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venerdì 23 marzo 2012

Risposta pubblica di Mons. Williamson alla lettera di Mons. Bux

Addendum: Inserisco una premessa, che non ritenevo necessaria, dal momento che mi sembrava e mi sembra la cosa più naturale offrire in questo momento ogni informazione interessante sul fronte della vicenda Santa Sede - FSSPX, senza dovermi per questo veder affibbiare etichette di ogni tipo, compresa quella di sedevacantista. Mi pare normale che i cattolici che come me amano la Tradizione siano in apprensione e, sperando e pregando, seguano l'avvicendarsi degli eventi che ci vengono incontro giorno dopo giorno. Sono consapevole che Mons. Williamson appartiene all'ala più intransigente della Fraternità e sono consapevole anche che, dal canto suo, Mons. Fellay invece non vuole di sicuro chiudere con Roma. Naturalmente, se non gli saranno imposte condizioni-capestro; il che ci auguriamo tutti non avvenga se malauguratamente non è già avvenuto. Purtroppo conoscendo una certa ala curiale, c'è da temerlo. Nostro compito in questo momento è pregare e affidare tutto al Signore e alla nostra Madre Santa e Benedetta.

Risposta pubblica alla lettera aperta di Mons. Nicola Bux
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X

Londra, 22 marzo, 2012.

Monsignore,
nella lettera aperta del 19 marzo, indirizzata a Mons. Fellay e a tutti i sacerdoti della Fraternità San Pio X, Lei ci chiede di accettare la sincera e calorosa offerta di riconciliazione che il Papa Benedetto XVI sta facendo alla Fraternità per sanare l’annosa spaccatura fra Roma e la FSSPX. Essendo uno dei sacerdoti della FSSPX ai quali Lei si è rivolto, mi permetta di esprimerLe la mia opinione, su come, secondo me, avrebbe potuto rispondere quel “grande uomo di Chiesa” che fu Mons. Marcel Lefebvre.

La sua lettera inizia con un appello a fare “ogni sacrificio per l’unità”. Ma non può esserci vera unità cattolica che non sia fondata sulla vera Fede Cattolica. Il grande Arcivescovo fece ogni sacrificio per l’unità nella vera dottrina della Fede. Ahimè, i colloqui dottrinali del 2009-2011 hanno dimostrato che la spaccatura dottrinale fra la Roma del Vaticano II e la FSSPX è quanto mai ampia.

Riferendosi a questa spaccatura, Lei, il 19 marzo, parla solo di rimanenti “perplessità, punti da approfondire, da meglio chiarire”, ma il 16 marzo il Card. Levada è stato categorico dichiarando che la posizione assunta da Mons. Fellay il 12 gennaio “non è sufficiente a superare i problemi dottrinali”. Una volta Mons. Fellay ha osservato che per quanto gli uomini di Chiesa di Roma possano differire tra loro, sarà la loro unità a contare, ma in ogni caso sacrificare la Fede per l’unità equivarrebbe ad una unità infedele.

Certo, come Lei ci ricorda, la Chiesa è un’istituzione insieme divina e umana; e come è certo che l’elemento divino non può fallire, così in definitiva è la Chiesa stessa che non può fallire e il sole sorgerà di nuovo. Ma quando Lei dice che “già si intravede l’alba”, mi permetta di dissentire, perché la vera Fede che la FSSPX ha apportato nei colloqui dottrinali, non la si vede splendere nella Roma del Vaticano II, dove di conseguenza la FSSPX non può essere al sicuro. Essa non potrebbe apportare della luce se adottasse le tenebre conciliari.

La sincerità del Papa nel suo desiderare il ritorno della FSSPX alla “piena comunione ecclesiale”, com’è dimostrato da una serie di gesti di buona volontà, è fuori dubbio, ma “una comune professione di fede” fra la FSSPX e coloro che credono nel Vaticano II non è possibile, tranne che la FSSPX non venga meno alla Fede da essa difesa nei colloqui dottrinali. E quando al cospetto di ogni cedimento la FSSPX grida “Dio non voglia!”, questo grido, tolto là dov’è soffocato, viene compreso dovunque nel mondo e apporta alla Chiesa Cattolica quei frutti che oggi sono l’eccezione piuttosto che la regola.

Certamente, “questo è il momento opportuno”, è “l’ora favorevole” per una soluzione degli agonizzanti problemi della Chiesa e del mondo. Tuttavia, la soluzione sta in ciò che la Madre Celeste ha chiesto da lungo tempo, e questa soluzione dipende solo dal Santo Padre. Infatti, quando Nostro Signore affidò tale soluzione a Sua Madre, lei disse che si trattava dell’unica soluzione idonea, così che Egli non potrebbe permettere una soluzione diversa senza far passare Sua Madre per bugiarda! Cosa inconcepibile!

Pur essendo da tempo nota questa soluzione, com’è possibile che il Cielo abbia lasciato il mondo in un’angoscia come quella degli ultimi 100 anni, senza provvedere ad un rimedio come quello fornito tramite il profeta Eliseo per la lebbra del generale siriano Naaman? Umanamente parlando, bagnarsi nel Giordano sembrava ridicolo, ma nessuno poteva dire che fosse impossibile. Bastava solo un po’ di fede e di umiltà. Il generale pagano mise insieme la fede e la fiducia nell’uomo di Dio e fece ciò che aveva chiesto il Cielo, e ovviamente fu istantaneamente guarito.

