Passio Ecclesiae |
Ma c'è di più e c'è di peggio. La EG è un inno alla evangelizzazione in chiave sociologica e salta a piè pari la redenzione, se non per dire, in due soli punti, che (n.197) tutto il cammino della nostra redenzione è segnato dai poveri o (n.178) la sua redenzione ha un significato sociale.
Il Signore, invece, è venuto a salvarci dal peccato e colui che viene dalla "fine del mondo" sembra ignorare totalmente o, se non lo ignora, sembra saltare a piè pari che le strutture di peccato presenti nel mondo, potrebbero esser sanate grazie alla effettiva realizzazione nella Chiesa, attraverso la sua azione docente e santificatrice, del Regno predicato e portato dal Signore. Il Regno di Dio tra gli uomini è innanzitutto liberazione dal Male attraverso la l'espiazione di Cristo sulla Croce e la nostra risposta che ci libera e ci introduce nella Creazione nuova restaurata dalla Risurrezione. Solo da questa Sorgente ineludibile può scaturire ogni evangelizzazione e la cura di ogni povertà spirituale, morale e materiale, e non ci sarebbero né diseredati né infelici, tranne che nel novero di coloro che rifiutano il Signore o perché ancora non lo conoscono o conoscono solo un suo simulacro presentato da falsi maestri e pseudo-evangelizzatori oppure perché esercitano un tragico cattivo uso della propria libertà.
Il Signore, invece, è venuto a salvarci dal peccato e colui che viene dalla "fine del mondo" sembra ignorare totalmente o, se non lo ignora, sembra saltare a piè pari che le strutture di peccato presenti nel mondo, potrebbero esser sanate grazie alla effettiva realizzazione nella Chiesa, attraverso la sua azione docente e santificatrice, del Regno predicato e portato dal Signore. Il Regno di Dio tra gli uomini è innanzitutto liberazione dal Male attraverso la l'espiazione di Cristo sulla Croce e la nostra risposta che ci libera e ci introduce nella Creazione nuova restaurata dalla Risurrezione. Solo da questa Sorgente ineludibile può scaturire ogni evangelizzazione e la cura di ogni povertà spirituale, morale e materiale, e non ci sarebbero né diseredati né infelici, tranne che nel novero di coloro che rifiutano il Signore o perché ancora non lo conoscono o conoscono solo un suo simulacro presentato da falsi maestri e pseudo-evangelizzatori oppure perché esercitano un tragico cattivo uso della propria libertà.
Mi baso sui nn. 193, 194 e 197 (ma il resto è tutto sulla stessa falsariga). In questi paragrafi, noto elementi che non possono passare sotto silenzio.
C'è anche, ad esempio, il 250, sul dialogo interreligioso, che ispirerebbe volumi. Trascrivo:
« Un atteggiamento di apertura nella verità e nell’amore deve caratterizzare il dialogo con i credenti delle religioni non cristiane, nonostante i vari ostacoli e le difficoltà, particolarmente i fondamentalismi da ambo le parti.... Gli sforzi intorno ad un tema specifico possono trasformarsi in un processo in cui, mediante l’ascolto dell’altro, ambo le parti trovano purificazione e arricchimento. Pertanto, anche questi sforzi possono avere il significato di amore per la verità ».
Si tratta del fraintendimento conciliare della libertà di religione. Non mi soffermo sul resto, ma capite da dove ci verrebbe la 'purificazione'?
Leggete bene il 193 e, soprattutto: « In modo più plastico lo esprime anche il Siracide: « L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati » (3,30). La medesima sintesi appare contenuta nel Nuovo Testamento: « Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati » (1 Pt 4,8). Questa verità penetrò profondamente la mentalità dei Padri della Chiesa ed esercitò una resistenza profetica, come alternativa culturale, di fronte all’individualismo edonista pagano ».
Dice cose verissime, ma non le fonda sul fatto che sono azioni di un cuore redento, conseguenza e non causa di salvezza.
Leggete bene il n. 194 e, soprattutto: « Gli apparati concettuali esistono per favorire il contatto con la realtà che si vuole spiegare e non per allontanarci da essa. Questo vale soprattutto per le esortazioni bibliche che invitano con tanta determinazione all’amore fraterno, al servizio umile e generoso, alla giustizia, alla misericordia verso il povero. Gesù ci ha indicato questo cammino di riconoscimento dell’altro con le sue parole e con i suoi gesti. Perché oscurare ciò che è così chiaro? »
Capite? Il discorso del vescovo di roma è parenetico, d'accordo, ma ogni esortazione DEVE nascere da un fondamento, altrimenti è un cembalo che tintinna...
Leggete bene il n. 197 e il testo che segue in chiusura.
