Inserisco di seguito un articolo di Mattia Rossi, redattore della rivista «Liturgia culmen et fons». Esso è apparso alcuni giorni fa su Il Foglio, che ha pubblicato altri interessanti articoli dello stesso autore, tra cui, il 4 aprile scorso: La Liturgia non può essere povera.
Sostanzialmente Mattia Rossi afferma e argomenta perplessità da noi già espresse. Lo riprendo perché è apparso oggi su Messa in Latino, preceduto da un commento un po' sopra le righe, che rischia di danneggiare l'autore ancor più della sorprendente per non dire esagerata e inopportuna stroncatura di Tornielli, pubblicata sul suo blog. C'è da aggiungere che non manca un precedente, sempre nei riguardi di Mattia Rossi, sui "segnali di discontinuità" dati dal nuovo papa. Sono rammaricata che la ricerca su google offra solamente rinvii agli articoli di Tornielli moltiplicati anche da diversi blog anche stranieri come "ripetitori", senza poter risalire agli originali di Mattia Rossi da lui stroncati. Sarei grata a chi sappia recuperarne i link o disponga dei testi.
Colpisce piuttosto che la segnalata sottolineatura venga fatta in simultanea ad un articolo nel quale Tornielli riporta invece, senza alcun commento, le dichiarazioni del vescovo Piero Marini circa le unioni di persone dello stesso sesso [di cui abbiamo parlato qui]. Evidentemente i rischi di demolizione della Chiesa dal suo interno non toccano più di tanto uno dei vaticanisti più gettonati anche all'estero.
Sostanzialmente Mattia Rossi afferma e argomenta perplessità da noi già espresse. Lo riprendo perché è apparso oggi su Messa in Latino, preceduto da un commento un po' sopra le righe, che rischia di danneggiare l'autore ancor più della sorprendente per non dire esagerata e inopportuna stroncatura di Tornielli, pubblicata sul suo blog. C'è da aggiungere che non manca un precedente, sempre nei riguardi di Mattia Rossi, sui "segnali di discontinuità" dati dal nuovo papa. Sono rammaricata che la ricerca su google offra solamente rinvii agli articoli di Tornielli moltiplicati anche da diversi blog anche stranieri come "ripetitori", senza poter risalire agli originali di Mattia Rossi da lui stroncati. Sarei grata a chi sappia recuperarne i link o disponga dei testi.
Colpisce piuttosto che la segnalata sottolineatura venga fatta in simultanea ad un articolo nel quale Tornielli riporta invece, senza alcun commento, le dichiarazioni del vescovo Piero Marini circa le unioni di persone dello stesso sesso [di cui abbiamo parlato qui]. Evidentemente i rischi di demolizione della Chiesa dal suo interno non toccano più di tanto uno dei vaticanisti più gettonati anche all'estero.
Cito la conclusione:
È sempre difficile fare previsioni, e con queste poche righe non intendo certo depotenziare la portata delle critiche messe in pagina dal «Foglio». Mi limito soltanto a dire, sommessamente, che il papato, essendo già sopravvissuto alla «novità epocale» del 1288, forse sopravviverà anche alla «novità epocale» del 2013.
Tornielli, prima lancia il sasso poi si dichiara sommessamente tranquillo sulla sopravvivenza del papato alla novità epocale del 2013, alla stregua della sopravvivenza dello stesso alle “novità epocali” del 1288… A parte la totale assenza di argomentazioni e il confronto non appropriato tra i due eventi innovativi sulla base della realtà statuale del papato di allora, mi chiedo la ragione di questa 'gogna mediatica' imposta ad una delle voci "fuori dal coro". [Del resto conosciamo le sue bordate]
Nel frattempo c'è chi vede anche nell'eliminazione del numero ordinale al nome del papa, giustificato da sommarie comunicazioni vaticane, un aspetto - mentre gli altri non sono pochi né di poco conto - del progetto di modifica della figura del pontefice per privarla delle caratteristiche che gli sono proprie, segnalando come ulteriore indizio la sparizione del pallio dallo stemma papale, che non è una dimenticanza perché la notazione è presente sulla sua descrizione nel sito della Santa Sede; eppure essa è passata sotto silenzio. È vero che non è tradizione recente che i Papi lo rappresentino nel loro stemma. Tuttavia il pallio è la tipica insegna liturgica del Sommo Pontefice, e compare molto spesso in antiche raffigurazioni papali. Indica la prerogativa di pastore del gregge a Lui affidato da Cristo ed è un'altra delle scelte di Benedetto XVI abbandonata dal suo successore.
