In molti hanno segnalato che Francesco Colafemmina ha commentato la nuova ferula donata al papa, sormontata da un Cristo risorto staccato dalla croce esordendo col dire che non serve inorridire né tantomeno indignarsi dinanzi alla nuova ferula donata a Papa Francesco. Ferula che non sappiamo, e neppure ci interessa più di tanto saperlo, se il Papa userà stabilmente o meno.
Quanto a noi non siamo né inorriditi, né indignati e nemmeno "tristi" e concordi nell'augurarci che il papa non la usi; ma non possiamo nascondere sconcerto e meraviglia nei confronti dell'indifferenza e mancanza di attenzione di chi, soprattutto dal Vaticano, non si preoccupa di rettificare o neutralizzare gli equivoci che lo stesso Colafemmina mette in risalto con espressioni puntuali e significative. Sorvolando sul primo equivoco rappresentato dall'equo e solidale condito con gli "errori e i vezzi dell'artigianato seriale":
- l'equivoco costituito dal kitsch, che gli fa concludere -non ci va leggero, rispolverando la sua prosa graffiante- : "non si sa se quella ferula sia più degna del mago Otelma o di Gandalf il bianco";
- l'altro equivoco - molto serio - sulla "modalità di guardare alla Croce che nega inconsapevolmente la Croce stessa".
L'analisi sull'estetica dell'oggetto non ha impedito infatti a Colafemmina di trarre la conclusione più pertinente cui aggiunge, nella presentazione dell'immagine che raffigura la Crocifissione del Tiziano: "senza contemplare la morte per Croce di Cristo, come potremmo comprendere la salvezza che quel sacrificio ci ha dischiuso?".
A me è capitato di soffermarmi sulla interpretazione autentica data al simbolismo dell'opera direttamente dallo stesso autore :
"L’immagine del Cristo – che dalla croce secca e contorta, ormai svuotata di senso si divincola, lentamente si scioglie – è tensione verso la luce, liberazione di un’energia compressa, tentativo di volo; in verità l’atto del transumare, in un momento che la tradizione vuole tragico e umanissimo, anticipa la Risurrezione, esprime il dolore umano già sconfitto, superato, riscattato”.
Alcune osservazioni, non lesinate del resto da commentatori tradizionalisti ma non tristi rispetto all'analisi di cui sopra, si impongono su questa spiegazione che forse vuol essere solo affascinante e immaginifica, ma che colpirà in maniera impropria e sviante l'attenzione di chi l'accoglie ed è riferita ad un'opera che oltretutto rappresenta un "anacronismo iconografico".
- la Croce non è MAI svuotata di senso: STAT CRUX DUM VOLVITUR ORBIS ed è tanto importante che nel Corpo del Risorto sono visibili i segni della Passione, che si è scolato fino alla fine e che ha attraversato fino all'ultima goccia di fiele subito e di sangue versato senza balzi da superuomo, ma con la vita riassunta da Dio, qual era e qual è;
- "transumare" è usato in maniera impropria, perché non è mica una pecora che cambia pascolo e fa la transumanza. E' l'Agnello immolato senza macchia, che non fa migrazioni di stato, ma si assoggetta ad un atto estremo. Si compie l'atto più grande della vita e della storia: morte espiatrice, drammatica e senza sconti, e risurrezione rigeneratrice: un atto da Dio. Le due nature in Cristo Signore sono sempre compresenti, anche se quella assoggettata alla morte è la natura umana;
- quale tensione di volo, se la Croce è il momento scolato fino in fondo, l'ultimo atto della kenosis dell'Uomo-Dio, inchiodato fino a che non versa l'ultima goccia di Sangue prezioso?
- quale divincolamento? Cristo, obbediente sino alla fine, ha conosciuto anche il sepolcro e ha attraversato la morte persino nella discesa agli inferi. E la Croce non può essere secca e contorta, se è e resta fino alla fine dei tempi l'Albero della Vita;
- Se poi voleva dire trans-umanare, il termine è improprio lo stesso, perché il Signore non ha oltrepassato l'umano e non lo ha reso super-umano; ma lo ha redento e lo assunto nel divino senza peraltro cambiarne la natura ma perfezionandola secondo il progetto del Padre;
- E quale energia compressa? La natura divina del Signore non può essere compressa e dunque limitata in alcun modo: l'ha resa kenotica per assumere la nostra condizione umana, ma non l'ha mai persa e la Resurrezione riguarda ovviamente l'umanità di Gesù: fatto ontologico che non ha nulla a che vedere con transumanza o transumanazione che sia.
Discorsi approssimativi, parole in libertà con sensi strampalati e sono quelle che fanno il giro del mondo e vanno a colpire le menti e i cuori delle persone, perché non c'è nessuno, che avrebbe l'Autorità e il dovere di farlo, che li rettifica. Il problema è che l'assenza di rettifiche può attendibilmente dipendere dal fatto che si tratta di una nuova teologia deviata, purtroppo diffusa nelle facoltà teologiche - fucine di nuovi sacerdoti i quali, dopo le parole di Maradiaga, neppure si sa più quale sacerdozio eserciteranno - che attribuisce a Cristo i connotati prometeici (!?) riconoscibili nelle espressioni sopra riportate. Emblematici del fatto che i segni ed i simboli della nostra fede, divengono sempre più asfittici rispetto agli insegnamenti perenni.
Ma ormai siamo nel regno dell'assurdo e dell'inversione dei valori, a partire dal simbolo fondante la nostra fede e da ciò che rappresenta.
Non è il regno de La Catholica.
This cross was forbidden by Pope Pius XII
RispondiElimina"one would be straying from the straight path were he to order the crucifix so designed that the divine Redeemer's body shows no trace of His cruel suffering" Mediator Dei (42)
Sottoscrivo tutto. m
RispondiEliminaConsiderazioni estetiche, a parte il dato generale: orrenda!
Il volto del Cristo è indistinguibile, sembra quello di un robot.
Il petto è accentuato ed appare come seno di donna.
Le braccia sono in posizione innaturale, così come innaturale risulta il ventre.
Non si capisce cosa siano tutte quelle linee che girano intorno alle gambe.
Rileggendo le parole dell'artista sorge il dubbio che in realtà non sia voluto rappresentare il Cristo ma altro (energie...).
A volere essere proprio cattivi (cattivissimi) la figura nella parte superiore, dalla veste a fine torace, potrebbe ricordare, anche per gli effetti luce delle sporgenze (voluti?) il baphomet di Eliphas Levi)
Anche la croce che il Papa indossa, non ha il Cristo crocifisso, ma all'interno della stessa è raffigurato un pastore con un agnello sulle spalle. Pastore circondato dalle pecore.
RispondiEliminaE la Passione e Morte di Gesù, in remissione dei nostri peccati, quasi svanisce e perde il Suo salvifico Sacrificio. Non è più la Croce che salva. Chi accetta e porta la sua croce, si salva. Un'altra diminuzione alla luce del Concilio Vaticano II, della verità di fede.
E.a.
Personalmente la trovo proprio brutta...guardata da lontano purtroppo sembra proprio che il petto sia una testa e che le braccia siano delle corna...scusate ma non è mia intenzione essere blasfemo,sto parlando seriamente: a me sembra più un simbolo satanico.Ovviamente Papa Francesco non c'entra perchè è stato un regalo, però anch'io spero che non la usi..
RispondiEliminaleggo ora questa notizia raccapricciante:
RispondiEliminaROMA - La Sala Stampa della Santa Sede pubblica oggi - in appendice al documento preparatorio del Sinodo sulla Famiglia convocato per il prossimo ottobre da Papa Francesco - il questionario con le 38 domande sui temi più problematici della pastorale familiare, nel quale si chiede ai fedeli di esprimersi su temi come la contraccezione, le coppie di fatto, etero e gay, e la comunione ai divorziati risposati.
L'intento della Segreteria del Sinodo - ma è noto che il 7 e 8 ottobre scorso Bergoglio volle essere presente alle riunioni del Consiglio della Segreteria - è quello di raccogliere proposte e non solo di fotografare la realtà nella quale la Chiesa è chiamata oggi a proporre il Vangelo di Cristo. "Le seguenti domande - spiega una nota previa - permettono alle Chiese particolari di partecipare attivamente alla prearazione del Sinodo Straordinario, che ha lo scopo di annunciare il Vangelo nelle sfide pastorali di oggi circa la famiglia".
E con ciò il concetto di gerarchia e di verticalità della Chiesa viene accantonato senza più ritegno..
anonimo 10:34
RispondiEliminacito dal tuo commnto:
"Anche la croce che il Papa indossa, non ha il Cristo crocifisso, ma all'interno della stessa è raffigurato un pastore con un agnello sulle spalle."
brutta pure quella e svuotata di significato.
Queste simbologie sviate mi fanno venire in mente per sinestesia immagini anhe peggiori.
A proposito di agnelli e simbologie più o meno lecite, vi mando lo stemma della fabian society:
http://www.astronavepegasus.it/joomla/images/stories/Articoli_7/image002.jpg
un lupo travestito da agnello, cioè proprio con la pelle d'agnello morto addosso;
segue l'eloquente programmino della stessa society,
di spaccare il mondo a martellate e rifarlo a immagine e somiglianza dei propri desideri
http://4.bp.blogspot.com/-O7gqkds7Xbc/UZuXlDNJK1I/AAAAAAAAOtU/xO-Jo7JoRUs/s1600/FabianWindow-1.jpg
riforma Chiesa a mezzo "referendum". m
RispondiEliminaQuella di Giovanni Paolo II era pure peggio, esteticamente parlando. Non so se si debba dare troppa importanza alla cosa, essendo un regalo. Certo riflette l'idea ormai ampiamente diffusa che il Crocifisso sia politically uncorrect con quell'immagine di strazio e di sofferenza che trasmette: la Chiesa di oggi vuole mostrare solo gioia, allegria, balli e paillettes per essere più "moderna" e "vicina alla gente".
RispondiEliminaSalve tutti,
RispondiEliminaPreciso prima di tutto che non appartengo a nessun gruppo di cattotradizionalista ma che sono uno che frequenta la parrocchia alla domenica.
Non sono cecco e mi rendo ben conto che qualche cosa succede e non da oggi ma da tanti anni direi dagli anni 70, mi sembra pian piano che ci stiamo protestizzando.
Solo per dire che se questo papa Francesco è cosi è che ci sara una ragione e penso che quella ragione è frutto di un concilio e dell'interpretazione che sene da. Penso che questo pontificato sara la messa in pratica concretta delle idee emanate di quel ultimo concilio. Ne vedremo veramente il vero volto.
