Letto su Effedieffe. La segnalo più che altro come una curiosità, perché al di là della posizione accentuata dell'autore che la segnala, è una realtà senza dubbio minoritaria, ma che può allignare solo in un certo humus.
Non è Kabul, ma Tel Aviv. Chissà come la pensano i vari Lerner, Miele, Scalfari, De Benedetti, Pacifici, forse in cuor loro le giudicano delle povere sciocche innocue donne invasate di teorie fondamentaliste - quelle dei fanatici haredim cui appartengono -, ma alla fine donne da mettere in riga come si conviene per un ebreo ortodosso. E forse non solo per loro... Anche quest'altra immagine è molto eloquente.
Sono femmine di una setta «ultra-religiosa» (haredim). I loro uomini sono quelli che si vestono coi cappelloni neri da cui spuntano i cernecchi unti, e i filatteri che pendono da sotto la giacca nera – insomma l’abbigliamento dei ghetti ebraici in Polonia dell’800, che per ignoto motivo ritengono più «antico» quindi più giudaico (anche se Mosè non pare si vestisse da askenazi polacco).
Anche i maschietti non si fanno mancare nulla:
RispondiEliminahttp://www.fanpage.it/l-ebreo-ortodosso-che-viaggia-in-aereo-rinchiuso-in-una-busta-di-plastica/
Micus
Intanto difficile che sia Tel Aviv, città moderna cosmopolita libera tollerante aperta. Mi sembra piuttosto qualche sobborgo di Gerusalemme. Donne vestite così non ne ho mai viste e sì che frequento spesso Israele (non sono ebreo). I bambini sono vestiti in maschera, probabilmente è la festa di Purim, una specie di carnevale in cui ci si maschera e traveste. Insomma,non si capisce il contesto di queste foto uniche. Ma ammettiamo che tra i milioni di ebrei israeliani ci sia un gruppuscolo di fanatici ultra ortodossi maniaci che fanno vestire così le loro donne: embè? Si giudica uno stato,una nazione sulla base di qualche decina di suoi abitanti? Gli esempi italiani che si,potrebbero fare è meglio tacerli, per amor di patria. Mi sembra un tipico articolo da Blondet, che avete fatto male a riportare, non depone a vostro favore giornalisticamente.
RispondiEliminaAnonimo critico ad oltranza,
RispondiElimina1. Ho premesso io stessa che è una realtà di frangia, ma resta un fatto che è frutto di un certo habitat. E non vedo cosa c'entri col nostro prestigio giornalistico.
2. Che sia Tel Aviv o Gerusalemme non cambia una virgola.
3. Lei dice di conoscere Israele. Ebbene parla con una che conosce Israele e il mondo ebraico non solo per esserci andata in pellegrinaggio ed aver studiato l'ebraico biblico, ma anche per aver frequentato il mondo della cultura per ragioni professionali.
Tutte le volte che mi sono recata a Gerusalemme per lavoro, alloggiavo allo Sheraton che aveva la prerogativa di esser scelto da comunità ebraiche soprattutto del mondo statunitense che confluivano in massa a Gerusalemme per occasioni come il bar mitzvà ma soprattutto per i matrimoni. Ed era proprio l'intera comunità dall'anziano più anziano all'ultimo nato anche di pochi giorni che era possibile veder lì riunita.
La loro caratteristica visibile era il tipico abbigliamento stile anni trenta ed era interessante scoprire anche le visite che ricevevano da persone del luogo: uomini in foggia ortodossa e donne dalle lunghe gonne e dalle chiome raccolte e velate in una foggia particolare tra l'altro di una grazia indicibile, che in qualche modo esaltava più che mortificare la femminilità.
Dunque a Gerusalemme, come a Tel Aviv, si incontra di tutto. Persino ebrei non osservanti riconoscibili dal fatto che non portano la kippà in nessuna occasione.
Tra l'altro ho il ricordo tenerissimo di un bimbo di pochi mesi che non smetteva di piangere tenuto come un fagotto da una giovanissima baby sitter che se lo portava dietro mentre scherzava con le sue amiche senza curarsene minimamente. Ricordo che ero lì nell'atrio con un collega e non ho resistito, me lo sono fatto dare e l'ho tenuto tra le braccia: si è subito calmato e si è addormentato e me lo sono tenuto così, teneramente, finché la ragazza non è venuta a riprenderselo.
