Ecco un estratto, che traduco da Vigilant dans la nuit : Chi veglia nella notte, al fine di alimentare la riflessione delle Sentinelle. Non riesco più a risalire alla fonte francese che lo ha selezionato, ma ho trovato il link cui rimando.
Per cedere al materialismo, bisognerà abbandonare la santa Vergine Maria, la sua maternità su noi tutti, l'esempio della sua purezza e la potenza della sua protezione? Bisognerà abbandonare la causa della nostra letizia? No. In confronto a tutto ciò che diminuirebbe la nostra devozione materiale, la nostra difesa e il nostro rifugio saranno immediati, assoluti. Dite che siamo naif, puerili, superstiziosi, irrazionali, arretrati e tutto il resto. Che c'importa! Almeno, saremo consapevoli; e saremo ipersensibili per riconoscere ogni depauperamento della nostra devozione, e vigilanti per compensarlo. Ogni volta che dei potenti hanno voluto relegare la Santissima Vergine nella sacrestia, tutto il popolo cristiano ha fatto immediatamente in modo di raggiungerla. Quanto mi piace questo istinto profondo che prende i fedeli attraverso le fibre più umane del loro cuore. Perché il culto della Santa Vergine costituisce il nostro bastione avanzato. Abbandonarlo darebbe la stura ad ogni difetto; al contrario, la sua salvaguardia assicura la tenuta stagna di ogni dispositivo di difesa.
Ho sentito sacerdoti dire – con un certo imbarazzo ma lo dicevano lo stesso: «Il rosario è una preghiera meccanica, quali l'equivalente di un mulino di preghiera ; né peggiore né migliore.» Certamente, criticare questa devozione non costituisce una manifestazione diretta di ateismo. Tuttavia, se alcuni vogliono in questo modo toglierci la scala per il paradiso, essi agiscono contro al nostra vita con Dio. Coloro che scalzano un contrafforte non hanno forse l'intenzione di far crollare tutto l'edificio?
Ammettiamo che il rosario sia una sorta di mulino di preghiera. Ebbene, noi amiamo questo mulino, ecco tutto! In un'epoca in cui tanti uomini accettano la schiavitù della macchina, diciamo felici gli schiavi di questa meccanica. Perché il suo ritmo è umanizzante e divinizzante. Vogliamo dunque qualificarci tra gli operai di questo mulino. Il più spesso possibile, il nostro cuore imporrà questa macinatura alle nostre labbra. La santa Vergine, che una volta faceva il pane per la famiglia , accetterà la farina del nostro mulino come un omaggio familiare. Inoltre, con la farina che le offriamo, essa nutrirà numerosi poveri sulla via del paradiso. Lasciateci dunque amare queste cose umili, poiché le comprendiamo.
Pensare che la preghiera le cui formule si ripetono sempre le stesse divenga una preghiera meccanica, ecco un giudizio di cristiani i quali non pregano che raramente. Coloro che non pregano se non quando li spinge una necessità, costoro hanno ogni volta qualcosa d'altro da chiedere: questa volta, essere preservati da un lutto, quest'altra essere guariti da una malattia; e così di seguito. La loro attenzione, per non dire il loro cuore, si fissa più sul soccorso implorato che su Dio che implorano. Al contrario, colui che prega molto, si rivolge a Dio soprattutto per rendergli il dovuto ed essergli attualmente unito. Dio occupa la sua attenzione ben più che il dettaglio dei benefici da chiedere. Ora, i nostri doveri verso Dio, sono sempre gli stessi, e le condizione dell'unione con lui non cambiano. Così colui che prega molto ridice di preferenza le stesse formule.[1]
Queste sottolineature, che valgono in generale per la preghiera rivolta a Dio, valgono altrettanto per quella rivolta alla Vergine Maria. Ben lungi dal condurre ad una meccanizzazione della preghiera, le ripetizioni moltiplicate dall'intelligenza, aumentano l'esperienza acquisita. Colui che prega così arriva ad una grande profondità, sia nel senso che si allaccia alle stesse formule, sia nella sincerità dei sentimenti che esse esprimono. Non confondiamo «cadere nell'automatismo» con «aver pratica». Coloro che hanno pratica, esperienza, operano con grande calma, ben diversa dal lavoro meccanico. Essi sono consapevoli di ciò che fanno e contenti di farlo bene. Ripetere il Rosario, significa acquistare pratica, esperienza.
(...)
«Quando recita il rosario, pone la sua attenzione nelle parole "Ave, Maria", o medita sui quindici misteri?»
Dipende. In alcuni momenti, amo aggiungere alle parole la visione successiva dei differenti misteri. In altri, preferisco soffermare la mia attenzione alle stesse parole «Ave, Maria», parole che contengono abbastanza misteri per cui non sento il bisogno di aggiungerne[2].
(...)
«Perché, durante un'esistenza umana, dire migliaia di "Ave, Maria"? Che importanza, quale utilità ciò può avere ?»
Ecco. È certamente di eccezionale importanza che una creatura sia stata scelta da Dio per divenire sua Madre e la Madre di tutti gli uomini. D'importanza eccezionale è anche che noi approfittiamo di questo disegno di Dio, e che ricorriamo a colei le cui prerogative le donano potere di intercedere in nostro favore. Aggiungo che questo piano divino, che eleva una semplice creatura così in alto nel soprannaturale, è una misericordiosa sfida lanciata all'ateismo. Ammettiamo che gli atei abbiano una parvenza di ragione nel prendersela con un maestro onnipotente, a causa delle miserie della condizione umana. Ammettiamo che la loro ribellione abbia una parvenza di scusa. Ma nulla di tutto questo ha a che fare con la Vergine Maria, e come rifiutare di lasciarsi attirare da lei? Poiché questa semplice creatura, non la si può ritenere responsabile del «male fatto»; In quanto madre, essa è la vergogna del rancore.
