Leggo da Radio Vaticana, un'intervista sull’ultimo libro del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, dal titolo “Non dimentichiamoci di Dio. Libertà di fedi, di culture e politica”, edito da Rizzoli, che sarà presentato martedì prossimo. Ne stralcio l'incipit e non posso esimermi da alcune osservazioni, che seguiranno
R. - Lo scopo del libro è far vedere che questo tema – quello della libertà di religioni e di culture, all’interno del quale si trova anche la visione di chi dice di essere agnostico o ateo – presenta oggi una serie di nuovi problemi che debbono essere affrontati. Altrimenti, se viene meno una libertà religiosa di culture e la politica non la garantisce, essendo questa libertà lo scalino più alto della scale dei diritti dell’uomo, questa rischia di crollare.D. - Lo Stato moderno davanti alla proposta religiosa deve essere indifferente o neutrale?R. - Deve essere aconfessionale, cioè non deve assumere nessuna visione del mondo. L’aconfessionalità dello Stato non deve significare un distacco indifferente nei confronti delle visioni del mondo, ivi comprese le religioni, ma in una società plurale deve favorire un confronto serrato tra tutte le religioni e tutte le visioni del mondo. L’aconfessionalità mi sembra il termine più efficace riferito alla Stato, piuttosto dei termini "indifferenza" o "neutralità" perché dice che lo Stato non si assume una visione particolare, ma favorisce il confronto tra tutte, in vista dell’individuazione di quei temi comuni, materiali e spirituali, che permettono una vita buona associata.D. - Quando si parla di temi come la nascita, il matrimonio, l’educazione, la morte, le società democratico-liberali, quindi gli Stati, sembrano non tener conto della proposta religiosa…R. - Esattamente. Questo perché, secondo me, manca questa preoccupazione di favorire ciò che all’interno della società civile è in atto.
Dobbiamo dedurre dalle esplicite affermazioni del card. Scola che la Chiesa applica al suo interno - e dunque si comporta come tale - lo stesso principio che viene fatto proprio dallo stato aconfessionale, basato sul dato che "la libertà religiosa è lo scalino più alto della scala dei diritti dell'uomo". Questo porta a conferire a tutte le religioni, compresa la Fede cattolica, lo stesso piano di valore.
Ora, se questo può essere applicato[1] in un contesto civile, in tema di tutela dei diritti umani nella loro espressione più alta, quella religiosa (ma Scola esplicitamente non esclude neppure quella areligiosa, perché quando si entra in una spirale del genere è una conseguenza ovvia), siamo sempre nella sfera profana e dunque non può dirsi la stessa cosa per la Chiesa, ab intra ad extra e non viceversa, perché essa non è e non può essere aconfessionale, a meno che non lo sia diventata a nostra insaputa. La Chiesa, infatti, confessa e professa la Fede in Gesù Cristo nostro Signore, Nato Morto Risorto per la salvezza dell'umanità intera, che ha istituito e costituito la Chiesa sul fondamento degli Apostoli lasciandole il compito e la funzione di portarLo a tutti gli uomini di tutte le nazioni.
Dovremmo dunque dedurre che la Chiesa ha deposto, insieme al primato petrino, anche la sua funzione, il suo compito che rappresenta la sua identità conferitale dal Signore stesso ed è la ragione del suo essere-nel-mondo ma non del-mondo? Non possiamo, poi, dimenticare che questa funzione non appartiene semplicemente al campo dei diritti umani, per quanto nobile possa esserne la difesa, ma è indissolubilmente legata allo ius divinum al culto autentico nonché alla storia di salvezza che il Signore ha voluto e vuole realizzare con gli uomini, la sua Opera divino-umana, a partire da coloro che ha scelto e costituito come "Suoi". Se questo viene fatto venir meno, significa che alcuni "Suoi" lo stanno tradendo. Horribile dictu, ma anche horribile visu.
Conosciamo da dove vengono questi nuovi principi e non possiamo riconoscerli propri della Chiesa cattolica che amiamo e che ci ha costituiti. Parlo di chiunque ama ed è fedele alla Tradizione perenne, che non esclude il Concilio, ma le cui novità svianti tuttavia non le appartengono.
____________________1. in uno stato confessionale che non esiste più, dato che se ne è permesso lo sfaldamento, non avverrebbe
Riflessione di padre Cavalcoli:
RispondiEliminahttp://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2306:forza-e-debolezza-del-papato-di-p-giovanni-cavalcoli-op&catid=61:vita-della-chiesa&Itemid=123
Anche Scola sta con 'loro'. E il Regno Sociale di Cristo che fine ha fatto? E l'eterna validita' degli insegnamenti di Gesu'? Pensare che il card. era tra i piu'papabili nell'ultimo conclave! Chi potra' mai confermarci nella fede? Signore vieni persto in soccorso alla tua Chiesa!
RispondiEliminaL'incipit dell'articolo di Cavalcoli, che è solo un aspetto del problema:
RispondiEliminaOrmai appare sempre più chiaro per chi non vive alla superficie della vita ecclesiale, ma vuole essere all’interno della Chiesa o, come diceva S.Teresa di Gesù Bambino, “nel cuore della Chiesa”, “in medio Ecclesiae”, come si diceva di S.Domenico, soprattutto in questi ultimi decenni, si è affermato un episcopato, che impone un modello di Chiesa ispirato a Rahner (anche se non solo), di marca modernistico-protestante-massonica, Chiesa dal basso, Chiesa popolo di Dio, Chiesa pneumatica senza dogmi e senza gerarchia, Chiesa confusa col mondo e quindi mondanizzata[1], Chiesa “trascendentale” ed “atematica” dei cristiani anonimi.
