Nelle attuali circostanze la tentazione del pessimismo è quasi irresistibile per i fedeli, che contemplano, attoniti e sconfortati, la rivoluzione della teologia e della liturgia e la desistenza del magistero cattolico.
Si affacciano alla memoria le sconvolgenti e purtroppo attuali parole pronunciate dall’amareggiato Paolo VI durante un colloquio con Jean Guitton: “C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di San Luca ‘Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra?‘ (Lc. 18,8). Capita che escano libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri. Ciò che mi colpisce quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del Cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del Cattolicesimo diventi domani il più forte”.
Il giorno temuto dal deluso e dolente Paolo VI è già incominciato? Si può negare che la Chiesa post-conciliare è tormentata da una ridda di pensieri in turbinosa e talora grottesca libertà?
I fedeli sono obbligati a sospendere il giudizio e a non cedere alla tentazione catastrofista. Tuttavia non si può negare l’apparizione di segnali di disordine inusuale e desolante.
Quale esempio dell’autorevole e impunito delirio teologico, che riversa sul popolo di Dio si possono citare suggestioni stravaganti, quali l’inferno vuoto, l’incarnazione di Cristo in ogni uomo, la Chiesa che ricomprende tutta l’umanità, la trasformazione del sacrificio eucaristico in banchetto, l’assoluzione della buona coscienza degli atei militanti, la tesi su Dio non cattolico, l’irrisione dell’attività degli evangelizzatori e degli oppositori all’aborto, l’opinione secondo cui gli ebrei non devono convertirsi a Cristo, il rispettoso silenzio davanti alla professione dei sodomiti ecc..
In questi ultimi anni sono andati in scena anche gesti imbarazzanti e grotteschi esibizioni, l’ossequio ai libri delle false religioni, i vescovi ballerini a Rio de Janeiro, gli stregoni convocati alla festa ecumenica di Assisi per sacrificare un gallo sull’altare di Santa Chiara, il Papa che interrompe la celebrazione della Santa Messa per parlare al telefono, il Vicariato che rifiuta di celebrare i funerali di un peccatore convertito, il papa che si allontana dalla mensa dei francescani di Assisi e pianta in asso i cardinali per dimostrare la sua vicinanza ai poveri, ovvero la scortesia usata come segnale dell’umiltà ecc..
Nella Chiesa di papa Francesco I il pensiero non cattolico e la prassi originale circolano trionfalmente. Se non che l’accelerazione delle curiosità ha causato una forte e del tutto imprevista crescita degli oppositori e dei renitenti al “pensiero non cattolico all’interno del Cattolicesimo”.
Di qui l’approfondimento del disagio e la larga condivisione della critica alla nuova teologia: “Fino a poco tempo fa, sostengono Gnocchi e Palmaro, il solo pensare di potersi porre in modo critico dinanzi al Vaticano II appariva come una cripto eresia per la coltre di silenzio che necessariamente doveva regnare, ammantandolo solo di lodi. Eppure, dopo quarant’anni e più, siamo dinanzi a un dato innegabile: la Chiesa si è lentamente e progressivamente secolarizzata”.
Il partito conciliarista, che era riuscita ad isolare e a screditare Monsignor Lefevre e Romano Amerio e ad imporre la squalifica di “Iota unum” (definito sprezzantemente libro nero) adesso tenta con affanno di arginare l’incontenibile dissenso mediante la censura o l’emarginazione (ad esempio Gnocchi e Palmaro) autori di articoli, che osano criticare, con argomenti inoppugnabili, le esternazioni di stampo conciliare del regnante pontefice.
Va da sé che la reazione allo sconforto esige la testimonianza di studiosi capaci di coniugare il pessimismo della visione con l’ottimismo della ragione e della fede. Tali qualità sono possedute in grado eminente dal filosofo Paolo Pasqualucci, emerito dell’università di Perugia e autore dell’avvincente e documentato saggio “Cattolici in alto i cuori” edito in questi giorni dalla veronese Fede & Cultura.