C'è anche, ad esempio, il 250, sul dialogo interreligioso, che ispirerebbe volumi. Trascrivo:
« Un atteggiamento di apertura nella verità e nell’amore deve caratterizzare il dialogo con i credenti delle religioni non cristiane, nonostante i vari ostacoli e le difficoltà, particolarmente i fondamentalismi da ambo le parti.... Gli sforzi intorno ad un tema specifico possono trasformarsi in un processo in cui, mediante l’ascolto dell’altro, ambo le parti trovano purificazione e arricchimento. Pertanto, anche questi sforzi possono avere il significato di amore per la verità ».
Si tratta del fraintendimento conciliare della libertà di religione. Non mi soffermo sul resto, ma capite da dove ci verrebbe la 'purificazione'?
Leggete bene il 193 e, soprattutto: « In modo più plastico lo esprime anche il Siracide: « L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati » (3,30). La medesima sintesi appare contenuta nel Nuovo Testamento: « Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati » (1 Pt 4,8). Questa verità penetrò profondamente la mentalità dei Padri della Chiesa ed esercitò una resistenza profetica, come alternativa culturale, di fronte all’individualismo edonista pagano ».
Dice cose verissime, ma non le fonda sul fatto che sono azioni di un cuore redento, conseguenza e non causa di salvezza.
Leggete bene il n. 194 e, soprattutto: « Gli apparati concettuali esistono per favorire il contatto con la realtà che si vuole spiegare e non per allontanarci da essa. Questo vale soprattutto per le esortazioni bibliche che invitano con tanta determinazione all’amore fraterno, al servizio umile e generoso, alla giustizia, alla misericordia verso il povero. Gesù ci ha indicato questo cammino di riconoscimento dell’altro con le sue parole e con i suoi gesti. Perché oscurare ciò che è così chiaro? »
Capite? Il discorso del vescovo di roma è parenetico, d'accordo, ma ogni esortazione DEVE nascere da un fondamento, altrimenti è un cembalo che tintinna...
Leggete bene il n. 197 e il testo che segue in chiusura.
Fedeltà al Vangelo per non correre invano
193 L’imperativo di ascoltare il grido dei poveri si fa carne in noi quando ci commuoviamo nel più intimo di fronte all’altrui dolore. Rileggiamo alcuni insegnamenti della Parola di Dio sulla misericordia, perché risuonino con forza nella vita della Chiesa. Il Vangelo proclama: « Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia » (Mt 5,7). L’Apostolo Giacomo insegna che la misericordia verso gli altri ci permette di uscire trionfanti nel giudizio divino: « Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio” (2,12-13). In questo testo, Giacomo si mostra erede della maggiore ricchezza della spiritualità ebraica del post-esilio, che attribuiva alla misericordia uno speciale valore salvifico: « Sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità » (Dn 4,24). In questa stessa prospettiva, la letteratura sapienziale parla dell’elemosina come esercizio concreto della misericordia verso i bisognosi: « L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato » (Tb 12,9). In modo più plastico lo esprime anche il Siracide: « L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati » (3,30). La medesima sintesi appare contenuta nel Nuovo Testamento: « Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati » (1 Pt 4,8). Questa verità penetrò profondamente la mentalità dei Padri della Chiesa ed esercitò una resistenza profetica, come alternativa culturale, di fronte all’individualismo edonista pagano. Ricordiamo solo un esempio: « Come, in pericolo d’incendio, corriamo a cercare acqua per spegnerlo, […] allo stesso modo, se dalla nostra paglia sorgesse la fiamma del peccato e per tale motivo ne fossimo turbati, una volta che ci venga data l’occasione di un’opera di misericordia, rallegriamoci di tale opera come se fosse una fonte che ci viene offerta perché possiamo soffocare l’incendio ».194. È un messaggio così chiaro, così diretto, così semplice ed eloquente, che nessuna ermeneutica ecclesiale ha il diritto di relativizzarlo. La riflessione della Chiesa su questi testi non dovrebbe oscurare o indebolire il loro significato esortativo, ma piuttosto aiutare a farli propri con coraggio e fervore. Perché complicare ciò che è così semplice? Gli apparati concettuali esistono per favorire il contatto con la realtà che si vuole spiegare e non per allontanarci da essa. Questo vale soprattutto per le esortazioni bibliche che invitano con tanta determinazione all’amore fraterno, al servizio umile e generoso, alla giustizia, alla misericordia verso il povero. Gesù ci ha indicato questo cammino di riconoscimento dell’altro con le sue parole e con i suoi gesti. Perché oscurare ciò che è così chiaro? Non preoccupiamoci solo di non cadere in errori dottrinali, ma anche di essere fedeli a questo cammino luminoso di vita e di sapienza. Perché « ai difensori “dell’ortodossia” si rivolge a volte il rimprovero di passività, d’indulgenza o di colpevoli complicità rispetto a situazioni di ingiustizia intollerabili e verso i regimi politici che le mantengono ».197 Nel cuore di Dio c’è un posto preferenziale per i poveri, tanto che Egli stesso « si fece povero » (2 Cor 8,9). Tutto il cammino della nostra redenzione è segnato dai poveri. Questa salvezza è giunta a noi attraverso il “sì” di una umile ragazza di un piccolo paese sperduto nella periferia di un grande impero. ... ...Quando iniziò ad annunciare il Regno, lo seguivano folle di diseredati, e così manifestò quello che Egli stesso aveva detto: « Lo Spirito del Signore è sopra di me; perché mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio » (Lc 4,18). A quelli che erano gravati dal dolore, oppressi dalla povertà, assicurò che Dio li portava al centro del suo cuore: « Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno di Dio » (Lc 6,20); e con essi si identificò: « Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare », insegnando che la misericordia verso di loro è la chiave del cielo (cfr Mt 25,35s).