Si tratta di una Chiesa nella Chiesa, dove questa è quella che è governata dal Papa e dai vescovi fedeli al Papa, sulla linea della Scrittura, della Tradizione, dei Padri, dei Concili, di Agostino, di Tommaso sino alla Chiesa del Concilio Vaticano II[2], che però i rahneriani interpretano a proprio uso e consumo.
Infatti questi vescovi recenti sono stati formati da docenti rahneriani non sufficientemente corretti dai vescovi precedenti, già allora troppo indulgenti verso Rahner. Se dunque nei primi anni del postconcilio avevamo per lo più soltanto teologi rahneriani colpevolmente tollerati dai loro vescovi, adesso abbiamo vescovi rahneriani, che sono gli antichi seminaristi di un tempo formati da insegnanti rahneriani. Una situazione incancrenita e pericolosissima. Rahner è diventato un “classico” quasi fosse un Padre della Chiesa o un nuovo S.Tommaso d’Aquino.
E’ dunque avvenuto un salto di qualità: se ai tempi dei teologi rahneriani, costoro influenzavano solo gli ambienti della scuola, adesso che abbiamo vescovi, prelati e superiori rahneriani, i rahneriani hanno acquistato un vero e proprio potere, se è vero come è vero che il potere di governo non spetta ai teologi ma ai vescovi...
Mentre il Papa continua a proporre nelle sue omelie, alcuni punti degli esercizi di S. Ignazio su scala planetaria, parlano i suoi cardinali.
RispondiEliminaC'è molto da dire pure sulla Lectio sul concilio di Kasper che, arriva a riconoscere la fronda e le applicazioni improprie; ma poi che ermeneutica propone? La solita continuità del solito rinnovamento del soggetto-Chiesa storicistico che non transige, a quanto pare, da molti incaponimenti sui punti riscontrati controversi.
C'è da non passare sotto silenzio neppure questo e lo vedremo.
http://ilblogdiraffaella.blogspot.it/2013/04/interpretazione-e-ricezione-del.html
Intanto, chi è che fa sentire la sua voce nella Chiesa, se non loro: i novatori?
Mi pare vi sia un legame tra la "glorificazione" della natura umana (forse confusa con la persona), affermata in GS 24 e particolarmente approfondita da GPII, e l'idea di libertà religiosa, cui CL è una delle realtà più legate. L'uomo è in sè ("propter seipsam", riferito alla creatura) degno, quindi è svincolato dal dovere di subordinazione al vero Dio. Mons. Gherardini ha definito quel punto di GS "assurdo e blasfemo", anche perchè, credo, si oppone alla dottrina tradizionale sul peccato, ed ha portati non indifferenti nell'ambito politico: negazione della "regalità sociale di Gesù Cristo" e affermazione della laicità come "spazio neutrale", che mi pare possa essere qualificata come errore liberale. Di qui le affermazioni di Scola ed i libri di Ratzinger con M. Pera, massone e liberale occidentalista; di qui l'apprezzamento dei "teocon" per Benedetto XVI, che non coinvolge in alcun modo la fede cattolica, ma è solo una lettura "politica", un tranello in cui lo stesso Ratzinger è caduto.
RispondiEliminaLa riflessione di Antonio è sensata.
RispondiEliminaI riferimenti e gli approfondimenti a GS 24 sono sul blog (basta inserire le parole chiave nella stringa di ricerca)
Per questo scrivevo:
il Concilio: « Quanto questo Concilio Vaticano dichiara sul diritto degli esseri umani alla libertà religiosa ha il suo fondamento nella dignità della persona, le cui esigenze la ragione umana venne conoscendo sempre più chiaramente attraverso l’esperienza dei secoli ».(DH 9)
E ancora « Questo sinodo Vaticano dichiara che la persona umana ha diritto alla libertà religiosa. Detta libertà consiste in questo, che tutti gli uomini devono essere immuni da coercizione da parte sia di individui, che di gruppi sociali che di qualsivoglia potestà umana, in maniera che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, ad agire in conformità con la sua coscienza, privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata.
Dichiara inoltre che il diritto alla libertà religiosa ha il suo fondamento nella dignità stessa della persona umana quale la si conosce sia per mezzo della parola rivelata di Dio, sia per mezzo della stessa ragione.
Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa deve essere riconosciuto nell’ordine giuridico della società e diventare diritto civile ».(DH 2.1)
La prima citazione risulta monca, perché sembra fare della “dignità della persona” un assoluto, essendo invece la dignità a sua volta fondata sul fatto che la persona è ordinata al suo Creatore. Anche se nel Proemio la DH dichiara « il sacro Concilio professa che Dio stesso ha fatto conoscere al genere umano la via attraverso la quale gli uomini, servendolo, possono in Cristo trovare salvezza e pervenire alla beatitudine », successivamente se ne allontana. Quando si stabilisce un principio, occorre formularlo con chiarezza adamantina evidenziandone ed esplicitandone gli aspetti salienti. Sui punti citati, invece, sembra mancare il meglio, che poi alla fine e ciò che nel tempo – se ripercorriamo gli ultimi 50 anni – è risultato dapprima diluito e poi oltrepassato, per fede pensiamo solo temporaneamente.
