Chiesa profanata in Siria |
Vatican Insider dedica ampio spazio alla situazione dei cristiani in Siria. Noi siamo molto sensibili agli eventi che ci toccano da vicino e soffriamo e ci indigniamo per quanto accade a Roma; ma quel che accade in Siria è ancor più grave e ancor più difficilmente gestibile. E dunque riporto le notizie nell'intento di condividere, soprattutto nella preghiera comune, la sorte dei nostri fratelli siriani e non solo, perché tutto il Medio Oriente è segnato dallo stesso tragico problema, che oltre ad essere religioso è politico; ma mancano le autentiche buone volontà e prevale, persino da parte del Vaticano, l'atteggiamento prudente e temporeggiatore: è di ieri la notizia che la missione della delegazione vaticana in Siria voluta dal Papa per portare sostegno alla popolazione sofferente «verrà posticipata, probabilmente oltre la conclusione del Sinodo, così come ci sarà qualche modifica alla composizione della delegazione, anche per gli impegni dei suoi membri». Il fatto è che la situazione è complessa e la missione per nulla sicura. Lo scenario vede divisioni tra gli stessi cristiani siriani e nella gerarchia cattolica di fronte alla rivolta contro il regime di Bashar al-Assad. In realtà i cristiani siriani temono l’aumento dell’influenza dei gruppi fondamentalisti islamici e lo scatenarsi della stessa violenza che ha decimato la presenza cristiana in Iraq. Ciò che in effetti sembra già essersi drammaticamente determinato, secondo quanto riferisce sempre Vatican Insider, raccogliendo la testimonianza del vescovo Caldeo Antoine Audo:
Aleppo in rovina, a Homs tutte le chiese cristiane sono state sconsacrate: è questo il quadro desolante disegnato dal vescovo gesuita caldeo Antoine Audo al Parlamento inglese il 18 ottobre scorso. I vescovi di Aleppo hanno deciso di restare con i cristiani ancora presenti in città. «Non vogliamo lasciarli soli. Se mi allontano dalla città per troppo tempo, la gente si sente sola». «Non siamo andati in Libano per incontrare il Papa per dirgli che siamo in pericolo» ha aggiunto, riferendosi al viaggio che Benedetto XVI ha compiuto in Libano dal 14 al 16 settembre. «Gli abbiamo scritto una lettera chiedendo il suo appoggio».Audo ha accettato di viaggiare per qualche giorno in Gran Bretagna per accrescere la consapevolezza della prova dei cristiani siriani e per chiedere aiuto. Ad Aleppo scuole, ospedali e gli altri servizi pubblici non funzionano. L’80 per cento delle persone non hanno lavoro. La povertà sta diventando un problema molto serio, a causa del rialzo dei prezzi.«È il caos. Non c’è sicurezza, tutto è sporco, non ci sono autobus né taxi». «Nella città di Homs, che ospitava la seconda più numerosa comunità cristiana del Paese, quasi tutti i cristiani sono stati obbligati a fuggire dopo un’ondata di persecuzione. Tutte le chiese sono state sconsacrate». I ribelli islamici hanno minacciato di morte la popolazione cristiana della città, obbligandola a lasciare le loro case.
La sensibilità di questi giorni è tutta polarizzata sul caso Williamson, a quanto pare a giudicare dalla mancanza di interventi.
RispondiEliminaLa Chiesa è anche altrove e, purtroppo rischiamo di dimenticarlo, focalizzando solo il nostro orticello.
Nella chiesa non si sono orticelli da custodire e tener ben protetti: è la Vigna del Signore nella quale impegnarsi, sporcandosi anche le mani (non l'anima), quando è necessario.
Gentile Mic
RispondiEliminaanche al sottoscritto le notizie delle persecuzioni in Siria e altrove fanno molto soffrire.
Certamente è da mettere nel conto che ogni autentico discepolo di Gesù dovrà soffrire persecuzioni.
Ha sofferto il Capo del Corpo mistico, dunque soffriranno anche le sue membra.
Quello che mi fa soffrire di più è la tiepidezza della Santa Sede. Vorrei sbagliarmi, ma penso di fare una osservazione basata sui fatti.
Perchè non indire una giornata di preghiera e di digiuno per i cristiani perseguitati? Perchè il Papa non celebra una bella messa con questa intenzione in Vaticano, perchè non si parla più di martirio, ma solo di "libertà religiosa"?
Che c'entrano le chiese con la politica? Perchè si distruggono luoghi di culto?......
Quando Gesù era arrestato e flaggellato gli apostoli si girarono dall'altra parte, non vorrei che ora che Gesù è perseguitato nella persona dei cristiani di Siria altri successori degli apostoli continuino a far finta di niente e a bearsi delle sorti magnifiche e progressive della svolta conciliare e del "dialogo" a tutti i costi.