E' stato un momento bello e struggente, come tutto, di Gerusalemme.
Nessuno di noi intende identificare il mondo ebraico, che oltretutto non è un monolite, con frange di alcun genere.
RispondiEliminaHo detto che era una curiosità e tale resta.
Una piccola digressione, nulla di più nulla di altro.
Loro come tanti altri hanno diritto di vivere e di fare rispettare le loro tradizioni.
RispondiEliminaA noi cattolici vengono negate e vietate.
Cercate l'errore !
Gli unici che non possono vivere secondo le loro tradizioni religiose e culturali sono i cattolici.
ANDATE A SAPERE IL PERCHE ?
Vita est Milizia
Fra i molti meriti che attribuisco a Maurizio Blondet c'è anche quello di essere una sorta di mia personale cartina di tornasole: chi lo critica, m'ispira una istintiva, antropologica diffidenza. Soprattutto quando, come nel caso dell'anonimo (sempre lo stesso) delle 18:48, non argomenta, non articola pensieri, non dimostra, ma si limita a insinuare, alludere, accusare, alzando il ditino progressista, democratico e antifascista come se fosse in un blog di Repubblica. Per sfortuna sua, e fortuna nostra, non è questo il caso. La foto-notizia riportata da Blondet è, come dice Mic, una curiosità. Ma, aggiungo io, una curiosità molto, molto significativa.
RispondiEliminaCerto che è significativa caro Silente. Ci sarebbe da chiedersi come mai, in un mondo che sembrerebbe andare inesorabilmente verso la globalizzazione ed una massificazione indotta, si notano fenomeni di identità che si polarizzano.
RispondiEliminaE, come diceva più su vita est militia, sono i cattolici ad essere messi sempre più all'angolo culturalmente, quando non massacrati in molti paesi.
l' anonimo mi sa che gli ebrei ortodossi, in particolare gli hassidim, fanno piu' figli degli ebrei riformati o atei? che tra 20 anni ci saranno molti piu' ebrei cosi' che ebrei alla woody allen ?
RispondiEliminaa me non interessa quel che fanno o come si vestono a casa loro, basta che i loro correligionari nin facciano "la morale" a noi cattolici.
rosa
frangia.. Una frangia che per Sergio Della Pergola, professore di statistica e demografia all’Università ebraica di Gerusalemme ammonta al 10% della popolazione totale dell'"unica democrazia del medio oriente", "baluardo della civiltà occidente", anzi della "magna europa". di tfp di resp., di cant., di a.c., della f.l.,di .. R.de m....
RispondiEliminahttp://mondo.panorama.it/Medio-Oriente-gli-Haredim-Chi-sono-gli-ultraortodossi-che-sfidano-Israele
Non capisco perché (l'Anonimo critico me lo dovrebbe spiegare) se in Afganistan le donne portano il velo bisogna mandare i nostri soldati a liberarle, mentre se succede in Israele non c'è niente di male.
RispondiEliminaIn ogni caso, c'è differenza tra una semplice velatura (o per noi improbabili cappellini anni trenta da me ricordati) - desueti per noi - e quella sorta di velatura annichilente che ricorda di più il burqa, che in ogni caso era ed è ancora generalizzato.
RispondiEliminaCerto, nessuno si sognerebbe di andare a liberare i "liberatori"...
"quando non massacrati in molti paesi."
RispondiEliminaSIRIA: OMICIDI MIRATI DI BAMBINI, DENUNCIA DEPUTATA CRISTIANA
(di Elisa Pinna). (ANSAmed) - ROMA - Un nuovo gradino nella scala degli orrori della guerra in Siria: l'uccisione mirata dei bambini, i bombardamenti diretti alle scuole, specie - negli ultimi tempi - quelle frequentate dalla minoranza cristiana. Sono già 11 mila le piccole vittime del conflitto, ma ora, da 'effetto collaterale', stanno diventando l'obiettivo dei gruppi qaidisti e jihadisti che combattono il regime di Damasco.
A denunciarlo è Maria Saadeh, una giovane deputata siriana, di origini cristiane ed eletta in una lista indipendente, in visita in questi giorni in Italia per incontrare papa Francesco e sensibilizzare l'opinione pubblica occidentale su quello ''che avviene veramente in Siria''.