Inoltre la libertà religiosa non resta ancorata al soggetto e alla coscienza individuale, ma coinvolge la Chiesa, proprio perché a sua volta il fondamento della dignità umana risiede nel fatto che l’uomo è orientato a Dio mentre la coscienza è legata al rapporto con la rivelazione oltre che alla stessa ragione. E solo se la Chiesa ottiene di diritto la condizione stabile per l’indipendenza necessaria all’adempimento della sua divina missione (DH n. 13), si concretizza di fatto la possibilità di parlare liberamente del mistero di Cristo e di Annunciare il Signore con franchezza e fermezza come colui “che Dio inviò per la salvezza di tutti”. Solo così i non cristiani saranno messi in condizione di convertirsi liberamente al Signore e di credere; il che comporta il diritto sociale della Chiesa di non essere impedita dallo Stato nello svolgimento della propria missione, ottenendo dallo stesso il riconoscimento della sua nativa autonomia senza la quale non potrebbe svolgerla. Allo stato dei fatti questo diritto sociale non riguarda solo la Chiesa ma la presenza di ogni altra religione. Agli interrogativi che da ciò scaturiscono la Dichiarazione conciliare non dà una risposta diretta. Sembra anzi ci si trovi di fronte ad un Magistero sdoppiato.(come afferma Mons. Gherardini)
Come ultima conseguenza sembrerebbe configurarsi l’assolutizzazione di un diritto naturale che di fatto, equiparando assolutamente tutte le religioni, contraddice implicitamente il dogma della Rivelazione di Cristo – di cui la Chiesa è portatrice custode e trasmettitrice – l’unico vero per la sua indiscussa origine divina.
"Si tratta di una Chiesa nella Chiesa, dove questa è quella che è governata dal Papa e dai vescovi fedeli al Papa, sulla linea della Scrittura, della Tradizione, dei Padri, dei Concili, di Agostino, di Tommaso sino alla Chiesa del Concilio Vaticano II[2], che però i rahneriani interpretano a proprio uso e consumo."
RispondiEliminaDa un mese non più...
Lasciatelo passare questo commento:
RispondiEliminaNel 1998, Padre Malachi Martin, ora purtroppo deceduto, affermò durante la trasmissione Art Bell Show che gli era stato fatto leggere il Terzo Segreto di Fatima all’inizio del 1960, mentre era segretario del Cardinale Bea. Padre Martin affermò che il testo era contenuto su di un unico foglio di carta, che le parole della Madonna erano assai asciutte e precise e riguardavano un prossimo "papa" - un impostore che avrebbe usurpato il soglio pontificio sotto il controllo del demonio. Per questo, il Terzo Segreto di Fatima rivelerebbe il "mistero dell’iniquità" (2 Tess. 2,7): la Chiesa Cattolica "contraffatta" - la contro-chiesa, l’anti-Chiesa - il mistero del drago, la cui coda avrebbe spazzato via un terzo delle stelle del cielo , ovvero un terzo della gerarchia Cattolica sotto la guida di un antipapa eretico.
E’ questo che Papa Giovanni Paolo II rivelò criticamente, nel suo discorso relativo alla rivelazione del Terzo Segreto il 13 maggio 2000: "Il messaggio di Fatima è un appello alla conversione, che mette in guardia l’umanità affinché non faccia il gioco del "drago", il quale con la "coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra" (Ap. 12, 4).
Quando parlai con Padre Malachi Martin riguardo all’antipapa eretico e dell’apostasia nel Terzo Segreto, la sua risposta fu: "Fosse solo quello." L’antipapa e i suoi collaboratori apostati saranno (come li chiama Suor Lucia) i partigiani del diavolo (os partidarios do demonio) "i quali lavoreranno per il male e non avranno paura di niente". Sono questi "partigiani del demonio" che costituiscono il "terzo delle stelle del cielo" precipitate sulla terra dalla coda del drago. Questi uomini che si nascondono come clero "Cattolico" sono in realtà membri segreti della setta e sono consacrati al demonio. Essi otterranno il controllo dell’apparato Vaticano e creeranno il "ramo" cattolico di una nuova religione ecumenica mondiale. La loro "chiesa" contraffatta sarà Cattolica solo di nome. Essa formerà la parte "Cattolica" della religione imposta e asservita dal Nuovo Ordine Mondiale. Il vero Cattolicesimo sarà considerato fuori legge, ed i fedeli Cattolici che rimarranno saldi nella loro vera fede, saranno soggetti alle più feroci "persecuzioni" che si siano mai viste nella storia.
http://www.fatima.org/it/resources/cr74grande.asp
Conosco quella testimonianza di p. Malachi Martin.
RispondiEliminaMa chi può assumersi la presunzione -e anche la responsabilità- di ammetterne l'esattezza e, poi, indicare il tempo storico e le persone a cui la profezia di Fatima si riferisce?
Ma per favore, con tutte queste rivelazioni e profezie!
Possiamo rispettarle quando sono riconosciute e prenderle cum grano salis, ma non nutrircene ad ogni piè sospinto!
Esatto! Ma sono convinto che a "capire le profezie" siano solo coloro che vengono prima e dono la loro realizzazione. Chi ne è spettatore o vittima neanche le vede...o fa fatica a decifrarle.
