Aggiornamento: Distretto d'Italia. Albano 25 ottobre 2012
In occasione della dolorosa esclusione di Mons. Williamson dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X, il Distretto italiano ribadisce che questa è stata giustificata da motivi puramente disciplinari, che duravano da più anni.
In occasione della dolorosa esclusione di Mons. Williamson dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X, il Distretto italiano ribadisce che questa è stata giustificata da motivi puramente disciplinari, che duravano da più anni.
Voler collegare questo triste avvenimento ad una volontà di cedimento dottrinale nei confronti della “chiesa conciliare” è puramente arbitrario, calunnioso ed ingiustificabile alla luce della dichiarazione dell’ultimo Capitolo Generale e dei recenti avvenimenti, come anche il futuro dimostrerà in maniera inequivocabile.
Don Pierpaolo Maria Petrucci, superiore
e tutti i sacerdoti del Distretto d’Italia della Fraternità San Pio X
Aggiornamento: Comunicato della Casa Generalizia. Menzingen, 24 ottobre 2012e tutti i sacerdoti del Distretto d’Italia della Fraternità San Pio X
Monsignor Richard Williamson, che da diversi anni aveva preso le distanze dalla direzione e dal governo della Fraternità Sacerdotale San Pio X, rifiutando di manifestare il rispetto e l’obbedienza dovuti ai suoi legittimi superiori, è stato dichiarato escluso dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X per decisione del Superiore generale e del suo Consiglio, il 4 ottobre 2012. Un ultimo lasso di tempo gli era stato accordato per sottomettersi, al termine del quale egli ha annunciato la diffusione di una ”lettera aperta” in cui chiede al Superiore generale di dare le dimissioni.
Questa dolorosa decisione si è resa necessaria per la cura del bene comune della Fraternità San Pio X e del suo buon governo, conformemente a ciò che Mons. Lefebvre denunciava: “È la distruzione dell’autorità. Come l’autorità può esercitarsi se deve chiedere a tutti i membri di partecipare all’esercizio dell’autorità stessa?” (Ecône, 29 giugno 1987)
Riprendo da Rorate Caeli:
Rorate ha appreso e può confermare che il vescovo Richard Williamson, uno dei quattro vescovi consacrati dall'Arcivescovo Marcel Lefebvre e co-consacrato dal vescovo Antonio de Castro Mayer il 30 giugno 1988, a Ecône, in Svizzera, per la Fraternità San Pio X è stato rimosso dall'appartenenza alla Fraternità dal suo Superiore Generale e ora può essere considerato un ex membro. La rimozione giunge al termine di una procedura interna che ha visto ripetuti richiami da parte delle più alte autorità della Fraternità nei confronti di decisioni e azioni di Williamson che, apparentemente, non sono stati ascoltati.
La notizia era nell'aria da diversi giorni. Grande tristezza per come sono andate le cose. Preghiera e attesa per il resto.
Commento da Fecit Forum:
RispondiElimina"Mons. Fellay fa pagare a mons. Williamson la disobbedienza e la mancanza di lealtà degli ultimi mesi.
Mons Williamson è un uomo di grande intelligenza e di grandissima pietà, ma ha superato dei limiti, ed ha rifiutato di correggersi.
Mgr Fellay ha fatto ciò che doveva, pur sapendo che il suo atto contribuisce a complicare le cose con Tradiland."
Personalmente provo un grande rammarico per questa unità infranta, evento più drammatico che mai; ma le cose maturano ci saranno in ballo scelte fondamentali?
RispondiEliminaIl prezzo da pagare mi sembra molto alto.
L'ipocrisia di questi commenti fa drizzare i capelli....
RispondiEliminaMa quale rammarico?
Dopo esserti profusa per anni in lodi e manifestazioni di stima per Mons. Williamson, hai poi cominciato a pubblicare articoli che sparavano a zero su di Lui...
Per voi altri l'importante è stare sempre dalla parte dei potenti, meglio se cinici opportunisti, vero?
Fate pena.
"Mons. Fellay fa pagare a mons. Williamson la disobbedienza e la mancanza di lealtà degli ultimi mesi.Mons Williamson è un uomo di grande intelligenza e di grandissima pietà..."
RispondiEliminaUn uomo di "grandissima pietà" non può essere nè disubbidiente, né sleale, pena l'inconsistenza della sua virtù di pietà.
Quindi decidetevi: o è un uomo di grandissima pietà (da cui scaturisce quella grazia che impedisce di agire con inganno e spirito di ribellione);
oppure è un uomo privo di spirito e di pietà, ed allora avrà commesso tutte le disubbidienze e le slealtà che volete....
Chi parla per spirito di servilismo, si incarta sempre...
Ma quale rammarico?
RispondiEliminaInfatti non è rammarico, ma un vero dolore.
Libero di crederci o meno.
E' lo stesso dolore nel vedere la lacerazione della Chiesa, con in più qualcosa che mi tocca personalmente perché, sia pure del tutto occasionalmente l'ho incontrato; ma è stato un incontro con un vero Pastore, questo non posso negarlo.
Su quel che insegna mons. Williamson confermo la mia stima. Il mio discernimento, che può essere fallace, avrebbe preferito vederlo più prudente e più in linea col suo superiore nei comportamenti.
Dagli elementi che ho, altro non so dire.
Inoltre, non ricordo di aver pubblicato articoli che sparassero a zero su di lui, ma nemmeno il mio 'sentire' me lo fa difendere ad oltranza. E penso che il dramma non è solo della Fraternità, ma di tutta la Chiesa.
Quindi decidetevi: o è un uomo di grandissima pietà (da cui scaturisce quella grazia che impedisce di agire con inganno e spirito di ribellione);
RispondiEliminaoppure è un uomo privo di spirito e di pietà, ed allora avrà commesso tutte le disubbidienze e le slealtà che volete....
Intanto mi sono limitata a riportare un commento tratto da un Forum francese, che evidentemente condivido; ma non mi sono messa a fare di questi distinguo. La situazione è seria, anzi drammatica e alla fine gli animi si accendono; ma almeno non dividiamoci tra noi...
Chi parla per spirito di servilismo, si incarta sempre...
Se mi dovesse capitare di incartarmi , dipenderà dalla mia pochezza e di certo non dal mio servilismo.
Prendere insulti dagli avversari, che si rivelano veri e propri nemici, passi; ma detto da te fa solo male...
Per voi altri l'importante è stare sempre dalla parte dei potenti, meglio se cinici opportunisti, vero?
RispondiEliminaMic, ma perchè lasci spazio a provocatori del genere? E' semplicemente vergognoso questo modo di esprimersi qui.
Mic, ma perchè lasci spazio a provocatori del genere? E' semplicemente vergognoso questo modo di esprimersi qui.
RispondiEliminaPer non fare come gli struzzi.
Mi vengono i brividi al pensiero di cosa può provocare questa notizia nella Fraternità, tenuto conto di quel che si intravede da questo piccolo angolo... e ho il sentore che i tempi per la nostra Chiesa si facciano sempre più bui.
Pregare...
Gl'insulti che provengon da certe persone, che magari di servilismo han vissuto ed ora sparano a zero contro chi non segue le loro scelte estremiste su sponda opposta, son medaglie al valore.
RispondiEliminaNon si potevan approvare e sopportar oltre i comportamenti di Williamson. Chi vuole lo segua.
Oportet ut scandala eveniant. Prima o poi doveva accadere. E' triste, ma è la realtà.
Non e' assolutamente vero che chi ha grande pietà non possa anche essere disubbidiente, provocatore o temerario: mons. Williamson non e' certo il primo, la storia ne e' piena, se non la si guarda con occhi ingenui o faziosi. Per ogni uomo, particolarmente tra chi ritiene di avere una missione difficile e solitaria, esiste una verità soggettiva, che tende a confondersi con quella oggettiva, che viene da Dio e ne e' attributo. Quando ciò avviene, purtroppo spesso, c'è l'intimo convincimento di combattere sante battaglie, con ogni mezzo. Si tratta del rischio più grande e non e' questione di buona fede, ma di equilibrio interiore, quello che si affina nel sacrificio e nell'obbedienza, anche talvolta macerante. La Santa obbedienza oggi e' un bene davvero scarso, ovunque.
RispondiEliminaComunque è un dolore non da poco. Temo che ora Williamson e i suoi andranno a ingrossare le schiere sedevacantiste. Indebolendo così il "fronte" tradizionalista dentro la Chiesa cattolica.
RispondiEliminaPeccato che i vescovi modernisti non siano così facilmente scismatici.
Camminante
Come ho scritto, da tempi non sospetti, mi auguro, spero e prego che TUTTI possano continuare a fare l'apostolato, nelle forme e nei modi che, in coscienza reputano corretti, senza anatemi reciproci.
RispondiEliminaTradizional-"Agnosticismo" il mio? E/o "Tradizional-"Relativismo", e/o arie da "Padre Nobile" (come mi accusa qualcuno)? Può darsi. Forse solo presa d'atto che "Il Pastore è stato colpito ed il Gregge si è disperso".
Decisione normale, logica e necessaria del Superiore della Fraternità verso chi ha oltrepassato i limiti del tollerabile nella ribellione e nell`azione di incitamento alla disobbedienza e all`insubordinazione.
RispondiEliminaAbbiamo visto da mesi come mons. Williamson ha ampiamente contribuito a creare un clima avvelenato in seno alla FSSPX, e lo ha fatto in diversi modi, ad esempio ultimamente prima del Capitolo Generale, la sua esclusione viene dopo,immagino, molti avvertimenti e se Mons. Fellay si è deciso vuol dire che tutte le vie per una conciliazione e pacificazione, che son certa ha percorso, si sono rivelare vane.
Non è certo una notizia che può far piacere ma talvolta solo un intervento netto e preciso, anche se doloroso, può sanare una ferita.
Mons. Williamson si è lui stesso posizionato,nei fatti, come un corpo estraneo alla FSSPX non riconoscendo più l`autorita del Superiore e prendendo la testa della ribellione, questa decisione se l`è cercata, la sua esclusione non fa che formalizzare una situazione che esisteva già nei fatti.
e parlando di Wojtyla ..
RispondiEliminaL'alluvione di Lourdes é avvenuta il 20 Ottobre, il giorno dopo l'arrivo delle "reliquie" del "papa beato" a Lourdes portate nel santuario dal pellegrinaggio dell'UNITALSI.
http://www.news.va/it/news/le-reliquie-del-beato-giovanni-paolo-ii-in-pellegr
Il 19 arrivano le "reliquie", il 20 c'é 1m60 d'aqua nella grotta di Massabielle ... se questo non é un segno!
Ammettendo che vi siano a Lourdes 1 alluvione ogni 25 anni (come la penultima ultima) la probabilità di averla in lo stesso giorno delle reliquie é di 1 su 9125.
I bookmakers smettono di scommettere a 1 su 80...
Concordo con Luisa.
RispondiEliminaE i commenti come quello più sopra, di chi si sente autorizzato a tutto perchè "puro", sono il termometro delle "speranze" che alcuni (speriamo) nella SPX hanno sempre nutrito.
Questo è il fondamento della "divisione", non tanto gli atti di Mons Fellay, che sono dovuti quando in questi casi non si riesce a risolvere il problema.
E' il fondamento degli sgambetti e delle rivolte di quella parte di curia (forte) che non vuole la SPX. Perchè queste posizioni "rivoltose" interne alla SPX vengono strumentalizzate. Lo sono state e lo saranno, finchè non ci sarà una presa di posizione forte. Addolora dirlo, ma purtroppo gli "estremi" si sono toccati. Mai come in questa situazione...
Gli antichi nodi, non più coperti dal carisma di mons. Lefebvre, che comunque qualche colpo di ramazza l'aveva dato, son venuti al pettine. Auguriamoci che la pur dolorosa frattura, da tempo ostinatamente cercata, ricompatti la parte migliore della Fraternità
RispondiEliminaintorno a mons. Fellay.
