Radio Spada ha pubblicato nei giorni scorsi la considerazione di Sede Vacante pubblicata su Facebook e Twitter dal Rev. Paul Kramer, esperto di Fatima e autore del testo «La battaglia finale del Diavolo». fondata sul fatto che nella «Evangelii Gaudium», al n° 247, Bergoglio avrebbe fatto
«esplicita professione di eresia, direttamente opposta alla solenne definizione dogmatica di Papa Eugenio III e del Concilio Ecumenico di Firenze, e la dottrina detta dal supremo magistero di Papa Benedetto XIV in Ex Quo Primum, che ripetutamente ed esplicitamente cita la definizione di Firenze, in cui l'alleanza Mosaica è stata “revocata” ed “abrogata”».
Andiamoci cauti con affermazioni del genere, anche se è innegabile che oltre alla dinamica evangelizzatrice di nuovo conio, senza alcun aggancio alla Redenzione e con altre gravi omissioni sui fondamenti dell'agire ma prima ancora sull'essenza della Chiesa, il documento fa apparire come novum irrinunciabile la missionarietà da sempre appartenente e mai abbandonata dalla Chiesa. Semmai cambiata nei connotati negli ultimi 50 anni. Ed ora l'EG presenta il volto irriconoscibile della chiesa 2.0, riformata dal Vaticano II, spinta a prendere il largo in maniera 'gioiosa', mostrando al mondo una palingenesi inedita e dirompente dalle coloriture sociologiche e spostando l'accento dalla causa agli effetti posti come dati assiomatici.
Abbiamo già qualificato l'EG come infarcita di soggettivismo, sentimentalismo, confusione. E tale è; ma una precisa contestazione su punti di 'rottura' va formulata in termini certi e ben ponderati. Riporto il testo del n.247, del quale mi fa più problema la conclusione che l'incipit, che contiene la frase incriminata; con uno sguardo attonito al paragrafo precedente che, anch'esso in conclusione, arriva ad affermare che « abbiamo da imparare qualcosa di più dagli ortodossi sul significato della collegialità episcopale e sulla loro esperienza della sinodalità ».
247 Uno sguardo molto speciale si rivolge al popolo ebreo, la cui Alleanza con Dio non è mai stata revocata, perché « i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili » (Rm 11,29). La Chiesa, che condivide con l’Ebraismo una parte importante delle Sacre Scritture, considera il popolo dell’Alleanza e la sua fede come una radice sacra della propria identità cristiana (cfr Rm 11,16-18). Come cristiani non possiamo considerare l’Ebraismo come una religione estranea, né includiamo gli ebrei tra quanti sono chiamati ad abbandonare gli idoli per convertirsi al vero Dio (cfr 1 Ts 1,9). Crediamo insieme con loro nell’unico Dio che agisce nella storia, e accogliamo con loro la comune Parola rivelata. [Vedi: non adoriamo lo stesso Dio] e Nota 1) sul «dispiacere per le terribili persecuzioni e il coinvolgimento dei cristiani» di cui al paragrafo successivo.
Quella frase: «l'Antica Alleanza non è mai stata revocata», presa a sé, non è un'eresia, perché non contraddice il Magistero precedente, in base alle considerazioni che seguono. Fa problema, invece, l'interpretazione che se ne dà e, soprattutto, dà da pensare la sottile disquisizione (non magisteriale) di Ratzinger, riportata di seguito, contenuta in questa precedente riflessione e che qui riprendo dopo una basilare premessa.
Stabiliamo una volta per tutte che la discendenza - etnica e non teologale - del popolo ebraico, che si rifiuta di riconoscere il Signore, evidentemente non Gli appartiene finché non Lo riconoscerà. Infatti, se è vero come ha detto Giovanni Paolo a Magonza che il Signore è fedele alle sue promesse e quindi non ha mai revocato l'Antica Alleanza. Queste le sue precise parole:
«... La prima dimensione di questo dialogo, cioè l’incontro tra il popolo di Dio del Vecchio Testamento, da Dio mai revocato (cf. Rm 11,29), e quello del Nuovo Testamento, è allo stesso tempo un dialogo all’interno della nostra Chiesa, per così dire tra la prima e la seconda parte della sua Bibbia...»
è altrettanto vero che sono i suoi destinatari che l'hanno respinta, perché nel Sangue Prezioso di Cristo è stata sancita la Nuova ed Eterna Alleanza, che ha portato a compimento la Salvezza che viene dai giudei, ma il compimento, per i credenti, non può operare oltrepassando il Signore. Per salvarsi agli ebrei non basta la Torah e i Profeti, ma devono riconoscere Gesù Signore come Cristo, cioè il Messia, colui che doveva venire: è proprio per la sua fede nel Cristo venturo che Abramo ha ricevuto la sua giustificazione. Il problema sta nel considerare il dialogo interno: a quale Chiesa?
Si è addirittura voluto cavillare su questo termine Testamento, e lo ha fatto Ratzinger affermando che il Patto o il Testamento stipulato da Dio con Mosè (1330 a. C.) sarebbe transitorio e non eterno, mentre l’Alleanza stipulata con Abramo (1900 a. C.) sarebbe permanente ed eterna. Poiché berìt, reso con Alleanza in latino, significa solo volontà divina e non comporta la corrispondenza umana, Dio ha mantenuto l’Alleanza con Israele, anche se questo è stato infedele. Perciò l’Antica Alleanza con Abramo sussiste ancora, non è mai cessata, e dunque gli ebrei, come discendenti di Abramo sarebbero ancora titolari di quell'Alleanza irrevocabile. In più, se San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi «pone in netta antitesi l’Alleanza instaurata da Cristo e quella di Mosè» [ed è a quest'ultima che si riferiscono il concilio di Firenze e la Ex quo primum], le cose vanno diversamente tra Abramo e Cristo. Infatti, «nel nono capitolo della lettera ai Romani» San Paolo utilizza non più il termine Patto o Testamento, ma Alleanza al plurale e «l’Antico Testamento conosce tre alleanze: il sabato (Mosè), l’arcobaleno (Noè), la circoncisione (Abramo)» [Ho sintetizzato nei suoi termini essenziali la sottile disquisizione fatta da Joseph Ratzinger: “Molte religioni un’unica Alleanza”, Ed. San Paolo, 2007].
E tuttavia, Ebrei 13,20 parla dell'Alleanza eterna. A prescindere dal fatto che l'appartenenza a Cristo non è più secondo la carne ma teologale (Gv Prologo, 12-14), i Padri affermavano che Abramo «fu giustificato perché ha creduto nel Cristo venturo». Dunque dobbiamo dedurre che l'Alleanza non revocata ma portata a compimento e che con Abramo era nel Cristo venturo, è ora nel Cristo venuto.
Del resto la spiegazione è data in maniera limpida nel brano del Vangelo, dove Gesù stesso dice espressamente: «Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò», (Gv, 8, 56) suggellando perfino il discorso con l'affermazione «Prima che Abramo fosse, Io sono". (Gv 8,58) ed è superfluo sottolineare la valenza dirompente di quell' «Io sono»!
Dunque, se l'Alleanza Nuova ed Eterna è in Cristo che è Dio, a che pro star lì a tirar fuori sottigliezze di tipo rabbinico?
