Inizia oggi l'importante Convegno Internazionale promosso dal Pontificio Comitato Scienze Storiche: Costantino il Grande. Alle radici dell’Europa, che si concluderà il 20 aprile. Giacomo Galeazzi su La Stampa, mette in risalto, come esito della prima giornata, il fatto che Costantino fa litigare ancora Santa Sede ed ebrei (vedi testo sotto riportato). Ricordo che:
Venerdì 20 aprile alle ore 9.00
presso la Pontificia Università Lateranense
il prof. Roberto de Mattei parlerà sul tema
Il significato archetipico della battaglia di Ponte Milvio.
presso la Pontificia Università Lateranense
il prof. Roberto de Mattei parlerà sul tema
Il significato archetipico della battaglia di Ponte Milvio.
Inserisco il link alla locandina per chi è interessato a conoscere le diverse interessanti relazioni e articolate iniziative; mentre trascrivo di seguito lo scarno testo di Galeazzi, dal quale ricaviamo alcune 'pillole' dell'evento.
Sono trascorsi 17 secoli dalla battaglia di Ponte Milvio che assicurò al primo imperatore passato al cristianesimo la vittoria «sotto il segno della croce».
Senza l’ombra fosca dell’antisemitismo, assicura il Vaticano nella convinzione che la «leggenda nera» sull’imperatore sia alimentata da chi ancora oggi non vede di buon occhio l’apporto dei cristiani alla vita pubblica.
«Le persecuzioni sono successive al IV secolo e sotto Costantino si ebbe solo l’apertura di una chiesa cristiana a Gerusalemme, che però non era più giudea, ma pagana», ha spiegato la storica Claire Sotinel in apertura del convegno «Costantino il Grande, alle radici dell’Europa» (con Vian, Lombardi e il ministro di Scienze Storiche, Ardura). Colpa anche di La spada di Costantino di James Carrol, «bestseller storicamente infondato».
Non la pensa così il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. «Con la conversione di Costantino è cambiato tutto. Quell’evento ha inciso in maniera decisiva sulla storia ed è strettamente connesso alla persecuzione antiebraica». La conversione di Costantino, aggiunge, «è uno spartiacque epocale, ha diviso la storia tra un prima e un dopo, determinando un drammatico sconvolgimento a cui ha inutilmente tentato di porre rimedio l’ottimo imperatore Giuliano ribattezzato per questo polemicamente e ingiustamente dai cristiani l’Apostata». Quindi «negare ciò va contro ogni evidenza storica», al di là del fatto che la conversione sia sincera o una mossa politica.
Per misurare il peso storico dell’imperatore il direttore dell’Osservatore Romano , Vian, ricorre allo studioso «di formazione marxista» Santo Mazzarino, che lo ha definito «l’uomo politico più rivoluzionario della storia d’Europa». Ma il nodo è sempre il rapporto tra istituzione e teologia. Ancora Vian: «Costantino viene deplorato, mentre è stato il più tenace assertore della libertà religiosa, si indignava Paolo VI. Con Ratzinger il Tevere resta largo: una sana laicità rimane modello nei rapporti con la società italiana».
«Le persecuzioni sono successive al IV secolo e sotto Costantino si ebbe solo l’apertura di una chiesa cristiana a Gerusalemme, che però non era più giudea, ma pagana», ha spiegato la storica Claire Sotinel in apertura del convegno «Costantino il Grande, alle radici dell’Europa» (con Vian, Lombardi e il ministro di Scienze Storiche, Ardura). Colpa anche di La spada di Costantino di James Carrol, «bestseller storicamente infondato».
Non la pensa così il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. «Con la conversione di Costantino è cambiato tutto. Quell’evento ha inciso in maniera decisiva sulla storia ed è strettamente connesso alla persecuzione antiebraica». La conversione di Costantino, aggiunge, «è uno spartiacque epocale, ha diviso la storia tra un prima e un dopo, determinando un drammatico sconvolgimento a cui ha inutilmente tentato di porre rimedio l’ottimo imperatore Giuliano ribattezzato per questo polemicamente e ingiustamente dai cristiani l’Apostata». Quindi «negare ciò va contro ogni evidenza storica», al di là del fatto che la conversione sia sincera o una mossa politica.
Per misurare il peso storico dell’imperatore il direttore dell’Osservatore Romano , Vian, ricorre allo studioso «di formazione marxista» Santo Mazzarino, che lo ha definito «l’uomo politico più rivoluzionario della storia d’Europa». Ma il nodo è sempre il rapporto tra istituzione e teologia. Ancora Vian: «Costantino viene deplorato, mentre è stato il più tenace assertore della libertà religiosa, si indignava Paolo VI. Con Ratzinger il Tevere resta largo: una sana laicità rimane modello nei rapporti con la società italiana».
E daglie co sta "sana laicità".....
RispondiEliminaLa "sana laicità" ambigua ed ipocrita del Vat. II sta seppellendo il cristianesimo nei paesi occidentali......
Domando: In nome della "sana laicità" dobbiamo accettare il divorzio? l'aborto? e altre porcherie?....
Con la "sana laicità" dove va a finire la "legge naturale" iscritta da Dio nel cuore dell'uomo?
Smettiamola di dire sciocchezze per farci accettare dal mondo moderno!!!
don Bernardo
Strana convergenza:
RispondiElimina1) Scicolone
2) Kiko
3) Di segni
odiano tutti Costantino ed esaltano la "mitica età dell'oro precedente!
mah!