenni di ostilità e sospetto.
"Per il resto - ha aggiunto Rosen al termine dell'incontro avuto questa mattina con papa Benedetto XVI insieme agli altri leader religiosi di Israele - è una questione interna della Chiesa cattolica".
Nostra Aetate, ha spiegato ancora il rabbino interpellato sul suo colloquio con il card. Koch, "non è in discussione". Questo, ha aggiunto, non significa che un riconoscimento esplicito del documento conciliare faccia parte della proposta di accordo sottoposto dalla Santa Sede alla Società Sacerdotale San Pio X ma che, dal punto di vista pratico, "ogni riconciliazione richieda in effetti l'accettazione di Nostra Aetate".
Quanto all'opportunità della trattativa vaticana, "posso avere le mie opinioni, ma non ho il diritto di intervenire nelle scelte interne di un'altra religione" [eppure è quello che sta facendo!]. "Mi aspetto - ha concluso - che la Santa Sede sia esplicita nel ripudiare la negazione dell'Olocausto nel caso di una riconciliazione", per rassicurare il mondo ebraico, anche se il vero problema, ha tenuto a sottolineare, non è tanto mons. Williamson quanto "chiarire che Nostra Aetate non è sul tavolo".
Non è la prima volta che vien fuori una condizione in relazione alla regolarizzazione canonica della Fraternità. Già all'epoca della revoca delle scomuniche, subito dopo la visita del Papa in Sinagoga il 17 gennaio 2010, fu Rav Di Segni, il rabbino capo di Roma, a porre addirittura un'alternativa tanto sconcertante quanto sorprendente dal momento che non si capisce su cosa possa essere fondata: "o loro o noi!". Le seguenti dichiarazioni di Rav Di Segni sono tratte da un'intervista rilasciata in occasione della "Giornata della memoria", che si celebra il 27 gennaio:
"Se la pace con i lefebvriani significa rinunciare alle aperture del Concilio, la Chiesa dovrà decidere: o loro o noi!": così il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo di Segni, in un passaggio di un'intervista al mensile 'Il consulente Re' uscito il giorno prima della giornata della memoria.Di Segni rievoca, al proposito, il discorso pronunciato in sinagoga in occasione della recente visita del Papa, quando, in riferimento alle "aperture" del Concilio vaticano II, ha affermato: "Se venissero messe in discussione, non ci sarebbe più possibilità di dialogo". Ora il rabbino spiega, in riferimento al discorso del giorno prima del Papa alla congregazione per la Dottrina della fede: "E' stata l'ultima aggiunta al discorso, dopo che venerdì mattina 15 gennaio c'è stata una strana apertura ai lefebvriani...".
Ebbene, al riguardo riporto e ribadisco quanto ne ho già scritto in quei giorni, che resta tuttora valido.
Necessità di uscire dal sepolcro e guarire dal passato per poter avere un futuro.
Non è mia intenzione entrare in una polemica; vorrei soltanto che il 27 gennaio fosse veramente il giorno della Memoria, e quindi che si accomunassero nel ricordo tutte le vittime del Novecento: il secolo, che è stato definito da V. Grossman, della massima violenza dello Stato sull' uomo; ma ad esse vorrei fossero accomunate le vittime di ogni generazione che ci ha preceduti nella storia, ma anche della nostra che - senza nulla togliere al dramma dello sterminio degli ebrei che è e resta mostruoso - ne ha viste e continua a vederne davvero tante.
Tutti dovremmo comunque ricordare innanzitutto che per avere un futuro bisogna guarire dal passato... e la memoria deve essere sana e responsabile consapevolezza che assimila gli eventi, se li assume e li porta con sé redenti e non il "sacrario dell'odio" dal quale tirar fuori ogni possibile ricatto morale nei confronti del resto del mondo chiamato a testimone, come sta avvenendo da parte degli ebrei attraverso la shoah.
Considerazioni sulle parole del Rabbino. Indebite interferenze
Da parte nostra non possiamo non rimanere ancora una volta esterrefatti per le pesanti e inaccettabili ingerenze di Rav Di Segni, Rav Rosen e quanti altri non hanno mancato e non mancano di parlarne, nelle questioni interne della Chiesa. Oltretutto si tratta di una prerogativa che non appartiene né a loro né a nessun altro, ebreo o non ebreo che sia e stupisce il fatto che nessun portavoce Vaticano affermi con fermezza un dato così elementare, quando ogni volta che vengono nominati gli ebrei anche di striscio, si montano polveroni mediatici a non finire e analoga sensibilità esasperata mostrano i musulmani quando si parla della loro fede. Ma per i cristiani tutto questo non vale e per contro negli ultimi tempi queste interferenze vanno moltiplicandosi: basti pensare alla contestazione infinita su Pio XII e alle rimostranze sulla preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo...
Affermare: "Se la pace con i lefebvriani significa rinunciare alle aperture del Concilio, la Chiesa dovrà decidere: o loro o noi!" cos'è: un ultimatum al Papa su una questione prettamente interna alla Chiesa? E in forza di quale principio questo parallelismo?
Tra l'altro non risulta che la Fraternità S. Pio X sia mai stata negazionista dell'orrendo 'sterminio', impropriamente definito 'olocausto' (a parte le personalissime dichiarazioni 'riduzioniste' e non negazioniste di Mons. Williamson, sulle quali è stato montato ad arte uno scandalo mediatico in occasione dell'annullamento della scomunica da parte di Benedetto XVI ai vescovi ordinati da Mons. Lefebvre)
Come già detto, l'appartenenza alla Chiesa non può essere condizionata dall'accettazione o meno di un fatto storico, che non è e non può e non deve diventare un dogma di fede!