La prima parte del saggio di Pasqualucci è una profonda riflessione sul bilancio degli ultimi cinquanta anni di vita ecclesiastica, riflessione compiuta sulla traccia delle indicazioni di Romano Amerio, di mons. Brunero Gherardini, di padre Serafino Lanzetta, di Roberto De Mattei e di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro.
La primo allarmata osservazione di Pasqualucci riguarda la secolarizzazione della Chiesa cattolica: “la Chiesa si è adeguata al secolo, ai valori di quel mondo che essa, per divino mandato del suo Fondatore, ha invece il dovere di di convertire a Cristo. … Bisogna rendersi ben conto del significato gravissimo di questa constatazione: la Chiesa secolarizzata è una chiesa che è diventata oggettivamente negligente e rinunciataria, avendo rinunciato alla Missione di conversione e salvezza del mondo per la quale Nostro Signore l’ha istituita”.
Secondo la puntuale analisi di Pasqualucci causa remota e dai più inavvertita della diserzione dei nuovi preti è l’infondato giudizio di Giovanni XXIII sull’autocorrezione del pensiero moderno.
In una fase storica segnato dalla metamorfosi nichilistica della filosofia moderna e da un’invenzione, la pillola anti-concezionale, promossa quale strumento della rivoluzione sessuale, papa Roncalli dichiarava, inaugurando il Vaticano II, che il mondo moderno aveva felicemente iniziato il ripensamento del suo pensiero e che perciò era superflua la condanna di errori indirizzarti felicemente al tramonto.
Pasqualucci al proposito rammenta: “I segni inquietanti dei tempi furono del tutto ignorati da Giovanni XXIII. Nella situazione morale e psicologica di allora, gravida di pericoli per la fede, … il Vaticano II si inserisce con un messaggio ottimistico e tranquillizzante: l’umanità ha fatto grandi progressi e cammina verso orizzonti inimmaginabili di prosperità e di pace. In termini musicali un allegro con brio”.
Narcotizzato da un ottimismo, non lontano parente delle pie illusioni che la belle époque aveva trasmesso alla fragilità dei modernisti, il Vaticano si avviò sui sentieri della felicità immaginaria e paciosa: “L’impostazione irenica voluta dal beato Giovanni XXIII impedì che il Concilio prendesse posizione critica nei confronti … delle degenerazioni edonistiche e materialistiche della democrazia, che già si stavano profilando. … Queste desistenze derivavano dal proposito inaudito del Papa di voler di fatto abolire la condanna degli errori”.
Conseguenze di tale illusione fu la scelta di definire pastorale un concilio come il Vaticano II, i cui protagonisti mescolavano, nel corpo dei monumentali e verbosi documenti, mezze verità e mezzi errori.
Il primo esempio addotto da Pasqualucci è la contraddizione tra le generose concessioni all’idea di governo collegiale del Chiesa e le restrizioni stabilite da Paolo VI nella Nota previa.
Nella conseguente incertezza il governo della Chiesa naviga a luci spente: “il primato, quanto alla titolarità della summa potestas, è stato intaccato e la cosa non manca di far sentire la sua influenza sulla vita della Chiesa. Dal Concilio in poi serpeggia una critica continua al Papa perché non si consulta a sufficienza con il Collegio dei vescovi. Inoltre si tende a negare la legittimità a ogni decisione che il Papa prenda da solo, nell’esercizio appunto del supremo potere di giurisdizione, che gli compete uti singulus, perché gli viene da Nostro Signore.”
Vista la contestazione strisciante nelle Conferenze Episcopali, Pasqualucci, pur riconoscendo la loro origine pre-conciliare, dichiara di sperare che la futura riforma della Chiesa ridimensioni il loro ruolo o addirittura le abolisca.
