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sabato 1 febbraio 2014

STABILITAS LOCI

[Editoriale di "Radicati nella fede" - febbraio 2014]
Siamo totalmente d'accordo. Tant'è che questa stabilitas loci, chi non ce l'ha la sta cercando. Tuttavia non si può ignorare che c'è un problema che al momento appare umanamente insormontabile: tante, troppe diocesi dove di loci neppure l'ombra.
È cosa buona e giusta mettere in guardia i fedeli dalle situazioni ingannevoli. Tuttavia cerchiamo di distinguere le lamentele sterili dai tentativi di lancio - viste inascoltate le richieste (ché tanto abbiamo pastori sordi e muti per quanto ci riguarda e ciarlieri per tutto il resto) - di una pastorale tradizionale alternativa, proponendo anche testi e riflessioni commestibili a chi non ha altre fonti cui attingere.
E questa non è che la fotografia della realtà. A ognuno trarne le possibili conseguenze nelle rispettive situazioni. Nel frattempo, se non ci fosse la rete cosiddetta 'virtuale', che non può sostituire ma può supportare o in qualche modo incoraggiare le reti concrete e reali sul territorio, forse non saremmo arrivati fin qui e tante anime non sarebbero fuori da situazioni a rischio. 

Se c'è un rischio grande, oggi, è quello di credere di vivere le cose perché le si pensa o perché le si vede. Sì, oggi è questa la grande illusione, l'illusione del “virtuale”. Non vogliamo parlare solo di internet, anche di questo, ma non solo di questo.

C'è nel mondo tradizionale chi, navigando sul web, fa il pieno di informazioni sulla vita della Tradizione, partecipa a tutti i più infuocati dibattiti o intervenendo o lasciandosi agitare, e pensa così di vivere la Chiesa secondo la tradizione. C'è poi un altro genere di “virtuali”, fatto da quelli che, amando viaggiare, vanno in cerca dei luoghi più significativi, dove poter vivere qualche intensa esperienza, che faccia loro gustare un pezzetto della Chiesa di sempre: un giorno sono in un convento, l'altro in un priorato, l'altro ancora in una chiesa dove si canta bene la messa. Nell'approssimarsi di una festa dicono: “Dove andiamo a viverla questa volta, dove sarà meglio?”.
Entrambe queste posizioni sono ingannevoli e a lungo andare non costruiscono niente, lasciano a mani vuote, non cambiano la vita. Sono entrambe ingannate dal “virtuale” che non diventa mai “carne e sangue”. È un vagabondare pericoloso, che non ti cambia, che sposta fuori di te il problema.

Potremmo applicare a questo genere di persone il giudizio severo che San Benedetto, padre del monachesimo occidentale, esprimeva sui monaci vaganti:
“C'è infine una quarta categoria di monaci, che sono detti girovaghi, perché per tutta la vita  passano da un paese all'altro, restando tre o quattro giorni come ospiti nei vari monasteri...
 ...sempre vagabondi e instabili, schiavi delle proprie voglie ...
 Lasciamoli quindi da parte ...”
Perché questa sferzante severità da parte del Patriarca del monachesimo? Perché questi monaci, così vagando, non si pongono sotto l'obbedienza di nessuno e sfuggono al primo compito del cristiano, la propria conversione.

I monaci benedettini fanno due voti: quello di stabilità (nel monastero) e quello della conversione dei costumi, conversione della vita. Ma è evidente che i due voti sono collegati strettamente: come fa il monaco a convertire la sua vita, se stabilmente non si mette sotto un'obbedienza santa, se non segue chi può guidarlo al cambiamento della sua vita? E come fa ad obbedire se non è stabile, se il riferimento della sua vita non è stabile?

Questo è vero anche per ciascuno di noi, non solo per il monaco. È vero per ogni cristiano. Tanto più per il cristiano che giustamente vuole seguire il Cristianesimo “non modificato”, cioè la Tradizione.
Per questo, e lo abbiamo già detto, dobbiamo riconoscere un luogo di messa tradizionale, dove accanto alla celebrazione della messa ci sia anche la sana dottrina, e farlo diventare il luogo della nostra stabilità. Solo così sarà edificata la nostra vita, sotto un'obbedienza reale che ci converte.

Anche nel caso che questo luogo sia molto distante, e quindi impossibile recarvisi tutte le settimane, sarà sempre possibile un riferimento spirituale intenso che ci permetterà un reale seguire. Uno non potrà forse andarci tutte le settimane, ma programmerà il suo esserci nei momenti più intensi dell'anno. Molte volte la difficoltà della distanza invece di essere un inciampo, se aumenta il desiderio, è una grazia: tu che sei distante puoi capire meglio quanta grazia ci sia in quel luogo, che tu non puoi sempre raggiungere.

Ad altri, più fortunati per vicinanza, sarà invece sempre possibile una fedeltà scrupolosa, alle messe e agli incontri dottrinali, fedeltà che, sola, nel tempo produce grandi frutti.

La vita cristiana consiste nel seguire Cristo, ma questo seguire passa attraverso quel prolungamento dell'Incarnazione di Nostro Signore che si chiama Chiesa. E nella Chiesa si incarna in volti precisi: quel sacerdote, quel fedele più zelante ecc...

Non ha proprio senso il vagabondare spirituale, è sterile e se volete ridicolo: vai in un luogo, vuoi vederci una bella Messa cantata, va bene! ma lo sai che, perché ci sia quella Messa cantata, dei fedeli hanno rinunciato alla loro “libertà”, per essere lì tutte le domeniche a cantarla? ...e altri hanno assicurato il servizio all'altare, tutte le domeniche? ...e un prete è lì stabilmente per celebrarla?
Se tutti questi avessero vagabondato negli anni, per cercare “esperienze” spiritualmente interessanti, tu non avresti trovato un bel nulla. Riflettici su questo.