Inoltre il linguaggio del rabbino sembra riferirsi ad un'APPARTENENZA che in ogni caso non riguarda il popolo ebraico che è interessato al dialogo e non certo all'assimilazione; rischio che invece correrebbe la Chiesa se andassero in porto i piani sionisti (sionismo non coincide necessariamente con ebraismo) e continuasse il processo di giudaizzazione innescato da tempo e di cui, ad esempio, tra le realtà ecclesiali post conciliari, il cammino neocatecumenale è una 'punta' avanzata [vedi]!
Derive sincretiste e moderniste e processo di giudaizzazione presenti nella Chiesa
Dove viene espunta la Presenza Reale del Signore in una celebrazione (il particolare Rito neocatecumenale) che non è più il Sacrificio eucaristico che riattualizza il Sacrificio di Cristo, ma solo una festa assembleare che 'commemora' la Cena con la commistione del ricordo dell'uscita dall'Egitto, non è forse già entrato l'abominio della desolazione, come tra l'altro ricorda Giovanni Paolo II nella Dominicae Cenae?: "Il mistero eucaristico, disgiunto dalla propria natura sacrificale e sacramentale, cessa semplicemente di essere tale. Esso non ammette alcuna imitazione «profana» che diventerebbe assai facilmente (se non addirittura di regola) una profanazione." Oltretutto, negli insegnamenti e nelle prassi soprattutto ai livelli più avanzati, si assiste alla progressiva giudaizzazione del cristianesimo, molto presente ed arbitrariamente attribuita ad un sedicente spirito-del-concilio, che assume anche connotati neo-protestanti. Purtroppo, nella variegata realtà ecclesiale non mancano deprecabili abusi liturgici di altro genere favoriti dalla banalizzazione e dalla desacralizzazione indotte dalla Riforma di Paolo VI. Che sia colpita la Liturgia dà la misura della gravità della crisi ma anche delle sue conseguenze.
A che stadio siamo del processo di giudaizzazione. Dove sta andando la Chiesa?
Di questo processo è riprova un recente articolo a firma di Marco Morselli "L'ebraismo e i diritti culturali" ove egli afferma, tra l'altro:
«Non vi è una Nuova Alleanza che si contrapponga a una Vecchia Alleanza, non vi è neppure un’unica Alleanza Vecchio-Nuova che costringerebbe gli ebrei a farsi cristiani o i cristiani a farsi ebrei. Vi è un’unica Torah eterna che contiene molte Alleanze, i molti modi in cui il Santo, benedetto Egli sia, rivela il suo amore per gli uomini e indica le vie per giungere all’incontro con Lui»salvo che loro restano "il popolo dell'Alleanza" e noi i goym... Nella conclusione, Morselli cita Elia Benamozegh, il grande rabbino livornese che in un’opera postuma pubblicata a Parigi nel 1914 scriveva:
«La riconciliazione sognata dai primi cristiani come una delle condizioni della Parusia, o avvento finale di Gesù, il ritorno degli ebrei nel seno della Chiesa, senza di cui le diverse confessioni cristiane sono concordi nel riconoscere che l’opera della redenzione rimane incompleta, questo ritorno si effettuerà non come lo si è atteso, ma nel solo modo serio, logico e durevole, e soprattutto nel solo modo proficuo al genere umano. Sarà la riunione dell’ebraismo e delle religioni che ne sono derivate, e, secondo la parola dell’ultimo dei profeti, il sigillo dei veggenti, come i dottori chiamano Malachia, “il ritorno del cuore dei figli ai loro padri”» (Ml 3,24).
Citazione peraltro strumentale di Malachia, che parla anche della riconciliazione dei padri verso i figli e nessuno autorizza a pensare che i padri siano gli ebrei e i figli siano i cristiani, il quali sono innanzitutto figli di Dio nel Figlio...
Sta di fatto che gli ebrei si sono in qualche modo riappropriati di Cristo come rabbi e profeta e non certo come Dio... e, oggi, in riferimento al dialogo, arrivano a sostenere:
Estratto dal comunicato CEI del 22 settembre 2009:«Il dialogo ebraico-cristiano era giunto negli ultimi mesi a un punto di crisi che sembrava insormontabile, intorno alla questione della conversione degli ebrei. In un recente incontro tra Autorità rabbiniche e Autorità episcopali italiane si è chiarito che non vi è nessuna intenzione da parte della Chiesa Cattolica di operare attivamente per la conversione degli ebrei e che di conversione si parla solo in una prospettiva escatologica». [citazione dall'articolo di Morselli sopra indicato - cfr. brano del Comunicato della CEI riportato di seguito]
Conclusione«Il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha incontrato oggi i rabbini Giuseppe Laras, Presidente dell’Assemblea Rabbinica Italiana, e Riccardo Di Segni, Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma. “Il Cardinale – si legge in un comunicato diffuso dalla Cei - ha voluto porgere loro gli auguri per l’inizio dell’anno ebraico pregandoli di estenderli a tutti gli ebrei italiani”. Durante l’incontro il cardinale ha affrontato con i due rabbini alcune questione rimaste “aperte” con la comunità ebraica in seguito alla pubblicazione dell’“Oremus et pro Iudaeis”. A questo proposito il comunicato afferma: Non c’è, nel modo più assoluto, alcun cambiamento nell’atteggiamento che la Chiesa Cattolica ha sviluppato verso gli Ebrei, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II. A tale riguardo la Conferenza Episcopale Italiana ribadisce che non è intenzione della Chiesa Cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei”... “La fede nel Dio dei Padri, ricevuta in dono – si è affermato al termine dell’incontro - rende responsabili i credenti cristiani ed ebrei per l’edificazione di una convivenza basata sul rispetto dell'Insegnamento di Dio”.»[Non possiamo ignorare che il riferimento ai dieci comandamenti gli ebrei lo fanno anche quando ne attribuiscono l'osservanza ai "noachidi". Ricordiamoci che Noè non fa parte della Storia della Salvezza, che comincia con Abramo, e che i noachidi sono tutti i non-ebrei compresi noi, mentre l'identità che essi ancora sentono è quella del Popolo Sacerdotale al quale appartengono l'Alleanza e le promesse. Mentre la Chiesa si profonde in questo riconoscimento, altrettanto non può dirsi da parte loro nei confronti della Chiesa e dei cristiani, che appartengono alla Nuova ed Eterna Alleanza per essi inconcepibile e già rifiutata! - ndR].