Per ogni uomo, particolarmente tra chi ritiene di avere una missione difficile e solitaria, esiste una verità soggettiva, che tende a confondersi con quella oggettiva, che viene da Dio e ne e' attributo. Quando ciò avviene, purtroppo spesso, c'è l'intimo convincimento di combattere sante battaglie, con ogni mezzo. Si tratta del rischio più grande e non e' questione di buona fede, ma di equilibrio interiore, quello che si affina nel sacrificio e nell'obbedienza, anche talvolta macerante. La Santa obbedienza oggi e' un bene davvero scarso, ovunque.
RispondiEliminaDa incorniciare...
ricompatti la parte migliore della Fraternità
RispondiEliminaresta da vedere quale sia la "parte migliore", giudicata migliore da chi e in base a quale criterio.
Sempre per far capire agli ignari ciò che sta succedendo nei "corridoi" della Chiesa, o dietro le quinte del grande scenario (più politico che ecclesiale), e poter cercare di spiegare gli eventi a coloro che di mons. Williamson e della FSSPX non sanno neppure l'esistenza. (e sono centinaia di migliaia se non milioni nel mondo, gli ignari....)
resta da vedere quale sia la "parte migliore", giudicata migliore da chi e in base a quale criterio.
RispondiEliminaIl criterio è quello del realismo e del Soprannaturale, dell'equilibrio e dell'obbedienza.
Dove c'è aria di fronda, significa che emerge l'elemento umano, come scrive efficacemente più su Rutilio Namaziano.
Concordo con Dante.
RispondiEliminaIo posso solo dire che era ora di buttare fuori Williamson che ora è diventato anche promoter valtortiano...a breve mediugoriano?
Questo dimostra molte cose della capacità di discernimento di questa persona che è rimasta nell'oblio per trent'anni per poi venire allo scoperto per sabotare meschinamente gli accordi che avrebbero salvato la Chiesa Cattolica e tantissimi fedeli.
Questa a me fa sorgere sospetti terribili sul suo vero compito all'interno della FSSPX.
Bravo Fellay! Ben fatto.
mons Williamson ha perso un po' la bussola e ora paga in prima persona.
RispondiEliminapero' rifletendo bene, alla veneranda età di 72 anni, ha sulle sue spalle molti meno scandali e peccati pubblici di quanti ne faccia in 6 mesdi un vescovo medio di una diocesi media.
I problemi della Chiesa sono altri: Williamson é un santo rispetto ai primi 10 in Vaticano
dice Luisa:
RispondiElimina"ma talvolta solo un intervento netto e preciso, anche se doloroso, può sanare una ferita."
ma quanto sarebbe importante e necessario che il Papa (sommo vertice della Chiesa) seguisse questo criterio verso certi (tantissimi) vescovi e alti prelati, o falsi/sedicenti pastori di anime, lupi scorrazzanti nell'Ovile, in circostanze di gravità e urgenza di risanamento di gran lunga superiori a questa della FSSPX!
Poirot, prima attribuisci alle reliquie di Giov. P. II l'alluvione di Lourdes, ora poni le premesse per canonizzare Williamson. Io comprendo certi sfoghi, purché non si passi il limite. In fondo tempo fa avevi scritto che avresti comunque seguito Fellay.
RispondiEliminaLa parte migliore è quella che non crea divisioni nella Fraternità e cerca di sanar le fratture che rischiano di trasformarla in setta.
RispondiEliminaSicuramente è molto triste, ma era nell'aria che prima o poi sarebbe successo.
RispondiEliminaQuello che non riesco a capire è la riluttanza di mons. Williamson ad obbedire a mons. Fellay. In questo caso non si sono pericoli o situazioni di emergenza che giustifichino la disobbedienza e la sospensione delle leggi ordinarie.
Il caso disobbedienza di mons. Williamson veso mons. Fellay è ben diverso dalla “disobbedienza” della FSSPX verso Roma.
http://www.sanpiox.it/public/images/stories/PDF/TC/TC_76.pdf
I “continuisti” sbagliano gravemente mettendo tutto in un calderone e affermando che tanto loro sono abituati a disobbedire, come mi è capitato di leggere in altri blog.
Eh, no! Il caso è diverso. Mons. Williamson non aveva alcuna ragione per disobbedire.
Mi dispiace davvero che non sia ritornato sui suoi passi, nonostante i moniti, in questo momento delicato della FSSPX.
ma perchè non pubblichi mic? Ciò che non ti piace non trova mai posto in questo blog.
RispondiEliminafranc.
Perché dovrei pubblicare chi definisce Fellay "servo del modernismo romano", quando invece con grande responsabilità e inevitabile sofferenza sta compattando i suoi nell'unità e nella direzione improntata al realismo e alla Soprannaturalità e non al persistere dell'accusa e della fronda?
RispondiEliminaChi dissente può avere tutte le ragioni del mondo; ma la lotta si fa in trincea e non dalle retrovie e chi è nel Signore non può rimanere contaminato da nulla, anche perché è notorio che, se ci sarà accordo, sarà conseguenza di adeguate concrete garanzie. Ma questo c'è chi volutamente o lo ignora o lo rifiuta per principio. D'altronde senza accordo, pur sentendosi spiritualmente nella Chiesa, non si può ignorare la Chiesa visibile che, per quanto sfigurata è la Chiesa ed è in essa che si deve incarnare il proprio impegno e la propria militanza. Restando ai margini la Fraternità può anche svilupparsi, ma non alimenta la pastorale della Tradizione, attualmente quasi inesistente, per non dire assente, all'interno della nostra Chiesa.
Chi è in gradi di farlo DEVE, quindi, agire dall'interno (leggi regolarizzazione canonica: se il valore dell'impegno fosse solo metafisico non sarebbe richiesta l'incarnazione nelle situazioni) e attivarsi, senza tirarsi indietro, come poveramente molti di noi già fanno.
Chi su altri lidi si compiaceva a dire che la FSSPX è intrisa di disobbedienza, perdeva in generale anche il controllo delle sue emozioni, e della sua ragione, rigurgitando ogni sorta di contenuto bilioso, appena si parlava della Fraternità.
RispondiEliminaPer alcuni si può pensare che erano, che sono, parasitati da rancori personali, troppo forte è la loro violenza, per altri si può pensare che il loro è un comportamento ragionato e premeditato, non resta meno disgustoso e deprecabile.
Stranamente, gli stessi tacciono sulle vere e gravi disobbedienze a tutti i livelli della gerarchia della Chiesa o dei movimenti.
Quando si odia non si conta, solo conta spargere il massimo del livore, conta offendere, insultare, calunniare, non solo la FSSPX, il suo Superiore, i suoi sacerdoti e i suoi fedeli ,ma anche chi osa prendere la loro difesa.
Purtroppo le pagine sulla FSSPX sono fra le più oscene e squallide di certi blog, rivelano i pensieri e i sentimenti che animano certi cattolici che, ponendosi in "donneurs de leçon", non fanno che mostrare il loro lato oscuro, a quali livelli nauseabondi può portare l`odio.
Ma cosa dici mic cosa dici? Ricorda cosa ha detto il Mons. al card ratzingher: “anche se voi ci concedete un vescovo, o una certa autonomia ai vescovi, anche se ci accordate tutta la liturgia del 1962, anche se ci concedette di continuare il seminario e la fraternità come ora, noi non potremo collaborare (con Roma sottointeso) è impossibile. Voi lavorate per la scristianizzazione noi per la cristianizzazione. Roma ha perso la fede,Roma è nell’apostasia” vedi qua: http://www.youtube.com/watch?v=6wPfjK4cCHM.
RispondiEliminaE’ una situazione gravissima e mons Fellay sta distruggendo cio che Mons. fece per il bene dell’unica Chiesa.
M.Fellay è schiavo dei ricatti romani e chiunque ama la Tradizione sta contro di lui. Anche il Monsignore l’avrebbe fatto.
Abbi il coraggio di pubblicare anche ciò che non ti piace. O anche tu stai ormai abbandonando la verità per abbracciare il modernismo?
La storia si ripete, e così il travaglio della Chiesa che tende a disgregarsi di continuo, come in una reazione a catena.
RispondiEliminaI giudizi che si stanno dando oggi su mons. Williamson probabilmente ricalcano quelli che molti diedero su mons. Lefebvfre e sulla sua "disubbidienza" di allora.
E forse anche Williamson seguirà la sorte del suo Maestro spirituale: la damnatio memoriae, preceduta ora dal diffuso travisamento di suoi discorsi e opinioni.
Chi può giudicare in foro interno una persona ? così si legge spesso ammonire sui blog cattolici, ci dicono da tanti anni che nessuno deve giudicare il prossimo, solo Dio è Giudice....e allora riteniamo che tutti fanno ciò che fanno con le loro buone intenzioni, quindi sia Fellay che Williamson agiscono bene.
Solo Dio sa chi "fa meglio", in questo caos relativista.
Nessuno può giudicare nessuno.
Ognuno guardi le travi, invece delle pagliuzze di chi ha deciso di "obbedire a Dio piuttosto che agli uomini"
(o come disse un blogger a proposito di don Curzio: "in una Chiesa in stato permanente di caos e di emergenza, si salvi chi può" e ognuno segua la propria coscienza, come dice Serafino, e sospendiamo ogni giudizio, poichè un giorno futuro forse anche questo vescovo dovrà essere "riabilitato" dalla storia, come sembrava dovesse accadere per Lefebvre....sembrava)
PS concordo con la considerazione finale di hpoirot: giustissima.
Cara Mic,
RispondiEliminaWilliamson sarebbe stato allontanato dalla FSPX per "insubordinazione", se ho capito bene. Qual è, nello specifico, la sua mancanza secondo Fellay?
Ricordo anche, tra le altre cose che non tornano, che Tissier, il cui libro è stato presentato a Rimini qualche giorno fa, ha più volte scritto che l'attuale pontefice è un "modernista". Ora, a parte il giudizio di valore (con il quale concordo), modernista significa eretico, anzi eretico della peggior specie. Fellay dovrebbe espellere anche lui, visto che lo svizzero si è votato all'accordo con Roma (senza successo, per ora), e forse anche il vescovo argentino. O ne facciamo solo una questione di galateo?
Abbi il coraggio di pubblicare anche ciò che non ti piace. O anche tu stai ormai abbandonando la verità per abbracciare il modernismo?
RispondiEliminaNon è che non pubblico perché "non mi piace". Non c'è peggior sordo di chi non vuole intendere. E di certe questioni abbiamo parlato fino alla nausea.
Alcuni di voi hanno fatto di alcune selezionate esternazioni di mons.. Lefebvre un nuovo vangelo. Ci sono molti suoi scritti e discorsi che dimostrano il suo legame con Roma e il suo desiderio di rientrare. E credo che i suoi figli spirituali di oggi debbano incarnarne lo spirito e non la lettera...
Significa forse essere modernisti vivere la fedeltà alla Chiesa di sempre dissentendo ma senza accusare e demonizzare?
Inoltre le mie ragioni, che sono di tanti e coincidono con quelle di Fellay, evidentemente non vengono comprese da chi ha già deciso un eterno atteggiamento di ribellione, che è sacrosanto se riferito alle idee, ma non è più accettabile se si riferisce al vicario di Cristo ed alla sua funzione, anche se la sua persona possa incorrere in errori, cosa del tutto possibile quando non entra in campo l'infallibilità.
Certo, siamo in un periodo di grande disorientamento e 'fluidità' che non fanno bene a nessuno; ma cerchiamo di rimaner saldi e non dividerci tra noi.
E forse anche Williamson seguirà la sorte del suo Maestro spirituale: la damnatio memoriae, preceduta ora dal diffuso travisamento di suoi discorsi e opinioni.
RispondiEliminaChi può giudicare in foro interno una persona ? così si legge spesso ammonire sui blog cattolici, ci dicono da tanti anni che nessuno deve giudicare il prossimo, solo Dio è Giudice....e allora riteniamo che tutti fanno ciò che fanno con le loro buone intenzioni, quindi sia Fellay che Williamson agiscono bene.