RispondiEliminaCi sarà inchiostro per scrivere questa storia...?
cordialmente
Ma dopo Bergoglio ed il seguito che continua con Scola ed un episcopato come l'attuale di stampo tipicamente protestante, come facciamo a non rinserrarci in quella dottrina Cattolica ed Apostolica predicata sia dal Santo Pio X o dal (Santo) Pio XII?
RispondiEliminaMa in base a che cosa possiamo seguire questa gente, visto cio' che fa' o non fa' che dice o non dice, e non seguire invece quella Chiesa predicata dai Papi del novecento preconciliare?La chiesa ufficiale uscita dal concilio vat.II di marca modernistica-massonico-protestante come potra' mai confermarci nella Fede? ed in quale Fede? E chi potrebbe farlo?
Qualche giorno fa' dicevo in un commento che dei 115 chiusi nella Sistina, chiunque ne fosse venuto fuori, Bergoglio o non Bergoglio, sarebbe stata la stessa cosa. Vengono tutti dalla stessa scuola conciliare, e tutti avrebbero parlato la stessa lingua. Ognuno di loro avrebbe nominato prima di tutto l'uomo e nessuno avrebbe invece parlato prima di tutto di NSGC.
Infatti la Liberta' religiosa e' piu' importante di Cristo.
Nessuno di questi si ricorda piu' che Cristo e' misericordioso (Deus Caritas Est) ma e' anche giusto.
Nessuno si ricorda piu' di aver visto nella Sistina il Giudizio Universale - ma che questo, Nostro Signore lo applica alla lettera.
Bernardino
Mic., ma per favore, con tutte queste rivelazioni e profezie...
RispondiEliminapossiamo rispettarle solo quando sono riconosciute....
---da chi? da questa gerarchia ufficiale conciliare?-----
E quando potrebbe avvenire questo?
Ma veramente i nostri occhi sono bendati?
Questa gente ci ha portato sul baratro dell'inferno, e non vede l'ora di gettarci nella geemma.
Pensi davvero che questi ci svelerebbero il vero segreto di Fatima?
Nessuno si mette in galera da solo.
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RispondiEliminasta di fatto, egr. Mic, che il card. Sodano nel pre-conclave ha detto, in pubblico, le precise parole:
RispondiElimina"Il papa che verrà eletto sarà al servizio dell'ORDINE MONDIALE!"
Questa certezza così apertamente dichiarata davanti al mondo intero, non ha alcun significato per lei e tutti noi ?
Oggi....primi passi verso un conciliarismo permanente e un ritorno al primo millennio:
RispondiEliminahttp://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2013/04/13/news/30790.html
Che sia tutto già previsto dallaScrittura è vero, ma non conosciamo i tempi storici.
RispondiEliminaDobbiamp solo rimaner saldi nella fede, resistendo a tutto ciò che di diverso dalla Tradizione perenne ci viene propinato.
Cosa che facciamo già da tempo.
Aumentano le perplessità.
RispondiEliminaMa già la curia consiglia il papa!
C'è il sinodo dei vescovi....c'è l'internazionalizzazione della curia e del collegio cardinalizio....lo stesso collegio dei cardinali ha questa funzione. Può darsi che abbia preso una rappresentanza del collegio cardinalizio per questa riforma...voglio pensarla così, da cattolico.
"Dobbiamo solo rimaner saldi nella fede, resistendo a tutto ciò che di diverso dalla Tradizione perenne ci viene propinato.
RispondiEliminaCosa che facciamo già da tempo"
Beh....se andiamo a messa...ci viene propinato un qualcosa di diverso dalla tradizione. Dov'è la resistenza???
non conosciamo il giorno e l'ora esatti in cui si compiranno le Scritture sugli eventi finali, ma ne vediamo già tantissimi segni, in aumento rapidissmo, tutti convergenti verso un ATTEGGIAMENTO mentale e spirituale sempre più diffuso tra gli uomini, sia dentro che fuori della Chiesa:
RispondiEliminaquel desiderio di voler adorare l'uomo (gli uomini, i leaders "carismatici", poi un uomo) al posto di Dio !
Andate a rileggere la profezia (o previsione, è la stessa cosa) del vescovo Fulton Sheen, sembra il ritratto dei nostri giorni, di ciò che ORA sta accadendo: l'anticriso si prepara prima il suo "spirito" di competizione con Gesù Cristo, il suo anti-vangelo, i suoi profeti e la sua chiesa, poi vi si assiderà in trono, quando troverà già tanti devoti, pronti ad adorarlo sopra ogni cosa, aspettando da lui vita, grazie e salute: tanta gente che avrà dimenticato la salvezza dell'anima e chiederà a gran voce un paradiso dell'aldiqua, un regno divino in terra, relegando Nostro Signore tra i "tanti profeti e leader religiosi del passato", solo un personaggio storico.
Ricordate le parole del card. Pacelli, si stanno avverando anch'esse.
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RispondiEliminaVedere le cose nel loro divenire e con oggettivita'. E' questo da farsi. Ma abbiamo bisogno di sacerdoti. Il Signore li suscutera'
RispondiEliminaLa Collegialità episcopale è stata costantemente condannata dal Magistero ecclesiastico sino a Pio XII, il quale ancora tre mesi prima di morire nell’enciclica Ad Apostolorum principis (29 giugno 1958), ribadì per la terza volta, dopo la Mystici Corporis del 1943 e la Ad Sinarum gentem del 1954, che la giurisdizione viene ai Vescovi tramite il Papa.