Certo non può esistere da parte della Chiesa - riguardo alla conversione che è un dono legato alla libertà inviolabile di ognuno - alcun comportamento coercitorio nei confronti di chicchessia, ebrei compresi; ma questo non significa che la Chiesa debba rinunciare ad Annunciare il Signore a tutti, compresi gli ebrei, che hanno tutta la libertà di continuare a rifiutarlo ed aspettare il loro Messia, ma non quella di assimilarci a loro dopo aver annichilito l'Incarnazione, il Sacrificio e la Risurrezione di Cristo con la connivenza dell'apostasia ormai interna alla Chiesa!
Nessuno nega che gli ebrei vadano rispettati, amati e non perseguitati. L'antisemitismo, la furia distruttrice contro un popolo è da condannare senza riserve. Questo, sembra condiviso da ogni uomo di buona volontà prima ancora che da un vero cristiano. Ciò premesso, dichiarazioni come questa della CEI nonché le altre espressioni sul valore delle false religioni presenti nella Nostra Aetate e le ulteriori posizioni nei confronti degli ebrei non sono imposte con autorità infallibile. Si tratta di posizioni "pastorali" ambigue e pericolosissime, in contrasto col Magistero precedente, perché aprono la strada all'indifferentismo ed al relativismo religioso e, peggio, al sincretismo. I guasti li abbiamo sotto gli occhi giorno dopo giorno.
In particolare l'impegno espresso con le seguenti parole: "non è intenzione della Chiesa Cattolica operare attivamente per la conversione degli ebrei" poteva esser preso da una sola persona che, nella Chiesa, gode di una tale rappresentatività che presuma parlare per l'intera Chiesa, ed è il Papa.
L'irrevocabilità della predilezione appartiene al Nuovo Israele, cioè alla Chiesa fuori della quale la vecchia Alleanza non ha più senso né fine. I rami vecchi sono stati recisi, i nuovi sono innestati sul tronco dell'Israele di Abramo che ha creduto nel Cristo venturo. La Legge antica non ha di per sé più alcuna linfa ed i rami ed il tronco isteriliti potranno riavere vita solo dall'innesto in Cristo. L'irrevocabilità della predilezione è qui e solo qui.
- Gli ebrei che rifiutano Cristo rifiutano la predilezione.
- Per tornare ad essere prediletti dovranno innestarsi nella nuova storia che inizia e si perpetua con Cristo.
- L'unico soggetto della predilezione è la Chiesa. Gli ebrei increduli restano fuori a causa dell'irrevocabilità per loro scelta.
L'Antica Alleanza vive, nella parte in cui doveva ancor continuare a vivere dopo la venuta di Cristo, nella Chiesa, Nuovo Israele, frutto della Nuova ed Eterna Alleanza. Vivendo solamente nell'Antica Alleanza, la fede degli ebrei non giustifica né salva, perché non è più la fede di Abramo e dei giusti che credettero nel Cristo venturo, né è quella di coloro che hanno accolto Gesù.
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Vedi anche:_____________________
:: Mons. Brunero Gherardini - "Sugli ebrei, così serenamente"
:: G. Copertino - "Tra noi e loro la pietra angolare non il negazionismo"
:: F. Colafemmina - "Archivi e ipocrisie. L'antidefamation League e Pio XII"
:: Maria Guarini, Se non si esce dal sepolcro. Il Papa allo Yad Vashem
:: La preghiera per gli ebrei nella liturgia del Venerdì Santo
:: Maria Guarini, Modifica della “Dottrina della sostituzione” della Sinagoga con la Chiesa in
“dottrina delle due salvezze parallele”
I problemi sul tappeto non sono pochi nè di poco conto.
RispondiEliminaMi riesce difficile pensare come se ne può uscire.
Tra noi e loro Cristo e non il negazionismo.
RispondiEliminaAd evitare che un fatto storico continui ad essere un evento teologico-messianico da celebrare ritualmente in termini sacrali e confessionali.
Tra ebrei e FSSPX sappiamo chi sceglierà Koch, ma i cattolici non possono che scegliere la Fraternità: son gli ebrei che rigettano ed insultan Cristo.
RispondiEliminaQuanto alla Nostra aetate voglio vedere chi potrà imporci di accettarla acriticamente. E' un documento privo di qualsiasi valore dottrinale ed in contrasto con l'insegnamento tradizionale della Chiesa.
Gli ebrei pensino ai fatti loro e se voglion rispetto imparino a rispettare e non a por condizioni ad altri in materia ad essi del tutto estranea.
Naturalmente si puo' parafrasare il tedioso detto di un certo Simon de cirene'...UBI PETRUS IBI ECCLESIA e quindi affermare che UBI RABBINATUS IBI MARRANOS, da aggiungere all'altrettanto valido UBI LUTERO IBI ERESIA . Scusandomi per la mia ignoranza in latino....ma avete capito.
RispondiEliminaBene bene...siccome il diavolo fa' le pentole e non i coerchi...ecco la pietra di inciampo che scopre gli altarini....ebraici.
RispondiEliminaC'era una volta un partito politico. Celebrò un importante congresso, in una nota località termale.
