Alcuni lettori hanno obiettato circa il mio articolo su Le serate di Pietroburgo di Joseph de Maistre che esso è eccessivamente critico nei confronti del Savoiardo.
Mi permetto di far notare che in esso ho ben specificato che «Bisogna saper distinguere, evitando l’errore per eccesso (che condanna in blocco tutto il pensiero maistriano quasi fosse intrinsecamente perverso) e l’errore per difetto (che lo canonizza come la quint’essenza del cattolicesimo integralmente romano): Maistre non è solo e unicamente un puro “illuminato”, ma non si può neanche negare che abbia cercato di interpretare il cattolicesimo alla luce della tradizione “teosofica” dei suoi tempi» (p. 14).
Mentre l’Enciclopedia Cattolica dà un giudizio netto e molto severo sul pensiero di de Maistre: “Nel libro Mémoire au duc de Brunswick del 1782, otto anni dopo aver lasciato la massoneria, il de Maistre dichiara il suo ideale di illuminato per giungere all’unificazione delle chiese cristiane, attraverso una sorta di diplomazia segreta massonica” (Ettore Passerin, in Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, 1951, vol. VII, coll. 1871-1872, voce “Maistre”).
Inoltre da un punto di vista puramente filosofico vi sono delle contraddizioni oggettive nel pensiero di Joseph de Maistre, che non possono essere ignorate.
Infatti da una parte, riguardo alla rivoluzione francese, de Maistre insegna: “La Rivoluzione è satanica per essenza, satanica perché ribelle all’autorità, ossia a Dio” (J. de Maistre, Considérations sur la France, Lyon, 1884, p. 67). Se “la Rivoluzione è l’errore”, se “è satanica per essenza”, essa “non può quindi essere uccisa che dal Papato, il quale è la verità, perché è Cristo in terra” (Id., Du Pape, Genève, 1966, pag., 23). “La Rivoluzione essendo perfettamente satanica, la Controrivoluzione sarà angelica, o non sarà affatto. […]. La Rivoluzione sarà spenta totalmente solo dal principio contrario” (Id., Du Pape, in Oeuvres complètes, t. XIII, p. 182).
Dall’altra parte, seguendo le Reflections on the Revolution di Edmund Burke scritte nel 1790, il Savoiardo rivaluta la rivoluzione inglese poiché meno radicale di quella francese e parimenti stima la massoneria britannica, che sarebbe spiritualista e dunque buona rispetto a quella materialista francese.
Dall’altra parte, seguendo le Reflections on the Revolution di Edmund Burke scritte nel 1790, il Savoiardo rivaluta la rivoluzione inglese poiché meno radicale di quella francese e parimenti stima la massoneria britannica, che sarebbe spiritualista e dunque buona rispetto a quella materialista francese.
È vero che la rivoluzione inglese fu meno radicale di quella francese, ma fu pur sempre una rivoluzione forse in un certo qual senso più pericolosa della francese poiché meno evidente. Infatti la rivoluzione britannica fu tanto impercettibile esteriormente quanto profonda interiormente. Le istituzioni della monarchia inglese sembravano immutate, ma il loro contenuto non era più lo stesso: permanevano gli accidenti e la sostanza era cambiata.
Tutto si era profondamente alterato in senso protestante, liberale e soggettivista pur lasciando la facciata quasi intatta (cfr. E. Malynski – L. de Poncins, La guerra occulta, Milano, Hoepli, 1939, p. 45).
Tutto si era profondamente alterato in senso protestante, liberale e soggettivista pur lasciando la facciata quasi intatta (cfr. E. Malynski – L. de Poncins, La guerra occulta, Milano, Hoepli, 1939, p. 45).
Quindi come si può conciliare la distinzione fatta dal de Maistre, sulla scia di Edmund Burke, tra la rivoluzione francese e la rivoluzione inglese?
Sinceramente non vedo una possibile conciliazione “per la contraddizion che nol consente”. Tuttavia ciò non toglie che le critiche fatte dal Savoiardo alla sola rivoluzione francese siano giuste, profonde e convincenti.
Mi sembra, dunque, azzardato qualificare il de Maistre maturo “tra i portavoce più importanti del movimento controrivoluzionario e del cattolicesimo romano” e di presentare Le Serate come “una pietra miliare del pensiero controrivoluzionario”1 .
d. Curzio Nitoglia
_______________1. J. de Maistre, Le Serate di Pietroburgo, Verona, Fede & Cultura, 2014, Retrocopertina.
E' proprio il giorno per parlare di de Maistre
RispondiEliminaforse il mio messaggio di prima e' finito nello spam
RispondiEliminail signor rocco che si firma come me e' pregato di cambiare nick onde evitare confusione.
se il signore qui sopra segue questo blog sa che gia io mi firmo con rocco minuscolo, e quindi capira' che non e' il caso di fare confusione. grazie
Bene, sarò rocco2, non mi ero accorto del un mio omonimo.
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