RispondiEliminaBeh....se andiamo a messa...ci viene propinato un qualcosa di diverso dalla tradizione. Dov'è la resistenza???
RispondiEliminaDipende da QUALE messa.
Conosco santi sacerdoti che celebrano i degnamente anche il NO anche se, quando posso, la mia Messa è la Messa di sempre e ne ringrazio il Signore.
Una delle caratteristiche della Chiesa Cattolica, ("l'ultima creazione del patriziato romano" come scrive magistralmente Nicolas Gomez Davila), è quella di avere un elevato grado di formalizzazione giuridica della propria Dottrina, eredità della logica aristotelico-tomistica, da un lato, e dalla tradizione giuridica romana, dall'altro. Lo "sviluppo" (ammesso che così possa essere definito) della Dottrina, i cui fondamenti sono immutabili, procede in via organica, senza negazioni, contraddizioni e strappi. Ora, è ovvio che le affermazioni di Scola confliggano con la Dottrina tradizionale, così come quelle precedenti del cvii sullo stesso tema. Meno ovvio è osservare come il "vulnus" non sia solo dottrinario, ma anche giuridico: il principio della "libertà religiosa" è stato dogmaticamente condannato, ad esempio ma non solo, da Quanta Cura e dal Sillabo (Pio IX, riprendendo Gregorio XVI, la definisce "deliramento"). Negare ciò che è stato infallibilmente affermato non significa solo demolire la Dottrina e la Verità (che è certamente la colpa più grave), ma minare anche il processo, logico-giuridico, di "verificazione" da parte della Chiesa. Inevitabile conseguenza: il trionfo del relativismo e dello storicismo. In altri termini: non viene solo negata la Verità, ma anche il procedere, intellettualmente organico e logicamente ordinato, del disvelamento e della "fissazione" della Verità. Le colpe dei modernisti non sono solo contro la teologia, ma anche contro la logica (massime contro il principio di non contraddizione) e la retta filosofia. Su un piano metafisico, è l'apologia del Caos sul principio di Cosmos, di Ordine. E sappiamo tutti chi è il Signore del Caos.....
RispondiEliminaLa Messa non è un problema, la Messa è IL PROBLEMA.
RispondiEliminaSolo conservando la Messa di sempre si conserva la Fede di sempre. E viceversa.
Per semplici fedeli, questo significa semplicemente andare alla Messa di sempre, con fedeltà, anche a costo di sacrifici.
Altrimenti si diventa solo degli agitatori politici.
"Che ti serve saper discutere profondamente della Trinità, se non sei umile, e perciò alla Trinità tu dispiaci?" (L'imitazione di Cristo)
Silente, grazie.
RispondiEliminada incorniciare!
Vedo che molti tentano di interpretare i segni che stanno accadendo in questi tempi come premonitori del ritorno del Signore.
RispondiEliminaCredo che la storia sia piena di eventi che sono stati talvolta interpretati come tali.
Ad esempio nei primi secoli c'era la sensazione comune che il ritorno del Signore sarebbe stato pressoché imminente.
La distruzione di Gerusalemme del 70 d.C., le numerose eresie dei primi secoli, le guerre, le persecuzioni dei cristiani, tutti eventi predetti nel discorso escatologico di Gesù.
Per cui credo che tentare di fare simili interpretazioni sia poco utile. Una cosa è certa, che bisogna sempre vigilare, come ci ha esortato a fare il Signore.
"In ascolto della Chiesa universale", dice Lombardi nel comunicare la notizia della Commissione di Cardinali.
RispondiEliminaMa con le continue visite ad limina dei vescovi, cos'hanno sempre fatto i Papi?
E' solo una capitolazione post-conclave a favore della collegialità.
Su un piano metafisico, è l'apologia del Caos sul principio di Cosmos, di Ordine concordo con Silente.
RispondiElimina...se vogliamo essere fedeli a Nostro Signore, dobbiamo chiedergli di far parte del piccolo Gregge, seguendo i pastori che Egli ci indicherà, da parte mia invidio coloro che possono seguire la Messa di sempre:
silente, perfetta spiegazione di interazione tra fede e ragione!
RispondiEliminaOT
RispondiEliminaDal blog di S.Magister
Governo già fatto, a un mese giusto dall’elezione a papa
Il Santo Padre Francesco ... ha costituito un gruppo di Cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa universale ...costituito da:
- Card. Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano;
- Card. Francisco Javier Errázuriz Ossa, Arcivescovo emerito di Santiago de Chile (Cile);
- Card. Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay (India);
- Card. Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising (Germania);
- Card. Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo);
- Card. Sean Patrick O’Malley, O.F.M. Cap., Arcivescovo di Boston (U.S.A.);
- Card. George Pell, Arcivescovo di Sydney (Australia);
- Card. Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, S.D.B., Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras), con funzione di coordinatore;
- S.E. Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, con funzione di segretario.
Verso la distruzione del Primato Petrino: Mi ami tu Pietro? Come sei antiquato Signore.. ritwittami la domanda please..!