Quanto alle derive sincretiste, il rischio che corre seriamente una certa ala post-conciliare della Chiesa, presente nelle esternazioni di molti vescovi (Zollitsch, ad esempio), è quella di considerare la Morte in Croce di Cristo solo come un grande atto di amore e solidarietà e non ciò che essa è e compie: un sublime atto di Amore, certamente, che è poi culminato nella Risurrezione [si veda: la nuova enfasi sul mistero pasquale]; ma è un amore espiativo, oblativo, dono di sé fino alla fine, nel quale si fondono Giustizia e Misericordia, da parte di Dio, e obbedienza e affidamento totali, da parte dell'uomo-Gesù per ogni uomo. In questo senso è il Kippur perenne, affermato da Koch e contestato da Di Segni [entrambi i testi sono consultabili qui]; perché è il ripristino della Giustizia nel rovesciamento della disobbedienza originaria attraverso il duplice «Fiat», quello dell'Annunciazione ed il suo inscindibile rapporto col mistero del Getsemani, quando “il Sovrano della Storia ha detto il «Fiat» della sofferenza e dell'unione con l'esistenza di tutti gli uomini, per liberare ogni uomo, ogni volta unico, dalla morte e farlo entrare in un'altra realtà di vita eterna”.[Giuseppe Siri, Getzemani,1987]
Non si può ignorare che è proprio la Croce di Cristo la ‘pietra di scandalo’ sia per gli ebrei, che per i Riformati di ieri e di oggi e per i non credenti. Ineludibile 'passaggio', che si perpetua sacramentalmente ad ogni Eucaristia e si traduce in vita, per essere ri-generati in Cristo Signore nella Creazione nuova inaugurata dalla Risurrezione. Stat Crux dum volvitur orbis.
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Nota
1. Sgombriamo il campo da ogni equivoco escludendo ogni rapporto tra l'antisemitismo inteso come odio razziale, che non si identifica solo con quello nazista, e l'antigiudaismo cristiano, che ha carattere esclusivamente religioso e riguarda una contrapposizione teologica sul riconoscimento del Messia nella persona di Gesù e non fomenta alcun odio né disprezzo, ma segna una semplice differenza identitaria dal punto di vista religioso. Il cristianesimo si innesta sulle stesse radici; ma si sviluppa in un diverso orizzonte escatologico. Quando si parla di giudaismo in riferimento al cristianesimo, bisogna intendere il giudaismo puro, con esclusione di quello spurio, che condanna e maledice i notzrì (cioè i cristiani). Questo ha inizio con l'esilio in Babilonia e sfocia, a partire dall’Assemblea di Yavne dopo la distruzione di Gerusalemme, nel giudaismo talmudico o rabbinico, che si è sviluppato contemporaneamente al cristianesimo in una netta differenziazione reciproca. Il cristianesimo, più che una 'forma' di giudaismo, come ci stanno portando a credere, ne è il compimento, nella Persona di Cristo, nei 'tempi ultimi' e nella Creazione Nuova da Lui inaugurata. E non è pertinente giocare sull'amalgama diffamatorio cristiano= antisemita facendone un miscuglio al passaggio anti-giudaico= anti-semita. In particolare, poi, in riferimento al nazismo, si ignora completamente che, se Hitler giunse al potere in una Germania originariamente cristiana, occorre fare una netta distinzione tra il cristianesimo dei protestanti e il cattolicesimo. Riguardo poi a fenomeni di antisemitismo, perché non fare un opportuno parallelismo tra il comportamento degli attuali fondamentalisti islamici e quello dei protestanti degli anni 30, invece di vedere l'antisemitismo tra i cattolici?
E, per approfondire:
:: Brunero Gherardini, Irrevocabili (le Alleanze)? Sì, ma...
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Nota
1. Sgombriamo il campo da ogni equivoco escludendo ogni rapporto tra l'antisemitismo inteso come odio razziale, che non si identifica solo con quello nazista, e l'antigiudaismo cristiano, che ha carattere esclusivamente religioso e riguarda una contrapposizione teologica sul riconoscimento del Messia nella persona di Gesù e non fomenta alcun odio né disprezzo, ma segna una semplice differenza identitaria dal punto di vista religioso. Il cristianesimo si innesta sulle stesse radici; ma si sviluppa in un diverso orizzonte escatologico. Quando si parla di giudaismo in riferimento al cristianesimo, bisogna intendere il giudaismo puro, con esclusione di quello spurio, che condanna e maledice i notzrì (cioè i cristiani). Questo ha inizio con l'esilio in Babilonia e sfocia, a partire dall’Assemblea di Yavne dopo la distruzione di Gerusalemme, nel giudaismo talmudico o rabbinico, che si è sviluppato contemporaneamente al cristianesimo in una netta differenziazione reciproca. Il cristianesimo, più che una 'forma' di giudaismo, come ci stanno portando a credere, ne è il compimento, nella Persona di Cristo, nei 'tempi ultimi' e nella Creazione Nuova da Lui inaugurata. E non è pertinente giocare sull'amalgama diffamatorio cristiano= antisemita facendone un miscuglio al passaggio anti-giudaico= anti-semita. In particolare, poi, in riferimento al nazismo, si ignora completamente che, se Hitler giunse al potere in una Germania originariamente cristiana, occorre fare una netta distinzione tra il cristianesimo dei protestanti e il cattolicesimo. Riguardo poi a fenomeni di antisemitismo, perché non fare un opportuno parallelismo tra il comportamento degli attuali fondamentalisti islamici e quello dei protestanti degli anni 30, invece di vedere l'antisemitismo tra i cattolici?
Maria Guarini
.........................E, per approfondire:
:: Brunero Gherardini, Irrevocabili (le Alleanze)? Sì, ma...
Riporto qui il commento che ho postato poco fa in un altro thread dove venivano riportati link a Radio Spada.
RispondiEliminaMi dissocio da chi si mette in un` ottica sedevacantista, che lo si ami o meno, che piaccia o meno, che lo si aduli o che lo si critichi, che sia fonte di speranze o di inquietudini, anche le peggiori, che si pensi che la sua elezione è opera dello Spirito Santo, o delle trattative ante Conclave, e anche se sussistono dubbi e sospetti sui motivi della rinuncia di Benedetto XVI, il nome di Jorge Bergoglio è uscito dall`urna il 13 marzo.
C`è abbastanza da dire, abbiamo abbastanza materia sulla quale riflettere e discutere, e questo, sì, è importante e responsabile farlo, senza alimentare scenari di tipo sedevacantista.
Allora a questo punto, se posso farlo, anche io riporto qui il commento a ciò che scrive Luisa:
RispondiEliminaAl di là delle dissociazioni da chi parla di sedevacantismo, è bene comunque ricordare che la possibilità di dimissioni da parte di un papa è stata introdotta solo nel 1983, mentre prima, che io sappia (e continuo a chiedere lumi su questo, ma nessuno sta confutando questo) non era neanche immaginabile una cosa del genere (penso quindi ovviamente anche al Codice di Diritto Canonico del 1917, ad esempio, quello cioè in vigore fino appunto a trenta anni fa). Considerando che non tutto ciò che in questi cinquanta anni è uscito fuori si può propriamente definire una vera e propria continuità né adesione con la Chiesa di sempre, con la Dottrina di sempre, mi pare lecito quindi porsi almeno degli interrogativi su questo argomento.
Porsi degli interrogativi non significa tirare automaticamente delle conclusioni.
Alcuni lo fanno, io personalmente non ci riesco, non ne ho gli strumenti, soprattutto non ne ho la benchè minima autorità, ma stando alla finestra osservo, leggo e mi confronto.
A questo servono anche e soprattutto blog come questo.
Magister e "L'opzione federalista del vescovo di Roma"
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350679
"la possibilità di dimissioni da parte di un papa è stata introdotta solo nel 1983"
RispondiEliminaNon mi pare, se non ricordo male è sempre stata prevista, e storicamente d'altronde com'è noto ci sono casi di Papi che si sono dimessi, anche se da molti secoli questo non avveniva. Potremmo discutere se le dimissioni siano state opportune, ma che siano legittime non mi pare dubbio, a meno di non pensare che Benedetto XVI sia stato drogato o magari sostituito da un sosia, rischiando di finire in un romanzaccio alla Dan Brown.