Inquietante è inoltre la confusione insinuata dal Vaticano II nella liturgia. La costituzione “Lumen Gentium”, insinua invero una definizione nebulosa, secondo cui “il sacerdozio ministeriale o gerarchico e il sacerdozio comune dei fedeli sono ordinati l’uno all’altro”, affermazione che attenua e quasi fa scomparire la superiorità del sacerdozio gerarchico su quello comune. Opportunamente Pasqualucci cita il testo dell’enciclica “Mediator Dei”, pubblicata da Pio XII il 20 novembre del 1947, un testo in cui si afferma, invece, che “i fedeli, per via del Battesimo, che imprime in loro il carattere cristiano sono deputati al culto divino partecipando così, convenientemente al loro stato, al sacerdozio di Cristo”. Ora la sottile intenzione soggiacente alla sfuggente novità introdotta dalla “Lumen Gentium”, è accreditare l’idea che il sacerdozio sia tratto da una più antica società dei fedeli. [Chi volesse approfondire può leggere quanto ne ho scritto qui]
Pasqualucci sostiene legittimamente che dall’ambiguità del testo in oggetto ha origine l’alluvione dei paroliberieri in azione dai pulpiti, dalle cattedre e dai palchi delle comunelle dei sedicenti veggenti, in estasi davanti allo spettacolo offerto da rivoluzionari paesaggi: “su affermazioni come questa si basano oggi i preti e le suore disubbidienti che contestano su ogni cosa il magistero, sostenendo erroneamente che Gesù non ha mai costituito una Chiesa gerarchica, ma solo una comunità o società di fedeli, prima e libera depositaria del suo insegnamento e pertanto legittimata a interpretarlo a suo piacimento”.
Avvincente è il capitolo dedicato alla rovinosa irruzione della neolingua, strumento di comunicazione irrazionale, che obbedisce al seguente concetto: il cristiano può essere istruito sul senso del Vangelo dal non cristiano.
Nel vocabolario ecclesiastico, la neolingua ha generato un’insanabile ed estenuante logorrea: “l’inane discettare delle Conferenze Episcopali che in tutto il mondo ogni anno producono documenti per un totale di 40 milioni e 700 mila pagina. Documenti che nessuno legge, diciamo la verità. Le chiese restano vuote, le vocazioni continuano a latitare [e quando si manifestano sono considerate con sospetto e ostacolate dalla gerarchia, come è accaduto ai Francescani dell'Immacolata] il numero dei cattolici aumenta solo in Asia e in Africa solo perché aumenta la popolazione di quei continenti”.
L’alluvione della prolissità, l’irruzione del non senso e dell’assurdità, alla luce della puntuale indagine condotta da Pasqualucci, si rivela dipendente “dall’intenzione anomala, dal contro-spirito che ispirava i documenti [del Vaticano II], il quale sapeva di dover procedere mimetizzandosi il più possibile”.
Per proteggere gli errori e le oscurità prodotte dal concilio, la gerarchia vaticana ha rovesciato la definizione ufficiale di concilio pastorale in concilio super dogmatico, al fine di diffondere la convinzione che sia un eretico da scomunicare, il qualunque critico del Vaticano II, arditamente detto Nuova Pentecoste.
La tollerantissima pastoralità si rovescia pertanto in una intollerantissima difesa dell’immaginario dogma implicito o surrettizio. Al proposito Pasqualucci rammenta che “col Vaticano II abbiamo un Concilio che, pur dotandosi di un fine pastorale, ha preteso di riformare ab imis l’intera Chiesa … al fine di aggiornare la dottrina e la pastorale tradizionale della Chiesa ai valori del mondo contemporaneo”. Valori cadaverici che hanno contagiato il pensiero cattolico allontanandolo dai problemi reali, che sono posti dalla decomposizione della suicidata illusione moderna.
Quali rimedi al contagio cadaverico, che ha oscurato il vero significato delle verità cattoliche, Pasqualucci propone, anzi tutto, un programma di studi teologici intesi a preparare i fedeli alla resistenza ai sofismi diffusi dai teologi che usurpano e deformano l’insegnamento della dottrina tradizionale. La promozione di tale attività missionaria è compito di una minoranza colta, capace di affrontare quell’odio generato del mondo moderno e assimilato dalla fazione modernizzante attiva nella Chiesa cattolica. Pasqualucci pertanto propone un piano di studi minimo, pur avvertendo che non esiste uno studio in cui la facilità incontra la serietà.