RispondiEliminaIl giovanotto che, per una serie di calcoli il precedente leader aveva osto a capo di tutto l'ambaradan, fece votare una serie di provvedimenti,tra i quali, ulterior &t non ultimus, il cambio del nome, che si poterono sintetizzare nella frase:"Non abbiamo più radici". Dato che, non solo Iddio, ma anche l'uomo, aborre il vuoto, ci fu chi si mise alla ricerca di nuove radici. Tra costoro c'era un giornalista, che, a suo tempo, si era fatto un nome come "duro & puro", ferrato in una militanza, non certo moderata. Un bel giorno, forse complice una scoperta di più o meno lontane origini familiari, (sue e/o della moglie)non solo moderò molto tale sua militanza, ma poi fece al capo una proposta di nuove radici. Le nuove radici che propose (e che furono accettate) erano indicate nei documenti del Vat.II in generale ed in Nostra Aetatae e D.H. in particolare. Un giorno, un signore chiese a questo giornalista:"Mettiamo che io sia testimone anabattista di Confucio. Pertanto dei concili della Chiesa Cattolica, passati, pesento e futuri, nessuno escluso, non me ne poss fregar di meno. Debbo pensare che il vostro è un partito confessionale e, quindi, concludere/ritenere che non mi ci possa iscrivere"?
Risposta:"No. Vi potete iscrivere. Nostra Aetatae e D.H., non sono documenti religiosi (potrei anche esssere dello stesso parere) ma patrimonio comune dell'umanità".
Che dire? E' l'inizio di una "prova tecnica di persecuzione"? Noi che rifiutiamo il Vat. II e ciò che ne è seguito, quindi, NON siamo essseri umani. Bene è stato che, quel partito, non esiste più.
Nostra aetate è un documento CONCILIARE che va con sicurezza contro alla TRADIZIONE. E' una Lettera "senza radici", non si citano nè la Parola di Dio (san Paolo dice assolutamente il contrario) o documenti precedenti nè tanto meno atti magisteriali che possano confermare i contenuti di questa lettera (che tutti i Papi recenti, pur essendo una semplice "lettera" hanno però abbondantemente lodato, citato e assurto illecitamente e indebitamente a nuovo dogma conciliare). Quanto MALE HA FATTO E FA ALLA CHIESA.
RispondiEliminaIn ogni caso non è un documento dottrinale nel quale si definiscono verità infallibili né un testo disciplinare che presenta norme concrete, ma è una semplice Dichiarazione che non tratta di questioni di fede e di morale ma principi che intendono orientare la prassi del dialogo volto ad un agire pratico condizionato dal tempo.
Per questi motivi, nessuno, cristiano o no, può farla assurgere a nuovo dogma...
diceva Dom Gueranger: “... quando il pastore si cambia in lupo, tocca anzitutto al gregge difendersi. Di regola, senza dubbio, la dottrina discende dai vescovi ai fedeli; e i sudditi non devono giudicare nel campo della fede i loro capi. Ma nel campo della Rivelazione vi sono dei punti essenziali dei quali ogni cristiano, per il fatto stesso di essere cristiano, ha la necessaria conoscenza e la custodia obbligatoria.”
RispondiEliminaPer chi legge il francese:
RispondiElimina"Consiglio Pontificale per il dialogo interreligiso- La testimonianza cristiana in un mondo multi-religioso: raccomandazioni di condotta
" CONSEIL PONTIFICAL POUR LE DIALOGUE INTERRELIGIEUX - LE TÉMOIGNAGE CHRÉTIEN DANS UN MONDE MULTI-RELIGIEUX : RECOMMANDATIONS DE CONDUITE"
http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=615306
Mi correggo...Pontificio Consiglio...
RispondiEliminaComunque ecco il link per il testo in italiano!
http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/interelg/documents/rc_pc_interelg_doc_20111110_testimonianza-cristiana_it.html
"Non è sempre esatto dire in una maniera un po' semplicista: là dov'è il Papa, ivi è la Chiesa: bisogna ubbidirgli incondizionatamente anche nel campo dove non è infallibile. Questa soluzione è la più facile e la più comoda. In realtà però quando il Papa affronta alcuni argomenti riformabili (è il caso della pastorale e quindi del "pastorale" Vaticano II), sia pure insieme con un concilio, egli non può impegnare e di fatto non impegna la pienezza della sua suprema autorità. Egli, perciò, (in quella circostanza) non è Papa nel senso pieno che si intende nella formula "Ubi Petrus ibi Ecclesia", dovè Pietro là è la Chiesa. In tempi tranquilli e sereni, quanto abbiamo detto non pone nessun particolare problema. Non così in tempo di crisi. Si può perciò perfettamente concepire, in certi momenti particolarmente difficili, che questo o quel cattolico particolarmente chiaroveggente, come Sant'Atanasio ai tempi dell'arianesimo, si separi dalle scelte ufficiali fatte dalla maggioranza della gerarchia (...)
RispondiEliminaQuesto non significa affatto che ci si separi dalla Chiesa o anche dalla comunione con il papato, nel senso più misterioso e profondo della parola, anche se, in un caso particolare, un papa decretasse il contrario e pronunciasse la scomunica."
(card. Journet - citato in "L'obeissance dans l'Eglise" di Lucien Menoz, ed. Martin Gay)
Sarà perché son vecchio, ma pregherei VI NARRO UNA STORIA VERA d'esprimersi non per apologhi ma in modo esplicito. Sinceramente non ho capito dove vuole andare a parare né le argomentazioni sottese alla conclusione.
RispondiEliminaQuanto alla Nae non ci vincola affatto, come ho già detto. Criticarla non pone nessuno fuori della Chiesa. Se proprio volessimo esser obbedienti in modo acritico dovremmo dir che merita ossequio. Anche la critica può esser ossequiosa, ma resta pur sempre critica.