Qui non si giudica il foro interno di una persona (ci mancherebbe!), si analizzano con oggettività comportamenti esterni di ribellione e di insubordinazione che hanno avuto le loro gravi e drammatiche conseguenze e che alla fine hanno portato ad una esclusione ufficiale, che non è stato altro che sancire una "auto-esclusione" in atto da tempo.
Purtroppo è una lacerazione che fa male a tutti e riguarda tutta la Chiesa non solo la Fraternità.
Certo, siamo in un periodo di grande disorientamento e 'fluidità' che non fanno bene a nessuno; ma cerchiamo di rimaner saldi e non dividerci tra noi.
RispondiEliminaNon dividerci? Siamo già divisi. Divisione appena realizzata da mons. Fellay. Come fai a non capire che Mons. Lefebvre non avrebbe mai accettato un compromesso con la Roma modernista in cambio di qualche concessione. Come fai a non capire che si getta all'ortica quanto ha fatto la fraternità in 50 anni. Il nuovo vangelo è il vostro, il nuovo vangelo è quello di Fellay, non quello di chi ha difeso la Tradizione e continua a difenderla. Non ho dubbi su chi scegliere. Non ho dubbi da che parte stare. Franc
Qui non si giudica il foro interno di una persona (ci mancherebbe!), si analizzano con oggettività comportamenti esterni di ribellione e di insubordinazione che hanno avuto le loro gravi e drammatiche conseguenze e che alla fine hanno portato ad una esclusione ufficiale, che non è stato altro che sancire una "auto-esclusione" in atto da tempo.
RispondiEliminaMic ma che dici?
Sembrano le parole che alcuni Vescovi di Roma hanno rivolto al Monsignore dopo il concilio modernista V2. Ribellione, insubordinazione, auto-esclusione...veramente incredibile.
Ricordo anche, tra le altre cose che non tornano, che Tissier, il cui libro è stato presentato a Rimini qualche giorno fa, ha più volte scritto che l'attuale pontefice è un "modernista". Ora, a parte il giudizio di valore (con il quale concordo), modernista significa eretico, anzi eretico della peggior specie. Fellay dovrebbe espellere anche lui, visto che lo svizzero si è votato all'accordo con Roma (senza successo, per ora), e forse anche il vescovo argentino. O ne facciamo solo una questione di galateo?
RispondiEliminaMi pare che nessuno ignori che la formazione di Papa Ratzinger sia modernista. Ma del suo pontificato non si può fare di ogni erba un fascio in questo senso...
Quanto a Tissier, credo che si sia ricompattato, insieme a de Galarreta col suo superiore - ferme restando le sue idee e valutazioni su alcune idee controverse - nel riconoscere l'autorità di Pietro e accettando di compiere il suo ministero per il bene di tutta la Chiesa se la situazione lo permetterà.
Quanto a Williamson, più volte invitato a prudenzialmente tacere in momenti delicati, mi pare si sia fatto portavoce dell'oltranzismo più spinto, portato fino alle estreme conseguenze.
E credo che i suoi figli spirituali di oggi debbano incarnarne lo spirito e non la lettera...
RispondiEliminaCome per il Vaticano II
un eterno atteggiamento di ribellione, che è sacrosanto se riferito alle idee, ma non è più accettabile se si riferisce al vicario di Cristo ed alla sua funzione, anche se la sua persona possa incorrere in errori, cosa del tutto possibile quando non entra in campo l'infallibilità.
Che non entra in campo mai
si analizzano con oggettività comportamenti esterni di ribellione e di insubordinazione che hanno avuto le loro gravi e drammatiche conseguenze
E' vero: il problema della Chiesa è Williamson. E' tutta colpa sua, forse è responsabile pure dei campi di concentramento.
Mic ma che dici?
RispondiEliminaSembrano le parole che alcuni Vescovi di Roma hanno rivolto al Monsignore dopo il concilio modernista V2. Ribellione, insubordinazione, auto-esclusione...veramente incredibile.
Fareste bene a non identificare Williamson col vostro fondatore: altra persona, altro momento storico, drammatica evoluzione della vita ecclesiale che non può essere ignorata rimanendo ai margini.
E, poi, amici miei, bisogna completare il discorso: ribellione e insubordinazione a cosa?
Lefebvre ha contestato non tutto il concilio ma i suoi punti controversi. In questo momento Williamson sta contestando il suo superiore nell'operazione di riconciliazione con Roma, che non implica il rinnegamento di alcuna posizione su quegli stessi punti controversi; posizione sulla quale è concorde chiunque ama la Tradizione.
E' vero: il problema della Chiesa è Williamson. E' tutta colpa sua, forse è responsabile pure dei campi di concentramento.
RispondiEliminaMarco, questa conclusione sommaria è solo emotiva e non trova riscontro in alcuna delle mie affermazioni.
In un altro messaggio, al quale ti rispondo qui, assimili la Chiesa alla Democrazia cristiana. Ma lo trovo del tutto improprio, dal momento che né Fellay né alcuno di noi scende a compromessi sulla dottrina perenne, che continua a praticare, diffondere e difendere.
In questo momento Williamson sta contestando il suo superiore nell'operazione di riconciliazione con Roma, che non implica il rinnegamento di alcuna posizione su quegli stessi punti controversi; posizione sulla quale è concorde chiunque ama la Tradizione.
RispondiEliminaA non implica nessuna nessun rinnegamento? Questo lo vremo, anzi lo vedrete!!! Prima viene la Tradizione, poi i compromessi con Roma. Roma è nell'apostasia. Che compromessi buoni potranno ottenere Fellay e compagnia?
Ricorda le parole del mons. Mic, ricordale. Non ha fatto tutto quel che ha fatto per ottenere dopo 50 anni qualche misera concessione canonica da parte della Roma modernista. Ma dovete ottenere le concessioni da uno come Muller? Ma che concessioni e concessioni. Noi siamo qui a difendere la Tradizione eterna! Questa è la nostra vera missione.
possa incorrere in errori, cosa del tutto possibile quando non entra in campo l'infallibilità.
RispondiEliminaChe non entra in campo mai
Caro Marco, riconosco che si tratta del vizio di fondo che data dal concilio; ma sono tanti gli studiosi, i teologi e anche alcuni Pastori (purtroppo non la maggioranza) che vedono nell'istanza dogmatica, l'unica soluzione cui la Chiesa dovrà prima o poi pervenire... E de fide dobbiamo esserne certi e, intanto, non recedere noi e custodire ciò che abbiamo ricevuto.
dice Luisa:
RispondiElimina"ma talvolta solo un intervento netto e preciso, anche se doloroso, può sanare una ferita."
ma quanto sarebbe importante e necessario che il Papa (sommo vertice della Chiesa) seguisse questo criterio verso certi (tantissimi) vescovi e alti prelati, o falsi/sedicenti pastori di anime, lupi scorrazzanti nell'Ovile, in circostanze di gravità e urgenza di risanamento di gran lunga superiori a questa della FSSPX!
C'è una schizofrenia nella Chiesa, che stiamo tutti subendo, ma non per questo, possiamo trarcene fuori. Non diamo assenso a ciò che in coscienza non possiamo approvare, ma viviamo la vita sacramentale e di fede e proseguiamo nel nostro impegno di diffondere le verità perenni, ognuno nella sua situazione.
A non implica nessuna nessun rinnegamento? Questo lo vremo, anzi lo vedrete!!! Prima viene la Tradizione, poi i compromessi con Roma. Roma è nell'apostasia. Che compromessi buoni potranno ottenere Fellay e compagnia?
RispondiEliminaNON compromessi, garanzie senza compromesso. Questa è la conditio sine qua non.
In ogni caso lo vedremo se ci si arriverà o no. Per me c'è solo da augurarselo!
"e chiunque ama la Tradizione sta contro di lui."
RispondiEliminaMa per favore!
Che mancanza di rispetto per Mons. Lefebvre, strumentalizzarlo in quel modo indegno, ancor più se è per insultare il Superiore della Fraternità!
Che quell`anonimo segui Mons.Williamson , ma non si servi della Tradizione e di Mons. Lefebvre per giustificare le sue scelte.
Mic:"NON compromessi, garanzie senza compromesso. Questa è la conditio sine qua non.
RispondiEliminaIn ogni caso lo vedremo se ci si arriverà o no. Per me c'è solo da augurarselo".
Anche per me. Ma che bisogno c'era allora di creare una dolorosa e pericolosa frattura all'interno della fraternità?
La conditio sine qua non sono garanzie e non compromessi, sono quelle garanzie che il mons lefebvre diceva non sufficienti per collaborare con Roma. L'ho inventato io? No mic dimmelo. Se me lo sono inventato ritiro tutto. Ma se quelle parole hanno un senso ne hanno solo uno. Non 1000.
La conditio sine qua non sono garanzie e non compromessi, sono quelle garanzie che il mons lefebvre diceva non sufficienti per collaborare con Roma. L'ho inventato io? No mic dimmelo. Se me lo sono inventato ritiro tutto. Ma se quelle parole hanno un senso ne hanno solo uno. Non 1000.
RispondiEliminaDalle garanzie e dalla parole di mons. Lefebvre sono trascorsi anni e sono accadute delle cose. Fellay ha valutato che l'evolversi della situazione richiedesse l'atteggiamento e la decisione alla quale era pronto e che purtroppo è naufragata non per colpa sua. Le garanzie c'erano: è stato quando le hanno fatte saltare che Fellay -e motivatamente - si è tirato indietro. Forse ce l'hanno costretto, come in qualche modo a suo tempo hanno costretto mons. Lefebvre. Ma stiamo certi che non finisce qui. Non so come, ma qualcosa DEVE muoversi.
Io non ho tutti gli elementi di valutazione che aveva ed ha mons. Fellay, ma mi meraviglio come nella Fraternità ci sia chi non si fida del Superiore. E pare che dei tre vescovi, l'unico contrario sia ora mons. Williamson. Dunque, la frattura si è determinata per divergenze forse anche temperamentali. Chissà?
Mi sfugge qualcosa. Williamson faceva parte della Fraternità San Pio X. Come gli altri vescovi suoi pari era vincolato all'autorità di Mons. Fellay e alle decisioni del Capitolo. Lasciamo perdere la Roma modernista per un secondo, la vicenda si è consumata all'interno della Fraternità. Il suo comportamento è stato giudicato poco prudente dal suo stesso superiore e -da quello che mi risulta- i suoi colleghi vescovi non hanno scritto in difesa di Mons. Williamson quando egli contravveniva agli ordini del superiore (con la storia della mailing list). Ebbene Williamson ha disubbidito. Punto e basta. Se ora si comincia -da parte lefebvriana- pure ad accusare Fellay di modernismo e cavolate varie, allora vuol dire che ad Econe s'aggira il virus dell'anarchia protestante e qualsiasi forma d'autorità viene vista come stercus diaboli, come qualcosa da criticare sempre e comunque (forse per aver coscienza della propria realtà ontologica di fedeli del distinguo). Che l'autorità di Fellay sia stata ridimensionata dall'istituzione del Capitolo deliberativo è oggettivo ma non possiamo pensare che la Fraternità che ha fatto dell'integrità morale il senso della sua esistenza si ponga sotto l'egida di un barbaro modernista. Se così fosse, allora cade il velo di santità con cui alcuni ammantano la stessa Fraternità. E allora dovremmo aprire il capitolo: "la Fraternità può bellamente prendere la via deviata"? E "chi custodisce i custodi?"
RispondiEliminaPer l'Anonimo che non accetta la censura:
RispondiEliminaforse ci vuole più coraggio oggi a rientrare e ad obbedire, che quello dimostrato da mons. Lefebre nello strappo dell'88, che comunque va sanato. Il Sacerdozio la Liturgia e la dottrina sono in salvo; ma non possono rimanere in un hortus conclusus che, simbolicamente -sul modello della Vergine- riguarda ogni anima credente e la Chiesa tutta, non una sua parte, per quanto nobile possa essere.
Non so quanti siano gli anonimi difensori di Williamson che han postato sin qui e che ripetono cose mille volte dette. Forse è lo stesso.