Associazione Le Nostre Radici
RispondiEliminaVicepresidente Maria Guarini
DALLO STATUTO:
Art.1 - SCOPO ED IDENTITÀ
L’Associazione non ha scopo di lucro e persegue finalità esclusivamente etiche, culturali, religiose e sociali;
L’Associazione è apartitica ed interconfessionale ed ha lo scopo, in primo luogo, di denunciare e combattere ogni forma di antigiudaismo, antisemitismo ed antisionismo;
L’Associazione ha lo scopo di promuovere l’acquisizione e la diffusione di una cultura e informazione che siano rispettose della reale identità storica, religiosa e culturale del popolo ebraico, in diaspora e nello Stato d’Israele;
L’Associazione ha lo scopo di conoscere e approfondire l’incidenza della religione e della cultura ebraica sulla cultura occidentale in genere e cristiana in particolare;
tale conoscenza sarà volta a stabilire e consolidare relazioni e scambi culturali amichevoli, con lo studio e l’attuazione di progetti comuni.
....
Elementi censurati per la privacy, poi rispondo
Anonimo che molto scorrettamente non ci mette la faccia, ma fa nomi e cognomi.
RispondiEliminaNon sono tenuta a giustificare nulla. Del resto non ero obbligata a pubblicare il post, ma amo la verità, e dunque spiego.
Il documento che cita non esiste più nemmeno sul web da anni, da quando la sottoscritta non aderisce più a quell'Associazione perché si occupava del dialogo ebraico-cristiano, nel quale mi avevano coinvolta ed ero impegnata per i miei studi e per la mia passione.
Ma non mi ha trovata d'accordo, strada facendo, proprio sulle connotazioni conciliariste ed è proprio per questo motivo che l'Associazione si è sciolta da tempo.
Tant'è che l'omonimo sito, curato dalla sottoscritta, è congelato. Lo mantengo visibile perché è una miniera di documenti seri e importanti, che segnano anche un tracciato del mio percorso culturale e di fede.
Ora son qui e ci sto con trasparenza e con chiarezza.
Vedo che lei è in possesso di dati, non più validi, che io stessa ho accantonato da tempo.
Cui prodest?
Potremmo discutere se le dimissioni siano state opportune, ma che siano legittime non mi pare dubbio,
RispondiEliminaCaro Turiferario,
è vero quel che dice.
Comunque la questione delle dimissioni, peraltro poco studiata, ha alcune notazioni sia pro che contro, nonostante ci siano lontani esempi storici (molti determinati da cause di forza maggiore).
Lasciando da parte la metafisica, che ormai non fa più presa su nessuno...
Tuttavia mi sembra di intravedere un vizio 'di forma', che non so se varrà la pena esplicitare.
"Riguardo poi a fenomeni di antisemitismo, perché non fare un opportuno parallelismo tra il comportamento degli attuali fondamentalisti islamici .."
RispondiEliminaPer gli islamici con i quali non ho nulla a che fare credo non sia comunque corretto parlare di antisemitismo ( e se diamo un senso alle parole addirittura assurdo ) , ma anche per loro di antigiudaismo come " una semplice contrapposizione teologica e differenza identitaria dal punto di vista religioso " ( seppur minore rispetto a quella che dovrebbe essere propria ai cattolici romani ) , e soprattutto di antisionismo, peraltro ampiamente motivato proprio ad abundantiam direi
Alessio
Non c è nessuna oscura trama o intento malevolo è solo che siccome vi leggevo da mesi con grande interesse quando mi sono imbattuto su quelle cose m è preso un colpo e mi sono trovato spiazzato e sospettoso che potesse nascondersi del "veleno" tra le righe anche in questo blog per chi non essendo un teologo come me si abbevera in larga parte fidandosi poichè non ha gli strumenti per poter vagliare le sottigliezze di tutti i passaggi
RispondiEliminasi abbevera in larga parte fidandosi poichè non ha gli strumenti per poter vagliare le sottigliezze di tutti i passaggi
RispondiEliminaSe in alcuni passaggi c'è 'sottigliezza', l'unico modo in cui vi si risponde è attraverso la fede ricevuta e vissuta dalla e nella Chiesa, riconoscibilissima se si approfondisce sulla base del Magistero e della Tradizione perenne.
Gentile Maria.
RispondiEliminaBello studio.
Una sola dimenticanza.
Bergoglio, e Ratzinger e Wojtyla prima di lui, hanno sostenuto pubblicamente che non bisogna convertire gli ebrei.
Ti che parliamo?
E non intendevano di non convertirli a frustate, allora sarebbe stato giusto, ma di non evangelizzarli.
Motivo?
I 3 signori appena nominati credono che i giudei contemporanei si possano salvare anche misconoscendo Cristo.
Devo citare tutti i vari documenti, omelie , ecc?
Saluti
Ricciotti
Prima di accusarlo di "Sedevacantismo", inviterei a valutare la coraggiosa presa di posizione di Padre Paul Kramer considerandola nella sua totalità.
RispondiEliminaO meglio, voglio dire che per comprendere bene la posizione di P.Kramer, è necessario considerare - oltre al comunicato ufficiale - riportato da RadioSpada, anche i commenti con cui lo stesso Paul Kramer ha corredato il suo articolo sulla sua Pagina Facebook.
Riporto alcuni suoi commenti:
"It is not certain, but the more I get to glimpse at the available evidence, the more it appears that Benedict's resignation was not valid. If the See is not vacant, then it is still occupied by Benedict. Bergiglio is not the pope. He is the Enemy."
TRADUZIONE:
"Non è certo, ma più riesco a scorgere delle prove disponibili, più mi sembra che le dimissioni di Benedetto XVI non erano valide. Se la Sede non è vacante, quindi è ancora occupata da Benedetto. Bergoglio non è il Papa. Egli è il Nemico".
"Una cum papa nostro Benedicto" . . .
sempre dalla Pagina Facebook di Padre Paul Kramer:
RispondiElimina"Benedict is still pope. The see will be vacant only when he dies. Bergoglio is an antipope."
"Bergoglio has already declared war on true Catholicism and manifested himself to be a brazen heretic."
TRADUZIONE:
"Benedetto è ancora Papa. La Sede sarà vacante solo quando egli morrà. Bergoglio è un antipapa."
"Bergoglio ha già dichiarato guerra al cattolicesimo vero e ora si manifesta per quello che è, un eretico sfacciato".
Segnalo sull'argomento
RispondiEliminapronunciamenti ad abundantiam di Sommi Pontefici ( oltre alla solenne definizione dogmatica di Papa Eugenio III e del Concilio Ecumenico di Firenze, e la dottrina detta dal supremo magistero di Papa Benedetto XIV in Ex Quo Primum sulle quali fa perno l'accusa di eresia mossa dal Rev. Paul Kramer a papa bergoglio) raccolti in un compendio di Bolle Pontificie curato da don Curzio Nitoglia e liberamente scaricabile dal suo sito internet a questo indirizzo:
http://www.doncurzionitoglia.com/BOLLE%20%20PONTIFICIE%20su%20giudaismo.pdf
Alessio
Riporto anche - per completezza - questa intervista a Padre Paul Kramer, riportata su RadioSpada:
RispondiEliminaIntervista al Rev. Paul Kramer
1) Se la Sede è vacante, cosa dovrebbe fare secondo Lei un buon cristiano?
Risp. Secondo il mio giudizio la Sede non è occupata da Bergoglio, ma non è propriamente vacante. Secondo le informazione che io ho ricevuto, le dimissioni di papa Benedetto XVI sono state forzate, e quindi invalide. Benedetto XVI secondo me- ed in base alle informazioni che ho, ndr - è ancora papa;
2) In alcuni ambienti, si ritiene la Sede vacante già con Giovanni XXIII; perché per Lei la vacanza inizia ora?
Risp. In passato, altri Papi hanno espresso posizioni eretiche. Ciò di per sé non fa di nessuno un apostata. L'eresia materiale non porta alla scomunica «latae sententiae». Bergoglio ha ricevuto la formazione dei gesuiti per avere l'ordinazione sacerdotale. Egli sa molto bene che la Chiesa ha dichiarato la revoca dell'Alleanza con gli Ebrei, e sa che il Concilio Vaticano I ha dichiarato che queste proposizioni dogmatiche sono «irriformabili in sé»; tuttavia, egli ha espresso il suo spregio per gli infallibili pronunciamenti del supremo Magistero tramite l'esplicita violazione di un dogma espressamente pronunciato. Nessun altro Papa, per quanto ne sia a conoscenza, lo ha mai fatto prima;
3) Che relazioni avrà ora Lei con il Suo Vescovo?
