Il testo del Presidente Napolitano è tratto dal sito ufficiale del Palazzo del Quirinale. Ne ho stralciato alcuni punti nevralgici inserendovi delle chiose. Dal discorso emergono affermazioni che risultano gravi, se si pensa che normalmente in occasioni del genere si tratta di testi ufficiali resi noti prima dell'evento. Dunque il papa - o anche i suoi più vicini collaboratori - hanno avuto occasione di leggere in anticipo certe conclusioni, che confermano la vulgata corrente da noi più volte stigmatizzata. Tuttavia non hanno colto l'opportunità, - o meglio la necessità - di rettificarle, attraverso una congrua dialettica, nel discorso del papa. Pressappochismo o connivenza?
Prima dell'analisi che segue, ritengo importante inserire qui la riflessione di un lettore, Franco, che condivido. E, mi vien da pensare che potrei interrompere le analisi e intensificare le preghiere; ma ci son cose che non possono essere taciute e che limito all'essenziale.
"...ho letto parecchi scritti e biografie di santi. per cui penso di avere qualche termine di paragone. Tra i santi, il vescovo-gentiluomo san Francesco di Sales, quello che affermava "Attira più mosche un cucchiaino di miele che un barile di aceto" e a una dama, che gli poneva il problema della scollatura negli abiti di gala, inevitabili nella vita di società, consigliava di infilare una rosa nel punto strategico. Inoltre san Filippo Neri ( inventore degli "oratori" per l'infanzia ), il quale a un signore che si era accusato di aver mormorato e sparlato diede la penitenza di girare per Roma spennando un pollo; a seguire, gli chiese di raccogliere le penne ( ormai impossibile ): operazione pedagogica per fargli capire quanto sia difficile ricostruire la buona fama altrui che si è intaccata. Nella stessa linea, il raccontino che penso ricorderà de "il miracolo delle noci" fatto da Fra Galdino ne "I Promessi Sposi".
Ebbene, credo che Jorge Mario Bergoglio appartenga a questa categoria di predicatori coloriti-pittoreschi (il che non esclude sincerità e intensità di sentimento); d'altra parte temo anche che non sia un teologo ferrato (non risulta una laurea in teologia dogmatica), per cui si è lasciato andare ad approssimazioni "pastorali" oggettivamente inquietanti. Questo anche per il suo carattere tendente all'effervescenza comunicativa (credo di capirlo perché anch'io sono fatto così).
L'auspicio migliore, come detto sopra da altri, è che il suo entourage riesca a tirarlo per la talare e a raccomandargli prudenza e aplomb, visto che "voce dal sen fuggita più richiamar non vale".
Come già detto, non sono un "normalista", ma un "attendista": vorrei capire dove si sta andando a parare, dopo il disorientamento di questi mesi.
Aggiungo che il "pubblico" da coltivare non è soltanto quello popolare, sempre di bocca buona; esiste quello degli acculturati di un certo livello (per motivi professionali, il che non attribuisce loro alcun merito speciale rispetto alla massa) a cui bisogna fare discorsi rigorosi e critici, oltre il "volemose bene". L'estensore dell'enciclica "Pascendi" fu il gesuita padre Enrico Rosa.
Mi sembra che papa Bergoglio come predicatore faccia quello che dovrebbe fare qualsiasi buon parroco, svolgendo una funzione di "supplenza"; tuttavia il suo ruolo, con relativo stile, dovrebbe ormai essere un altro.
Napolitano: " [...] E abbiamo pensato a queste nuove presenze in occasione della Sua visita per raccogliere l'ispirazione che La muove, l'intento di non lasciar racchiuso il Suo impegno, lo stesso Suo discorso pastorale entro l'orizzonte di un rapporto tra istituzioni. Ella ha trasmesso nel modo più diretto a ciascuno di noi motivi di riflessione e di grande suggestione per il nostro agire individuale e collettivo. E lo ha fatto in questi mesi raccontando Sé stesso, dicendoci - con sorprendente generosità e schiettezza - molto della Sua formazione, della Sua evoluzione, della Sua visione.E a tutti - credenti e non credenti - è giunta attraverso semplici e forti parole, la Sua concezione della Chiesa e della fede.Ci ha colpito l'assenza di ogni dogmatismo, la presa di distanze da "posizioni non sfiorate da un margine di incertezza", il richiamo a quel "lasciare spazio al dubbio" proprio delle "grandi guide del popolo di Dio".