Chi parla più di convertire gli islamici a Gesù? .....
Ecco mi sono sfogato, poi abbiamo la nostra arma il Rosario e la certezza che il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani e servirà senz'altro ad eliminare il cancro modernista dal cuore della Chiesa.......
E tutto nel silenzio dei media occidentali, compresi quelli cattolici, compresa la gerarchia cattolica occupata ad altro.
RispondiEliminaTutti presi a dialogare, e intanto è da anni che i nostri fratelli di fede muoiono, sono martirizzati, nell`indifferenza generale, si sentono abbandonati e lo sono, devono fuggire, lasciare la loro terra, ma bisogna privilegiare il dialogo, non gettare olio sul fuoco, i colpevoli non devono essere designati per paura di generalizzazioni, e i nostri fratelli soffrono, muiono e scappano.
A onor del vero si dovrebbe anche dire che in Siria c'era, prima con il governo del padre Afiz al-Assad e poi con quello del figlio Bashar al-Assad la massima libertà religiosa, essendo l'unico stato arabo a non riconoscere la Sharia come fondamento legislativo. Le persecuzioni attuali sono dovute alle massicce infiltrazioni di bande mercenarie straniere mandate dai soliti noti per destabilizzare il governo attuale e impossessarsi di un paese strategico sia per gli oleodotti sia per la vicinanza ad altri stati "sensibili" alle politiche internazionali. Per saperne di più http://syrianfreepress.wordpress.com/
RispondiEliminaQuello che mi fa soffrire di più è la tiepidezza della Santa Sede. Vorrei sbagliarmi, ma penso di fare una osservazione basata sui fatti.
RispondiEliminaPurtroppo prevale la politica sulla "pastorale".
Mi colpisce questo passaggio:
"...I vescovi di Aleppo hanno deciso di restare con i cristiani ancora presenti in città. “Non vogliamo lasciarli soli. Se mi allontano dalla città per troppo tempo, la gente si sente sola”. “Non siamo andati in Libano per incontrare il Papa per dirgli che siamo in pericolo” ha aggiunto, riferendosi al viaggio che Benedetto XVI ha compiuto in Libano dal 14 al 16 settembre. “Gli abbiamo scritto una lettera chiedendo il suo appoggio”...
Le persecuzioni attuali sono dovute alle massicce infiltrazioni di bande mercenarie straniere mandate dai soliti noti per destabilizzare il governo attuale e impossessarsi di un paese strategico ...
RispondiEliminaAppunto, la politica. Ma la Chiesa ha persino fatto marcia indietro dall'intervento, in certo modo politico, della delegazione di vescovi, che un po' non sono d'accordo tra loro, un altro po' temono di rompere gli equilibri (quali?), un altro po' ancora temono per la propria incolumità...
In parte mic é come dici, che prevale cioé la politica sulla pastorale (anche se si potrebbe discutere a lungo su quale dovrebbe essere la politica da tenersi).
RispondiEliminaPerò il problema é anche un altro: siamo diventati masochisti, come cattolici, e la nostra apertura verso gli altri predomina sui nostri legittimi interessi.
E poi ancora, come possiamo condannare i musulmani, che credono allo stesso Dio di ebrei e cristiani, senza offenderli? Come possiamo dire a coloro che pagano i mercenari che il loro gioco é sporco quando annualmente la massoneria ebraica é accolta in Vaticano e siamo diventati succubi della propaganda americana (non oso credere che il Vaticano creda alle primavere arabe come moto popolare spontaneo)?
Quando il dialogo é innalzato a fine del nostro agire, la realtà può aspettare.
Preghiere e digiuni come sopra é stato detto sarebbero più che auspicabili, iniziando con l'esempio dall'alto!
altro che dialogo!
RispondiEliminaPreghiere e digiuni come sopra é stato detto sarebbero più che auspicabili, iniziando con l'esempio dall'alto!
È corretto far osservare che sotto Afiz al-Assad e suo figlio Bashar al-Assad i cristiani possono praticare liberamente la loro religione, è in Siria che si sono rifugiati molti Irakeni cristiani, ma chi ne parla in Occidente?
RispondiEliminaI media, ciechi e incapaci di tirare le lezioni dei loro errori quando osannavano la "primavera araba" che si è rivelata essere un inverno salafista, ricominciano ad appoggiare i ribelli, che già stanno attaccando i cristiani.
Tutto tace, chi doverebbe parlare senza usare la lingua di legno, sceglie di non offuscare i musulmani, e intanto i cristiani muoiono.