Risp. Io sono pensionato. Non ho avuto mai nessun problema con mio Vescovo e neanche con qualsiasi altro superiore ecclesiastico;
4) Ritiene che le messe d'ora innanzi celebrate siano invalide, in quanto «una cum Bergoglio» che per Lei non è Papa?
Risp. Secondo il Concilio di Trento, «materia et forma sacramenti essentia efficitur». Le parole «una cum Bergoglio» - nel «te igitur», ndr - non toccano la materia o la forma, e quindi non ha nessun effetto sulla validità della Messa;
5) Come sarebbe possibile, per Lei, ripristinare la piena legittima giurisdizione nella Sede?
Risp. Prima di tutto, i fedeli cattolici ed il clero devono essere informati che Benedetto XVI è ancora papa, non Bergoglio. Dopo una tale scandalosa raffica di eresie (letteralmente «eruzione eretica» o «sfogo eretico» - orig. «heretical outburst») nessun Cattolico può più avere fede in questo signor Bergoglio come fosse il supremo Pastore delle loro anime. Deve essere costretto alle dimissioni. Se non vi si riuscisse, la Divina Provvidenza porterà la crisi ad una soluzione, cosicché possa essere eletto un degno successore di papa Benedetto XVI allorché egli lascerà questo mondo o deciderà liberamente di dimettersi, senza minacce o costrizioni di alcun tipo.
@Turiferario che scrivi
RispondiElimina"Non mi pare, se non ricordo male è sempre stata prevista",
Perdonami, ma mi devi però a questo punto tirare fuori L'ARTICOLO del codice di Diritto Canonico che l'ha sempre prevista questa possibilità di dimissione papale (cioè tirar fuori quel Codice che lo contemplava anteriormente al 1983), altrimenti dire "non mi pare...se non ricordo male..." non può essere ritenuto sufficiente, ne converrai.
Ed è molto importante trovarlo, sempre che ci sia, ma ne dubito, perchè se tale possibilità è stata introdotta SOLO trent'anni fa su duemila anni di vita della Chiesa, in piena epoca e in pieno spirito post-conciliare, avrebbe una valenza e un significato molto diversi. Nessuno dice che non era lecito, perchè appunto nel Codice del 1983 è stata inserita, dico solo che avrebbe rilevanza e significato diversi dall'essere stata SEMPRE contemplata. Infatti non so quanto di tutto ciò che è stato inserito nella vita della Chiesa in questi cinquant'anni (Liturgia inclusa, soprattutto) sia in linea con la Dottrina e il Magistero perenne, e in fin dei conti perciò, in modo più esteso, con quanto è la volontà di Dio per quanto riguarda appunto la Sua Chiesa. E non tiriamo però fuori sempre il discorso di Celestino V che è tutto un altro paio di maniche.
Comunque, ripeto,visto che non sono un canonista, come penso molti altri qua dentro non lo siano, se qualcuno mi riporta l'articolo in questione espresso in altri Codici di Diritto Canonico, anteriori a quello di 30 anni fa, chiudo subito la mia piccola noterella dubitativa...
I 3 signori appena nominati credono che i giudei contemporanei si possano salvare anche misconoscendo Cristo.
RispondiEliminaDevo citare tutti i vari documenti, omelie , ecc?
Purtroppo li conosciamo.
Loro lo credono e lo sostengono. Noi no. E stiamo smascherando l'inghippo, che si va facendo più serio, perché, mentre prima non era codificato, ora, a furia di dirlo e praticarlo, acquista una concretezza nuova.
Non è facile uscire da questa trappola, che poi diventa quella dell'ecclesialmente corretto che ha perso il legame con la Verità.
Ed è drammatico perché a manovrare è chi ci dovrebbe aiutare a liberarcene, insieme ai corifei che sono in aumento, almeno per quel che appare e per il coro che riesce a prevalere.
Non so quanto di sommerso sia consapevole e rassegnato o indifferente (il che forse coincide). Anche questo è un altro dramma.
@Ricciotti (se sei lo stesso di Radio spada, sinceri complimenti, intanto) che scrivi:
RispondiElimina"Bergoglio, e Ratzinger e Wojtyla prima di lui, hanno sostenuto pubblicamente che non bisogna convertire gli ebrei".
...e mica solo gli ebrei (che tra l'altro improvvisamente si sono ritrovati a sentirsi chiamare in questi 35 anni "fratelli maggiori" e "padri nella fede"). E in più molti discorsi papali riguardanti la necessità del dialogo interreligioso o ecumenico (del tutto inimmaginabili praticamente in epoca pre-conciliare), son stati fatti ALL'INTERNO di moschee, sinagoghe, templi luterani e, dulcis in fundo, ad ASSISI (la madre di tutti questi luoghi di incontro appena menzionati), e non una volta sola e non da un papa solo...
Ho postato diverso materiale settimane fa a tal riguardo, ma talvolta ancora oggi può capitare di scontrarsi con del (pur legittimo) sentimentalismo verso alcuni papi, che può indurre erroneamente a far pensare che uno stia portando avanti un'azione malevola, anziché volta in buona fede a ricordare e a ricordarci a tutti noi, fratelli e sorelle anche di questa comunità in cui ci incontriamo virtualmente, la verità di come sono andate (e purtroppo continuano ad andare) certe cose...
A Una sola fede:
RispondiEliminaIl canone 221 del Codice di diritto canonico del 1917 dice testualmente:
"Si contingat ut Romanus Pontifex renuntiet, ad eiusdem renuntiationis validitatem non est necessaria Cardinalium aliorumve acceptatio".
Come vedi insomma la possibilità di dimissioni era prevista anche allora. Per la cronaca il canone 332 comma 2 del Codice di diritto canonico del 1983 recita:
"Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti".
Se vogliamo quindi la norma più recente è più dettagliata e restrittiva.
http://www.papalepapale.com/develop/il-cancro-di-benedetto-xvi-la-deposizione-di-francesco-tra-un-anno/
RispondiEliminaBene, Tufiferario, erano settimane che avevo questo dubbio e non riuscivo a scioglierlo...grazie di cuore per il tuo intervento chiarificatore! Sinceramente ora sono un po' più tranquillo, anche se restano tutte le mie perplessità circa il contrasto con le tante parole del Signore:
RispondiElimina"pasci...pasci...pasci le mie pecorelle" e "tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa", e "chi mi vuol seguire prenda la sua croce, rinneghi se stesso e mi segua".
Ma comunque a questo punto me ne dovrò fare una ragione, come per molte altre cose. L'importante è che la coscienza di chi ha stilato questi Codici di Diritto Canonico e del Vicario di Cristo che ha dato le dimissioni siano totalmente a posto davanti a Dio, su questo punto importantissimo...
Grazie ancora, comunque.
Li converto o non li converto????