[Ricordiamo che la Chiesa ha sempre insegnato che, per la virtù teologale della fede, noi abbiamo una conoscenza certa della verità rivelata, non soggetta a dubbi, basata sulla parola di Nostro Signore, che viene dal Verbo della Vita che non si inganna né può ingannare. E l'affermazione più allarmante è proprio quell' "assenza di dogmatismo", inquinamento della fede e abbraccio mortale con l'ateismo, purtroppo emersa da parole e gesti dell'attuale papa che hanno posto in essere, finora, diversi elementi di 'rottura' e un magistero liquido e foriero di elementi disorientanti e dirompenti. Resta poi da vedere quali sarebbero queste "grandi guide" del popolo di Dio che hanno messo in dubbio la Verità. Sta forse pensando a Lutero? Il problema sta nel fatto che si riferisce al dubbio strutturale, che scaturisce dall'assolutizzazione della coscienza e conseguente relativizzazione della Verità, e non a quello occasionale che aiuta ad approfondire.].
Abbiamo sentito, nelle Sue parole, vibrare lo spirito del Concilio Vaticano II, come "rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea". E vediamo così profilarsi nuove prospettive di quel "dialogo con tutti, anche i più lontani e gli avversari", che Ella, Santità, ha sollecitato e che costituisce appunto l'orizzonte più vasto - oltre il contesto dei rapporti tra Chiesa e Stato - a cui oggi si deve necessariamente tendere.
[Premesso che avremmo preferito sapere che la cultura contemporanea è stata letta alla luce del Vangelo piuttosto che l'opposto. Infatti, se il Vangelo è riletto alla luce di una situazione storica concreta, significa che la situazione storica ha cambiato il Vangelo e, insieme ad esso, è in evoluzione anche la Verità eterna ed immutabile?]
Necessariamente, dico, dinanzi alle inaudite sfide dell'oggi, da superare - guardando al futuro - attraverso la più larga mobilitazione delle coscienze e delle energie - innanzitutto morali - di un popolo come il nostro, e di ogni popolo.
[Nessuna sfida può essere affrontata e superata se il Signore non viene fatto entrare nella storia attraverso i "Suoi" nella Sua Chiesa. Questa verità non è più così chiara e affermata urbi et orbi da quando, attraverso la libertà di religione, si tende a dare pari dignità agli errori delle altre fedi, i cui aderenti sono da rispettare ma anche da evangelizzare senza confusioni né omologazioni].
[...] Ma le sfide da affrontare nel mondo d'oggi sono anche di natura "antropologica". "L'uomo col tempo cambia il modo di percepire se stesso", "l'uomo è alla ricerca di se stesso" - Ella ha detto, e ci ha messo in guardia da un pensiero che "perda di vista l'umano".
[In Cristo l'umano non può mai esser perso di vista ma, collocato al suo giusto posto, viene portato alla sua pienezza. Inoltre il cambiamento del modo di percepire, che può trarre in inganno se esce dall'alveo della legge naturale prim'ancora che dalla Rivelazione, non può cambiare la Verità di cui la Chiesa è portatrice, custode e dispensatrice].
[...] E', in effetti, sollecitando un nuovo spirito di solidale e responsabile comunanza che bisogna dedicarsi - guidati dalla speranza - al superamento dei mali più gravi che affliggono oggi il mondo. A cominciare dai mali provocati o esasperati dalla crisi di questi anni sia nelle "periferie" di diversi continenti, in luoghi rimasti ancora ai margini di un moderno sviluppo economico e benessere sociale, sia nei paesi della travagliata Europa : mali estremi, quali - Ella ha detto - da un lato la disperante condizione dei giovani privi di lavoro, che vengono come "schiacciati sul presente", e dall'altro la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi.Ne scaturiscono, come non mai, responsabilità comuni. Responsabilità che la Chiesa si assume "esprimendo e diffondendo i suoi valori", liberandosi da ogni residuo "temporalismo", e dispiegando l'iniziativa delle istituzioni che ad essa si richiamano sul terreno solidaristico ed educativo che è loro proprio.
[Un quadro di Chiesa-SpA, ridotta ad una ONG come tante, da cui è stato espunto l'orizzonte della fede, della Rivelazione, delle domande fondamentali, della ragione Sacramentale del suo esserci, come portatrice e dispensatrice dell'Unico, in grado di rimuovere le cause prossime e remote di quei mali, per i quali è evidenziato un approccio prettamente solidaristico. Inoltre c'è da chiedersi se quel "liberandosi da ogni residuo temporalismo" alluda a tutto ciò che risulta spazzato via dalle dimissioni di Benedetto XVI anche perché oltrepassato dal papa attuale. E i valori di questa neo-chiesa sarebbero quelli raffigurati dalle due fusioni in bronzo regalate da Bergoglio a Napolitano: la prima, icona dell'impegno verso i bisognosi e la seconda, emblema di 'un mondo di solidarietà e di pace fondato sulla giustizia'? Dov'è la predicazione di Gesù Via, Verità e Vita?]