Dunque io non mi spavento piu du nulla ma rimango conscente qui quello che è oramai uno stile e direi una tipo di chiesa diversa da quella di prima.
Per me quello che era valido prima di quel concilio rimanere tutt'ora valido per me e tutto quello che contradisce quel pensiero cattolico di prima di quel concilio, non lo accolgo.
Seno cosa si potrebbe fare altro ? Niente ! Seno di conservare la fede cattolica come deve essser non seguendo tutto le esternazioni e stranezze di preti, vescovi, cardinali e papi. E' certo dramatico ma è la fede del popolo che fa la chiesa e non la teologia dei vescovi e papi. Almeno lo spero.
"Anche la croce che il Papa indossa, non ha il Cristo crocifisso, ma all'interno della stessa è raffigurato un pastore con un agnello sulle spalle."
RispondiEliminaNon solo, ma ha il "Buon Pastore" con le braccia incrociate sul petto, quando la simbologia cristiana lo ha sempre raffigurato con le braccia aperte. Intuitivamente evidente la differenza.
Mi fa stranamente (forse non tanto) venire in mente il nuovo pallio chiuso adottato di recente, (nel quale tra l'altro le croci che dovrebbero simboleggiare le 5 piaghe del Signore sono diventate 6) a differenza di quello "aperto" usato anticamente. Esempio, il mosaico dell'abside di S. Apollinare a Ravenna.
Non so se si debba dare troppa importanza alla cosa, essendo un regalo.
RispondiEliminaQuesta circostanza del 'dono' è stata giustamente sottolineata. Ma ci siamo soffermati sulla mancanza di chiarezza e di rettifica sulle dichiarazioni a proposito di un simbolo così importante.
Quella di Giovanni Paolo II era pure peggio, esteticamente parlando.
A me ha sempre ripugnato, sia per la incontestabile bruttezza della figura del crocifisso che per il braccio orizzontale ricurvo verso il basso.
Era di Paolo VI. Penso che Giovanni Paolo II l'abbia mantenuta per rispetto al predecessore e anche per noncuranza.
Ma nessuno ha notato la grossa stella ad 8 punte (presente anche sullo stemma papale) che "decora" il pomello sul quale poggia la croce? Avete idea della simbologia sottesa a tale stella??
RispondiEliminacroce pettorale indossata da papa Francesco:
RispondiEliminahttp://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/2013/03/20/861465-pavia-papa-croce-artigiano.shtml
A me ha colpito la colomba che punta verso il basso.. non sono un esperto in simbologia, credo voglia rappresentare la discesa dello Spirito Santo...ma non so da quanto introdotta in ambito cattolico. Sicuramente è simbolo dei pentecostali
http://www.fedeecultura.it/file/pentecostalismo.pdf
e lo stesso simbolo era sulla mitra del card. Leo Suenens
http://www.fedeecultura.it/file/carismatici_perplessita.pdf
m
Guido, la stella a 8 punte:
RispondiEliminaPF ha detto che per lui simboleggia le 8 beatitudini;
in passato sappiamo che era simbolo di Ishtar, poi Venere-stella mattutina, quindi (secondo gnosi) Lucifero nel senso letterale.
Va detto però che ci sono simboli che sono stati attraversati tante di quelle volte nella storia e in ambiti diversi che fanno sì che ci troviamo, di fatto, in contesti di polisemia.
Anche perchè Gesù stesso si definisce vera Stella del Mattino
qui:
«la stella radiosa del mattino» (Ap 22,16)
ripreso da S.Pietro
2Pietro 1,19
"E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori."
è chiaro che anche qui si riferisce a Cristo.
"Quella di Giovanni Paolo II era pure peggio"
RispondiEliminanon sono d'accordo.. era brutta, sicuro, ma non dava adito a perplessità circa simbologie nascoste. Meno kitsch di sicuro. m
Si, abbiamo un'idea della simbologia della stella a otto punte alla base della croce, in direzione della massoneria, ma si può anche notare come il torso, levigato e lucidato, a differenza del resto della figura è ambiguamente sensuale, maschile e femminile e che le gambe sono attorciliate da una forma che vorrebbe giustificarsi come il prolungamento del lembo che copre il corpo, ma che potrebbe anche essere un serpente.
RispondiEliminaSi, infatti il corpo, e specialmente il torso è ben levigato e lucidato, nient traccia della sofferenza, è ambiguamente sensuale, maschile e femminile, le gambe sono attorciliate da una figura che non può essere il prolungamento del lembo che copre il corpo e che ricorda invece la figura del serpente. La stella a otto punte è anche un simbolo della massoneria.
RispondiEliminaInfatti il torso del corpo è levigato e lucidato, senza traccia di sofferenza, al contrario ambiguamente sensuale, maschile e femminile, le gambe sono attorciliate da una figura che non può essere il prolungamento del lembo che copre parte del corpo, ma che ricorda di più la figura del serpente. La stella a otto punte è anche un simbolo massonico
RispondiEliminaE' certo dramatico ma è la fede del popolo che fa la chiesa e non la teologia dei vescovi e papi. Almeno lo spero.
RispondiEliminaCaro Albertus, condivido molte delle tue preoccupazioni, ma credo si debba fare attenzione a diverse cose. Innanzitutto la Chiesa Gesù l'ha istituita partendo dagli apostoli (sacerdoti) e non dai fedeli.
Ma farei attenzione a dire che é la fede del popolo che fa la Chiesa anche per un altro motivo.
Dice Padre Calmel: "Se il Vescovo che ordina rigetta poco a poco la fede della Chiesa nel Santo Sacrificio della Messa, se - di logica conseguenza - la sua intenzione si modifica e non é più quella di ordinare in vista del Santo Sacrificio, allora egli finirà col trasformare il rito e smetterà di conferire agli ordinandi il carattere sacerdotale: la sua ordinazione sarà nulla". Con tutto quello che ne consegue, aggiungo io!
In particolare il pericolo é che capiti quello che é capitato agli anglicani e cioé che a un certo punto, pur rimanendo intatta la successione apostolica, il conferimento del sacerdozio non é più valido. Questo la Chiesa lo sapeva e lo sa e difatti chi rientra nella Chiesa cattolica, come prete, deve essere ordinato nuovamente.
Il pericolo reale é che pur rimanendo una facciata di gerarchia, in realtà la Chiesa, ad eccezzione di piccole realtà, si disgreghi.
Segnalo questo articolo di Agnoli:
RispondiEliminahttp://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/10/le-calunnie-contro-padre-stefano-manelli/
Da Papa Francesco il cui motto programmatico è "una Chiesa povera per i poveri" mi sarei aspettato una bella ferula semplicissima di legno nudo, come se fosse un pastore vero e proprio. Due bastoni semplici, uno lungo in verticale, uno corto in orizzonatale. Costerebbe anche pochissimo. Penso che tra rifinitura, montaggio, verniciatura, non si spendano più di 100€.
RispondiEliminaChe dite, la regaliamo al Bergy una bella croce tutta di legno?
Micus
Non sto a disquisire se la userà o meno, esteticamente oltre ad essere brutta, mi pare una stortura del crocifisso, le cose sotto le gambe mi paiono fiamme....ma non c'è da stupirsi, ormai Cristo è stato sbolognato, dalle parti mie il tabernacolo sta in cappelle laterali, nella migliore delle ipotesi, in sacrestia nella peggiore,insomma un deus absconditus, così dopo essere stato tolto dal centro delle chiese e poi da scuole ed edifici pubblici, non sentiremo più lamentazioni da parte dei sensibilissimi noncattolici o diversamente pensanti, saremo finalmente un paese libero, politically correct come la francia, avremo una chiesa democratica che chiede ai suoi fedeli di esprimersi su temi etici delicatissimi, sapendo già le risposte, vista l'aria irenica che tira....somewhere over the rainbow....Lupus et Agnus.
RispondiElimina
RispondiEliminaGentile Mic,
fermandosi ad una lettura superciale forse si puo' arrivare ad una deduzione come la sua, ossia della non curanza di JPII.(mic ore 11.47)
Sostanza e forma vanno di pari passo, Pero' forse il Crocifisso di Paolo VI ,di Giovanni Paolo I , di Giovanni Paolo II e per due anni di Benedetto XVI opera de Lello Scorzellli, il quale ha conosciuto la sofferenza dei
Lager Nazisti, rende secondo me , veramente la Crocifisssione e Passione di Cristo.Un Cristo col capo chino, abbandonato alla morte; eppure l’arco, che l’artista ha plasmato con le due braccia della croce, sembra già proiettarlo nella vita nuova della Risurrezione.
Vorrei ricordare inoltre che la "curvatio" che lo scultore Lello Scorzelli vi introduce rappresenta l'obbedienza del vescovo di Roma al mistero della Croce.
Ma ora come leggo ci saranno tutte le tesi possibili immaginabile in merito alla nuova ferula, la quale e' stata un dono, ne piu' ne meno, non un qualcosa voluta dall'attuale vescovo di Roma.
Percio'un ritorno ad un articolo di alcuni mesi fa cara mic, e qui vorrei precisare l 'analisi di "don Camillo" di allora li condivido tutti.
http://chiesaepostconcilio.blogspot.de/2013/04/sentiremo-piu-parlare-di-pentimento.html
Mi scusi Mic ma mi sembra una minestra riscaldata, e mi perdoni se adotto un termine terra terra.
E da quello che ho potuto leggere, l'deatote di Fides Forma non e' la prima volta che ha una "crisi di nervi"come nella sua famosa "lettera ai tradizionalisti" il don Camillo dell'11 aprile delle 10.56 c'e lo ricorda.
Non lo sapevo pero' il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Un caro saluto
Luisa,
RispondiEliminaho letto il brano che segnali, e sono rimasta scioccata. E quello sarebbe un religioso ? Una pettegoal delal pegior specie, ecco quello che è...a lui nessuno impartirà punizioni, lui nessuno lo spedirà in capo al mondo a far l'eremita e a dover zappare se vuole mangiare. Altro che "sopire, troncare" di manzoniana memoria. Ad uno così, manco la peste farebbe paura !
Rosa
Leggevo su un libro sulla massoneria che questa intendeva sostituire con il concetto di Cristo risorto il tradizionale concetto di Cristo crocifisso. Per esempio i carismatici puntano infatti sul primo concetto.
RispondiEliminaC'e' da precisare che Cristo e' risorto nel sepolcro, esattamente il terzo giorno, per cui tutta questa nebbia di belle parole che spiegano questa schifezza di ferula sono aria fritta.
E' un regalo, ma l'argento proviene da miniere con estrazione 'equosolidale' ed attente all'ambiente....peccato si trovino, casualmente in Honduras, vicino ad altre miniere d'oro che sono praticamente fornitrici di Cartier, e scusate se è poco.....
