- Sì, chiunque ha controllato la newsletter dell'Ufficio Stampa della Santa Sede (" Bollettino") ha notato che il Papa ha ricevuto oggi [ieri 13 gennaio -ndr] in separate udienze, al mattino, il Prefetto emerito, il Cardinale Castrillón Hoyos, già Presidente della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" e, nel suo consueto venerdì pomeriggio, il Prefetto del Sant'Uffizio, il cardinale Levada, attuale Presidente della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei".
- Comunicato del responsabile della Comunicazione della Fraternità di San Pio X (FSSPX / Fraternità San Pio X), fr. Alain Lorans :
Molti si interrogano sul contenuto della Lettera indirizzata a Roma ai primi di dicembre dal Vescovo Bernard Fellay, nella risposta al preambolo dottrinale a lui consegnato dal cardinale William Levada lo scorso 14 settembre. Siamo in grado di segnalare che una delle parti che costituiscono questa risposta è il convincente studio sviluppato da P. Jean-Michel Gleize apparso in Le Courrier de Rome (n ° 350, dicembre 2011); i brani più significativi sono stati pubblicati nel precedente numero di DICI.
Questo studio, intitolato "Una Questione cruciale", risponde ad un articolo di mons. Fernando Ocáriz pubblicato nel numero del 2 dicembre L'Osservatore Romano. [ne abbiamo parlato qui - e qui] Gli Autori hanno entrambi partecipato alle discussioni dottrinali sul Vaticano II, che hanno avuto luogo a Roma da ottobre 2009 ad aprile 2011. Piuttosto che speculare sulla natura della risposta di mons. Fellay, è meglio studiare l'intero testo di P. Gleize su Le Courrier de Rome ["La posta da Roma", notiziario in lingua Francese della Fraternità San Pio X], il cui fascicolo di dicembre è stato trasformato in " Courrier à Rome "[" Posta a Roma "].
fr. Alain Lorans
La conclusione da trarre mi pare ovvia: molto potrebbe giocarsi sulle due diverse interpretazioni Ocáriz-Gleize poste sul tappeto; ma ogni decisione dovrebbe essere nella mani del Papa. Ciò che sta accadendo in questi giorni a proposito di un certo movimento è inquietante oltre che desolante. Speriamo almeno in una buona notizia.
S'era già detto che uno dei punti cruciali delle ultime battute Roma-Econe era proprio lo scritto di Ocariz. Ora ne abbiamo la conferma.
RispondiEliminaLa posizione intransigente ed ottusa di Ocariz, che nulla trova a che ridir sul cammino che non si muove, forse dettata dal timore di una "concorrenza" non arginabile, se fatta propria dal Papa sarebbe la pietra tombale sulla conciliazione.
Io resto sempre più perplesso della "politica" della Santa Sede e anche del Santo Padre. Ho la l'impressione che ormai per unità della Chiesa non si intenda tanto come unità di Fede e di Gerarchia, ma come una federazione di vari movimenti e chiese che sono in forte disaccordo sulla dottrina. Non si possono accettare insieme la FSSPX che è integralmente cattolica con il movimento dei neocatecumenali. A questo punto quale è la dottrina della Chiesa attuale?
RispondiEliminaIl Concilio Vaticano Secondo ha prodotto dei documenti ambigui che sono la causa almeno remota di questa crisi. A mio avviso il Concilio non contiene sentenze chiare ed errate sotto tutti i punti di vista del tipo: Dio è uno e quattro persone. C'è un modo per armonizzarli con la dottrina precedente espressa dal Magistero e dai vari trattati di teologia anteriori al 1960.
La riconciliazione tra FSSPX e Santa Sede andrebbe in questa direzione. Anche la FSSPX però dovrebbe riconoscere il Concilio Vaticano Secondo come Magistero autentico da chiarire senza dire che è in toto da rifiutare.
In conto è dire che un documento ambiguo, un conto è dire che intrinsecamente erroneo, in sé, nella sostanza. Lo stesso per la Messa nuova.
Il grosso problema è un eventuale approvazione da parte del Papa di movimenti e liturgie eterodosse. Tutti i manuali di teologia dogmatica affermano che il Papa non può errare in queste approvazioni. Bisogna quindi considerare se davvero il Papa ha approvato, cosa esattamente a approvato e se l'oggetto dell'approvazione pontificia è in sé, nella sostanza errato o "per accidens".