[...] E credo che in questo senso la politica possa, Santità, trarre uno stimolo nuovo dal Suo messaggio e dalle Sue parole. Un messaggio che, come Ella stesso ha detto, "si rivolge non soltanto ai cattolici ma a tutti gli uomini di buona volontà", e che fa dunque pensare a un dialogo senza precedenti per ampiezza e profondità tra credenti e non credenti, a una sorta di simbolico, sconfinato "Cortile dei Gentili". [...] "
[Riprendo, a questo proposito una precedente riflessione, che si innesta anche nel precedente discorso sul "dubbio": «... ad Assisi è stata messa in scena una nuova versione riveduta e aggiornata di quella teologia del dubbio che tanto aveva avuto fortuna grazie al cardinale Martini con la Cattedra dei non credenti. E non è un caso che, alla regia, ora vi sia un cardinale cresciuto alla scuola del martinismo come Gianfranco Ravasi. La matrice è evidentissima sin dalla pagina del sito del Cortile dei Gentili in cui si presenta l’iniziativa: “In occasione dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI, il Cortile dei Gentili vuole raccogliere e dare forma al grido spesso silenzioso e spezzato dell’uomo contemporaneo verso un Dio che per un numero crescente di persone rimane un ‘Dio sconosciuto’...".
Una sublime versione 2.0 dell’invenzione martiniana che, una volta innescata, porta il cattolicesimo all’autodissoluzione»].
Ci ha colpito l'assenza di ogni dogmatismo,
RispondiEliminala presa di distanze da "posizioni non sfiorate da un margine di incertezza",
il richiamo a quel "lasciare spazio al dubbio" proprio delle "grandi guide del popolo di Dio". "
Se Napolitano può dire quelle frasi è perchè ha trovato nei discorsi di papa Bergoglio materia per ispirarle, ma restano pur sempre le sue conclusioni.
Si dirà il Papa non è responsabile di come vengono riportati e interpretati i suoi discorsi, non ha colpe se le sue parole sono triturate e strumentalizzate.
È vero, ma se chi lo fa arriva a conclusioni suscettibili di indurre confusione, attese, speranze e anche certezze che vanno contro l`ortodossia, possiamo domandarci se non sarebbe doveroso che il Papa o chi per lui intervenga per rimettere il tutto sui giusti binario.
Se a farlo è il presidente della Repubblica italiana, se da mesi a farlo sono i suoi commentatori in delirio, e a ruota l`uomo della strada, il fedele "comune", se il Papa sceglie di parlare con un ateo nemico della Chiesa e dice cose al limite dell`eterodossia, anche se oggi ritirando quell`intervista dal sito del Vaticano vogliono suggerirci che Scalfari si è inventato certe frasi, se tutti sono sicuri che con questo Papa la Chiesa cambierà volto, anzi è già cambiato, che con lui la Dottrina è e sarà messa in sordina, che cadranno i rigidi precetti=muri divisori, e via dicendo, allora forse sarebbe tempo che qualcuno abbia il coraggio di dire a Jorge Bergoglio che oggi è a capo della Chiesa, che oggi è la guida dei cattolici del mondo intero, che ogni sua parola e gesto sono non solo riportati dalla sua enfatica corte, ma scrutati da chi per certo non ha a cuore il bene della Chiesa e la savaguardia del Tesoro che N.S.G.C. ha affidato alla Sua Chiesa.
Il problema è che questo papa Begoglio lo sa, che non devono essere mancati consigli di quel tipo, ma è ormai chiaro che il Papa fa tutto di testa sua, che se ascolta tutti( o quasi) poi continua sulla strada che lui disegna e vuole.
Se dalla bocca del Papa o se dalla Sala Stampa non vengono rettifiche e smentite si continuerà ad alimentare ambiguità, confusione, ignoranza, speranze e attese, si permetterà che si diffondano errori, anche gravi, a meno che, se quelle rettifiche non sono fatte, è perchè quello è veramente il pensiero, quella è veramente la volontà di papa Bergoglio.
Si dirà il Papa non è responsabile di come vengono riportati e interpretati i suoi discorsi, non ha colpe se le sue parole sono triturate e strumentalizzate.
RispondiEliminaCome no, vorrei vedere se qualcuno riusciva a strumentalizzare S. Pio X.
CHI SCRIVE LE NOTE SEGUENTI?“Insisti a tempo e controtempo“
RispondiEliminaEditoriale di Opportune Importune n. 27, di don Ugo Carandino
[...] Gli ambienti legati più o meno (spesso meno che più) alla Tradizione della Chiesa, non sfuggono a questa situazione, e quindi se si ragiona secondo categorie arbitrarie anziché secondo la dottrina cattolica, il discernimento tra la verità e l’errore diventa problematico. Per questo motivo ciò che viene scritto sulle nostre pubblicazioni spesso è a priori ritenuto inaccettabile o comunque esagerato, poiché la norma non è più, per l’appunto, l’insegnamento della Chiesa (che noi ci sforziamo di riaffermare), ma una serie di idee confuse, equivoche o errate, magari sostenute in buona fede ma che non aiutano di certo ad affermare l’autentica fede. Premessa doverosa per affrontare l’argomento di questo articolo.