RispondiEliminaDa quanto tempo i Papi hanno chiesto ai fedeli di esprimersi su questioni inerenti i Sacramenti lasciatici da Nostro Signore Gesu' Cristo? come ad esempio "nozze gay, comunione divorziati e risposati, la contraccezione etc."
RispondiEliminaDa quanto tempo nella Chiesa Cattolica Apostolica e' entrata in vigore la democrazia popolare? ma in quale Vangelo di Cristo si trova?
Ma per caso Bergoglio e C. si sono scritti un Vangelo personale che esula da quello Cristiano?
Perche' mi sembra, che Gesu' ci ha lasciato delle Leggi da rispettare e li non ci dice se siamo d'accordo oppure no. Ci di ce solo di rispettare quelle Leggi ed i Sacramenti, e ce li spiega molto letteralmente.
Va bene! Bergoglio e' Bergoglio ed i suoi compagni di merende li conosciamo bene.
Ringraziamo sempre Dio che ci da' la Fede in Lui. - L'unica speranza e' che la Madonna ci protegga sempre ed in ogni caso dalle menti malvagie, e di sicuro ci protegge.
Micus, la resina epossidica, oggi, costa ancora meno del legno:-)
RispondiEliminaAd A. Cicvcarelli che gli dice
RispondiElimina"Signor Colafemmina,
La seguo da un bel po’, e mi trovo d’accordo su tanti temi scottanti, a cominciare dalla triste tendenza ad usare criteri architettonici da capannone industriale (se non addirittura con simbologie massonico-sincretistiche) per edificar chiese. Col dovuto rispetto, ma non posso esimermi dal fare alcuni appunti al Santo Padre. Si può? Non ne ho idea, ma sono un uomo libero, rispettoso delle Leggi, quando giuste e della Chiesa, quando non traligna: almeno secondo dottrina e tradizione, credo. La forma tradisce spesso i contenuti. Il relativismo, teologico e culturale, si è impossessato della Chiesa da quando è stato riveduto e riletto il CVII, aperture, aggiornamenti, messe eclettiche, e così via. Il gesuita argentino salito sul trono di Pietro (ma c’era posto pure per Lavezzi se non ricordo male), Papa Francesco, ha tutta l’aria di voler riconquistare il popolo di Dio e al di là di una malcelata papolatria da parte di organi di stampa cattolica, oltre i fervorini cerchiobottisti domenicali, ha fatto così poco, direi pochissimo per quanto si sa, da non destare in me alcuna passione o simpatia. Dicevo il relativismo. Ebbene Papa Francesco pare l’araldo di tale concezione, dimentico di mettere Cristo al centro di tutto, della Chiesa in primis. Voler piacere a tutti i costi, è la strategia di un piazzista e sembra proprio così: la Chiesa sommersa dagli scandali dei preti pedofili e omosessuali, uso improprio di denaro, deve rifarsi il make-up a tutti i costi. Ma la Chiesa non è composta soltanto dagli alti prelati e dal Santo Padre, la Chiesa è il popolo di Dio che ama e segue Cristo. Il deposito della Tradizione deve, ripeto, deve rimanere invariato nei millenni; non ha bisogno di aggiornamenti, esegesi laiche, non ha bisogno di un cardinale demitizzante come Ravasi e tantomeno di movimenti ereticali, anche se fanno numero. Kiko può andare a San Remo a cantare le sue banali canzoncine, per fare un esempio, e non pensare di riformare la Chiesa. Ho un ricordo eminente. Ragazzinetto andavo alla santa Messa col rito tridentino il 1962 (ho 55anni) alla chiesa di Stimigliano (Rieti). Capivo poco o niente, almeno razionalmente, eppure il mistero, il sacro, eccome se li percepivo. Sentivo più che capivo. Ho poche certezze. NSGC è la seconda persona della Trinità e si è incarnato, è morto e risorto per tutti noi, di ogni tempo. Lo seguo con tutto me stesso, pur cadendo mille volte. Temo per la Chiesa, bisogna difenderci da chi confonde la gente, che non è attrezzata per discriminare."
Colafemmina risponde:
"Non c'è difesa che tenga."
Come sarebbe a dire non c'è difesa?
Per chi e perchè è morto NSGC?
MIC, che pensa di questo?
RispondiElimina... Prima di dire che una cena non può essere una sacrificio, bisogna rifarsi alla tradizione ebraica dei sacrifici nel Tempio, ripreso da Gesù nell’ultima cena e come modello per tutti noi. Le radici sono da leggersi nel Levitico 7, dove appunto la manducazione degli oblati corrisponde alla loro consumazione in quanto sacrificio.
...
Battaglie teologiche o "mondanità spirituale"?
RispondiEliminahttp://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/11/battaglie-teologiche-o-mondanita-spirituale/#more-124162
... Prima di dire che una cena non può essere una sacrificio, bisogna rifarsi alla tradizione ebraica dei sacrifici nel Tempio, ripreso da Gesù nell’ultima cena e come modello per tutti noi. Le radici sono da leggersi nel Levitico 7, dove appunto la manducazione degli oblati corrisponde alla loro consumazione in quanto sacrificio.
RispondiEliminaDico che è vero che il sacerdote che officiava il sacrificio "manducava" le carni della vittima.
Ma che nella Nuova ed eterna Alleanza nel Corpo Sangue Anima e Divinità del Signore, Lui stesso per mano dei Suoi sacerdoti, continua ad offrire se stesso come l'Hostia (Vittima) pura santa e immacolata che è Lui.
E, una volta consumato il Sacrificio e unita alla Sua la nostra offerta, viene dato in cibo prima al Sacerdote e poi, per le mani del sacerdote, alla Chiesa tutta che partecipa alla Santa Comunione, il Corpo e Sangue della Vittima. Così come prefigurato e consegnato durante l'Ultima Cena fino alla fine dei tempi.
Oggi l'Agnello immolato siede nella gloria alla destra del Padre ed è da lì che ci assume e ci sostiene.
Sono molto impegnata anche nel ripristino delle immagini e noto ora che la redazione ha pubblicato un intervento evidentemente tratto dal blog di Colafemmina.
RispondiEliminaPer questa volta non lo cancello, ma preferirei evitare il ping pong tra blog. Se si ha qualcosa da dire lo si faccia direttamente lì. O, se si vuole richiamare all'attenzione qualcosa che valga la pena, sarebbe opportuno farlo riassumendo e facendolo proprio.
RispondiElimina“Hoc ore sumitur”: contro la Comunione sulla mano
Da sempre l’Eucaristia si è presa direttamente in bocca
“Dobbiamo badare con ogni premura a non attenuare alcuna dimensione o esigenza dell’Eucaristia. Così ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. (…) Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero!”
“Sull’onda dell’elevato senso del mistero si comprende come la fede della Chiesa nel mistero eucaristico si sia espressa nella storia non solo attraverso l’istanza di un interiore atteggiamento di devozione, ma anche attraverso una serie di espressioni esterne.”
(Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, n.61 e 49
http://www.maranatha.it/Testi/GiovPaoloII/Testi34Page.htm )
http://unafides33.blogspot.it/2013/11/hoc-ore-sumitur-contro-la-comunione.html
A proposito di ferule c`è anche quella di Lampedusa, e l`ultima nata:
RispondiEliminahttp://liturgia.mforos.com/1699128/7985601-la-ferula-o-baculo-papal/
Il crocifisso trasformato e raddolcito perchè a noi non piacciono le cose che ricordino dolore,sofferenza e morte, mi fa venire in mente diversi crocefissi che ho visto in cimitero nei giorni scorsi sulle lapidi tombali: sulla croce, invece del Crocefisso, ora mettono una rosa oppure una spiga di frumento, molto blando,meno triste,più adatto a una generazione ipocrita che non vuol vedere la verità, come la nostra. Dello stesso genere,appunto, questo bastone pastorale.
RispondiElimina"E' certo drammatico ma è la fede del popolo che fa la chiesa e non la teologia dei vescovi e papi. Almeno lo spero."
RispondiEliminaRitengo che ormai anche la Fede del popolo sia ridotta al lumicino. Faccio l'esempio delle "baggianate" liturgiche a cui ormai il popolo assiste con indifferebza se non con partecipazione. E non si può parlare di Fede se non di Sana Liturgia ... le due cose sono indissolubili
Papa Ratzinger in Vaticano con i suoi quattro angeli custodi
RispondiEliminahttp://www.oggi.it/attualita/personaggi/2013/02/18/papa-benedetto-xvi-ma-come-sta-davvero-lultimo-incontro-faccia-a-faccia/
BXVI
http://www.nuovopapa.it/curiosita-sul-vaticano/il-pastorale-del-papa-la-ferula/
Papa Francesco avrebbe fatto bene (anche per tranquillizzare il gregge)a proseguire con la ferula di Benedetto (tra l'altro molto bella!).
RispondiEliminaTroppe e ravvicinate scelte di discontinuità... provocano solo disorientamento, speriamo se ne renda conto...o che qualcuno (magari monsignor Georg Gänswein visto che è a contatto con entrambi) glielo faccia notare..
Il gesuita come problema
RispondiEliminahttp://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2013/11/il-gesuita-come-problema.html?m=1
Micus
si Teiilhard de Chardin, citato nel post di V igiliae Alexandrinae stan tenendo un convegno in una delle pontificie universita'. fatevi scomunicare e sarete oggetto di studio, siate fedeli alla dottrina, e nessuno si curera' di voi.
RispondiEliminaAveva fatto bene Clemente xiv a sciogliere i gesuiti !
Rosa
A mio modo di vedere hanno fatto un seno femminile al Cristo risorto, oltre ai piedi palmati sullo stile neocatecumenale...
RispondiEliminamah...
teilhard de chardin non è mai stato scomunicato, Rosa.
RispondiElimina@Rosa, scrivi:
RispondiElimina“si Teilhard de Chardin, citato nel post di Vigiliae Alexandrinae stan tenendo un convegno in una delle pontificie universita'. fatevi scomunicare e sarete oggetto di studio, siate fedeli alla dottrina, e nessuno si curera' di voi”.
Anticipandoti subito che sono d’accordissimo con te anche stavolta, c’è però da dire, Rosa, che neanche uno scomunicato ipertimico si immaginerebbe mai di vedersi citato e “salutato” (e quindi si può dire pure “riabilitato”) in modo così lusinghiero da un pontefice, pur attraverso consueti svolazzamenti teologici:
1)CELEBRAZIONE DEI VESPRI NELLA CATTEDRALE DI AOSTA OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Venerdì, 24 luglio 2009
[…]Paolo descrive l'apostolato come sacerdozio (cfr. 15,16), la funzione del sacerdozio è consacrare il mondo perché diventi ostia vivente, perché il mondo diventi liturgia: che la liturgia non sia una cosa accanto alla realtà del mondo, ma che il mondo stesso diventi ostia vivente, diventi liturgia.