Cara LUISA,
RispondiEliminail vescovo d'Ornellas non cita il peccato originale.
Il teologo "cattolico" Mancuso scrive ch'è un mostro lasciatoci in eredità da S. Agostino e che, pertanto, non esiste. La Civiltà Cattolica l'ha bacchettato dicendo che nega una dozzina di dogmi, in realtà nega lo stesso Cristianesimo perché se non c'è peccato originale non ha senso l'Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Cristo.
Ma l'ex-S. Uffizio non ha preso provvedimenti di sorta.
In fondo il vescovo ha evitato di citarlo, non l'ha negato. Chissà, forse nell'errata corrige un domani potrebbe mettercelo!
Il rabbino David Rosen, invece di perdere tempo con i cristiani farebbe bene a preoccuparsi delle nostre comunita' a Gerusalemme piene di divisione e dei problemi economici degli ebrei poveri sempre piu' emarginati.
RispondiElimina"Ma l'ex-S. Uffizio non ha preso provvedimenti di sorta."
RispondiEliminaCaro Dante,sono tante le occasioni che avrebbero dovuto vedere l`intervento della CdF, eresie, orrori al limite dell`eresia, in Francia, in Germania,in Svizzera, in Austria, e invece niente, nada, silenzio assoluto e incomprensibile.
La CdF tace, il Papa tace.
Che cosa ne deducono quei chierici ribelli, e con loro e a causa loro i cattolici che assorbono quel veleno?
I chierici sanno che sono fuori dai ranghi, che stanno andando contro la Dottrina e il Magistero ma, non essendo puniti, si sentono legittimati a continuare, tanto sanno che nessuno verrà a disturbarli sui loro pascoli alternativi.
I fedeli, loro, assorbiranno quel veleno, la maggioranza senza sapere che lo è.
Cattivi maestri lasciati liberi di deformare le coscienze .
Poi, quando si viene a leggere certi documenti usciti da Pontifici Consigli o Congregazioni vaticane, ci si dice che il verme è nel frutto, nel cuore del frutto.
Quando,ad esempio, si assiste impotenti all`approvazione di un movimento come il cnc, con tanto di lodi e ringraziamenti, malgrado tutte le sue gravi storture e il segreto sui suoi testi, che continua in modo scioccante un anno dopo la loro approvazione, ci si dice, mi dico, che sono così tante le cose incomprensibili ad una coscienza cattolica rettamente formata, che è talmente evidente la rottura, la discontinuità, che non resta più che la testimonianza là dove la vita ci ha posti e la preghiera, anche se, non sarei sincera se non lo dicessi, lo scoraggiamento si fa sentire, spesso in modo molto doloroso.
Tutto vero, Luisa: ma Mancuso recide il Cristianesimo alla base, non ne resta neppure la minima ombra. Eresie va bene, ce ne son tante in giro, più o meno latenti, più o meno visibili, ma la cancellazione del Cristianesimo dalla faccia della terra è ben più grave, è la negazione stessa di Dio.
RispondiEliminaUBI PETRUS riporta un testo illuminante del card. Journet, grande teologo che ha capito quel che altri e più antichi teologi avevan teorizzato: la distinzione tra la funzione del papa e la sua persona, che in qualche caso resiste allo Spirito che lo spinge a svolger la sua funzione. Quella che MIC ed io indichiamo come la distinzione tra Pietro e Simone.
RispondiEliminaLa Pastor Aeternus delimita in modo inequivocabile l'ambito e le modalità in cui si esercita il magistero infallibile. L'infallibilismo è contro la Verità e pertanto è un'eresia bell'e buona.
Caro Dante, guarda che cosa ho trovato (erano i tempi in cui te ed io partecipavamo ancora al blog di Tornielli), o quando Benedetto XVI ammette di non essere stato abbastanza coraggioso nella crisi postconciliare.
RispondiEliminahttp://2.andreatornielli.it/?p=1035
Luisa, sei preziosa. Ormai non ricordavo più quegl'interventi. A occhio e croce direi che né tu né io abbiamo cambiato posizione ad eccezione, forse, almeno per quel che mi riguarda, d'una minor fiducia nella capacità del Papa di superar i timori da cui era caratterizzato e che ora non mi sembran affatto superati, anzi. Insomma non nascondo, pur tra i riconoscimenti che non son da lesinare, una buona dose di delusione.
RispondiEliminaInoltre m'è stato caro rilegger il dottissimo Imerio.
Gli anni passano in fretta ed il mio cruccio primario è quello di non riuscir a veder la rinascita della Chiesa.
Luisa, sei preziosa. Ormai non ricordavo più quegl'interventi. A occhio e croce direi che né tu né io abbiamo cambiato posizione ad eccezione, forse, almeno per quel che mi riguarda, d'una minor fiducia nella capacità del Papa di superar i timori da cui era caratterizzato e che ora non mi sembran affatto superati, anzi. Insomma non nascondo, pur tra i riconoscimenti che non son da lesinare, una buona dose di delusione.
RispondiEliminaInoltre m'è stato caro rilegger il dottissimo Imerio.
Gli anni passano in fretta ed il mio cruccio primario è quello di non riuscir a veder la rinascita della Chiesa.