RispondiEliminaLa strana storia della congregazione di N. S. di Sion:
http://www.papalepapale.com/cucciamastino/mastinate-quotidiane/quella-strana-congregazione-che-fine-ha-fatto/
Micus
A conclusione di questa nostra discussione sul tema delicato delle dimissioni papali, rinnovo comunque l'invito a leggere l'illuminante articolo (ripreso da http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV422_EMR_Ritirare_dimissioni.html) di ENRICO MARIA RADAELLI, Director of Department of Æsthetic Phylosophy of International Science and Commonsense Association (Rome) , di cui riporto solo alcuni brani (ma andrebbe letto tutto) . Posso almeno dire di essere in buona compagnia...:
RispondiEliminaPERCHÉ PAPA RATZINGER-BENEDETTO XVI DOVREBBE RITIRARE LE SUE DIMISSIONI: NON È ANCORA IL TEMPO DI UN NUOVO PAPA PERCHÉ SAREBBE QUELLO DI UN ANTIPAPA
“Il Papa si dimette. Si dimette?! Come: “Si dimette”? E la madre di famiglia? e la luna? è caduta anche la luna? perché non si dimette la madre di famiglia? perché non cade la luna? Come fa il Papa a ‘dimettersi’?[…]
3. LA CROCE DEI PAPI NELLA STORIA
Non mi avvalgo delle centinaia di Papi che eroicamente resistettero davanti ai soprusi più sfacciati, alle angherie più ribalde, ai tormenti più atroci: querce indomite, spesso però dal fisico di fuscelli e di men che fuscelli, macerati poi di sovente anche da lunghi digiuni e da vere penitenze (allora digiuni e penitenze si comandavano e si facevano), la Chiesa offre boschi interi di forti Papi tanto ben radicati nell’amore a Cristo e nella fede che di tale amore è la sostanza più interna e inflessibile: queste robustissime querce, come Pietre son rimaste tutte al loro posto malgrado la violenza dei tormenti soffiasse sopra di esse e tutt’attorno – e certo anche nei loro cuori di carne, ben tremebondi com’erano per ciò che sapevano essi di essere se non avessero anche saputo che era il Signore a comandarli dov’erano –, cercando di spazzarle via come pagliuzze e anche abbruciarle.
Non mi avvalgo poi delle decine e decine di Papi propriamente e materialmente ‘martiri’, sarebbe troppo facile: il loro sangue si è sparso a fiumi per almeno tre secoli sulla rena del primo Cristianesimo davanti a plebi e imperatori che sghignazzando li avrebbero anche volentieri calpestati pur di annientare in loro il loro vero nemico, Cristo GESÙ: essi non si sottrassero al martirio, né al carcere durissimo, né ai lavori forzati, ma tutto assunsero nella loro intrepida ma anche trepidissima carne. « “Simone di Giovanni, mi ami tu?” “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. “Pasci i miei agnelli”. ». Che è a dire: “Simone di Giovanni, vuoi vincolarti a me con il vincolo più forte della morte?” “Sì, Signore, lo voglio”. “Governa ciò che è mio”. Neanche la morte può recidere un vincolo tre volte più forte della morte come è questo vincolo, questo specialissimo vincolo. Non c'è un vincolo tra Cielo e Terra, tra Verità e umanità, più solido e più indistruttibile di questo vincolo.
a seguire, se mi è concesso, l'ultima parte di questo brano importante...
...segue dal post precedente:
RispondiElimina"Dunque non mi avvalgo della storia. Ma è del Cristo che mi avvalgo. La storia nulla è, se non le si riconosce l’intima sua qualità di rivestire, di ricoprire, quasi di nascondere, un’essenza, la quale essenza però, di suo, le sfugge, le è superiore, e la governa: i Papi, molti, moltissimi Papi si sono sacrificati fino a dare la vita, e non solo col sangue; molti, la maggioranza straripante, si sono interamente regalati all’amore totale e totalizzante per il loro Cristo e per il loro gregge, il quale è loro perché è del loro Cristo.[…]
[…]11. IL VERO ATTO DI CORAGGIO, SCANDALO DEL MONDO, È NON SCENDERE DALLA CROCE A NESSUN COSTO
Con nell’animo queste considerazioni, non le dimissioni, ma il loro ritiro diventa sì un atto di soprannaturale coraggio, e Dio solo sa quanto la Chiesa abbia bisogno di un Papa soprannaturalmente, e non umanamente, coraggioso. Un Papa cui non inneggino i liberali di tutta la terra, ma gli Angeli di tutti i Cieli. Un Papa martire in più, giovane leoncello del Signore, porta più anime al Cielo che cento Papi dimissionati (quanti saranno da oggi in futuro i Papi).
Atto dunque dettato da argomenti soprannaturali, riconoscendo che dalla Croce gloriosa non si scende perché comunque non si può scendere, meglio: perché, pur tentati, non c’è la strada per scendere, e la strada che si intravvede esservi non è vera, ma è una strada di nuvole, di niente, e tanto più non può scendere e percorrere quella strada inconsistente la persona del Papa: la propria libertà, in specie se libertà di Papa, è affissata, è inchiodata alla volontà divina, unica, potente e vera Realtà che sulla Croce mistica ha voluto con sé il suo Vicario".
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV422_EMR_Ritirare_dimissioni.html
aveva ragione allora chi disse che BXVI stava scendendo dalla croce che il Signore gli aveva assegnato,(anche Forattini sul Giornale gli dedicò una vignetta senza parole: Benedetto che scende e si allontana dal Calvario, dove resta la sua Croce vuota) tanto più che egli stesso, al tempo della malattia di papa GPII, aveva detto nella famosa intervista a "Porta a porta":
RispondiElimina"Solo Dio può licenziare il papa".
E allora perchè tante aspre critiche a chi lamentava questa discesa dalla Croce e abbandono del gregge in mani ignote e malfidate ?
rileggete un po' sul web i posts di quei giorni dopo l'11 febbraio e avrete la misura della grande divergenza che si aprì tra i cattolici sul web, tra cui si apprese con sommo sconcerto che alcuni gruppi ecclesiali (spec. CL) non vedevano l'ora di mandarlo via dicendo nelle piazze "dimettiti, dimettiti"....per il bene della Chiesa, intendevano loro, oggi i fans in deliquio per Bergoglio!
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/02/don-mauro-tranquillo-considerazioni-su.html
RispondiEliminahttp://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=903:osservazioni-metafisiche-e-giuridiche-sull-abdicazione-papale&catid=93&Itemid=149
RispondiEliminaper dire da quante parti i temi son sempre inquietantemente quelli, riporto:
RispondiEliminaLA "TEOLOGIA" DI DOSSETTI
da Card. Giacomo Biffi, "Memorie", seconda edizione, pp. 485-493
UNA CRISTOLOGIA IMPROPONIBILE
Alla fine di ottobre del 1991 Dossetti mi ha cortesemente portato da leggere il discorso che gli avevo commissionato per il centenario della nascita di Lercaro. "Lo esamini, lo modifichi, aggiunga, tolga con libertà", mi ha detto. Ed era certamente sincero: in quel momento parlava l’uomo di Dio e il presbitero fedele.
Purtroppo, qualcosa che non andava ho effettivamente trovato.
Ed era l’idea, presentata da Dossetti con favore, che, come Gesù è il Salvatore dei cristiani,
così la Torah, la legge mosaica, è anche attualmente la strada alla salvezza per gli ebrei.
L’asserzione era mutuata da un autore tedesco contemporaneo, ed era cara a Dossetti probabilmente perché ne intravedeva l’utilità ai fini del dialogo ebraico-cristiano.
Ma come primo responsabile dell’ortodossia nella mia Chiesa, non avrei mai potuto accettare che si mettesse in dubbio la verità rivelata che Gesù Cristo è l’unico Salvatore di tutti. [...]
"Don Giuseppe, – gli dissi – ma non ha mai letto le pagine di san Paolo e la narrazione degli Atti degli Apostoli?
Non le pare che nella prima comunità cristiana il problema fosse addirittura quello contrario?
In quei giorni era indubbio e pacifico che Gesù fosse il Redentore degli ebrei; si discuteva caso mai se anche i gentili potessero essere pienamente raggiunti dalla sua azione salvifica".
Basterebbe tra l’altro – mi dicevo tra me – non dimenticare una piccola frase della lettera ai Romani, là dove dice che il Vangelo di Cristo “è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del giudeo prima e poi del greco” (cfr. Rm 1, 16).
Dossetti non era solito rinunciare a nessuno dei suoi convincimenti. Qui alla fine cedette davanti alla mia avvertenza che, nel caso, l’avrei interrotto e pubblicamente contraddetto; e accondiscese a pronunciare questa sola espressione: "Non pare che sia conforme al pensiero di san Paolo dire che la strada della salvezza per i cristiani è Cristo, e per gli ebrei è la Legge mosaica". Non c’era più niente di errato in questa frase, e non ho mosso obiezioni, anche se ciò che avrei preferito sarebbe stato di non accennare nemmeno a un parere teologicamente tanto aberrante.