Cari amici, dovete credermi, non ho più parole, solo lacrime - qualcuno mi ha augurato con cattiveria, che so sinonimo di prigionia, ma che non mi ha fatto meno male - lacrime di sangue e sono in arrivo anche quelle. E allora inserisco come risposta a queste elucubrazioni riportate qua su, il testo intriso di grazia e di verità di una lettrice, una semplice fedele, dalla quale io ho da imparare di più che dal vescovo di Roma. Il testo riguarda l'attuale tempo liturgico di Avvento, ma rappresenta anche una chiara e limpida risposta cattolica alle elucubrazioni "periferiche" che ho estratto dalll'EG che, se sottoposto ad un esame attento, batte perfino l'intervista a Scalfari rimossa dal sito della Santa Sede.
Un tempo l'Avvento era una "piccola Quaresima". Si capisce bene che ci fosse un carattere penitenziale perché in un certo senso ci si univa spiritualmente alle lacrime e alle preghiere del popolo di Israele in attesa del Redentore (questo sarebbe un riferimento SANO al VT, e ovviamente non viene fatto). Se pensiamo al vituperio sulle sterili capiamo quanto vivo fosse il desiderio, l'ansia del Redentore. Ogni donna israelita sperava di ottenere dal Cielo il "Desiderato delle genti". Naturalmente un tempo per propiziare un simile evento si intuiva che necessitava una purificazione... pensiamo al vecchio simeone o Anna che si consumavano notte e giorno nel Tempio. Se l'arcangelo Gabriele ha colto Maria mentre pregava nella sua stanzetta è perché questo è quel che faceva INCESSANTEMENTE. Ovviamente solo il suo Cuore Immacolato, le sue preghiere infuocate come dardi raggiungevano il cielo, superando il valico che era posto dal peccato originale. Se è stata concepita senza macchia è proprio in vista di questa, che è stata la sua missione principale: attirare il Redentore. Qualsiasi altra preghiera, anche dei patriarchi, in un certo senso si infrangeva contro il cancello chiuso del Paradiso, ma lei, la Senza Colpa, aveva un titolo in un certo senso di "giustizia" per reclamare il Divin Figlio al Padre. Pensando ad un simile mistero esultiamo di gioia ma ci uniamo anche alle anime senza più la grazia santificante per supplicare che anche per noi Nostro Signore nasca e viva stabilmente in cuori non più immacolati come quelli della Madre, ma anche peccatori e miseri come la grotta di Betlemme. Gesù nacque nella miseria e nel rifiuto proprio a significare che prendeva la natura umana su di sé: non solo quella Immacolata di Maria, ma anche la più abietta, per redimerla con la sua espiazione e santificarla con la sua presenza. In tempi nefasti come i nostri che sono del tutto dimentichi di misteri così sublimi, dobbiamo pensare doppiamente alla Croce: la vita di Nostro Signore è segnata dal dolore prima ancora che venisse al mondo: già il potente di turno lo voleva morto, già il suo popolo gli rifiutò un letto... e così in crescendo fino al Sacrificio finale. Ma è per consumare quel momento che è venuto al mondo Nostro Signore, non per fare una specie di girotondo con il battimani tutti insieme come vogliono farci credere ora... non è venuto a divertirsi o a predicare e basta, è venuto per SOFFRIRE e morire con gli uomini, affinché ci fosse in questa ingiustizia il nostro riscatto.
A qualche amico che, SONO CONvinto in buona fede, dice che quelli citati sono i punti più "piccanti" del documento, lancio l'invito a cercarmi un solo punto "piccante" in tutto ciò che ha scritto Pio IX. Scommetto la mia solita cena contro una birra (MAI PERSA)che non ne troverà alcuno.