Ho degli amici che hanno lasciato l`Irak per rifugiarsi in Svizzera, parte della famiglia aveva preferito andare in Siria, stanno tremando di paura e si sentono abbandonati.
http://www.paolorodari.com/2012/10/23/dissidio-islamico-slitta-la-missione-di-bertone-a-damasco-elogi-del-patriarca-melchita-ad-assad-molti-dubbi/
RispondiEliminaMolto istruttivo!
Nemmeno il grido del patriarca melchita Gregorios III Laham è ascoltato, viva la diplomazia vaticana, viva il dialogo, abbasso il coraggio, i risultati di quella diplomazia fatta di compromessi e di dialoghite acuta non bastano a dar coraggio a chi preferisce non offuscare i tiranni e lasciar morire i cristiani.
Sono consapevole di essere dura ma vedo e sento il dolore di chi ha la famiglia in quella zona martorizzata e si sentono abbandonati da Roma.
Cara Luisa, capisco le tue domande ma non me le pongo più!
RispondiEliminaI media non sono al servizio della verità (e meno ancora della Verità)! I media oggi sono parte integrante degli arsenali militari! Non si va in guerra prima di aver preparato il terreno.
Ovvio che al patriarca siriano si toglie la parola o non gli si dà peso. Tutte le notizie che arrivano dalla Siria ci devono indurre a dire: ma poveretti, portategli la pace e la democrazia (con le bombe ovviamente)! È stato fatto così in Libia, in Iraq ecc.
A loro interessano i soldi, il potere e tutto ciò che porta lì!
Ti meravigli che nemmeno in Vaticano lo ascoltano, ma ricordi l'intervento del cardinal Ottaviani nelle sedute iniziali del Concilio? Gli si spense il microfono per farlo tacere...
O preferisci ricordare i silenzi sul comunismo? Personalmente non ricordo crociate energiche contro Guantanamo, forse si preferiva agire in sordina.
Questa é la metodica post-conciliare: o ti allinei alle nostre vedute o ti togliamo la parola.
E non si tratta nemmeno di modi diplomatici per cercare di ottenere qualcosa in modo più efficace.
Ho piuttosto la sensazione che si voglia passare per ragionevoli avvallando le tesi del più forte che si proclama unilateralmente portatore di pace.
Caro viandante, condivido la tua riflessione, ma se sui media non mi faccio nessuna illusione, e anche se so che ieri e oggi nella Chiesa o ti allinei al pensiero dominante, o sei un cattivo cattolico antipapista o addirittura, "fuori", vedere la gerarchia della Chiesa scegliere di privilegiare il dialogo e una ingenua visione positiva di una fantomatica "primavera araba"," La linea del Papa è chiara: valutazione positiva del fenomeno delle primavere arabe, rifiuto della violenza, richiesta di riaprire il dialogo per uscire dall’impasse"(scrive Rodari), mi sconcerta assai, sarò io ad essere ingenua, ad avere aspettative inutili, ma il fatto è che i cristiani che vivono in quelle zone martoriate si sentono abbandonati dalla Chiesa di Roma, impaurita, tiepida, ingessata dal diplomaticamente corretto.
RispondiEliminaCondivido pienamente la conclusione Luisa e difatti nell'articolo si dice:
RispondiElimina«Non siamo andati in Libano per incontrare il Papa per dirgli che siamo in pericolo» ha aggiunto, riferendosi al viaggio che Benedetto XVI ha compiuto in Libano dal 14 al 16 settembre. «Gli abbiamo scritto una lettera chiedendo il suo appoggio»
Ora é chiaro che se l'appoggio non c'è, sicuramente la delusione sarà grande e speriamo sia solo delusione e non intacchi la loro fede!
Dimenticavo. La gravità di questi fatti, dal punto di vista cattolico, é proprio quella che gesti inopportuni o peggio ancora l'inerzia dei pastori, potrebbe intaccare la loro fede!
RispondiEliminaPer fortuna sono più robusti di noi sotto quel punto di vista, ma pure loro sono uomini...
Questa e` la diretta conseguenza della politica di destabilizzazione del regime siriano da parte di Israele, USA, Turchia, Arabia Saudita e Qatar.
RispondiEliminaSia Obama che Romney (anzi questi ancor di piu`) sono favorevoli ai ribelli anticristiani.
Dopo l'Iraq e la Libia tocca alla Siria. L'assalto mondialista ai "ribelli" del sistema delle lobbies più o meno innominabili prosegue inarrestabile. Prossima fermata: l'Iran. E tanto meglio se ci vanno di mezzo i cristiani: in fondo, sono loro l'obiettivo finale del Grande Gioco. E poi, suvvia, anche grazie all'irenismo conciliare e postconciliare sono un obbiettivo così facile...
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