Questo “incidente” mi ha fatto molto riflettere e l’ho giudicato sùbito di un’estrema gravità, pur se non ne ho parlato allora con nessuno.
Ogni alterazione della cristologia fatalmente compromette tutta la prospettiva nella “sacra doctrina”. In un uomo di fede e di sincera vita religiosa, come don Dossetti, era verosimile che l’abbaglio fosse conseguenza di una ambigua e inesatta impostazione metodologica generale."
seguono ragionamenti del Cardinale contro i "teologi immaginari", tali perchè non edificati nel Magistero Perenne e nel Depositum Fidei.
Anonimo censurato 03 dicembre 2013 15:13,
RispondiEliminaha già risposto l'interessata dalle sue insinuazioni, ma veda invece come l'approccio di Mic è stato ed è sempre di buona e limpida intenzione e mai ideologico:
prima un'associazione del passato in cui si cercava un approfondimento;
poi dopo aver notato come una certa idea di dialogo condotta in un certo modo porta a prese di posizione eretizzanti rispetto alla fede cattolica,
non è che si cambia, ma si corregge il tiro, si va più in profondità, si fanno distinguo, per non far torto alla fede per Chi ci ha salvato, senza altre componenti.
Non si trattava di incoerenza, ma di buona fede prima e dopo, e di messa a fuoco.
Io invece capisco quanto spiegato dall'autrice, perchè pur senza associazioni ho dovuto approfondire la stessa questione nella mia coscienza e in un'ottica di fede...fedele. Ci ho impiegato anni.
@dicebamus scrivi: "abbandono del gregge in mani ignote e malfidate"
RispondiEliminaSì, dicebamus, è la stessa cosa che scrissi pure io, ricordo, all'amico Lupus et Agnus, anzi condividendo con lui la sofferenza e quasi gridandolo di nuovo, dopo averlo fatto quel tristissimo giorno di febbraio: "non dovevi lasciarci soli! NON DOVEVI LASCIARCI IN BALIA DEI LUPI!"..e questo mi venne da qua, dal profondo di me stesso, senza troppi filtri nè sottili ragionamenti nè appigli legali.
E sicuramente egli avrà sicuramente avuto le migliori ragioni del mondo, anzi, di certo le avrà avute, e io avrò esagerato magari con quel grido, ma è così che me lo sono sentito quell'abbandono: esattamente come un figlio da parte del proprio padre. E i lupi, una volta avuto il campo libero non se ne stanno a guardare...
Avete notato che Bergoglio non porta più l'anello piscatorio? Così come sulla fascia della talare non è ricamato il suo stemma. Un Papa che non porta le insegne papali nell'esercizio della sua funzione...che lo faccia perché sa che il Papa non è lui?
RispondiEliminaMicus
Nessun Papa tranne Benedetto XVI ha mai portato abitualmente l'anello piscatorio (Benedetto XVI non ha mai capito moloto dell'utilizzo delle insegne papali, come del resto Mons. Marini). Quanto allo stemma sulla fascia, è un'innovazione di Pio IX e anche abbastanza ridicola. Di solito chi porta uno stemma sugli abiti è il servo del titolare dello stemma medesimo. Mi pare che i problemi siano ben altri
RispondiEliminaCito il testo di don Mauro Tranquillo che mi pare molto chiaro, sulla possibilità dell'abdicazione:
RispondiEliminaInnanzitutto la questione teorica della possibilità per il Papa di lasciare il suo ufficio, sollevata dai teologi al tempo dell’abdicazione di Celestino V, non è più di libera discussione tra cattolici. Sia Celestino V sia Bonifacio VIII hanno emanato una sentenza magisteriale che trancia la questione. Questo argomento d’autorità in teologia è sommo, ecco perché lo citiamo per primo. Ci piace anche riportare il testo del decreto De renuntiatione di Bonifacio VIII (VI Decr., Lib. I, tit. VII, cap. I), emanato nel 1299, che come si vedrà non è semplice norma giuridica ma definizione magisteriale:
«Poiché alcuni curiosi, che discettano delle cose che non giovano molto, e che cercano temerariamente di sapere più del dovuto (contro la dottrina dell’Apostolo), sembravano poco saggiamente porre in preoccupante dubbio che il Romano Pontefice (soprattutto quando si riconosca insufficiente al governo della Chiesa universale, e a sopportare i pesi del supremo pontificato) possa rinunciare al Papato con il suo onere e onore: il nostro Predecessore Papa Celestino V (mentre presiedeva al governo della stessa Chiesa) volendo amputare su questo punto ogni materia di esitazione, dopo aver deliberato con i suoi fratelli, i Cardinali di Santa Romana Chiesa (del cui numero allora eravamo), dietro nostro e loro concorde consiglio e assenso con l’autorità apostolica stabilì e decretò che il Romano Pontefice può liberamente dimettersi. Noi dunque, perché tale statuto non andasse dimenticato con il corso del tempo, o non capiti che lo stesso dubbio venga di nuovo portato recidivamente nella medesima discussione, abbiamo ritenuto con il consiglio dei nostri fratelli di inserirlo tra le altre costituzioni a perpetua memoria» .
Sempre a livello di argomenti di autorità, e quindi determinanti, si deve ricordare che le leggi universali della Chiesa sono infallibili (in senso negativo), cioè non possono essere in contrasto con il diritto divino o naturale, né portare al male, né violare la realtà metafisica. L’istituto dell’abdicazione papale è, come tutti ben sanno, contenuto come tale nel Codice di Diritto canonico (del 1917, e anche in quello del 1983). Quindi è una legge universale e non può considerarsi malvagia, o in contrasto con il diritto divino, anzi è espressione indiretta di una realtà dottrinale.
Ancora come argomento di autorità, abbiamo la canonizzazione di Papi che abdicarono, come san Ponziano e il ben noto san Pietro Celestino: se il loro atto fosse andato contro una legge essenziale e metafisica, anche in buona fede, non avrebbero certo potuto essere infallibilmente proposti alla venerazione di tutti i fedeli come esempio e modello di virtù eroiche.
La ragione metafisica e teologica di questa possibilità per tutti i Papi è il fatto che il Papato è un accidente (un potere di governo universale non permanente, infatti ognuno concorda che si perde alla morte) infuso direttamente da Dio in un soggetto designato dall’elezione legittima (causa materiale) e l’accettazione della medesima (causa formale). Il ritiro volontario dell’accettazione, cioè di un atto personale e volontario, dissolve il soggetto-Papa esattamente come la morte. L’unica eccezione secondo i teologi sarebbe stata quella di san Pietro, che non era divenuto Papa per accettazione dell’elezione ma direttamente per volontà del Cristo. Il Papato non è un carattere sacramentale o una qualità connaturale permanente, quindi tale qualità metafisicamente si può scindere dal soggetto in cui si trova, allo stesso modo con cui si è unita al medesimo: mediante un atto volontario.
In quanto revoca di un atto personale, l’abdicazione sarà dunque valida purché volontaria...
Cara Mic,
RispondiEliminaMe sembra che la questione è difficile, perchè la distinzione fatta per Ratzinger non trova nessuno fondamento nei Padre della Chiesa e nella sana teologia cattolica. Il Sisi Nono trata della questione nell'articolo "LA STRANA TEOLOGIA DI RATZINGER" - http://www.doncurzionitoglia.com/strana_teologia.htm. La propria alleanza tra Dio e Mosé rivoca l'alleanza tra Dio e Abramo. Dio ha promesso ha Abramo solo una discendenza numerosa dove aveva di uscire la salvezza per gli uomini. Quando Dio fa la alleanza con Mosé, questa promessa di Dio a Abramo era già compiuta.