http://www.casasanpiox.it/opportune.asp
Napolitano ha parlato così perché sapeva che con il vdr poteva esprimersi così, nei precedenti incontri con papa Benedetto usava tutt'altro linguaggio, anche nei discorsi per la celebrazione dell'evento di porta Pia (ovverosia occupazione indebita di stato sovrano riconosciuto in tutta Europa e conseguente spoliazione di proprietà private, mai adeguatamente risarcite, ma transeamus, porta Pia è un cult, ma a nessuno dei nostri 'stornellatori, perché storici proprio no, è venuto mai in mente perché mai, nonostante i notevoli sforzi e battaglie, i romani non sono mai insorti contro il sommo pontefice?)col card.Bertone i toni erano diversi....signori miei, non continuiamo a far finta di non avere capito, i 30 denari sono stati già incassati, tutto fila liscio, visto il 'cattolico' marino, lupi, l'ideatore della terrazza sul duomo, altri esponenti di spicco, si fa per dire, della cc, che sembrano scrivere sull'Huffington post.....hoc est,ne quid nimis.Lupus et Agnus.
RispondiEliminaPer questo motivo ciò che viene scritto sulle nostre pubblicazioni spesso è a priori ritenuto inaccettabile o comunque esagerato, poiché la norma non è più, per l’appunto, l’insegnamento della Chiesa (che noi ci sforziamo di riaffermare), ma una serie di idee confuse, equivoche o errate, magari sostenute in buona fede ma che non aiutano di certo ad affermare l’autentica fede. Premessa doverosa per affrontare l’argomento di questo articolo.
RispondiEliminaA me non capita di ritener inaccettabili a priori molti contenuti dei sedevacantisti, che si rifanno al magistero perenne, ma il sedevacantismo in sé...
Sono andata a cercare il discorso che Napolitano ha fatto nel 2008 per la visita di Benedetto XVI al Quirinale.
RispondiEliminaIl confronto con quello recente non è sprovvisto di interesse.
Diceva nel 2008 a Benedeetto XVI:
"Vostra Santità parla agli italiani, accolto da grandi manifestazioni di fede e di affetto anche nelle più recenti visite in varie regioni del nostro paese, e parla a uomini e donne di buona volontà in ogni parte del mondo, con discorsi di profonda ispirazione e di alta dottrina e cultura.
Di qui molteplici motivi di riflessione anche per chi ha la responsabilità di rappresentare la nazione italiana, così permeata storicamente del retaggio ideale e della presenza viva del Cristianesimo."
http://www.quirinale.it/elementi/Continua_0613.aspx?tipo=Discorso&key=1314
il sedevacantismo in sé...
RispondiEliminasedeprivazionismo. Rimane un esilissimo filo (gerarchia materiale) a sostenere la indefettibilità della Chiesa, a differenza del sedevacantismo totale. Interessante la differenza di esiti nella vita sacerdotale di due preti che ammiro, Don Carandino e Don Pagliarani, il primo passato all'IMBC nel 2001, il secondo vicinissimo al passaggio nello stesso periodo, poi passato al fronte "centrista" della SPX.
Per chi legge l`inglese: papa Bergoglio visto dal suo amico e rabbino Skorka:
RispondiEliminahttp://www.therepublic.com/view/story/4ba32decf97e4d1181b7d94b54e02517/US-REL--The-Popes-Rabbi
"l'assenza di ogni dogmatismo, la presa di distanze da "posizioni non sfiorate da un margine di incertezza", il richiamo a quel "lasciare spazio al dubbio" proprio delle "grandi guide del popolo di Dio".
RispondiEliminachiara e coerente riflessione da "venerabile maestro" (così come Scalfari) nemico giurato (non in senso metaforico) del Dogma.
E fin qui ci siamo.
Dove non ci siamo proprio (ed è un suscitare di domande e dubbi) è il perché questo Papa piaccia tanto agli ambienti massonici.
Pressapochismo? problemi di lingua (ma lo spagnolo non è distante dall'italiano)? Poca preparazione dottrinale?
Certo che dopo otto mesi avrebbe dovuto prendere le misure..
Di sicuro a me non fa piacere criticare il Papa (e ci si domanda sempre: chi sono io per criticare il Santo Padre?) ma, anche avendo ormai un'idea abbastanza precisa del disegno complessivo di certe "élite", non riesco a non essere quantomeno perplesso su certe uscite. Ho sperato e spero sempre sia solo una strategia (in sostanziale continuità con precedenti magisteri) ma risulta
quantomeno un po' ondivago (ci sono anche sue riflessioni, catechesi non suscettibili di critica), come evidenziava questa lettera a lui indirizzata
http://it.gloria.tv/?media=514959
m
Quando mai la pastoralità dei progressivisti conciliaristi ritorna a quella tradita agli Apostoli da Cristo?
RispondiEliminaAspettiamo ancora che Bergoglio prende in mano il Vangelo di Cristo e dimette sulla tavola il Principe di Macchiavelli....