Si alzeranno le "voci del coro", definito sottilmente da Gnocchi e Palmaro clerical-pop[1], per dire "si tratta solo di paramenti, di elementi esteriori". Ma come si fa a ignorare che ci sono gesti e anche elementi esteriori che sono un chiaro specchio delle intenzioni interiori? E che non si tratta di formalismi ma di attentato alle "essenze" attraverso un indiscriminato abbandono e /o sovvertimento della "forma"? Da tutto quanto abbiamo visto e sentito finora - e non siamo i soli a dirlo - "sembra si voglia limitare o ridimensionare, se non addirittura negare, il Primato Petrino in favore di una più ampia collegialità episcopale, non più solo consultiva, ma anche autonomamente deliberativa".
E dunque facciamo in modo che le "voci fuori dal coro" non siano titubanti nell'esprimere e motivare le loro ragioni illuminate dalla Fede di sempre.
Nuovo passo «verso la demolizione del papato»?
Quella che è stata salutata come il primo segnale verso la tanto bramata riforma della Curia, la nomina da parte di Francesco di una commissione di otto “saggi” – i quali, per inciso, non hanno mai avuto esperienza alcuna della Curia: una sorta di “grillismo” vaticano (ma, a proposito, sapranno i cardinali riformator-curiali trovare i bagni del Vaticano?) –, porta con sé una novità epocale: mai, nella storia della Chiesa, un Sommo Pontefice si era avvalso di un organo consultivo.
Da più parti, nel mondo tradizionalista, è stato messo in evidenza come anche quest’ultimo atto di Papa Francesco vada nell’esatta direzione di ennesimo tentativo demolizione del concetto di papato – inteso come divina istituzione di un “primus super pares” – in favore di una collegialità episcopale all’interno della quale il Papa, che diventa nientemeno che il “vescovo di Roma” e basta, è un “primus inter pares”.
Certo, il Papa rimarrebbe come decisionista ultimo, è vero, epperò è altrettanto vero che tale nuovo organismo viene a rappresentare una palude di sabbie mobili per la stabilità della gerarchia apostolica e del primato petrino.
La fonte legittimatrice di tale dottrina di collegialità orizzontale è il numero 22 della costituzione “Lumen gentium” partorita dal Concilio Vaticano II: “L’ordine dei Vescovi (…) insieme col suo Capo il Romano Pontefice, e mai senza questo Capo, è pure soggetto di suprema e piena potestà su tutta la Chiesa”.
Secondo le più innovatrici interpretazioni di tale passo (che, si dice, fece piangere amaramente Paolo VI), appunto, il Papa non dovrebbe più conservare un primato verticale sugli altri vescovi, ma solamente un primato orizzontale, onorifico, nel quale egli sarebbe un vescovo e le varie conferenze episcopali altro non sarebbero che organi consultivi.
Ora, è evidente che con la creazione della commissione degli otto cardinali, esplicitamente chiamati per “affiancare” il “vescovo di Roma” nel governo della Curia, non si fa altro che istituzionalizzare i sospetti che arrivano da destra circa la nuova teoria di collegialità.
E lo ha anche dichiarato, sul Corriere della Sera di lunedì, monsignor Marcello Semeraro, segretario del gruppo degli otto, il quale ha definito il neonato consiglio “uno strumento che si aggiunge, in aiuto al Pontefice”, “un piccolo sinodo di comunione che riunisce vescovi di tutto il continente (…) Non c’è solo collegialità, c’è comunione”.
Se i timori di quanti paventano un ridimensionamento, più che della Curia, del papato, saranno fondati, lo si potrà definire solamente nel tempo. Intanto, la dottrina cattolica è quella del Magistero di sempre.
Il Papa è papa, sì, perché è vescovo di Roma, ma proprio perché Roma, da sempre, sin dal cristianesimo primitivo, conserva un primato di universalità- Egli è Papa perché regge l’Orbe cattolico con un governo assoluto.
Il Papato, al netto della scomparsa del triregno, è un’istituzione monarchica assoluta di derivazione divina, prima di essere “una comunione” con il collegio episcopale.
Se la de-sacralizzazione dell’istituzione, con il consiglio degli otto, portasse il papato a una banalissima democrazia episcopale rappresentativa con il vescovo di Roma quale portavoce, avrebbe, come già evidenziava De Mattei (Il Foglio del 28 marzo scorso), tremende ricadute teologiche: « il Papa prima di essere un uomo è un’istituzione divina: prima di essere il Papa è il papato ».