''Solo negli ultimi giorni ci sono stati cinque attacchi, TUTTI CONTRO ISTITUTI SCOLASTICI CRISTIANI, CON BAMBINI MORTI E FERITI''.
Si tratta di una strategia ''per far fuggire dal Paese i cristiani, che rappresentano un elemento di laicità e moderazione'': ''nessuno può resistere, se vengono colpiti i figli'', osserva Saadeh. Gia' 450 mila cristiani, su un totale di poco più di due milioni, hanno lasciato la Siria".
Fonte: http://ansamed.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/cronaca/2013/11/28/Siria-omicidi-mirati-bambini-denuncia-deputata-cristiana_9695700.html
2013-11-25
RispondiEliminaSIRIA - Invaso dagli islamisti il villaggio Deir Atieh: CRISTIANI IDENTIFICATI E TRATTENUTI
Damasco (Agenzia Fides) – Facendosi strada con due attentati suicidi, militanti di fazioni islamiste hanno invaso nella cittadina di Deir Atieh, a Nord di Damasco seminando terrore, morte e distruzione.
[...] LA SITUAZIONE RISULTA PARTICOLARMENTE PREOCCUPANTE PER I CRISTIANI. La popolazione, circa 25mila persone, ha iniziato a fuggire. I miliziani esaminano i documenti di identità di chi intende lasciare la città e TRATTENGONO QUANTI HANNO NOMI CRISTIANI. Per poter uscire dal villaggio, un prete greco-ortodosso ha dovuto dire di essere sposato e presentarsi con una donna: è stato lasciato andare solo perché il suo nome era arabo e non aveva nessuna ascendenza o riferimento cristiano.
http://www.fides.org/it/news/54068-ASIA_SIRIA_Invaso_dagli_islamisti_il_villaggio_Deir_Atieh_cristiani_identificati_e_trattenuti#.UpmnHcTuJAG
Ecco infine come dare un AIUTO MATERIALE CONCRETO ai cari fratelli in Siria:
RispondiEliminaDal loro sito:
S.O.S. CRISTIANI IN SIRIA
"Iniziativa dell’Ufficio delle Missioni ONLUS dell’Istituto del Verbo Encarnado (IVE), per informare sulla situazione dei cristiani in Siria e raccogliere fondi per sostenere le loro necessità.
I nostri missionari si trovano nella città di Aleppo assistendo materialmente e spiritualmente ai colpiti dal conflitto armato. La vostra collaborazione è importantissima…le migliaia di persone che stanno soffrendo le conseguenze della guerra vi ringrazieranno.
Direttore: R.P. Alberto Barattero, IVE
Via Arnaldo di Colonia 9 – 00126 – Roma (IT)
(0039) 065915896
Coloro che desiderano contribuire tramite bonifico bancario possono farlo al seguente conto:
Conto Corrente Postale N. 2232890 a nombre de UFFICIO DELL MISSIONI ONLUS IBAN: IT55 C076 0103 2000 0000 2232 890 Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX CIN: C ABI: 07601 CAB: 03200 N. Cuenta: 000002232890
Oppure sulla destra c'è la possibilità di DONARE ON-LINE attraverso carte:
http://soscristianiinsiria.wordpress.com/about/
AIUTIAMOLI CON TANTE PREGHIERE E MATERIALMENTE!!
Non pubblico commenti pieni di capziosità "assertive" - e quindi subdolamente e falsamente accusatorie - di ciò che esiste solo nelle loro menti contorte o ideologizzate in ordine a quanto non è assolutamente nelle nostre corde né spirituali né, conseguentemente, politiche.
RispondiEliminaColpita nel segno e affondata? Bene. Incapace di rispondere se non con gli aneddoti da Sheraton.
RispondiElimina.. invece i nostri impavidi media, con ardimentosa audacia, intrepidi non mancano di additarci il vero nemico delle magnifiche sorti e progressive della nostra luminosa civiltà occidentale:
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/esteri/2013/11/29/news/russia_adozioni_solo_all_italia_perch_non_autorizza_matrimoni_gay-72263218/
http://www.lettera43.it/politica/russia-italia-asse-omofobo-sulle-adozioni-dei-bimbi_43675114761.htm
..un vero pazzo scriteriato oscurantista e omofobo, eh?
Alessio
Incapace di rispondere se non con gli aneddoti da Sheraton.