Io sapevo che il Papa non può ufficialmente con atto solenne e definitivo approvare un ordine religioso, una liturgia o una dottrina intrinsecamente, sostanzialmente non cattolica.
Marco Marchesini
Marco,
RispondiEliminaAnch'io resto sempre più perplesso della "política" della Santa Sede e anche del Santo Padre. Come chiedere alla FSSPX di accettare il nuovo catechismo, se il Camino Neocatecumenali ce un catechismo proprio? Percchè non lasciare a FSSPX usare il Catechismo di San Pio X o il Catechismo di Trento?
Se non c'è rottura, l'uso del catechismo di San Pio X e il Catechismo di Trento, dovrebbe essere molto più validi, che il Catechismo del Cammino Neocatecumenale, non è vero?
Un Saluto dal Brasile
E' vero, caro Gederson, tanto più che quello 'strano' e particolare catechismo continua a rimanere SEGRETO, cosa che si addice più ad una setta che alla Chiesa cattolica.
RispondiEliminaCiò che non è segreto, perché qualcosa è trapelato e trapela da parte di "ex catechisti pentiti" è con tutta evidenza eretico. Lo dico perché conosco quei documenti. Ma sembra, almeno finora, che in Curia queste cosa non contino...
Infatti il Catechismo di Trento e di San Pio X sono ancora validi, salve le dovute aggiunte riguardo ai nuovi temi di bioetica, del dogma dell'Assunzione, ecc...
RispondiEliminaDato che i testi del cammino sono segreti, allora non si può neanche parlare di approvazione da parte del Papa. Come si può dire che un testo è approvato dal Papa se neanche ha avuto modo di valutarlo?
Se ne deve concludere che, fino a che dura il segreto sul catechismo del cammino, non c'è approvazione.
Marco Marchesini
Se ne deve concludere che, fino a che dura il segreto sul catechismo del cammino, non c'è approvazione.
RispondiEliminaMa loro ti dicono che il segreto, l'Arcano, vale per gli adepti che non devono fare domande e non devono conoscere in anticipo ciò che avverrà nelle varie tappe, non le le Autorità vaticane che avrebbero visionati i kilometrici testi.
In ogni caso, più che sul testo, mettono l'accento sull'esperienza, sulla concretezza del cammino che si "fa" e non si studia... E' un mettere la ragione e la volontà nelle mani dei totipotenti catechisti, che sono le vere guide spirituali della comunità, che diventa una "famiglia allargata" che genera identità di gruppo. Mi viene in mente uno degli slogan del "gergo": "il Signore salva a grappoli", cioè comunità per comunità. Il rapporto personale, unico, col Signore, non si crea: c'è una totale e indebita (ovviamente) identificazione dell'entità cammino col Signore!
E' l'apppartenenza che salva, non la risposta individuale; il che significa che si rimane inesorabilemente peccatori, luteranamente salvati dalla "conversione" al cammino e ai suoi metodi, prassi, rigide regole, blindature, simboli, rito, in realtà...
Risposta a Marco
RispondiEliminaConcordo. Sì, siamo invitati a far parte della "casa comune", la federazione delle tendenze già immaginata dal card. Bernardin ("The Common Ground"). Il problema è che se questo progetto è in "sintonia" con i principî dell'ecumenismo e anche della massoneria, sembra molto più difficile che sia compatibile con la dottrina de la Chiesa Una. Naturalmente sarebbe possibile procedere come nel caso della liturgia (non sono due riti, due "forme" però dello stesso unico rito, ecc...) o anche della "continuità" oltre la "rottura", due poli superati dall'Aufhebung che ci porta alla sintetica "riforma". Però sarebbe soltanto una costruzione meramente verbale, nessuno avendo il potere di cambiare le divine fondazioni della Chiesa, fosse ricorrendo al positivismo giuridico.
Praticamente irrazionalismo, sentimentalismo, rifiuto della teologia edella tradizione.
RispondiEliminaIn sostanza che cosa ha approvato il Papa personalmente?
Ho scritto personalmente perché l'approvazione da parte di un organo della Curia non è affatto infallibile.
Marco Marchesini
In sostanza che cosa ha approvato il Papa personalmente?