Sì, è chiesta a molti una conversione in questo senso, una decisione per la vita: vuoi la Tradizione? Falla!... secondo l'autorità che il Signore ti ha dato. Sei prete? Inizia a celebrare la messa di sempre. Sei laico? Recati stabilmente dove un sacerdote, sano per dottrina, ha assicurato la messa della Tradizione, e sii fedele a quella chiesa, perché la tua fedeltà edifichi altri e converta il tuo cuore.

Non c'è alternativa a questa stabilità.

Avete mai provato a domandarvi: ma se per un miracolo della Provvidenza, il Papa concedesse libertà totale all'esperienza della Tradizione, sapremmo far frutto di questa libertà? Ci metteremmo, sotto la grazia di Dio, a fare il Cristianesimo secondo la Tradizione? O troveremmo delle scuse per vivere ancora nella recriminazione?

Volere che la Chiesa torni alla sua Tradizione, lamentandosi o rimpiangendo, fa buttare il tempo, fa buttare la vita... e la vita passa veloce.

16 commenti:

  1. Che il Signore ci conceda loci e sacerdoti come a Vocogno.
    E anche di custodire la nostra fedeltà.

    Coraggio, avanti. Ché la nostra resistenza si impone, tanto è diffuso il disorientamento. E il Signore ogni tanto qualche risultato ce lo fa vedere. Magari dove non ce lo aspettiamo...

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  2. Cara Maria,
    in merito all'articolo in questione, perche' non far conoscere anche tramite questo blog che a San Nicola in Carcere, si celebra tutti i sabati e domeniche una S.Messa tradizionale, per dar modo a chi e', sia nei paraggi, sia anche chi si trova in condizioni di distanze accettabili, e puo' raggiungere piu' facilmente la Basilica e magari non sa' che qui puo' partecipare assiduamente ed e' sempre presente un sacerdote che ci segue, senza andare una volta in una Chiesa una volta in un'altra.
    Nel caso tu sia d'accordo gli orari del sabato e domeniche si possono pubblicare, e si potrebbe formare un bel gruppo stabile in unione a quello esistente.

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  3. Bernardino, hai presenti quanti annunci ho dato sul blog per San Nicola in carcere?
    Comunque ti ringrazio per avermelo ricordato. Ogni tanto li riproporrò e, appena posso, spero di aiutarvi a organizzare qualche incontro come già d'intesa di Alessandra, che sa essere trascinatrice e propositiva ;)
    E che comunque si spende molto sia per la logistica che per gli annunci che per l'accoglienza.

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  4. Purtroppo bisogna spostarsi e non per voglia di novità ma perché ci sono dei preti e non sono pochi ,assolutamente da evitare . Io ( e non solo io)ormai sono anni che non frequento più la chiesa del mio quartiere .Questo non per voler giudicare il parroco ma semplicemente perché quando celebra e' freddo,distante ,approssimativo....Io mi son fatto una specie di scaletta ed il mio parroco c'é ma é all'ultimo posto.Max

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  5. Attenzione! Articolo molto interessante (fino ad inquietare il lettore) sul blog Papalepapale al riguardo di Papa Benedetto ed alcune cose recenti.
    Scrivo per i responsabili del sito: quello di mastino non è un intervento qualunque, non è un intervento qualunque...

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  6. La questione dello stemma era gia' uscita qualche mese. Confesso che anch'io quando ho riletto la cosa sulla Pravda-Vatican Insider sono rimasto stupito e mi sono posto alcune domande alle quali non ho saputo rispondere. Per quanto posso evito la dietrologia, anche se...

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Il fatto dello Stemma, lo avevamo già ritenuto strano qui

    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/06/montezemolo-ha-provato-togliergli-lo.html

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  9. E, poi, leggete anche qui

    http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/07/vi-pare-normale-ma-tale-lo-stanno.html

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  10. Ma la cosa più inquietante, se vera, è la notizia che di fatto Ratzinger non può uscire dai confini del Vaticano, fosse così sarebbe prigioniero di fatto......mamma mia che tempi da lupi....Lupus et Agnus.

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  11. i vescovi emeriti non modificano mai lo stemma, quindi perchè avrebbe dovuto farlo il vescovo emerito di Roma? E' un non problema.
    Paola

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  12. Caro Rocco,
    Hai colto perfettamente la ragione della non pubblicazione di alcuni tuoi commenti. Certamente anche tu hai capito che non giova a nessuno enfatizzare quello che avevo chiamato "fuoco amico".
    Quello che però non hai colto nella mia risposta a numerose sollecitazioni è l'ironia unita alla disponibilità.
    Ma c'è del vero in quel che ho detto. Dovrebbe essere solo usato meglio e ben incanalato...
    Mi capisci ora?

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  13. Paola,
    è un "non problema" solo per chi considera il papa un primus inter pares o addirittura un vescovo qualunque!

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  14. Ho pubblicato un articolo su stemma e anomalie varie.

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  15. cara mic , non avevo capito allora assolutamente di chi parlavi. sono contento di aver frainteso. pensavo ti riferissi a tuttìaltra persona. e non avevo neanche ben colto il tono ironico. scusami.

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  16. Grazie caro Rocco per aver capito.
    Passata la burrasca, cerco sempre di andare oltre. È sul Signore e sulla nostra Messa che dobbiamo puntare lo sguardo.
    Il resto a volte costa, ma è una realtà da accettare com'è, sperando di contribuire a far meglio.

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