Caro Dante, e mi scuso con mic se vado fuori tema, il mio cruccio è che, dopo essere stata lontana a lungo dalla pratica della Fede ed essere ritornata, con Benedetto XVI, piena di gioia, riconoscenza e speranza, ritrovo molto di tutto ciò che mi aveva fatto scappare tanti anni fa,lo ritrovo surmoltiplicato, e questo fa male. L`entusiasmo dell`inizio ha lasciato il posto, ma per fortuna non completamente, all `amarezza, alla delusione, non temo di dirlo, all`incomprensione, vedo tante parole che mi danno fiducia e speranza e poi non vedo atti per concretizzarle, gesti e silenzi che mi sconcertano, ovunque io mi giri, vedo discontinuità e rottura eppure si vorrebbe imporre l`idea dell`ermeneutica della continuità. Per fortuna ho la mia piccola isola che assomiglia ad una riserva di indiani, marginalizzati ma con il diritto di esistere, e questo, ne sono consapevole, lo devo a Benedetto XVI, per questo gli sarò sempre grata.
RispondiEliminaVoglio bene al mio Papa, so in quali condizioni deve guidare la Chiesa, lo vedo nell`impossibilità di far eseguire la sua volontà (l`esempio del cammino neocatecumenale è lampante), so che la sua indole clemente e conciliatrice rifugge dai conflitti e cerca l`accordo, la mediazione, ma la Chiesa va così male, l` apostasia è dilagante, la ribellione dei chierici non si ferma anzi si rinforza, che è normale sentire una profonda inquietudine e auspicare interventi e provvedimenti chiarificatori.
Non sono parole le mie, questa realtà la vedo e la ascolto ed è la realtà dei cattolici di casa mia che sono convinti che quello che ascoltano, dicono e fanno è cattolico, ed io in mezzo a loro mi sento un`estranea,non abbiamo, non viviamo la stessa religione.
Per fortuna la mia Fede è radicata in Cristo, solo il conservare lo sguardo rivolto a Lui mi aiuta a non cedere alla sconforto.
Meglio "vivi" in una minuscola riserva che "morti" nella grande prateria.
RispondiEliminaPerò, la grande prateria spirituale noi l'abbiamo con certezza: è la Chiesa di Cristo, il Suo Corpo Mistico ch'è immenso e non crolla al soffiar dei venti dell'eresie, anche ove i Papi sian timorosi.
Caro Dante,
RispondiEliminaElla scrive:Sarà perché son vecchio, ma pregherei VI NARRO UNA STORIA VERA d'esprimersi non per apologhi ma in modo esplicito. Sinceramente non ho capito dove vuole andare a parare né le argomentazioni sottese alla conclusione.
Le faccio presente che, COME PREMESSO, NON si tratta (solo) di un apologo, ma di una Storia vera, e pure recente. Si tratta di eventi che si sono svolti nell'ultimo ventennio. "Andare a parare"? da nessuna parte. Le "argomentazioni sottese"? Eccole: esistono determinati gruppi di potere (anche) politico, non solo di "sinistra", ma anche (forse, paradossalmente, soprattutto) di "destra", cui la Chiesa del Post-Concilio, anzi, proprio di Nae e di DH, sta bene come sta. E' funzionale ai loro disegni. Il giorno in cui si cercasse non dico di leggere "Alla luce della tradizione", non dico di mettere da parte, ma anche solo sotto esame tali documenti, si debbono mettere in preventivo (quanto meno possibili) PERSECUZIONI. In molti paesi, inclusa la nostrA Italia, le basi legislative per farlo, ci sono già oggi.Anzi, da un bel po'.
VI NARRO, continuo ad esser vecchio, anzi più vecchio ogni giorno che passa, e per questo, per quanto mi sforzi, non riesco ancor a capir il senso di quel che scrivi.
RispondiEliminaNon te ne aver a male. Sai, io ero abituato a parlar coi ragazzi in classe e mi adeguavo al loro livello di comprensione e base culturale per poi farli ascendere a maggior conoscenza e linguaggio adeguato.
Ci vuol tanto a chiamar pane il pane e vino il vino? Perché restar nel vago?
Dimmi - e scrivo a me perché gli altri devon aver capito tutto del tuo pensiero - quali sono questi poteri di destra e sinistra politica che sulla base soprattutto di DH e Nae ci preparano PERSECUZIONI?
La prospettiva mi sembra catastrofica ma non credo che DH e Nae possan crear dei criminali persecutori. Eretici, anche prelati, sì, quanti ne vuoi, ma si tratta di gente che non ha gli attributi necessari per diventar criminali.
E poi non ti rivolger a me con l'ossequioso "Ella", che non mi si confà per niente.
circa la futura rinascita della Chiesa, credo che sia ancora ben lontana.....
RispondiEliminatutti l'aspettiamo con trepidazione e suppliche inesauste, a partire dalle attuali macerie, che giornalmente continuano a franare su se stesse, mentre nei prossimi anni vedremo radere l'Edificio a terra dai nuovi teologi che imperversano sulle cattedre, e dalle eresie che si propagano a macchia d'olio , rovesciate dai pulpiti nelle omelie e catechesi fangose e inascoltabili, orripilanti, in mille parrocchie del mondo....
meglio si potrebbe dire allora la "Resurrezione" della Chiesa, come Corpo Mistico: essa non sarà nè visibile nè possibile prima della sua Passione, (già in atto da mezzo secolo) seguita da Crocifissione, morte e sepoltura, (da intendere in senso mistico), poichè rimarrà visibile agli occhi del mondo una facciata ufficiale di Chiesa sempre più immemore della propria antica e perenne IDENTITA': quella di sempre, nella Fede di sempre, che si sta oscurando ed eclissando, e nella Dottrina di sempre, che tanti pastori accecati e smemorati stanno alterando e stravolgendo, senza sosta, mai corretti dall'alto, mai raddrizzati, ma approvati e promossi in nome del pluralismo e dell'et-et, nel minestrone-chiesa sempre più variegato e indiffereziato, sempre più OMOGENEIZZANTE delle diversità di opinioni e variazioni dottrinali....essi , numerosissimi pastori di anime, già inquinati all'inizio del loro ministero e formazione, per la sorgente "alternativa" dei loro studi, divergenti dalla Via Maestra, (v. s. Tommaso et al.) abbeverano ormai da decenni anche il Gregge a fonti e cisterne inquinate ; quei passaggi saranno inevitabili, dolorosissimi, e in essi la Sposa di Cristo ripercorrerà esattamente la intera Via Crucis fino al Calvario, del suo Divino Sposo, Fondatore e Signore, come ricordato anche nel CCC, e come Gesù ha chiesto ad ogni singolo suo seguace, e come esige da ogni vero cristiano, per tutti i tempi della storia.
