«Tre sono le cose per cui sta salda la fede,
perdura la devozione, resta la virtù:
la preghiera, il digiuno, la misericordia.
Ciò per cui la preghiera bussa,
lo ottiene il digiuno,
lo riceve la misericordia».
San Pietro Crisologo.
perdura la devozione, resta la virtù:
la preghiera, il digiuno, la misericordia.
Ciò per cui la preghiera bussa,
lo ottiene il digiuno,
lo riceve la misericordia».
San Pietro Crisologo.
L'insegnamento che ci viene da S.Pietro Crisologo ci parla della docilità, e di ciò che la rende concreta e stabile. In essa risiede il segreto della maturazione nella Fede.
In Dio è stabilità. Tutto ciò che è saltuario non produce mai frutti. La virtù, che è coraggio e forza, da acquisire come habitus permanente, esige costanza negli intenti e fedeltà nei propositi.
La docilità momentanea o passeggera o quella suggerita da interessi pratici non produce nessun effetto positivo ed è espressione di egoismo passeggero. Alla base di essa c'è un vile calcolo mirante ad ottenere un utile.
Le disposizioni saltuarie o contraddittorie dello spirito sono alla base di una stasi o di un regresso. La delusione e lo scoraggiamento che si determinano nell'animo sono causate dall'alternarsi di propositi e di tradimenti.
Non si può costruire nulla su un terreno instabile, indeciso, fluttuante. Non si può avere fiducia in chi mille volte ha promesso e altrettante volte ha tradito. Ed è chiaro che non si può pensare ad una ascesi se non si realizzano i requisiti elementari di una ascesi.
La combinazione di preghiera, digiuno, misericordia aiuta a garantire continuità e stabilità di rapporto che sfocia nella docilità. Non si plasma il ferro nella fornace con un solo colpo. Non si ottiene una scultura da un masso dopo il primo taglio. Non basta piantare una vigna per avere del buon vino.
Preghiera, digiuno, misericordia che si sostengono e si integrano a vicenda, sono la premessa per una trasformazione che, comunque, esige del tempo: il tempo naturale dello sviluppo. La docilità nel rapporto con Dio esige pertanto un lungo esercizio frutto di intelligenza di volontà precedute, accompagnate e supportate dalla grazia.
La docilità esige costanza e fedeltà virtù che - lo apprendiamo dalla Parola di Dio - significano «pregare incessantemente», amare profondamente con immenso trasporto che è vita.
L'Adorazione del Padre nel Figlio ad opera dello Spirito Santo è la Sorgente inesauribile.
Perché queste parole sono necessarie? Da non dimenticare:
La diagnosi:
Perché queste parole sono necessarie? Da non dimenticare:
La diagnosi:
1 Giovanni 2,15-17Il Rimedio
«Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!»
1 Giovanni 2,1-2
«vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.»
parole sante, è il caso di dire.
RispondiEliminaperchè sono necessarie? non dobbiamo dimenticare la diagnosi che è stata espressa sulla nostra natura
1 Giovanni 2,15-17
"15 Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; 16 perché tutto quello che è nel mondo,
la concupiscenza della carne,
la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita,
non viene dal Padre, ma dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!"
il rimedio
2,1-2
"vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo."
Grazie Josh!
RispondiEliminaIndispensabile completamento da non dare per scontato.
Non poteva mancare.
Se mi posso permettere, aggiungo qualche altro passo a ciò che già ha riportato così pertinentemente Josh, con alcune mie piccole considerazioni a margine della Parola di Dio, Parola che sempre ci guida e ci permette il discernimento in un mondo sempre più obnubilato e obnubilante:
RispondiElimina-Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.
(Gv 15,18)
-Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.
(Gv 15,19)
-Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia.
(1Gv 3,13)
-Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio
(Gc 4,4)
Ma ciò che mi ha sempre impressionato è la situazione in cui si rischia seriamente di finire dopo aver fatto apparentemente delle scelte irrevocabili:
-“Se infatti, DOPO AVER FUGGITO LE CORRUZIONI DEL MONDO per mezzo della conoscenza del Signore e salvatore Gesù Cristo, NE RIMANGONO DI NUOVO INVISCHIATI E VINTI, LA LORO ULTIMA CONDIZIONE E’ DIVENUTA PEGGIORE DELLA PRIMA. Meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo precetto che era stato loro dato. Si è verificato per essi il proverbio:
“Il cane è tornato al suo vomito
e la scrofa lavata è tornata ad avvoltolarsi nel brago”
(2 Pt 2, 20-22)
…perché “il Signore è un Dio geloso”, “Fuoco divorante” e per il nostro bene non tollera facilmente quando ci volgiamo indietro dopo aver pronunciato il nostro “sì” :
-"Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio»
(Lc 9,62)
…e preghiamo sempre anche perché non sia rivolto a noi quel tonante richiamo di San Paolo:
-“Siete così privi d'intelligenza che, dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne?”
