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giovedì 11 aprile 2013

Al Gran Rabbino di Francia riservata la stessa damnatio memoriae di Benedetto XVI che lo ha citato

Riporto questo passaggio dal messaggio natalizio alla Curia di Benedetto XVI, segnalando che la verità sostenuta coraggiosamente dal Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, citato dal Pontefice, gli sta costando la gogna mediatica, vittima del gruppo di pressione più potente al mondo. Il che sta destando scalpore nel suo Paese ed è la stessa sorte, sia pure con modalità diverse, che i media sembrano aver riservato a Papa Benedetto, il quale ha sempre difeso e proclamato la verità sui valori non negoziabili, compresa la lotta alla pedofilia - che in realtà è più precisamente la lotta all'omoeresia penetrata in seno alla Chiesa -, come la definiscono senza mezzi termini sacerdoti cattolici autori di recenti testi che tra gli altri mali che affliggono la Chiesa denunciano anche questo.
Finché c'era Papa Benedetto sembrava un problema insormontabile e lo bombardavano di menzogne e pressioni sulla stampa di tutto il mondo, mai confutate dalla Sala Stampa Vaticana con la prontezza con la quale oggi interviene per ogni virgola. Ora, stranamente, tutti tacciono nei confronti della Chiesa, come se il problema si fosse volatilizzato, mentre è stata organizzata un'operazione di character assassination nei confronti del Rabbino, costretto alle dimissioni.  Il che non toglie nulla alle verità da lui coraggiosamente affermate. Ne parlano anche su Rorate Caeli che, a suo tempo aveva pubblicato un articolo sul problema.
Il Gran Rabbino di Francia, Gilles Bernheim, in un trattato accuratamente documentato e profondamente toccante, ha mostrato che l’attentato, al quale oggi ci troviamo esposti, all’autentica forma della famiglia, costituita da padre, madre e figlio, giunge ad una dimensione ancora più profonda. Se finora avevamo visto come causa della crisi della famiglia un fraintendimento dell’essenza della libertà umana, ora diventa chiaro che qui è in gioco la visione dell’essere stesso, di ciò che in realtà significa l’essere uomini. Egli cita l’affermazione, diventata famosa, di Simone de Beauvoir: “Donna non si nasce, lo si diventa” (“On ne naît pas femme, on le devient”). In queste parole è dato il fondamento di ciò che oggi, sotto il lemma “gender”, viene presentato come nuova filosofia della sessualità. Il sesso, secondo tale filosofia, non è più un dato originario della natura che l’uomo deve accettare e riempire personalmente di senso, bensì un ruolo sociale del quale si decide autonomamente, mentre finora era la società a decidervi. La profonda erroneità di questa teoria e della rivoluzione antropologica in essa soggiacente è evidente. L’uomo contesta di avere una natura precostituita dalla sua corporeità, che caratterizza l’essere umano. Nega la propria natura e decide che essa non gli è data come fatto precostituito, ma che è lui stesso a crearsela. Secondo il racconto biblico della creazione, appartiene all’essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina. Questa dualità è essenziale per l’essere umano, così come Dio l’ha dato. Proprio questa dualità come dato di partenza viene contestata. Non è più valido ciò che si legge nel racconto della creazione: “Maschio e femmina Egli li creò” (Gen 1,27). No, adesso vale che non è stato Lui a crearli maschio e femmina, ma finora è stata la società a determinarlo e adesso siamo noi stessi a decidere su questo. Maschio e femmina come realtà della creazione, come natura della persona umana non esistono più. L’uomo contesta la propria natura. Egli è ormai solo spirito e volontà. La manipolazione della natura, che oggi deploriamo per quanto riguarda l’ambiente, diventa qui la scelta di fondo dell’uomo nei confronti di se stesso. Esiste ormai solo l’uomo in astratto, che poi sceglie per sé autonomamente qualcosa come sua natura. Maschio e femmina vengono contestati nella loro esigenza creazionale di forme della persona umana che si integrano a vicenda. Se, però, non esiste la dualità di maschio e femmina come dato della creazione, allora non esiste neppure più la famiglia come realtà prestabilita dalla creazione. Ma in tal caso anche la prole ha perso il luogo che finora le spettava e la particolare dignità che le è propria. Bernheim mostra come essa, da soggetto giuridico a sé stante, diventi ora necessariamente un oggetto, a cui si ha diritto e che, come oggetto di un diritto, ci si può procurare. Dove la libertà del fare diventa libertà di farsi da sé, si giunge necessariamente a negare il Creatore stesso e con ciò, infine, anche l’uomo quale creatura di Dio, quale immagine di Dio viene avvilito nell’essenza del suo essere. Nella lotta per la famiglia è in gioco l’uomo stesso. E si rende evidente che là dove Dio viene negato, si dissolve anche la dignità dell’uomo. Chi difende Dio, difende l’uomo.
Così ne parlava Padre Scalese [ne parlavamo qui - vedi anche]:
Ho l’impressione che si stia creando un pontificato virtuale, in contrapposizione a un pontificato virtuale precedente, di segno opposto. Mi vado chiedendo in questi giorni: ma che fine hanno fatto tutti i gravissimi problemi che affliggevano la Chiesa durante il pontificato di Benedetto XVI, e che qualcuno pensa possano in qualche modo essere all’origine della sua rinuncia? Sono tre settimane che nessuno parla più di pedofilia nella Chiesa; nessuno parla più di Vatileaks e dei veleni della Curia Romana; nessuno parla più dello IOR. Tutto risolto? È bastato eleggere il nuovo Papa per risolvere automaticamente tutti i problemi? Due son le cose: o era tutta una montatura mediatica allora, o è tutta una montatura mediatica adesso. Non è possibile che problemi che stavano facendo vacillare la Chiesa di punto in bianco scompaiano nel nulla. Si noti bene che, a parte le stupidaggini, finora non è stata fatta nessuna riforma; l’unica nomina che è stata fatta è quella del nuovo Arcivescovo di Buenos Aires [e poche altre, nel frattempo]; eppure tutto fila liscio come l’olio. Sembrerebbe che il problema fosse uno solo: Joseph Ratzinger.