Romano
Fuori tema. Considero Bergoglio una catastrofe per la Chiesa. Nonostante ciò, la notizia riportata sotto è molto commovente. Se cliccate sul link delle foto, fate attenzione perchè sono impressionanti.
RispondiEliminahttp://www.tempi.it/papa-francesco-e-gli-incontri-con-gli-elephant-man-segno-di-una-chiesa-che-guarda-in-faccia-ogni-uomo#.Uo3udCd1E_M
Quando la massoneria salutò il Fratello Carlo Maria Martini, passato all’Oriente Eterno
RispondiElimina(giudizio ben diverso su G.P.II e B.XVI):
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=271204:grande-la-massoneria-saluto-il-fratello-carlo-maria-martini-passato-alloriente-eterno&catid=35:worldwide&Itemid=152
premio a napolitano della pontificia universita' lateranense
RispondiEliminarosa
Devo dar ragione a Romano.
RispondiEliminaNelle relazioni pubbliche (ma purtroppo non solo) il comportamento di Bergoglio sembra frutto di un atteggiamento machiavellico piuttosto che della Rivelazione da Gesù trasmessa agli Apostoli (latino, trádita).
pensiamo un attimo: quanta gente sarà condotta fuori strada (lontano dalla vera fede) già soltanto da quella frase:
RispondiEliminaNon esiste un Dio cattolico.
mai pronunciata da un papa in 2000 anni;
sempre di più la gente nel mondo intero si convincerà che tutte le religioni sono buone e adorano lo stesso Dio.
Se prima avevano dubbi in proposito, ora non ne avranno più.
Ecco che ne pensa un sacerdote secondo la Tradizione:
Confesso che sono rimasto perplesso, ieri, nel leggere questa frase: “Non esiste un Dio cattolico”.
Anche se l’espressione “Dio cattolico” è insolita, negarla nel contesto in cui è stata negata ha conseguenze disastrose. Realmente.
ecc.
di Padre João Batista de Almeida Prado Ferraz Costa
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV661_P-Costa_Dio_cattolico.html
v
(cont.)
RispondiEliminaDire “non esiste un Dio cattolico”, nel contesto attuale di ecumenismo massonico e di dialogo interreligioso senza frontiere, significa contribuire alla demolizione della fede cattolica e rafforzare la marcia del mondo contemporaneo verso il deismo, il panteismo, la gnosi universale.
L’affermazione “non esiste un Dio cattolico” è un invito rivolto ai “fratelli” liberi muratori e agli “uomini di buona volontà” per lavorare insieme alla fondazione di una nuova religione di una nuova era dell’umanità, nella quale l’uomo sarà legge a se stesso.
L’infelicità di questa affermazione si accresce maggiormente quando si tenga presente che ai giorni nostri il Dio della Metafisica, l’Essere Assoluto, il primo Motore Immobile, la Causa Prima non causata, l’Atto Puro degli studiosi di Ontologia, che serve da base per una esposizione razionale del mistero della Rivelazione Divina, è completamente scomparso dalla cultura contemporanea. Così che negare il “Dio cattolico”, nella mente degli uomini di oggi, non significa far posto all’Essere Assoluto, ma piuttosto far posto all’“energia cosmica” che alcuni immaginano come un demiurgo.
Inoltre, nella stessa intervista, il vescovo di Roma ha detto che “Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male ...
Se si rifiuta il “Dio cattolico”, se ognuno può seguire il bene come lo concepisce, sarà ancora necessaria la Chiesa per la salvezza? Al massimo, sarà un aiuto per coloro che vogliono perseguire l’utopia di un mondo nuovo, di un mondo migliore di libertà, uguaglianza e fraternità.
In questa prospettiva, che resterà della Chiesa? Resteranno gruppi sparsidi uomini che conservano la fede immutabile nel Dio Uno e Trino.
(idem)
----------------------
(siamo già ridotti a gruppi sparsi, sempre più piccoli, senza potere mondano, e minoritari rispetto alla grande neo-chiesa inclusiva del "dio comun-denominatore"....)
v
Da un commento di mic direttamente nel corpus del thread:
RispondiElimina"attraverso la libertà di religione, si tende a dare pari dignità agli errori delle altre fedi, i cui aderenti sono da rispettare ma anche da evangelizzare senza confusioni né omologazioni"
Solo tre esempi per rendersi appena conto di come il termine PROSELITISMO sia diventato inviso in primis agli ultimi tre papi, come minimo…Quasi che l’atto di carità principale che si deve a chi non conosce Cristo, oppure a chi non accetta alcuni dogmi della religione cattolica (eresia), o non accetta di riconoscere il primato petrino (scisma) non fosse proprio il PROSELITISMO! (e non iniziamo coi soliti sofismi tesi a distinguere tra proselitismo ed evangelizzazione, perché negli ultimi 35 anni è molto chiaro cosa sia successo).