RispondiEliminaQualcuno di loro ha detto: siamo già divisi. Benissimo, allora ognuno a casa sua. Non siamo noi che auspichiamo la conciliazione Fraternità-Roma ad esser fuori casa. Questo loro continuo ergersi a maestri di Verità è diventato insopportabile, non solo per l'espressione violenta e sarcastica.
Si facciano una loro Chiesa e vadano in pace.
Si difende Fellay: ma anch'egli, mi pare, è contro l'accordo, che non ha fatto. Mic afferma che, dei vescovi della SPX, l'unico "contro" è Williamson: ma contro cosa? Tissier dice e scrive che Ratzinger è eretico: ha ragione? Fellay condivide? Se no, lo espellerà?
RispondiEliminaSi difende Fellay: ma anch'egli, mi pare, è contro l'accordo, che non ha fatto. Mic afferma che, dei vescovi della SPX, l'unico "contro" è Williamson: ma contro cosa? Tissier dice e scrive che Ratzinger è eretico: ha ragione? Fellay condivide? Se no, lo espellerà?
RispondiEliminaMi pare, Marco, che Fellay non sia contro l'accordo per partito preso, così come, invece, erano contro gli altri tre vescovi per diffidenza nei confronti di Roma e per un'irrealistica posizione di pretendere la conversione di Roma, che più passa il tempo e più si divarica dalla Tradizione...
Mi pare anche che la situazione di recente si sia evoluta: al momento sono tutti e quattro contro l'accordo, ma mentre Williamson lo è in assoluto, gli altri si sono allineati a Fellay (da quel che apparirebbe dalla recente conferenza di de Galarreta) nel negare l'accordo nei termini in cui è stato inopinatamente posto da Levada, ma nel convergere su atteggiamenti più realisti nei confronti di Roma, con maggior attenzione alla Salus animarum che alla salvaguardia dell'hortus conclusus.
Non so come la situazione potrà evolvere; ma adesso, se non sbaglio, siamo a questo punto.
Di quel che ha scritto Tissier ho già parlato prima e ricordo quanto in un suo discorso sapienziale Fellay abbia invocato la necessità di finirla con le cannonate - (e con le accuse alle persone) dico io - e di continuare a combattere le idee attraverso la 'pastorale' e l'impegno sul campo non dalle retrovie, ma sul fronte. Forse dal concilio qualcosa l'abbiamo appresa: chi di pastorale ha ferito forse di pastorale può perire...
I fatti futuri ci diranno cosa preverrà...
I fatti futuri ci diranno cosa preverrà...
RispondiEliminavolevo dire "prevarrà"; ma forse è un lapsus freudiano, perchè può darsi che possa accadere qualcosa che precede e prepara gli eventi che attendiamo. Chissà?
Fellay ha valutato che l'evolversi della situazione richiedesse l'atteggiamento e la decisione ....
RispondiEliminaquesto credere che "le situazioni o fatti si sono evoluti" si adegua al pensiero dominante: mi pare un'interpretazione secondo quello storicismo evoluzionista che domina le menti cattoliche (che spesso non se ne avvedono) da oltre mzzo secolo....
è come quando il Papa del 1962 disse "i tempi sono cambiati, cambiamo il linguaggio secondo i TEMPI moderni, per portare Cristo al mondo moderno ecc...." e vedete come ha azzeccato !
ma la Verità è sempre immutabile, e ad essa bisogna rimanere fedeli, essendo Cristo Verbo eterno e immutabile di Dio, senza accettare alcun compromesso coi poteri del mondo, che governano ormai la Chiesa, con strategie politiche e machiavelliche...non più secondo le direttive del mandato di Cristo (basta pensare a Mueller)
questo credere che "le situazioni o fatti si sono evoluti" si adegua al pensiero dominante: mi pare un'interpretazione secondo quello storicismo evoluzionista che domina le menti cattoliche (che spesso non se ne avvedono) da oltre mzzo secolo....
RispondiEliminaMa che cosa sta dicendo?
Vogliamo confondere lo storicismo con il senso della storia?
Le vicende, i fatti, non si evolvono forse - anche col nostro contributo per quel che è possibile - o restano congelati a quel che vogliamo noi?
Il mio linguaggio non è adeguato che ad un parlare secondo quel che sono che so e che posso. Ma simili sciocchezze non mi riguardano, né riguardano questo blog.
può darsi che possa accadere qualcosa che precede e prepara gli eventi che attendiamo. Chissà?
RispondiEliminaPenso di sì, altrimenti per l'ultimatum a Mons.Williamson c'era tempo. Certo è una sofferenza sia andata così.
sì, forse ho detto male, ma intendevo dire che i fatti si evolvono, certo, ma la Verità resta immutabile e se siamo cristiani dobbiamo esserle fedeli a qualunque costo, prendendo la Via della Croce.
RispondiEliminaNon cercare compromessi coi poteri del mondo, pensando "Adesso le cose sono migliorate, mi posso accordare con questi (che la fedeltà a Cristo la usano "a singhiozzo", quindi tiepidi....o bivalenti tra Cristo e mammona)".
La situazione di oggi non è affatto migliorata rispetto all'88, anzi peggiorata, più insidiosa con ambivalenze nefaste che nessuno può negare. E sono quelle che il Signore aborre.
Indubbiamente Williamson è un servo di Dio, fedele e integrale, perseverante, scevro da compromessi con le menzogne post- e filo-conciliari che il Potere impone a tutti (si badi bene: sia alla FSSPX che a noi tutti), e per questo riceve dal mondo la stessa sorte del suo divino Maestro: la croce.
Ma chi accetta compromessi rifiuta di fatto la Via Crucis, la Via Regale del Divino Maestro e Sposo della Chiesa.
sì, forse ho detto male, ma intendevo dire che i fatti si evolvono, certo, ma la Verità resta immutabile e se siamo cristiani dobbiamo esserle fedeli a qualunque costo, prendendo la Via della Croce.
RispondiEliminaNel riconoscere che si può cambiare parere e comportamento in base all'evolversi dei fatti non credo ci sia storicismo, ma realismo e non significa necessariamente mettere in discussione la Verità immutabile.
La valutazione di Fellay non discende da un "cambiamento in positivo di Roma", ma dalla realistica consapevolezza di non poterlo pretendere solo a suon di proclami e di condanne e avendo anche considerato l'invito di Pietro e la necessità di aderirvi, oltre che per il fatto di riconoscere l'autorità petrina, pensando al bene di tutta la Chiesa. Ovviamente non velleitaristicamente, ma Deo adiuvante e con le previe dovute garanzie di libertà di agire e di esprimersi. E, se lo fa nei modi che gli sono propri non mi pare si discosti da nessuna verità perenne, senza tuttavia sparare cannonate e accuse. Non ce n'è bisogno. La Verità bisogna mostrarla e praticarla: il resto non dipende da noi, ma da Lui...
Proprio non comprendo questa fissazione sui compromessi, quando non ne vedo l'ombra. A meno che per qualcuno non sia un compromesso il solo accordo, che non è un punto d'arrivo, ma di partenza e l'inizio della vera battaglia!
Questo mio testo, forse per il suo pessimismo (io lo chiamo realismo), forse per il suo NON essere funzionale a tifoserie di squadra, ma solo di richiamo a quella virtù, di cui non ci sarà MAI abbastanza, che si chiama "Carità fraterna", è rimasto senza eco visibile. "Beati coloro che non si fanno illusione, poiché non resteranno delusi".
RispondiEliminaSeraafino ha detto...
Come ho scritto, da tempi non sospetti, mi auguro, spero e prego che TUTTI possano continuare a fare l'apostolato, nelle forme e nei modi che, in coscienza reputano corretti, senza anatemi reciproci.
Tradizional-"Agnosticismo" il mio? E/o "Tradizional-"Relativismo", e/o arie da "Padre Nobile" (come mi accusa qualcuno)? Può darsi. Forse solo presa d'atto che "Il Pastore è stato colpito ed il Gregge si è disperso".
23 ottobre 2012 19:49
Un'estromissione è sempre un evento doloroso, anche se necessario, man non c'è nulla di cui gioire. C'è solo da pregare perché la Fraternità sia ora più unita attorno al suo superiore e, a Dio piacendo, senza rinunciare alla Buona Battaglia sin qui condotta in difesa della fede, possa un giorno essere in piena comunione canonica con il santo Padre, perché su questioni di Fede, non hanno nulla da rimproverarsi.
RispondiEliminaWillianson, sul fronte opposto, si è comportato come quei vescovi modernisti/progressisti che, a parole, dicono di essere "cum Petro", ma ritengono che essere "sub Petro" sia una condizione preconciliare, per cui decantano tanto la collegialità episcopale e si sentono tanti papi nelle loro diocesi e agiscono e predicano in tutta libertà: dottrinale e morale.
Proprio non comprendo questa fissazione sui compromessi, quando non ne vedo l'ombra. A meno che per qualcuno non sia un compromesso il solo accordo, che non è un punto d'arrivo, ma di partenza e l'inizio della vera battaglia!
RispondiEliminaCarissima Mic,
i migliori tra i preti ED (o MP a dir si voglia), I MIGLIORI, i "Falchi", in non poche materie hanno e danno insengnamenti non diversi da quelli dei "Conservatoristi". Dopo aver visto ciò, come fate a disapprovare coloro che, vedono l'accordo in quanto tale, come un compromesso, o foriero di tale?
i migliori tra i preti ED (o MP a dir si voglia), I MIGLIORI, i "Falchi", in non poche materie hanno e danno insengnamenti non diversi da quelli dei "Conservatoristi". Dopo aver visto ciò, come fate a disapprovare coloro che, vedono l'accordo in quanto tale, come un compromesso, o foriero di tale?
RispondiEliminaPerché puntare lo sguardo su quei preti e non aver fiducia che la Fraternità non debba per forza subìre la stessa trasformazione?
Tra coloro che nomina ci sono alcuni che credo amino una certa 'visibilità'. E non mi pare, questo, lo standard della Fraternità, ma resta un problema di alcuni. E' un rischio che può correre chiunque, nessuno di noi credo possa esserne esente; ma rimanendo fedeli nella preghiera e nell'adorazione e nella vita sacramentale, e dunque vigilando e pregando, non credo che ci si possa 'guastare'. E, ripeto, non vale solo per la Fraternità...
Un'estromissione è sempre un evento doloroso, anche se necessario, man non c'è nulla di cui gioire. C'è solo da pregare perché la Fraternità sia ora più unita attorno al suo superiore e, a Dio piacendo, senza rinunciare alla Buona Battaglia sin qui condotta in difesa della fede, possa un giorno essere in piena comunione canonica con il santo Padre, perché su questioni di Fede, non hanno nulla da rimproverarsi.
RispondiEliminaSono d'accordo.
Questo mio testo, forse per il suo pessimismo (io lo chiamo realismo), forse per il suo NON essere funzionale a tifoserie di squadra, ma solo di richiamo a quella virtù, di cui non ci sarà MAI abbastanza, che si chiama "Carità fraterna", è rimasto senza eco visibile. "Beati coloro che non si fanno illusione, poiché non resteranno delusi".
RispondiEliminaOstinarsi a parlare di "illusioni", quando c'è chi coltiva speranze, non so se significhi essere davvero realisti. Ci sono degli elementi di rischio, ma con l'aiuto del Signore, ci sono anche ragioni che inducono a uscire da una situazione comunque anomala e dare un contributo alla Buona Battaglia che è di TUTTA la Tradizione. Perché dubitare ad ogni costo?
E soprattutto perché tirare in ballo un termine come 'tifoserie', quando si sta parlando di cose serie e vitali e non di tifo da stadio?
Mi sa che c'è chi parla di evoluzionismo e storicismo senza saper con esattezzza il significato dei termini.
RispondiEliminaDiceva mons. Lefebvre ch'egli accettava di confrontarsi col mondo moderno ed usava i mezzi che la modernità gli metteva a disposiziione, ad es. l'aereo. Doveva forse continuare ad andar in missione in nave?
I tempi cambiano, possono cambiar gli atteggiamenti, non nel senso che si debba sacrificar la verità, ch'è quella e non altra, ma si deve cercare un nuovo modo di confermarla cogliendo nel periodo in cui si vive le occasioni e gli appigli necessari per farla trionfar questa verità.