RispondiEliminaFinora nessun documento. Lo Statuto e i direttori (peraltro sempre segreti) sono stati approvati dal Pontificio Consiglio dei Laici). Anzi, dei direttori, mi risulkta sia stata approvata la pubblicazione, che peraltro è esclusa invece dagli iniziatori per via del già detto Arcano...
Anzi è tuttora in vigore, nonostante strumentali sofismi di parte NC, la Lettera di Arinze sulla Liturgia, che il Papa ha citato espressamente parlando di "norme a mio nome".
C'è tuttavia il solito problema di fatti che smentiscono parole (pronunciate in interviste) e documenti, dal momento che in occasioni pubbliche è il Papa stesso a 'mandarli' ad evangelizzare. Evidentemente - dobbiamo pensare - non ben informato che in tutto il mondo la tanto decantata implantatio Ecclesiae non diventa altro che la clonazione di altrettante cellule del cammino che non si integrano mai con le comunità locali, se non nel momento in cui riescono a fagocitarle... Ed è così che molte, troppe diocesi, stanno cambiando volto e pastorale...
Avevo oggi postato un commento raccogliendo l'imput di Marco, ma non so perché non è apparso, mentre a volte gl'interventi si raddoppiano.
RispondiEliminaDicevo che si va verso la parcellizzazione della Chiesa prodotta dalla federazione di chiese in cui si sta trasformando con prelature personali, ordinariati e movimenti che non son movimenti più o meno riconosciuti. Ognuna di queste chiese poi si articolerà, è lecito paventare, in chiese locali autocefale, unite da un'autorità più fittizia che reale.
La Fraternità S. Pio X non rifiuta in blocco il concilio. Contesta alcuni documenti ed alcune affermazioni in essi contenute.
Che ci siano dottrine nuove la S. Sede non lo nega, ma afferma che sono nel solco della Tradizione, ed anche che son discutibili. Mai, tuttavia è venuta una dimostrazione di tale sbandierata continuità, solo affermazione che ripete le stesse parole dei documenti conciliari.
Stanto così le cose delle due l'una: o si dimostra in modo inequivocabile la continuità - perché in quasi 50 anni non è mai stato fatto? - o si dogmatizza questa continuità. Non ci vuol molto, in fondo. Il Papa solennemente può proclamare un canone del genere: Chi afferma che le dottrine, anche le nuove, esposte nel documenti del concilio Vaticano II non sono in perfetta continuazione con la Sacra Tradizione e con il Magistero infallibile precedente, sia scomunicato.
E così si risolve la situazione. Ma perché non lo si è mai fatto? Evidentemente lo Spirito Santo provvede.
Quanto all'infallibilità in oggetto secondario - degli insegnamenti cioè strettamente collegati alle verità della Fede non contenuti nella Rivelazione né odogmatizzati, ad es. l'approvazione degli ordini religiosi - mi chiedo: ma il movimento che non si muove è un ordine religioso? A me non sembra proprio, visto che vi sopraintende, almeno per ora, il Consiglio per i laici.
Certo caro Dante,
RispondiEliminaE' un'"approvazione" che intanto vediamo come si configurerà al di là degli enfatici trionfalismi. E non è un dogma, che richieda adesione di fede e impegni l'infallibilità...
Ma è comunque un segnale di confusione e della nefasta infiltrazione dell'errore nella Chiesa.
E' tipico della maggior parte dei vescovi disprezzare la Messa Tridentina. questo rivela che Il Vat.II ha rotto con la tradizione. Ciò dimostra che tutti i discorsi dei nostri vescovi, cardinali, e altri 'pastori' circa la continuità super-concilio con la tradizione sono solo parole, niente di più.
RispondiEliminaPenso che non ci credano neanche loro.
La soluzione per la FSSPX è solo nelle mani del Papa.
Eviterei di usare "Roma", come ha fatto Lorans, come se si parlasse di qualcosa in qualche modo estraneo.
RispondiEliminaSperiamo che anche questa volta non si venga a dir che il Papa è prigioniero. Anche col movimento che non si muove si parla sempre di Filoni e Rylko, come se potessero operar senza l'approvazione del Papa. E poi il Papa consente.
RispondiEliminaSe il Papa consente perché costretto a cedere ci si dovrebbe spiegare il perché.
Il problema Dante è che le dottrine nuove non sono mai state chiaramente definite con tutte le loro implicazioni.