Sia il Santo Padre a mettere insieme bastanti fede e fiducia nella promessa della Madre Celeste! Sia lui a cogliere questo “momento opportuno”, prima che l’intera economia mondiale crolli in rovina e prima che dei pazzi scatenino la terza guerra mondiale nel Medio Oriente! Sia lui, lo preghiamo, lo imploriamo, a salvare la Chiesa e il mondo, facendo semplicemente ciò che ha chiesto da tempo la Madre Celeste. Non è impossibile. Lei supererebbe tutti gli ostacoli a suo modo. Facendo ciò che lei chiede da tempo, solo il Papa potrà salvarci oggi da inimmaginabili – e inutili – sofferenze.

E se egli ritiene che un qualche apporto in preghiera e in azioni da parte dell’umile FSSPX, possa aiutarlo a consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria, in unione con tutti i vescovi del mondo, che la Madre Celeste vuole radunati, egli sa che può contare in primo luogo sul sostegno di Mons. Fellay e degli altri tre vescovi della FSSPX,
l’ultimo dei quali è

il suo devoto servitore in Cristo
+ Richard Williamson

9 commenti:

  1. Non posso che condividere il contenuto e lo spirito che anima questa bella lettera, unito, credo, ad un ri-confermato sodalizio con gli altri Ecc.mi Vescovi della Fraternità. In questo tanto buoi e oscurità che ci avvolgono quasi a soffocarci la Fraternità, unita a tutti coloro che zelano la Tradizione autentica della Santa Chiesa, è come una costellazione che ci indica il cammino sicuro vero Cristo e il suo regno!

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  2. Penso che sia bello da parte di Mons. Williamson l'aver risposto con sincerità e verità alla lettera di Mons. Bux.
    Quello che vado scrivendo è una mia opinione suscettibile di cambiamento in seguito ad un parere migliore.
    Va dato atto a Mons. Williamson e a Mons. Bux di buona fede e di amore alla Santa Chiesa e alle anime.
    Penso che bisognerà continuare molto a pregare....
    Ritengo molto positivo il fatto che Mons. Williamson ha riproposto il tema della richiesta della Madonna a Fatima circa la Consacrazione della Russia ancora purtroppo inevasa (nel senso più completo).
    Penso che nell'intervento di Mons. Williamson vi sia un elemento di umiltà perchè egli ha davanti non la Fraternità, ma la Chiesa Cattolica nella sua interezza. Non si tratta insomma di fare gli interessi di un gruppo pur benemerito ed evidentemente cattolico quale la Fraternità, ma bisogna pregare per tutta la Chiesa perchè si compiano i desideri del Cuore Immacolato di Maria, perciò mi sento soddisfatto della risposta di Mons. Williamson.....
    Mi pare che la Fraternità sia disposta a soffrire anche una apparente non sistemazione canonica per aiutare la Chiesa Cattolica a fare luce su se stessa e sul Vaticano II....
    Rimaniamo tutti nell'umiltà, nella carità vicendevole e nella verità sapendo che le vie del Signore non sono le nostre vie i suoi sentieri non sono i nostri sentieri.....
    don Bernardo

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  3. Grazie Areki,
    concordo e resto unita nella preghiera e nella speranza che comunque il Signore non ci abbandona!

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  4. Come stride l'umile confidenza in Nostro Signore e nella sua SS. Madre professato da Mons. Williamson con i giochetti politici e lo scialbo orizzontalismo professato dalla maggioranza dei "principi" di questa neochiesa.
    Grazie Monsignore!

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  5. Il commento anonimo è mio

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  6. http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV261_Lodevole_iniziativa_di_don_Nicola_Bux.html

    E se, davvero, la lettera di don Bux, alla FSSPX, in realtà era un messaggio a "Nuora, affinchè suocera INTENDA"?
    Ovvero, se, mutitas mutandis (nessun riferimento alla biancheria), se don Bux, o qualche suo ispiratore, di questo e/o,( forse più facilmente) dell'altro mondo ha voluto consigliare la Fraternità, affinchè siano i Vaticano/secondisti, che si accordino?

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  7. Ma, caro anonimo, difficile crederlo.

    Mettiamoci l'anima in pace.

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  8. Forse non è poi così difficile. Questa la conclusione di Belvecchio:

    Seguendo fino alle estreme conseguenze le parole del Signore Gesù, appare logico che don Nicola Bux rivolga il suo appello, non tanto a Mons. Fellay e alla Fraternità, quanto al Card. Levada e al Vaticano.
    Con i dovuti adattamenti tecnici questa lettera aperta, con particolare riferimento agli ultimi paragrafi, è da indirizzare a Roma piuttosto che a Ecône, perché è Roma che continua ad opporre il rifiuto e continua ad avanzare anacronistiche condizioni.

    Si fa peccato a pensare che, forse, in fondo in fondo, sia stato proprio questo il più intimo intento di don Nicola Bux?

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  9. scusate, spero di non scandalizzare nessuno, ma perché mons. Williamson fa riferimento ad una rivelazione privata che, ricordo, non obbliga nessuno all'adesione?
    Io sono sempre rimasto molto perplesso da coloro che affermano che il buon Dio manda all'umanità castighi terrificanti in quanto nella Consacrazione al mondo a Maria non è stato pronunciata in maniera esatta la parola "Russia" ma si è parlato in maniera generica di mondo.
    Il Papa sarebbe quindi colpevole in mala fede di terrificanti castighi al mondo.
    per non aver pronunciato in maniera fiscale e pignola la parola "Russia".
    Non mi convince.

    Marco Marchesini

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