Quali esempi di devozione cristiana, Pasqualucci propone San Tommaso di Kempis, sant’Alfonso Maria de’ Liguori e Francesco di Sales, Santa Caterina da Siena, Santa Teresa d’Avila, Santa Teresa di Lisieux.
Infine il saggio si rivolge ai fedeli che intendono risalire la corrente mossa dai devastatori, citando un testo scritto da Sant’Alfonso per rammentare che Dio è un Padre misericordioso, che insegue il peccatore per condurlo a salvezza.
"il Papa che interrompe la celebrazione della Santa Messa per parlare al telefono"
RispondiEliminaMa è vero o è una stupidata?
Genti.le e cara Maria,
RispondiEliminanell'art. SINCRONICITA' SOSPETTA etc.etc., nel comm. "innominato ha detto" delle 18,17 del 16 ott., dicevo la seguente frase:
""LA CHIESA CATTOLICA ED APOSTOLICA LA RIMETTERA' IN PIEDI NOSTRO SIGNORE"" etc., intentendo comunque la Gerarchia deviata che predica una dottrina deviata.
Alle ore 18,22 mi hai risposto che la Chiesa e' sempre in piedi etc. (e qui sai che sono in piena sintonia con te).Stamattina leggo l'art. di oggi di Piero Vassallo che ha come titolo ""BATTIAMOCI SENZA PAURA PER LA RINASCITA DELLA CHIESA"" - vorrei un tuo commento su cio' che ho detto io e cio' che ha detto Piero Vassallo - La Chiesa Catt. ed Apost. la rimettera' in piedi N.Signore e Battiamoci senza paura per la rinascita della Chiesa; non e' forse una frase simile, se non proprio uguale? o forse non diciamo la stessa cosa?
Dunque la Chiesa di Cristo e' sempre in piedi oppure dobbiamo veramente ricominciare dalle catacombe, per come siamo perseguitati dalla nuova gerarchia conciliare e post-conc. dopo soprattutto i recenti fatti di epuraziioni: come Gnocchi e Palmaro, i F.I. P.Lanzetta P.Siano P.Manelli (guai a chi tenta di mettere in discussione il superdogma conciliare - espulsione, scisma eresia e chi piu' ne ha piu' ne metta) (mi da' l'impressione di essere tornati a Castel Sant'Angelo)
Comunque la Chiesa di Cristo e' sempre in piedi, perche' Lui stesso ci detto tramite gli Apostoli, SARO' CON VOI FINO ALLA FINE DEL MONDO, - ma in quali condizioni? Ogni giorno vediamo il pegggio del peggio.
Ne ha parlato La Stampa qui
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2013/10/11/blogs/san-pietro-e-dintorni/un-papa-impulsivo-GxeizdbdSwI3NoWQWhVNBN/pagina.html
Cara Maria, ora vorrei un tuo commento da vera teologa.
RispondiEliminaGrazie.
Giovanni Paolo II risponde a delle domande di un gruppo di giovani fedeli:
RispondiElimina(a Fulda in Germania, nel 1981). Cos'è il terzo segreto di Fatima? Esso doveva venire pubblicato già nel 1960...
"Vista la gravità del contenuto del segreto di Fatima, per non incoraggiare la potenza mondiale del comunismo a compiere certe azioni (ingerenze)…i miei predecessori nella cattedra di Pietro hanno diplomaticamente preferito soprassedere alla pubblicazione (preferirono uno Relazione diplomatica). D'altronde può essere sufficiente a tutti i cristiani sapere che, se vi è un messaggio nel quale è detto che gli oceani inonderanno parti intere del mondo, e milioni di uomini periranno, da un minuto a un altro, non è veramente più il caso di desiderare la pubblicazione di questo messaggio segreto."