Chiudersi a riccio senza sforzarsi di render comprensibile la propria posizione dopo anni di lontananza e polemiche, è sterile. Gli sforzi di mons. Fellay hanno aperto la via del dialogo franco. Se i frutti non son arrivati ora afrriveranno poi.
Intanto, se non ho capito male - c'era frastuono in chiesa coi muratori all'opera - Muller non è tra i prossimi cardinali.
Vai, ora Williamson è un'immagine di Cristo in croce. Siamo al più tremendo fanatismo e culto della personalità.
RispondiEliminaMa seriamente quali sono le ragioni per cui mons. Williamson ha fatto bene a disobbedire al suo superiore mons. Fellay?
RispondiEliminaTra i sostenitori di mons. Williamson potrei avere una risposta chiara e ragionevole, senza gli slogan buttati lì a caso.
Le ragioni per cui la FSSPX non obbedisce al Papa sono ben note e argomentate e sono del tutto diverse dal non giustificabile atteggiamento di mons. Williamson.
E' vero che il Papa negli anni della sua formazione ha purtroppo assorbito idee moderniste che lo hanno condizionato negativamente nella sua produzione teologica, ma il suo cuore è tradizionale, altrimenti mai avrebbe tolto le scomuniche e liberalizzato la Santa Messa VO.
Gli sforzi di mons. Fellay hanno aperto la via del dialogo franco.
RispondiEliminaah sì?
"dialogo franco" che sfocia in un bel voltafaccia:
di quale franchezza stiamo parlando ? si dica e dimostri:
di quale lealtà alla parola data, dopo il 13 giugno ?
hanno avuto forse torto coloro che avvisavano in anticipo che la FSSPX andava a fare un accordo con gente inaffidabile, dalla lingua doppia ? gente (tutto l'apparato vaticano, dove vince il gruppo di potere che sappiamo, e il papa si adegua, con le sue conferme di "obbligo al concilio") che con una mano concede e con l'altra toglie ciò che ha già promesso o concesso (v. il cosiddetto "diritto alla Messa antica", di fatto osteggiata da esponenti d'autorità(rismo), sempre lasciati impunemente infierire sui deboli) ?
il suo cuore è tradizionale,
RispondiEliminail papa Benedetto un cuore tradizionale ??
ma prima di lasciarsi cullare in una simile enorme illusione, non sarebbe meglio andare a leggersi un po' di storia e vari spunti biografici di papi e prelati dal concilio ad oggi e ricollegare detti e fatti tra loro, in una linea sequenziale di cause-conseguenze che aiuterebbe ad aprire gli occhi, cioè approdare al vero realismo ?
Cristo moltiplicò pani e pesci, Mons. Williamson gli anonimi commentatori.
RispondiEliminaScritto nel 2006:Le Formiche ed i Tirannosauri.
RispondiEliminaC'era una volta, al tempo dei tempi, un mondo ordinato, in cui tutti gli esseri viventi, erano anche intelligenti. L'uomo non era ancora comparso, ma già allora gli altri animali, adoravano l'Immagine Divina, che in lui si sarebbe manifestata.
Prosegue: Purtroppo, per motivi che narrerò un'altra volta, questo equilibrio ordinato terminò. I Tirannosauri presero il potere e diffusero una falsa religione, che di quella tradizionale, aveva solo qualche apparenza esteriore. Non solo. Questo era l'aspetto peggiore, in astratto, ma, in concreto, non si limitarono a ciò. Crearono una feroce tirannia, aiutati in ciò anche dalla scoperta di qualche cosa somigliante a computer e codici.
RispondiEliminaOrmai avevano il controllo di quasi tutto. Compresi i media. Non gli bastava essere signori di tutto, volevano anche essere considerati i migliori signori possibili. Nessuno si opponeva? In effetti, tale controllo e tale propaganda erano così capillari che i pochi dissidenti passavano per tipi strani, eccentrici, incontentabili e, in ultima analisi, per degli pseudo-bastian contari nati.
Tanto più, che, molti di loro, non è che poi facessero molto per sembrare diversi da tale raffigurazione. In primo luogo, ciò che colpiva l'attenzione era la sproporzione (per usare un blando eufemismo) delle forze. Contro l'esercito dei tirannosauri, il dissenso non sapeva mettere in campo più che qualche sparuto manipolo di Formiche. E fin qua, nulla quaestio. Le formiche avrebbe potuto prendere atto di ciò, ovvero che erano poche, isolate, con le zampe praticamente legate (in alcuni casi, legate davvero), e nel mondo, coloro che sapevano della loro esistenza, le immaginavano, appunto come descritte prima. Allora, preso atto di ciò, avrebbe potuto ricominciare proprio da tali basi. Isolate? Farsi forti del proprio isolamento per curare, in mancanza di meglio (di meglio? Perchè, c'è di meglio?) la propria formazione in primis spirituale e poi anche culturale. Invocare il Creatore ed approfondire le conoscenze che avrebbe potuto aiutare la ricostruzione, ed al ritorno della società all'equilibrio ed all'ordine. Ricostruzione anche concreta e materiale, visto che sembrava, oramai, che più le cose andavano avanti, e più diminuivano le possibilità di uscirne in modo non catastrofico. Però, cominciarono a succedere dei fatti nuovi. L'uso del computer , in specie di quelli collegati via telefono, se, da un alto, favoriva l'uscita dall'isolamento, causò anche un altro fenomeno. Da sempre, tali formiche, per i motivi (o, più che altro, per i pretesti) più vari erano afflitte dalla litigiosità e dall'invidia endemiche che colpisce i gruppi che riescono a fare poco. Il collegamento in rete accentuò tale fenomeno. Finché, il giorno che i tirannosauri decisero che era giunta l'ora di uno scontro in campo aperto, dall'altra parte, successe un parapiglia. Tanto per incominciare, le liti sulla leadership del gruppo, un po' per davvero, ed un po' perchè furono prese a pretesto, decimarono le formiche, prima ancora dello scontro. Vorrei venire, dicevano alcune, ma non posso partecipare ad iniziative pan-formichiste. Se il comando lo cedete, non dico a me, ma coloro che seguono il modo di vedere, secondo il quale solo l'alimentazione a base di mirtilli da modo di vedere chiaramente come si risolverà la crisi, dicevano altre. Altre anche aggiungevano, se non sarà pubblicamente denunciato che mangiare gli spinaci il mercoledì è una scelta politica che non ci si confà, non contate su di me. Altri ancora: se non dichiarate che mangiare gli spinaci il mercoledì è la nostra unica scelta politica coerente, non vengo. Alla fine, di fronte all'armata dei tirannosauri, erano schierato non più di sette o otto formiche. Ma non basta.
RispondiEliminaCinque di queste sette o otto, già schierate (si fa per dire) contro il nemico, consumavano larga parte delle proprie già men che scarse risorse, per litigare tra loro. Erano rimaste un paio. Presero atto di tale situazione. Ne conclusero che dovevano contare sull'aiuto divino. Oramai la battaglia era in corso. I tirannosauri schiacciarono le formiche. Però, una di quel paio che aveva preso atto della situazione e si era affidata all'Alto, non solo si salvò, ma riuscì a mordere, in un punto sensibile, un tirannosauro. Quest'ultimo, che era allergico alle secrezioni delle formiche, ebbe uno shock anafilattico che lo uccise. Non solo, ma cadendo, ostruì l'avanzata degli altri. Era sembrata una passeggiata, ma non era così. Vedendo quei bestioni che rovinavano paurosamente, anche altre formiche, e pure altri animali uscirono allo scoperto. Alla fine i Tirannosauri vinsero, ma fu una vittoria di Pirro. La fama della loro superiorità, ne venne seriamente colpita. Sempre più animali, resistettero agli osceni culti dei Rettili. Perfino qualche giovane Tirannosauro fu convertito alla fede delle formiche. in specie, però, tra coloro che non le frequentavano. I reduci di quella battaglia, diffusero sempre più la consapevolezza che senza affidarsi all'Alto, ogni sforzo era perso in partenza.
[continua]
Ha ragione Domenicano. Williamson, corifeo dei sedevacantisti, più o meno cripto, è diventato un nuovo moltiplicatore di anonimi, cioè d'imbecilli vigliacchi che han persino paura di nascondersi dietro un nick!
RispondiEliminaDi questa razzumaglia, MIC, il blog non ha bisogno. I cassonetti sì, perché senza di essi i netturbini non lavorebbero.
Vedere su Una Vox il "breve commento a caldo sull'esclusione di Mons. Williamson dalla Fraternità di San Pio X". Interessante opinione.
RispondiEliminaGrazie a Gabri. Questo il "succo del commento 'a caldo' che promette ulteriori riflessioni:
RispondiElimina[...]
Quali che siano le responsabilità di Mons. Williamson, ciò che colpisce, nel comunicato della Casa generalizia, è l’accento posto sul bene comune della Fraternità, in modo da far coincidere tale bene comune con il rispetto e l’ubbidienza dovuti ai superiori.
La cosa è non poco sconcertante, poiché, visto il contesto, si dimostra che si è voluto trascurare un altro aspetto, certo non meno importante, forse ben più importante, probabilmente il vero importante per il bene comune e il buon governo della Fraternità: evitare di drammatizzare le divisioni e soprattutto evitare di innescare una divisione lacerante che indebolisce la battaglia per la vera fede, che svilisce il senso e la ragion d’essere della difesa della Tradizione, che crea sconcerto e lacerazioni tra i fedeli, che offre indebitamente e gratuitamente armi mortali al nemico che si annida in alto loco a Roma.
Si è preferito far valer il rispetto formale dei superiori, a fronte del rispetto sostanziale della battaglia che da 40 anni centinaia di migliaia di sacerdoti e di fedeli, con non pochi sacrifici, seppure con gioioso entusiasmo, conducono per il bene della Chiesa e per l’onore di Nostro Signore.
Da oggi, l’onore dei superiori è salvaguardato, anche a costo dell’apertura delle ostilità all’interno della Fraternità, con la conseguenza che le ostilità all’esterno ne risentiranno fortemente, poiché un esercito che va diviso in battaglia, di certo ha già perso.
Queste le brevi considerazioni a caldo, che saranno seguite, con calma, da altre considerazioni, inevitabilmente suscitate da questa decisione che era nell’aria, ma che pregavamo perché non sopravvenisse… non per noi che siamo nessuno, ma per il bene comune della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
Dimenticavo il link
RispondiEliminahttp://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV355_Commento_esclusione_Williamson.html
Da oggi, l’onore dei superiori è salvaguardato, anche a costo dell’apertura delle ostilità all’interno della Fraternità, con la conseguenza che le ostilità all’esterno ne risentiranno fortemente, poiché un esercito che va diviso in battaglia, di certo ha già perso.
RispondiEliminaSe posso fare un'osservazione, anch'io 'a caldo', non credo che Mons. Fellay abbia guardato tanto a salvaguardare il suo onore, quanto piuttosto non abbia fatto un atto di governo, doloroso e lacerante quanto si vuole, ma forse ormai improcrastinabile perché mancava ogni possibilità di ricompattamento: la divaricazione è netta e purtroppo sembra irreversibile e non riguarda Williamsom-Fellay soltanto, perché gli altri vescovi risultano compatti, almeno così pare e così spero che sia.
Certo, poi lascia molta amarezza il fatto che La Croix (24 ottobre), dopo aver riportato il comunicato di esclusione, possa pubblicare:
RispondiElimina"" [...]
UNA « BUONA NOTIZIA » PER IL VATICANO
Questa esclusione è stata accolta dal Vaticano come una « buona notizia », hanno indicato mercoledì fonti vicine alla questione lefebvrista all'agenzia I.Media, valutando che sia un passo « molto significativo e importante ». Se Mons. Williamson fosse rimasto in seno alla Fraternità, « sarebbe stato un elemento supplementare di complicazione » nel dialogo già difficilissimo tra i discepoli di mons. Mgr Lefebvre gurdando ad un rientro della FSSPX nella Chiesa cattolica.