Mattia Rossi
© IL FOGLIO, 19 aprile 2013
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1. Da un saggio di Lucio Spaziante: « La cultura pop si contraddistingue come una cultura del fare piuttosto che del sapere, dove per lasciare spazio alla spontaneità si preferisce non sapere, dove la pratica conta più della teoria. Chi ascolta rock sa che in quel mondo è per la prima volta padrone di un territorio. Non ci sono professori, non ci sono migliaia di libri da leggere, la cultura e la politica da capire. Basta amare un cantante, a volte imitarlo, indossare gli stessi abiti mentali e fisici e ci si auto genera socialmente. Nel pop non c’è un reale sforzo di teorizzazione. I contenuti, per essere esplicitati, devono essere estratti... Il pop riesce a sfondare, in Italia come altrove, nonostante la barriera linguistica dell'inglese. Il motivo risiede probabilmente nel fatto che il senso della parola è l’ultima cosa che si coglie ».
"mi chiedo la ragione di questa 'gogna mediatica' imposta ad una delle voci "fuori dal coro"."
RispondiEliminaLa stessa che lo induce da anni a tirar fuori bordate contro i tradizionalisti con argomenti pretestuosi e incompleti, in una parola, faziosi.
“A parte la totale assenza di argomentazioni e il confronto non appropriato tra i due eventi innovativi sulla base della realtà statuale del papato di allora, mi chiedo la ragione di questa 'gogna mediatica' imposta ad una delle voci "fuori dal coro".
RispondiEliminaCara Mic, sai bene che Tornielli è solo uno strumento, spero inconsapevole, nel Grande Gioco organizzato dalla Massoneria, che sul Vaticano ha posto gli occhi non certo da oggi…
Lo so che a dire queste cose si passa per dei fissati complottisti, dietrologi e quant’altro. Purtroppo a partire dall’affaire Léo Taxil – un colpo da maestro dei massoni – le denunce a riguardo sono state sottovalutate. Il risultato è stato la proliferazione della Setta nella Chiesa, con le conseguenze che oggi sono sotto i nostri occhi.
Solo due osservazioni:
1) Secondo il Grande Oriente Democratico, nell’articolo da te citato l’altro ieri, il papabile, ormai defunto, Card. Carlo Maria Martini era massone : "Adesso che le celebrazioni retoriche e le condoglianze altisonanti hanno lasciato spazio al silenzio e alla metabolizzazione del lutto, Grande Oriente Democratico saluta con affetto il Fratello Carlo Maria Martini, passato all’Oriente Eterno. Carlo Maria Martini volle essere iniziato Libero Muratore. Ma di questo fatto – e delle modalità in cui poté verificarsi – si troverà probabilmente una qualche traccia illustrativa nel libro del Fratello Gioele Magaldi, MASSONI. Società a responsabilità illimitata, Chiarelettere Editore, in uscita per novembre 2012.”
http://www.grandeoriente-democratico.com/Adesso_che_le_celebrazioni_retoriche_Martini.html
2)Il Card. Bergoglio nel Conclave del 2005 era stato portato avanti come sostituto del fisicamente malandato Martini, e sempre secondo l’articolo da te riportato, è stato un mese fa eletto Papa col contributo dei Fratelli Liberi Muratori: “alcuni Fratelli vicini a GOD … assicurano di aver contribuito in qualche modo, indirettamente, anche dall’interno del conclave tramite amici fraterni, a far eleggere un uomo che sarà in grado di rigenerare la Chiesa Cattolica e di giovare alla società umana planetaria nel suo complesso.".
http://www.grandeoriente-democratico.com/Grande_Oriente_Democratico_saluta_il_nuovo_Papa_Francesco.html
Che prove vogliamo ancora?
@ Amicus
RispondiEliminai ciechi negano anche l'evidenza.
Chissà però se papa Francesco si piegherà agli amici fraterni e farà il loro gioco (a meno che non sia dei loro, ma non possiamo dirlo, non abbiamo prove...altrimenti avremo in lui il famoso papa massone del presunto terzo segreto...io lo temo...e penso sia lui il papa "sotto il controllo dei forti", il papa che precede la grande prova/purificazione della Chiesa)
Ragazzi/e,
RispondiEliminaqualcuno desidera essere informato rigurdo quella mia vecchia idea (che ripropongo, sotto la protezione di Gesù Eucaristico, della Madonna e di San Marco) delle 4 ORE DI ROSARIO?.
ma non possiamo dirlo, non abbiamo prove
RispondiEliminaL'"io penso..." non può far testo.
Del resto, non è nemmeno necessario essere massoni, basta essere ideologizzati nel progressismo. Sarà anche una conseguenza, ma manca la connivenza dei più, anche se il risultato purtroppo è lo stesso...