RispondiEliminaPapa Bergoglio ha avvertito i cattolici:
RispondiElimina"Ciò che intendo qui esprimere ha un significato programmatico e delle conseguenze importanti"."
Ebbene, visto che quel documento contiene molte di quelle che in francese chiamiamo" bombes à retardement", le cosidette conseguenze più che importanti rischiano di essere tragiche.
Cara Mic,
RispondiEliminaTutto bene?
Dove anda Mons. Gherardini? Lui sta bene?
Screvo veloce...
Sopra il Concilio considerando che lui ce errore mescolati con verità, non possiamo dire che lui ha solo "semi del Verbo"?
Un saluto dal Brasile
Caro Gederson,
RispondiEliminaBen ritrovato.
Mons. Gherardini sta bene. Ci sentiamo spesso e dobbiamo incontrarci a giorni.
Sì, lui il Verbo lo conosce lo ama e non lo tradisce.
cara mic sono felice se il commento ti ha in qualche modo consolato le lacrime di sangue, posso solo dire che le condivido pienamente e proprio per questi scandali devo e dobbiamo tutti intensificare il nostro attaccamento fedele alla sana dottrina e alla preghiera, saldi nel sicuro rifugio dei sacri cuori, finché dura e cresce la tempesta. siamo vicini al momento in cui sopravviveremo solo dentro quest' arca che cavalca i flutti del diluvio. in unione di preghiere, auguro a te ed ai lettori un santo avvento da tesaurizzare al massimo.
RispondiElimina"..Rallegratevi. Ecco, vi annunzio una grande gioia che di tutto il popolo! Oggi per voi è nato un salvatore che è Cristo Signore.."
RispondiEliminaL'Avvento è tempo certamente anche di gioia per la Nostra Salvezza che è giunta, finalmente. Certamente ci libera dal peccato con la croce ma ci deve essere lo spazio per questa gioia della liberazione!
L'Avvento è tempo certamente anche di gioia per la Nostra Salvezza che è giunta, finalmente. Certamente ci libera dal peccato con la croce ma ci deve essere lo spazio per questa gioia della liberazione!
RispondiEliminaSe non ci fosse la gioia della liberazione, non avremmo nulla da dire né da dare!
Non rimaniamo in Croce, e non da soli, anche se non 'ne scendiamo'; ma con tutta la consapevolezza e la fortezza e la gioia della Risurrezione...
un mio componimento...
RispondiEliminaFINO A QUANDO, SIGNORE?
Sbrecciato a sangue
da cinquant’anni,
il Tempio santo
ha un buco nero:
ingoia il Sacro,
risputa vermi.
Fino a quando,
Signore?
Ho condiviso un momento di scoramento e anche di indignata e impotente sofferenza, che ho vissuto - mentre scrivevo - a 360 gradi.
RispondiEliminaMa è e dev'essere per tutti solo un momento, da non oltrepassare ma da vivere nel Signore, per risorgerne con Lui, che ha già vinto. E noi in Lui. con Lui e per Lui.
Lo stesso Colafemmina, che ha bacchettato i cosiddetti "tradizionalisti tristi" (tra i quali non ci riconosciamo) se n'esce con un titolo significativo: "Evangelizzazione senza controllo". Condisce con un briciolo di atarassia, ma in certi punti è molto esplicito, quasi con lo stile di un tempo.
RispondiEliminaio credo che la nostra sia una più che giustificata mestizia cristiana nel veder vilipese le verità di fede e scandalizzate le anime, tutto qui. Anche Nostro Signore pianse nel guardare Gerusalemme infedele e fece lamentazione su di lei: "Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è lasciata a voi deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più, fino a quando non direte:Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
RispondiEliminaPenso che questi versi accorati possano senza dubbio applicarsi alla Roma di oggi.
E' comunque una mestizia ben diversa dalla disperazione o da sentimenti negativi di scoraggiamento o ripiegamento su se stessi, deve anzi spronarci a fare tutto quel che possiamo per, almeno, limitare i danni e mantenerci saldi.
Dunque se Gesù ha pianto sulle sorti del suo popolo, e se la Madonna da secoli (ma specialmente dal 20mo) piange lacrime di sangue sulle sorti delle anime e della Chiesa, chi mai ha il diritto di rimproverare Gesù di essere un "tradizionalista triste" e di non darsi da fare con l'azione (anzichè col compianto e supplica di perdono a Dio a pro delle anime che si perderebbero eternamente) per migliorare la situazione visibile della Chiesa?
RispondiEliminase è vero che viviamo la Passione della Chiesa, cioè del Corpo Mistico, certo questa si conclude con il Calvario e la Crocifissione, come fu per Nostro Signore: lì dobbiamo ancora arrivarci.