E' la grande visione che poi ha avuto anche Teilhard de Chardin: alla fine avremo una vera liturgia cosmica, dove il cosmo diventi ostia vivente.[…]
2) BENEDETTO XVI, ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 11 novembre 2012
“Sono lieto di salutare i partecipanti al convegno sul Padre Teilhard de Chardin, tenutosi in questi giorni alla «Gregoriana».”
La ferula di Benedetto era molto bella, per dimostrare "la continuità" con il predecessore doveva tenerla ancora un po'. Neri
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RispondiEliminaNon amo emettere giudizi assertori, ma considero quella croce satanica, più di un crocifisso capovolto (nel simbolismo dei nostri tempi). Dico satanica perché il distacco dalla Croce, "L’immagine del Cristo – che dalla croce secca e contorta, ormai svuotata di senso si divincola, lentamente si scioglie –" (come commenta l'autore) evoca il desiderio di Satana della discesa dal "pinnacolo", ricorda Mc 15,32: "Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo".
RispondiEliminaLa penso così sin dai miei primi versi: le immagini tratte dai Vangeli, in qualsiasi forma artistica esposte, in un'arte che voglia definirsi sacra, non sono valori disponibili alla creatività degli autori. Sempre si aggiunge, si toglie, si mistifica, si disorienta l'osservatore o il lettore.
http://pagina-catolica.blogspot.com.es/
RispondiEliminaUna bella pagina edificante del nuovo segretario del nuovo papa... su Badoo sito di incontri galanti e non galati, etero e non etero.
Grazie, una sola fede del 5 novembre alle 22:52. Sottoscrivo in pieno, ed aggiungo che da parecchi mesi mi sono astenuta dal commentare su questo blog proprio a motivo della stucchevole venerazione per Benedetto XVI, martire e confessore ante mortem. I testi proposti da una sola fede (e se ne potrebbero aggiungere molti altri) confermano inoppugnabilmente gli oerientamenti diBenedetto XVI; e non serve scandalizzarsi per le esternazioni di papa Bergoglio se poi si incensa uno che, sotto gli orpelli, i pizzi ed i merletti, e' in fondo della stessa risma.
RispondiEliminaViviamo la nostra fede: se Pietro non agisce da pietra della Chiesa, dobbiamo essere noi, nel nostro piccolo, pietre, consapevoli che la pietra angolare non e' il papa ma Cristo, e che Quello non sgarra; e che non saranno quattro untorelli di papi a spiantare la Chiesa che e' sempre santa, anche quando viene rinnegata ed i suoi figli ne fanno di tutti i colori.
Mons. Pedacchio è entrato nel 2007 nella Congregazione dei vescovi su raccomandazione di Jorge Bergoglio, e da allora, secondo il sito Intereconomia, è stato gli occhi e le orecchie dell`allora cardinale di Buenos Aires che era attraverso lui informato dell`attualità romana.
RispondiEliminaÈ ora il segretario del Papa e c`è chi lo definosce la sua ombra.
È il grande amico di mons. Montanari che il Papa ha nominato segretario della Congregazione dei vescovi.
http://badoo.com/it/0203539019/
RispondiEliminaNella speranza che sia solo uno scherzo di pessimo gusto.
Teilhard de Chardin non incorse in alcun tipo di scomunica, i suoi testi vennero esclusi da quelli di insegnamento nelle università pontificie, la Gregoriana è l'università del gesuiti e oggidì vi si insegnano teologie e vengono adottati testi di molto peggiori di quelli di Teilhard,quindi che c'è da scandalizzarsi, in tutti i seminari italiani i vari mancuso, bianchi, de luca ,lo stesso martini, altri sedicenti esegeti ed esperti biblisti sono adorati ed insegnati come e più del vangelo.....d'altronde Teilhard scrisse molto, viaggiò tantissimo, quasi sempre fuori Europa, questi sempre qui sono ed imperversano con le loro eresie ed allorà???Mai sentita una voce di dissenso, sottaccio per carità di patria sullo status dei collaboratori più stretti del vdr, che ce ne sarebbe da dire, ma la primavera è splendida, una fioritura mai vista, aria nuova ed effluvii, chi non ama ciò,si accomodi fuori e citu!!GR2
RispondiEliminaDal prefazio di Cristo Re:
RispondiElimina"...Qui Unigénitum Fílium tuum, Dóminum nostrum Iesum Christum, Sacerdótem aetérnum et universórum Regem, óleo exsultatiónis unxísti: ut, seípsum in ara Crucis hóstiam immaculátam et pacíficam ófferens,...."
Dov'è la "ara Crucis" nella nuova ferula ?
E dov'è la "hostiam immaculatam" ?
Se si leva la Croce, si leva anche la scaturigine del Regno eterno ed universale, e quindi si nega la regalità di Cristo.
Se si leva la Croce, si leva anche la scaturigine del Regno eterno ed universale, e quindi si nega la regalità di Cristo.
RispondiEliminaCaro Marco P.
purtroppo non c'è da meravigliarsi quando nel "nuovo credo del popolo di Dio (?) " pronunciato da Maradiaga (ripercorri il discorso tradotto nei punti essenziali da Rosa), sentiamo dire e nessuno si leva a rettificare o anche ad indignarsi, perché lo trovo gravissimo:
"...Il Vaticano II riconobbe ufficialmente che le cose erano cambiate, e catturò la necessità per un tale cambiamento nei suoi Documenti, che enfatizzavano verità come queste :
” La Chiesa non è la gerarchia, ma il popolo di Dio [io sottolineo sempre che la definizione che più si attaglia è "corpo mistico di Cristo", più pregnante e meno veterotestamentaria]. “Il Popolo di Dio” è, per il Concilio, la realtà che tutto abbraccia della Chiesa che risale alla sostanza di base e comune della nostra condizione ecclesiastica, cioè alla nostra condizione di credenti (che) è una condizione condivisa da tutti. La gerarchia non ha alcuno scopo in se stessa e per se stessa, ma soltanto quale riferimento e subordinazione alla comunità. La funzione della gerarchia è ridefinita in riferimento a Gesù come il Servo Sofferente, non il Pantocratore ; soltanto dalla prospettiva di qualcuno crocifisso dalle potenze di questo mondo è possibile trovare, e spiegare, l’autorità della Chiesa. La gerarchia è un ministero (diakonia = servizio) che richiede il nostro abbassamento alla condizione di servi. Prendere questo posto (il posto della debolezza e povertà) è la sua propria, peculiare responsabilità."
Anche qui c'è un fenomeno di "inversione": è il termine che più si adatta a quello che sta succedendo. E si omette il punto culmine dell'Annuncia: il Signore è Risorto! Per poi anacronisticamente (in ogni senso) divellerlo dalla Croce, 'luogo' ineludibile di dono di sé fino alla fine.
Infatti si nomina la croce per annullare l'ordine che fa della Chiesa una società perfetta.
Su questo ho già scritto in questi termini:
"Il problema nasce dalla contraddizione tra la democratizzazione che scaturisce da questa nuova visione di Chiesa e la sua costituzione divina. Viene inadeguatamente applicato alla Chiesa il principio che regola le comunità civili, ignorando la differenza tra esse e Chiesa di Cristo: le comunità civili prima si pongono in essere e poi si danno e formano il proprio governo. In ciò esercitano la loro libertà, mentre in esse stesse si fonda originariamente e fontalmente ogni giurisdizione comunicata alle autorità sociali. Al contrario, la Chiesa non si è data da se stessa né ha formato da sé stessa il suo governo, ma è stata fondata in toto da Cristo il cui disegno preesiste all’esistenza stessa dei fedeli. La Chiesa è dunque una società sui generis in cui il capo è anteriore alle membra e l’autorità viene prima della comunità."
Chiederei a Rosa, se ha tempo, la cortesia di tradurre gli altri punti del discorso, perché è bene farne oggetto di una analisi più approfondita: è troppo dirompente per lasciarlo passare inosservato come sembra. E va confutato come Cristo comanda.
RispondiElimina"ed aggiungo che da parecchi mesi mi sono astenuta dal commentare su questo blog proprio a motivo della stucchevole venerazione per Benedetto XVI, martire e confessore ante mortem. I testi proposti da una sola fede (e se ne potrebbero aggiungere molti altri) confermano inoppugnabilmente gli oerientamenti diBenedetto XVI; e non serve scandalizzarsi per le esternazioni di papa Bergoglio se poi si incensa uno che, sotto gli orpelli, i pizzi ed i merletti, e' in fondo della stessa risma."
RispondiEliminaE quindi?
Su questo blog c`è spazio per chi come me dà fastidio a Luciana Cuppo per quella che lei chiama "stucchevole venerazione" per Benedetto XVI E per chi non la condivide affatto, c`era spazio perfino per chi Papa Benedetto proprio non lo ama, e questo da sempre, mi sembra.
Lascio alla signora Cuppo il copyright della "stucchevole venerazione" ma mi permetto di dirle che la mia non è venerazione , è affetto profondo, è rispetto ed è riconoscenza per tutto quello che Papa Benedetto ha fatto per me, per quello che ha portato nella mia vita, e non dimentico certo quello che ha dato alla Chiesa, quel che ha fatto e quel che ha tentato di fare e non ha potuto portare a termine o concretizzare perchè boicottato anche da coloro che in faccia gli facevano sorrisi e abbracci.
Il suo Magistero è e resterà sempre una luce sul mio cammino, e lo dico ancor più facilmente che non ho condiviso, e talvolta non ho capito, certi suoi gesti o silenzi, salvo poi a venir a sapere in che covo di serpi ha dovuto muoversi.
Dolente se continuerò a dire del bene di Benedetto XVI, dolente se continuerò a portarlo nel mio cuore e testimoniare il mio affetto, a volergli bene come ad un padre.
Se queste esternazioni sono stucchevoli per Luciana Cuppo mi dispiace per lei, non ha che da non leggerle ed esprimere, come tanti, pensieri e sentimenti diversi dai miei.