9 commenti:

  1. Le Forum Catholique11 aprile, 2013 15:59

    Sembra che il rabbino si sia servito di testi cattolici. In ogni caso li ha fatti suoi e caro gli è costato.

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  2. Il fatto è che Bernheim ha copiato testi altrui, che effettivamente sembrano essere stati scritti da un sacerdote cattolico e da una laica cattolica impegnata nella difesa dell`infanzia, sembra anche aver copiato un testo della CEF.
    Insomma i valori difesi dalla Chiesa difesi da un rabbino avevano passato la rampa mediatica ma dietro le quinte le lobby non avevano abbassato le loro armi.
    Bernheim si trova contro non solo la lobby gay ma la lobby ebrea che non aveva condiviso al sua presa di posizione.

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  3. In fondo gli è costato affermare la verità, com'è solita fare la Chiesa, sempre attaccata per questo.

    Normalmente un rabbino avrebbe goduto di maggiore immunità rispetto al Papa. Ma in questa circostanza è diverso...

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  4. Dovrebbe essere una lezione per non cedere MAI alle intimidazioni.

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  5. Detto questo io di certo non mi sento di difendere Bernheim, peccato che non abbia avuto l`intelligenza e l`onestà, se quelle erano e sono le sue opinioni, di difenderle senza dover scopiazzare.
    Papa Benedetto ( o chi per lui, forse un vescovo francese dopo la visite ad limina può avergli suggerito quei testi) ha pensato trovare un appoggio e un alleato in Bernheim, lui non sarebbe stato attaccato, e in effetti, miracolosamente, il suo riferimento a Bernheim aveva fatto sensazione. Ma quei testi, quelle parole restano valide, purtroppo dette da un sacerdote e da una laica conservatrice saranno derise dalle lobby imperanti.
    Se fossi Lombardi, ridarei a Cesare quel che è di Cesare, una volta sicuri delle fonti a cui ha attinto Bernheim, sopratutto se sono cattoliche le citerei, riattualizzando in qualche modo il discorso del Papa.
    Ma forse è meglio lasciar perdere...

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  6. Io direi che i media sono in mano, a volte senza rendersene conto dei poteri che fanno dire e non dire ciò che vogliono. E noi a berci tutto. Bisognerebbe spegnere tv, radio e chiudere i giornali e iniziare a ragionare con la propria testa, ci stanno facendo il lavaggio del cervello, per questo oggi è anche importante far nascere scuole cattoliche, ma cattoliche non simil liberali, perchè stanno rubando ai nostri figli la libertà di ragionare rettamente. Che il Buon Dio venga presto a liberarci da questi subdoli nemici della verità.

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  7. E' una strana vicenda. Un rabbino che sia pure in maniera poco corretta 'sposa' dei testi cattolici e tradizionali - per sua stessa ammissione - significa che in queste questioni aderisce alla verità.

    E' già notevole questo dato. Che poi la verità dia fastidio anche detta da un rabbino, diventa ancor più significativo e inquietante.

    Le pseudo-verità di una certa neo-chiesa, (parlo dei Melloni e di tutti gli altri modernisti) nessuno le contesta sui media, anzi!

    Vedremo quando il Papa, e dovrà pur farlo, prenderà posizione su queste questioni, se continueranno ad osannarlo!

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  8. ...prima o poi si dovranno confrontare con l'omoeresia anche i ministri delle altre religioni: non è una novità - anche se è tenuta MOLTO più riservata che nel caso della Chiesa Cattolica - che tanto in seno all'ebraismo, quanto presso gli islamici, per non parlare delle sette e delle confessioni cristiane, i casi di pedofilia e quelli di immoralità sono una piaga comune.

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  9. In Uruguay è stata approvata oggi la legge pro matrimoni gay,in tempi record come in Argentina,da noi i grillini hanno già depositato i loro disegni di legge per coppie di fatto etero e omo e conseguenti adozioni e figli del 'progresso 'per tutti e legge severissima contro l'omofobia,meditate meditate....
    In Francia,il senato sta per approvare definitivamente il matrimonio per tutti.

    Ma dal Vaticano, nessuna voce?
    Il Papa non è solo il vescovo di Roma ma anche del resto del mondo

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