La Resurrezione verrà soltanto dopo, e la Gerusalemme Celeste scenderà dal cielo, non sarà costruita con mano terrestre.
La Resurrezione verrà soltanto dopo, e la Gerusalemme Celeste scenderà dal cielo, non sarà costruita con mano terrestre.
RispondiEliminaAl di là delle vicende che si dipanano nella storia, la Gerusalemme celeste scende continuamente dal Cielo nel "Pane vivo" rappresentato da Cristo Signore che è con noi fino alla fine dei tempi.
Diciamo che al momento è oscurata, ma non è di là da venire, è già qui, nella Chiesa e nella sua fedeltà.
Le realtà che noi andiamo denunciando perché ci colpiscono e per resistere al sovvertimento non esauriscono la Realtà intera, che è nelle mani dell'Onnipotente e del Suo Figlio diletto.
Ieri al comizio a Genova di Grillo, hanno definito il vdr "un grillino" ... Non ci sono parole...
RispondiEliminaNeri
Segnalo un articolo interessante, lo si capisce dall'incipit:
RispondiElimina"La crisi della dottrina"
di Marco Bongi
I moti di stizza sono ormai evidenti, spesso sfociano addirittura in scatti d’ira malcelata: non è davvero possibile che questi tradizionalisti “criptolefebvristi” abbiano trovato una tribuna di carta stampata dove far sentire la loro insignificante voce…
Vabbè per i blog ed i siti internet…, bei tempi però quando, fino agli anni ‘90, non esistevano neppure quelli. Speravamo almeno di tenerli comunque confinati in quelle fogne fino all’estinzione definitiva della specie… Macchè, ci mancava anche l’ateo devoto per “sdoganare” questi irrecuperabili impenitenti!"
Il resto qua:
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV681_Bongi_La_crisi_della_dottrina.html
Sono solo rincuorato dal fatto che, visto che sono spesso additato a "preconciliare" per ciò che credo e dico, sono in buona compagnia poichè anche Nostro Signore Gesù Cristo lo era!
RispondiEliminaA Lui la Gloria in Eterno!
Per il resto...preghiamo fratelli per non scappare davanti ai lupi...e che l'Avvento porti la Via, Verità e Vita nei cuori degli uomini!
Grazie Mic e a tutti gli altri che collaborano a questo blog...la edificazione che ne traggo mi sostiene nel cammino!
Vi tengo nella preghiera...
Cara Mic,
RispondiEliminaGrazie a Dio mons. Gherardini sta bene. Quando sei con lui, se possibile, digli per favore che abbiamo bisogno di lui. È difficile sapere che cosa pensare con questo pontificato di Papa Francesco e Mons. Gherardini è uno dei pochi nei quale possiamo avere fiducia. Io voleva ascoltare o leggere che cosa lui ha da dire. Abbiamo un "Papa senza controllo" che sembra predicare tutto quello che condanna.
Dopo la EG lui ha fatto un'omelia nella Casa Santa Marta dove dice:
"Il divieto di adorare Dio è il segno di una «apostasia generale», è la grande tentazione che prova a convincere i cristiani a prendere «una strada più ragionevole, più tranquilla», obbedendo «agli ordini dei poteri mondani» che pretendono di ridurre «la religione a una cosa privata». E soprattutto non vogliono che Dio sia adorato «con fiducia e fedeltà». È proprio da questa tentazione che Papa Francesco ha messo in guardia nella messa celebrata, giovedì 28 novembre, nella cappella di Santa Marta."
Io non tengo letto molto le notizie, ma non so se qualcuno ha parlato di questo divieto. Per me questa omelia non ha senso. Il testo viene pubblicato per L'Osservatore con il titolo "La fede non è mai un fatto privato", ma la libertà religiosa come dichiarata per la DH non ha ridotto la fede e l'adorazione a questo?
Questa omelia sembra un velo per nascondere la Evangelium Gaudium. Due passi avanti e uno indietro. Non ha senso parlare di un divieto di adorazione, quando lui stesso non insegna correttamente chi è Gesù Cristo e la S. Trinità. Nella EG lui dice nel punto 254:
"“254. I non cristiani, per la gratuita iniziativa divina, e fedeli alla loro coscienza, possono vivere « giustificati mediante la grazia di Dio »,[199] e in tal modo « associati al mistero pasquale di Gesù Cristo ».[200] Ma, a causa della dimensione sacramentale della grazia santificante, l’azione divina in loro tende a produrre segni, riti, espressioni sacre, che a loro volta avvicinano altri ad una esperienza comunitaria di cammino verso Dio.[201] Non hanno il significato e l’efficacia dei Sacramenti istituiti da Cristo, ma possono essere canali che lo stesso Spirito suscita per liberare i non cristiani dall’immanentismo ateo o da esperienze religiose meramente individuali. Lo stesso Spirito suscita in ogni luogo forme di saggezza pratica che aiutano a sopportare i disagi dell’esistenza e a vivere con più pace e armonia. Anche noi cristiani possiamo trarre profitto da tale ricchezza consolidata lungo i secoli, che può aiutarci a vivere meglio le nostre peculiari convinzioni”."