« Il caso Williamson complicava molto le cose perché le sue dichiarazioni (sulla Shoah, ndlr) hanno offeso la morale della persona si afferma ancora che in Vaticano, dove si precisa che Roma attende sempre una risposta della FSSPX sulle questioni dottrinali.""
Ora, la Croix è un po' il Tornielli francese, e tuttavia sono considerazioni che ognuno di noi ha fatto e non sono certo gradevoli.
Con tutte le ragioni di questo mondo, il prezzo da pagare per la Fraternità è molto alto...
... erano sì dichiarazioni avventate e poco prudenti, ma la bieca strumentalizzazione partita dalla curia ed enfatizzata a dismisura dai media con mobilitazione di "fratelli maggiori" e governi di mezzo mondo, col seguito della quasi-dogmatizzazione della shoah, fatto orrendo, ma pur sempre un fatto storico e non un luogo teologico, non può non lasciare la bocca amara a tutti noi...
RispondiEliminaLa verità è che mons. Williamson ha fatto di tutto per esser espulso.
RispondiEliminaOra è libero di impostare come meglio crede la sua personale battaglia, senza dover obbedire a superiori di qualsiasi livello. E' il superiore di se stesso.
Quanto alla famosa intervista, certamente strumentalizzata al massimo, mette in luce non solo la mancanza di prudenza dell'uomo e del pastore in un momento cruciale della vita della S. PIO X, ma la sua dabbenaggine (o voleva gettar un sasso in piccionaia per allargar la frattura con Roma?) unita ad una cultura storica di spolvero. Le sue spiegazioni furon farfugliate, da bambino colto con le dita nel barattolo della marmellata.
Ora è libero di impostare come meglio crede la sua personale battaglia, senza dover obbedire a superiori di qualsiasi livello. E' il superiore di se stesso.
RispondiEliminaMa non sarebbe stato meglio organizzare una "separazione consensuale"?
Ma ormai erano separati di fatto e lui era andato via di casa. Il giudice ha preso atto.
RispondiEliminahttp://doncurzionitoglia.net/2012/10/26/espulsione-di-mons-williamson-non-lasciamolo-solo/
RispondiEliminaanonimo delle ore 18 legge e riferisce:
RispondiElimina"In realtà è la direzione della Fraternità che da diversi anni – e specialmente dal 2009 – ha preso una posizione pericolosa di dialogo azzardato e di eccessiva apertura verso le novità del Concilio Vaticano II nonché di accettazione della shoah quale condizione richiesta da Benedetto XVI per essere considerati in piena comunione ecclesiale. È soprattutto l’opposizione a questi cedimenti che viene rimproverata a monsignor Williamson, mascherata sotto l’aspetto disciplinare.
Lo stesso Superiore generale della Fraternità aveva riconosciuto – nel settembre del 2012 – che era stato ingannato e che Benedetto XVI voleva l’accettazione della Nuova Messa e del Concilio Vaticano II da parte della Fraternità. Ora ciò è proprio quello da cui monsignor Williamson “aveva preso le distanze” cercando di farle prendere anche alla direzione della Fraternità.
Se un Superiore generale si dichiara ingannato, dopo diversi anni, da un interlocutore che ha parlato apertamente e non ha nascosto il suo fine, o non è capace di governare o è in collusione con il nemico-interlocutore, “tertium non datur”. Benedetto XVI non ha mai nascosto che, secondo lui, il Concilio Vaticano II e il Novus Ordo Missae sono in continuità con la Tradizione. Voler far credere che per anni interi si è potuto pensare il contrario è una menzogna inaccettabile ed un insulto al buon senso di ogni uomo. A Napoli si dice: “qui nessuno è stupido”. Il Superiore in questione avrebbe dovuto ringraziare monsignor Williamson per averlo messo in guardia, e non espellerlo. Anzi avrebbe dovuto dimettersi personalmente."
http://doncurzionitoglia.net/2012/10/26/espulsione-di-mons-williamson-non-lasciamolo-solo
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perchè non cominciamo a dire "pane al pane evino al vino "come fa don Curzio ?
Il link non s'apre.
RispondiEliminaLa dichiarazione di don Petrucci insiste sull'aspetto esclusivamente disciplinare. Un modo come un altro per parlar a nuora perché suocera intenda?
Ho letto su Una Vox l'articolo di don Nitoglia, di sapore molto acre nei riguardi di mons. Fellay e della Fraternità. Arriva a dissuadere i fedeli dal frequentare le Messe della S. Pio X sotto l'attuale direzione salvo caso di comodità per vicinanza a alle loro abitazioni... Ed è tutto dire.
RispondiEliminaL'odierna Fraternità può corromopere la fede!
Il sedevacantismo è una malattia da cui non si guarisce. Il tono rancoroso dell' "ex" non può sfuggire.
Dunque, non lasci solo Williamson e vada a tenergli compagnia. Così anche lui non sarà solo.
L'articolo del Nitoglia ha avuto una risposta-condanna dal Distretto italiano.
Ho letto anche io gli articoli di mons. Williamson, don Curzio e Belvecchio su unavox. Quale è la posizione di unavox sulla questione? Si tratta di un sito dove si ospitano articoli senza prendere posizione?
RispondiEliminaA mio parere mons. Williamson non può accusare mons. Fellay di tradimento della FSSPX e di cedimento di fronte ai problemi posti dal Concilio Vaticano Secondo e dal NO.
Non c'è nessun accordo dall'orizzonte e se ci sarà non sarà una trappola per la FSSPX, anche perché quest'ultima non accetterà delle condizioni vessatorie.
Non si prendono posizioni o decisioni sull'onda delle emozioni, è una regola spirituale fondamentale propria della spiritualità degli esercizi spirituali di Sant'Ignazio!
RispondiEliminaA don Curzio sono molto legato comprendo il suo giusto sdegno per il comportamento dell'amico, ma rispondo avendo ancora a mente un articolo di don Curzio che mi ha molto aiutato, non giova a nulla sbrindellare la Resistenza!: “Non sbraniamoci tra noi”.
Errata corrige:
RispondiElimina"il comportamento", leggasi: il trattamento.
Giusto sdegno? Mah.
RispondiEliminaInteressante dibattito. Tuttavia, perdonate l'ingenuità, una cosa non ho capito (e non è una domanda retorica): cosa esattamente si imputa a Mons. Williamson? Le accuse mi appaiono generiche e non circonstanziate. Quali i suoi atti riprovevoli? Quali le sue dichiarazioni non in linea con la Dottrina tradizionale? Quali i suoi comportamenti concreti che possono aver danneggiato la buona battaglia per la Dottrina di sempre? O forse (dico forse...)il coraggioso anche se irruento Monsignore paga il prezzo per certe passate dichiarazioni poco gradite ai "fratelli maggiori"? E non è che la Fraternità, con scelta tattica forse comprensibile ma certamente sgradevole, se non riprovevole, ha accettato di sacrificare Mons. Williamson in nome dell'esigenza (assai discutibile) di "tenere aperta la porta" di trattative ormai fallite (e non per colpa della FSSPX)? Ultima osservazione: cerco di non personalizzare mai le mie considerazioni, ma che una persona stimabile come il Prof. Pastorelli, senza alcuna spiegazione, definisca "cultura storica da spolvero" quella di Mons. Williamson lo considero assai deplorevole.
RispondiEliminaQuali i suoi atti riprovevoli? Quali le sue dichiarazioni non in linea con la Dottrina tradizionale?
RispondiEliminaProbabilmente non a caso, come osserva Dante, la dichiarazione del Distretto italiano si sofferma particolarmente sull'aspetto 'disciplinare' della vicenda...
Sulla definizione "cultura storica da spolvero" si può non esser d'accordo; ma di certo Mons. Williamson ha attinto a fonti quanto meno inconsuete. Ma se fossero queste sue dichiarazioni, di ordine storico ad aver influito sulla decisione, mi sentirei molto amareggiata. Il maggior peso, nella decisione, credo lo abbiano avuto i suoi comportamenti e le sue dichiarazioni smaccatamente in contrasto.
Non c'è nessun accordo dall'orizzonte e se ci sarà non sarà una trappola per la FSSPX, anche perché quest'ultima non accetterà delle condizioni vessatorie.
RispondiEliminaQuesto è un punto che anch'io dò per scontato; ma mi pare siano in diversi a non esserne convinti.
Ricordo che Williamson, dopo la sciagurata vicenda, ebbe a dichiarare che sull'argomento aveva letto qualcosa ma non aveva approfondito e s'impegnava a studiar meglio.
RispondiEliminaDi deplorevole c'è, quindi, solo il comportamento del vescovo allora, con dichiarazioni coscientemente o incoscientemente devastanti, e dopo con le sue posizioni in seno alla Fraternità.
Carissima Mic, la mia nonna diceva: "a pensaà mal se fa pecà, me s'induina". Andreotti si dichiarò d'accordo. Continuo a pensare che l'anatema scagliato contro Mons. Williamson sia principalmente dovuto alle sue opinioni su veri o presunti o revisionabili fatti storici. Non so nulla dei disciplinari vigenti all'interno della Fraternità, ma mi sembra oggettivo che le accuse a lui rivolte siano generiche e non documentate. Lei definisce "inconsuete" le fonti di Monsignore. Posso essere d'accordo. Però, perchè impedire di discuterne? Infine, per il Prof. Pastorelli: dopo l'aggressione mediatico-lobbistica contro di lui, cosa poteva fare Monsignore, probabilmente pressato dalla Fraternità (che non ha certo brillato, in questa occasione, per coraggio e coerenza) se non una prudente retromarcia, che non poteva che suonare imbarazzata? Di devastante c'è solo la violenta e intollerente arroganza delle ben note lobbies.
RispondiEliminaLasciatemelo dire di devastante c'è solo il nuovo dogma olocaustico da cui discende non solo la corruzione della nostra fede (cfr. Gherardini: "Quale accordo tra Cristo e Beliar") ma la rovina mondiale.
RispondiEliminaMa il tempo è sempre galantuomo, fra cento anni (ma forse molto ma molto meno) le generazioni future guarderanno con orrore tutto questo asservimento e chi lo ha organizzato e dogmatizzato, papi romani compresi.
Mi spiace per mons. Williamson, ma come si è già detto, oggi come oggi, sfilacciare"la Resistenza" è da irresponsabili! Ha avuto la sua soddisfazione nel vedere andare a monte "un pessimo accordo!" ma come ci ha insegnato don Francesco Putti nel caso dell'Osservatore Romano (http://lepaginedidoncamillo.blogspot.it/p/quando-losservatore-romano-venne.html) quando grazie a Dio si vince, non bisogna STRA-vincere, si cade nell'orgoglio spirituale e nella superbia, radice del primo peccato satanico.
Lasciatemelo dire di devastante c'è solo il nuovo dogma olocaustico da cui discende non solo la corruzione della nostra fede (cfr. Gherardini: "Quale accordo tra Cristo e Beliar") ma la rovina mondiale.
RispondiEliminaSu questo dono d'accordo e mi riallaccio anche a quel che dice Silente
Ma il tempo è sempre galantuomo, fra cento anni (ma forse molto ma molto meno) le generazioni future guarderanno con orrore tutto questo asservimento e chi lo ha organizzato e dogmatizzato, papi romani compresi.
Così sarà. Solo che nell'attesa sarà dura...
... quando grazie a Dio si vince, non bisogna STRA-vincere, si cade nell'orgoglio spirituale e nella superbia, radice del primo peccato satanico.
Su questa conclusione andrei cauta: la terrei a mente come principio generale, ma la lascerei al Signore riferita a casi particolari.