RispondiEliminaCome dialogare con chi è incapace di riconoscere nell' "aneddoto da Sheraton", oltre a un tenero ricordo che ogni tanto si lascia 'passare' nella comunicazione tra persone che si conoscono da tempo, un momento di incontro personale: non c'era il "bambino ebreo" lì, c'era un "bambino che piangeva". E io sono una mamma. Punto e basta. Per questo la chiudo qui e non parlo di altri bambini palestinesi o cristiani (spostando il discorso su un altro fronte che non coinvolge lo stato d'Israele che non coincide con "gli ebrei").
Quanto alle percentuali e a tutto il resto, ci sono fonti ben più documentate da Blondet o di questo blog, che possono inquadrare il discorso in termini oggettivi e non necessariamente solo confessionali o solo politici. C'è in ballo tutta la nostra storia passata presente e futura.
Basta avere solo l'onestà intellettuale di leggerle con obbiettività e dunque frigido (nel senso di equilibrato perché fondato sulla Verità) pacatoque animo.
sulle cosiddette "frange", che tali non sono, basta leggere frequentemente e periodicamente Haaretz, per esempio- quotidiano israeliano in inglese - o il new York times. O vivere per qualche tempo in Nord America
RispondiEliminarosa
Outro aspecto da vida em Jerusalém (também testemunhado pelo abade do mosteiro de Le Barroux) :
RispondiEliminahttp://www.lefigaro.fr/international/2013/11/29/01003-20131129ARTFIG00293-des-moines-harceles-par-des-extremistes-juifs-a-jerusalem.php
@Rosa,
RispondiEliminache scrivi: "basta che i loro correligionari non facciano "la morale" a noi cattolici",
A me pare del tutto evidente invece che se gli ATTUALI (attenzione quindi: non quelli dell'A.T, vissuti cioè prima dell'avvento di Gesù) in questi ultimi decenni sono stati prima salutati come "fratelli maggiori" (GPII) e poi come "padri nella fede" (BXVI), un po' della loro "morale" (come la chiami tu) bisogna pur aspettarcela...
Se volete qualche altra testimonianza del variegato razzismo gerosolomitano e dei suoi abitanti, molto stridente con la nostra tolleranza che è indice di civile convivenza quando non è calamento di braghe o sudditanza psicologica, aggiungo due episodi non "da Sheraton". (Non che da noi non ci sia intolleranza, ma non la vedo così diffusa come a casa loro).
RispondiEliminaIl primo episodio riguarda me e un collega israeliano che, nel corso degli incontri bilaterali per cui ero lì, era per caso seduto accanto a me il primo giorno dei lavori. Mentre parlavamo del più e del meno in attesa dell'inizio, il suo sguardo si è soffermato su una piccola croce che porto al collo abitualmente e, da quel momento non si è più seduto vicino a me e ostentatamente non mi ha più rivolto la parola. Ero talmente abituata al mio gioiello che non pensavo di poter essere provocatoria; ma ho constatato il rigetto, che non era anche di altri con i quali avevo rapporti di lavoro più ravvicinati.
Del resto, mentre con un collega camminavo nei pressi del patriarcato latino, siamo stati fatti oggetto di una sassaiola da parte di alcuni ragazzini.
L'altro episodio risale all'anno precedente. Camminavo a fianco del padre cappuccino, vestito col suo saio, che ci faceva da guida e decidiamo di entrare in un bar perché eravamo assetati. Lui chiede per primo un bicchiere di latte e gli rispondono sprezzantemente che non hanno latte, con lo stesso rifiuto sprezzante rispondono alla sua richiesta di un bicchier d'acqua.
Sono poi testimone di racconti di insulti e disprezzo da parte di altri religiosi lì residenti, avendo avuto contatti anche con la comunità cattolica di rito ebraico.
Beh, tutto sommato, se parliamo di razzismo anche da parte loro non siamo lontani dalla verità. Poi possiamo fare tutti i distinguo che volete, ma loro gli stessi distinguo non li fanno e basta dire mezza parola che critichi Israele come qualunque altro stato o faccia qualche distinguo su questioni di fede, che tirano fuori la wild card dell'antisemitismo, il jolly confusionario che silenzia qualunque tipo di possibile dissenso. E lo stesso avviene da parte di tutti gli ideologicamente "allineati".