Le false religioni sono canali che possono essere suscitate per lo Spirito per liberare i non cristiani…? Allora, lo Spirito è l'autore delle false religioni? Una religione per lo semplice fatto de dare una “sperienza” coletiva è buona?
Grazie per la tua risposta.
Un saluto dal Brasile
RispondiElimina" Ieri al comizio a Genova di Grillo, hanno definito il vdr "un grillino" ... Non ci sono parole..."
Beh, "vdr" è, a secondo di chi ne parla, grillino, martiniano, boffiano( da Boff...), è quel rivoluzionario che metterà in ginocchio la dottrina, e la sua rigidità, i precetti morali e la loro severità e durezza, i dogmi con le loro sbarre che imprigionano, per mettere in avanti la Misericordia di Dio che sempre e comunque tutto perdona, della Sua Giustizia non se ne parla.
Questo è il messaggio che sta passando nei media, dagli amboni, sulle gazzette parrocchiali, questo è ciò di cui sta convincendosi la grande massa dei cattolici, quelli che di dottrina e dogmi è da tempo che se infischiano, molti nemmeno li conoscono, e quelli che li ignorano volutamente pur dicendosi cattolici.
È terribile e terrificante vedere contrapporre la Dottrina alla Misericordia, come se dove c`è Dottrina non può esserci Misericordia.
Dottrina contro Misericordia.
Purtroppo, anche se quella non è la sua convinzione, se quella non è la sua intenzione, papa Bergoglio con troppe sue frasi, che ormai sono fissate su un documento, alimenta e rinforza quei pensieri, quelle deduzioni, quelle interpretazioni che stanno galoppando a grande velocità nelle menti di chi è cattolico, di chi si pretende tale e di chi non lo è .
Un articolo su radio spada mette in luce ciò che anche tra alcuni di noi si era fatto strada come opinione personale. Ricordo che io avevo scritto tempo fa che il fatto che Bergoglio non abitasse dove sempre i papi avevano abitato e che Ratzinger abitasse nei pressi di dove abitava da papa, e che quel fulmine sul cupolone proprio nel giorno delle dimissioni e proprio immortalato da un fotografo...beh, a livello di segni qualcosa poteva voler dire, senza tuttavia addentrarmi nei meandri della questione ma concordando con quanto già scriveva Radaelli sulla faccenda e cioè l'articolo:
RispondiElimina"http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=237058:perche-papa-ratzinger-benedetto-xvi-dovrebbe-ritirare-le-sue-dimissioni&catid=83:free&Itemid=100021
Comunque ecco il titolo dell'articolo su radio spada:
"ESCLUSIVA RADIO SPADA: REV. KRAMER: «BERGOGLIO DEVE DIMETTERSI, IL VERO PAPA È BENEDETTO XVI, È STATO OBBLIGATO ALLE DIMISSIONI»
3 dicembre 2013 by ricciotti
e qui il corpus:
link:
http://radiospada.org/2013/12/scoop-rev-kramer-bergoglio-deve-dimettersi-il-vero-papa-e-benedetto-xvi-e-stato-obbligato-alle-dimissioni/
@ una sola fede, sai che neppure io sono facilissimo a credere nei millenaristi, fatimisti e profeti di sventura varii, ma quei segnali sono fatti inequivocabilmente significativi e non lasciano dubbi sulle interpretazioni, sarà e saprà Dio al momento giusto riconoscerli......grillo: un comico da 4 soldi, fallito, che è diventato stramilionario o miliardario, fate vobis, sostenendo il progetto terra Gaia e appoggiandosi ai soldoni di soros, club bilderberg ed altre amene associazioni 'umanitarie' che ci vogliono far fuori in tutti i modi perché per loro l'optimum dei terrestri è 1.0000.000.000. di uomini di varia specie e "genere", meglio se sterili o sterilizzati, ma soprattutto lobotomizzati e resi incapaci di ribellarsi....."a brave, new and gay world"....il resto è silenzio.Lupus et Agnus.