Rispondendo al Professor Pastorelli,
RispondiEliminanon mi meraviglia che lui non sappia molto circa l'esistenza di tutta una corrente di storici (e non solo, ci sono anche esperti di chimica, che discutono di particolari tecnici), che, mettendo a serio rischio i propri succesi professionali (e talvota non solo quelli), discutono le tesi ufficiali correnti su questo argomento. E non tutti sono ascrivibili alle destre politico-culturali. Il primo di tali studiosi è stato il PARTIGIANO Faurisson, che nei lager c'è stato, come prigionierio. Socialista bordighiano, leader di un gruppo che si chiama "NUCLEI LENINISTI INTERNAZIONALISTI AUTONOMI". Corrente, di cui fa parte l'autore citato da Mons. Williammson, che non NEGA, nè tanto meno giustifica certi eventi, ma ne discute i NUMERI ed i metodi di attuazione. Numeri e metodi d'attuazione, su cui sono state costruite fortune accademiche, economiche e politiche e che costituiscono la base una sorta di "Complesso d'inferiorità/colpa" della cultura cristiana. Sulla base di tale complesso si è costruito il 75% del post-concilio.
Caro Serafino,
RispondiEliminaero al corrente di questa versione dei fatti; ma purtroppo la tesi che ha prevalso è il "negazionismo" assoluto. Inoltre il tema è tanto delicato, oltre che doloroso, ma anche strumentalizzato in maniera abnorme e purtroppo non inquadrato nei suoi giusti termini neppure dall'autorità ecclesiastica, a prescindere dalle tesi di questo o quell'altro storico. E' un tema, che da qualunque angolatura lo affronti, presta il fianco ad accuse e contenziosi senza fine che hanno, in radice, quella che oggi appare persino un'ossessione da parte ebraica.... Ho scritto che se non si guarisce dal passato, è difficile se non impossibile scrivere un futuro sereno e senza storture e ritorsioni che possono assumere qualunque forma... E questo vale non solo per gli ebrei ma per chiunque, a livello sia individuale che comunitario.
Corrente, di cui fa parte l'autore citato da Mons. Williammson, che non NEGA, nè tanto meno giustifica certi eventi, ma ne discute i NUMERI ed i metodi di attuazione.
RispondiEliminaFaccio presente che, la corrente cui mi riferisco è quella storiografica, non quella politica il cui capo è Faurisson.
E se il monsignore, che sapeva di non aver sufficiente competenza storica sull'argomento, avesse taciuto limitandosi a parlar di cattolicesimo? Non avrebbe dovuto smentisi in modo inconcludente.
RispondiEliminaE' questa la cultura di spolvero a cui mi riferivo, quella che lui stesso dichiarava.
Non ho mai aderito alla tesi di un olocausto da dogmatizzare, o da considerare l'unico della storia, ma non aderisco neppure ad un riduzionismo di parte che vela altri sentimenti che non m'appartengono. Come spesso tradisce il tono.
SERAFINO,
RispondiEliminanon ho capito a chi alludi quando affermi che non ti meravigli che "lui" non sappia ecc.
A proposito di gruppi leninisti: non è mai venuto in mente l'auotoassoluzione di questi comunistacci che del sangue degli ebrei sono lordi?
RispondiEliminaSERAFINO,
RispondiEliminanon ho capito a chi alludi quando affermi che non ti meravigli che "lui" non sappia ecc.
i soliti accenti polemici riferiti alla persona, tipici di chi è di parte e non riesce a limitarsi al contenuti senza tirar fuori osservazioni che oltretutto non servono a nulla, se non a sterilmente punzecchiare l'interlocutore.
Potremmo star qui all'infinito a discutere sui dettagli di questa question, che ormai sono tutti sviscerati.
Personalmente sono addolorata per la Chiesa per la Fraternità e per le persone coinvolte che sia finita in questo modo.
Ma è innegabile che ognuno ci ha messo del suo, a prescindere dalla circostanze e dai contesti.
Permettetemi di prendere una boccata d'aria rispetto a queste tristezze. Domani, 28 ottobre, è anche (perdonatemi, con quell'"anche," il vezzo di un "divertissement": qui habet aures audiendi, audiat...) l'anniversario della battaglia di Monte Milvio quando, nel 312 d.C. Flavio Valerio Costantino sconfisse a Saxa Rubra Marco Aurelio Valerio Massenzio. La vittoria venne preceduta dalla famosa visione del "In hoc signo vinces". Un anno dopo, nel 313 d.C., l'editto di Milano che dichiarava quella cristiana "religio licita". L'anniversario viene oggi ricordato da Roberto de Mattei con un bel articolo su "il Giornale". La svolta costantiniana ha fondato la "res publica christiana" a cui così tanto deve la nostra civiltà, svolta non a casa spregiata dai modernisti e progressisti. Scrive il Prof. de Mattei: "L'11 ottobre 1962, giorno della solenne inaugurazione del Concilio Vaticano II, il padre Yves Congar nel suo diario deplorava il fatto che la Chiesa non aveva mai avuto in programma "l'uscita dall'era costantiniana". La tesi era che occorreva purificare la Chiesa, sciogliere ogni suo legame con le strutture del potere, farla "povera" e "evangelica". Il comunismo si presentava allora come la voce del progresso e la Chiesa costantiniana era identificata con quella di Pio XII, che lo aveva condannato. (...). Cinquant'anni dopo l'evento conciliare, il cristianesimo "post-costantiniano" raccoglie però frutti amari. Se il cristianesimo rinuncia a trasformare il mondo, la società neopagana secolarizza il cristianesimo. Il progressismo cattolico è in crisi e il comunismo è crollato. Ma la figura di Costantino ancora giganteggia nella storia." Scusate la lunga citazione. Ma de Mattei merita sempre attenzione. Segnalo anche, ai milanesi e no, la bella mostra a Palazzo Reale "Costantino 313 d.C." L'ho visitata stamani. Merita. C'era più gente che non alla concomitante mostra su Picasso...
RispondiEliminaSe gli storici non si limitassero a confutare adeguatamente le tesi errante dei negazionisti e riduzionisti senza chiedere il carcere non sarebbe meglio?
RispondiEliminaPurtroppo tempo che non ci sarà a breve un confronto storico razionale, serrata e scevro da passioni sull'argomento.
Da un punto di vista storico mi convince la “tesi ufficiale”, ma non condivido il carcere per chi la nega.
Da un punto di vista teologico lo sterminio degli ebrei è stato un peccato di omicidio che grida vendetta al cospetto di Dio, esattamente come tutti gli altri genocidi. Niente di più, niente di meno.
Farne un dogma, un luogo teologico, una causa di scomunica è del tutto sbagliato.
Come è sbagliato strumentalizzare questo genocidio per giustificare aggressioni e violenze verso altri popoli, fomentare sensi di colpa, forzare la Chiesa a cambiare la sua teologia su deicidio, responsabilità del popolo giudaico nella condanna di Cristo e dottrina della sostituizione.
Per questo gli aderenti alla “tesi ufficiale” propongono ingiustamente il carcere per i negazionisti. Ci sono idee politiche dietro.
Come i negazionisti/riduzionisti non penso che siano animati dalla pura verità storica.
Anche qui ci sono idee politiche dietro. Idee che non concordano con la dottrina cattolica a scanso di equivoci.
Tornando in tema non è che sia stato mons. Williamson a tentare di dividere la FSSPX perché vedeva un qualunque accordo con Roma come fumo negli occhi?
Non penso che mons. Fellay stia indebolendo la battaglia per la Tradizione in questo momento difficile.
i soliti accenti polemici riferiti alla persona, tipici di chi è di parte
RispondiElimina----------
MIC, hai dimenticato, ritengo volontariamente, nella tastiera una parte della tua riflessione. Avresti dovuto scrivere: i soliti accenti polemici degli anonimi, che danno ad altri dell'ignorante ma non hanno il coraggio di firmarsi e mostrare ai poveri diavoli come me i loro qualificatissimi titoli dinnanzi a cui inchinarsi.
Io mai ho avuto la presunzione d'esser un onnisciente.
Qui accenno di passaggio ad amici dei miei genitori, ebrei convertiti da generazioni, che partirono sui carri bestiame e non fecero ritorno.
Dalla bocca di mons. Lefebvre non credo siano mai uscite scemenze di numeri e similia. La ferocia della folle persecuzione nazista l'aveva sofferta in casa.
Caro Marco, come al solito il tuo equilibrio, rincuora.
RispondiEliminahttp://www.unavox.it/Documenti/Doc0454_Mons.Williamson_nel_suo_giusto_diritto.html
RispondiEliminahttp://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV357_Ebrei_contenti_ma_non_troppo.html
RispondiEliminaQuest'ultimo articolo segnalato riguarda le dichiarazioni del congresso mondiale ebraico tenutosi a New York negli scorsi giorni.
RispondiEliminaEbbene l'ho persino tradotto ma non l'ho voluto pubblicare per non dar voce a quei bastardi ai quali la nostra Chiesa è prodiga di prostrazioni.
Un conto è il rispetto e il dialogo, un altro conto è il "calamento di braghe".
E nessuno potrà mai dirmi antisemita:
- primo, perché sono cristiana e ogni cristiano non è anti nessuna persona: quindi denuncia e combatte gli errori e le menzogne non le persone
-secondo, perché conosco e amo l'ebraismo, quello autentico, non quello spurio; ma non ho nulla contro gli ebrei talmudici di oggi. Solo che non intendo subìre la loro arroganza. E spero che sia ancora permesso ad un cristiano... se non altro dalla sua coscienza.
Conclusione tratta dall'articolo di cui al primo link:
RispondiElimina"[...]
Il monito di Mons. Lefebvre di rimanere «sottomessi al suo Superiore Generale» (cfr. 3c), si applica nel quadro del Can. 627/1917, ripreso dal Can. 705/1983.
Così: visti i canoni 627 e 705; visto il monito di Mons. Lefebvre:
Mons. Williamson si trova nel suo giusto diritto
e
il giudizio della FSSPX basato sui motivi addotti per la sua “esclusione” è privo di effetti."
Beh, penso che di questo passo non si arriva da nessuna parte. Il "muro contro muro" FSSPX/Vaticano, viene così riprodotto all'interno della Fraternità...
Grazie mic per il tuo ultimo, coraggioso post delle 20:40. Credo che rappresenti il pensiero di molti di noi. Diceva il grande Ezra Pound: "Se un uomo non sa rischiare qualcosa per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui."
RispondiEliminaDalla Lettera di Mons. Williamson a Mons. Fellay, Londra 19 ottobre.
RispondiElimina... Brevemente, caro Signore Superiore Generale, voi ora potete procedere alla mia esclusione, poiché i miei argomenti certamente non vi avranno persuaso, ma questa esclusione sarà più apparente che reale. Io sono membro della Fraternità di Mons. Lefebvre per la mia nomina a vita. Io sono uno dei suoi sacerdoti da 36 anni. Io sono uno dei suoi vescovi, come voi, da quasi un quarto di secolo. Questo non si cancella con un tratto di penna, per cui membro della Fraternità io lo resto.
Grazie mic per il tuo ultimo, coraggioso post delle 20:40.
RispondiEliminaRingrazio te, caro Silente per questo tuo riscontro che non mi fa sentir sola.
Ma non penso sia questione di coraggio, è solo amore per la Verità senza se e senza ma.
Williamson faccia ricorso al Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica...
RispondiEliminaQuanto al Congresso Mondiale Giudaico non vedo di cosa ci si debba scandalizzare. Nulla di nuovo nel comportamento arrogante e ricattatorio nei riguardi della Chiesa. E' una costante. Basti pensare alla beatificazione di Pio XII o alla preghiera del Venerdì Santo.
Com'ho scritto qualche altra volta: chi pecora si fa lupo la mangia.
I riduzionisti dell'olocausto sono studiosi seri, a volte persino ex deportati nei lager. Il tema va discusso pacatamente e scientificamente. Ma ci son troppi interessi dietro...
RispondiEliminahttp://doncurzionitoglia.com/OLOCAUSTO-310120009.htm
egr. Mic, per il suo ammirevole post dell 20.40, che io sottoscrivo dicendo "finalmente!", uno potrebbe dire: come mai questa alzata di voce? è necessaria? è da considerare tra le "cannonate" sconvenienti, o una semplice e chiara e DOVUTA confessione di Fede di una cristiana convinta, in un orbe cattolico in preda al caos docente/discente ?