Giovanni Batista diceva nella sua predicazione: "non dite che siete figli di Abramo...". Lui già non considerava la discendenza di Abramo secondo la carne, perchè non considerava quelli che non avevano e non facevano opera di fede, figlie di Abramo. Tutti quelli che hanno fede in Cristo, sono anche figlie di Abramo e in questo senso Dio ancora oggi da a lui discendenti. Ma questo non se applica per niente ai giudei.
La questione é complicata...
Appunto, purché volontaria....ma la vogliamo capire o no che Ratzinger è stato defenestrato metaforicamente prima che venisse posto in atto veramente? L'hanno cacciato, punto, perchè secondo i pupari la CC perdeva consensi mediatici, ogni giorno scandali su scandali a livello planetario, adesso che si è tolto dai cosiddetti, tutto è ok, vendite gadgets e sounvenirs alle stelle, viaggi turistici con incontri col vdr prenotati a gettito continuo, giornali, radio e tv sedicenti cattolici boom di ascolti, leccatine anche dai dissenzienti di allora, voltafaccia e giri di banderuole a gogo....ma chi saremo mai noi??? 3 Parche ci ha definiti un signorile e coraggioso anonimo, stia attento a non beccare Atropo... By the way, spero siano prive di fondamento le news che dicono che non può allontanarsi dal convento ed uscire dal Vaticano, perché allora si tratterebbe di vera e propria prigionia....Lupus et Agnus.
RispondiElimina@Gederson Falcometa ha scrittoo:
RispondiElimina"Tutti quelli che hanno fede in Cristo, sono anche figlie di Abramo e in questo senso Dio ancora oggi da a lui discendenti".
1) Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro […]: “Fate dunque frutti degni di conversione, e NON CREDIATE DI POTER DIRE FRA VOI: “ABBIAMO ABRAMO PER PADRE”. Vi dico che DIO PUO’ FAR SORGERE FIGLI DI ABRAMO DA QUESTE PIETRE.
(Mt 3, 7-9)
2) Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «SE SIETE FIGLI DI ABRAMO, FATE LE OPERE DI ABRAMO! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.
(Gv 8, 39-40)
3) “Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti NON TUTTI I DISCENDENTI D’ISRAELE SONO ISRAELE, NE’ PER IL FATTO DI ESSERE DISCENDENZA DI ABRAMO SONO TUTTI SUOI FIGLI, ma: “In Isacco ti sarà data una discendenza”; cioè: non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come discendenza”.
(Rm 9, 6-8)
4) “[…] perché in CRISTO GESU’ LA BENEDIZIONE DI ABRAMO PASSASSE ALLE GENTI e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede”.
(Gal 3, 14)
“[…] perché in CRISTO GESU’ LA BENEDIZIONE DI ABRAMO PASSASSE ALLE GENTI e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede”.
RispondiElimina(Gal 3, 14)
Questo è il punto.
La Catholica ha ereditato l'universalità della Salvezza (per tutti i popoli) di cui Israele era portatore ma ora il popolo teologale (non più etnico) ha ricevuto, accolto ed è portatore di questa Salvezza in Cristo, non senza di Lui!
portatore di questa Salvezza in Cristo, non senza di Lui!
RispondiEliminapoi però, se un povero spettatore del villaggio globale, a qualsiasi latitudine sente un papa che dalla caput mundi dice, rivolto agli atei:
"Non fa niente se sei ateo, va bene così, Dio ti ama, ci incontramo tutti "là"....ecc." che cosa deve capire ? (questo là" che sarebbe?) deduce che non c'è bisogno di Cristo per salvarsi l'anima, ovviamente. Tutti si salvano, seguendo se stessi e la PROPRIA idea di bene e male, o di un suo dio (che cattolico non è)!
questa è la sostanza del messaggio divulgato al mondo in questi 8 mesi, con gran "tenerezza" urbi et orbi, di qualunque popolo cultura e credenza o non-credenza.
(cfr.: "sarete come dèi....)
Un vicario di Cristo che invece di essere "pietra d'inciampo" come Cristo, approva e vezzeggia il mondo e le sue tenebrose seduttive carnalità, così come sono, non esigendo nessuna conversione a Cristo dai suoi nemici e da coloro che lo rifiutano, che Vicario di Cristo è ?
(la domanda rimane tuttora sospesa, per il fatto che quasi tutti sia cattolici che altri, in illusoria CONTINUITA' circa il papato e la figura ufficiale del papa "del momento attuale", non riescono a immaginare che la Chiesa dovrebbe essere guidata da un Vicario che deve pascere le pecore di Cristo, tutelandole da lupi e burroni (eresie e apostasia) e deve portare il resto del mondo a Cristo, testimoniandolo a costo anche della sua vita se occorre, come i primi Apostoli: roba "fuori moda", cioè oggi improponibile....)
@mic scrive:
RispondiElimina"ma ora il popolo teologale (non più etnico) ha ricevuto, accolto ed è portatore di questa Salvezza in Cristo, non senza di Lui!"
...e a tal proposito ecco uno stralcio proprio dell'articolo il cui link è stato inserito da Gederson Falcometa, e che riporto ancora per comodità di consultazione:
http://www.doncurzionitoglia.com/strana_teologia.htm:
"A pagina 14 [del libro “Molte religioni, un’unica Alleanza”] RATZINGER cita il testo del Vangelo di San Giovanni (IV, 22) “La salvezza viene dai giudei”, e lo applica erroneamente ai rapporti tra ebraismo post-biblico e Cristianesimo. Questa frase di Gesù alla samaritana presso il pozzo di Giacobbe riguarda, invece, la querelle di quel tempo tra giudei e samaritani. Questi, infatti, nel 722 a. C. avevano fatto scisma dalla Giudea ed avevano accolto le usanze e le superstizioni dei Popoli pagani e politeisti che li avevano invasi, corrompendo la purezza della Fede abramitica o dell’Antico Testamento per dar luogo ad una falsa religione sincretistica. Alla domanda della samaritana se la vera Fede sia quella del Tempio di Gerusalemme o quella dei samaritani che sul monte Garizìm, riguardato come sacro, celebravano i loro riti, Gesù risponde che nell’ Antica Alleanza la vera Fede è quella dei Giudei (salus ex judaeis) che adorano Dio in Gerusalemme come Dio stesso aveva prescritto nel Pentateuco, ma aggiunge anche che si avvicina l’ora [Nuova Alleanza, nda], anzi è già venuta “in cui si adorerà Dio in spirito e verità” (col sacrificio della Messa, in tutto il mondo) e allora né su questo monte né in Gerusalemme adorerete il Padre” [cessazione dell’Antica Alleanza].
Ora, DIRE CHE LA SALVEZZA OGGI, DOPO IL SACRIFICIO DI CRISTO, VIENE – come scriveva anche Léon Bloy – ANCORA DAI GIUDEI, E’ OGGETTIVAMENTE FALSO ED E’ CONTRARIO A CIO’ CHE HA RIVELATO REALMENTE GESU’ NEL VANGELO DI GIOVANNI.
[…] La conclusione pratica della teologia giudaico-cristiana, nata dopo la riflessione sulla “shoah” è – SECONDO RATZINGER – la seguente: «Ebrei e cristiani debbono accogliersi reciprocamente in una più profonda riconciliazione, SENZA NULLA TOGLIERE ALLA LORO FEDE E, TANTO MENO, SENZA RINNEGARLA ma anzi a partire DAL FONDO DI QUESTA STESSA FEDE. Nella loro reciproca riconciliazione essi dovrebbero divenire per il mondo una forza di pace. Mediante la loro testimonianza DAVANTI ALL’UNICO DIO…» .
Ora, COME PUO’ UN CRISTIANO, che crede nella SS. Trinità e nella divinità di Cristo, accogliere “a partire dal fondo di questa stessa fede” l’ebraismo che nega recisamente la SS. Trinità e la divinità di Cristo? Solo la dialettica hegeliana, la coincidentia oppositorum cusano-spinoziana lo permettono. Ma la retta ragione, il principio per sé noto di identità e non contraddizione ed inoltre la divina Rivelazione lo negano”.