RispondiEliminaIl papa Bergoglio nomina otto cardinali come consiglieri
Parole, quelle del Card. Scola che non possono riempire che di tristezza: lo stato deve essere aconfessionale, dice, in nome della libertá religiosa...Ma da quando? Non certo prima del Concilio di infausta memoria: "...La stessa libertà, se considerata nell’ambito della società, pretende che lo Stato non faccia propria alcuna forma di culto divino e non voglia professarlo pubblicamente; pretende che nessun culto sia anteposto ad un altro, ma che tutti abbiano gli stessi diritti, senza tener conto della volontà popolare, se il popolo si dichiara cattolico. Ma perché fossero corretti tali principi, dovrebbe essere vero che gli obblighi della società civile verso Dio o sono nulli o possono essere impunemente disattesi: e ciò è falso in entrambi i casi. Infatti non si può dubitare che gli uomini siano uniti in società per volontà di Dio, sia che si consideri la società stessa nelle sue parti, sia nella forma che assume l’autorità, sia nello scopo, sia nell’abbondanza di quei cospicui vantaggi che ne provengono all’uomo. È Dio che ha creato l’uomo socievole e lo ha posto nel consorzio dei suoi simili, affinché ciò che secondo natura desiderava e non poteva conseguire da solo, divenisse un facile acquisto vivendo in società. Perciò è necessario che la società civile, proprio in quanto società, riconosca Dio come padre e creatore suo proprio, e che tema e veneri il suo potere e la sua sovranità. Pertanto, la giustizia e la ragione vietano che lo Stato sia ateo o che – cadendo di nuovo nell’ateismo – conceda la stessa desiderata cittadinanza a tutte le cosiddette religioni, e gli stessi diritti ad ognuna indistintamente.
RispondiEliminaDunque, dal momento che è necessaria la professione di un sola religione nello Stato, è necessario praticare quella che è unicamente vera e che non è difficile riconoscere, soprattutto nei Paesi cattolici, per le note di verità che in essa appaiono suggellate. Conseguentemente i governanti la conservino, la proteggano, se vogliono provvedere con prudenza e profitto, come devono, alla comunità dei cittadini. Il potere pubblico è stato costituito per il vantaggio dei sudditi, e sebbene il suo scopo immediato sia quello di condurre i cittadini alla felicità della vita che si trascorre in terra, tuttavia non deve ridurre ma accrescere nell’uomo la facoltà di conseguire quel supremo ed estremo bene in cui consiste l’eterna felicità degli uomini e a cui non si può pervenire se si trascura la religione..." Leone XIII, Libertas.
Un po' tipo i 10 saggi di re Giorgio...
RispondiEliminaSe questa è la strategia di Francesco, non passerà molto che la Chiesa cattolica sarà come la comunione Anglicana.
RispondiEliminaUn po' tipo i 10 saggi di re Giorgio...
RispondiEliminaLa Chiesa in movimento
Se anche Papa Francesco si affida ai saggi
di Roberto Cantona
13 Aprile 2013
Sono in otto e vengono da cinque continenti. Dovranno studiare un progetto di revisione della Costituzione ma avranno tutto il tempo necessario per farlo. Va riorganizzata la forma di governo e ripensato il concetto di collegialità.
Saranno in contatto con chi li ha scelti e si muoveranno in autonomia, ma la loro relazione avrà solo un valore consultivo e non decisionale. Nel frattempo i controllati resteranno pienamente operativi nonostante il lavoro di ricerca svolto dai controllori.
Sembra il ritratto dei "facilitatori" di Napolitano ma in realtà si tratta degli otto saggi scelti da Papa Francesco per riformare la Costituzione Apostolica Pastor Bonus che regola la Curia Romana.
Si era detto che la politica italiana avrebbe dovuto prendere esempio dalla ventata di cambiamento introdotta da Francesco Primo. Ma a quanto pare anche il Papa trova ispirazione nel Quirinale.
E' necessario cambiare gli uomini (santi uomini per le cose di Dio), non serve cambiare le strutture!
RispondiEliminaE' necessario cambiare gli uomini (santi uomini per le cose di Dio), non serve cambiare le strutture!
RispondiEliminaMa il vero problema è la nuova picconata al primato petrino.
Iacobod: "Ma il vero problema è la nuova picconata al primato petrino".
RispondiEliminaIl Primato petrino non esiste più dal giorno dell'abdicazione di Benedetto, che è rinuncia di Pietro.
"Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il 'mistero dell'iniquità' sotto la forma di una IMPOSTURA RELIGIOSA che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima IMPOSTURA RELIGIOSA è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carene" (CCC, 675).
Ora, se il Magistero dice che, alla fine dei tempi, vi sarà un' "impostura religiosa", dobbiamo dare per certo che essa riguarda la Chiesa. E se è "impostura", essa dovrà essere "imposta". Da chi? Non dal Popolo di Dio, il quale non ha alcuno strumento per "imporre" alcunché; né dal basso clero o dai vescovi, i quali devono rispondere alla Suprema potestà del Papa. In ultimo, nemmeno dai cardinali, per le identiche ragioni.
L'unica Autorità, in seno alla Chiesa Cattolica, che ha il potere di "imporre" è il Vescovo di Roma, cioè il Papa.
Dobbiamo pertanto dedurre che a "imporre" l' "impostura religiosa" sarà un Papa, che potremo tranquillamente definire "impostore".