RispondiEliminaBeh sinceramente a me pare stupido come ragionamento. Se uno è sedevacantista allora lo è da GXXIII o almeno da Paolo VI. Non ha senso accettare i papi fino a B-XVI e basta. Bisogna essere onesti e fare il passo di accettare le conseguenze delle proprie idee fino in fondo. Altrimenti si è come de Lubac che si lamentava della crisi della Chiesa quando aveva contribuito a crearla. Segnalo questo "piccolo catechismo su sedevacantismo" molto interessante. http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV378_Catechismo_Sedevacantismo.html
RispondiEliminaOltre a degli articoli di don Curzio Nitoglia sulla validità dei sacramenti NO. Quanto a Gherardini sono contento stia bene. Ho appena finito di rileggere il suo "Credo in Gesù Cristo", un vero capolavoro.A sproposito mi chiedevo se fosse possibile pubblicare su questo blog un'articolo uscito sull'ultimo numero di Divinitas che analizza la questione della Concelebrazione se sono una o più messe. Mi pare un tema molto attuale e con conseguenze non indifferenti. Anche perché ne ho parlato con diversi sacerdoti e mi è stato detto più volte che è chiaro che sono "tante messe quanti i concelebranti" senza però addurre mai motivazioni di un certo spessore tranne "la Chiesa non potrebbe mai aver permesso una simile cosa (cioè che sia una sola messa)" ma l'argomento d'autorità non mi pare sufficente in questo caso ...
Mi dissocio da chi si mette in un` ottica sedevacantista, che lo si ami o meno, che piaccia o meno, che lo si aduli o che lo si critichi, che sia fonte di speranze o di inquietudini, anche le peggiori, che si pensi che la sua elezione è opera dello Spirito Santo, o delle trattative ante Conclave, e anche se sussistono dubbi e sospetti sui motivi della rinuncia di Benedetto XVI, il nome di Jorge Bergoglio è uscito dall`urna il 13 marzo.
RispondiEliminaC`è abbastanza da dire, abbiamo abbastanza materia sulla quale riflettere e discutere, e questo, sì, è importante e responsabile farlo, senza alimentare scenari di tipo sedevacantista.
@Luisa, al di là delle dissociazioni da chi parla di sedevacantismo, è bene comunque ricordare che la possibilità di dimissioni da parte di un papa è stata introdotta solo nel 1983, mentre prima, che io sappia (e continuo a chiedere lumi su questo, ma nessuno sta confutando questo) non era neanche immaginabile una cosa del genere (penso quindi ovviamente anche al Codice di Diritto Canonico del 1917, ad esempio, quello cioè in vigore fino appunto a trenta anni fa). Considerando che non tutto ciò che in questi cinquanta anni è uscito fuori si può propriamente definire una vera e propria continuità né adesione con la Chiesa di sempre, con la Dottrina di sempre, mi pare lecito quindi porsi almeno degli interrogativi su questo argomento. Porsi degli interrogativi non significa tirare automaticamente delle conclusioni. Alcuni lo fanno, io personalmente non ci riesco, non ne ho gli strumenti, soprattutto non ne ho la benché minima autorità, ma stando alla finestra osservo, leggo e mi confronto. I blog servono anche (e forse soprattutto) a questo.
RispondiEliminaInfine, se mi è consentito, inserisco direttamente qua la conclusione dell'ultimo articolo di Tornielli su vaticaninsider.lastampa dal titolo:
"IL METODO FRANCESCO PER LE VISITE ALLE PARROCCHIE"
Incontri più lunghi, al pomeriggio, lasciandosi avvicinare da tutti e parlando con tutti. Messa, sacramenti, confessioni, dialoghi di un Papa che vuol fare anzitutto il vescovo di Roma
Così conclude Tornielli:
"Non si deve dimenticare, infine, che con queste visite, come pure con le omelie della messa mattutina a Santa Marta, Francesco sta indicando un esempio concreto per i pastori di tutto il mondo, insegnando loro come prendere «l'odore delle pecore» e annullare ogni distanza".
Il resto qua:
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francisco-francis-parrocchie-parishes-parroquias-30369/
Sull'articolo di Radio Spada e sulla questione dell' "Alleanza mai revocata" che, come affermazione a sé stante non è un'eresia, ho pubblicato un nuovo articolo.
RispondiEliminaHo letto l`articolo di Tornielli che con il suo amico e Papa Jorge Bergoglio è diventato di un lirismo poetico che si accentua sempre più, ormai quando, e se, leggo i suoi articoli so già di trovare un`ode a papa Bergoglio, qualsiasi cosa egli faccia o dica è una stupenda novità mai vista e fatta prima, sorrido quando dice che il Papa non guarda l`orologio...forse non lo guarda quando è in mezzo alla gente, ma lo guarda, eccome se lo guarda , in altre circostanze che gli stanno più strette, un sorriso mi è venuto quando ho letto quaste parole riferite al Papa:
RispondiElimina"...parole semplici e profonde che ripropongono l'essenziale del messaggio evangelico"
Non è la prima volta che leggo pari pari quelle parole anche dette da altri, devono essersi passati la parola, siccome è chiaro che Jorge Bergoglio non ha l`elevatezza e la profondità intellettuale e teologica di Benedetto XVI, siccome anche i suoi più sfrenati ammiratori=adulatori non possono negare che martella i suoi quattro o cinque temi preferiti, usando sempre le stesse parole, allora hanno trovato quella formula, se Bergoglio usa parole semplici è perchè ripropone l'essenziale del messaggio evangelico!