@Luiisa,scrivi
RispondiElimina"Dolente se continuerò a dire del bene di Benedetto XVI, dolente se continuerò a portarlo nel mio cuore e testimoniare il mio affetto, a volergli bene come ad un padre"
Non penso che qui qualcuno abbia interesse a offendere i sentimenti altrui, compreso quelli nutriti nei confronti di un papa o un ex-papa. Probabilmente Luciana Cuppo, da quel che mi è parso cogliere nel suo intervento pur non conoscendola, si riferiva ad una necessità di riconoscere certi fortissime contraddizioni di un pontificato; quando non vere e proprie deviazioni dottrinali rispetto al Magistero perenne (cioè quello che ha sempre guidato la Chiesa fino a 50 anni fa) vedasi, solo ad esempio, Assisi e tutti gli incontri interreligiosi ed ecumenici comprendenti visite e discorsi che in queste settimane si stanno postando qui come dati di fatto, citando fonti con links a siti o video. Ciò appare inconfutabile, ma senza per questo farne una questione personale o prendere a randellate gli affetti e le considerazioni altrui. Almeno questo è sempre il mio intento.
Theilard de Chardin non sarà stato scomunicato, però forse non sarebbe neanche il caso, all'opposto, di tributare onori, mi pare….:
RispondiElimina“La Suprema Sacra Congregazione del Sant'Uffizio, ai tempi dell'eroico Cardinale Alfredo Ottaviani, pubblicò un "Monitum" firmato da Mons. Sebastiano Masala, per mettere in guardia i vescovi, i superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle Università, dai pericoli delle opere di P. Theilard de Chardin, poiché (cito):
"in materia di Filosofia e Teologia si vede chiaramente che le opere menzionate racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi, che offendono la dottrina cattolica."
Nello stesso giorno in cui veniva pubblicato il Monitum (30 giugno 1962), “L'Osservatore Romano” pubblicava un articolo in cui confutava alcune tesi teilhardiane. Ecco alcuni passi:
“[...] le ambiguità pericolose e gli errori che si riscontrano in certe espressioni del Teilhard riguardanti il concetto cattolico tradizionale di creazione (riportarsi ai Concili Laterano IV e Vaticano I). […] Nella sua concezione dei rapporti tra il Cosmo e Dio, Teilhard de Chardin ha dei punti deboli che non si possono passare sotto silenzio. Egli, è vero, afferma esplicitamente e più volte la necessità e la personalità trascendente di Dio. Tuttavia, nella logica del pensiero teilhardiano la trascendenza divina non viene espressa in un modo sufficiente. Dio viene raffigurato come suprema unità che in qualche modo s'incorpora l'universo; così l'unità divina in qualche maniera diviene partecipe della molteplicità cosmica e Dio in un certo senso viene reso più perfetto dall'assimilazione del Cosmo. […] Nel saggio già citato, “Le Christique”, si legge addirittura - e dice “en sens vrai” - di una “troisième nature” di Cristo, non umana, non divina, ma “cosmica”! Non vogliamo prendere alla lettera e “en sens vrai” quanto scrive il Teilhard a questo punto, altrimenti si tratterebbe di una vera eresia. [...] Anche noi sappiamo che il Teilhard ha fatto non poche volte affermazioni non del tutto coerenti, se non talvolta contrarie o contraddittorie; e vogliamo concedere che il pensiero del Teilhard sia rimasto in una fase di problematicità. Tuttavia, i suoi scritti in molti punti rimangono sempre più o meno contrastanti con la dottrina cattolica. […] Veramente il nostro secolo ha un estremo bisogno di autentici testimoni di Cristo; ma noi ci auguriamo che essi non si abbiano ad ispirare al “sistema” scientifico-religioso del Teilhard. Abbiamo ritenuto necessario formulare le nostre critiche al pensiero, non alla persona - ripetiamo - per mettere in guardia gli studiosi, e specialmente i giovani, contro gli errori e le ambiguità contenute negli scritti del Teilhard. E facendo le nostre riflessioni, riteniamo di avere agito nella mente del Monitum, che viene oggi pubblicato sul nostro giornale.”
Fonte:http://cordialiter.blogspot.it/2013/09/teilhard-de-chardin-tra-il-mito-e.html)
Invece sugli eventuali legami teologici Theilard de Chardin-Mancuso:
RispondiEliminaScrive Andrea Galli:
[…]il gesuita e paleontologo francese Pierre Teilhard de Chardin, che, si sa, piace molto agli scienziati, oltre che alla solita intellettualità cattolica, la quale ama citarlo come esempio di pensatore in anticipo sui tempi, capace di coniugare fides et ratio e di profetizzare una "apertura della Chiesa al mondo" già ad inizio '900, nel pieno della polemica antimodernista.
Mancuso ha un forte debito speculativo nei confronti di Teilhard (evidente anche ne L'anima e il suo destino) e al pensatore francese ha voluto rendere recentemente un piccolo ma significativo omaggio: gli ha dedicato l'ultima di una serie di lezioni radiofoniche tenute su Radio 3, durante il pomeriggio del Venerdì Santo.
Alla fine di quella puntata, mentre Benedetto XVI officiava in San Pietro la liturgia della Passione del Signore, Mancuso leggeva un passo tratto da uno degli scritti più famosi di Teilhard: La Messe sur le monde, la Messa sul mondo.
Scritto che molti anni or sono un valente teologo come Dom Georges Frénaud, monaco di Solesmes, commentava così:
«In questa prospettiva semi-naturalistica del Mistero... il padre Teilhard arriva a incatenare tutti i misteri della fede con un legame di necessità in cui non si scorge più il posto per una libertà divina... Ma questa Cristologia rinnovata resta però quella della fede? Resta l'andamento amoroso e perfettamente gratuito di un Dio ricco di misericordia che si fa uomo per strapparci dall'abisso del peccato? Non è forse una nuova forma di gnosi, uno di quei molteplici tentativi sempre vani di razionalizzare il contenuto della fede e di farcelo penetrare non attraverso i principi primi della metafisica, ma, ciò che è peggio, attraverso i soli procedimenti delle scienze fisiche e naturali?».
Queste considerazioni, che si potrebbero riferire in buona parte anche al Mancuso-pensiero, erano contenute in una disamina assai precisa, per quanto sintetica, della teologia e filosofia del gesuita francese, Gli errori di Teilhard de Chardin (Edizioni dell'Albero, 1963). Testo, però, reperibile oggi solamente fra gli scaffali polverosi di qualche biblioteca ecclesiastica.
Finito nel dimenticatoio, insomma, come del resto è capitato a un documento ben più autorevole e importante:
il monito del Sant'Uffizio, pubblicato il 30 giugno 1962, che invitava i vescovi, i superiori degli istituti religiosi, i rettori dei seminari e i presidi o rettori delle università (cattoliche si intende) a mettere in guardia i fedeli, soprattutto giovani, contro i pericoli derivanti dalle ambiguità e dagli errori filosofico-teologici contenuti nelle opere del padre Teilhard de Chardin.
Monito mai "ritrattato" e da considerarsi, perciò, tuttora valido.
I motivi che potevano, e possono indurre a inciampare in un testo pur palesemente eterodosso come L'anima e il suo destino sono quindi diversi: apertura di credito all'autore - se non vera e propria sponsorizzazione - fino a ieri da parte di personalità di rilievo del mondo ecclesiale; mancanza di analisi critiche della sua produzione precedente, da parte di chi era deputato a vagliarne l'ortodossia; e, più a monte, mancanza di rigorosi giudizi sull'opera, o singoli e problematici aspetti di essa, di autori a cui Mancuso si appoggia e a cui spesso rimanda
tratto da un articolo di Andrea Galli in
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1157
(credo che Galli sia lo stesso giornalista che scrive su "Avvenire", che ha fatto parte del servizio nazionale per il progetto culturale della CEI e che collabora con "Il Timone".)
...perciò, alla luce di ciò che ho appena riportato nei precedenti due post su Theilard de Chardin (compreso il Monitum del Sant'Uffizio del 1962 e l'articolo susseguente dell'Osservatore Romano), mi sento quasi obbligato a citare di nuovo particolarmente perplesso le parole di Benedetto XVI sul Theilard, sia quelle pronunciate ad Aosta in cattedrale nel 2009:
RispondiElimina[...] E' la grande visione che poi ha avuto anche Teilhard de Chardin: alla fine avremo una vera liturgia cosmica, dove il cosmo diventi ostia vivente.[…]"
...sia il lieto saluto all'Angelus di un anno fa esatto:
“Sono lieto di salutare i partecipanti al convegno sul Padre Teilhard de Chardin, tenutosi in questi giorni alla «Gregoriana».”
@ Una sola fede.Senta, io non so se lei sia un uomo o una donna, ma mi permetta una piccola osservazione, che a lei il 264mo successore di Pietro stia sul gozzo, e non tenti di negarlo, è abbastanza palese, ma, mi perdoni, riportare con acribìa ogni parola pronunciata anni fa e il discorso vale anche per altri pontefici, mi sembra una cosa inutile e alla fine diventa stucchevole, perché attaccare chi non si può più difendere, non è il massimo per chi come lei si proclama cristiano cattolico fedele; se per Luisa, persona peraltro molto educata e civile, e per altre persone, tra cui il sottoscritto, l'innominabile era un punto di riferimento, un insegnamento, talora anche il motivo di un ritorno alla chiesa abbandonata da tempo, bisogna avere rispetto per le idee espresse, poi adesso viviamo in un contesto particolare, c'è un altro vdr a roma ed è quello che personalmente mi preoccupa di più, perchè totalmente fuori onda dal mio sentire e pensare la fede.Spero con queste mie parole di non avere offeso la sua sensibilità, non mi sono mai permesso di entrare in discussione con alcuno, ma questa volta ho avuto l'ardire di esprimere, mi auguro in maniera civile e non offensiva, le mie opinioni. Con stima.GR2
RispondiEliminaIntanto a Lugano abbiamo il nuovo vescovo, accomunato al dimissionario per la stima al cardinal Martini e al monastero di Bose
RispondiEliminaSono d'accordo con le osservazioni di GR2.
RispondiEliminaIo stessa non ho mancato, all'occorrenza, di sottolineare alcuni aspetti di 'continuità'sostanziale se non formale, tra i due papi, basata sul conciliarismo. Tra l'altro siamo in presenza di due papi contemporaneamente viventi, questo già fa parte dell'anomalia...
Ho sempre avuto la convinzione che in Benedetto XVI ci fosse un'anima tradizionale su una formazione modernista e che in qualche modo l'avesse corretta... finché non ho ascoltato il suo discorso ai sacerdoti del 14 febbraio.
Quindi mi sono accorta che anche per lui vale quanto già noto nei confronti del modernismo: pagine di luminose verità e poi, come la mosca nel vino, una stilettata di errore.
E' dunque comprensibile che molti di noi, compresa Luisa, si siano nutriti delle luci e abbiano accantonato le ombre.