Amico mio, non ti si regge più, e lascia perdere le citazioni, molte volte il libro portava la sua firma, ma era frutto di lavoro di équipe della Cdf, stai sul pezzo, scrivi le 'poesie' o versi, come preferisci, sono molto belle e sentite e fammi sapere il numero del tuo prediletto fra i 265 successori,così ci mettiamo una pietra sopra :().Anonymous.
RispondiEliminacarissimo fratello anonymous, mi dispiace che tu non mi regga più, e ti invito anzi a pregare per me (io ovviamente ricambierò con piacere).
RispondiEliminaPer quanto riguarda lo "stare sul pezzo", ecco le (sante) parole di mic: "ma ora il popolo teologale (non più etnico) ha ricevuto, accolto ed è portatore di questa SALVEZZA in Cristo, non senza di Lui!"
alle quali appunto mi sono allacciato e ho riportato questo, tra l'altro:
"A pagina 14 [del libro “Molte religioni, un’unica Alleanza”] RATZINGER cita il testo del Vangelo di San Giovanni (IV, 22) “La SALVEZZA viene dai giudei”, e lo applica erroneamente ai rapporti tra ebraismo post-biblico e Cristianesimo"
e
"Ora, dire che la SALVEZZA OGGI, DOPO IL SACRIFICIO DI CRISTO, VIENE – come scriveva anche Léon Bloy – ANCORA DAI GIUDEI, E’ OGGETTIVAMENTE FALSO ecc ecc"
per quanto riguarda il mio gradimento tra tutti i 266 (mi pare, non 265...) direi che il primo non si scorda mai..
Grazie per l'apprezzamento dei miei poveri versi...
ancora una volta:
RispondiEliminama se ratzinger, tedesco, avesse fatto anche un passo indietro su questo argomento rispetto a Woytila, polacco, che cosa sarebbe successo ? All hel will broke loose, dicono gli americani. In italiano volgare, un casino ! o ci siamo dimenticati di quando levo' la scomunica ai vescovi FSSPX ?
ma se non appena eletto, Francesco e' stato salutato come chi avrebbe riportato il rapporto ebrei- cattolici la' dove l' aveva ladciato GPII, come a dire che com BXVI si era arrestato, anzi peggio, era tornato indietro?
era l' unica cosa positiva che speravo in bergoglio: e' aregentino, dicevo, non era in europa negli anni 30 e 40, sara' meni succube...oh, poor me, non sapervo del rabbino Skorka
rosa
Rosa, se puoi, procurati il libro scritto da Jorge Bergoglio con il rabbino Skorka, suo amico, vedrai quanto forte e significativa sia la loro amicizia, vedrai non solo su diversi temi il pensiero di colui che è stato eletto Papa ma gli atti che ha posto quando era a Buenos Aires, ad esempio come e a a chi metteva a disposizione la sua cattedrale per celebrazioni interreligiose, come per lui fosse assolutamente normale (ipse dixit) andare in uno stadio ad una riunione di evangelici, inginocchiarsi e farsi benedire con la preghiesa dei presenti.
RispondiEliminaSì, lettura molto istruttiva, senza dubbio molto più interessante di quella di uno degli ormai innumerevoli libri culto che ornano le librerie e non solo "cattoliche".
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaE qui un articolo e una foto su uno di quegli incontri a cui participava Jorge Bergoglio.
RispondiEliminaNo comment.
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/30397/
Qui un articolo e una foto :
RispondiEliminahttp://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/30397/
No comment.
Siamo d'accordo sul primo, ma davvero, io non sono un teologo e non ho mai letto testi dell'uno o dell'altro, questi tuoi frequenti richiami su libri che la maggior parte di noi mai leggerebbe o leggerà, rende i tuoi interventi un po' indigesti (:<..... gli apprezzamenti sulle poesie sono sinceri, sono belle e commoventi, spero non me ne vorrai.Anonymous.
RispondiEliminaCaro Anonymous, io non posto solo brani di libri e articoli(tra l'altro, in questo caso, avrai visto che il link era stato postato in prima battuta da Falcometa, io l'ho solo ripreso perchè il corpus dell'articolo conteneva una chiara conferma a ciò che aveva appena scritto mic...), e circa il fatto che certi articoli o libri nessuno li leggerebbe mai...beh, mi permetto di dirti che questa è ovviamente una tua sacrosanta opinione, ma magari non condivisibile da molti altri... Faccio notare pure che don Curzio Nitoglia, da cui spesso traiamo (non solo io) spunti interessanti anche di critica agli esponenti di spicco nel mondo della Chiesa di questi decenni, non è propriamente un elemento di terzo livello nel mondo tradizionalista, anzi, avercene così...
RispondiEliminaUltima cosa, dicevo, se sarai stato attento, noterai che io posto anzi pochissimo relativamente a libri, bensì per la maggior parte brani direttamente dalla Sacra Scrittura e dal Magistero (sia quello post- sia quello pre-conciliare, giusto per mettere meglio in luce le differenze, che sono a volte abissali...). Se poi questo può risultare indigesto ad alcuni, me ne dolgo sinceramente, ma penso che alla fine conoscere la realtà delle cose attraverso le fonti che ho appena citato possa essere comunque importante per chiunque non voglia limitarsi ad avere qualche opinione anche dettata dal sentimento o comunque dalla propria sensibilità e gusto personale, peraltro del tutto legittimi.
Credo di essermi spiegato a sufficienza, e ti ringrazio ancora per l'ulteriore tuo apprezzamento e attenzione per il mio modo di comporre in versi (che comunque, ti assicuro, anche se non sembra è sempre anche frutto di fatica, un po' come le ricerche sul materiale di cui ho parlato poc'anzi).
Ancora una preghiera vicendevole.
Non ti devi dolere per me, non ne vale assolutamente la pena, ma, credimi, almeno nelle mie terre, la percentuale delle persone che si dichiarano cattoliche, e che leggono non dico testi specifici, ma il Vangelo, anche quello della domenica, è infinitesimale, stesso dicasi della catechesi impartita nei 5 anni deputati all'indottrinamento dei bambini, cosa che spesso viene interamente lasciata in mano a laici totalmente, o quasi, digiuni di dottrina cattolica e nessuno, neppure i preti, fa mai riferimento ad atti magisteriali o al catechismo della CC, neanche a quello in forma abbreviata; ho tentato di far presente il problema in vari blog ed anche al nostro vecovo, sant'uomo in balìa di preti arroganti in tutti i sensi, ogni parrocchia è un'isola a sé stante e non si esce dal solco del vat2, ciò non vuole essere una scusante, semmai è un'aggravante, ma la situazione è drammaticamente sotto gli occhi di tutti, per queste mie rilevazioni sono stato bannato diverse volte, pazienza se lo sarò una volta di più, da parte mia nessun motivo di sia pur velata mancanza di rispetto per l'opera che svolgi, io, per il poco che valgono, dedico a tutti le mie preghiere.Anonymous.
RispondiEliminaSì, Anonymous, comprendo bene il tuo scoramento, che ti assicuro per molti versi è anche il mio...
RispondiEliminaPerò proprio per questa situazione di "ignoranza" delle Scritture e della Dottrina Cattolica che tu ravvisi in giro (e come darti torto?) insieme alle modalità di certo spesso non magnifiche con cui esse sono trasmesse; ecco, dicevo, è bene, a mio avviso anche per questo, postare citazioni che aiutano a fare almeno una piccolissima opera di "supplenza" a tali mancanze (così come ritengo personalmente che sia utile postare atti e dichiarazioni degli ultimi cinquant'anni a diversi livelli di responsabilità ecclesiale, più di una volta in aperto contrasto appunto con la Dottrina di sempre, confrontati con ciò che la Chiesa ha sempre professato, iniziando da Gesù Cristo).
Un caro saluto, una preghiera e continua a scrivere qua...