Ester
...la memoria e l'identità della Vera Chiesa di Cristo sarà conservata dai componenti del piccolo Gregge, che solo il Signore conosce ad uno ad uno (e custodisce come pupilla del suo occhio), e che manterranno accese le lampade della vera Fede, come le vergini prudenti del Vangelo, chiedendo con umiltà supplice e fedele allo Sposo (NON agli uomini increduli, idolatri e superbi delle loro stolte idee) l'olio per alimentare la fiamma che non deve spegnersi, pur vivendo in mezzo all'iniquità dilagante, in mezzo a cento blasfemie, nell'ascolto torturante e asfissiante della Messa riformata, inquinata dal fango umano che viene lanciato su occhi e orecchie delle povere pecore smarrite, da bocche imprudenti e stolte, veri oltraggi al Corpo Mistico, che quotidianamente si compiono in tantissime celebrazioni che non mostrano più alcun rispetto nè per il SS.mo Sacrificio di Nostro Signore sull'altare, nè per il Corpo Mistico, sottoposto a vessazioni spirituali e ferite inenarrabili dell'anima: un assalto osceno e blasfemo, che provoca sangue soprannaturale nelle membra, sempre più deboli, offese, insultate, aggredite , con indicibile sottile violenza, ( nell'ordine soprannaturale, non certo nella natura e nei sensi esterni, che vengono superficialmente dilettati da canzonette e chiacchiere mondane e materialiste, cioè distratti dal VERO UNICO FINE, e che si permettono di stravolgere il Vangelo in discorsi terreni....) -membra inermi, incapaci a difendersi o a replicare, pichè NON HAN PAROLE per dire l'offesa e la ferita che subiscono- ; assalto e oltraggio soprannaturale, del quale l'evento francese che ha scandalizzato qualcuno, in realtà è un'esatta immagine e rappresentazione:
RispondiEliminacosì il Corpo Mistico di Cristo è oltraggiato e bersagliato di fango e lordure empie e blasfeme, dentro le stesse parrocchie, dentro la Santa Messa, dagli stessi ministri di Cristo, che non si sa se e quanto ne siano consapevoli...figuriamoci se il Capo Divino del Corpo Mistico può essere contento di quell'assalto di empietà che imperversa senza posa, come un fiume in piena, ormai tracimato....
Padre, perdona coloro.....che crocifiggono il Tuo Figlio Divino nella Persona stessa del Corpo Mistico, la Tua Sposa, e ostinatamente lo fanno, giorno per giorno, fino a che tutto "sarà compiuto".
Ester
Dante, Ester, Luisa,
RispondiEliminavi sono molto grata per il vostro aprire il cuore e condividere pensieri, sentimenti, intuizioni, conoscenze per l'arricchimento di tutti.
Così come lo sono a tutti gli altri che non conosco che, passando di qui, lasciano un loro contributo che si aggiunge al mosaico di un affresco drammatico ma nello stesso tempo ricco di Grazia, che la nostra Chiesa sta offrendo di sé in questo nostro tempo così pieno di confusione e di inganni.
Sto leggendo "La testimonianza cristiana in un mondo multi-religioso"... avremo di che discutere!
Ricevo & rimando con piacere.
RispondiElimina----- Original Message -----
Santa Caterina, dolce sposa di Cristo, ascoltate la preghiera di noi che vi
riconosciamo madre, maestra e patrona. Fate che tutti i figli d'ltalia, che
vi onorano come celeste protettrice, imitino la vostra virtù, il vostro
zelo nell'operare per la pace e il vostro amore per la Chiesa, affinché a
tutti
si estendano i benefici della redenzione.
Amen.
Santa Caterina
Gloriosa Patrona, ora pro nobis
Pater
5 Ave
Gloria
Regina Sacratissimi Rosarii, ora pro nobis
Eretici, anche prelati, sì, quanti ne vuoi, ma si tratta di gente che non ha gli attributi necessari per diventar criminali.
RispondiEliminaE poi non ti rivolger a me con l'ossequioso "Ella", che non mi si confà per niente.
Non è colpa mia se do dello spagnolesco- "VOI" anche alla mia ombra. Già usare il "Lei", mi sembra Irriguardoso e mi costa sforzo. Circa i poteri (anche) politici di cui parlo, si tratta di autorità non (direttamente) ecclesiastiche, ai cui disegni, è perfettamente funzionale una Chiesa Cattolica che si comporti come se fosse solo una setta tra le altre.
,Dai,sforzati d'esser più italiano e meno spagnolesco e non parlar con la tua ombra... Io son Dante per tutti, e altrove mi chiamavano "nonno".
RispondiEliminaD'una Chiesa mal ridotta può approfittar la massoneria, e su questo non ci piove, ma più per aver leve nella Chiesa che inpolitica. Francamente non vedo partiti ansiosi di usar la Chiesa come instrumentum regni: una Chiesa forte può servire, un'armata brancaleone non serve neppure ai nemici.
C.(non).V.D.
RispondiEliminaAvete presente l'unico nome "Cattolico", all'interno del nuovo governo? Visto che volete i nomi, Andrea Riccardi, il fondatore, nonchè " dominus ac deus ex machina" della Sant'Egidio. Un campione (spero per lui involontario) di ecumenismo e sincretismo, quale non ne esistono di uguali.