Per quanto mi riguarda l'ho fatto anch'io finché nell'approfondimento dei testi ho visto dove certe acute sottigliezze avrebbero portato.
Il problema è che con Bergoglio si sono invertite le percentuali e, mentre prima eravamo mitridatizzati a piccole dosi, ora siamo investiti dall'intera torta avvelenata.
@GR2,
RispondiEliminasono uomo. Sì, avevo capito che molti anche qua dentro hanno un forte attaccamento all'ex-papa. Su questo punto ho già scritto qualcosa a Luisa, dichiarando che rispetto i sentimenti, come pure i tuoi, GR2. Però, vedi, qua non si sta "attaccando" dei papi, si stanno riportando FATTI (cioè discorsi, incontri, visite varie, documenti ecc) riscontrabili da chiunque. Perchè alcuni di noi lo fanno? O, almeno, perchè io lo faccio?Perchè sono stra-convinto che il "punto" in cui ci troviamo e i protagonisti di questo "punto" attuale (a iniziare dall'attuale pontefice, di cui ho postato più volte dichiarazioni e atti discutibilissimi sia di oggi sia di quando era cardinale, e ne converrai), non nasce dalla mattina alla sera, ovviamente. E allora, se si vuole fare un po' di verità fino in fondo, senza pregiudizi che non portano a niente, penso sia bene rammentarci ciò che almeno in questi ultimi decenni ha preparato il terreno al "punto" nel quale la Chiesa è approdata.
Capisco che può apparire fastidioso per qualcuno, ma cerco di farlo con amore della verità, che "ci dovrebbe fare liberi", o no? Insisto particolarmente su Ratzinger, hai ragione, perché a differenza ad esempio di GPII, ha sempre riuscito a dare l'idea (con alcuni atti, ma anche con atteggiamenti) di essere un baluardo, un custode integerrimo della vera fede, della Tradizione, della Chiesa di sempre, fino a far passare inosservati o quasi ai cosiddetti "tradizionalisti" i gesti INNUMEREVOLI che invece sono stati in palese contrasto con la Tradizione, con la Chiesa di sempre. Questi gesti innumerevoli li sto appunto tirando fuori man mano dall'archivio che ognuno di noi, se vuole, può consultare.
A proposito di Benedetto XVI riporto, stavolta brevemente, ancora uno stralcio da uno scritto di don Curzio Nitoglia, che di certo non può essere considerato un avversario della Tradizione, anzi, ne è uno strenuo e coraggioso difensore:
"[...] Aver riunito ad Assisi nell’ottobre del 2011 (esattamente come il predecessore GPII, aggiungo io) tutte le false “religioni” assieme all’unica vera è un atto in sé inaccettabile ed in rottura con la Tradizione apostolica: basta leggere l’Enciclica “Mortalium animos” di Pio XI del 1928. [...]
[...] Purtroppo molti “tradizionalisti” si son lasciati ingannare dalle apparenze conservatrici di Ratzinger e hanno corso il rischio di essere risucchiati nella “cloaca di tutte le eresie: il Modernismo” (San Pio X)".
Come vedi, non sono il solo a pensarla così, ma rispetto il tuo pensiero e i tuoi sentimenti, come ho già scritto a Luisa.
Se la proprietaria del blog, che è persona attenta alle varie sensibilità presenti nel blog, ha continuato finora a darmi la possibilità di dire la mia (soprattutto nel riportare non dicerie, ma inconfutabili dati di fatto) significherà pur qualcosa; quanto meno avrà apprezzato la mia buona fede e la volontà di non ferire alcuno, ma solo di dare un mio pur microscopico contributo in questo contesto.
Citare branc,anche lunghi,ma fuori dall'intero testo,può essere fuorviante.Anche a me è purtroppo capitato di rimaner delusa da Benedetto,ma più che per le idee eterodosse -anche perchè in realtà poco ho letto di ciò che ha scritto- per una certa qual mancanza di "palle" (Mic, scusa il termine volgare). Ma bisogna vedere se e quanto gli abbiano obbedito, se e quanto dovesse dire o fare per motivi di cerimoniale (come il saluto ai partecipanti ad un convegno, dai!), di diplomazia, ecc. Per certe cose -rapporto con gli Ebrei- nessuno di noi poteva realisticamente aspettarsi una seria modifica rispetto a Woytila da un papa tedesco che sarebbe stato GIUSTIZIATO dai media se solo si fosse scostato di 1 cm dal percorso del precedessore.In questo speravo che un Papa NON europeo, nè nordamericano, si sarebbe comportato meglio,ed invece... L'abdicazione per me è stata uno shock,com'è uno shock la presenza di lui e Bergoglio insieme.Ma sembra che siamo in pochi gli scioccati, e certo non le alte gerarchie ecclesiastiche.
RispondiEliminaCmq su questo blog non si è MAI stati stucchevolmente riverenziali nei confronti di Benedetto, tutt'altro - cfr H.Poirot e, ai tempi, Don Camillo- l'uno su motivazioni serie e documentate, l'altro per partito preso e, secondo me, beghe personali.
L'unica cosa poritiva di questa situazione del caovlo, per me, è che m'ha suscitatto al voglai di conoscere di più ed approfondire la Fede cattolica, la storia della Chiesa, il MAgistero papale, el vinte dei Santi,ecc. In parte un bisogno culturale, in parte spirituale, come per cercare cime a cui legarmi nella burrasca.
Ho scoperto, per esempio, che la Francia, chi lo direbbe, ha dato alla Chiesa fior di Beati e Santi, ma anche la Scandinavia !
Rosa
Se la proprietaria del blog, che è persona attenta alle varie sensibilità presenti nel blog, ha continuato finora a darmi la possibilità di dire la mia (soprattutto nel riportare non dicerie, ma inconfutabili dati di fatto) significherà pur qualcosa; quanto meno avrà apprezzato la mia buona fede e la volontà di non ferire alcuno, ma solo di dare un mio pur microscopico contributo in questo contesto.
RispondiEliminaSu questo non ho dubbi.
Però sarei un po' più misurata con le dosi. Altrimenti diventa monotematico il suo parlare. Piuttosto che un confronto-incontro con la realtà tutta intera che stiamo vivendo, rischia di diventare un impegno 'contro' Benedetto XVI.
Starei un po' più attenta ad allargare l'orizzonte.
Cara Mic,
RispondiEliminail grosso dell'intervista è stato tradotto. La parte rimanente è uno sproloquio, un parlarsi adosso più di tipo propagandistico che dottrinale. La sola idea di riprendere quel testo, ti giuro, mi fa venir la nausea. Mi fa talmente adirare che ne va del mio fegato e della mia anima (l'ira è un vizio capitale, giusto ?). Inoltre forse gli si fa troppa pubblicità. Se trovi un altro volontario, sarò lieta di passar la mano, altrimenti mi sacrificherò per la Causa.
Rosa
PS: dal blog di Rocco Palmo, ho appreso che le ultime due nomine vescovili in USA sarebbero di personalità"conservatrici", soprattutto la seconda, e sicuramente poco bergogliane. Forse anche lui, come Benedetto, deve dare un colpo al cerchio e l'altro alla botte.
Per certe cose -rapporto con gli Ebrei- nessuno di noi poteva realisticamente aspettarsi una seria modifica rispetto a Woytila da un papa tedesco che sarebbe stato GIUSTIZIATO dai media se solo si fosse scostato di 1 cm dal percorso del precedessore
RispondiEliminaQuesto Rosa è sacrosantamente vero, così com'è altrettanto vero l'ostruzionismo che gli hanno fatto: io stessa, da semplice fedele, ho tirato fuori un elenco di oltre 20 casi-seri (tra quelli che possiamo conoscere, figuriamoci dietro le quinte).
Quanto all'assenza di mordente, molto dipende dal suo carattere, ma molto anche dal conciliarismo di cui anche lui è stato ed è portatore. Che le dosi apparissero meno letali e dirompenti non le rende meno dannose... Lo dico con l'esperienza fatta nel corso di questo lungo percorso, anni fa non lo avrei detto.
Va bene, allora quando interverrò vedrò di spostare anch'io il mio impegno maggiormente vs Bergoglio. L'ho fatto un po' meno di voi tutti perché, appunto, mi sembrava già abbastanza nutrito lo schieramento, che io tra l'altro appoggio totalmente, sia chiaro (leggasi numerosi altri miei interventi, oltre a quelli su Ratzinger).
RispondiEliminaSu Assisi 2011, molti chiesero a Benedetto di NON andare. Se NON fosse andato, essendo andato 2 volte "il mio amato predecessore" - applausi - lo avrebbero fatto NERO su tutta la stampa. Assisi III, per altro, è stato meno scioccante di Assisi I e II.L'eredità, il peso mediatico di GPII erano fortissimi, un po' come per GXXIII e PAolo VI.Infatti qualcuno addusse allora motivi di salute per non entrare in lizza con Ratzinger. Ma dopo 8 anni di preparazione, e dopo un pontificato meno luminosamente amato dai media, ora si può fare il bello ed il cattivo tempo, senza neanche un minimo di considerazione per le "forme" del predecessore, quasi mai citato, almeno al gran pubblico.
RispondiEliminaMic, sul discorso al clero romano: è difficile per tutti, anche per un papa, negare coram populo che le convinzioni,le idee,i "beliefs" tanto sentiti ed amati in gioventù si siano rivelati alla prova dei fatti un colossale errore.
Ed allora meglio usare la "foglia di fico" della stampa che ha equivocato,frainteso,manipolato,ecc.
Certo a me un finale alla "muoia Sansone con tutti i Filistei", cioè: il CVII è stato il più grosso errore della Chiesa negli ultimi 500 anni,e i miei predecessori degli emeriti c...i, sarebbe piiciuto molto,ma io non sono,e non sarò mai,non solo Papa,ma manco caporeparto.
Cmq finiremo per rimpiangere anche Giovanni XXIII e Paolo VI.