1)Papa GIOVANNI PAOLO II (dalla visita pastorale in Ucraina del giugno 2001)
[…]Desidero rassicurarli che non sono venuto qui con intenti di PROSELITISMO, ma per testimoniare Cristo insieme con tutti i cristiani di ogni Chiesa e Comunità ecclesiale e per invitare tutti i figli e le figlie di questa nobile Terra a volgere lo sguardo verso Colui che ha donato la sua vita per la salvezza del mondo.
2) Papa BENEDETTO XVI
Dalla lettera enciclica Deus catitas est:
31 c) La carità, inoltre, non deve essere un mezzo in funzione di ciò che oggi viene indicato come PROSELITISMO. L'amore è gratuito; non viene esercitato per raggiungere altri scopi
3) Papa FRANCESCO intervistato da Scalfari:
È l’amore per gli altri, come il nostro Signore l’ha predicato. NON E’ PROSELITISMO, è amore. Amore per il prossimo, lievito che serve al bene comune».
a seguire invece la trascrizione di ciò che faceva SAN FRANCESCO....
Dopo aver visto gli ultimi tre papi cosa pensano del PROSELITISMO, vediamo ora cosa ne pensava SAN FRANCESCO (anzi, non ne pensava alcunchè, agiva e basta, rischiando la vita, come molti altri nei secoli della storia della Chiesa):
RispondiElimina-Da “SAN FRANCESCO E IL FEROCE SALADINO
(racconto del dialogo tra san Francesco e il Sultano)”
http://www.storialibera.it/il_sabato/il_sabato_view.php?id=377
E PREDICO' AL SULTANO IL DIO UNO E TRINO E IL SALVATORE DI TUTTI, GESU'CRISTO, con tanto coraggio, con tanta forza e tanto fervore di spirito, da far vedere luminosamente che si stava realizzando con piena verità la promessa del Vangelo: «Io vi darò un linguaggio e una sapienza a cui nessuno dei vostri avversari potrà resistere o contraddire» (Lc 21,15).
Anche il Soldano, infatti, vedendo l'ammirevole fervore di spirito e la virtù dell'uomo di Dio, lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare presso di lui. Ma il servo di Cristo, illuminato da un oracolo del cielo, gli disse: «Se, tu col tuo popolo, vuoi convertirti a Cristo, io resterò molto volentieri con voi. Se, invece, esiti ad abbandonare la legge di Maometto per la fede di Cristo, dà ordine di accendere un fuoco il più grande possibile: io, con i tuoi sacerdoti, entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa». Ma il Soldano, a lui: «Non credo che qualcuno dei miei sacerdoti abbia voglia di esporsi al fuoco o di affrontare la tortura per difendere la sua fede» (egli si era visto, infatti, scomparire immediatamente sotto gli occhi, uno dei suoi sacerdoti, famoso e d'età avanzata, appena udite le parole della sfida).
E il Santo a lui: «Se mi vuoi promettere, a nome tuo e a nome del tuo popolo, che passerete alla religione di Cristo, qualora io esca illeso dal fuoco, entrerò nel fuoco da solo. Se verrò bruciato, ciò venga imputato ai miei peccati; se, invece, la potenza divina mi farà uscire sano e salvo, riconoscerete Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio, come il vero Dio e signore, salvatore di tutti» (1Cor 1,24; Gv 17,3 e 4,42).
Ma il Soldano gli rispose che non osava accettare questa sfida, per timore di una sedizione popolare. Tuttavia gli offrì molti doni preziosi; ma l'uomo di Dio, avido non di cose mondane ma della salvezza delle anime, li disprezzò tutti come fango.
Vedendo quanto perfettamente il Santo disprezzasse le cose del mondo, il Soldano ne fu ammirato e concepì verso di lui devozione ancora maggiore. E, benché non volesse passare alla fede cristiana, o forse non osasse, pure pregò devotamente il servo di Cristo di accettare quei doni per distribuirli ai cristiani poveri e alle chiese, a salvezza dell'anima sua. Ma il Santo, poiché voleva restare libero dal peso del denaro e poiché non vedeva nell'animo del Soldano la radice della vera pietà, non volle assolutamente accondiscendere.
VEDENDO INOLTRE CHE NON FACEVA PROGRESSI NELLA CONVERSIONE DI QUELLA GENTE E CHE NON POTEVA REALIZZARE IL SUO SOGNO, preammonito da una rivelazione divina, ritornò nei paesi cristiani..."
Coesiamoci coesi in una coesa coesione
RispondiEliminahttp://www.santaruina.it/coesiamoci-coesi-in-una-coesa-coesione#comments
l'unico dell'ex pci che andava in yuessei (cfr Rockefeller)
Si sono scordati anche di ELUANA?