Ecco un esempio dei fatti di cui ho paralto in questi giorni. Altro che "istrumentum regni". E' vero che un'armata brancaleone, non è buona per nessun compito. ED è ESATTAMENTE CIò che voglion lorsignori. Una Chiesa -"armata brancaleone". Senza identità e senza fascino.
Andrea Riccardi raccoglie i frutti dell'enorme potere (materiale e politico anche nella Curia) che hanno i movimenti.
RispondiEliminaLa Comunità di S. Egidio e il suo fondatore si sono distinti in tutti questi anni nel dialogo interreligioso a livello internazionale ed a livelli una decina d'anni fa stigmatizzati dal Ministero degli Esteri, perché invadevano già allora, nei rapporti intessuti con i Paesi islamici, il ruolo della politica.
Si dà il caso che Riccardi è uno dei più accesi sostenitori dello "spirito di Assisi", quello del 1986 che, nonostante la sordina (non priva di ambiguità) posta quest'anno, non è affatto tramontato nonché del più insano ecumenismo.
Si dà ancora il caso che una delle più belle e antiche chiese romane dedicate alla Vergine, affidata a quella comunità, ad ogni Santo Natale venga trasformata in un bivacco di barboni, con tutto il rispetto per i barboni, per i quali la S. Egidio non manca certo di altri spazi più consoni al tipo di evento.
E le stelle, e i cristiani che vivono la passio Ecclesiae, stanno a guardare... più che soffrire, denunciare e pregare sembra che non ci sia dato.
Quanto alla politica che interferisce con la Chiesa, credo che ad ogni epoca la "religione civile" non la fede, abbia dovuto pagare il suo contributo. Il che oggi avviene sia a destra che a sinistra dello schieramento politico... anche su questo registriamo la nostra impotenza e andiamo avanti vivendo difendendo e condividendo la nostra FEDE e facciamo anche noi politica nell'unico modo che ci è consono: quello che i greci chiamavano "attività della polis", che non ha a che fare con le strategie partitiche e con i centri di potere, ma con l'impegno e il coinvolgimento in tutto ciò che, attraverso il pensiero e la cultura, contribuisce ad una edificazione sana della persona umana, col valore aggiunto della Grazia che a ognuno di noi è dato spenderci...
RispondiEliminaIo son dell'avviso che una Chiesa senza identità e senza fascino sia del tutto inutile a qualsiasi potere politico, non potendo contar sulla forza che anima anche una Chiesa piccola ma spiritualmente gagliarda.
RispondiEliminaQuanto ai nuovi ministri a parte Riccardi, non conosco le loro propensioni religiose. Monti, che va a Messa, dovrebb'esser cattolico.
PS. Ora ricordo: anche Ornaghi dovrebb'esser cattolico e per l'alto ruolo nell'Università cattolica e perché collaboratore della CEI.
RispondiEliminaI problemi sul tappeto per la Chiesa Cattolica Apostolica sono moltissimi e riguardano soprattutto la fede, la rivelazione e la tradizione. Vorrei sgombrare subito il campo per dire che non sono un antisemita, anzi ammiro gli ebrei. Pero' gli ebrei non possono e non devono intromettersi negli affari interni del Papa e non possono intervenire per quanto riguarda il riconoscimento della FSSPX. Questo riguarda gli affari interni della Chiesa Cattolica; infatti stiamo parlando di Santa Sede e un blocco della Chiesa che si chiama FSSPX, questo significa qualcosa come un padre che dopo aver rimproverato un figlio (figlio che aveva tutte le ragioni per fare cio' che ha fatto e che oggi se ne vedono le conseguenze) dopo vari ragionamenti vuole perdonarlo. Non c'e' nessuno che lo puo' impedire neanche il Rabbino David Rosen, perche' questo significa ingerenza e io che non sono nessuno non glielo permetto come non lo permetto a nessuno. Se il Papa decide una cosa per il bene della Chiesa, puo' fare tutto e chi tenta di metterlo in crisi di coscenza poi Il Signore Dio lo vede, e gli ebrei da quello che dice la Bibbia credono in Dio. E ricordo sempre che nostra aetate e' parte integrante del VII che tanti guai ha procurato e sta procurando alla Chiesa di Cristo e di Dio. Gli ebrei sanno perfettamente cio' che e' scritto nella Bibbia e quante volte Dio li ha dovuto richiamare dovrebbero riflettere molto prima di tutto sopra di loro. E queste riflessini dovrebbero farle tutti coloro che facendo pressione sul Papa gli rendono difficile la vita e parlo sia dei cattolici progressisti che di tutti gli altri delle altre confessioni o religioni.
RispondiEliminaSe la S.Sede (il Papa) fa una grande riconciliazione con tutta quella parte della Chiesa Cattolica Apostolica Romana tradizionalista (che da quello che mi e' parso capire e' una grossa fetta della Chiesa) cosa succede ? Pietro deve gettare alle ortiche la Sua Chiesa per far l'ecumenismo e il dialogo interreligioso, oppure deve salvaguardare il Suo gregge? Ma Cristo quale mandato gli ha dato? Quando una pecorella si smarrisce il Pastore cosa deve fare?
RispondiEliminaPer fare quello che vuole il VII e cioe' ecumenismo e dialogo interreligioso e parita' tra tutte le religioni, il Papa deve far disperdere tutto il suo gregge come sta' avvenendo o deve cambiare rotta - prima di tutto fare cio' che Cristo gli ha dato come mandato oppure far scomparire il gregge che Cristo gli ha dato da proteggere dai lupi? Mi sembra che Mons. Gherardini abbia ragione e' ora, prima che tutto il gregge scompaia, che venga riveduto tutta la chiesa dal VII in poi.
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