Tuttavia, ci sono quei passi dei Vangeli (Mt 16,18s; Lc 22,32) che impediscono di pensare a un Papa come a un "impostore".
A meno che non si tratti di un "Vescovo di Roma", eletto da un Collegio di cardinali in data posteriore alla riconsegna delle chiavi da parte di Pietro al legittimo Proprietario.
Chi sarà mai l' "impostore"?
"Chi ha orecchie per intendere, intenda"
Tuttavia sappiamo che "la dimensione mariana della Chiesa precede la sua dimensione petrina" (GP2, Mulieris dignitatem, 27). Per cui, in questo preciso momento storico, a reggere la Chiesa di Cristo è Maria, che ne è Madre.
"Finalmente il Mio Cuore Immacolato trionferà"
@ Cordero
RispondiEliminaAnzitutto mi piacerebbe conoscerla e sapere come comunicare con lei.
Poi...ha mai letto i messaggi a don Gobbi...? Lei dice più o meno le stesse cose.
Saluti
@ don Luigi
RispondiEliminaBene. La avviso che Colafemmina ha finalmente pubblicato un paio di miei commenti in stand by - tra cui quello a Lei indirizzato -.
Di don Gobbi ho sentito parlare - bene - da un mio caro amico sacerdote.
Come comunicare con me?
Non saprei. Sono un neofita della Rete. Lei che sarà certamente più esperto di me, proponga un modo.
Saluti
Perdonate una domanda un po' sciocca, ma non sono molto avvezzo di documenti ecclesiali.
RispondiEliminaTuttavia, per non saper nè leggere e nè scrivere, consulto Wikipedia e leggo alla voce Costituzione Apostolica che "si tratta di documenti papali particolarmente importanti e solenni, riguardanti un insegnamento definitivo o disposizioni di una certa rilevanza".
Ora, è normale che un Papa modifichi l'insegnamento definitivo di un suo predecessore, o sue rilevanti disposizioni?
Una Costituzione Apostolica è considerata parte del Magistero della Chiesa o no?
ho preso in considerazione la profezia della Emmerich perché si tratta di una beata proclamata dalla Chiesa Cattolica. Ma valgono molto di più la Scrittura e le Apparizioni mariane approvate dalla Chiesa.
RispondiEliminaCosì sappiamo che la Madonna a Fátima aveva detto che “il Santo Padre avrebbe sofferto molto, i buoni sarebbero stati martirizzati, varie nazioni sarebbero state annientate” – è la grande tribolazione finale –; ma per mitigare questi effetti devastanti Ella rivelava che Dio voleva diffondere la “devozione al suo Cuore Immacolato” e la “Comunione eucaristica riparatrice nei primi sabati”. «Por fim o Meu Imaculado Coração triunfará», aveva concluso.
Non ho qui lo spazio per dilungarmi sul significato salvifico del “sacrificio di riparazione” nella Legge ebraica, applicato al “Servo sofferente” del Deutero Isaia: “quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo” (Is 53,10). Posso tuttavia affermare che questo “sacrificio” attiene alle parole pronunciate dalla Madonna a Fátima.
In cosa consiste il trionfo del Cuore Immacolato di Maria? E perché il “Vescovo vestito di Bianco” non può essere semplicemente B16?:
dalla Scrittura sappiamo che la Donna perseguitata dal drago – io dico massonico –, che attenta alla vita del suo bambino-Cristo, viene condotta da Dio nel deserto, nel suo rifugio (Ap 12,6.14). In questo momento storico credo ci troviamo in questo preciso punto: la fuga nel deserto della Donna-Chiesa – “ la Chiesa si risveglia nelle anime” aveva detto B16 –, col Papa costretto a lasciare Roma. Questo rifugio – che è un luogo dell’anima, luogo della prova, ma anche un LUOGO FISICO – è posto sotto le particolari premure dell’Arcangelo Michele, protettore della Chiesa universale (Ap 12,7). Qui la Donna verrà nutrita “per un tempo, due tempi e la metà di un tempo”, cioè tre anni e mezzo (Ap 12,6.14). Si tratta della durata della profanazione del Tempio di Gerusalemme, operata da Antioco IV Epifane (167-164 a.C.), in cui vennero interrotti “il sacrificio e l’offerta” (Dn 8,13).
Tutto ciò ha un parallelismo con la storia di questi giorni: la “presa” del Tempio-Chiesa, cui farà seguito l’ “abominio della devastazione” (Mt 24,15) per tre anni e mezzo, cioè una “Nuova Messa” ecumenica, senza la Presenza reale di N.S.: l’inutilità della Morte di Cristo. Si spiega così perché il Papa abbia voluto il Summorum Pontificum e rivolesse i Lefebvriani: per dare man forte a quanti si opporranno a questo evento devastante, che non potrà che produrre uno scisma, rivelandosi come l’ “impostura religiosa” (CCC, 675) di cui ho detto sopra. Conteggiando qualche mese necessario a preparare questa “schifezza”, aggiungendovi i tre anni e mezzo della “devastazione” del culto, ci troviamo in pieno Centenario delle Apparizioni di Fátima: «Possano questi … anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria» aveva detto B16 in quel Santuario.
Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria si realizza nella resistenza del vero culto a Dio nel “rifugio nel deserto” – e da qui progressivamente a tutta la vera Chiesa – , possibile grazie al “sacrificio di riparazione” auspicato da Maria a Fátima (...).
