Pagine fisse in evidenza

martedì 30 aprile 2013

Anniversario dell'Istruzione «Universae Ecclesiae» sull’applicazione del «Summorum Pontificum»

Esattamente due anni fa, il 30 aprile 2011, nella memoria liturgica di san Pio V, su specifico mandato del Pontefice allora regnante, la Pontificia Commissione «Ecclesia Dei», ha emanato l’Istruzione «Universae Ecclesiae» sull'applicazione della Lettera Apostolica Motu Proprio data «Summorum Pontificum» di S.S. Benedetto XVI del 7 luglio 2007.

Breve excursus storico. 

Dopo la riforma liturgica di Paolo VI, l' Indulto Quattuor abhinc annos, emanato nel 1984 dalla Sacra Congregazione per il Culto Divino, concesse, a determinate condizioni, la facoltà di riprendere l’uso del Messale Romano promulgato dal Beato Papa Giovanni XXIII nel 1962. Nel 1988, con il Motu Proprio “Ecclesia Dei”, Giovanni Paolo II esortò i Vescovi perché « fossero generosi nel concedere tale facoltà in favore di tutti i fedeli che lo richiedevano ».
L’appello alla «generosità» dei vescovi è rimasto quasi ovunque senza esito e dunque, nel 2007, Benedetto XVI, con il motu proprio Summorum Pontificum, chiarì esplicitamente e definitivamente che l’antico rito non è stato «mai abrogato» e che rito antico e rito nuovo sono «due usi dell’unico rito romano». Il Papa svincolò dalla previa approvazione dei vescovi le Messe private di singoli sacerdoti, alle quali, dispose, «possono essere ammessi – osservate le norme del diritto – anche i fedeli che lo chiedessero di loro spontanea volontà» e quelle di ordini e società religiose, che possono essere celebrate con il rito antico senza richiedere alcun permesso, disponendo che se il vescovo «non può (l'originale latino riporta "vult", cioè vuole) provvedere» «la cosa venga riferita alla Commissione Pontificia “Ecclesia Dei”».

A quattro anni dal motu proprio del 2007, è stata emanata l’Istruzione Universae Ecclesiae, che sintetizza, tra l'altro, la triplice finalità del motu proprio del 2007 nei seguenti termini:
  1. offrire a tutti i fedeli la Liturgia Romana nell’usus antiquior, considerata tesoro prezioso da conservare;
  2. garantire e assicurare realmente, a quanti lo domandano, l’uso della forma extraordinaria;
  3. favorire la riconciliazione in seno alla Chiesa.
Oggi ci troviamo con una situazione pressoché immutata, fatte salve alcune eccezioni, mentre dal Trono più alto (se così si può ancora chiamare) giungono segnali a dir poco inquietanti proprio sulla Liturgia, che è e resta culmine e fonte della Fede mentre non può tramontare la lex orandi lex credendi.

Nel ricordare, oggi, l'Istruzione Universae Ecclesiae, rimando ad una precedente riflessione.

14 commenti:

  1. Esiste la Chiesa dei documenti e la chiesa dei fatti, completamente divergenti.
    Schizofrenia o peggio, malafede?

    RispondiElimina
  2. Si...dal concilio in poi: una chiesa di carta!

    RispondiElimina

  3. Su papa Francesco....un punto di vista differente: prima la fede poi la morale...per questo tace su alcuni temi.

    http://uomovivo.blogspot.it/2013/04/un-ritratto-di-papa-francesco-dal.html

    che ne pensate?

    RispondiElimina
  4. La fede senza le opere e' morta (Lettera di Giacomo). Siamo a rischio luteranesimo...... Felice

    RispondiElimina
  5. Il papa ha invitato ad andare "controcorrente"; ma, oggi, chi è controcorrente, se non chi ama ed è fedele all'antico Rito?

    RispondiElimina
  6. Dell' "Universae Ecclesiae" sono apprezzabili molte cose, ed è giusto il ricordo di Mic al suo anniversario. Tuttavia non si può non ricordare il discutibile art. 19, laddove recita: "I fedeli che chiedono la celebrazione della forma extraordinaria non devono in alcun modo sostenere o appartenere a gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria".
    Discutibile da un punto di vista dottrinario, opinabile da un punto di vista canonico, totalmente inopportuno da un punto di vista della (all'epoca dichiarata) volontà di "ricondurre all'ovile" l'arcipelago tradizionalista.
    L'ennesimo, ma importante, segnale del "Sì, ma..." che è la cifra della perversione modernista del "sì sì, no no" della Tradizione.

    RispondiElimina
  7. Altra brutta notizia. Pozzo, uscito dalla porta rientra dalla finestra. Nominato da F1 nuovo consultore della CplDdF.

    RispondiElimina
  8. Ma sarà costretto a lasciare -Mons. Pozzo - l'incarico di Elemosiniere? Non è che per caso è lui l'Eccellentissimo cui Papa Chicco avrebbe paternamente consigliato di non celebrare VO?

    RispondiElimina
  9. Scusate so che non c'entra nulla: ma qualcuno di voi mi può suggerire a chi destinare il famoso 5/1000 delle nostre amate tasse? Forse è un argomento troppo prosaico ma dovemmo cominciare a chiederci verso quali enti veramente cattolici dirigere le nostre donazioni. Io non ne ho idea e per questo mi rivolgo a qualcuno magari più esperto che mi possa illuminare.
    Scusate per la digressione ma credo che con questi chiari di luna sia particolarmente opportuno sapere chi aiutare e chi no.

    RispondiElimina
  10. A RIC: io quest'anno l'ho dato alla Fraternità Sacerdotale San Pio X. Questo è il numero:
    93012970013
    Ma lo controlli sul loro sito.

    Così, tanto per scandalizzare: un anno lo do alla Fraternità, un anno a Casa Pound.

    RispondiElimina
  11. Escluso che sia l'eccellentissimo Georg, immagino si tratti invece, con ogni probabilità, di...


    http://rorate-caeli.blogspot.it/2013/03/apostolic-chamber-in-summorum.html?m=1


    (E se fosse davvero così, si potrebbe dire "come da copione"...)

    RispondiElimina
  12. Sciacca! Se fosse lui, sarebbe un po' una delusione. Sembrava tanto tradizionale... Sembrava.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.