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=3269
Ma tanto qua siamo allo scambio "premi"m
http://www.riscossacristiana.it/la-massoneria-premia-franco-cardini-di-redazione/
Mi dissocio dai commenti poco garbati fatti a Mic in altro sito, ma lì non c'è filtro e il primo che passa posta senza attivare il cervello; all'amico Una sola fede, faccio presente che in moltissimi paesi, anche cristiani, è proibito fare proselitismo religioso, che nei paesi arabi si viene de facto condannati a morte se colti in flagrante, che in suddetti paesi è proibito portare catenine con croci o immagini religiose (purtroppo anche in UE) e che persino all'interno delle ambasciate straniere è proibito celebrare riti, un mio amico che è stato 3 mesi a lavorare in Dubai, mi ha riferito cose sconvolgenti raccontategli da fedeli cattolici filippini e di altre etnìe, altro che catacombe....ha preso un sacco di soldi, ma ha giurato che non ci andrà mai più, e pensare che è un tiepido, non un fervente, purtroppo la realtà è questa...oggi il vdr ha fatto un bel discorso in difesa dei cristiani perseguitati....un raggio di sole nell'acqua gelida.Lupus et Agnus.
RispondiElimina..Con grata sorpresa nos enteramos del texto de una homilía pontificia en Santa Marta, pronunciada el 18 de noviembre
RispondiEliminaFrancisco: “Negociar la fidelidad a Dios es apostasía”
http://pagina-catolica.blogspot.it/2013/11/francisco-hablo-catolicamente.html#more
Dunque siamo arrivati al punto di gioire e applaudire per qualcosa di cattolico senza dubbio alcuno ?
RispondiEliminacome dicevo prima sembra sempre un po' "cerchiobottista"...su questa omelia c'è poco da dire m
RispondiEliminaLupus et Agnus,
RispondiEliminati ringrazio per la solidarietà.
Avevo voluto provare a commentare. Ma mi 'fanno secca' subito.
Spero che la redazione intervenga. E comunque transeat. E' davvero tempo sprecato.
@Lupus et agnus che scrivi
RispondiEliminaall'amico Una sola fede, faccio presente che in moltissimi paesi, anche cristiani, è proibito fare proselitismo religioso,
sì, amico mio, ne sono tristemente al corrente...e nonostante questo ancora muoiono martiri a centinaia per questo loro voler testimoniare comunque Cristo, in un modo o in un altro...certo è che fa impressione comunque leggere certe dichiarazioni dei pastori supremi...
@cara mic,
RispondiEliminapiena solidarietà e non curarsi mai di loro: anzi, neanche guardare e passare direttamente oltre...
La bimba di tre anni data in affido a una coppia di omosessuali. Facciamo il punto – di Paolo Deotto
RispondiElimina...
Sembra che la più grande preoccupazione di eminenti personalità cattoliche e di illustri organi di stampa cattolici sia quella, anzitutto, di non passare per “omofobi”; poi di mantenere sempre aperta quella porticina per il tanto fantasticato “dialogo”. “Dialogo” con chi? Con chi ormai gioca a carte scoperte, contro la Fede cattolica, contro l’umanità, contro la vita?
http://www.riscossacristiana.it/la-bimba-di-tre-anni-data-affido-una-coppia-di-omosessuali-facciamo-il-punto-di-paolo-deotto/
Ho letto su Mil i "commenti" dei soliti troll contro mic, ci dicono il livello "affligeant", pietoso e ridicolo, di quei soliti anonimi, sempre a livello di commenti, in un altro blog di cui è co-"animatore", il fondo della cloaca nauseabonda è stato ancora una volta toccato da un saccente maestrino, pure lui anonimo anche se si cela dietro un nick, scrivendo un commento su Palmaro.
RispondiEliminaNemmeno la malattia e la sofferenza altrui riescono ad arginare la sua malevolenza, specialista nell`attribuire ad altri i suoi propri difetti vien voglia di dirgli, riprendendo le sue parole, di "uscire dal suo orgoglio meschino", di " riconoscersi peccatore e lasciarsi medicare dalla Misericordia con atti concreti", e di preoccuparsi per la sua "disonestà intellettuale" che "rimane sempre lì, scandalosa perché pubblica, nero su bianco e non ancora corretta".
E si dicono cattolici!
Costoro, cara Luisa, non confutano mai con argomenti, ma con giudizi sommari o con sofismi pretestuosi.
RispondiEliminaE, mentre sia noi che i nostri amici fraterni non parliamo da noi stessi ma col Magistero, loro salgono su pulpiti pretenziosi dall'insulto incorporato, senza nessun rispetto per la persona.
Infatti, mentre noi contestiamo le idee e gli errori, loro sviliscono le persone che prendono di mira.
Mic, i suoi denigratori non hanno perso neppure questa occasione.
RispondiEliminaSostengono che lei pretende che il papa replichi al Presidente e non vedono che il problema riguarda i messaggi che passano nel sentire comune.
Anch'io le esprimo la mia solidarietà e la invito a continuare senza voltarsi indietro.