4/11/2013 3:25 AM
Cordero ha detto...
RispondiElimina(…) Segnalo, per opportunità, il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso:
http://www.santuarioaddolorata.it/2/
Qui la Madonna è apparsa nel 1888 – Apparizioni approvate dalla Chiesa –. Maria si mostra in atteggiamento “sacerdotale” di Madre sofferente ed offerente: offre al Padre celeste il suo Figlio, generato come vittima di espiazione per i peccati degli uomini – anche di quelli di Chiesa –; si tratta di un dono “fatto col Cuore” – il suo Cuore Immacolato –, trafitto dalle sette spade. Qui la Madre appare dunque realmente come Corredentrice, “amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da Lei generata” (Lumen Gentium, 58). In questa Immagine è plasticamente rappresentato in cosa consista il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria: il Sacrificio del Figlio da Lei generato come Madre della Chiesa. E non è ovviamente Benedetto. “Chi ha orecchie per intendere, intenda”.
Sebastian: "Una Costituzione Apostolica è considerata parte del Magistero della Chiesa o no?"
RispondiEliminaCredo che una Costituzione Apostolica si possa sempre modificare; ad es. la Cost. Apost. "Universi Dominici gregis", disposta da GP2 per l'elezione del Papa, è stata modificata da Benedetto XVI.
Ma se ti riferisci a questo papa-Ciccio, per me tutto cambia. Credo si sia capito come la penso in proposito.
RispondiElimina"Vaticano, il Papa nomina un 'comitato' di otto saggi".
Fra' Dolcino Cantalamessa l'aveva detto che era in progetto un'opera di demolizione in grande stile, no? Bene, ora iniziano i lavori. Si inizia ovviamente a passi felpati, ma ben presto assisteremo ad un 'crescendo' rossiniano...
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RispondiEliminaParole di Benedetto XVI ai giornalisti verso Fatima (11 maggio 2010)
RispondiElimina... Così direi, anche qui, oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. Perciò è vero che oltre il momento indicato nella visione, si parla, si vede la necessità di una passione della Chiesa, che naturalmente si riflette nella persona del Papa, ma il Papa sta per la Chiesa e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano. Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarebbe stata sempre sofferente, in modi diversi, fino alla fine del mondo. L’importante è che il messaggio, la risposta di Fatima, sostanzialmente non va a devozioni particolari, ma proprio alla risposta fondamentale, cioè conversione permanente, penitenza, preghiera, e le tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Così vediamo qui la vera e fondamentale risposta che la Chiesa deve dare, che noi, ogni singolo, dobbiamo dare in questa situazione. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia. Con una parola, dobbiamo ri-imparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza e le virtù teologali. Così rispondiamo, siamo realisti nell’attenderci che sempre il male attacca, attacca dall’interno e dall’esterno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che, alla fine, il Signore è più forte del male, e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia.
http://doncurzionitoglia.net/2013/04/12/332/
RispondiEliminaScusate il fuori tema: Don Curzio polemizza (secondo me giustamente) con i vertici della FSSPX. Buona domenica
Antinio, conosco quel testo che avevo ricevuto in anteprima. Ma non ho nessuna intenzione di addentrarmi anche in questi incresciosi gineprai.
RispondiEliminaHai la coda di paglia?
RispondiEliminaE perché dovrei avere la coda di paglia?
RispondiEliminaNon conosco gli interna corporis della Fraternità e ho sempre fatto valutazioni in base ai dati ufficiali sia da parte della Santa Sede che della FSSPX.
Poiché in tutta la Chiesa (e dunque la Fraternità non ne è immune) serpeggiano inquietudini di ogni genere, la mia scelta globale è di riflettere solo su ciò che mi è noto direttamente e essere propositiva e cattolicamente affermativa sul resto.
"Avete la coscienza in pace, sentite di rimanere ortodossi dato che credete fermamente alla divinità ed all'umanità di Gesù Cristo, ciò che basta a costituire un cristianesimo inoppugnabile...
RispondiEliminaDisilludetevi, non siete ineccepibili nella vostra fede... se siete tra quelli che, facendosi un dovere di offrire a Gesù l'incenso, non vogliono aggiungervi dell'oro, cioé riconoscere e proclamare il suo essere Re nella società."
- Cardinal Pie -
Chissà se Scola sa chi é il Cardinal Pie...
« La dottrina cattolica – ricordava San Pio X - ci insegna che il primo dovere della carità non consiste nel tollerare convinzioni errate, per quanto sincere siano, né nell'indifferenza teorica o pratica per l'errore od il vizio in cui vediamo piegati i nostri fratelli, ma nello zelo per il loro miglioramento intellettuale e morale, più che nel loro benessere materiale. Questa stessa dottrina ci insegna che la fonte dell'amore si trova nell'amore di Dio, Padre comune e fine comune di tutta la famiglia umana, e nell'amore di Gesù Cristo. No, Venerabili fratelli, non c'è vera fraternità fuori dalla carità cristiana.» (San Pio X, Enciclica Notre Charge apostolique all’episcopato francese, 25 agosto 1910). Confortare gli infedeli o gli eretici nelle loro false idee è quindi mancare gravemente alla carità. PERTANTO è PECCATO CONTRO IL V Comandamento. "NON AMMAZZARE", vuol dire tante cose, tra le quali NON CONFERMARE NELL'ERRORE.
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