Continuiamo a custodire, vigilare e pregare.
Il progetto era antico:
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350506
...1. Il Concilio Vaticano II è l’occasione, la grande occasione che aspettavamo per il trionfo delle nostre idee, visto che i massoni sono già al lavoro in tutti i gradi della Gerarchia ecclesiastica.
...2. Rimane ancora il Papato, ma noi lo colpiremo mortalmente se, senza troppe scosse e sotto l’apparenza di miti pecorelle, noi continueremo con diligenza a modellare la cristianità in modo che possa esprimere il papa dei nostri sogni. Quando avremo convertito la Gerarchia ecclesiastica e la massa dei fedeli alle nostre teorie, senza che se ne accorgano, tutto andrà avanti da sé. ...
[da: Direttive, piani e risoluzioni ai fratelli massoni(1961)]
Fa riflettere. Le prove non ci sono e ci sono. Cosa volete: un bollettino della Santa Sede?
Dimenticavo:
RispondiElimina6. Il Papa che faremo eleggere possiederà al massimo grado l’arte dell’ambivalenza (tamquam vir duplex). Per esempio, egli disapproverà i modernisti a parole, ma nei fatti li sosterrà (sopprimendo per prima cosa il giuramento antimodernista).
Io, in merito a questi "saggi?" sarei prudente, si parla di comunione e il vertice rimane integro,esclusivo, regale nelle decisioni da prendere.Anche con altri papi del passato vi erano stati dei consultori.Poi la provenienza dai continenti è un cosa pratica dell'oggi.
RispondiEliminacarlo maria
Fa riflettere. Le prove non ci sono e ci sono. Cosa volete: un bollettino della Santa Sede?
RispondiEliminaDa come si sta degradando la società e la nostra civiltà occidentale, non facciamo fatica a riconoscere tra le cause preponderanti, oltre all'endemica e sempre presente influenza del 'mondo' in senso giovanneo, anche l'opera ormai non più occulta della massoneria.
Ma da qui ad attribuire ai soggetti in campo la qualifica inequivocabile di massone, tranne per quelli noti (nell'agone politico, ad esempio) ce ne corre.
Sappiamo che ci sono, anche all'interno della Chiesa purtroppo, ormai è fin troppo chiaro; ma non mi pare che possiamo dare con certezza epiteti del genere.
Gentile Mic,
RispondiEliminainnanzitutto La ringrazio per la recensione.
Se vorrà fornirmi un indirizzo mail sarò onorato di mandarLe anche il precedente "Le rotture liturgiche di Francesco non sono francescane".
Cordiali saluti,
Mattia Rossi
Lo sono molto grata.
RispondiEliminaPuò scrivermi su
neshama@tiscali.it
Gentile Mic,
RispondiEliminainnanzitutto La ringrazio per la recensione.
Se vorrà fornirmi un indirizzo mail sarò onorato di mandarLe anche il precedente "Le rotture liturgiche di Francesco non sono francescane".
Cordiali saluti,
Mattia Rossi
non mi chiami insolente, se le chiedo che potrebbe interessare anche me ed i miei corrispondenti.
Grazie
Rafminimi@infinito.it
Non avrò difficoltà a inviare e/o a condividere il testo anche sul blog.
RispondiEliminaCara Mic perchè hai giudicato le mie povere parole come un " commento un po' sopra le righe, che rischia di danneggiare l'autore" ?
RispondiEliminaIo mi sono solo riferito alla campagna disinformatoria ( basta osservare il blog che ha incriminato il giovane giornalista )...
Sono curioso
Grazie
Andrea
Ciao Andrea,
RispondiEliminada quel che ricordo hai usato rspressioni che facevano pensare allo stroncamentppo di una carrieta; il che mi era parso eccessivo. ;)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaRuini, infine, ha detto anche che, secondo lui, Francesco «non si fermerà al gruppo degli otto» cardinali voluti per “consigliarlo nel governo della chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione apostolica Pastor Bonus sulla curia romana” (così il comunicato ufficiale, ndr). Anche se, «questa nomina è un passo importante per l’attuazione della collegialità dei vescovi, insieme al primato di Pietro».
RispondiEliminaLeggi di Più: Ruini: papa Francesco in continuità con Benedetto XVI | Tempi.it
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Tornielli, che conosco da decenni, ultimamente mi pare impostato a senso unico : contro coloro che sono fedeli alla tradizione della chiesa !
RispondiEliminaForse aspira a diventare Portavoce della Santa Sede a posto di P.Lombardi...