Papa e presidente, entrambi da spedire a imparare il catechismo!
RispondiEliminaSostengono che lei pretende che il papa replichi al Presidente
RispondiEliminaAvevo semplicemente osservato che di solito i testi ufficiali vengono resi noti in anticipo. E dunque nessun collaboratore del papa ha notato l'effetto dirompente di certe affermazioni, che poteva essere rettificato con qualche pennellata sapiente: alla Ratzinger ad esempio.
E mi sono posta la domanda: pressappochismo o connivenza?
Cara mic, quel che hai detto era chiaro e ragionevole, ma contro la disonestà intellettuale, la malafede e la malignità-malevolenza di certuni, contro la loro "goujaterie", a parte lasciar sguazzare nella loro cloaca, c`è ben poco da fare, anzi non c`è nulla da fare.
RispondiEliminaho appena cercato di postare un altro mio commento su mil, dopo quello di ieri, non so se verrà pubblicato perchè è attualmente in azione il filtro, comunque lo riporto pure qui, nel caso che di là non venisse reso pubblico:
RispondiElimina"@anonimo delle 22.31 di ieri che scrive "se il blogger una sola fede è in grado di spiegare l'inspiegabile criterio per cui alcuni post pubblicati altri no..."
Rispondo all'anonimo che mi pone questo quesito, scrivendo:
"Faccio notare che quando c’è stato da NON pubblicare un mio commento, mic o la redazione lo hanno fatto tranquillamente, e non una volta sola. E anche se non fa mai piacere del tutto (specie per uno come me che lotta sempre contro il proprio orgoglio e tende all’indisciplina) bisogna anche sapere che ci sono delle regole cui attenersi (anche se non sempre tutte devono essere sempre ricordate come rafrain dal curatore di un blog) e che comunque quando si entra nel blog stesso si entra anche contemporaneamente anche in una "casa". Ciò che viene pubblicato, bene; ciò che non è ritenuto tale da esserlo, va bene ugualmente, almeno per me, altrimenti farei subito le valige e me ne andrei altrove: ce ne sono tanti, in fondo, e la libertà di scegliere ancora esiste, mi pare! Ma io ho scelto di rimanere lì per molte buone ragioni (e queste superano ampiamente le ragioni che me ne farebbero star fuori) e quindi ne rispetto i parametri e le decisioni. Anche se non le comprendo tutte, anche quando non le comprendo tutte. E questo anche perchè particolarmente convinto della assoluta buona fede di chi gestisce il blog.
Infine fratelli carissimi (e non lo dico tanto per dire)vi lascio un bel paio di citazioni dei due Apostoli per eccellenza: è possibile che non vi dicano proprio niente?
Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità.
(Ef 4, 31)
Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza
(1 Pt 2,1)
Una sola fede,
RispondiEliminaho fatto anch'io l'errore di intervenire perché non ho ancora imparato la lezione.
Ho avuto anch'io la sorpresa di veder moderato il mio commento. Il che mi meraviglia. Anche se lo pubblicheranno in ritardo, la meraviglia è consistita nel constatare che non moderano altre pesanti denigrazioni nei miei riguardi che, proprio in quanto insulti ad personam, non avrebbero diritto di cittadinanza in nessun blog serio.
Vabbè, ora - per quanto mi riguarda - ho definitivamente chiuso.
Comunque comprendo il tuo stato d'animo sulla moderazione. A me dispiace, a volte, censurare interventi di cui approvo i contenuti. Penso che avrai notato che di solito preferisco glissare su un'insistenza sulle rivelazioni private ed inoltre evito anche i lunghi copia-incolla che rendono meno fluida la consultazione del testo. O anche i riferimenti ai movimenti, che non fanno altro che suscitare reazioni emotive di segno opposto, che non rendono ragione del cuore del problema e che spero sempre di riuscire a trattare a parte con maggiore possibilità di approfondimenti mirati.
Insomma, dipende anche dall'argomento e da come si sviluppa la discussione.
Ti sono grata per aver compreso le mie ragioni, che non riguardano mai la persona, ma l'andamento del discorso, che cerco, quando possibile, di ricondurre all'argomento proposto.
@mic che scrivi "Penso che avrai notato che di solito preferisco..."
RispondiEliminasì, certo che ho notato e, lo ripeto, ho dentro di me la certezza della tua assoluta buona fede in ogni decisione presa in tal senso. Fai del tuo meglio, che non è poco, te lo assicuro. E poi io farei molto, ma molto di peggio se mai dovessi moderare un blog, e addirittura contemporaneamente stilare nuovi articoli, selezionare tra quelli da pubblicare, inserire i miei commenti ecc. Lavoro improbo, meraviglioso quanto si vuole, ma improbo. Di cui tu invece ti sobbarchi l'onere, addirittura in mezzo ai colpi di mitragliatrici che in molti casi dovrebbero servire a coprirti almeno un poco le spalle e invece non di rado ti vengono rivolti contro...