RispondiEliminase è vera la seconda, allora è vero che la Verità va difesa, alzando anche la voce, di fronte all'apostasia dilagante e al rinnegamento a cui siamo condotti, per mano, piano piano, in modo subdolo, in nome di accordi dplomatico-ecumenici con tutti e tutto, a scapito della nostra fedeltà a Cristo ?
e allora perchè biasimare e anche censurare i bloggers che semplicemente alzano la voce contro tanti scandali reiterati contro la fede dei piccoli, contro cattivi insegnamenti che vengono dall'alto della Docenza, e sempre più ci persuadono in modo sottile e costante che dobbiamo essere "amici di tutti", anche di coloro che da sempre (et usque ad finem) manifestano il loro odio verso il Signore Gesù Cristo rinnegandolo come Salvatore, mentre i grandi pastori della Chiesa li RIVERISCONO di continuo, chinando il capo ai loro voleri (v. mancata canonizzazione di Pio XII et similia) ?
se dobbiamo VIGILARE, impedendo che ci addormentino la ragione e la Fede Cattolica in nome dell'onni-ecumenismo conciliare -per cui la Chiesa non vuole convertire più nè Ebrei, nè pagani nè eretici, luterani etc.- come fare ad evitare la narcosi se non, appunto, alzando se occorre la voce contro i mantra ripetuti al fine di ipnotizzare il Gregge, "conciliarizzandolo", cioè aggiogandolo all'illusione di continuità della neo-fede conciliare inclusiva "inserita" nella linea della Tradizione ininterrotta (falsificandola, mentre milioni di cattolici ignoranti non percepiscono la manovra oscura) ?
Anche lei, Mic, nella sua appassionata difesa della vera Fede, sta forse "sparando" o "sbattendo in faccia ai lettori la Verità ?
non credo che lei "spari", ma se non si mette "in alto" -sul monte, non sotto il moggio- la lucerna della Fede, con il Segno della Santa Croce di Redenzione, stia pur certa che ci costringeranno prima o poi a metterlo sotto un palmo di terra, in nome della "fratellanza conciliar-massonica coi venerati (temuti piuttosto) "fratelli maggiori".
L'episodio dell'espulsione di mons. Williamson è un chiaro segnale in tal senso, visto che è stato orchestrato dai soliti noti (tenga ben conto del personaggio Krah, influente su mons. Fellay, se lei è una persona vigilante che ama la verità dei fatti, riferiti in varie notizie sul web, non credo "montate" o gonfiate, ma occorre dirli tutti i fatti, come qui sopra lei ha constatato, altrimenti saranno i falsari ad IMPORCI le "loro" verità post-conciliari e filo-giudaiche-giudaizzanti che inginocchiano la Chiesa alla Vecchia alleanza (ancora valida, sì, e ben pronta a fagocitare la Nuova ed Eterna, distruggendola nella coscienze dei cattolici, pronti in massa a perdere la loro identità, se lei ben vede, salvo pochi consapevoli, minoranza esigua in calo pauroso nell'orbe, causa concilio dialoghista), se noi ci vergognamo di testimoniare la Verità....).
Dunque cara Mic, grazie per aver alzato la voce; altro che mantenere profili bassi(=bavagli), mentre la Verità viene infangata e rovesciata, sputando sui suoi testimoni, così come i giudei sputano sul Crocifisso e verso i sacerdoti cattolici! è tempo di martyrion, perchè oggi più che mai Gesù è "in catene" davanti ai moderni Pilato e Caifa di ogni risma. Dopo Assisi1-2-3, vedremo che sarà sempre più necessario, ad onta dei pastori "dialoganti", anzichè Apostoli, sempre più terrorizzati e succubi dei "fratelli maggiori" (>situazione attuale non paragonabile a 50 o 100 anni orsono, dico a Pastorelli, visto che i papi pre-concv2, NON andavano a far visite diplomatiche RIVERENTI IN SINAGOGHE, non se lo sognavano neppure!....)
Unendomi al tuo post dissento però da ciò che hai scritto
RispondiElimina"ma non ho nulla contro gli ebrei talmudici di oggi"
Gli ebrei talmudici sono figli di quei farisei che volevano lapidare Gesù, più e più volte e tra coloro che hanno condannato e consegnato Gesù perchè fosse crocefisso! Gesù sappiamo che volontariamente si consegno per la nostra salvezza, ma nel contempo ancora risuona nella Vangelo ciò che disse di loro che è ancora vero ed attuale: "razza di vipere, sepolcri imbiancati, ect, ect" ( Mt. 12,9-13) la cui loro figliolanza diabolica (Gv 8,44) combatte da sempre contro la nostra!
Non lo dimentichiamo! Anche perchè nostro compito è quello di pregare affinché il velo di condanna imposto per la loro malvagia condotta (2 Cor 3,14-16) venga loro tolto il più presto possibile!
Queste pagine del Vangelo che a molti alti prelati imbarazzano, non si possono nè ignorare nè strappare!
Dunque cara Mic, grazie per aver alzato la voce; altro che mantenere profili bassi(=bavagli), mentre la Verità viene infangata e rovesciata, sputando sui suoi testimoni,
RispondiEliminaMi pare che la nostra voce sia sempre alzata quando si tratta di difendere la Verità - e quindi il Signore, anche nei confronti di alcuni cosiddetti Pastori e per altri motivi. E' solo questione di toni e di critiche sui contenuti piuttosto che di cannonate sulle persone. E ho anche detto mille volte che la critica costruttiva fornisce motivazioni e non si perde in contumelie: sono queste da cui rifuggo per modo di essere, non per convenienza.
In questo caso l'indignazione, oltre ad avere oggettive ragioni di essere, risente di una duplice frustrazione: l'indebita e anche pesante ingerenza di chi ha rinnegato e rinnega la nostra fede e poi pretende darci lezioni in casa nostra; ingerenza indebita alla quale corrisponde una strana acquiescenza e quasi sudditanza dei nostri Pastori, non si capisce fondata su cosa o, più che capirlo, intuendolo, lo si teme e lo si subisce. Ma almeno che se ne sia consapevoli e non proni!
Gli ebrei talmudici sono figli di quei farisei che volevano lapidare Gesù, più e più volte e tra coloro che hanno condannato e consegnato Gesù perchè fosse crocefisso!
RispondiEliminaNo, Don Camillo, da questo sono fuori. Ribadisco il fatto che non ce l'ho con le persone, ma con quello che dicono e fanno, che quel che tu ricordi serve a spiegare.
D'altronde il Signore è stato il primo a dire: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!"
E, rispetto alla Crocifissione, vogliamo essere da più del nostro Signore?
Ho parlato, più su, della necessità di guarire dal passato, se si vuole avere un futuro. Questo vale per tutti. Il cristiano, nei confronti delle persone, ha il perdono incorporato: non sempre umanamente facile, ma che diventa possibile e sperimentabile solo nel Signore. Ed è quello che guarisce e innesta la Sua Vita nelle situazioni anche perverse.
Il giudizio e la lotta è nei confronti delle idee e delle azioni conseguenti, ovviamente con altre azioni. In questo caso la nostra non può che essere di riprovazione e di allarme nei confronti di chi avrebbe il dovere di replicare con cortese fermezza invece di prostrarsi aderendo... In questo modo generiamo consapevolezza sul problema; diversamente fomenteremmo odio sulle persone. Anche il fatto che si comportino da bastardi, non lo giustifica.
Certo, poi la preghiera non deve mai venir meno, come giustamente ricordi.
I riduzionisti dell'olocausto sono studiosi seri, a volte persino ex deportati nei lager. Il tema va discusso pacatamente e scientificamente. Ma ci son troppi interessi dietro...
RispondiEliminaNon mi è mai interessato approfondire questo tema.
Quel che è accaduto agli ebrei (a loro in maggioranza, ma non solo a loro) in Germania è di un orrore infinito, che esula dai numeri, anche se dei numeri eventualmente gonfiati possono contribuire ad alimentare il senso di colpa... Ma non è questo il punto. Ed in ogni caso sono temi che rischiano di diventare oggetto di scelte ideologiche più che di rigore storico. Io approfondisco le cose delle quali ho fonti dirette e affidabili e rifuggo da ciò che si trasforma in politica se non ci sono ragioni serie e dirette per occuparsene.
l'ingerenza indebita....la strana acquiescenza e quasi sudditanza dei nostri Pastori....c'è da temere che peggioreranno, e che anche mons. Fellay ne sia contagiato (v. l'influenza del su nominato Krah, che ha determinato o condizionato in certa misura l'espulsione di Williamson).
RispondiEliminaVi consiglio di leggere la pagina di unavox, dove si rileva che a certe persone "gli dài una mano e si prendono tutto il braccio".
Davvero possiamo dire basta con le prostrazioni, noi piccoli senza autorità ? a me pare che dobbiamo renderci conto, con occhi disincantati, che siamo solo all'inizio.
Già molti sul web hanno lanciato il seguente allarme:
EBREI CONTENTI MA NON TROPPO
(unavox)
"In questa questione di Mons. Williamson, i Giudei dissero la loro già nel 2009, suscitando gli sproloqui filoebraici di tanti prelati e le famose e pietose dichiarazioni del portavoce della Sala Stampa Vaticana. Non poteva mancare, quindi, il becco ebraico in questa nuova succulenta pietanza della “esclusione” di Mons. Williamson dalla Fraternità.
E da buoni “fratelli maggiori”… essi precisano che è “troppo poco” e “troppo tardi”. Ovviamente perché quegli sprovveduti dei dirigenti della Fraternità non si sono preoccupati di chiedere i lumi ebraici, almeno così sembrerebbe, poiché se lo avessero fatto, i Giudei avrebbero suggerito loro quale esemplare punizione sarebbe stata la più adatta. Magari li avrebbero invitati ad usare il passo del Levitico (16, 10) e ad abbandonare nel deserto, tra le braccia di Azazel, il nuovo Capro Espiatorio… il cattivissimo vescovo cattolico… soprattutto oggi che nei vari deserti della Palestina e dintorni si va a morte certa se si dà fastidio ai Giudei.
Né poteva mancare, in questa nota del WJC, la regolare direttiva per il Vaticano:
se la Fraternità non accetta la visione ebraica… pardon… filo-ebraica dei nuovi preti della neo-Chiesa conciliare… non fatele mettere piede inVaticano!
Uomo avvisato è mezzo salvato!"
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV357_Ebrei_contenti_ma_non_troppo.html
EBREI CONTENTI MA NON TROPPO
RispondiEliminaUffa! Ne abbiamo già parlato.
Nessuno si aspetta da mons. Fellay, come del resto non la condividiamo noi, l'accettazione pedissequa della cosiddetta "visione ebraica".
Per quanto ci riguarda l'abbiamo detto e ripetuto.
Questa ossessiva ostinata e ripetitiva accusa e diffidenza nei confronti dell'ala moderata (che vuol dire semplicemente equilibrata e non acquiescente) della Fraternità non mi piace e, in base agli elementi di giudizio che ho, non la condivido.
Hai ragione, MIC. Da un serio ragionamento teologico, ch'è necessario fare - come l'han fatto Gherardini e prima ancora Spadafora ecc. - è facile per gl'deologizzati scivolar in un vero e proprio antisemitismo, sia pur verbalmente represso, ma che s'intravede in certi toni.
RispondiEliminaAbbiamo sempre condannato l'interferenza tracotante quanto indebita di circoli ebraici nella vita della Chiesa, ma abbiamo anche riconosciuto diverse voci isolate o associative che difendono, ad es., la figura di Pio XII.
Non si può, col pretesto di difender la purezza della fede, generar odio con parole prive di carità mentre dobbiamo lavorar per il trionfo di Cristo, che s'è giustizia, è anche amore. Amore vigile, naturalmente.
Caro Dante,
RispondiEliminatalvolta è davvero difficile tenere l'equilibrio tra così opposte correnti ed in questa confusione generale anche purtroppo nelle più alte sfere.
Comunque è bene sempre tenere separati i problemi prettamente storico politico da quelli religiosi e teologici.
Un conto è il deicidio, la riprovazione del popolo giudaico, la sua responsabilità nella crocifissione ed un conto è lo stato di Israele, il negazionismo/riduzionismo.