Forse che i suoi predecessori, in particolare Benedetto XVI, non lo faceva?
Forse che non riproponevano l`essenziale del messaggio evangelico?
E poi che cosa è per Tornielli e compagnia cantante quell`"essenziale"?
È innocente e gratuita questa forma di idolatria papale?
RispondiEliminahttp://www.aleteia.org/it/religione/news/il-pontefice-in-diretta-su-nuova-app-ansa-21264001
Ci sarebbe molto da disquisire su questa 'nuova metodologia' delle visite parrocchiali del vdr (delle 'chiacchierate' di S.Marta satis est), ma a sentire i commenti del prete che dà del tu a PF chiamandolo per nome, e non esita a spruzzare un'ultima dose di veleno con relativo calcio in bocca al predecessore,( ancora in vita), mi chiedo dove questo "estil de lio" ci porterà,già l'ho detto che nella scuola di questo sciagurato paese, il dare del tu agli insegnanti ha portato allo scempio ed al bordello attuale riscontrabile negli istituti di ogni ordine e grado, il rispetto, prima di tutto deve essere portato a sé stessi e poi trasferito in egual misura agli altri, ignorare il senso di autorevolezza dato da età, posizione, autorità ed ordine gerarchico, non porta che allo sfascio totale delle regole di civiltà, poi non facciamo gli ipocriti scandalizzandoci se bambini al di sotto dei 12 anni allo stadio sbracano, che altro potrebbero fare, dato lo sconfortante e becero spettacolo offerto dal comportamento degli adulti, che dovrebbero dare l'esempio, ed invece sono più immaturi ed irresponsabili dei figli, poi quali famiglie ci sono oggidì che possano dare una educazione? Il tremendo '68 ha lasciato rovine fumanti, altro che 'formidabili quegli anni'.....vietato vietare è ben più dittatoriale dei dogmi cattolici che in qua ed in là su vari blog qualcuno continua a stigmatizzare, chi è causa del suo mal pianga sé stesso, siamo tutti colpevoli dello status attuale, chi più chi meno, smettiamola di lamentarci ipocritamente, anche chi tace assente e consente.GR2
RispondiEliminaIl problema dell'Autorità è il problema del Padre (che diventa anche quello di padre e madre insieme).
RispondiEliminaIl rifiuto dei simboli è anche (e lo stiamo vedendo) il rifiuto dell'autorità che diventa autoritarismo, e anomia che diventa arbitrio, governo che diventa tirannide.
E intuisco che c'è di più ed è ciò che ci sta succedendo nella Chiesa e oltre, perché è tutto interconnesso.
Lo aggiungo tra poco.
“tra un anno”
RispondiEliminahttp://www.papalepapale.com/develop/il-cancro-di-benedetto-xvi-la-deposizione-di-francesco-tra-un-anno/
non so che effetto abbia fatto a voi, ma questa frase che ho posto in maiuscolo alla fine dell'articolo di Tornielli mi ha molto colpito:
RispondiElimina"a Santa Marta, Francesco sta indicando un esempio concreto per i pastori di tutto il mondo, insegnando loro come PRENDERE L'"ODORE DELLE PECORE" E ANNULLARE OGNI DISTANZA".
Penso che, se fosse possibile traslare su una fotografia il concetto espresso a parole, forse questa sarebbe una tra le più indicative, che ne dite...:
http://italiadomani.net/papa-francesco-in-preghiera-tra-i-fedeli-in-fondo-alla-chiesa/
...e ne sono tanto più convinto per il fatto che, a riprova di quanto ho espresso, l'articolista allora commentava così tale fotografia:
"NON FOSSE PER L'ABITO BIANCO... SAREBBE COME UNO DI NOI PERCHE' IN REALTA' E' UNO DI NOI.
VIVA IL PAPA"
Il papa non è né mai potrà essere uno di noi, per il semplice fatto che lui solo è il vicario di Cristo in terra, altra cosa è se non se la sente di farlo o tenta di destrutturare il munus petrinum del suo valore fondante e fondativo e di percepire sé stesso come unus, nemmeno primus, inter pares, ovverosia a capo di una sorta di democrazia ecclesiale.. end of problem, addio papato.
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