Cara Mic, la tua testimonianza sull'intolleranza ebraica verso i cristiani trova conferma in innumerevoli episodi in Terra Santa: edifici sequestrati, mobilità e culto impediti, sacerdoti, frati, fedeli e pellegrini aggrediti, chiese ed edifici religiosi imbrattati, Vangeli bruciati in piazza. Tutti ci ricordiamo la foto della statua della Madonna presa a fucilate dalla soldataglia ebraica (la pubblicò in prima pagina - incredibile - Avvenire). Certo, almeno per ora, c'è una differenza quantitativa rispetto alle cruente persecuzioni dei cristiani in Iraq, Siria, Egitto, Nigeria, Pakistan. Ma la differenza è puramente quantitativa, non qualitativa. L'odio è lo stesso.
RispondiEliminaSono poi testimone di racconti di insulti e disprezzo da parte di altri religiosi lì residenti, avendo avuto contatti anche con la *comunità cattolica di rito ebraico*.
RispondiEliminaSono anni che cerco notizie su di loro, su questi mitici "PALESTINESI CATTOLiCI DI LINGUA EBRAICA", di cui parlò Jesus negli anni '80.
Se non ricordo male, sono una cinquantina di famiglie (di cui il gruppo più numeroso vive in Giordania). Discendono da Ebrei che si sono stabiliti in Terra Santa prima del XVIII Secolo. Laggiù si sono convertiti al Cattolicesimo e parzialmente assimilati ai Palestinesi. Hanno conservato la lingua ebraica e frati che li seguono spiritualmente, hanno ottenuto (fatto più unico che raro, in epoca pre-VatII)non ricordo se nel XIX Secolo o negli anni '20 del XX, di tradurre in Ebraico LITURGICO alcune parti della liturgia tridentina.
Cara Janet,
RispondiEliminaio ho avuto contatti con la comunità cattolica di lingua ebraica di Gerusalemme, che celebra secondo l'hordo missae hebraicae curato da padre Pizzaballa.
Ovviamente in Palestina ci sono diverse comunità cristiane di lingua araba, che soffrono tutte le restrizioni e i drsammi di quella situazione.
Ma - tra Ramallah e Gerusalemme - esistono gruppi misti cristiano ebraici di solidarietà, in genere animati da donne. Leggi qui:
http://www.nostreradici.it/Angelica-Samar.htm
Ah ma allora ho capito.. anche alcune zone di Roma devono essere diventate insediamenti , enclavi extraterritotoriali !
RispondiEliminaEcco perché : http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/19/aggrediti-attivisti-del-teatro-valle-nel-quartiere-ebraico-di-roma/418276/
Con la acquiescenza della valorosa p.s.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/22/aggressione-al-ghetto-telecamere-di-sorveglianza-davanti-alla-scena/422682/
Alessio
detto...
RispondiEliminaCara Janet,
io ho avuto contatti con la comunità cattolica di lingua ebraica di Gerusalemme, che celebra secondo l'hordo missae hebraicae curato da padre Pizzaballa.
Allora non sono neppure loro quelli di cui parlo.
l' intransigenza, la scarsa tolleranza, il fastidio, chiamatelo come volete, che varii ebrei - dico" varii", che NON significa "tutti"- mostrano nei confronti del cattolicesimo, o del cristianesimo in generale, salta fuori sempre, dopo un po' che li si conosce e frequenta, soprattutto se si sentono in terreno " sicuro", come inisraele, nei loro quartieri a New York, ed in generale negli ambienti in cui sono magioranza.Non solo verso la religione, ma verso le tradizioni culturali europpe mostrano insofferenza, se non vero e proprio disprezzo.
RispondiEliminaRosa
Lo stesso disprezzo che mostrano gli islamici, che sono in troppi a sottovalutare.
RispondiEliminaOra, senza demonizzare nessuno, stare in guardia e difendere le proprie tradizioni - non solo religiose - anziché calarsi le braghe, mi sembra il minimo.
Certo c'è da scremare parecchio la secolarizzazione e il degrado dissolutori, ma quel che è da salvare va salvato e difeso e diffuso.
A "rosa" del commento delle 00,23 del 30 novembre:
RispondiEliminaAnche i cattolici ferventi o tradizionalisti fanno molti più figli dei correligionari all'acqua di rose o dei non credenti. Non so, però, se l'effetto sarà il medesimo da lei pronosticato per gli ebrei.
Tommaso Pellegrino-Torino