(Gal 3,3)
..perchè si può rischiare di far diventare la nostra povera anima come la moglie di Lot:
-“Ora la moglie di Lot guardò indietro e divenne una statua di sale”
(Gen 19,26)
In conclusione, perciò, ANDARE SEMPRE AVANTI NEL CAMMINO COL SIGNORE e mai voltarsi indietro per ritornare alle pericolosissime esigenze della carne:
-“Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne”
(Gal 5,16)
"Sapendo che l’uomo non è un angelo ma una unità di corpo e anima, la Chiesa insiste sul valore spirituale del digiuno. Non digiuniamo perché vi sia alcunché di impuro nell’atto stesso di mangiare e bere. Cibo e bevanda sono al contrario doni di Dio, dei quali siamo invitati a partecipare con gioia e gratitudine. Noi digiuniamo, non perché detestiamo il dono di Dio, ma per renderci consapevoli che si tratta proprio di un dono; perciò purifichiamo il nostro mangiare e bere e lo rendiamo non più una concessione all’avidità, ma un Sacramento ed un mezzo di comunione col nostro Benefattore. In questa maniera digiunare non mira a distruggere e indebolire il corpo, ma creativamente a rendere il corpo più spirituale." (K. Ware)
RispondiEliminaPurtroppo nella Chiesa Romana dal Rinascimento in poi l'aspetto reale del digiuno, anche nelle regole del Catechismo di San Pio X, è sempre più passato in secondo piano fino a giungere al ridicolo odierno, accettato (con piacere) anche dai cd. tradizionalisti.
Non capisco cosa ci sia di così difficile per una persona sana a limitarsi ad un pasto al giorno potendo utilizzare pesce, uova e latticini con in più due spuntini (frustulum e cœnula).
La visione parziale e apodittica di Anacleto dovrebbe convincerci di ciò che nessuno di noi ha mai applicato e praticato in quel senso?
RispondiElimina“il digiuno, al quale la Chiesa ci invita in questo tempo forte, non nasce da motivazioni di ordine fisico od estetico, ma scaturisce dall’esigenza” dell’uomo di purificazione interiore “dall’inquinamento del peccato e del male”; di educazione “a quelle salutari rinunce che affrancano il credente dalla schiavitù del proprio io”; di maggiore attenzione “all’ascolto di Dio”. Per questo, “il digiuno e le altre pratiche quaresimali sono considerate dalla tradizione cristiana “‘armi’ spirituali per combattere il male, le passioni cattive e i vizi”.
(Benedetto XVI, Quaresima 2007)
E se ne potrebbero fare di molte altre, di citazioni pertinenti al significato autentico del digiuno...
A Mic.
RispondiEliminaNon mi sembra di essere così apodittico.
:-)
Va bene che siamo nell'epoca dei computer, però il digiuno, che non ha certamente motivi di ordine estetico (fisico sì perché fa anche bene alla salute), non dovrebbe essere ridotto ad una pratica virtuale.
A Benedetto XVI preferisco in questo caso Benedetto XIV (Nos ambigimus).
Non è solo una "pratica virtuale", solo perché se ne ricorda anche l'aspetto ascetico, che non è fine a sé stesso ma ha lo scopo di affinare l'ascolto, il radicamento nel Signore e purificare il cuore e la mente.
RispondiEliminaNon è solo una "pratica virtuale", solo perché se ne ricorda anche l'aspetto ascetico, che non è fine a sé stesso ma ha lo scopo di affinare l'ascolto, il radicamento nel Signore e purificare il cuore e la mente come conseguenza, aumentando l'ulteriore predisposizione e fedeltà.
RispondiEliminaFaccio notare ad Amacletp &C. che già nella citazione la virtù è al terzo posto, dopo la devozione. Ma al primo c'è il fondamento e la ragione di tutto: la fede.
RispondiEliminaUna sola fede, ottima aggiunta di qualcosa di basilare, una bussola, per raccapezzarsi nella vita di fede.
RispondiEliminaHa ancora più senso ricordare i passi che hai messo oggi che si rischia di non trovare una predicazione seria....
il pericolo e il disastro di essere "riprovati" esiste, bisogna vigilare sempre, andare avanti e non volgersi più indietro.
Siamo nature fallaci, caduche, ma con l'aiuto della Grazia, la preghiera, la perseveranza, l'assiduità ai Sacramenti il Signore opera.