· Come andranno le cose con la Chiesa?
"Noi dobbiamo prepararci per subire, in un tempo non lontano, grandi prove che richiederanno a noi la disposizione di perdere anche la vita, e un abbandono totale di sé a Cristo, e per Cristo. Per mezzo della vostra preghiera e la mia, è possibile addolcire questa Tribolazione, ma non è più possibile allontanarla, poiché solo in questo modo, la Chiesa può essere rinnovata. Quante volte il rinnovamento della Chiesa si è realizzato nel sangue? Questa volta ancora, non sarà diversamente! Dobbiamo essere forti, dobbiamo prepararci, affidarci a Cristo e alla Sua Santissima Madre, ed essere assidui nella preghiera del Rosario."
"Dinanzi agli sconvolgimenti che scuotono qui e là i diversi Continenti, dinanzi al ritmo incalzante del sovvertimento di cose e di valori che insidiano le certezze e persino la vita delle nazioni, faccio mia la speranza di S. Agostino, dinanzi all'assalto dei Vandali alla città di Ippona, quando un gruppo allarmato di cristiani della sua chiesa lo cercò: "Non abbiate paura, cari figli! - li rassicurò il santo Vescovo - questo non è un mondo vecchio che si conclude, è un mondo nuovo che ha inizio". Una nuova aurora sembra sorgere nel cielo della storia, invitando i cristiani ad essere luce e sale di un mondo che ha enorme bisogno di Cristo, Redentore dell'uomo." (Lisbona 10.5.91 - Osservatore Romano 12.5.91)
Per Luisa che lo aveva chiesto ieri segnalo che oggi e' accessibile l'articolo completo di Ferrara dal titolo i nuovi eretici
RispondiEliminahttp://www.ilfoglio.it/soloqui/20271
Grazie RIC,
RispondiEliminal'ho appena pubblicato :)
Ni pessimisme, ni catastrophisme, ni découragement.
RispondiElimina"Honneur et fidélité", comme on dit dans la Légion Étrangère — après tout, les "idéologues" et les "pélagiens" ne forment-ils pas une troupe d'élite ?
Ils ont 2000 ans d'Église pour eux !
Et, contre la subversion bergoglienne, trois bons textes pour remettre les idées à l'endroit :
1) Pour ceux qui lisent l'italien :
http://doncurzionitoglia.net/2013/10/03/francesco-i-e-il-vaticano-iii-lintervista-di-eugenio-scalfari-a-papa-bergoglio/
2) Pour ceux qui lisent le français :
http://tychique.net/pdf/Courrier_N_470.pdf
3) Pour ceux qui lisent l'espagnol :
http://radiocristiandad.wordpress.com/2013/10/19/jorge-dore-la-siniestra-agenda-de-jorge-bergoglio/
Grazie Ric e mic!
RispondiEliminaParece que a veces bergoglio habla sin comunicarse con la cabeza, habla demasiado sin pensar a lo que dice, esto es muy, muy peligroso para los fieles que no le gusten...
RispondiEliminaCaro amico,
RispondiEliminaun conto è parlare senza pensare a quel che si dice, un altro conto è usarlo come metodo dissolutore.
Quanto al pericolo, occorre sempre affidarsi al Signore, parlando e agendo con prudente fermezza.
dal post
RispondiElimina"San Tommaso di Kempis, sant’Alfonso Maria de’ Liguori e Francesco di Sales, Santa Caterina da Siena, Santa Teresa d’Avila, Santa Teresa di Lisieux."
straordinaria ricetta direi!
Piero Vassallo ha spesso scritto passaggi assolutamente condivisibili, per me.
RispondiEliminaFino a poco prima dell'estate gestiva anche una testata online per cui scrivevano molti miei amici. Ora il progetto sembra addormentato.
Si chiamava "Il Culturista" (ma non parlava di body building)
www.ilculturista.it
su FB c'è ancora il link, ma poi il culturista non c'è, anche se era attivo da qualche anno
https://it-it.facebook.com/ilculturistaonline