RispondiEliminaOppure si nega che ci siano delle novità e quindi i testi del Concilio sarebbero una ripetizione non chiara e sbiadita della dottrina precedente. Ad esempio la libertà religiosa proclamata dalla Dignitatis Humanae non sarebbe niente altro che quanto affermato da Papa Leone XIII:
http://www.vatican.va/holy_father/leo_xiii/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_20061888_libertas_it.html
Inoltre si predica assiduamente quella che viene chiamata libertà di coscienza; la quale, se interpretata nel senso che a ciascuno è giustamente lecito, a piacer suo, di venerare o di non onorare Dio, trova la sua smentita negli argomenti svolti in precedenza. Ma può avere anche questo significato: all’uomo è lecito, nel civile consorzio, seguire la volontà e i comandamenti di Dio secondo coscienza e senza impedimento alcuno. Questa vera libertà, degna dei figli di Dio, che assai giustamente tutela la dignità della persona umana, è più forte di qualunque violenza e offesa, ed è sempre desiderata e soprattutto amata dalla Chiesa. Con costanza, gli Apostoli rivendicarono per sé una siffatta libertà; gli Apologisti la sancirono con gli scritti; i Martiri la consacrarono in gran numero col loro sangue.
A questo punto la libertà religiosa è l'immunità da impedimenti nel seguire la legge oggettiva di Dio. Messa in questo modo non c'è contraddizione con la dottrina precedente.
Altro esempio è considerare l'ecumenismo come il ritorno dei cristiani separati nella Chiesa cattolica accettando integralmente la dottrina.
Altro esempio è il vedere la collegialità come il potere del Concilio Ecumenico, ovvero il Papa ed i Vescovi con lui e sotto di lui, di emanare leggi per tutta la Chiesa.
Quando parlavo della posizione della FSSPX mi riferivo al fatto che alcuni loro esponenti hanno parlato del Concilio come di una torta avvelenata. Come è possibile che la Chiesa dia ai fedeli una torta avvelenata? E' una posizione che non vedo proprio come la Santa Sede possa approvare.
Più condivisibile è la posizione di chi mette in luce delle problematicità nei testi. Però a questo punto è Roma che dovrebbe chiarire.
Marco Marchesini
Prima del Concistoro pare voglia chiudere il cerchio con le sue "tesi" contrapposte. Cnc e Lefebvriani.
RispondiEliminaRoma, caro Marco, non può smentire il concilio e almeno due papi, più il regnante.
RispondiEliminaSe dogmatizza il concilio smentisce la Tradizione, il Mgistero infallibile precedente e le stesse dichiarazioni pontificie sul diverso livello dei documenti conciliari. Se non si esprime in modo solenne lascia la porta aperta al dissenso su quei documenti che lo reclamano e la libertà d'interpretazione e parziale adesione è consentita dal livello di magistero autentico non vincolante.
L'unica via percorribile è girare pagina, ma non la percorreranno in Vaticano.
Conseguenza: pastrocchi su pastrocchi in materia che non può comportarli.
Scrive Mic: Mi viene in mente uno degli slogan del "gergo": "il Signore salva a grappoli", cioe' comunita'per comunita'. Il rapporto personale,unico, col Signore, non si crea.
RispondiEliminaA conferma di queste parole, ecco quanto scrive don Paolo Rakic, sacerdote vicino al movimento neocatecumenale e vicedirettore di 'Vita Nuova', settimanale diocesano di Trieste, sul settimanale stesso in data 13 gennaio 2012:
"La sfida di Giovanni Paolo [II] era rivolta pero' ai cristiani: presentare la santita' come adesione a Dio dell'intera comunita' dei credenti che e' attratta dalla sua grazia e vive della sua presenza e della sua misericordia." Manco motto sulla santita' come personale imitazione di Cristo; e poche righe piu' sopra don Rakic scrive che "la devozione popolare aveva tenuto in piedi la fede in Europa" (ma la fede e' una virtu' teologale donataci da Dio nel battesimo, ed e' questa che tiene in piedi la devozione, non viceversa); il tutto scritto per l'esposizione delle reliquie del beato Giovanni Paolo II a Santa Maria Maggiore (Trieste), un santuario (pudet dicere) retto dai Francescani dell'Immacolata. E per chi non lo ricordasse, Giovanni Paolo II e' il papa di Assisi I, quello che bacio' il Corano e pose Budda sull'altare del Santissimo.