In più, nella nostra epoca di materialismo, la devozione mariana ha un'importanza nuova, come protesta. Infatti, nella Vergine santa, troviamo una perfezione e una felicità che non le vengono dalle forze materiali, né dall'evoluzione, né dal caso, ma unicamente dalla generosità di un Dio che è una persona. Ora, niente è così soprannaturale quanto la grazia; e niente rifiuta il materialismo quanto il soprannaturale. Onorando la santa Vergine Maria a causa delle grazie da lei ricevute, noi scegliamo dunque di amare un altro ciclo di valori rispetto a quelli materiali; poniamo noi stessi fuori dal materialismo, rifiutando di avervi a che fare. E allora, il mondo utilizzi sempre più la costrizione, volgendoci alla Vergine, noi onoriamo la libertà e la gratuità dei doni di Dio.
(...)
Colei che riunisce nella sua persona i titoli di Vergine e di Madre, che simboleggiano la dolcezza, la tranquillità, la pace, ispira ai suoi devoti un sorprendente spirito d'offensiva in vista del regno di Dio. Gli avversari della religione temono i suoi fedeli, e ne sono le ragioni. Ogni cristiano che si sente disposto ai grandi combattimenti in effetti adotta una forte devozione mariana. L'espressione «temibile come battaglioni» (Ct 6, 10) che secondo la Tradizione si applica alla santa Vergine Maria, è certamente giustificata. Troviamo anche qui una di quelle intuizioni del cuore cristiano, che vede più in là delle apparenze.
Ed anche, nella fucina ben costruita della paganizzazione, quella delle civiltà e quella degli uomini, introdurrò la mia preghiera, e soprattutto la mia preghiera alla vergine Maria, come l'elemento imponderabile che cambia le concatenazioni e sconvolge le previsioni. Con il rosario, poniamoci come la minuscola causa che blocca poi disgrega le brutali coalizioni materialiste. Introduciamolo, granello di sabbia che inceppa la grossa macchina. La nostra duna che blocca l'invasione delle cavallette. Anche se fossimo noi, rispetto al gran numero degli uomini, solo cento mila a pregare così ; anche se fossimo cento e dici ; anche se fossimo solo tu ed io, ne varrebbe la pena."
p.88-92
VIGILANT DANS LA NUIT Père Jérome
Abbaye Notre-Dame de Sept-Fons.
Editions Saint Augustin
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Note mie
1. Non trascurando che le preghiere, cosiddette ripetitive per eccellenza: l'Ave Maria, il Pater noster e il Gloria Patri, oltre a venirci dalla Tradizione millenaria, sono anche brani di Vangelo. L'Ave Maria nella prima parte ricapitola come meglio non si potrebbe la chiamata avvenuta nella pienezza dei tempi che ha portato a compimento al Storia di Salvezza che stiamo percorrendo. In più lo fa con la Parola di Dio, meditando la quale siamo immessi in quella realtà sublime e unica che si attualizza per noi. Pensiamo poi a come, solo nel dire Madre di Dio, la nostra invocazione condensa e riconosce la sua maternità verginale e la divinità del Signore, per poi chiedere la sua potente intercessione per il momento presente e per quello decisivo della vita terrena. Il Pater noster ci è stato consegnato direttamente dal Signore e proviene da suo cuore e dalla sua conoscenza unica del Padre e della sua volontà; e dunque racchiude tesori indicibili della realtà divina, di ciò che opera in noi e per noi nonché della risposta che ci è chiesta. Il Gloria Patri ricapitola il riconoscimento e la lode della SS. Trinità da oggi e da sempre e per sempre. Cosa di più e di meglio possiamo e dobbiamo dire e custodire, lasciandoci plasmare contemplando? I soloni dissacratori non le cancelleranno mai!
2. Di volta in volta si accendono delle luci, sia attraverso le parole (e i significati profondi) delle "formule", sia attraverso i vari Misteri "contemplati".
2. Di volta in volta si accendono delle luci, sia attraverso le parole (e i significati profondi) delle "formule", sia attraverso i vari Misteri "contemplati".
Gesù ci ha insegnato il Padre Nostro; Dio Padre e Dio Spirito Santo ci hanno insegnato l'Ave Maria. L'Angelo che si rivolge alla Madonna dicendo "Ave, piena di Grazia, il Signore è con te", non parla a nome proprio, ma a nome di Dio; ἄγγελος, infatti, significa 'messaggero'. Elisabetta, piena di Spirito Santo, esclama: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo; a che debbo che la madre del mio Signore venga a me?". Anche in questo caso, non è Elisabetta che parla, ma lo Spirito Santo attraverso di lei. Ergo, possiamo dire che l'intera prima parte dell'Ave Maria e il titolo di "Madre di Dio" della seconda ci sono state insegnate da Dio Padre e da Dio Spirito Santo.
RispondiEliminaviva Maria!
RispondiEliminaGrazie per questo spunto di riflessione. Purtroppo tendo a sottovalutare la recita del Santo Rosario...
RispondiEliminaPrezioso intermezzo tra i peana laudatori e i timori irrazionali e non.
RispondiEliminaMulino...? E pensare che p. Pio ne recitava 100 di corone...tente Ave come colpi di mitragliatrice. Non ve n'è per caso bisogno...?
RispondiEliminaRagazzi/e,
RispondiEliminaqualcuno desidera essere informato rigurdo quella mia vecchia idea (che ripropongo, sotto la protezione di Gesù Eucaristico, della Madonna e di San Marco) delle 4 ORE DI ROSARIO?.