Rosa
Paolo VI sicuramente, perché prima è il papa della mia infanzia e ricordo come sia stato massacrato letteralmente e dalla stampa e dal partito di 'ispirazione' cristiana allora al potere, che di fatto lo pugnalò alle spalle diverse volte, un papa timido, un pò cone Ratzinger, forse incompreso, senza dubbio ferocemente attaccato e mai difeso, cmq, per inciso non è che i papi possano fare tutto ciò che vogliono in quanto tali, lo schiaffo di Sciarra Colonna avrà pure significato qualcosa.....GR2
RispondiEliminacondivido quello detto da Rosa su Benedetto XVI. Se un papa tedesco, già solo per il fatto di essere tedesco messo sotto accusa dal primo giorno del suo pontificato, avesse anche solo minimamente osato cambiare di una virgola il rapporto con gli ebrei lo avrebbero GIUSTIZIATO!!|( in anticipo perché poi lo hanno fatto comunque ) ma vi ricordate le invettive della comunità di Roma quando solo si ventilava la rivalutazione della figura di papa Pio XII che Benedetto voleva fare ? Ma oso dire che forse anche lui proprio perché tedesco verso gli ebrei ha avuto una sensibilità particolare ed un porsi forse dimesso, perché la colpa è stata tanta del popolo tedesco. Cosa avrebbe potuto fare diversamente ? Per quello che riguarda Assisi mi ricordo benissimo tutte le pressioni, per non dire le ingiurie che gli venivano rivolte perché non voleva rifare ancora una farsa come quella, anni di pressione e guarda caso ha ceduto quando sono cominciate le campagne di stampa sui preti pedofili e Ior. Per quello che riguarda le visite nelle moschee ( soprattutto quella ad Istambul ) e il rapporto con i mussulmani chiedo, ma cosa avrebbe potuto fare di diverso dopo la vile campagna montata ad arte sulle sue parole di Ratisbona? dopo che il modo arabo ha messo a fuoco e fiamme i cristiani del posto ed ucciso delle suore, come poteva un papa sopportare di avere sulla coscienza altri possibili morti ? certo non sarà stata una mossa ortodossa ma in quel momento c’erano altre vie ? cosa avremmo fatto noi al suo posto se ci fosse stata la possibilità di fermare le violenze e il prezzo da pagare era entrare in una moschea ? Poi certo ha fatto anche degli errori e credo che quello più grave sia stato non scegliersi le persone giuste ma certamente non è mai stato aiutato e nessuno gli ha mai reso le cose semplici. Quando una persona ha dei limiti e tutti li abbiamo, le persone intorno servono proprio per delimitare questi limiti ma durante il suo pontificato nessuno che sia preso la responsabilità di farlo. Un saluti Vighi
RispondiElimina@Vighi, scrivi
RispondiElimina"Per quello che riguarda le visite nelle moschee ( soprattutto quella ad Istambul ) e il rapporto con i mussulmani chiedo, ma cosa avrebbe potuto fare di diverso dopo la vile campagna montata ad arte sulle sue parole di Ratisbona? dopo che il modo arabo ha messo a fuoco e fiamme i cristiani del posto ed ucciso delle suore, come poteva un papa sopportare di avere sulla coscienza altri possibili morti ? "
E certo, allora ci si mette scalzi, si chiude gli occhi e si prega col mufti di turno accanto, ed entrambi in direzione della Mecca! E in quell'altra moschea in Terra Santa si afferma con tranquillità, come un rappresentante di una nuova religione mondiale che contenga incidentalmente pure quella cattolica: "Luoghi di culto, come questa stupenda moschea di Al-Hussein Bin Talal intitolata al venerato Re defunto, si innalzano come gioielli sulla superficie della terra. Ed attraverso i secoli questi santuari hanno attirato uomini e donne all’interno del loro spazio sacro per fare una pausa, per pregare e prender atto della presenza dell’Onnipotente, come pure per riconoscere che noi tutti siamo sue creature".
A volte mi par di sognare...
Postilla veramente finale su questo argomento, ma non avevo visto il tuo intervento Vighi.
@una sola fede delle 11:53 e successivi interventi:
RispondiEliminaSi', mi riferivo precisamente alle deviazioni dottrinali rispetto al Magistero perenne nel pensiero di Joseph, e poi di papa, Ratzinger. E come 'una sola fede' mi riferisco a FATTI riscontrabili da chiunque. Se l'argomento non sara' esaurito, ne riportero' alcuni domani sera; non prima perche' domani ho sei ore di lezione. Ma posso dire subito, come gia' dissi in passato su questo blog, che per chi come Ratzinger si e' formato in un ambiente di hegelianesimo imperante, le contraddizioni sono necessarie per il progresso dello spirito - che e' der Geist, non lo Spirito Santo.
Provo a ripostare il commento di circa 45 minuti fa, probabilmente è andato perso.
RispondiElimina@Luciana Cuppo,
innanzitutto grazie davvero: sono lieto di condividere con lei questa disamina di FATTI concreti.
Il mio non è mai un intento polemico fine a se stesso tanto per "buttarla in caciara" o comunque solo per partito preso; bensì mi sento per indole personale trascinato a far chiarezza quando sento cori unanimi di approvazione (o di disapprovazione) su questioni, persone o personaggi che invitano (o quantomeno inviterebbero) a ben altre riflessioni, molto più oggettive.
Detto questo, in queste ultime due settimane sono intervenuto postando moltissimi DATI incontrovertibili riguardo i papi di questi 35 anni (e devo riconoscere che, a differenza di alcuni che sono intervenuti, io non ho affatto una preferenza, in quanto tutti questi pontefici, chi più, chi meno, animati da un fortissimo spirito modernista).
Di questa possibilità che mi è stata data ringrazio moltissimo, veramente, la proprietaria di questo importante blog.
In verità ne avrei ancora molti altri, senza distinzione di gusto alcuno, e totalmente tutti verificabili, come sempre. Ma mi è stato apertamente fatto capire che magari battere sempre lì può non essere gradito o esulare dallo spirito stesso del blog in questione. E poi ho ricevuto critiche legate al fatto che avrei in qualche modo offeso la sensibilità e i sentimenti di molti qui dentro che amano e hanno amato molto soprattutto il papa emerito.
E sinceramente io non ho nessuna intenzione di turbare equilibri o apportare eccessiva disarmonia, perciò mi autocensuro da questo momento su questa questione, a meno che non si chieda esplicitamente di ritornarci sopra.
Vorrei far notare a "una sola fede" che qui non c'è uno schieramento versus Bergoglio come non c'è versus Ratzinger.
RispondiEliminaSiamo immersi in una realtà in crisi e sottoposta a trasformazioni accelerate e dagli effetti devastanti.
Cerchiamo quindi, di coglierne i segnali in ambito ecclesiale, ma ovviamente con lo sguardo allargato.
Cerchiamo di rimanere sull'argomento di volta in volta proposto, senza percorsi monotematici e andiamo avanti.
una sola fede “ tranquillo io non mi sono sentita offesa nei miei sentimenti riguardo al Benedetto XVI. Mi piace scambiare le idee quando si sta nei limiti della educazione come nel tuo caso. Non discuto ciò che tu riporti inequivocabilmente, certo abbiamo idee diverse sul perché di certe scelte del pontefice emerito; forse perché io tendo più a pensare sul dialogo ecumenico come per altre cose, come una modernista venendo da una formazione che è stata quella da quando sono nata. Ci sto lavorando per cercare di capire dove stanno certi errori e modificarli ma a volte penso che non tutto è da buttare in questa formazione e l’ecumenismo è uno di quelli. Siamo in un mondo globale e credo che far finta che altre fedi non esistano e possano portare dei buoni sentimenti alle persone che le seguono non sia possibile. Poi certo nel confronto e nel dialogo si deve portare le nostre verità, ma se pensiamo di poter cambiare il loro modo di pensare o fede solo alzando muri non si va da nessuna parte. Credo ci sia più possibilità di convertire una persona se questa vede come ci comportiamo noi, se vede dialogo e comprensione che contrariamente se trovain noi un muro da abbattere. Come detto mi piace confrontarmi e sarò ben felice di farlo anche con te se in futuro si ripresenterà l’opportunità. Un saluto Vighi
RispondiElimina@Vighi,
RispondiEliminati rivelo che anche io sono nato in mezzo alla palude modernista, perciò so per esperienza quanto sia terribilmente difficile emergere da tali limacciose acque, dalle quali (ma non solo da quelle, beninteso) il Signore soltanto può strappare definitivamente chi cerca la verità con tutto se stesso, a prezzo anche di dover rinnegare però il precedente “se stesso”.
Se ti interessa comunque approfondire gli argomenti ecumenismo e dialogo interreligioso, può essere sempre utile rileggersi le frasi della Scrittura che suggeriscono ben altro atteggiamento rispetto al dialogo con le cosiddette “altre religioni” (da non confondere naturalmente con il dialogo con le persone in quanto tali).
Questo in primis per la salvezza di questi popoli e persone, che se colpevolmente non si fanno battezzare non potranno entrare nella vita eterna:
Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.” (Mc 16, 15-16).
“In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio”. (Gv 3, 5)
“Questo Gesù è la pietra che ,scartata da voi costruttori, è diventata testata d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati. ” (At 4, 11-12).
E per coloro che invece credono in Gesù Salvatore, ma non riconoscono affatto il primato petrino:
Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. (Mt 16, 16-19)
Infine, anche se sono già stato troppo lungo, e me ne scuso, ti lascio pochissime righe tratte dall’Enciclica di Pio XI “Mortalium animos” del 6 gennaio 1928:
“[…] Perciò sono soliti indire congressi, riunioni, conferenze, con largo intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere: infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che miseramente apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinità della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio. […]”
Tale caposaldo antimodernista lo puoi trovare in versione integrale molto facilmente nel web, ma ti suggerisco vivamente anche la lettura dell’articolo postato recentemente dalla responsabile di questo blog:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/10/roma-meeting-interreligioso-udienza-dei.html
Così come sempre su questo blog puoi trovare quello relativo ad alcuni stralci del Catechismo Tridentino (vero baluardo e condensato dottrinale della Chiesa di sempre) che è categorico e nettissimo su tali questioni, e che perciò ti invito davveo, davvero caldamente a leggere (e se puoi acquistalo non costa molto):
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/10/il-nuovo-concetto-di-liberta-religiosa.html
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RispondiElimina@duxcunctator
RispondiElimina"Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli:
Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio.
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Se invece non subite correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete illegittimi, non figli! Del resto noi abbiamo avuto come educatori i nostri padri terreni e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre celeste, per avere la vita? Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di farci partecipi della sua santità.
Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati."
(Eb 12, 4-11)
Fuori tema anzi no: il tema di questo post e' una ferula in cui la croce non e' una croce e Cristo non e' Cristo. Lo sforzo di rendere entrambi irriconoscibili non e' che la traduzione in simboli visivi di idee che ebbero un lungo periodo di gestazione; idee di cui Benedetto VI era consapevole.
RispondiEliminaQui voglio ricordare alcuni momenti di quella gestazione. Come ha ben evidenziato Mic, non si tratta di prender posizione pro (o contro) uno od un altro papa, ma di cercar di capire come si e' arrivati al punto in cui siamo.
Nel 2003 usciva nella prestigiosa collana Corpus Christianorm Series Latina, dedicata ai Padri della Chiesa, un volume curato da Roger Gryson, comprendente commentari di vari autori medievali all'Apocalisse. Con la dedica del libro ad un professore di Lovanio, Gryso aveva citato - in greco e senza indicazione di capitolo o versetto - Ap. 5:13-14, omettendo pero' le ultime parole ("il Vivente nei secoli dei secoli"), che non compaiono in alcuni codici greci ma sono state recepite dalla Vulgata, e terminando con "adorarono."
Embe', mi direte? La storia continua. Nel 2011 Gryson pubblico', sempre per il Corpus, la sua ricostruzione del commento all'Apocalisse di Ticonio. Un lavoro immane, che aveva impegnato Gryson ed i suoi numerosi collaboratori per molti anni; perche' non ci e' pervenuto alcun manoscritto con il commento di Ticonio, ma solo qualche frammento e citazioni fatte da altri autori. Per ricostruire il commento Gryson e' ricorso a queste citazioni, vagliando chissa' quanti manoscritti.
Ticonio, un africano vissuto nel quarto secolo, fu presto considerato eretico, ma le sue idee erano ancora molto diffuse al tempo di S.Agostino, che vi si oppose strenuamente. Per Ticonio la Chiesa e' un corpus bipertitum [corpo bipartito] che include a pari titolo i buoni ed i cattivi, gli ortodossi e gli eretici; questa chiesa e' costituzionalmente santa ed al tempo stesso peccatrice e restera' tale fino alla fine del mondo, quando avverra' la separazione dei buoni dai cattivi. Per S.Agostino invece (e con lui per la dottrina cattolica) vi sono si' i peccatori nella Chiesa, ma sono le sue membra morte. La Chiesa stessa non e' mai peccatrice ela sua missione e' proprio quella di convertire i peccatori e gli eretici; non e' ammissibile ritenere eretici e peccatori elemento costitutivo della Chiesa, che Cristo ha volutosanta. Certo che Ticonio, con la sua dottrina sulla chiesa inclusiva di buoni e cattivi, cattolici e - diciamo - diversamente credenti, e' un ottimo strumento per chi voglia eliminare i concetti di peccato, di Chiesa una-santa-cattolica, e della divinita' di Cristo; ed anche per chi volesse una superchiesa comprendente tutte le confessioni religiose (continua).
E Benedetto XVI? Roger Gryson gli dedico' il suo volume del 2011 con le parole Benedicto XVI romano pontifici in studiis tyconianis antecessori, cioe' "a Benedetto XVI, Pontefice romano, predecessore negli studi ticoniani" e spiega poi perche' "predecessore": nel 1956 Joseph Ratzinger aveva pubblicato un saggio su Ticonio e Gryson, che dev'essere vicino agli 80 anni, se ne ricordo' 55 anni dopo. Ecco alcuni estratti dal saggio di Joseph Ratzinger 'Beobachtungen zum Kirchenbegriff des Tyconius im Liber regularum", che potete trovare su Revue des etudes augustiniennes 2/1 (1956) p. 173-185. La traduzione e' mia, ed e' una traduzione di lavoro.
RispondiElimina"Per Agostino [il concetto di cattolicita'] significa veramente il positivo estendersi del regno di Cristo nel mondo intero attraverso la Chiesa. Cosi' anche per Ticonio, ma quest'ultimo afferma inoltre l'interna unita' della Chiesa con kosmos houtos ["questo mondo", in greco nel testo], che non e' in contrapposizione assoluta ad essa, ma vi e' esso stesso penetrato come pars sinistra" (p. 182).
"Per Ticonio il culto visibile nella Chiesa puo' essere culto di Dio, ma anche culto del diavolo; il fattore decisivo e' lo spirito in cui lo si esercita. Quindi qui affiora il pensiero di un'appartenenza quasi esclusivamente spirituale alla Chiesa, risultante logicamente dalla dottrina ticoniana del corpus bipertitum: tale dottrina in pratica elimina ogni certezza riguardo all'efficacia ed agli effetti delle istituzioni ecclesiastiche esterne" (p. 183).
Conclusione del saggio: "Ticonio era evidentemente consapevole d'essere, al di la' di tutte le barriere dell'ecclesialita' concreta, membro di quella vera chiesa che e' dietro a tutte le concrete comunita' ecclesiali" [...] "Questa ricerca non ha sminuito il rango di Ticonio come pensatore e cristiano. Si e' messa invece in ancor maggior risalto l'ardita autonomia di questo credente solitario, che non riteneva di dover rispondere a nessuno tranne che solo al Dio rivelato in Cristo [dem in Christus offenbarten Gott, se non ho le traveggole; ma Cristo e' Dio ed e' Lui che ci rivela il Padre], dalla cui grazia egli spera salvezza" (p. 185).
Il volume del 2011 spiega anche il perche' della citazione monca di Ap. 5:13-14 nel 2003. Ticonio ricostruito da Gryson commenta cosi' questo passo: "E li udii tutti dire: 'A colui che siede introno, cioe' al padre ed al figlio, ed all'agnello, cioe' alla chiesa, benedizione ed onore e gloria e potenza nei secoli dei secoli'."
Per Ticonio l'agnello non e', come la Chiesa lo ha sempre interpretato, figura di Cristo, ma della chiesa ed e' a questa che vanno l'onore e la gloria da sempre riservati a Dio; e, come nella ferula equa e solidale, si eliminano la croce e Cristo.
Grazie Luciana, per aver condiviso con noi questa tua fatica. Un documento inconsueto, di cui non sarebbe facile conoscere l'esistenza, se non fosse per studiosi attenti e competenti come nel tuo caso.
RispondiEliminaIl mio personale approccio col problema, partendo da un iniziale entusiasmo nutrito dalla lettura di diversi testi e anche dall'ascolto di conferenze, con grande gusto spirituale, strada facendo e nell'approfondire, ha portato a scoperte simili alla tua.
Cito, accennandone soltanto, quelle che mi vengono alla mente al momento, che raccoglierò in un articolo con altri elementi, riportando i relativi testi:
1. uno 'strano' riferimento al Rito Antiquior la Liturgia antica in una relazione a Fontgonbault (2001): avremmo dovuto trovare esempio dai riti Orientali. Ma il nostro Rito Latino che in altra sede ha detto provvidenzialmente "mai abrogato"?
2. La questione delle "due Alleanze" proposta con sottigliezza (vedi nota 7) a questo link dove c'è anche altro:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/p/modifica-della-dottrina-della.html
3. Una sorta di Gioachimismo in relazione alla parte della sua tesi su Bonaventura, scartata a suo tempo ma oggi riproposta nell'opera Omnia.
Puoi trovare il riferimento qui:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/04/il-pentecostalismo-e-il-nuovo-papa.html
4. L'uso del termine "doloristico" a proposito del Sacrificio della Croce (tagliando fuori l' "espiazione")
5. La questione dell'incarnazione vista in un ottica conciliare distorta, insieme ad un certo afflato cosmico teilhardiano e di nuovo il discorso sulla riparazione e la tradizione sottilmente cambiata di senso (a partire dal suo famoso discorso del dicembre 2005), concentrate in alcune riflessioni sulla Lumen Fidei qui (su punti evidentemente attribuibili a lui):
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/08/alcune-osservazioni-sulla-lumen-fidei.html
Come vedi, tutte questioni affrontate, strada facendo, in base a ciò che mi veniva incontro nel percorso di approfondimento.
Purtroppo, non si può che riconoscere che i prodromi dalla rivoluzione copernicana attuale, ci sono tutti...
A proposito di Fontgonbault (il
RispondiEliminatesto di Ratzinger è consultabile qui http://www.internetica.it/neocatecumenali/Ratzinger-liturgia.htm
riporto questa riflessione precedente:
"... Trento non si ingannò, si appoggiò sul solido fondamento della Tradizione della Chiesa. Rimane un criterio affidabile. Ma noi possiamo e dobbiamo comprenderlo in un modo più profondo, attingendo alle ricchezze della testimonianza biblica e della fede della Chiesa di tutti i tempi. Vi sono autentici segni di speranza di questa comprensione rinnovata e approfondita di Trento possa, in particolare tramite la mediazione delle Chiese di Oriente, essere resa accessibile ai cristiani protestanti. "
Poi subito dopo dice anche: "
Una cosa dovrebbe essere chiara. La liturgia non deve essere il terreno di sperimentazione per ipotesi teologiche. In questi ultimi decenni, congetture di esperti sono entrate troppo rapidamente nella pratica liturgica."
Molto mi ha colpito proprio quel riferimento ai riti Orientali dai quali avremmo qualcosa da imparare!!! Ma col nostro Rito Latino - che lui stesso ha detto non abrogato ma che non celebra mai - non è che abbiamo abbandonato proprio tutto quello che c'era da imparare e da vivere?
Bontà sua che Trento rimane un criterio affidabile. Ma quell'andare ancora alla ricerca nella testimonianza biblica e nei riti orientali, e poi questa fissa dell'accessibilità ai protestanti (ma chi viene prima il Signore o l'unità fatta dagli uomini e non da lui?), non mi piace per nulla.
E il "nuovo movimento liturgico" di queste cose è anche portatore, oltre che dell'antropocentrismo tuttora imperante!
Bene, Mic, sara' un articolo quanto mai opportuno. Perche' credo sia importante rendersi conto, comunque si valutino i pontificati di papa Benedetto XVI ed ora di papa Francesco, che gli orientamenti di questi pontefici non sono spuntati dal nulla, ma che c'e' stato un lungo periodo di preparazione.
RispondiEliminaDi sicuro c'è stato un lungo periodo di preparazione,di almeno un secolo,e che invano han tentato di contrastare i papi precedenti(e non tutti con lo stesso vigore). Però umilmente vi chiedo,da non teologa,nè filosofa,ma semplice "fedele della strafa":se si inizia questo tipo di discorso,lo si deve portare fino in fondo,e cioè:la maggior parte,se non tutto,il magistero dei papi da Giovanni XXIII in poi è eterodossa o no? e se lo è,come possiamo considerarci ancora NON sedevacantisti o,quanto meno,rifiutare il Concilio,e correre tutti alla FSSPX? Se somministro una medicina sbagliata, anche in buona fede,ad un mio paziente,e quello continua a star peggio,non è che la cambio dandogliene una simile,ma ritorno indietro sui mie ragionamenti diagnostico-terapeutici,e cambio completamente.
RispondiEliminaDA mesi ci s'interroga,anzi,a quanto apre da anni, ma poi arrivati al dunque,si ritorna al punto di partenza,senza osare di fare il passo decisivo verso la conclusione logica del ragionamento ?
Rosa